Appena
salito lo scalone, si incontra il pianoforte Lipp, lo strumento che, tra
tutti, come afferma il
maestro Canciani, “non si lascia domare”.
Non è ancora riuscito, infatti, a metterlo a punto perché
sembra proprio “rifiutarsi” di suonare.
Questo Lipp, considerato nell’Ottocento
il principe dei pianoforti, ha una storia particolare che ci riporta alla
mente la Sonata a Kreutzer di Tolstoj.
Si dice lo strumento appartenesse a una nobildonna francese che, sfuggita
alla ghigliottina, si era stabilita nei
pressi del lago di Como, dove aveva sposato un
barone svizzero. La loro unione finì tragicamente quando, tornato a casa
una sera, il marito trovò la
moglie seduta sulle ginocchia di un violoncellista. L’uxoricida, resosi
latitante, incaricò la governante di
vendere tutti i mobili e gli immobili di sua proprietà, lasciandole in
cambio il prezioso pianoforte.
La donna, convinta che quel pianoforte di notte suonasse da solo, decise
di metterlo in vendita. L’ultimo acquirente fu il maestro Peracchio, ma
sua moglie, venuta a conoscenza del fatto di sangue legato allo strumento,
non lo volle in casa, e il maestro se lo portò al conservatorio.
Che sia appartenuto a lui non ci sono dubbi, non solo per le bruciature di
sigaretta ancora evidenti sulla spalletta del pianoforte (Peracchio era un
accanito fumatore), ma anche perché, all’interno della cassa armonica,
si sono ritrovati alcuni spartiti che portano la sua firma.
Tutte le volte però che si crede di poter sentire il suono di questo
pregevole strumento, capita qualche bizzarro
accidente
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Bella
vista in questa sala la fanno i due armonium. I
grandi musicisti dell’Ottocento, come Frank e
Dvorák, destinarono molta letteratura musicale a
questo strumento.
Armonium
Debain - 1860
Tastiera
dell'armonium Debain - particolare
Armonium
Medardo Peiretti - 1913
Altri
strumenti presenti in questa sala:
Pianoforte
mezzacoda Kawai,
Elettrofono
organo elettrico Viscount,
Clavicembalo
da concerto William Deblaise
Tastiera
del clavicembalo Deblaise - particolare
Ascolta
l'Armonium Debain (430 kb)
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Di
grande interesse la raccolta di “Pianete” del
Seicento e dell’Ottocento di varie fatture e tessuti. In particolare tre
di esse che furono indossate da
tre santi: San Giovanni Bosco, San Giuseppe Cafasso e San Giuseppe
Cotolengo.
Pianeta del sec. XVII di stile napoletano, donata dal Prefetto Damiano di
Caserta
Pianeta rossa. Da testimonianze verbali veniva indossata da Don Bosco in
occasione della festa di San Lorenzo Martire
Particolare di una pianeta
appartenuta alla famiglia Borgnis. Il broccato rosa del centro era parte
di un vestito di Maria Antonietta, Regina di Francia
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