:: M a n u e l a (1994-1996)
:: G i o r g i o (2006)
Esattamente 10
anni fa, alle Olimpiadi Invernali di Lillehammer in Norvegia, Manuela Di
Centa, di Paluzza,
vinceva due medaglie d’oro, due d’argento ed una di bronzo nello sci da
fondo. Televisioni, giornali,
settimanali di tutto il mondo parlavano non solo di Manuela ma, per la prima
volta, anche della Carnia, che salì così alla ribalta delle cronache sportive
e generaliste.
Chi mai conosceva prima di
allora la Carnia? Dov’era questa misteriosa Carnia? Ci pare doveroso
quest’anno ricordare questo grande avvenimento sportivo che non ebbe
uguali e che fu allora salutato e percepito come una grande opportunità per
la Carnia intera. Le ore trascorse davanti
alla tv, le ansie, le incredibili gioie, i canti, le scorribande festose verso
Somavile e sot il bosc (dove abita la famiglia di Manuela), restano oggi un
nostalgico ricordo per un avvenimento che mai più si ripeterà. E come dimenticare la
grande festa per Manuela del 10 aprile 94, quando ritornò a Paluzza? Migliaia
di persone affluite da tutta la regione, la diretta RAIUNO-Linea Verde,
personaggi famosi dello sport giunti in Carnia a festeggiare Manuela… Oggi tutto è rientrato
nella normalità, i problemi di sempre hanno il sopravvento, la quotidianità
prevale… Vogliamo ricordare tutte
queste emozioni di 10 anni fa anche in questa nostra Cjargne
online e lo facciamo riproponendo qui i principali articoli che furono
trasmessi in quel periodo da VTC-Videotelecarnia, quando ancora non esisteva la sorprendente rete di Internet. Sarebbe certamente più
interessante rivedere i filmati di allora (lo farà certamente VTC nei prossimi
anni!), tuttavia la lettura di questi brani offre davvero il polso di quegli
indimenticabili giorni e rivela l’atomsfera magica che si respirava…
Ai testi abbiamo voluto
associare anche un ricordo visivo: alcune foto di Manuela, l’annullo postale di quella memorabile giornata, il logo di quel magico avvenimento, la copertina
della sua biografia che fu stampata e diffusa proprio in quei giorni, il
frontespizio della audiocassetta che i “Salvadis” inventarono lì per lì
con musiche allegre e allegri refrain. I giornali e i settimanali dell’epoca
poi potrebbero costituire un sito a sé. Crediamo che questo piccolo cjanton in Cjargne Online possa oggi rappresentare una MEMORIA per la Carnia e un GRAZIE ancora a Manuela. Credo tuttavia che oggi, rileggendo queste pagine a distanza di 10 anni, tutto
sommato, i rimpianti prevalgano sulle tante aspettative deluse, perché ancora
una volta la Carnia ha forse perso una occasione irripetibile.
Alfio Englaro, febbraio 2004
2. Sogni d’oro…ori da sogno (14.2.94) 3. Fervono i preparativi (30.3.94) 6. La festa appena
cominciata… (14.8.94) 7. La seconda Coppa del Mondo
(4.5.96) 1. 7.2.94 MANUELA D’ORO Paluzza sta vivendo giorni
indimenticabili, oseremmo dire storici, nel senso che questo piccolo paese nella
nostra Carnia è stato letteralmente proiettato in cima all’Olimpo mondiale,
per aver dato i natali a Manuela di Centa, regina incontrastate alle recenti
Olimpiadi norvegesi. Ancora non ci si è resi pienamente conto di questo
grandioso evento sportivo, che si è verificato al di la e al di sopra delle più
rosee aspettative, e che ha letteralmente calamitato l’interesse e la simpatia
di vastissimi strati della società. Paluzza è davvero diventata un riferimento sportivo-geografico, di 1°
piano, sull’onda emotiva che tutti i mass-media (nessuno escluso) hanno
contribuito, fors’anche inconsciamente, a creare e a sostenere. In questo modo
Paluzza (e la Carnia) hanno avuto una promozione turistico_sportiva, appena agli
inizi ed i cui sviluppi possono essere difficilmente prevedibili. Già si
notano, specie nei giorni di festa, interi gruppi di persone (facce nuove per
intenderci) che si aggirano curiosi e un po’ ammirati, per le vie di Paluzza,
alla ricerca (pare) di qualcosa o di qualcuno, il cui nome chiaramente appare
dagli sguardi di questi nuovi visitatori, che, dopo un breve giro di
perlustrazione, prendono decisamene la via che porta a Somavile, su verso il
limitare del bosco, dove si trova la casa di Manuela. Non sappiamo ancora quando Manuela farà
rientro al suo paese, né sappiano cosa sta preparando PALUZZA PER LA SUA PIU’
ILLUSTRE CONCITTADINA, in questa ansiosa e curiosa attesa, vogliamo proporvi
alcune considerazioni in margine a questo evento, la cui portata, come dicevano
all’inizio, non è stata ancora ben compresa, almeno da una gran parte di
valligiani. Sono considerazioni che potete più o meno condividere, ma che, come
è nostro stile, ci piace farvi conoscere. - Per rompere gli indugi e per finalmente
manifestare la propria gioia e l propria ammirazione anche con atteggiamenti
esteriori, PALUZZA ha avuto bisogno di ben 5 MEDAGLIE, di cui due d’ORO. Solo
dopo il 2° oro, il paese, fino ad allora decisamente sonnolento e poco incline
perfino ad esporre un tricolore, si è improvvisamente ridestato, come da un
sogno, ed ha preso coscienza di quanto era accaduto, aiutato magistralmente in
questo da molti valligiani, in particolare arrivati da Sutrio e da altri paesi.
10 e lode alla banda… Anche se non siamo caldi come i napoletani, un po’ di
spontaneità in più non avrebbe guastato - Se dunque Paluzza, potrà essere d’ora in
poi, meta di turisti e di personalità sportive nazionali ed internazionali,
sarebbe opportuno che i paluzzani dessero davvero una mano a Manuela e le
dicessero GRAZIE concretamente, presentando un paese (il paese di Manu) in
bell’ordine, pulito, dignitoso, senza però volgari ostentazioni o peggio
ancora con persistenti aspetti di degrado e di abbandono. L’immagine che
Manuela ha dato di sé nel mondo (un’immagine pulita, serena e determinata)
non sia poi contraddetta dall’immagine di Paluzza che i visitatori si faranno.
Sarebbe davvero desolante e stridente il contrasto tra una Manuela estremamente
positiva ed un paese (Paluzza)
incapace di vestirsi a festa per lei. Vorremmo umilmente invitare perciò i
paluzzani, ciascuno nel proprio piccolo, a contribuire a rendere Paluzza degna
di Manuela e della sua fama. - Un plauso particolare al concittadino Mario
SASSU, sardo doc, che è riuscito in poche ore ad organizzare un’allegra
brigata che ha degnamente dato la stura ai festeggiamenti. - Sarebbe quanto mai opportuno che ora, senza frapporre alcun
indugio si costituisse un COMITATO che oltre ai rappresentanti del Comune di
Paluzza e della società Sportiva Aldo MORO, fosse allargato ad altri soggetti e
persone (non solo di Paluzza) che siano in grado di dare un contributo di idee,
di suggerimenti ecc. Questo COMITATO dovrebbe immediatamente elaborare un
progetto di massima per i festeggiamenti a Manuela, individuando scelte precise,
in grado fin d’ora di costituire una traccia ben certa per le manifestazioni
prossime, che richiameranno sicuramente migliaia di persone a Paluzza. Questo
COMITATO, OLTRE AI FESTEGGIAMETI PER Manuela, dovrebbe poi occuparsi anche di
altre questioni: individuare ad esempio le future opportunità; dovrà
interessarsi di dare una connotazione nuova al paese, richiamando ad esempio
l’impresa di Manuela con un logo o un simbolo che dovrebbe apparire
all’entrata in paese e altre soluzioni, atte a trasformare un paese anonimo di
montagna in un quasi villaggio sportivo. Non sembri eccessivo quanto andiamo ora
dicendo, ma trastullarsi e dormire sugli allori (come si dice) è davvero
pericoloso e se Paluzza (e l’alto But) perdono questa occasione d’oro, sarà
difficile poi recuperare e sarà invece più probabile tornare a piangerci
addosso. - Presto a Paluzza arriveranno i politici di
rango, esponenti del CONI, rappresentanti della società civile, autorità
militari, tutti attratti dall’effetto Manuela. Verranno in occasione dei
festeggiamenti, verranno anche dopo. Alcuni arriveranno per rendere un tributo
di ringraziamento alla nostra Campionessa, altri (forse) nella nascosta speranza
di brillare di un po’ di luce riflessa. Comunque sia, avremo a disposizione
una vera elite del potere, pronta probabilmente ad assecondare (per la prima
volta) alcune richieste locali. Ecco dunque l’occasione tanto sperata: avremo
la possibilità finalmente di fare valere alcune nostre istanze. Ebbene, di
fronte a questa opportunità sarebbe incredibile arrivare IMPREPARATI, DISUNITI,
INCAPACI di una pur minima progettualità, arrivare insomma DIVISI ALLA META.
Occorre dunque che fin da ora i rappresentanti locali (politici, sportivi ecc.)
concordino insieme sulle proposte da sottoporre a chi verrà, in modo da offrire
veramente una immagine positiva, efficiente, consapevole del nostro
comprensorio. Diversamente daremo, come sempre, una sensazione fastidiosa di
gretto campanilismo, di inefficace individualismo che per troppo tempo ci ha
tanto danneggiato. - Molti ricorderanno che nei giorni
precedenti l’inizio dei giochi olimpici, sulla stampa locale comparvero delle
illazioni (meglio sarebbe chiamarle pettegolezzi) circa un diretto impegno di
Manuela in politica. Si favoleggiava di un suo ingresso addirittura come
candidata in uno schieramento politico alle prossime elezioni del 27 marzo.
Questa notizia fu ovviamente subito smentita da Manuela che molto saggiamente (e
ben più saggiamente di altri) affermò che lo sport non potrà mai essere di
parte ed ammise i propri limiti in campo politico. Di certo l’avrebbero usata
come un rilucente specchietto per allodole! E lei, che è aquila, l’aveva ben
capito. Auguriamoci dunque che Manuela resti sempre al di fuori e al di sopra delle parti e continui a far sognare e trepidare tutti con la stessa intensità, anche se ulteriori, goffi tentativi di farle dir cose non dette, sono miseramente falliti.
2. 14.2.94
SOGNI D’ORO… ORI DA SOGNO DUE ORI; DUE ARGENTI; UN BRONZO: questo è l’insuperabile bottino che, alle
recenti Olimpiadi di Lillehammer, ha raccolto MANUELA DI CENTA, in una irripetibile e unica
progressione di risultati da far impallidire qualsiasi altro atleta italiano,
maschio o femmina che sia, in una Olimpiade. NESSUNO finora è mai riuscito a
fare quanto Manuela in un sol colpo; NESSUNO ha mai messo in fila i mostri sacri
dello sci da fondo, come è riuscita lei, NESSUNO ha mai saputo vincere tanto
nell’Università del Fondo mondiale, quale è appunto al Norvegia. Una serie
di primati che mai si erano verificati prima d’ora e che, per le leggi
della probabilità, mai più si verificheranno. Ancora: 5 gare per Manuela; 5
medaglie, OGNI GARA UNA MEDAGLIA, il metallo meno pregiato (si fa per dire)
viene colto solamente perché frutto di un risultato collettivo nella staffetta,
dove una compagna, non in perfette condizioni, aveva compromesso fin
dall’inizio un risultato ben più clamoroso. E anche nella staffetta Manuela,
a ribadire di essere la più forte, realizza il migliore tempo di tutte. Una
collana insomma di perle inanellate una dopo l’altra e che ora, a lavoro
ultimato, splende in tuta la sua luce, con riflessi aurei e argentei. Si
potrebbe continuare con considerazioni tecniche (ma non si sentiamo
adeguatamente competenti); umane (ma ci parrebbe di disturbare ulteriormente la
privacy di Manuela, fin troppo saccheggiata dai mass-media negli ultimi giorni);
propagandistiche (ma non è nel nostro stile). Preferiamo invece, in mezzo a
tanto clamore sorto così repentinamente, alzare un leggero velo di silenzio,
per dare a tutti voi la possibilità di guatare e di assaporare il più a lungo
possibile, questa grandissima gioia, di intensità davvero insperata, che
Manuela ha saputo offrire a tutti noi, che la conosciamo, che l’apprezziamo;
che le siamo stati accanto, lasciatecelo dire per una volta, anche quando pochi
ancora puntavano su di lei o la davano già spacciata. Noi abbiamo la fortuna,
come tanti paluzzani del resto, di conoscere anche i risvolti meno belli, meno
esaltanti della storia di Manuela ed ora riusciamo davvero a gustare di più
questi strabilianti risultati. Chi ci segue, si è certamente accorto che da 7
giorni stiamo mandando in onda, a puntate, la storia di Manuela, attraverso il
materiale più significativo del nostro archivio. Si tratta di interviste a
Manuela, rilasciate molti anni fa (quanto Manuela non era ancora la Regina del
fondo); si tratta di manifestazioni avvenute in tempi passati relative a
Manuela; si tratta di brevi spezzoni della sua passata quotidianità a Paluzza.
Un collage insomma delle tappe più significative di una storia interamente
dedicata allo sport, ad uno sport durissimo e che, proprio perché durissimo è
anche bellissimo e capace di riservare esaltanti soddisfazioni. L’unico
problema che questa storia ci poneva era il titolo; non riuscivamo infatti a
trovarne uno che si adattasse pienamente alla trama della nostra bellissima
favola, che ha per protagonista una ragazzina qualunque che è poi diventata
Regina non senza lacrime, non senza incredibili sacrifici. Finalmente
l’abbiamo trovato questo titolo e lo regaliamo a Manuela, cui certamente
piacerà: 1982 SOGNI D’ORO; 1994 ORI DA SOGNO. Nessun altro titolo poteva più
compitamente riassumere la favola della Regina Manuela, nata molti anni fa in
una modesta casetta sotto il BOSC BANDIT A SOMAVILE e arrivata sul trono di
Norvegia, su una fantastica slitta trainata da 6 paia di renne. 3. 30.3.94 FERVONO I PREPARATIVI
Il paese natale di
Manuela Di Centa è in fibrillazione e l’attesa per l’evento è vita. C’è
un grande fermento in ogni settore, c’è una grande eccitazione nella gente,
che attende con ansia e, nello stesso tempo con timore, il 10 Aprile. Un’ansia
ed un timore pienamente legittimi: l’ansia, determinata dalla voglia di vedere
Manuela finalmente, di poter assistere alle varie manifestazioni, di poter
gioire con lei e con tutti quelli che arriveranno a Paluzza; il timore che
qualche cosa non funzioni, che la festa non riesca pienamente, che qualcosa vada
storto. Il Paese si rende conto che si è messo in moto un meccanismo
mastodontico, che può sfuggire di mano da un momento all’altro, che lo può
travolgere. RAI UNO poi, con la diretta televisiva alle ore 12 ha determinato
ulteriori problemi di ordine logistico ed organizzativo, che hanno letteralmente sconvolto i piani ed i programmi del
Comitato, il cui lavoro ed il cui impegno non conosce sosta. Telefonate
continue, contatti interminabili, divergenze di opinioni, intoppi burocratici,
lentezze organizzative si accavallano e creano ulteriori problemi. Molti
adempimenti sono stati espletati, molti aspetti organizzativi appaiono risolti.
Resta invece molto da fare sul versante di bonifica territoriale, il cui lavoro
è forse iniziato tardi ma i cui ritmi sono stati maledettamente stravolti dalla
RAI. C’è ora assoluto bisogno di tutti coloro che intendono dare una mano in
questo settore, mancano persone che si impegnino nella bonifica del territorio.
C’è carenza di personale nella sistemazione delle strutture per le cerimonie.
Non è umanamente possibile affidare tutto questo straordinario lavoro al solo
personale del Comune di Paluzza che è esiguo rispetto alla mole di interventi
che sono previsti. Per questo il Comitato ha lanciato un urgente Appello a tutti
i cittadini dell'’Alto But (e non solo di Paluzza) affinchè ogni giorno alle
ore 9 del mattino si presentino sulla piazza delle corriere di Paluzza per
formare i Gruppi di Lavoro, cui é affidato il compito di bonifica ecologica. La
Redazione di VTC fa proprio questo appello ed invita tutti i valligiani
(soprattutto gli studenti che ora sono in vacanza) ad andare a Paluzza di buon
mattino. Questo sarà davvero il modo più concreto ed efficace di ringraziare
Manuela per tutte le emozioni che ci ha regalato. Lasciamo da parte, per un
momento le polemiche, il campanile, la lotta politica, le critiche: cerchiamo di
fare emergere in noi ciò che ci unisce e soffochiamo ciò che può ancora
dividere. In quei giorni di aprile, Paluzza sarà lo specchio della Carnia
intera e nessun carnico dovrebbe permettere che l’immagine della Carnia (che
entrerà in tutte le case dell’Italia) possa apparire indecorosa, sciatta,
volgare, degradata. Noi riteniamo che tutti i Carnici amino la loro terra e che
desiderino per essa una immagine positiva, luminosa e allegra, come positiva
luminosa e allegra è stata Manuela per la Carnia. Mentre Manuela continua a gareggiare sulle
pianure del Nord e a mietere successi in Coppa del Mondo, a Paluzza, suo paese
natale, c’è tutto un fermento di iniziative. E’ sorto un COMITATO PER I
FERTEGGIAMENTI DI MANUELA che raccoglie rappresentanti del comune di Paluzza
dell’ Aldo Moro, di altre organizzazioni locali e di esponenti della società
civile. Questo Comitato ha come sede e punto di riferimento la BAITA PRO LOCO
(situata in piazza delle corriere) e sta già lavorando alacremente, dopo aver
individuato alcune direttrici di lavoro ed alcune ipotesi di sviluppo di
ulteriori iniziative. Chi intende collaborare attivamente con questo Comitato
(con idee, suggerimenti, manodopera, attrezzatura ecc.) può subito mettersi in
contatto con la BAITA PRO LOCO, tramite il n. tel. 775344. Sarebbe un modo molto
concreto di dire grazie a Manuela per la grandi emozioni che ha saputo donarci
in queste spettacolari olimpiadi invernali di Norvegia. L’invito è ovviamente
rivolto a tutti i valligiani dell’Alto But e sarebbe davvero bello che tutti i
paesi limitrofi collaborassero attivamente per un obiettivo comune, superando
così idealmente quegli anacronistici campanilismi o pregiudizi ancora troppo
radicati in certe frange delle nostre comunità. Dopotutto Manuela, con la sue
medaglie, ha illustrato Paluzza e la Carnia nel mondo, più di qualsisi altro
carnico o paluzzano fino ad ora. E Paluzza e la Carnia devono dire un grazie
corale a Manuela, all’atleta Manuela, alla donna carnica Manuela. Un’ultima
osservazione: in questa settimana, su certa stampa locale, abbiamo tutti avuto
modo di notare come già siano iniziate le strumentalizzazioni dell’effetto
Manuela. Strumentalizzazioni politiche intendiamo, che davvero ci hanno lasciato
completamente sbalorditi. Moltissimi cittadini ci hanno telefonato, spesso
indignati, per aver visto demagogici accostamenti a Manuela. Già noi lo avevamo
facilmente previsto, ma non pensavamo sinceramente che ciò avvenisse con tanto
anticipo. Ci dispiace per Manuela, che certo non ha colpa alcuna e che è stata
costretta a sua insaputa a fare la parte dell’allodola. Paluzza dunque si sta vestendo a festa per Manuela, con bandiere, striscioni manifestazioni individuali di simpatia e di affetto.
4.
25.6.94 PAESE MIO…
L’estate
meteorologica é davvero iniziata. Presto, per i nostri paesi di Carnia,
comincerà anche la nuova stagione turistica, con l’arrivo dei villeggianti,
che, in varia misura, si disperderanno fin nelle più lontane frazioni. La Valle
del But rappresenta sotto questo aspetto una realtà di indubbio richiamo, se
confrontato con altre zone di Carnia, meno fortunate. Tutti i nostri paesi sono
in grado di offrire un ‘prodotto’ (per usare un termine in voga) assai
diversificato e di buona qualità: Arta le sue terme; Zuglio i suoi giacimenti
culturali; Treppo il suo lindore; Ligosullo la sua tranquillità, Sutrio il suo
ingegno; Cercivento la sua tradizione; Ravascletto il suo paesaggio. Ogni Comune
è cioè in grado di presentare all’ospite un aspetto nuovo e sempre diverso
della stessa Carnia, il cui tratto saliente è costituito proprio dal suo
HABITAT, così particolare e così vario. Come avrete notato, abbiamo
tralasciato, nell’elenco dei paesi, Paluzza. Lo abbiamo fatto volutamente,
solo perché crediamo sia opportuno trattarne più diffusamente. Non ce ne
vogliano gli altri Comuni vicini, ma Paluzza dev’essere, a ragione,
considerato il centro propulsore dell’intera Valle, o perlomeno dovrebbe
esserlo, per molteplici motivi, che stasera non andremo a visionare. Valga per
tutti, l’effetto MANUELA, che ha convogliato su Paluzza e la Valle migliaia di
persone, decine di giornalisti nazionali ed esteri, senza contare l’immagine
che Paluzza e la Valle hanno offerto ad una vastissima platea televisiva, in
occasione della grande festa per Manuela. Un evento insomma che avrebbe
potuto innescare un insperato movimento di ripresa e di rilancio non solo
per Paluzza, ma poi tutta la Valle. Perché abbiamo detto “avrebbe potuto”?
Perché la sensazione che tutti hanno ormai a Paluzza, è che la Festa, appena
cominciata, è purtroppo già finita. Due mesi fa, con una analoga nota, ci
rendemmo interpreti dei desideri e delle aspettative di vasti strati della
popolazione, e parve allora che la situazione stesse davvero per decollare:
annunci di importanti iniziative; operosità della Giunta Comunale in
collaborazione con il Comitato; entusiasmo dei cittadini; segni visibili di
comune volontà di ripresa e di perseveranza. Tutto insomma lasciava presagire
che Manuela era davvero riuscita a scuotere quel torpore e quella sonnolenza,
così radicata anche tra i politici e che, spiritosamente, avevano dato origine
al famosissimo appellativo di FAREMOS (=faremo, voce del verbo fare), nomignolo
con cui ancora oggi i valligiani dei paesi vicini indicano i paluzzani. Non sono
polemica o faziosità ad animarci, ma vivo desiderio di un futuro migliore per
tutti. E per suffragare ciò che andiamo dicendo, faremo alcuni esempi, molto
concreti. 1.
Alcuni giorni fa, a Paluzza, si è svolta l’inaugurazione dei locali
IRFOP, alla presenza di autorità regionali e locali, cui anche la nostra
emittente ha dato il dovuto rilievo. Ebbene, quel giorno, a Paluzza, le strade,
soprattutto quelle adiacenti alla zona della cerimonia, apparivano non pulite,
su alcune piazze erano depositate attrezzature e materiali di vario genere, i
luoghi di passaggio (neppure quelli!) non erano stati adeguatamente ripuliti e
si potrebbe continuare ancora. 2.
Alcune zone di Paluzza (che non erano state bonificate per la festa di
Manuela, per mancanza di tempo) sono ancora da ripulire e da riassettare: suoli
pubblici, giardinetti, greti, piazzette ecc. L’elenco sarebbe lungamente
noioso. 3.
Finita la Festa di Manuela, sono state rimosse tutte le bandiere
pubbliche dopo un certo tempo e fin qui nulla da eccepire, anche perché non è
permesso esporre bandiere al di fuori dei giorni canonici, tutto vero. Ma che
fine hanno fatto i grandi tabelloni richiamanti l’impresa di Manuela e che
riproducono, su una superficie di quasi 5 metri, il logo della festa
(quello riprodotto negli adesivi)? Giacciono dimenticati (e forse anche
rovinati) in qualche edificio comunale. Che fine hanno fatto gli altri
striscioni, dedicati sempre a Manuela, che avrebbero dovuto, assieme a quelli
ancora esposti, segnalare l’impresa di Manuela al turista? 4.
Il polifunzionale, terminato ormai da molto tempo, resta ancora
inspiegabilmente chiuso, tranne che per alcuni privilegiati che, abusivamente,
vanno a giocare a tennis. Questa enorme struttura è costata già oltre un
miliardo (soldi del CONI, dirà qualcuno, come se il CONI fosse una opera di
Beneficenza svizzera); questa enorme struttura copre un’area di quasi 1600
metri quadri, e potrebbe contenere centinaia di persone. Ebbene, sapete perché
non viene inaugurata? Ci hanno riferito che l’inaugurazione non può avvenire
perché quest’opera è stata collaudata (e quindi abilitata) per contenere
solo NOVANTA persone. Se ciò risponde al vero noi chiediamo (e con noi
moltissimi paluzzani): è possibile rimediare a ciò? Quanto tempo occorre per
porvi rimedio e far si che ci possano entrare più di 90 persone? E se non è
possibile rimediare, chi si assumerà la responsabilità di questo gravissimo e
costoso errore? Perché la gente, la gente comune, ha bisogno di risposte. Terminiamo
questa nota, che forse può apparire troppo dura e verbalmente violenta.
Sicuramente chiara. Paluzza non può assolutamente dare di sé una immagine
sciatta, pressapochista, stancamente abulica. Paluzza deve reagire e deve essere
il traino per tutti i paesi della Valle. La gente dev’essere anche aiutata in
questo. Se gli attuali amministratori non se la sentono più di amministrare
(perché demotivati, perché stanchi) si facciano da parte, anziché annoiarci
con inutili querelle giornalistiche che lascino il tempo che trovano. 5. 7.7.94 EFFETTO MANUELA
In
occasione degli straordinari risultati conseguiti da Manuela Di Centa alle
Olimpiadi di Lillehammer e in Coppa del Mondo, il Comune di Paluzza, forte di
queste credenziali, ha presentato al competente Assessorato Regionale alla Sport
una serie di richieste precise che individuano delle direttrici di sviluppo
turistico-sportivo per tutta la nostra zona. Tale richieste
sono state
corredate da note esplicative tecnico-finanziarie, tendenti ad inquadrare
chiaramente ogni singola questione; è stata inoltre fornita una mappa assai ben
circostanziata, che visivamente mostra l’ubicazione e l’estensione di tali
strutture richieste. Vediamo innanzitutto quali sono queste richieste
che il Comune di Paluzza ha redatto: 1.
Completamento
della pista di fondo LAGHETTI di Timau per destinarla a Centro regionale del
fondo, gli interventi principali esposti dal Comune sono i seguenti: -
sistemazione geo-idraulica della pista – potenziamento dell’impianto di neve
programmata – sistemazione dei diversi ponticelli – realizzazione di alcuni
bacini per la raccolta dell’acqua – pista di pattinaggio scoperta, da
realizzarsi nelle adiacenze- sistemazione del parcheggio. Come si vede, sono
tutte ottime cose, una torta assai prelibata sulla quale vorremmo metterci una
ciliegina: cioè l’adeguamento della pista anche per il fondo ESTIVO, adattata
dunque per la pratica con gli ski-roll. Sarebbe senz’altro una notevole novità
che lancerebbe i LAGHETTI di Timau definitivamente verso una utilizzazione
totale di essa, sia nel periodo invernale che in quello estivo. 2.
Realizzazione di un impianto di risalita con telecabina da Portocozzi a
Val di Collina, dove verrebbe garantito un secondo anello di fondo, a fianco del
Passo di M. Croce, in una zona dunque SEMPRE innevata. Questo impianto di
risalita favorirebbe un maggiore afflusso turistico e forse sarebbe possibile
anche realizzare una pista di discesa, avendo già a disposizione un impianto
di risalita. Nulla da eccepire su questa idea, se non il mite consiglio che
vogliamo suggerire: occorre sempre tenere presente l’impatto ecologico di
simili opere. 3.
Palazzetto del giaccio a Paluzza. Quest’opera rappresenterebbe
certamente un forte
richiamo nella nostra valle con una spesa di gestione assai contenuta, in
quanto l’energia elettrica necessaria per la formazione del ghiaccio avrebbe
un costo del 35% inferiore rispetto d altri impianti poiché la SECAB fornisce
il prodotto a prezzi notoriamente inferiori. Senza dire pi che una parte degli
utili SECAB potrebbero
esser investiti in questa opera di pubblica utilità. Resterebbe da individuare
l’area su cui edificare questo Palazzetto del Ghiaccio. Ma
qui non vogliamo mettere il carro davanti ai buoi. 4.
Completamento del Centro Tennis di Paluzza: su questo spetto noi avevamo
a suo tempo sollevato critiche ed obiezioni che oggi, dobbiamo riconoscere, non
ci paiono più pertinenti. Occorre dire, con assoluta onestà, che probabilmente
la scelta dell’area su cui è stato ostruito il Centro del tennis è più
adeguata di quanto potesse apparire un tempo. Ebbene, il completamento di questo
Centro con altri due campi scoperti, costituirebbe un sicura garanzia per un
ulteriore sviluppo turistico-sportivo di Paluzza e dell’Alto But, poiché un
Centro Tennis di questa caratura non esiste in tutto l’Alto Friuli. Occorrerà
solamente armonizzare meglio la zona PEEP con le prossime strutture sportive
che, essendo appunto all’aperto, ben si adatteranno all’ambiente. Per ora
speriamo che questo Centro Tennis coperto venga inaugurato al più presto, prima
che cominci a deteriorarsi per il non uso. 5.
Ristrutturazione della ex-caserma di Paluzza che verrebbe riadattata a
centro polifunzionale-ricettivo di tipo sportivo, con una spesa forse anche
modesta rispetto al risultato finale complessivo. In questo modo, come osserva
giustamente il Sindaco Matiz, la ex-caserma cesserebbe di essere saltuariamente
un Centro Profughi e diverrebbe invece un volano per la soluzione del problema
ricettivo nella nostra zona, poverissima
di alberghi e pensioni. Senza dire che sarebbe anche un vero stimolo per gli
albergatori del luogo che si impegnerebbero maggiormente nel loro settore. Occorre dunque dire che
il Comune di Paluzza si sta muovendo con sollecitudine a 360 gradi, anche se
altri interlocutori importanti sarebbero il CONI e la FISI. Ci sarebbe piaciuto
che l’Amministrazione di Paluzza avesse sostenuto anche la realizzazione di
una piscina, ben sapendo che per ottenere 10, occorre chiedere 100. Certamente
un funzionale complesso del tipo di quello austriaco di Mauthen sarebbe forse
eccessivo, ma sul modello di quello sarebbe possibile ricercare una soluzione
adeguata alla nostra zona, completamente carente di una struttura del genere,
essenziale però ai ragazzi ed ai bambini, che praticano sport. Se è giusto e
ragionevole che lo Stato e la Regione investano in strutture sportive e ricettive laddove ci sono zone carenti
e soprattutto laddove, nonostante le gravi carenze, arrivano i risultati
sportivi (e che risultati!!) come quelli che ha raggiunto Manuela, allora si
deve dedurre che PALUZZA è la candidata ideale in questo momento a diventare un
Centro turistico-sportivo di primaria importanza. Se ciò non dovesse succedere,
se cioè l’effetto Manuela non desse dei risultati concreti a Paluzza e alla
zona, allora si dovrebbe dedurre che esiste una frattura tra la classe politica
locale e la classe politica regionale e nazionale, una frattura che andrebbe
quanto prima composta, pena la
perdita per Paluzza e la Carnia di una occasione unica e irripetibile di
concreto sviluppo. 6.14.8.94 LA FESTA APPENA COMINCIATA, E' GIA' FINITA? Così cominciava una nota
canzone di Sergio Endrigo di molti anni fa e molti ultraquarantenni la ricordano
con un pizzico di nostalgia. Noi preferiamo per il momento metterci un punto di
domanda e chiederci: MA LA FESTA APPENA COMINCIATA, E' GIA' FINITA? Capite
subito che ci riferiamo alla festa per Manuela, che Paluzza e la Carnia hanno
recentemente organizzato in onore della campionessa olimpica e mondiale. Non ci
soffermeremo certamente sulla festa questa sera (lo abbiamo fatto in precedenza
e lo faremo prossimamente con spazi appositi). Vogliamo invece attirare la
vostra attenzione sui preliminari, sui preparativi, sulle premesse di quella
festa. Come si ricorderà, uno degli obbiettivi primari che ci si era prefissati
in quei giorni di attesa, era quello di riuscire ad offrire una immagine di
Paluzza e di una Carnia in generale in sintonia con l'immagine di Manuela: si
voleva, a ragione, offrire una immagine anche esteriormente pulita, ordinata,
decorosa, una immagine, in definitiva, consona con lo spirito che animava tutti.
L'Amministrazione Comunale di Paluzza (ma anche le Amministrazioni Comunali
vicine) si erano adoperate con ogni mezzo e con notevoli spese per bonificare le
zone più degradate del territorio: immondezzai abusivi, parcheggi abbandonati,
prati incolti, greti di torrente. Abbiamo assistito, finalmente, ad un
"restauro" del territorio che, pur essendo stato effettuato
tardivamente, aveva certamente contribuito a migliorare notevolmente il
paesaggio. Merito indubbiamente dell'effetto Manuela (senza la quale giammai
avremmo visto questo risultato), ma merito anche, riconosciamolo, degli Enti
locali che hanno compreso appieno il problema e hanno tentato di risolverlo nei
migliori dei modi in un seppur breve spazio di tempo. Tutti allora erano più o
meno d'accordo su una cosa fondamentale: che cioè l'impegno personale avrebbe
dovuto prolungarsi per sempre, al di la della festa per Manuela, ed avrebbe
dovuto concretizzarsi in una maggiore attenzione al problema ecologico. Tutti
erano d'accordo insomma che la morale della bella favola di Manuela doveva
essere osservata da tutti, indistintamente. Qualcuno però ha già mancato alla
parola data ed ha autonomamente dichiarata FINITA la festa di Manuela, tornando
ai soliti, incivili comportamenti precedenti: deposito di immondizie nei luoghi
appena bonificati; scarico di materiale edilizio in zone proibite; abbandono dei
rifiuti urbani al di fuori dei regolamentari cassonetti e via deturpando. Chi si
comporta così, o ritiene di essere più furbo degli altri (ed in questo caso lo
disilludiamo prontamente, dicendogli semplicemente che è un incivile) oppure è
un cretino. Noi propendiamo per la seconda ipotesi, anzi diciamo subito che
coloro che deturpano in questo modo il territorio sono semplicemente dei cretini
perché: 1-
ignorano
che il paesaggio è di tutti e quindi anche loro 2-
perché
il costo per la successiva bonifica sarà a carico di tutti e quindi anche loro. Più cretini di così! Noi però francamente speriamo che questi cretini siano davvero pochi, che si accorgano presto di essere dei cretini e che quindi ritornino subito ad essere delle persone normali. Invitiamo perciò la stragrande maggioranza dei cittadini, che vogliono continuare ad essere persone civili, a convincere quella sparuta minoranza di cretini a non essere più tali, non con le parole ma con l'esempio. Nessun argomento convince più dell'esempio. Se poi l'esempio viene anche dalle Amministrazioni comunali, attraverso una maggiore sensibilità per il problema del territorio, allora potremmo nutrire delle concrete speranze che un giorno anche la nostra Valle possa essere paragonata a quella del Trentino o dell'Alto Adige. Diversamente riusciremo ad offrire, come ora, solo una immagine mediocre, poco dignitosa, scarsamente decorosa, sintesi mirabile di incuria pubblica e di incuria privata.
7. 4.5.96 La seconda
Coppa del Mondo
La scorsa
settimana si sono svolti a Paluzza i festeggiamenti per la conquista della II
Coppa del Mondo di sci da fondo , da parte di Manuela Di Centa. La festa si è
articolata sull’ arco di tre giorni, culminando nella domenica 28 aprile. Ebbene
questa festa, secondo quanto abbiamo appreso dalla viva voce della stragrande
maggioranza dei cittadini, è riuscita un po' sotto tono, sia per lo scarso
afflusso di persone, sia per le manifestazioni che hanno caratterizzato il
triduo. Di sicuro anche il tempo non è stato clemente ed ha indirettamente
contribuito alla scarsa riuscita dei festeggiamenti. Stasera
vorremmo far conoscere alcune brevi riflessioni e considerazioni che abbiamo
raccolto sabato e domenica scorsi tra i partecipanti alla festa e che,
sostanzialmente, possono così essere sintetizzate : - Nei
giorni
precedenti il triduo della festa, si era diffusa a Paluzza una voce (non
si sa quanto attendibile), secondo la quale si
desiderava e si voleva una festa alquanto limitata, una festa di paese,
senza alcuna pretesa ma con l’unico scopo di trascorrere alcune ore
allegramente, in sana e genuina spontaneità. Tale voce (mai verificata) veniva
tuttavia chiaramente contraddetta sulla stampa locale (soprattutto M.V.) che
giornalmente riportava ampi servizi sulla festa che andava ad incominciare e che
domenica mattina titolava addirittura in prima pagina: FESTA MONDIALE A PALUZZA.
Tali servizi giornalistici, sollecitati certamente dalla Organizzazione,
tendevano dunque a richiamare quante più persone possibili a Paluzza (in netto
contrasto con quanto attribuito alla misteriosa voce), tanto è vero che la sala
Operativa aveva predisposto parcheggi fino a Sutrio e Cercivento, sempre nella
ipotesi di un grande afflusso. Non solo. Ma a Paluzza erano stati predisposti
ben 11 chioschi di ristoro, oltre al capacissimo tendone destinato alle
manifestazioni culturali: se si puntava dunque ad una festa spontanea e
circoscritta, perchè allora predisporre una tale quantità di infrastrutture? - Da
alcuni dettagli, la gente ha subito compreso che l’organizzazione (o meglio il
Comitato Organizzatore) non era quella di due anni fa. Più volte infatti è
stato ribadito che di questo Comitato facevano parte solo: l’ Amministrazione
Comunale di Paluzza, l’ Aldo Moro e la Pro Loco. Non erano mai state citate
altre organizzazioni e neppure semplici cittadini, tranne l’ ANA e la
PROTEZIONE CIVILE (utili e indispensabili come sempre nel sopperire alle
croniche inefficienze degli Enti). Abbiamo anche appurato che per
“amministrazione comunale” occorre intendere la maggioranza consiliare, in
quanto la minoranza non è mai stata coinvolta in alcuna decisione nè invitata
a far organicamente parte di questo Comitato. Non si vuole assolutamente
criticare la dirigenza delle
associazioni su citate, che meritano invece un plauso indiscutibile per
l’ opera profusa e l’ impegno dimostrati. Però, lasciatecelo dire, tutti
hanno avuto l’ impressione che questo Comitato avesse, più o meno
deliberatamente, voluto chiudersi a riccio, monopolizzando l’ intera
organizzazione e non permettendo a “forze estranee” di partecipare, di
suggerire, magari di criticare nè tanto meno di indirizzare. “
Bastiamo noi” pare sia stato detto “e non abbiamo bisogno di altri”. E’
stata così quasi appiccicata un’ etichetta ad una organizzazione che doveva
invece essere “super partes”
e quanto mai aperta a recepire altre forze vive sociali. Diversamente
quindi da due anni fa, quando, in occasione di quella memorabile e irripetibile
festa, l’ Amministrazione comunale di allora fornì solo il supporto
tecnico-logistico, lasciando quasi mano libera ai cittadini più fantasiosi e
dotati. - Si è
voluto pedissequamente ricalcare e riciclare la stupenda festa del 94,
insistendo su un triduo di festeggiamenti che hanno il sapore del ” già
visto”, con conseguenti, ovvi e scontati confronti, dai quali quest’ ultima
manifestazione ne è uscita assai sbiadita e sotto tono. Nè la fantasia ha
volato alto questa volta: bande e cori a ripetizione, chioschi e vino , polenta
e frico, una mostra fotografica ed un convegno: spesso brutte copie di
manifestazioni, allora riuscitissime ma improponibili per un secondo avvenimento
che avrebbe dovuto invece sottolineare e privilegiare altri aspetti. Tutti
coloro che abbiamo sentito a Paluzza hanno unanimemente affermato che sarebbe
bastata una sola giornata (la domenica) per concentrare e rendere davvero
genuina e spontanea la festa. Stiracchiando invece i festeggiamenti per tre
giorni, attraverso manifestazioni di scarso richiamo o ripetitive, si è solo
annacquato e diluito l’ entusiasmo e la partecipazione che, in un solo giorno,
avrebbero potuto invece essere nuovamente spettacolari. Pare che nessuno a
Paluzza, abbia osato suggerire ciò agli organizzatori, chiusi nella loro torre
d’ avorio, sicuri di ripetere il successo di due anni fa (con diversa
amministrazione). Così non è stato ed i vertici del Comitato hanno di che
riflettere su questo clamoroso tonfo. Perchè se si voleva allestire una sagra
di paese con il solito tendone, come se ne vedono tante nel periodo estivo nei
vari centri della Carnia, non era proprio il caso di usare Manuela come
richiamo: ha perso Paluzza e ha perso Manuela. - Nella
realizzazione della pubblicità poi, questa Comitato è apparso estremamente in
ritardo sui tempi: i manifesti sono stati affissi solo negli ultimissimi giorni
e zone vaste della Carnia (per non parlare del Friuli) sono rimaste
sorprendentemente scoperte mentre il depliant è apparso nei locali pubblici
solo giovedi mattina. Ed anche il depliant, pregevolissimo peraltro nella
fattura e nella sostanza, presentava un titolo di copertina (MANUELA DUE)
che infelicemente evocava quei mediocri filoni del cinema americano (RAMBO e
ROCKI, per intenderci), diventati famosi più per i loro periodici incassi che
per il loro intrinseco valore artistico. Perfino lo sponsor principale della
manifestazione (il LATTE CARNIA) è apparso un po' stonato in questo contesto:
tutti sanno infatti che il latte Carnia non ha nulla a che fare con la Carnia
(la quale non produce più latte). Questa azienda di Udine utilizza solo a scopo
commerciale il nome della nostra terra, in quanto il latte che lavora, proviene
prevalentemente dalla Baviera e da altre zone d’ Italia
e solo in piccolissima parte dal basso Friuli. I tanti
(10 ?) striscioni plasticati utilizzati nel 94, sui quali bastava operare solo
delle piccole modifiche
e che avrebbero dato così un forte segnale di richiamo, sono rimasti
inspiegabilmete arrotolati e dimenticati chissà dove. Solo il
gratuito e magnifico spontaneismo di anonimi e silenziosi cittadini e cittadine
(che però nessuno ha saputo o voluto coinvolgere davvero) ha sopperito, nei
vari chioschi, a questa carenza di organizzazione da tutti notata. - Un’
ultima considerazione da parte nostra: a questa emittente, che pure gode di una
certa
notorietà in Carnia, per il suo modo indipendente di fare comunicazione,
non è mai stato inviato alcun programma della festa nè inviti di alcun genere
e neppure le linee guida delle manifestazioni. Nulla di nulla: quel che abbiamo
trasmesso, lo abbiamo origliato sulle piazze e nei bar. Forse i vertici del
Comitato Organizzatore, nella frenesia dei preparativi, hanno dimenticato di
farcelo sapere.
**************************************************************************************************** Nel 2006 il testimone (sportivo) della Carnia passa da Manuela Di Centa al fratello Giorgio, il quale a Torino vince la medaglia d'oro più prestigiosa, quella che conclude le Olimpiadi Invernali. **************************************************************************************************************************************
Festeggiamenti
per Oggi qui
noi tutti festeggiamo il grande risultato olimpico di Giorgio Di Centa e
la sua figura di uomo e di atleta, sulla quale è stato ormai detto
tutto. Come si
vede, il DNA del carnico presenta aspetti positivi ed aspetti
negativi variamenti combinati, derivanti tutti da quel substrato storico-culturale
che si è andato via via stratificando nei secoli. Aulo Maieron, sindaco di Paluzza
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