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AULO MAGRINI
la vita di un partigiano
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Nel numero 2 del dicembre 2007 di QUALESTORIA, è contenuta la tesi di laurea di Anna Di Qual, di Sutrio, la quale ha voluto con questo lavoro di ricerca, delineare, per la prima volta, la biografia del dott. Aulo Magrini, figura di partigiano garibaldino divenuta ormai leggendaria.
L'autrice, attingendo miratamente anche all'Archivio Lupieri-Magrini, ha ripercorso le tappe fondamentali di una vita, durata solo 42 anni, intensissima non solo dal punto di vista affettivo (una matrimonio con ben 4 figli maschi) ma anche professionale (fu da tutti riconosciuto "medico dei poveri") e soprattutto politico (l'idea solidaristico-comunista, abbracciata fin dai primi anni di università a Padova e successivamente maturata e concretizzata molto prima dell'inizio della lotta partigiana).
Leggendo queste pagine non si può non rimanere vivamente colpiti dalla passione civile e dall'idealismo politico che animarono questo giovane medico carnico fin dalle sue prime esperienze professionali a Forni Avoltri e poi a Prato Carnico, dove ebbe modo di palesare le sue profonde convinzioni sociali, tutte volte alla soluzione dei gravosi problemi che pesavano sulle classi più deboli e più indifese della montagna carnica.
Questa, peraltro breve, biografia ha spesso il sapore dell'epopea in vari momenti della narrazione: la penosa e preoccupata diaspora della famiglia Magrini dopo Caporetto, il rientro dalla profuganza,
la difficilissima ripresa economica dopo il 1918, i primi approcci con l'ambiente politico patavino prima e fiorentino poi, il profondo dissidio con la famiglia per l'adesione alle idee bolsceviche, il difficile rapporto con il padre per i medesimi motivi, il progressivo e soffocante peso della pervasiva dittatura fascista, l'impegno sociale a vari livelli...
Proprio quest'ultimo aspetto diventa la cifra caratterizzante di questo personaggio: infatti l' esperienza nella "Pro Carnia" (fondata da Michele Gortani nel 1927) assume rilevanza assoluta perchè in essa il venticinquenne dott. Aulo Magrini (Ispettore membro del Consiglio direttivo) va ad analizzare la problematica igienico-sanitaria della Carnia nelle sue varie espressioni e aspetti, suggerendo soluzioni ragionevoli e realistiche, spesso dal tono profeticamente lungimirante (alcolismo, tbc, ambulanze di collegamento tra i paesi e Tolmezzo... ma anche osservazioni pertinenti sull'allevamento bovino, la produzione casearia, il commercio del legname... e poi considerazioni sull'emigrazione, il lavoro minorile, la promiscuità domestica, le cause di morte e di invalidità, la scarsa o assente assistenza ospedaliera, l'Ospizio Marino Friulano che non accoglie i bambini carnici...).
Dopo queste dettagliate e puntuali analisi, il dott. Magrini individua ben 6 punti qualificanti per tentare di risolvere la questione sanitaria e la situazione globale della Carnia:
- intensificazione delle disposizoni igieniche a ogni livello
- revisione e istituzione degli Uffici Sanitari locali
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soluzione dell'annoso problema ospedaliero per la Carnia
- contributo dei vari Comuni per l'assistenza e la previdenza
- ricorso a privati per la previdenza ed assistenza delle malattie sociali
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diffusione mediante scuole, conferenze, dopolavoro dei sistemi di progresso sociale.
Il dott. Aulo Magrini si interessa però anche dei trasporti e della rete viaria in Carnia, di cui denuncia l'assoluta inadeguatezza, proponendo anche in questo settore soluzioni e suggerimenti inattesi; affronta il problema turistico come risorsa possibile per la Carnia; reclama per essa addirittura un Istituto Magistrale ed un Liceo Scientifico in Tolmezzo (!!!); denuncia lo stato di abbandono della Carnia da parte dello stato centrale...
[Apro una breve digressione: a questo punto della biografia non ho potuto non pensare immediatamente a Giorgio Ferigo, al suo impegno sociale e culturale, alle sue idealità, ai suoi sogni ed alle sue utopie e mi sono persuaso che pure lui, in circostanze analoghe, avrebbe invariabilmente percorso, passo dopo passo, le orme di Aulo Magrini... Non paia sconveniente o irriverente o fuori luogo questo "audace" accostamento, ma avendo conosciuto il dott. Giorgio direttamente e avvicinandomi al dott. Aulo sommessamente seppure indirettamente, mi torna quasi spontaneo ritenere Aulo Magrini l'instancabile dott. Ferigo della prima metà Novecento e Giorgio Ferigo l'insofferente dott. Magrini dell'ultimo Novecento. Chiusa digressione].
Purtroppo il regime fascista non la tollera e la "Pro Carnia" dura solo 4 anni, fino al 1931, ma questa intensa esperienza socio-culturale segna profondamente il dott. Magrini, che manterrà e alimenterà questi ideali in cuor suo durante i successivi anni di professione, imprimendo ad essa un chiaro ed evidente connotato solidaristico e di umanissima filantropia, non disdegnando mai l'approccio diretto e pratico alle molteplici problematiche sociali con cui verrà a contatto nell'espletamento della sua delicata professione.
Nel 1933 sposa Margherita Cecchetti, figlia di Umberto, primario all'Ospedale di Tolmezzo, dalla quale avrà ben presto 4 figli (Ermanno, Umberto, Giulio, Fabio). L'altra figlia del prof. Cecchetti andrà sposa al dott. Luigi Covassi di Ovaro!
In questi anni, caratterizzati dal trionfo del regime fascista che incrementa vistosamente i consensi presso tutti i ceti sociali, il dott. Magrini conserva immutati i suoi lineamenti politici, pagando in prima persona, con sgarbi intimidazioni minacce, la mancata adesione al regime o quantomeno un composto silenzio. Intrattiene amicizia con vari esponenti
anarco-socialisti della Val Pesarina, quasi sfidando l'occhiuta vigilanza locale; partecipa attivamente ai funerali dell'anarchico Casali (il Paluçan) che avrà una fortissima eco in Carnia per i suoi risvolti politico-sociali (siamo ancora nel 1933) e le conseguenti gravi punizioni inflitte agli organizzatori. Nel frattempo la sorella di Aulo, Aurelia Magrini sposata a Egidio Feruglio, lascia l'Italia e si stabilisce in Argentina perchè il marito, illustre geologo e professore universitario, non intende aderire al regime, che nel frattempo ottiene sempre più ampia e convinta adesione in Italia e diffusa credibilità in Europa, soprattutto in Francia e Inghilterra ("Caro Winston, Dear Benito")...
Il 25 luglio 1943 la radio annuncia l'arresto di Mussolini; tutti gioiscono, non intuendo minimamente ciò che sta per accadere: l'occupazione nazista, sostenuta dalle forze fasciste repubblichine, dello strategico Litorale Adriatico, Carnia compresa.
Il dott. Magrini coglie subito la drammaticità del momento e
giunge alla irrevocabile decisione di aderire al movimento partigiano garibaldino in funzione anti nazi-fascista: abbandona la professione economicamente sicura, lascia moglie e figli in una precarietà materiale e psicologica pesantissima, e si ritira tra i monti come un cavaliere errante d'altri tempi, totalmente votato alla causa... Chi altri nella sua situazione?
Da questo punto in poi, la biografia del dott. Magrini è quasi patrimonio comune di gran parte dei carnici i quali conoscono assai bene le caratteristiche dell'impegno resistenziale di questo "uomo solo" che si può riassumere in due concetti: dirittura morale ed elevato senso civico.
Diventa commissario politico garibaldino e in questa veste ha anche il compito di "educatore severo e intransigente di fronte alle azioni incoscienti e avventate delle giovani reclute" (pag 61 e 68) perchè "anche in Carnia si formano spontaneamente, senza alcun genere di filtro nè di selezione, i primi gruppi partigiani" (pag. 54). Nonostante le denunce e le repressioni a danno degli antifascisti, il dott. Aulo Magrini riesce sempre a motivare i suoi, a scaldarli al fuoco dell'ideale di fratellanza e democrazia, riprendendoli anche severamente in caso di necessità: "...mentre alcuni partigiani scorazzavano per un paese senza motivo plausibile, Magrini si piantò in mezzo alla strada e facendoli fermare di botto esclamò: "Finitela di fare i fascisti!"" (pag. 61). Il racconto delle successive azioni di guerriglia partigiana nulla aggiunge a quanto già noto...
La vicenda della morte del dott. Aulo Magrini occupa ben 4 pagine in questa tesi e viene esposta in maniera chiara limpida serena, senza reticenze pregiudiziali nè forzature faziose o inutilmente arroganti; l'autrice racconta anche il dibattito che ne è scaturito negli anni e ripercorre le varie tappe che, specie negli ultimi tempi, hanno segnato questa vicenda anche sulla stampa locale. Quali autori delle diverse versioni dei fatti accaduti, vengono citati: Antonio Toppan, Giorgio Pisanò, Natalino Sollero, Luigi Raimondi, Leo Monutti, Gianni Conedera, Tiziano Della Marta.
L'ultimo capitoletto, "La memoria di Aulo Magrini", sintetizza mirabilmente la figura di questo grande uomo che nel XX secolo ha riproposto e incarnato in sè quegli ideali patriottici di libertà e indipendenza che erano stati la stella polare del suo Casato in epoca risorgimentale fino alla I Guerra Mondiale (a ragione considerata l'ultima Guerra d'Indipendenza) con un tributo di sangue familiare paradigmatico: Giulio Cesare nel 1849, Giulio nel 1866, Eugenia nel 1916, Ermanno nel 1916.
Finora si conosceva solo il tragico epilogo della vita del dott. Aulo Magrini, rimasto involontario prigioniero di un clichè estraneo al suo sentire, che in qualche modo ha sempre catalizzato e monopolizzato l'attenzione degli storici e dei cultori di storia locale, i quali hanno qui costantemente trovato abbondante materiale per sterili e ormai inutili quanto ininfluenti disquisizioni, che nulla hanno mai aggiunto o tolto alla limpida figura di questo eroe resistenzial-risorgimentale, che antepose l'ideale civile ad ogni altra considerazione.
Ritengo pertanto che conoscerne più approfonditamente l'intera biografia (qui occorre davvero avviare una ricerca meticolosa in tal senso, specie scandagliando l'epistolario di gioventù, ancora del tutto inedito) darebbe l'opportunità di apprezzare compiutamente l'impegno sociale e la genialità professionale di questo personaggio che, proprio per questo e indipendentemente da una morte tanto tragica, merita assolutamente di essere ricordato e annoverato tra i boni viri della Carnia moderna, a fianco di Michele Gortani e degli altri patres conscripti di analoga levatura.
E' tanto vero questo che, in occasione della sua tragica morte, lo stesso Michele Gortani (la cui famiglia ha sempre avuto uno stretto rapporto di profonda amicizia con i Magrini ed i Cecchetti) in una lettera ad Egidio Feruglio in Argentina, così scriverà dell'amico Aulo Magrini:"... fine eroica ma che è stata un dolore cocente per tutta la Carnia, per tutti i patrioti, e uno schianto per tutti noi che in lui vedevamo più distintamente l'acutezza d'ingegno, la luce dell'animo, la bontà sconfinata del cuore... La regione tutta ha perduto con lui il naturale rappresentante e il naturale sostegno..." quasi che egli stesso riconoscesse implicitamente un primato morale al dott. Aulo Magrini, ben conscio forse che i propri grandissimi ed indiscussi meriti, professionali politici e sociali, sarebbero stati, seppure impercettibilmente, offuscati dalla sua precedente contiguità (adesione?) al fascismo (vedi a tal proposito "Michele Gortani e il fascismo carnico" di Denis Baron).
Immagino perciò che il dott. Aulo Magrini, se non fosse prematuramente morto, avrebbe rappresentato in Carnia nel dopoguerra il necessario e utilissimo alter ego (certamente complementare) di Michele Gortani, con un prolungato impegno sociale di primissimo piano, attraverso una dialettica politica stringente e precisa, disponendo di una esperienza umana e professionale di assoluto prestigio, utilizzando capacità e conoscenze già in parte acquisite e sperimentate in vari campi, impegnando le sue giovanili ed esuberanti forze per il "risorgimento" di una Carnia avvilita e messa in ginocchio (e ancor oggi forse non ancora risorta).
Credo pertanto che, avendo voluto finora magnificare sempre e soltanto l'aspetto politico-militare del dott. Aulo Magrini facendone una icona di una sola parte politica e trascurando (colpevolmente?) l'aspetto professionale, culturale, sociale e umano, si sia fatto inconsapevolmente un grandissimo torto alla sua complessa personalità che, fin da questa sintetica biografia pubblicata, appare inaspettatamente poliedrica e ancora quasi del tutto inesplorata.