Intendiamo spalancare questo nuovo balcon L’ANGOLO VERDE per ospitare tutti i contributi (scritti e fotografici) relativi ai problemi AMBIENTALI che riguardano la Carnia. Chiunque è sensibilizzato su questo tema, potrà trovare qui lo spazio adeguato per esporre le proprie idee e le proprie scoperte (o riscoperte) inerenti alla Carnia. Il primo di questi contributi proviene dalla Valle del But, dove il tema ambientalistico è stato ultimamente assai dibattuto. Alfio Englaro Segnaliamo, sempre in tema ambientale, L'aghe un ben di vite, il bel lavoro svolta dalla scuola media di Paluzza inserito all'interno del nostro sito clicca qui
Gli interventi da n. 1 a n. 10
11. Delibera del comune di Gemona contro l'elettrodotto clicca qui per visualizzare la delibera 12. Manifestazione a Paluzza del 30 aprile 2005 DISCORSO LETTO IN PIAZZA IL 30 APRILE 2005 ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO L'ELETTRODOTTO, A PALUZZA (autore e lettore: Francesco Maieron) Buongiorno
a tutti cari concittadini di Paluzza, della Valle del But e più
estesamente di tutta la Carnia. Il Comitato contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago"
dell'AltoBut ha deciso di organizzare oggi un incontro con la popolazione
per manifestare il suo e penso anche il vostro dissenso nei confronti
del progetto presentato dalla ALPE ADRIA- ENERGIA spa. Questa cordata,
il cui capofila, come risaputo, è la FERRIERE NORD del Cavalier
Pittini assieme all'ENEL e ad un gestore della rete austriaco: la VERBUND,
ha presentato ad ogni comune della nostra vallata un progetto per la realizzazione
di una linea elettrica, in semplice terna, a 220 kV, lungo un tracciato
di 45 km tra Austria e Italia. La parte più lunga del tracciato
però insiste sul nostro territorio: l'elettrodotto, infatti, percorrerà
il suolo italiano per circa 34,3 km, dal confine di Monte Croce Carnico
fino alla stazione elettrica di Somplago, attraversando a mezzacosta la
Valle del But (nei i comuni di Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta Terme,
Zuglio) e la conca Tolmezzina (nei i comuni di Tolmezzo e Cavazzo); a
Somplago poi la linea verrà connessa alla rete nazionale. Questa
imponente opera trasporterà energia per una tensione nominale di
230 kV e una potenza di 300MVA, le campate saranno lunghe 300m e i suoi
tralicci, alti fino a 61m, necessiteranno di una fascia di disboscamento
a raso di circa 60m (30 a monte e 30 a valle). Disboscamento che, scontato
sottolinearlo, avverrà in luoghi ricchi di flora e fauna, in località
storiche di importanza inestimabile. La realizzazione di un'opera di tale
grandezza e di tale invasività sul territorio comporta un impatto
ambientale drastico sulle nostre terre e ne impedisce gli ulteriori sviluppi
turistici e di salvaguardia dell'ecosistema, proiettando un'immagine negativa
sui nostri territori. Senza contare poi i danni alla salute che l'esposizione
ai campi elettromagnetici può comportare. Su questo punto però
non esistono studi certi e definitivi, esiste però un'indagine
portata avanti dalla procura di Venezia sulla nascita di agnelli e altri
cuccioli deformi nei luoghi interessati dal passaggio di elettrodotti
di notevole portata. Tutto ciò ovviamente non ci dà la ben
che minima sicurezza sulla mancanza di pericolosità dei campi magnetici
generati da queste linee: sorge infatti in noi il ragionevole dubbio su
quanto siamo effettivamente protetti da questa minaccia. Per questo e
per molti altri motivi il nostro comitato ha chiesto al Cavalier Pittini
di rivedere il progetto relativo alla realizzazione di un elettrodotto
aereo, proponendo soluzioni alternative, quali: 13. L'ELETTRODOTTO WURMLACH-SOMPLAGO Un serio pericolo per la nostra vallata
14. PALUZZA CONTRO L'ELETTRODOTTO
Carnia UNITA contro l’Elettrodotto Il 4 novembre 2005 segnerà una tappa fondamentale nella storia contemporanea di Carnia, per i motivi che seguono: 1- Alle ore 17, davanti alla sede della Comunità Montana a Tolmezzo, centinaia di persone di ogni ceto sociale e di ogni estrazione politica, provenienti da tutta la Carnia, hanno civilmente manifestato in occasione dell’incontro dei 28 sindaci, riuniti per stilare un impegno unitario nei confronti del costruendo elettrodotto. Questa pressione e sostegno psicologici dei cittadini nei confronti dei propri sindaci sono stati determinanti: all’unanimità i 28 sindaci di Carnia si sono espressi nettamente CONTRO l’ipotesi dell’elettrodotto aereo. Tale presa di posizione è stata quindi recepita dal presidente della CMC, Lino Not, che, implementata dei necessari rilievi tecnici, dovrà portarla il 10 novembre prossimo alla Conferenza dei Servizi di Roma, avente carattere interlocutorio, dove si affronterà questo cruciale problema insieme alle agenzie responsabili dei vari settori interessati. La delegazione che scenderà a Roma questa settimana, composta dal presidente della CMC, dai sindaci interessati e dai rappresentanti della Regione FVG, pur avendo un valore meramente consultivo, sarà tuttavia importantissima per fare sentire la voce autentica di Carnia nei saloni felpati del Palazzo romano, dove i “poteri forti” (banche e imprenditoria) con la silenziosa imbarazzante e (im)prevedibile complicità di talune forze politiche, sono “fortissimi”. 2- Alle ore 21, nella Sala San Giacomo di Paluzza, si è ritrovata una moltitudine di persone, molto attente e molto desiderose di sapere, la maggior parte delle quali non ha trovato posto a sedere; moltissimi sono anche rimasti fuori. Qui si è visto uno spaccato della Carnia intera con tutte le sue ansie e le sue preoccupazioni, soprattutto con la sua determinata voglia di reagire a quello che viene percepito come un sopruso. Qui si sono visti i giovani di Carnia, perché sono stati proprio loro il motore di questa opera di sensibilizzazione e di predicazione paese per paese, borgo per borgo, porta a porta (grande assente l’attempata nomenclatura politica locale). Qui si sono viste le giovani donne di Carnia, perché sono state loro le principali protagoniste ed artefici di una puntuale ed esauriente informazione (altro che quota rosa; è da ricercare piuttosto la quasi latitante quota celeste). Dopo il Carnorum Regio, divenuto ormai l’inno ufficiale di Carnia, ha preso la parola Renato Garibaldi, uno dei più attivi del neo Comitato per la Difesa Territoriale (il cui simbolo è, non a caso, un gallo che di buon mattino dà la sveglia alla Carnia), lo scopo del quale è quello di salvaguardare la Carnia da tutti i pericoli incombenti sul suo territorio. Garibaldi ha battuto il versante storico-paesaggistico della questione, sostenendo che l’elettrodotto verrebbe innanzitutto a sfregiare irrimediabilmente i giacimenti culturali di tutta la valle, che noi contemporanei abbiamo il sacrosanto dovere di conservare e di tramandare ai posteri così come è stato conservato e tramandato a noi, pena la perdita progressiva della nostra identità di popolo. E’ stata quindi la volta della precisa relazione di Michela Mecchia, di Zuglio, la quale ha presentato praticamente la sua tesi di laurea: l’elettrodotto nella Valle del Bût. Questo intervento molto tecnico e corredato da molte diapositive esemplificative, ha riscosso una amplissimo consenso sia per la sua chiarezza che per la dimostrata conoscenza dei vari aspetti del problema. Ha poi portato il suo contributo Agnese Del Negro di Sutrio, la quale ha svolto un argomento a latere: l’energia alternativa e rinnovabile che l’Italia, con il sovraprezzo termico esistente fin dal 1991, avrebbe potuto sviluppare e diffondere (pannelli solari, sistemi fotovoltaici …) e che invece non è stata realizzata: anche questo mancato risparmio è da imputarsi alle scelte politiche effettuate in questi ultimi 15 anni. E’ stata quindi la volta di Stella Englaro, di Paluzza, che ha trattato l’argomento, assai atteso, dell’impatto dell’eventuale elettrodotto (aereo o interrato) sulla salute dei cittadini, spiegando in maniera accessibile al vasto pubblico gli effetti dannosi diretti-immediati e quelli cronici a lungo termine dei campi magnetici (difficilmente schermabili), presenti, seppure con diversa tipologia di picco, sia con l’elettrodotto aereo che con quello interrato. Ha preso la parola poi il sindaco di Paluzza, Vezzi, che ha ribadito la propria personale contrarietà all’opera in questione ed ha portato il saluto e la solidarietà del sen. Moro (LN), fisicamente impossibilitato ad essere presente stavolta alla riunione (aveva già partecipato alle precedenti assemblee di Tolmezzo, Sutrio e ad altre) perché impegnato a Roma, il quale ha garantito il suo pieno appoggio alla lotta dei carnici (dell’altro parlamentare carnico, Lenna di FI, nessuno sa nulla, pochi conoscono la sua faccia e mai ha partecipato ad alcuna di queste assemblee). Il presidente della CMC Not (Margherita) ha poi chiarito la pozione contraria della CMC riguardo al manufatto aereo, lasciando però (purtroppo) intravedere possibili aperture per quello interrato; ha invece stigmatizzato la eccessiva e sospetta fretta romana nella convocazione delle parti per l’ audizione. E’ stata quindi la volta dell’assessore regionale Enzo Marsilio (di Sutrio) - Margherita, unico esponente della Regione FVG presente in aula; gli altri 3 consiglieri regionali carnici: Petris (DS), Martini (Margherita), Della Pietra (DS) erano assenti, come lo sono stati sempre (fatto gravissimo) nelle precedenti riunioni svoltesi nei diversi paesi della valle, dimostrando così scarsissima sensibilità politica nei confronti dei propri elettori, posti di fronte a problematiche importanti e lasciati soli. Purtroppo Marsilio, il cui intervento è stato più volte contestato dal foltissimo pubblico spesso con toni anche fortemente polemici, ha svolto un intervento prettamente “istituzionale”, ribadendo il concetto che il parere della Regione FVG (che non è stato ancora ufficialmente espresso!) è solamente consultivo e riguarderebbe esclusivamente la compatibilità dell’elettrodotto con la normativa vigente, insomma quasi un atto notarile privo di responsabilità politica (in effetti non è così perchè, dopo la bocciatura da parte della Cassazione del Decreto Marzano in quella parte dove il potere centrale si attribuiva competenze non sue sottraendole all’Ente locale, ora la Regione ha piena responsabilità nel senso che spetta ad essa concedere il nullaosta. Non solo, ma proprio nello stesso giorno 4 novembre è stato depositato al Ministero un altro progetto per un elettrodotto interrato, come risulta sia dalle dichiarazione del sen. Moro a VTC il 5.11.05 sia dalla stampa locale MV del 6.11.05). Ed è stato questo atteggiamento “istituzionalistico” che non è affatto piaciuto al pubblico, che a gran voce ha più volte tentato di “stanare” (invano) Marsilio richiedendogli una presa di posizione netta e precisa, coerente con la sensibilità della gente che lo ha votato. Ha preso poi la parola il presidente del Consiglio Provinciale di Udine, D’Andrea (LN) che ha letto l’odg della Provincia di Udine, in cui si esprime un parere nettamente contrario all’elettrodotto. E’ quindi intervenuto il presidente SECAB e sindaco di Treppo e vicepresidente CMC, Cortolezzis (DS), che ha portato l’esempio della cooperativa elettrica di Paluzza (che fornisce energia elettrica in Valle a quasi metà prezzo Enel) come fattore di sviluppo sostenibile in Carnia, cui si deve guardare con ottimismo e fiducia. Cortolezzis non ha però riferito di essere anche co-autore di una (incauta) proposta per dare vita ad una cordata tra SECAB-CMC-Cartiera BURGO (vedi a tal proposito il precedente intervento di Francesco Maieron) per realizzare l’elettrodotto interrato da posizionare sotto una futura pista ciclabile, come se il fortissimo campo magnetico soprastante scomparisse con l’interramento dell’elettrodotto! Ha preso poi la parola il rappresentante di Legambiente, Lepre, il quale ha posto l’accento sull’iter burocratico in corso, chiedendosi a che punto sia attualmente la procedura di avvio dell’opera ed insistendo sul fatto che questo aspetto è di capitale importanza per sapere se si è ancora in grado di riuscire fermare il treno in corsa oppure no. Il rappresentante di Italia Nostra, Tassotti, ha preso di contropiede la platea ed ha chiesto: “Se le Ferriere Pittini fossero a Tolmezzo (anziché a Osoppo) ci sarebbe ugualmente questa mobilitazione contro l’elettrodotto?” Avutane una tentennante risposta affermativa, si è scagliato contro il cataclisma silenzioso che in Carnia dura da quasi 50 anni: il Tagliamento prosciugato per 50 km dalla ENEL-SADE e mai più restituito alla sua natura di fiume, tra la generale indifferenza di centro, destra e sinistra. Su questo aspetto Tassotti ha richiesto mobilitazione e solidarietà. Applausi. Il presidente regionale del WWF ha poi svolto un importante intervento centrato sulla cosiddetta “legalità formale” contro cui occorre una azione politica regionale chiara e determinata: anche il Tagliamento è stato prosciugato “legalmente”, ma era opportuno, utile, saggio, salutare farlo? Su questa falsariga, occorre battersi anche contro l’elettrodotto. Applausi. Il consigliere provinciale Corleone (Verdi-Colomba) ha sviluppato una accalorato intervento (molto applaudito) invitando la classe politica regionale di maggioranza a darsi una mossa e a fare davvero politica e non solo pandette ritrite, riprendendo o sconfessando i funzionari infedeli o eventuali colleghi recalcitranti; ha sollecitato tutti ad una presa di coscienza consapevole e militante, ben sapendo che se oggi passerà “un” elettrodotto, domani passerà di tutto: allora sì che la Carnia sarà una “aspra e deserta montagna” come sta scritto sulla fuorviante relazione allegata al progetto di Pittini, cui era dedicato uno degli striscioni “Pittini è lento, la Carnia è rock” (Corleone ha avuto la lungimirante prontezza di distribuire in sala il suo periodico “L’arco in cielo” concepito tutto sui problemi di Carnia: peccato solo che il numero fosse quello del novembre 2004!). Il sindaco di Ravascletto, De Crignis, ha incentrato il suo contributo invitando tutti ad aiutare Marsilio nel portare avanti le istanze della Carnia, ma non ha detto in quale modo aiutarlo, visto e considerato che Marsilio conosce alla perfezione ormai quale sia lo stato d’animo dei suoi elettori. Vi è stato qualcuno che sottovoce ha anche suggerito a Marsilio le dimissioni, prima di perdere capra e cavoli… Altri interventi successivi del pubblico sono stati diffusamente apprezzati (Adami, De Prato…), specialmente quelli che hanno sottolineato il fortissimo interesse personale (stimato in milioni di euro) che ne deriverebbe per 16 anni a Pittini dalla vendita della energia in soprappiù. Erano presenti vari sindaci, il presidente del comitato per la provincia della Carnia, Gollino, il parroco di Paluzza, il direttore generale SECAB ed il suo ex presidente, ed altre personalità tra il pubblico, che tuttavia non hanno preso la parola.
Le sensazioni forti di questa animata assemblea, comunque vada a finire la questione dell’elettrodotto, sono state le seguenti: 1. i partiti maggiori che, tradizionalmente sensibili a queste problematiche, avevano inizialmente sostenuto la lotta e la mobilitazione generale, si sono defilati alla chetichella, senza un perché o un percome, quasi obbedendo forse a inconfessabili direttive superiori. E’ assai triste, purtroppo duole rilevarlo… 2. la Carnia invece, al di là e oltre i partiti politici, si è ricompattata come non succedeva più da decenni e ha trovato una incredibile unitarietà di azione e di intenti attorno ad un obiettivo preciso, individuabile, percepito come un grave pericolo incombente. Questo risultato costituisce un traguardo ambizioso che nessun altro motivo scatenante era finora riuscito a perseguire. Occorre adesso non disperdere questo risultato, non metterlo in cassaforte né cadere nella facile tentazione di indugiare ad ammirarlo, ma occorre farlo fruttare, accrescerlo, moltiplicarlo in vista di nuove ed imminenti lotte e mobilitazioni. Il problema ACQUA POTABILE è già alle viste, con tutte le sue implicazioni: ci esproprieranno dell’unico bene in nostro possesso, per appaltare la gestione dell’acqua potabile ad un altro carrozzone politico inutile vocato “Carnia Acque”, che diventerà il veicolo legale per portare la nostra acqua nelle mani della pianura friulo-veneta, considerando che Illy e Galan hanno già annunciato un unico gestore (come si evince dal volantino distribuito dal Comitato Tutela Acque di Enemonzo). Molto peggio che se gli arabi fossero oggi espropriati del loro petrolio! La Carnia s’è desta finalmente e se finora i Carnici sono stati “calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi”, ora occorre finalmente voltare pagina e convincersi che: solo l’UNITA’, a prescindere dai partiti, potrà portare progresso civile e recupero di dignità e di identità. E se i partiti non ci stanno perché temono di essere scavalcati nella difesa della nostra Terra e di perdere così il controllo sugli elettori, peggio per loro! Perderanno un’occasione unica per dimostrare di stare dalla parte della gente. E qui si inserisce una seconda domanda, non certo peregrina: se la Carnia fosse PROVINCIA, sarebbe stato posto in essere questo tentativo di sopruso? Si concretizzerebbe davvero il prossimo esproprio delle nostre ACQUE? Ce n’è abbastanza su cui riflettere… 6.11.05
16. Petizione del Comitato Alto-But L'Elettrodotto
a 220 kV "WURMLACH-SOMPLAGO" 1) L'impatto
ambientale 2) L'impatto
socio-economico
(Conferenza
stampa tenutasi nella sala riservata alla Presidenza del Consiglio Regionale
FVG, alla presenza del pres. Tesini)
17. A Roma Rinviata la Conferenza di Servizi sull'Elettrodotto COMUNICATO Buone notizie
da Roma. A causa dell'incompletezza della documentazione presentata dai
proponenti (Alpe Adria s.p.a.) e dell'assenza di 3 rappresentanti della
Regione (sic!) la conferenza dei servizi che doveva decidere su futuro
dell'elettrodotto Pittini-Fantoni è stata aggiornata a data da
destinarsi. In rappresentanza
del Comitato per la difesa del territorio * in via Musers 5/7 a Cercivento
0433 778822 - fax 0433 92330 - 335 6688333 18.
Un intervento dal nostro FORUM Vi
chiedo gentilmente di perdere due minuti per leggere alcune considerazioni
sui nuovi elettrodotti transfrontalieri di
alta tensione in progetto (sono 22 di cui 16 con
il confine austriaco). Il concetto che secondo me è molto pericoloso, è che
si conceda la PUBBLICA UTILITA’ per la costruzione di infrastrutture
su proprietà private a chiunque ne abbia
le risorse finanziarie e ne faccia richiesta; di fatto
però, essendo le infrastrutture costruite ed utilizzate in via quasi
esclusiva (e totalmente esclusiva per alcune, quelle non collegate
alla rete nazionale) di interesse pubblico non sono, in quanto: 4) tali
aziende si prendono in esclusiva una quota parte di energia pregiata a basso
costo (dovuto a un basso costo intrinseco di produzione
legato all'idroelettrico, al carbone o alla basso costo della manodopera
dei paesi dell'est e della produzione nucleare) senza passare per
i meccanismi degli enti preposti che ne assegnano secondo criteri
equi di anno in anno una "fetta" in modo che a beneficiarne
siano, con dovute proporzioni, il maggior numero possibile di clienti
industriali e privati, togliendo di fatto questa possibilità al resto
dei possibili beneficiari, fra cui i comuni cittadini. 6) Se
a livello nazionale andassero in porto tutti i progetti di interconnessione
e gli scambi transfrontalieri (15.000 MW), la
rete non sarebbe in grado in assorbire tutta l'energia che
tali collegamenti permetterebbero di importare e, considerando anche
i progetti di costruzione di linee e centrali, ci sarebbe un eccesso
di produzione, con il rischio di chiudere centrali esistenti
e di licenziare lavoratori. 7) I
tracciati di tali linee potrebbero essere d’intralcio a futuri elettrodotti realizzati
al servizio della collettività da
parte del gestore della rete nazionale, penalizzando ulteriormente
i comuni cittadini. 8) sull’articolo
del sole 24 del 07/12/2004 allegato che cita le nuove delibere europee
già aventi forza di legge, a pagina 2, si dice che i collegamenti transfrontalieri
sono concessi in monopolio al sistema pubblico e solo eccezionalmente, su specifica esenzione di Bruxelles, possono
essere concessi a privati; il recente decreto Scajola è stato
quasi creato ad hoc per aggirare (e noi Italiani siamo specialisti
a fare questi “imbrogli”) l’ostacolo imposto dall’Europa che giustamente,
essendo una grossa infrastruttura che coinvolge fra l’altro due nazioni
deve “vigilare” affinché non si creino concorrenza sleale, disparità,
e siano al servizio della collettività. 9) In
Friuli, a Torviscosa, è in fase di ultimazione una grossa centrale
da 800MW, che incrementerà notevolmente la sicurezza del sistema
elettrico e garantirà un surplus di produzione
rispetto ai consumi della regione. 11) Se
il risparmio è del 30% e la somma delle “bollette” delle due
ditte è di circa 80 milioni di euro, il riparmio è di 24 milioni di
euro, circa 50 miliardi delle vecchie lire ogni anno; il
costo dell’intera linea che si ripaga in un anno e per i successivi
tali soldi restano in tasca: di fronte a queste cifre, si
può capire la “pressione esercitata a livello politico” e che l’indennità ai
Comuni è una presa per i fondelli; sarebbe interessante
conoscere le cifre ridicole di indennizzo ai proprietari, rapportate
alla entità dell’”affare”. 13) E’ chiaro
che se fosse possibile tutti si rifornirebbero di energia all’estero, dove
costa meno e in tal caso la produzione in Italia potrebbe tranquillamente
andare a zero, con tutti i rischi del caso, sia per la dipendenza,
che per la sicurezza del sistema; ho come l’impressione che
si cerchi di bypassare alcune regole, forti di una posizione che ha
il potere di modificarle; il recente decreto Scajola di fatto aggira
un vincolo della comunità Europea che dovrebbe dare un parere vincolante
nel rilascio delle autorizzazioni per linee Transfrontaliere e forse
si potrebbe impugnare alla corte di giustizia. 14) spero
che sull’energia consumata in Italia e importata
dall’estero, si paghino le accise e
le cosiddette Componenti A (oneri generali del sistema) UC e MCT che
pagano tutti gli altri utenti. 15) Chissà che
a breve a qualcuno non venga in mente di autorizzare
anche metanodotti, oleodotti o autostrade private! 16) sono
state definite da poco tariffe di trasporto uniche a livello
europeo per gli scambi transfrontalieri, che mettono al riparo i singoli
stati membri (e quindi gli utenti piccoli e grossi) da “colpi di testa “ dei
singoli gestori. 18) Sul
Sole 24 ore del 18/03/2005 a pag 16, si afferma che “ha ripreso vigore
la nostra capacità di riserva di produzione di energia elettrica “che
ora è al 16%, che nel 2008 sarà al 26% e
che il problema di capacità sembra superato, anzi, “per Del Ninno (EDISON)
con i nuovi impianti c’è il timore di un eccesso
di disponibilità”. 19) sulla
Staffetta Quotidiana del 16/03/2005 pag.5, De Luca, direttore Generale
Assoelettrica ha dichiarato che tra il 2004 e il 2007 l’incremento netto
di potenza in Italia sarà pari a 14739 MW, il 62% al Nord, e il 38%
al sud: il problema ad oggi non è pertanto la mancanza di capacità di
generazione; Storace (direttore generale business area Power Enel)
dice che il settore elettrico italiano è al momento in salute.
Ne è una dimostrazione quanto accaduto in queste ultime settimane:
nonostante il freddo, con il conseguente aumento di consumi, e il taglio
di importazioni dalla Francia, nell’ordine di 1500-2000 MW, il sistema “ha
retto bene, un po’ di sovracapacità quindi già c’è”; mai come oggi
sembrerebbero sbagliati i tempi per concedere a privati l’autorizzazione
a costruire impianti in esclusiva, che impoveriscono il paese
di origine e lo rendono più esposto e vulnerabile: in caso di difficoltà nel
paese che esporta energia, sicuramente questo penserebbe prima
a se stesso, e senza un’adeguata riserva di combustibili e di produzione
in Italia ci troveremmo di nuovo al buio senza possibilità di ripartire,
essendo non autosufficienti come produzione e come scorte di combustibili. 20) sulla
staffetta quotidiana del 12 aprile 2005 a pagina 2, si legge che nel
mese di marzo, l’import dell’energia è aumentato di ben il 13,2%, grazie
al nuovo collegamento (con una sola infrastruttura) San Fiorano-Robbia. 22) il
Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale ha
inoltre in progetto i seguenti elettrodotti transfrontalieri con
le stesse enormi potenzialità di quello sopraccitato (disponibili sul
sito): ITALIA
FRANCIA: Piossacco-Grand’lle- linea a 380kV ITALIA
AUSTRIA: Area Veneto Est-Lienz linea a 380kV ITALIA
SLOVENIA: Udine-Okroglo linea a 380kV ITALIA
SVIZZERA: Villeneuve-Avise- linea a 220kV ITALIA
AUSTRIA: Prati di Vizze(BZ)- Steinach linea a 132 kV. 23) Le
linee progettate dal GRTN hanno lo scopo,
diversamente da quelle dei privati, di migliorare
la qualità, la continuità, la sicurezza e la stabilità del sistema
elettrico, garantendo parità di trattamento
a tutti i clienti che hanno la necessità di accedere alla rete, senza
disparità tra nord e sud, tra chi è vicino ai confini e chi è lontano
e dovrebbe essere l’unico organo indipendente che pianifica, progetta
e costruisce elettrodotti AT, che sì, in questo caso possono essere
definiti di pubblica utilità, in
quanto non al servizio di singoli che
progettano impianti solo per i propri interessi ma della collettività;
lasciamo fare queste grandi opere agli enti preposti “creati” per tali
obiettivi, che guardano le esigenze del sistema, non del singolo, in
modo che tutti ne possano beneficiare. 24) esistono
già due linee ad alta tensione che arrivano
a ridosso dei confini (Tarvisio e Paluzza) che sono sicuramente “scariche”: perché non
sfruttare le infrastrutture già esistenti per collegarsi oltreconfine e
migliorare anche la qualità del servizio delle vallate che attraversano,
garantendo la doppia alimentazione in caso di guasto, invece di effettuare
nuovi collegamenti che non avrebbero questi vantaggi per i paesi attraversati? La
sostanza è che ci deve essere un unico soggetto
che costruisce e che poi gestisca o dia in gestione reti tecnologiche
di proprietà della collettività e al loro servizio, per
evitare che, a chiunque privato ne manifesti la volontà, venga data
la possibilità di fare scempi sull'ambiente passando, con la complicità delle
istituzioni, in maniera forzosa sui diritti dei cittadini comuni. Marioc
19. PRESENTATA LA PETIZIONE DEL COMITATO CONTRO L’ELETRODOTTO MERCOLEDI’ 9 NOVEMBRE 2005, ORE 13:30: Il Comitato Altobut contro l’elettrodotto “Wurmlach-Somplago” si è presentato nell’ultimo giorno utile (giovedì 10 novembre, infatti, è cominciata la conferenza dei servizi) in Consiglio Regionale per consegnare le numerose firme raccolte sul nostro territorio contro l’opera che il cav. Pittini vuole realizzare. Accolti gentilmente dai membri del consiglio i delegati del comitato hanno potuto discutere sul futuro del nostro territorio e presentare le proprie motivazioni di opposizione al progetto presentato dall’Alpe Adria-Energia S.p.a. La discussione è stata costruttiva e ci si augura possa portare la regione Fvg ad avere una posizione di contrarietà comune (e, si spera, condivisa) con quella già espressa in più occasioni dalla Comunità Montana della Carnia. A margine del dibattito si è svolta anche una conferenza stampa. Ecco un‘estrapolazione delle osservazioni allegate dal comitato alle firme raccolte e lette durante la suddetta conferenza stampa. <<Innanzitutto bisogna considerare la sproporzione fra le esigenze energetiche dell’azienda del cav. Pittini e la potenza dell'elettrodotto (300MW, a fronte di un utilizzo stimato, al rialzo, intorno ai 100MW) ; infatti il Comitato ritiene che la Ferriere Nord non abbia fornito, nel corso delle assemblee pubbliche, sufficienti giustificazioni alla necessità di una linea di 220kV a corrente alternata. In seconda istanza è importante tener presente la portata del notevole impatto ambientale e socio-economico che l’opera ha sul territorio interessato: in particolare l’effetto visivo, relativamente al paesaggio, risulta pesante. Nel comune di Paluzza, ad esempio, la linea, per buona parte del suo percorso, attraversa il verde bosco, compromettendone inevitabilmente gli equilibri naturali e faunistici (come anche dimostrato dallo studio di impatto ambientale); nei tratti boschivi, poi, è prevista un’ingente opera di disboscamento a raso (60 metri a valle ed altrettanti a monte). Infine, a giudizio del Comitato, è decisamente inammissibile che una linea di tale portata attraversi, devastandole, zone naturalisticamente e architettonicamente tutelate. I rischi alla salute, anche se non ufficialmente dimostrabili, sono da considerarsi comunque fin troppo importanti. A riguardo la Legge Quadro stabilisce che nell’esposizione continua a campi elettromagnetici ELF non debbano essere superati gli 0,2 µT, che, per una linea della tensione e della tipologia del presente elettrodotto, equivale a distanze dal suolo ben maggiori dell’altezza media (29 m) prevista per i tralicci. A margine è importante però osservare che una maggiore altezza media dei sostegni alla linea avrebbe ancor maggiori ripercussioni sulla bellezza paesaggistica delle località interessate. Numerosi studi, non ancora ufficiali, indicano un’influenza diretta dei campi elettromagnetici sull’incidenza delle leucemie infantili e sullo sviluppo di forme cancerogene soprattutto nei soggetti più deboli. Studi più recenti hanno anche messo in evidenza l’effetto dannoso dei campi elettromagnetici sul sistema endocrino. Il diritto alla tutela cautelativa della salute, riconosciuto in primis dalla legislazione europea (TRATTATO ISTITUTIVO DELL’UNIONE, art. 174 comma 2), suggerirebbe anche che le distanze di sicurezza siano mantenute non solo rispetto alle abitazioni, ma anche rispetto ad impianti sportivi e luoghi frequentati da un numero significativo di persone. Riguardo alla richiesta di soluzioni alternative di minore impatto paesaggistico e salutistico (quale l'INTERRAMENTO dell’opera con una linea a corrente CONTINUA che, possedendo un campo elettrico facilmente schermabile lungo tutto il tracciato e un campo magnetico totalmente irrilevante, garantisce una soluzione adeguata per le esigenze relative alla salvaguardia del paesaggio e all’integrità psico-fisica delle persone) la Ferriere Nord ha risposto con un perentorio diniego, adducendo la motivazione che i costi e i tempi di esecuzione diventerebbero talmente grandi da non potersi sposare con la necessità dell’azienda di produrre un utile dalla realizzazione della suddetta opera. […] In conclusione, il Comitato sottopone la suddetta PETIZIONE, sottoscritta da PIU’ DI 1000 PERSONE residenti in Regione, e tutti gli elementi emersi in queste poche righe all'attenzione della REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, invitandola ad utilizzarli per esprimere parere negativo al progetto presentato dall’ ALPE ADRIA- ENERGIA SpA. Infine, una maggiore attenzione ai nuovi progetti relativi alla costruzione di elettrodotti, e con particolare riguardo a quello in questione, anche a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini e dell'ambiente, da parte dell'AMMINISTRAZIONE REGIONALE, è non solo auspicabile, ma bensì assolutamente necessaria.>>
In conclusione è importante sottolineare che la petizione permetterà al comitato di partecipare, il 29 di questo mese, ai lavori della IV COMMISSIONE REGIONALE. Infatti in questa data la commissione si occuperà di analizzare il progetto presentato dalla Ferriere Nord e dare quindi un indirizzo generale che dovrà essere necessariamente preso in considerazione dalla Giunta Regionale. L’appuntamento quindi è fondamentale e noi non mancheremo!
Francesco Maieron (Comitato Alto-But contro l’elettrodotto “Wurmlach-Somplago”)
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