IL CAMMINO DELLE PIEVI
in Carnia

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Dopo averne parlato anche in DIOCESI DI ZUGLIO in occasione dell'ultima Scensce, è stato presentato questo magnifico volume che costituisce una GUIDA vera e propria per chi intende affrontare questo pellegrinaggio in terra di Carnia.
I promotori sono stati: l'Arciconfraternita "Pieres Vives" di S. Pietro in Carnia e le parrocchie di Cavazzo, Enemonzo, Forni di Sotto, Illegio, Imponzo, Invillino, Luincis, Sauris, Socchieve, Tolmezzo, Verzegnis, Zuglio.
La curatrice dell'intera opera è stata Melania Lunazzi.
In questo corposo volumetto, cui ha contribuito con la propria opera un numero rilevante di persone, si ritrovano i riferimenti precisi per intraprendere questo cammino.

Una breve introduzione chiarisce esaurientemente i motivi di una simile intrapresa e suggerisce alcuni spunti. Non mancano i consigli pratici (segnaletica, periodi consigliati, descrizione percorsi, grado di difficoltà, tempi di percorrenza, cartografia, bicicletta o cavallo, attrezzatura, abbigliamento, alimentazione, punti ristoro, cani al seguito, zecche, rettili, pericoli, kit di primo soccorso, elisoccorso, assicurazione, vaccinazioni...).
Insomma un vademecum che non lascia nulla al caso ma lascia... stupefatti!

Un lungo cenno alla storia delle Pievi di Carnia non manca certamente perchè essa rappresenta il primum movens di questo evento cultural-religioso.


Ogni tappa (ve ne sono ben 18) è distinta da un particolare colore tipografico; essa è poi illustrata da una tabella con i dati sintetici e le caratteristiche del percorso, da un testo esplicativo e da una descrizione naturalistica.

Oltre al testo in italiano, vi è anche una sintesi in inglese e friulano.

L'iconografia è semplicemente splendida ed offre una immediata immagine di ogni sito considerato.

 

 

Nota

Se, come annuncia espressamente il titolo del volume, il percorso è quello delle Pievi di Carnia (sono 11 in tutto, compresa quella di Ampezzo che nel libro in questione non viene ispiegabilmente neppure citata), non si capisce perchè siano state introdotte anche altre cose ed altre chiese che mai furono nè sono "pievi". Si veda a tal proposito l'insostituibile e insuperato libro di Flavia De Vitt: "Pievi e Parrocchie della Carnia nel tardo Medioevo" (tra l'altro citato anche nella bibliografia di questo volume a pag. XIX), in cui compare come sicura Pieve (seppure tardiva come quelle di Enemonzo, Verzegnis e Forni di Sotto, sorte in mezzo agli abitati e non più in posizione cacuminale) anche quella di Ampezzo (pag. 38). E parebbe che pure la chiesa di S. Daniele di Casteons di Paluzza (assente nel libro) abbia assunto il titolo di plebanale verso il 1300 (vedi: G.G. Corbanese, "Il Friuli, Trieste e l'Istria", Del Bianco Editore, volume I, pag. 278). Per non parlare della pieve di S. Martino di Cercivento (anch'essa assente nel libro) per la quale don Renzo Micelli spese una intera vita sacerdotale.

Se invece (come pare) il volume intendeva perseguire solo un taglio turistico(-religioso), allora andava chiaramente detto (anche nel titolo) ed in questo caso i curatori avrebbero avuto ogni diritto di inserire a piacimento i siti cultuali e/o turistici che preferivano, configurandosi questa però come una operazione di altro genere.

Ma, mantenere un titolo che non viene poi rispettato dal contenuto, mi pare un atteggiamento non del tutto corretto e coerente. Qualcosa potrebbero pure dire tutte le altre parrocchie (mai assurte a status di pieve) che sono state irrimediabilmente espunte da questo manuale turistico-religioso, peraltro di pregevole fattura, anche se, come abbiamo potuto constatare, un pò miope ed interessatamente strabico.


Poche settimane dopo l'uscita di questo volume (giugno 2011), ne è uscito un altro sul medesimo tema:"Tra storia e fede - Guida storico-artistica a Pievi e siti archeologici in Carnia" (ottobre 2011).

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