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Faz e zornades

In chest balcon a ven metūt dut ce c'a suceit (o ca no suceit) achģ da nou, cirint di dī encje ce che cheaitis a no disin. E chel che cheaitis a no disin al č un grum e quasi simpri un grum impuartant. Par chest cirarin di iessi onescj e limpits, cence poure da veretāt.
Par completâ la suage, va a viodi encje CONVEGNO SULLA MONTAGNA.

Autôrs
Alfio Englaro (englaroalfio@virgilio.it)
& Marino Plazzotta
(requie)

SETTIMO GRUPPO DI INTERVENTI

61. 2010: quando l'Italia è rappresentata dalla Carnia
62. 2011: Gianpaolo Englaro: atleta e pittore
63. 1911-2011: Cento Anni di SECAB
64. Campionato Mondiale Master Corsa in Montagna - Paluzza 17.9.2011
65. 2012: il grande Odisseo carnico ancora campione!
66. I bronzi di Zuglio tornano a casa

 

 

Quando l'Italia è rappresentata dalla Carnia

Nella stagione sportiva invernale 2009-'10 la Carnia ha rappresentato l'Italia in due manifestazioni mondiali sportive di altissimo livello:

- alle Olimpiadi di Vancouver (Canada) Alessandro Pittin, 20 anni, di Cercivento, ha vinto la medaglia di bronzo nella combinata nordica di sci (salto + fondo) portando all'Italia la prima medaglia in assoluto in questa disciplina. Se pensiamo che Ale (attualmente arruolato in GdF) è già alla sua seconda Olimpiade (la prima a 16 anni nel 2006 a Torino), possiamo ragionevolmente prospettare una luminosa carriera sportiva per questo riservato e timido ragazzo che sarà l'alfiere di Carnia per i prossimi anni.

 


- ai Campionati Mondiali Master di sci di fondo svoltisi in febbraio 2010 a Falun (Svezia) Gianpaolo Englaro, classe 1956, di Paluzza, ha conquistato tutte le medaglie d'oro in palio (ben 4: vedi sotto), precedendo in ogni gara russi, svedesi, finlandesi, norvegesi, canadesi, polacchi e statunitensi, cechi tedeschi austriaci e francesi. Si tratta di un risultato che non è nuovo per lui in quanto, pur avendo cominciato a sciare alla non più verde età di 24 anni, è riuscito ugualmente a incamerare moltissimi titoli sia italiani che mondiali nella sua categoria (nell' ormai lontano 1997 negli USA vinse i suoi primi 4 titoli mondiali sempre nei Master). Anche Gianpaolo è un uomo riservato e schivo, non ama la notorietà, si rifugia nei suoi boschi, suole ancora dipingere deliziosi quadri con toni delicati pastosi e caldi. Se solo avesse iniziato l'attività sportiva 10 anni prima, sicuramente la Carnia avrebbe avuto un eccezionale campione nel fondismo degli anni '70 e '80 del secolo scorso! Insieme a lui, la sua compagna Luigina ha pensato di arricchire il medagliere domestico con uno splendido bronzo nella km 30 a tecnica libera. Davvero unici questi due cjargnei, che allo sport hanno dato e danno tantissimo, senza mai nulla ricevere (anzi spendendo abbondantemente del proprio perchè non beneficiano di alcuno sponsor nè pubblico nè privato per le loro costose annuali trasferte di gara!).

(marzo 2010)

 

 

Gianpaolo Englaro 2011: ATLETA E...

L'incipit di questa sezione di Cjargne Online recita: "... cirint di dî encje ce che cheaitis a no disin. E chel che cheaitis a no disin, al è un grum e quasi simpri un grum impuartant". Orbene di Gianpaolo Englaro, che anche quest'anno 2011 ha portato a casa 4 medaglie d'oro dal Canada, quasi nessuno parla; pochissimi, al di fuori della elitaria cerchia degli appassionati del fondo, lo conoscono; i mass media (locali e sportivi) lo ignorano sistematicamente; gli sponsor ufficiali o clandestini, sempre munifici e onnipresenti quando si tratta di personaggi televisivamente utili ed economicamente redditizi, con lui si dileguano; insomma un tipico "signor Nessuno"...
Ma il Nessuno omerico (Odisseos) è stato il più grande eroe della classicità greca ed è forse proprio a questo Nessuno che occorre riferirsi quando si intende discorrere di Gianpaolo, novello Odisseo carnico, perchè questo personaggio di Denglâr di Sore, così schivo ma così determinato, incarna e rappresenta davvero quello spirito inquieto e forte, sempre alla ricerca di nuovi traguardi e nuovi orizzonti, mai soddisfatto di sè stesso, mai appagato, mai contento di quel che raggiunge ma sempre in continua tensione verso il successivo obiettivo, con una carica emozionale e fisica sempre rinnovata perchè "...fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virute et conoscenza" pare di sentirlo sussurrare mentre si rivolge, con toni accorati ma decisi, alla compagna Luigina e alla tenacissima Lavinia, nei loro diuturni allenamenti multistagionali...
Davvero Gianpaolo è oggi il tipico cjargnel, ricco dentro e povero fuori; straordinariamente ricco di sentimenti e di profondissima umanità, straordinariamente povero di esteriorità e di vacua vanità; uno di noi, il vicino di casa che vorremmo avere, semplice e generoso, disponibile e quieto, un brâf frut senza grilli per la testa...

 

Il riposo dell'Odisseo carnico la notte che precede la battaglia


Ed ecco le leggendarie imprese dell'Odisseo carnico:

Ha partecipato ininterrottamente a 15 edizioni del Master Mondiale di sci di fondo, a partire dal 1997.
Ha vinto complessivamente 50 medaglie, di cui 38 d’oro.

Ha gareggiato sempre in tecnica classica.

  1. 1997 FOLGARIA (ITA), 4 ori: 30 km, 15 km, staffetta, 50 km.
  2. 1998 LAKE PLACID (USA), 4 ori: 30 km, 15 km, staffetta, 50 km.
  3. 1999 GRINDELWALD (CH), 3 ori: 30 km, 15 km, 50 km; 1 bronzo in staffetta.
  4. 2000 KIRUNA (SWE), 2 ori: 15 km e 50 km; 1 bronzo in staffetta.
  5. 2001 MARIAZELL (A), 2 ori: 50 km e staffetta; 1 argento 30 km.
  6. 2002 QUEBEC (CAN), 3 ori: 30 km, 15 km, 50 km; 1 argento in staffetta.
  7. 2003 SEEFELD (A), 3 ori: 30 km, 10 km, staffetta.
  8. 2004 LILLEAMMER (NOR), nessuna medaglia.
  9. 2005 MOSCA (RUS), 1 oro 45 km, 2 argenti 10 km e 30 km.
  10. 2006 BRUSSON (ITA), 2 ori 10 km e staffetta, 1 argento 30 km, 1 bronzo 45 km.
  11. 2007 ROVANIEMI (FIN), 2 ori 30 km 10 km, 1 argento 45 km, 1 bronzo in staffetta.
  12. 2008 MC CALL (USA), 2 argenti: 45 km e staffetta.
  13. 2009 AUTRANS (FR), 4 ori: 30 km, 10 km, 45 km, staffetta.
  14. 2010 FALUN (SWE), 4 ori: 30 km, 10 km, 45 km, staffetta.
  15. 2011 SILVER STAR (CAN), 4 ori: 30 km, 10 km, 45 km, staffetta: You tube

Tensione e concentrazione dell'Odisseo carnico prima della battaglia

Ovviamente le spese per tutte le trasferte, i soggiorni, i materiali ecc. sono ad esclusivo carico di Nessuno che ha sempre pagato di sachete sô, risparmiando tutto l'anno, euro su euro, per poter essere sempre là dove lo portano il cuore e la passionaccia...
Nessun allenatore, nessun massaggiatore, nessuno ski-man per Nessuno perchè Nessuno è allenatore-massaggiatore-skiman di sè stesso (self made man), con cui è molto severo ed esigentissimo. Mai una sigaretta, mai un alcolico, mai una nottata balorda, mai una mangiata pantagruelica, mai alcun eccesso. Sempre moderato e morigerato in tutto, parco perfino nelle parole che usa sempre con estrema parsimonia quasi non ne disponesse che di poche, quasi non volesse consumarle e parco anche nei sorrisi...
Chi lo incontra senza conoscerlo, non può immaginare che dietro il suo fare disinvolto e semplicissimo, a volte timido o impacciato, possa nascondersi una fortissima tempra di uomo e di atleta che ha saputo trarre dal suo personale persac umano ogni più recondita fibra per una crescita ed una maturazione che si sono fatte negli anni via via sempre più complete e verificabili, legittimate da straordinari successi, ricorrenti e periodici come la Sagre di place, che per lui è sempre una sagra di medaglie!

L'Odisseo carnico in battaglia

Ora Nessuno è diventato anche nonno e Riccardino dovrà presto fare i conti con questo terribile e strabiliante von, che non vuole assolutamente accettare di invecchiare ma resiste indomito nella sua sportivissima seconda giovinezza, in attesa che il nipotino calchi presto le sue orme... non solo sulla neve ma anche sui trois di mont.
Eh sì, perchè Nessuno, in assenza di neve, non se ne sta in casa ma corre a perdifiato per boschi e pianori, attraversa greti e torrenti, salta rius e maseries, come un giovane capriolo mai stanco, sempre in cerca di nuove esperienze e di erba fresca. E quando arriva la bella stagione poi, balza sulla bicicletta e va a macinare chilometri e chilometri, sempre insieme alla compagna di vita e di ventura. I suoi muscoli si sono da tempo adattati e adeguati ai ritmi incessanti imposti da Nessuno, sono diventati delle molle possenti e addomesticate, in grado di sviluppare potenza ed elasticità nell'attimo necessario, nell'istante richiesto: così è ben difficile che insorga uno strappo, una distorsione, una contrattura dolorosa. Nessuno non la tollererebbe e si arrabbierebbe con il suo apparato muscolo-scheletrico che verrebbe accusato semplicemente di alto tradimento (magari in faccia al nemico): i muscoli lo sanno e pure le articolazioni, sottoposte a sforzi incredibili da lunghi anni, e per questo non lo hanno mai tradito!

 

Per l'Odisseo carnico solo una sopportabile e ineludibile... seccatura

E il cuore di Nessuno? sempre forte, sempre bradicardico a riposo e controllatissimo sotto sforzo, mai una extra, mai una tachicardia, mai una defaillance. Ma chi lo segue, chi lo verifica? non è dato sapere, probabilmente Nessuno è anche medico di sè stesso perchè si conosce, si soppesa, si vaglia, si ausculta, proprio un grande clinico questo signor Nessuno! Ma fa qualche Holter, qualche Eco ogni tanto? pare di no. Tutto in casa, tutto a Denglâr di Sore, senza troppe sofisticherie tecnologiche ma solo con elevate dosi di... buon senso e senso comune, improntato più alla antica saggezza popolare che alle fugaci e orribili mode moderne. E chissà per quanto tempo ancora ci abituerà alle annuali medaglie!

 

PITTORE...

Ma lasciamo per un attimo Nessuno e occupiamoci di Gianpaolo pittore, aspetto non affatto trascurabile se si pensa che il nostro è nato prima artista e solo successivamente è sbocciato atleta-campione.
La sua vena pittorica ha conosciuto alterne vicende: vi fu un primo periodo (quello della fanciullezza-adolescenza-giovinezza) che vide una produzione artistica caratterizzata da un costante affinamento della tecnica pittorica e da successivi tentativi di impossessarsi di mezzi espressivi non astratti. Il suo stile infatti si è consolidato nel tempo con una cifra riconoscibilissma e familiare: il paesaggio di Carnia in tutte le sue manifestazioni, in tutte le sue stagioni, in tutti i suoi angoli più suggestivi e remoti.
A questo discretamente lungo periodo di formazione e maturazione, subentrò un fase di stasi, di non ispirazione, quasi di ripulsa per questa espressione artistica, che coincise con difficoltà economiche di non poco conto, avendo egli deciso ad un tratto di abbandonare il primitivo mestiere paterno di decoratore edile, forse costretto a ciò dalle nuove, esose e lunari normative fiscali imposte indiscriminatamente al piccolo artigiano.
Iniziò quindi un nuovo lavoro che economicamente non lo ripagava certamente delle fatiche ma che gli permettava di vivere full immersion nel suo habitat preferito: il bosco. E proprio nel bosco Gianpaolo affinò la sua sensibilità e il suo amore per la Natura incorrotta e selvaggia, nel bosco riuscì a comprendere e a farsi comprendere, visse in stretta simbiosi con la terra, la variegatissima flora e la incredibile fauna di Carnia. Questo diuturno vissuto nel bosco non solo lo ha fortificato nel fisico ma lo ha rinsaldato in quei valori e in quelle sensazioni che solo nel silenzio e nella solitudine l'uomo riesce a percepire nelle profondità dell'animo. Credo davvero che questa ormai lunga esperienza "selvaggia" lo abbia quasi costretto a riprendere in mano pennello e tavolozza per trasporre sulla tela la propria "nuova vita nel bosco".
E osservando oggi i suoi quadri più recenti, analizzandoli nei loro particolari non può sfuggire un aspetto rilevantissimo: l'abete, il peç. Gianpaolo è per antonomasia il pittore dell'abete, il pitôr dal peç, della sua maestosa possanza, della sua autorevole e svettante struttura; Gianpaolo ama l'abete, è incantato da questa virile e pacifica pianta, ne è affascinato e trasferisce questa sua fascinazione nel quadro dove l'abete resta sempre il personaggio principale, attorno al quale ruotano gli altri dettagli. Certamente anche il cielo è compiutamente descritto in tutte le sue cangianti sfumature, anche i prati brillano e i rustici fienili e i casolari lontani animano i suoi quadri, ma l'abete è sempre lì, imperterrito, quasi a voler ribadire e rimarcare il territorio di appartenenza.
L'abete fa parte del paesaggio domestico di Denglâr di Sore, l'abete è cresciuto con Gianpaolo e lui sembra quasi avvertire questa corrispondenza di sottili e pervasivi sensi che non si esauriscono solo nella pittura ma che, immagino, travalichino la contingente realtà per assumere un significato (inconscio?) quasi universale per lui: forse l'abete rappresenta la protettiva figura paterna, forse la rassicurante forza della natura, forse l'emblema di una serena e lunga esistenza terrena, chissà!

A me pare che Gianpaolo riesca con la sua tavolozza ad interpretare mirabilmente la natura, totalmente intesa, così come Mauro Corona riesce a farlo con i suoi magici libri: entrambi sono intimamente coinvolti e quasi travolti da Madre Natura, entrambi ne avvertono la più intime vibrazioni, entrambi amano ed esaltano il Creato, lo introiettano, lo assorbono tutto. Le somiglianze tra i due però finiscono qui: quanto infatti Mauro Corona è trasgressivo fino alla provocazione, è "genio e sregolatezza", è cane sciolto e abbaiante, tanto Gianpaolo è ordinato mite silenzioso sobrio serio. Perchè solo nel silenzio e nella concentrazione interiore sa e riesce a manifestare la sua indole e il suo pensiero che si esprimono meglio nelle stagioni fredde, autunno e inverno. Infatti la maggior parte dei suoi quadri contemplano queste due sole stagioni, che sono probabilmente le più consone all'animo di Gianpaolo: autunno e inverno infatti mostrano una natura in ritiro, spoglia, essenziale, che invita al raccoglimento, alla riflessione intima, all'introspezione. E questi quadri rappresentano davvero uno specchio del suo carattere, forse introverso, e della sua innata e delicata sensibilità.
Vi è un'ultima osservazione da segnalare: in tutti i quadri di Gianpaolo non compare mai la figura umana; essa non fa mai parte del paesaggio neppure in dettagli lontani. Tuttavia la presenza umana si percepisce sempre presente e a tratti incombente, come uno spirito invisibile che aleggia nei dintorni, tra gli abeti e nel cielo; una presenza silente che lancia solo inequivocabili segnali da leggere sottotraccia: tracce sulla neve, strade sterrate costruite dall'uomo, tronchi accatastati, precisi confini delle praterie. Il pittore pare quasi voler comunicare una certa inconscia sfiducia nell'uomo, nei suoi atteggiamenti e nelle sue scelte spesso pericolosamente dannose per la Natura, ma alla fine sembra voler salvarlo e perdonarlo per aver spesso sfregiato il Creato. A me piace pensare questo di Gianpaolo, perchè i suoi quadri me lo hanno prepotentemente suggerito.

Il suo modo leggero di dipingere, i suoi colori delicati, le sue dolci sfumature evocano immediatamente un grande pittore carnico del secolo scorso: Giuseppe Macor, tarcentino di nascita, paluzzano di elezione, che fissò sulla tela i cjantons più caratteristici della nostra valle nei difficili e avari anni '50. Anche i suoi toni cromatici erano caldi, delicati, pastosi, struggenti e carichi di nostalgia; possedevano un pathos ed una intensa forza rappresentativa e onirica ad un tempo. Le medesime sensazioni si provano di fronte ad una tela di Gianpaolo che a mio sommesso avviso può a ragione essere oggi definito l'erede spirituale del grande Macor di cui ha ripreso, forse inconsapevolmente, il discorso pittorico bruscamente interrotto 50 anni fa per modellarlo ed adattarlo alle mutate sensibilità odierne, pur conservandone intatte tutta l'originalità e tutta la dolcezza. Coesiste anche un sottile velo di tristezza, di malinconia o forse di leggero pessimismo nelle opere di Gianpaolo, che emerge subliminalmente soprattutto attraverso quei toni di grigio e azzurro spento che dominano i quadri più recenti; un pessimismo che tuttavia non pare mai assoluto o totalmente assorbente, ma che compenetra solo lievemente il paesaggio per renderlo forse più umano e veritiero; infatti i quadri di Gianpaolo comunicano serietà di vita, praticità di indole, saldo ancoraggio alla realtà; non si avvertono mai oziosi vaneggiamenti filosofici o elucubrazioni poetiche rimasticate. Tutto è chiaro e delineato fin dalla prima occhiata e tutto e meglio si comprende osservandone i dettagli. Gianpaolo è personaggio serio e composto, non ama pose o atteggiamenti di maniera, è limpido: i suoi quadri dicono questo di lui, non altro. Lui è fatto così ed i suoi quadri non potrebbero essere diversi. Per questo sono belli, semplicemente.

Chi desidera contattarlo, anche per una semplice battuta di complimento o per meglio conoscerlo, può scrivere a: gianpaolo.englaro@alice.it

 

63. 1911-2011: CENTO ANNI DI SECAB

"Sono già 100 anni che la SECAB di Paluzza, la prima società cooperativa friulana di produzione e distribuzione di energia elettrica, garantisce un apporto determinante allo sviluppo economico e sociale dell'Alta Valle del But, conservando intatta la originaria attenzione agli obiettivi di mutualità e solidarietà...".

Quest'anno dunque grandi eventi nell'alta Carnia per celebrare questo importante traguardo. Ecco il calendario delle varie manifestazioni che si svolgeranno nel 2011 nell'Alto But:

 

 

64. Paluzza 17.9.2011
Campionato Mondiale Master Corsa in Montagna

Il 17 settembre 2011, la Carnia (e Paluzza in particolare) hanno accolto per la prima volta una manifestazione sportiva a carattere mondiale: il World Masters Mountain Running organizzato alla perfezione dalla US Aldo Moro di Paluzza. Si tratta del Campionato Mondiale Master di Corsa in Montagna, una specialità che in Italia ormai è sempre più diffusa e che ha nella polisportiva paluzzana una delle punte di diamante del settore. Ricordo che la US Aldo Moro è oggi forse più famosa per le specialità dello sci nordico (fondo, biathlon, combinata...), ma la sua primitiva attività fu proprio la corsa in montagna, nella quale primeggiò (e primeggia tuttora) a livello nazionale con una nutrita serie di campioni che sono stati recentemente celebrati in un pregevolissimo libro.
La manifestazione di Paluzza è stata preceduta da una indimenticabile giornata all'insegna dello sport e della tradizione che la Carnia riesce sapientemente a coniugare per poi offrire un prodotto genuino e di altissimo pregio, apprezzato da tutti i convenuti.
I partecipanti, provenienti da numerosissime nazioni, sono stati oltre 1000, suddivisi in verie categorie a seconda dell'età. Tra i carnici medagliati con sigillo mondiale, vi sono: Gianpaolo Englaro, Luigina Menean, Iris Bonanni, Lorenzo Della Pietra... .

Le classifiche finali (sia per singoli per per nazioni) di questa prestigiosa manifestazione mostrano ampiamente la netta prevalenza dei colori italiani. Per comodità riportiamo qui la sintesi delle gare principali:

Maschi 35: la terna è stata tutta azzurra: Massimo Galliano primo in 47 minuti e 52 secondi. Secondo Diego Filippi (49'11”), terzo Emanuele Marchi (49'51”).
Femmine 35: primo posto per Ivana Sekyrova (Repubblica Ceca) 57'38”; Maria Laura Fornelli (Italia) 59'39”; Jutta Brod (Germania) 59.45.
Maschi 40: l'Italia conquista tutto il podio. Con Antonio Molinari (49'12”); Lorenzo Della Pietra (49'49”) e Corrado Bado (49'57”).
Femmine 40: Oro per Maria Pia Chemello (59'59”), argento per Cristina Bonassi (60' 20”), bronzo per l'ucraina Oksana Petrova (61'10”).
Maschi 45: primo posto Craig Roberts (Uk) 49'23”; secondo posto per l'italiano Lucio Fregona (49'54”); terzo Rostislav Petras (50'07”).
Femmine 45: vince l'Inghilterra con Tracey Jayne Greenway in 1 ora, 1 minuto e 30 secondi. A seguire la tedesca Barbara Stich, che taglia il traguardo 47 secondi dopo. Terzo posto per Helen White, che arriva 4 minuti e 13 secondi dopo.
Maschi 50: vince l'italiano Claudio Amati (51'08"); secondo posto per Ales Stransky (Repubblica Ceca) 52'27"; terzo posto per Matt Ebiner (52'59").
Femmine 50: primo posto della tedesca Mari Heilig-Duventaster 61'44". Segue la Repubblica Ceca, con Marie Hynstova (69'28") e l'italiana Iris Bonanni (71'09").
Maschi 55: Vittoria russa, firmata da Leonid Tikhonov (41'01”); secondo posto per l'atleta dell'Aldo Moro di Paluzza, Gianpaolo Englaro (41'11”); terzo per un altro italiano, Alfonso Vallicella.
Femmine 55: Oro per Blaka Paulu della repubblica Ceca (49'30”). Secondo posto per la norvegese Anne Magrethe Trave (50'13”). Bronzo per l'italiana Danila Moras (51'08”).
Maschi 60: Vince l'italiano Aurelio Moscato (43'55”). Argento per Reinhart Vogler, Germania (45'27”). Bronzo per Ivo Andrich, Italia.
Femmine 60: Marianne Spronk (Germania) chiude a 56'35”. Argento per Anna Staronova (Slovakia), 56'39; Bronzo per Luise Winkler (Germania), 58'20”.

 

65. Campionato Mondiale Master Sci di Fondo 2012
E' ricomparso ODISSEO !

Ancora una volta il paluzzano Gian Paolo Englaro, alla bella età di 56 anni, stravince ai Mondiali Master di Fondo, svoltisi in Germania (Oberwiesenthal), indossando oltre che i colori italiani anche quelli della Polisportiva Timau-Cleulis. Ecco il suo multiplo brillante risultato:

ORO nella km 30 tecnica classica
ORO nella km 10 tecnica classica
ORO nella staffetta km 5 x 4
ORO nella km 45 tecnica classica

Insomma si è nuovamente aggiudicato tutte 4 le gare più prestigiose cui ha partecipato, mettendo dietro di sè i migliori atleti del mondo che ogni anno si ritrovano per rinverdire i fasti del passato ed ogni anno si ritrovano infallibilmente tra.. gli sci, il campione carnico che (ormai è una lunga tradizione) li batte ogni volta. Che dire? Abbiamo già detto tutto di lui nei vari articoli presenti qui sopra, per cui ti invito semplicemente a salire di qualche riga e rileggere attentamente quanto è stato scritto nel recente passato. Va bene anche per l'oggi; anzi: va meglio. Perchè Gian Paolo stupirà nuovamente tutti solo quando... si ritirerà dalle competizioni. Speriamo però che non ci stupisca tanto presto.

Parimenti brava la compagna Luigina Menean, che nella km 10 a tecnica classica si è piazzata seconda con un tempo brillante e una medaglia d' argento di valore assoluto. Ma Luigina è più giovane ed ha tutto il tempo prossimamente per ripetere al femminile gli strepitosi risultati del compagno Gian Paolo! Fuarce Vigjute!

La faccia nascosta di Odisseo
Tra un allenamento e l'altro, tra una gara nazionale ed una internazionale, tra un mondiale e l'altro, mica riposa Gianpaolo! eh, no! Non è capace di stare con "le mani in mano" neppure un attimo, chè le sue mani, deposti i bastoncini lunghi, afferrano il pennello, lo coccolano, lo soppesano, lo carezzano, lo lisciano... affinchè diventi docile e incantato strumento per trasporre in tela ogni attimo, ogni pensiero, ogni fruscio, ogni luce...

Ed è proprio la luce la caratteristica più evidente in questa recente nuova serie di olii, una luce che si stampa sui muri dei fienili, sulle cime degli alberi spogli, sui prati ancora giallini, sui tetti antichi di pietra rabberciati con lamiere...

Una luce mattutina che accarezza gli stavoli di Valpùdia e ne disegna i contorni, biancheggia le cime lontane del Tenchia e si riflette sulla neve insinuandosi tra i rami rinsecchiti ed esaltando gli immancabili pacifici abeti...

Una luce che viene a riscaldare le linde casette di Zenodis o a magnificare la maestosa Creta di Collina al tramonto...

Una luce che fa brillare i prati ancora sbiaditi dall'inverno appena passato mentre unisce impercettibilmente il bianco delle cime più alte ancora innevate con il bianco del cielo azzurrino...

E così è parso a me che la caratteristica immediata colta in questa nuova luminosa e stupenda serie di olii, sia proprio la luce che ne diventa la cifra principale, in grado di vivificare ogni paesaggio ed ogni cosa, una luce che a me piace pensare provenire dall'intimo dell'autore e che si posa e si espande sulle tele, quasi a esprimere non solo una definitiva maturità artistica raggiunta ma anche (forse) una più profonda pace e serenità interiori.

E in questo modo la Carnia rivive e si rianima sotto il magico e caldo pennello "macoriano" di Gianpaolo il quale, oltre a raccogliere titoli e medaglie per il mondo in maniera umilissima seppure fortemente determinata, sa sempre poi rifugiarsi tra i suoi (nostri) monti per liberare l'animo e la mente dallo stress di una vita avventurosa e spettacolare, spesso travagliata o avara (come è stata la sua), ma sempre caratterizzata da una sobrietà esistenziale esemplare. Ora Riccardino avrà certamente ulteriori motivi per seguire il nonno anche su questo parallelo troi che riserva forse altrettante soddisfazioni personali e aiuta maggiormente la riflessione intima e la ricerca della verità e di se stessi...

Si auspica che il Comune di Paluzza nella prossima estate 2012 riesca ad organizzare una significativa ed esauriente mostra antologica della produzione artistica ed atletica di Gianpaolo Englaro, dove i delicati e leggeri quadri si possano alternare alle preziose e pesanti medaglie, in una originalissima e inedita vetrina, dove tutti avranno l'opportunità di conoscere ed apprezzare (magari acquistandone qualche opera) questo nostro sconosciuto e umilissimo Odisseo Carnico.

 

66. I BRONZI DI ZUGLIO
tornano a casa !

Con una semplice ma significativa cerimonia, sabato 11 agosto 2012, è stato dato il benvenuto ai bronzi zugliesi che sono finalmente tornati, seppure provvisoriamente, a casa dopo una lunghissima forzata permanenza (70 anni e 200 anni) in altri musei (Cividale e Aquileja).
Dopo le parole di benvenuto del sindaco Moser, hanno tratteggiato l'evento il soprintendente regionale Luigi Fozzati, l'archeologa Serena Vitri e la curatrice del Museo di Zuglio, Flaviana Oriolo.
Un attento e folto pubblico ha seguito questi importanti interventi che hanno destato curiosità e meraviglia per i tanti e ignorati particolari che riguardano non solo queste teste di bronzo ma anche i possibili ulteriori sviluppi del museo zugliese.
Al termine della cerimonia, i figuranti (provenienti da Aquileja) in costume romano quelli disposti a sinistra ed in abbigliamento celtico quelli sulla destra, hanno lanciato il rispettivo terrificante "urlo di guerra" applauditissimo dagli astanti.
Il successivo ingresso nelle sale museali ha consentito di osservare da vicino la esemplare finissima bellezza di questi reperti archeologici, da tempo restaurati, che hanno ulteriormente impreziosito il patrimonio archeologico conservato in questo splendido piccolo museo che verrà messo in rete con Aquileia per una maggiore visibilità e fruizione futura.

"Ora che i bronzi sono tornati a casa, si spera che non ce li sottraggano di nuovo" è stato il sommesso augurio di tutti i convenuti.

D'altro canto sarebbe altresì auspicabile che sul versante ecclesiastico si muovesse analogo positivo movimento (sotto la sagace guida di Mons. Giordano Cracina, prevosto di S. Pietro di Carnia) con lo scopo di valorizzare anche il tratto prettamente religioso di Zuglio e della sua antica (ora denegata) Diocesi.

 

 



 

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