LETTERE PER L'ARGENTINA
a Egidio Feruglio

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Il 5 aprile 1934, Egidio Feruglio con la moglie Aurelia Magrini e la figlioletta Anna Eugenia di un anno, si imbarcano sul "Neptunia" a Trieste diretti in Argentina... Non era intenzione del capofamiglia lasciare l'Italia, dove aveva intensamente sperato di poter intraprendere la carriera universitaria, ma la mancata adesione al Partito Nazionale Fascista (PNF) gli aveva precluso ogni possibilità, perchè nell'anno precedente era stato automaticamente escluso dal concorso per la cattedra di Geologia a Torino, dove, per i suoi riconosciuti meriti accademici, sarebbe riuscito senza dubbio vincitore (verrà reintegrato nel suo ruolo solo nel 1949, a quattro anni dalla fine della guerra!).
I parenti rimasti in Italia (in Carnia a Luint e a Feletto) scrissero tantissime lettere a questi familiari che, con grandissima pena nel cuore, scelsero di vivere oltre oceano per non dover sottostare al dictat del regime fascista.
In queste lettere (inviate dall'Italia) vengono raccontate le vicissitudini ed i maggiori accadimenti che si succedettero nel nostro Paese (specialmente in Friuli ed in Carnia) in quei fatidici anni, che segnarono profondamente la storia contemporanea di questa terra.
Bianca Agarinis Magrini, espertissima ormai nel raccogliere e decifrare epistolari nell' archivio di famiglia sito a LUINT di Ovaro, ha voluto in questo specialissimo libro raccogliere e presentare le lettere del biennio 1945-46, il più cruciale dell'epoca considerata.

Il libro presenta due sezioni:
- nella prima sono presentate le lettere dei parenti stretti rimasti in Friuli e in Carnia (Gisella Alfonso Francesco Alfredo Letizia FERUGLIO; Margherita Cecchetti Magrini, Teresa Cecchetti Covassi, Celia Magrini, Sergio Baldisserra)
- nella seconda sezione sono raccolte le lettere di amici e colleghi (Silvia Zenari, Emilio Marteli, Arturo Ferrucci, Michele Gortani, Cesare Emiliani, Alvise Comel, Italo Guidetti, Lodovico Di Caporiacco, Vittorio Bianchi, Antonio Cavinato e padre Alberto De Agostini).

Nella lunga e bellissima introduzione, che è anche una precisa cornice storica in cui vanno collocati i fatti descritti, corredata da una significativa e a volte emozionante iconografia in b/n, sono stato particolarmente colpito da questa frase dell'autrice che riguarda la famiglia Magrini:
"Aulo, con grande disappunto del padre, il severo dottor Arturo Magrini, liberale di vecchia data, tenacemente avverso sia al fascismo che al bolscevismo (del primo profeticamente, già agli inizi degli anni Venti, ne prevedeva la pericolosità), aveva oltrepassato i limiti ideali consentiti dalla tradizione familiare sposando la causa del comunismo" (pag. 21).

Gli aspetti che maggiormente suscitano interesse sono a mio avviso i seguenti:

- la narrazione di fatti e di situazioni politiche locali sono elaborate e trasmesse dai mittenti sempre in maniera del tutto personale e senza alcuna remora, nonostante la censura postale continuasse a vigere anche nel 1945 e nel 1946! Si ha davvero il polso della situazione locale in tempo reale (anche se effettivamente queste lettere giungeranno a destinazione solo dopo settimane o mesi...).
- la gravissima situazione italiana nel periodo post-fascista e post-bellico appare in tutta la sua drammaticità: infiniti lutti non dimenticati, prezzi sempre più elevati, assenza di lavoro, patrimonio edilizio gravemente danneggiato, mercato nero, decadenza morale, sicurezza pubblica assente, comunicazioni viarie ferroviarie e postali precariissime, delusione e disillusione fortissime: queste lettere mostrano davvero, quasi come un servizio televisivo odierno, la immagine reale della fiaccata società del tempo.
- la continua richiesta di generi alimentari (e non solo) che in Argentina erano assai disponibili mentre in Italia erano assolutamente introvabili (caffè, cacao, zucchero, camere d'aria per bicicletta), è un leit-motiv che accompagna moltissime lettere. Quasi tutti i mittenti-parenti fanno questa singolare richiesta al Egidio Feruglio, ritenuto, nonostante l'esilio volontario, un fortunato a vivere nella "opulenta Argentina"...
- molti mittenti palesano profondo timore per la possibilità di un' eventuale vittoria del comunismo, ritenuto una "nuova dittatura non migliore della prima". Questo argomento viene affrontato diverse volte specialmente da Alfonso Feruglio, fratello di Egidio (pag. 63, 73, 77...) e da altri tra cui padre Alberto De Agostinis, che usa toni molto duri nei confronti dell'azione dei comunisti italiani (pag.187).
- molto importanti appaiono secondo me, le considerazioni (sempre di Alfonso) sul movimento partigiano, quando scrive: "Anche il movimento partigiano veramente sentito ed approvato da tutti noi nei primi tempi, è poi degenerato per la scomparsa dei capi migliori e per l'impotenza di altri capi pure all'altezza del loro compito, di frenare e disciplinare una massa non sempre costituita dai migliori elementi (pag 69)". Una considerazione di allora che appare condivisibile anche ora, specie tenendo conto della ultima storiografia italiana (Pansa) e locale sull'argomento.
- la figura di Aulo Magrini (cognato di Egidio Feruglio, avendone egli sposato la sorella Aurelia) risalta in moltissime lettere ed assume contorni eroici nella accorata lettera del 25.11.45 della moglie Margherita Cecchetti (figlia del dr. Umberto Cecchetti direttore dell'ospedale di Tolmezzo e sorella di Teresa Cecchetti, moglie di Luigi Covassi medico di Ovaro). In questa toccante e commoventissima lettera, la vedova ricorda con struggente nostalgia la figura del marito Aulo, rammentando gli episodi più significativi degli ultimi giorni di vita del marito, ucciso a 42 anni in uno scontro a fuoco contro i tedeschi presso Noiaris. Si rivivono le perquisizioni, le denunce, gli spostamenti continui, le minacce dei nazifascisti, i ricatti, l'ultimo incontro a Collina di sabato 15 luglio 1944, quando Aulo, forse presagendo la fine imminente, saluta in fretta la moglie ed i 4 figli, stringendo fortemente a sè i due più piccoli che non vedeva da mesi... Termina questa lettera così: "Come lui ha dato la vita, io offro il mio dolore per la resurrezione di questa nostra Patria infelice". Sulla figura di Aulo Magrini appare molto liricamente sofferta anche la testimonianza di Italo Guidetti (pag. 169) che lo indica come "il grande incompreso nella vera altezza della sua missione e del suo eroismo" e quella di tanti altri mittenti.
- altamente significativa mi è parsa l' amicizia di Egidio Feruglio con Michele Gortani di cui sono riportate due lettere nelle quali si parla soprattutto di università e di cattedre di insegnamento, ma in cui si accenna anche a temi che prefigurano in nuce quelli svolti poi ne "Il martirio della Carnia".
- rocambolesche alcune delle avventure occorse ad Alvise Comel (la fuga dall'Albania) o al fascista impenitente Lodovico Di Caporiacco (arrestato prima dai tedeschi poi dagli italiani, infine liberato...), con il quale Egidio Feruglio, pur essendo su posizioni politiche diametralmente opposte, mantenne l'amicizia e stilò addirittura, seppure con qualche difficoltà interiore, il necrologio sul giornale della SAF "In alto".

Vi è tanto altro ancora in queste "Lettere per l'Argentina" ma è meglio che sia il lettore stesso a scoprirle...

Alla curatrice dell'opera, che con questo lavoro riconferma la sua assoluta obiettività ed onestà intellettuale e storica, va tutta la gratitudine e la stima di questo sito (ma credo della Carnia interna) perchè ha saputo (e saprà certamente ancora) aprire gli archivi di famiglia per donare ai carnici originalissimi (e inediti) lacerti della propria storia che altrimenti resterebbero muti e ignorati all'interno di polverosi (anche se importantissimi) scaffali privati, amati e custoditi solo da una ristretta cerchia di affezionati.

I libri di Bianca Agarinis Magrini si possono reperire presso FRIULIBRIS in via Piave a Udine (di fronte al Palazzo della Provincia).

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