Tutti
gli strumenti di questa bella sala dalle volte a vela sono significativi
per la collezione. È una
sintesi di tutti gli strumenti a tastiera. Abbiamo un organo, un
clavicembalo, un pianoforte con meccanica forté, un pianoforte con
meccanica a baionetta e quello che è stato il primo strumento ad ancia
della storia della musica: il flauto armonico. Lo strumento più
importante è l’organo Testa, databile verso il 1650.
Questo strumento è chiamato ad ala perché la disposizione delle canne a
doppia facciata rappresenta schematicamente due ali di uccello chiuse. Ascolta
l'organo Testa (210 kb) |
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Lo
strumento è un organo positivo-portativo, munito di maniglioni e
scomponibile. Positivo poiché, quando è sovrapposto e messo in posa (positus),
ha un peso sufficiente a
renderlo inamovibile. Portativo, invece, quando si scompone e diventa
quindi trasportabile. È uno
strumento, estremamente pratico rispetto ai grandi organi della sua stessa
epoca. La caratteristica dello strumento è quella di essere un capolavoro
di ingegneria organaria in quanto in uno spazio di poco meno di un metro
quadro sono affollate ben 320 canne che, in teoria, rubandosi l’aria a
vicenda, non dovrebbero neppure suonare.
La bravura dell’organaro che lo ha costruito sta nel fatto che è
riuscito ad equilibrare la lunghezza del piede con l’altezza delle varie
bocche, sicché lo
strumento non ha nulla da invidiare ai suoi consimili
di mole superiore. |
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Altra
caratteristica è la precisione nella costruzione dei 320 canali, del
diametro di due centimetri quadri, scavati in un pezzo di noce, e
ricoperti da una soletta dello spessore di due millimetri, sempre in noce,
che distribuisce l’aria alle varie canne. Lo strumento è in ottimo
stato di conservazione, solo alcune canne, facilmente identificabili, sono
state ricostruite.
Le canne sono in lega di stagno all’88% quelle di facciata hanno il
piede estremamente corto. Lo strumento ha un suono particolarmente dolce
dovuto al diametro delle canne, e, giocando sui battimenti dell’ottava
con il principale (che è di intonazione larga), c’è persino la
possibilità di ottenere il “fiffero”: cioè la voce umana. L’organaro,
di origine napoletana, che nel 1650 costruì questo strumento, volle
conferire ad alcuni registri quello spirito brillante e vivace tipico
della scuola partenopea, dove i tempi veloci del saltarello e della
tarantella caratterizzavano non solo la musica profana, ma anche quella
sacra. |
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La
tastiera, con la prima ottava corta, è di quarantacinque tasti, quindi l’organo
è adatto alla musica italiana (Bach si può eseguire solo con qualche
acrobazia nella parte bassa della tastiera dove manca il do# re# fa# sol#
della prima ottava).
La tastiera inoltre è molto difficoltosa poiché i tasti sono molto corti
e sospesi su lamine di pergamena.
Attualmente lo strumento è alimentato da un’elettroventola, ma conserva
ancora il suo mantice
originale, perfettamente funzionante, che
originariamente veniva azionato da un manticere che si poneva di fianco.
Lo strumento era di proprietà dell’organaro Corrado Moretti, autore del
più bel libro di organaria che abbiamo in Italia. Si
dice che l’organo, rilevato dal Moretti nei suoi viaggi
di ricerca a Roma, appartenesse alla Regina Cristina di Svezia che lo
regalò al cardinale Pietro Ottoboni, divenuto in seguito papa con il nome
di Alessandro VIII. intellettuale
e cortigianesca. Si racconta che durante una festa a casa di Pietro
Ottoboni si siano esibiti in
una memorabile gara Georg Friedrich Häendel e
Domenico Scarlatti nel 1708. |
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In questa sala è esposto anche lo strumento più vicino ai nostri giorni:
il pianoforte Thurmer, anche questo caratterizzato da particolari storie.
Il pianoforte, a prescindere dall’eleganza del mobile, si rende
interessante per la bellezza del suono. Strumento di fine ’800 ma già di concezione moderna, con meccanica
corteza e intelaiatura in ghisa sospesa, mantiene una bellezza
straordinaria del suono in quanto la tavola armonica è ancora intatta.
Gli intarsi del mobile
riproducono figure zoomorfe relative ai simboli misteriosi della
Massoneria: il demonio
e le civette. Molto probabilmente i Thurmer, tedeschi, seguivano lo
spirito filantropico che con Giuseppe II si era divulgato in quel periodo.
Lo strumento è importante perché è uno dei pochi che hanno conservato
integralmente la struttura originale.
Ascolta
il pianoforte Thurmer (160 Kb)
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Il
flauto armonico inventato da Grenié nel
1810 è il primo organetto ad ancia che, paragonato
agli strumenti a pizzico, corrisponde al
clavicordo. Strumento importante (dal quale nascono
le grandi opere di Mustel e di Debain) segna
una svolta decisiva perché non solo produce autonomamente il fiato
necessario alle canne, ma,
date le sue dimensioni ridotte, può essere collocato
in casa.
Ascolta
il flauto armonico (300 Kb)
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Il
pianoforte Waldemar è uno strumento
quasi coevo del Thurmer, ma con un altro principio costruttivo, in quanto
la meccanica a
baionetta, ossia la smorzatura dei suoni, avviene con
l’ausilio di contrappesi. Questa differenza costituì nell’Ottocento
una specie di conflitto tra case costruttrici
ed insegnanti di pianoforte. La
qualità del suono è simile al Thurmer, e anche
questo strumento ha la tavola armonica intatta. |
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Infine
il clavicembalo Ammer con due piani sonori: le
corde del primo registro sono lunghe otto piedi, quelle
del secondo: quattro. Quando i due registri suonano contemporaneamente, il
timbro, nella fusione
degli armonici, ricorda quello dell’organo.
Ascolta
il clavicembalo Ammer (410 Kb)
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Alle
pareti ci sono alcune cetre da tavolo non
molto dissimili dalla chitarra, che venivano usate più che altro per
accompagnare il canto.
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