UNIONE SPORTIVA ALDO MORO

1946 - 2006

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Nel 60° della sua fondazione, la prestigiosa Unione Sportiva Aldo Moro di Paluzza, ha voluto ricordare e celebrare questo primo scorcio temporale di vita e di attività (sci di fondo e corsa in montagna) con la pubblicazione di questo corposo e raffinato volume di grandi dimensioni (quasi un album di ricordi di famiglia) di ben 270 pagine, che ha avuto come sponsor non solo le principali istituzioni pubbliche regionali ma anche molte aziende private locali.

Si tratta di un prodotto editoriale variegato e molto armonico sia sotto il profilo prettamente tipografico che sotto quello contenutistico, che ho voluto rileggere per intero a distanza di cinque anni dalla sua pubblicazione e che avevo dimenticato di inserire nella nostra biblioteca.
L'impostazione tipografica suscita subito curiosità per le soluzioni cromatiche utilizzate e la impaginazione originale seguita, che consente al lettore un immediato riscontro di quanto va cercando.
Il contenuto appare diversificato e molto ben strutturato se si pensa del tema in trattazione.
Ottima la introduzione di Andrea Di Centa sul significato dello sport in generale, con tutte le sue implicazioni socio-culturali ed umane.

Gli argomenti principali che vengono poi presentati sono i seguenti:

- La nascita della società sportiva subito dopo la II guerra mondiale e la sua particolare denominazione (Chi era questo Aldo Moro cui è intitolata?).
- Il percorso storico sviluppatosi nei decenni successivi, dalla nascita in Treppo Carnico nel 1946 alla definitiva stabilizzazione a Paluzza nel 1960.
- I risultati agonistici più significativi nella storia di questa società sportiva, esposti in chiare tabelle e lunghissime, quanto lunghissimo è stato il palmares di questa 60enne associazione sportiva.
- La testimonianza dei vari presidenti succedutisi alla guida del sodalizio, dal primo presidente factotum Gino Del Linz all'attuale Andrea Di Centa, per ognuno dei quali vi è una efficace sintesi del proprio mandato.
- La galleria di tutti i campioni protagonisti di questa incredibile unione sportiva che ha catalizzato l'impegno giovanile della intera valle del But. L'elenco di questi campioni è lunghissimo, comprendendo gli olimpionici, i campioni mondiali, i campioni italiani, i campioni regionali. Per tutti ricordiamo i più famosi: Alberto Tassotti (Pieri da Nere), Maieron Enzo (Stagn), Maier Marino (Stine), Di Centa Gaetano (Tane), Bellina Mario (Manfroi), Ortis Giovanna (Vanna), Antonio Del Bon (Meste), Bulliano Luciano, Erwin Maier, Roberto Primus, Giordano Baritussio, Venanzio Ortis, Gianpaolo Englaro, Manuela e Giorgio Di Centa, che hanno raggiunto i traguardi sportivi più ambiziosi.
- Gli eventi organizzati (tantissimi) dalla US Aldo Moro in 60 anni di attività.
- L'evoluzione finanziaria di questa società nell'arco dei primi 60 anni di vita.
- Immagini e ricordi attraverso le prime tessere sociali, la rassegna stampa, i depliant delle varie gare, i trofei vinti, i variopinti aneddoti (splendidi quelli di Toch, di Concina...).
- Il progressivo allargamento del proprio "bacino di utenza" (con atleti calamitati anche da fuori Regione) ed il continuo ampliarsi dei propri interessi sportivi (biathlon, free-style, combinata nordica, sci alpinismo, forse sci alpino...)
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La parte iconografica assume una importanza essenziale in questo splendido libro: piccole e grandi foto in b/n riconducono ai tempi pionieristici degli anni '50 e '60 del secolo scorso, quando gli atleti erano sempre circondati da un'aura mitica di consenso ed esaltazione ed il campione assumeva su di sè il ruolo di rappresentanza unica della intera comunità, che lo percepiva quasi alla maniera greca quando al leggendario eroe si delegava il decisivo compito di difendere tutto il popolo. Personaggi che riemergono nella loro stilizzata giovinezza, nel momento magico della loro prorompente potenzialità oppure nell'atteggiamento di spavalda e contenuta gioia dopo la vittoria...

Più che tante parole, basterebbe solo questo dato: delle 101 medaglie olimpiche vinte complessivamente dall'Italia nella storia delle Olimpiadi Invernali, ben 10 (il 10%) sono state vinte proprio qui a Paluzza, un paese di neppure 1500 anime! Non a caso, al tempo in cui i Paesi comunisti dell'Est vincevano a man bassa (ed in particolar modo la DDR, dove - ma si seppe solo dopo - venivano largamente utilizzati gli anabolizzanti!), il giornalista sportivo Pietro Angelillo chiamò Paluzza la "piccola Germania dell'Est" (pag. 257).

Chi ama lo sport (quello più duro dello sci di fondo o della corsa in montagna) e maggiormente chi lo pratica, non può fare a meno di conservare nella sua biblioteca questo pregevole volume che raccoglie la più bella storia dello sport di Carnia degli ultimi 60 anni!
Una storia che esalta e commuove ad un tempo, specie
- quando si leggono le pionieristiche imprese di quegli anni trascorsi (quando non vi erano neppure i mezzi e gli attrezzi di sussistenza o di spostamento) o
- quando emergono le grandi figure passate di questo ormai prestigioso sodalizio (l'inossidabile ed esigentissimo Tane su tutti, ma anche il "lupo" Benito Plazzotta...) o
-
quando sconosciuti atleti del tempo passato che non hanno mai raggiunto alcuna notorietà (Elvio Piazza, Lele Plazzotta, Oreste Candotti...) vengono qui a ringraziare l'"Aldo Moro" per quanto da essa hanno ricevuto o
- quando le giovanissime leve (Alessandro Pittin, Michael Galassi, Thomas Selenati...) vantano già impensati traguardi raggiunti!

Chi desiderasse una copia di questo coinvolgente libro sullo sport carnico più genuino, può mettersi in contatto direttamente con Angelo Rovere (cell. 3358243430).

 

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