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Intendiamo spalancare questo nuovo balcon L’ANGOLO VERDE per ospitare
tutti i contributi (scritti e fotografici) relativi ai problemi AMBIENTALI
che riguardano la Carnia. Chiunque è sensibilizzato su questo tema, potrà
trovare qui lo spazio adeguato per esporre le proprie idee e le proprie
scoperte (o riscoperte) inerenti alla Carnia. Il primo di questi contributi
proviene dalla Valle del But, dove il tema ambientalistico è stato ultimamente
assai dibattuto.
Alfio
Englaro
Segnaliamo,
sempre in tema ambientale, L'aghe un
ben di vite, il bel lavoro svolta dalla scuola media di Paluzza
inserito all'interno del nostro sito clicca
qui
Gli
interventi da n. 11 a n. 20
- Delibera
comune di Gemona contro Elettrodotto
- Manifestazione
a Paluzza del 30 aprile 2005
- Un
serio pericolo per la nostra vallata
- Paluzza
contro l'elettrodotto
- Uno
storico 4 novembre
- Petizione
del Comitato Alto But
- Elettrodotto:
a Roma rinviata la conferenza di servizi
- Un
intervento dal nostro FORUM
- Presentata
la Petizione del Comitato contro l'Elettrodotto
- L'elettrodotto
in 25 diapositive
Gli
interventi da n. 1 a n. 10
- Ambientalisti contro SECAB
- SECAB Nuova centralina idrolettrica a Noiaris
(Sutrio)
- Un elettrodotto che nessuno vuole
- Com'era verde la mia valle
- Carnia
unita contro l'elettrodotto
- Carnia
sfregiata
- Cavallo
di Troia
- Elettrodotto:
inizio della protesta
- Elettrodotto:
manifestazioni di protesta
- Elettrodotto:
presentazione del progetto in 12 diapositive
Torna
agli ultimi interventi
11.
Delibera del comune di Gemona contro l'elettrodotto
clicca
qui
per visualizzare la delibera
12.
Manifestazione a Paluzza del 30 aprile 2005
DISCORSO
LETTO IN PIAZZA IL 30 APRILE 2005 ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO L'ELETTRODOTTO,
A PALUZZA (autore e lettore: Francesco Maieron)
Buongiorno
a tutti cari concittadini di Paluzza, della Valle del But e più
estesamente di tutta la Carnia. Il Comitato contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago"
dell'AltoBut ha deciso di organizzare oggi un incontro con la popolazione
per manifestare il suo e penso anche il vostro dissenso nei confronti
del progetto presentato dalla ALPE ADRIA- ENERGIA spa. Questa cordata,
il cui capofila, come risaputo, è la FERRIERE NORD del Cavalier
Pittini assieme all'ENEL e ad un gestore della rete austriaco: la VERBUND,
ha presentato ad ogni comune della nostra vallata un progetto per la realizzazione
di una linea elettrica, in semplice terna, a 220 kV, lungo un tracciato
di 45 km tra Austria e Italia. La parte più lunga del tracciato
però insiste sul nostro territorio: l'elettrodotto, infatti, percorrerà
il suolo italiano per circa 34,3 km, dal confine di Monte Croce Carnico
fino alla stazione elettrica di Somplago, attraversando a mezzacosta la
Valle del But (nei i comuni di Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta Terme,
Zuglio) e la conca Tolmezzina (nei i comuni di Tolmezzo e Cavazzo); a
Somplago poi la linea verrà connessa alla rete nazionale. Questa
imponente opera trasporterà energia per una tensione nominale di
230 kV e una potenza di 300MVA, le campate saranno lunghe 300m e i suoi
tralicci, alti fino a 61m, necessiteranno di una fascia di disboscamento
a raso di circa 60m (30 a monte e 30 a valle). Disboscamento che, scontato
sottolinearlo, avverrà in luoghi ricchi di flora e fauna, in località
storiche di importanza inestimabile. La realizzazione di un'opera di tale
grandezza e di tale invasività sul territorio comporta un impatto
ambientale drastico sulle nostre terre e ne impedisce gli ulteriori sviluppi
turistici e di salvaguardia dell'ecosistema, proiettando un'immagine negativa
sui nostri territori. Senza contare poi i danni alla salute che l'esposizione
ai campi elettromagnetici può comportare. Su questo punto però
non esistono studi certi e definitivi, esiste però un'indagine
portata avanti dalla procura di Venezia sulla nascita di agnelli e altri
cuccioli deformi nei luoghi interessati dal passaggio di elettrodotti
di notevole portata. Tutto ciò ovviamente non ci dà la ben
che minima sicurezza sulla mancanza di pericolosità dei campi magnetici
generati da queste linee: sorge infatti in noi il ragionevole dubbio su
quanto siamo effettivamente protetti da questa minaccia. Per questo e
per molti altri motivi il nostro comitato ha chiesto al Cavalier Pittini
di rivedere il progetto relativo alla realizzazione di un elettrodotto
aereo, proponendo soluzioni alternative, quali:
1. la realizzazione di una centrale in loco, vicino ai sui stabilimenti
(per es. di biomassa)
2. oppure la realizzazione di un elettrodotto interrato lungo il tracciato
SIOT su cui già agisce la servitù relativa all'oleodotto.
Un'opera, quest'ultima, che a parere del comitato è molto meno
invasiva e inquinante della proposta aerea e fra l'altro va ad interessare
una servitù già presente. La risposta che però ci
è giunta dal nostro interlocutore è stata negativa e a tratti
IRRIDENTE. Infatti i dirigenti della FERRIERE NORD hanno affermato, sia
nell'incontro pubblico dello scorso febbraio che in una trasmissione televisiva
su Telefriuli, di essere obbligati alla realizzazione di un elettrodotto
aereo da una non ben definita autorità austriaca. Ora io mi chiedo
come possa un'autorità straniera obbligare una società privata
italiana a realizzare un elettrodotto in una data maniera sul nostro territorio;
territorio, vivadio, interessato dalla nostra sovranità nazionale:
si capisce chiaramente a questo punto che siamo giunti al gioco dei paradossi,
dove il nostro interlocutore non avendo più argomenti improvvisa
in modo, concedetemelo, grottesco!!
Battute a parte però la situazione in cui ci troviamo, purtroppo
non è rosea: l'ALPE ADRIA ENERGIA sta percorrendo velocemente e
in modo deciso le strade se pur "tortuose" della burocrazia
italiana e lo scorso 8 aprile ha depositato in tutti i comuni della vallata
il PROGETTO DEFINITIVO DI REALIZZAZIONE DI UN ELETTRODOTTO AEREO affinché
gli enti locali interessati ne diano un parere. Noi membri del comitato
invitiamo tutti i cittadini a consultare il progetto il prima possibile,
e non oltre la data del 10 maggio (giorno in cui le amministrazioni comunali
dovranno esprimersi). A consultarlo quindi e darne soprattutto un parere
SFAVOREVOLE.
A questo proposito vorrei aprire una parentesi inerente le nostre amministrazioni
locali: le invito cioè a dire di no assolutamente all'elettrodotto
aereo perché la gente non lo vuole e soprattutto le invito a non
CONTRABBBANDARE i 4 famosi DENARI per un elettrodotto come quello a cielo
aperto che non ha il ben che minimo indennizzo adeguato se si guardano
i danni che procura a tutti noi. Indennizzo poi che durerà solo
per l'arco di tempo in cui Pittini usufruirà della linea, per poi
estinguersi con la cessione al gestore italiano. Non è possibile
quindi contrabbandare un finanziamento a termine con un eco-mostro che
durerà per sempre, cadendo sulle spalle dei nostri incolpevoli
figli.
Certo il Cavalier Pittini agita a riguardo la minaccia della delocalizzazione
(in Cina probabilmente), ma noi rispondiamo: ammesso che la FERRIERE NORD
potrà usufruire di questo elettrodotto all'80% per non più
di 10 anni, poi cosa farà? Per meglio dire, cari amici, rimandiamo
la "fuga verso l'est" di un decennio? Non credo che il gioco
valga la candela, anche perché certezze non ce ne sono e non ne
abbiamo mai ricevute in tal senso. In mezzo a tutto questo insieme di
congetture, una certezza c'è però: la FERRIERE NORD non
necessita sicuramente di tutta l'energia che richiede. Poco di un quinto
è già sufficiente per il suo fabbisogno, e del resto che
ne farà? Semplice, verrà venduta: ed è qui che si
proiettano le ombre speculative, gli interessi nascosti che stanno dietro
a TUTTA la RETORICA fatta finora sulla necessità di essere competitivi
sul mercato dell'acciaio. In fondo si vuole solo vendere e speculare,
ma ahimé sulla nostra pelle!! E soprattutto si vuole guadagnare
molto e subito visto che il vero motivo per cui non si vuole realizzare
un elettrodotto interrato sta nel fatto che i tempi per ammortizzare le
spese di tale opera sarebbero doppi rispetto al progetto aereo presentatoci.
Ma ora apriamo il capitolo Unione Europea: cosa ci dice a riguardo la
nostra cara Europa? Molte cose in verità, ne ho selezionate alcune,
forse le più importanti:
1. innanzitutto, con numerose direttive e con il "Libro Verde",
l'UE spinge gli stati membri a realizzare connessioni transfrontaliere,
che però dovrebbero avvenire tra gestori nazionali e non tra un
privato e un gestore; ma soprattutto dovrebbero essere progettate in accordo
con le comunità territoriali locali
2. l'UE sostiene poi, con numerose direttive, la salvaguardia ambientale
dei patrimoni faunistici e floristici degli stati membri
3. l'UE consiglia infine l'utilizzo di reti a corrente CONTINUA e NON
ALTERNATA perché permettono un trasporto migliore e più
efficiente; mentre l'ALPE ADRIA ENERGIA ha scelto la corrente alternata
perché quella continua richiede una realizzazione più costosa
e soprattutto linee obbligatoriamente interrate; e qua purtroppo riappare
il solito discorso dei costi ridotti al minimo e del massimo profitto
nel più breve periodo: pura SPECULAZIONE insomma!!
Il nostro governo purtroppo si è sempre espresso, anche nella persona
del neo-ministro Scajola, in modo favorevole alla realizzazione delle
reti transfrontaliere, ed ha approvato lo scorso dicembre un decreto che
apre anche a progetti privati la connessione con il gestore della rete
austriaca. Ciò è stato fatto allo scopo di rendere più
veloce e agevole la realizzazione di queste "grandi opere".
Ma l'ente sovra-comunale che io ritengo doveva essere e deve essere maggiormente
protagonista in questi anni nel contesto energetico del Friuli è
proprio la nostra stessa amministrazione regionale; considerazione che
faccio a prescindere da qualsiasi appartenenza politica. Io personalmente
chiedo ora che i nostri rappresentanti in regione facciano poche ma chiare
cose:
1. un PIANO ENERGETICO REGIONALE (PER) serio e tempestivo (visto che insieme
alla Sicilia siamo l'unica regione d'Italia a non averne ancora approvato
uno definitivo); un piano che impedisca, in una condizione di anarchia
totale nel sistema energetico regionale, ai forti potentati di imporre
la loro volontà sulle deboli amministrazioni e sui cittadini dei
nostri territori; un piano che dia un indirizzo chiaro su come debbano
essere realizzate le connessioni transfrontaliere con Austria e Slovenia
2. a riguardo mi chiedo perché non possa essere la nostra stessa
regione, in accordo con il GRTN, a pensare di realizzare un'interconnessione
con l'Austria senza dover sempre lasciare campo libero ai privati. Mi
chiedo il motivo per cui non possa essere il nostro ente regionale a realizzare
questo progetto, magari in modo consono alle necessità locali,
visto anche, e lo ripeto, che l'UE spinge affinché siano gli stessi
Gestori Nazionali a realizzare moderne ed efficaci interconnessioni, ma
soprattutto progetti approvati collegialmente.
3. in ultima analisi non vedo perché la nostra regione non possa
aderire al VAS (Valutazione Ambientale Strategica) come hanno già
fatto ben 10 regioni italiane.
In ultima analisi vi sono ancora un paio di considerazioni da fare. Innanzitutto
bisogna dire che la regione Friuli è autosufficiente dal punto
di vista energetico: ad oggi produce il 103% di quanto consuma e con la
realizzazione delle nuove centrali, che si stanno per ultimare, questa
percentuale passerà circa al 130%. Non si capisce quindi la necessità
di importare nuova energia.
Infine è importante segnalare che la ditta FERRIERE NORD ha aumentato
nel 2004 la sua produzione (+8,4%) e quindi anche le sue vendite: è
vero si che per il costo dell'energia vendutagli dall'ENEL ha perso quote
di mercato in Francia e Germania, ma con l'apertura di nuovi mercati all'est
(la stessa Cina innanzitutto) è riuscita abbondantemente a rifarsi
su ciò che aveva perso. Anzi, alla fin fine, viste le percentuali
di vendita, ha finito per guadagnarci.
Molte cose ancora avrei da dire, ma non voglio dilungarmi di più.
In conclusione ritengo solo opportuno ricordare che la montagna è
un territorio difficile, ma allo stesso tempo stupendo, ineguagliabile
per bellezza e, credetemi, saremmo dei pazzi a non difenderlo fino alla
fine con le UNGHIE, con i DENTI e con il CUORE. Fortunatamente la vostra
numerosa presenza qui oggi mi dimostra che questa cosa si può e
si deve fare!!
13.
L'ELETTRODOTTO WURMLACH-SOMPLAGO Un serio pericolo per la nostra vallata
Il Comitato Alta Val But contro l'elettrodotto "Wurmlach- Somplago"
vuole informare la gente dei nostri territori che la società ALPE
ADRIA- ENERGIA Spa, una cordata formata dalla FERRIERE NORD Spa (capofila),
dal'ENEL PRODUZIONE Spa e dal gestore austriaco VERBUND, ha presentato
a tutti i comuni della vallata un progetto per la realizzazione di un
elettrodotto aereo. Quest'opera sarà una linea di corrente alternata
per interconnettere la rete austriaca con quella italiana; i cavi avranno
una tensione nominale di 220 Kv e trasporteranno una potenza di 300 MW.
I tralicci, che dovranno sostenere la linea, saranno alti in media 27m,
ma la maggior parte di essi raggiungerà un'altezza di circa 60m:
infatti la fascia di diboscamento lungo il suo tragitto è pari
a 60m (30m a valle e 30m a monte). L'elettrodotto (lungo in tutto 45 Km)
percorre i nostri territori per un'estensione di circa 35 Km dal Passo
di Monte Croce Carnico fino alla centrale di Somplago, in cui viene connesso
alla rete elettrica italiana. Pertanto i comuni interessati da quest'opera
sono: Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta Terme, Zuglio (per la Valle del
But), Tolmezzo e Cavazzo (per la Conca Tolmezzina). Molte sono le controindicazione
relative alla realizzazione di questo elettrodotto: innanzitutto l'opera
va a compromettere tutta una serie di progetti volti allo sviluppo turistico-ambientale
del nostro territorio; poi la necessità di una fascia di disboscamento
distrugge l'equilibrio, la bellezza dei nostri boschi e delle nostre montagne,
insomma rovina per sempre il nostro bellissimo paesaggio. Molti sono infine
i rischi relativi alla nostra salute creati dall'esposizione ai campi
magnetici da parte di persone e animali: nulla però è certo
a riguardo, vi è comunque il ragionevole dubbio che l'esposizione
a tale inquinamento elettro-magnetico si assai nociva. La Ferriere Nord
sostiene che la realizzazione di quest'opera è necessaria per diminuire
i costi dell'energia che utilizza, rimanere concorrenziale sui mercati
francesi e tedeschi e non essere costretta a delocalizzare nell'est. A
ciò il nostro comitato vuole rispondere che la Ferriere Nord ricevere
sulla "bolletta energetica" uno sconto già interessante
da parte dell'Enel e che con l'apertura di nuovi mercati in Asia la ditta
del Cavalier Pittini ha aumentato nel 2004 la sua produzione dell'8,4%:
non si vede perciò questa impellente necessità di realizzare
un'infrastruttura così invasiva sui nostri territori! La verità
è che la Ferriere Nord necessita di una potenza nettamente inferiore
a quanto ne richiede (50-70MW a fronte della volontà di ottenerne
300), e dell'eccedenza che ne farà? Riteniamo che questa verrà
venduta ad altre aziende italiane approfittando della liberalizzazione
del mercato dell'energia che avverrà a partire dal 2007. Risulta
quindi chiaro che i nostri territori sono oggetto dell'interesse speculativo
di un imprenditore che non dà alcuna garanzia occupazionale per
il futuro dei propri dipendenti e che non ha alcun rispetto per la salvaguardia
dei nostri territori. Il Comitato non si limita ad un rifiuto assoluto
di ogni tipo di opera: infatti ha più volte proposto la realizzazione
di un elettrodotto interrato a corrente continua lungo il tracciato dell'oleodotto
SIOT, andando ad interessare una servitù già presente. In
vari incontri abbiamo anche ipotizzato che sia un ente pubblico (Regione
Friuli con Gestore della Rete Nazionale) ad occuparsi di tale realizzazione,
permettendo così a più soggetti (non solo la Ferriere Nord)
di usufruire dei vantaggi di tale interconnessione. Le risposte però
finora sono state deludenti!! Ma, progetti alternativi a parte, il "macigno"
che incombe ora sulle nostre teste è la proposta (unica reale)
presentata l'8 aprile scorso dall'Alpe Adria- Energia ai nostri comuni,
attraverso il Ministero per le Attività Produttive. Entro il 10
maggio ogni ente locale dovrà esprimere un proprio parere sul progetto.
Possiamo farlo anche tutti noi: per cui INVITIAMO OGNI CITTADINO A RECARSI
NELL'UFFICIO TECNICO DEL PROPRIO COMUNE, ENTRO TALE DATA, PER VISIONARE
LA PROPOSTA ED ESPRIRE IL PROPRIO PARERE NEGATIVO!!
Contiamo sul vostro aiuto e sul vostro sostegno.
(Francesco Maieron, 20 aprile 2005)
14.
PALUZZA CONTRO L'ELETTRODOTTO
Raccolti più di 800 pareri sfavorevoli al progetto presentato dall'Alpe
Adria- Energia Spa
La scorsa settimana l'amministrazione comunale di Paluzza in collaborazione
con il Comitato contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago" hanno
raccolto ben 857 tra opposizioni e pareri sfavorevoli relativi alla realizzazione
di una linea aerea di interconnessione transfrontaliera a corrente alternata
di 220kV. Il progetto, presentato attraverso il Ministero per le Attività
Produttive dalla società Alpe Adria- Energia Spa, di cui la Ferriere
Nord è capofila, al comune di Paluzza, è stato ritenuto
inadeguato per il notevole impatto ambientale e la forte incisività
che impone sul territorio. In particolare la cittadinanza, dopo aver visionato
il progetto nell'ufficio tecnico comunale, ha potuto esprimere il proprio
dissenso in due forme: per i proprietari dei terreni interessati dal passaggio
della linea è stata richiesta la firma di un protocollo generale
di opposizione alla realizzazione dell'opera e all'esproprio per pubblica
utilità che dovrà avvenire sui loro possedimenti; per i
cittadini non interessati direttamente dal passaggio della linea vi è
stata la possibilità di esprimere un libero parere sulla realizzazione
dell'opera. Questo parere, con nostra soddisfazione, è stato SEMPRE
negativo. I proprietari di attività commerciali, alberghiere e,
più in generale, "turistiche" sono stati invitati a presentare
una loro opposizione relativa alle conseguenze che l'elettrodotto potrebbe
avere sullo sviluppo turistico-paesaggistico delle località di
interesse storico ed ambientale presenti nel comune. Lo stesso Comitato
ha presentato una propria opposizione a cui sono state allegate le 200
firme raccolte durante la manifestazione popolare tenutasi il 30 aprile
2005, proprio a Paluzza.
Il Comitato si ritiene entusiasta del risultato ottenuto: dopo l'incontro
dello scorso 15 febbraio, tenutosi in sala San Giacomo a Paluzza, la già
citata manifestazione del 30 aprile e le numerose interviste ad esponenti
di spicco dell'amministrazione locale, molto seguite sull'emittente televisiva
TeleAltobut, un ultimo attestato di stima per il lavoro svolto finora
è stato dato dall'alto numero di pareri sfavorevoli raccolti. Per
formulare un'obiezione infatti, oltre ad avere più di sedici anni
ed essere muniti di documento identificativo, bisognava possedere una
certa conoscenza e sensibilità riguardo alla materia trattata:
in tal senso la popolazione del comune di Paluzza si è rivelata
partecipe convinta e ben informata! Ciò dimostra ai membri del
Comitato, creatosi alla fine dello scorso gennaio, che il lavoro fatto
in questi ultimi mesi è stato proficuo e soddisfacente non sono
negli attestati di stima ricevuti, ma anche, più concretamente,
nei positivi riscontri ottenuti fra la popolazione e nella sua numerosa
partecipazione agli eventi organizzati in questi ultimi giorni.
(Francesco Maieron, 20 maggio 2005)
15.
Uno storico 4 NOVEMBRE
Carnia UNITA contro l’Elettrodotto
Il
4 novembre 2005 segnerà una tappa fondamentale nella storia contemporanea
di Carnia, per i motivi che seguono:
1- Alle
ore 17, davanti alla sede
della Comunità Montana a Tolmezzo, centinaia di persone di ogni
ceto sociale e di ogni estrazione politica, provenienti da tutta la Carnia,
hanno civilmente manifestato in occasione dell’incontro dei 28
sindaci, riuniti per stilare un impegno unitario nei confronti
del costruendo elettrodotto. Questa pressione e sostegno psicologici dei
cittadini nei confronti dei propri sindaci sono stati determinanti: all’unanimità
i 28 sindaci di Carnia si sono espressi nettamente CONTRO
l’ipotesi dell’elettrodotto aereo. Tale presa di posizione è stata
quindi recepita dal presidente della CMC, Lino Not, che, implementata
dei necessari rilievi tecnici, dovrà portarla il 10 novembre prossimo
alla Conferenza dei Servizi di Roma, avente carattere interlocutorio,
dove si affronterà questo cruciale problema insieme alle agenzie responsabili
dei vari settori interessati. La delegazione che scenderà a Roma questa
settimana, composta dal presidente della CMC, dai sindaci interessati
e dai rappresentanti della Regione FVG, pur avendo un valore meramente
consultivo, sarà tuttavia importantissima per fare sentire la voce autentica
di Carnia nei saloni felpati del Palazzo romano, dove i “poteri forti”
(banche e imprenditoria) con la silenziosa imbarazzante e (im)prevedibile
complicità di talune forze politiche, sono “fortissimi”.
2-
Alle ore 21, nella Sala San
Giacomo di Paluzza, si è ritrovata una moltitudine di persone, molto
attente e molto desiderose di sapere, la maggior parte delle quali non
ha trovato posto a sedere; moltissimi sono anche rimasti fuori. Qui
si è visto uno spaccato della Carnia intera
con tutte le sue ansie e le sue preoccupazioni, soprattutto con la sua
determinata voglia di reagire a quello che viene percepito come un sopruso.
Qui si sono visti i giovani di Carnia,
perché sono stati proprio loro il motore di questa opera di sensibilizzazione
e di predicazione paese per paese, borgo per borgo, porta a porta (grande
assente l’attempata nomenclatura politica locale). Qui si sono viste
le giovani donne di Carnia, perché
sono state loro le principali protagoniste ed artefici di una puntuale
ed esauriente informazione (altro che quota rosa; è da ricercare piuttosto
la quasi latitante quota celeste). Dopo il Carnorum Regio, divenuto
ormai l’inno ufficiale di Carnia, ha preso la parola Renato Garibaldi,
uno dei più attivi del neo Comitato per la Difesa Territoriale (il cui
simbolo è, non a caso, un gallo che di buon mattino dà la sveglia
alla Carnia), lo scopo del quale è quello di salvaguardare la Carnia da
tutti i pericoli incombenti sul suo territorio. Garibaldi ha battuto il
versante storico-paesaggistico della questione,
sostenendo che l’elettrodotto verrebbe innanzitutto a sfregiare irrimediabilmente
i giacimenti culturali di tutta la valle, che noi contemporanei abbiamo
il sacrosanto dovere di conservare e di tramandare ai posteri così come
è stato conservato e tramandato a noi, pena la perdita progressiva della
nostra identità di popolo. E’ stata quindi la volta della precisa relazione
di Michela Mecchia, di Zuglio, la quale ha presentato praticamente
la sua tesi di laurea: l’elettrodotto nella
Valle del Bût. Questo intervento molto tecnico e corredato da molte diapositive
esemplificative, ha riscosso una amplissimo consenso sia per la sua chiarezza
che per la dimostrata conoscenza dei vari aspetti del problema. Ha poi
portato il suo contributo Agnese Del Negro di Sutrio, la quale
ha svolto un argomento a latere: l’energia alternativa
e rinnovabile che l’Italia, con il sovraprezzo termico esistente fin dal
1991, avrebbe potuto sviluppare e diffondere (pannelli solari, sistemi
fotovoltaici …) e che invece non è stata realizzata: anche questo mancato
risparmio è da imputarsi alle scelte politiche effettuate in questi ultimi
15 anni. E’ stata quindi la volta di Stella Englaro, di Paluzza,
che ha trattato l’argomento, assai atteso, dell’impatto dell’eventuale
elettrodotto (aereo o interrato) sulla salute
dei cittadini, spiegando in maniera accessibile al vasto pubblico
gli effetti dannosi diretti-immediati e quelli cronici a lungo termine
dei campi magnetici (difficilmente
schermabili), presenti, seppure con diversa tipologia di picco, sia con l’elettrodotto aereo che con quello interrato.
Ha preso la parola poi il sindaco di Paluzza, Vezzi, che ha ribadito
la propria personale contrarietà all’opera in questione ed ha portato
il saluto e la solidarietà del sen. Moro (LN), fisicamente impossibilitato
ad essere presente stavolta alla riunione (aveva già partecipato alle
precedenti assemblee di Tolmezzo, Sutrio e ad altre) perché impegnato
a Roma, il quale ha garantito il suo pieno appoggio alla lotta dei carnici
(dell’altro parlamentare carnico, Lenna di FI, nessuno sa nulla, pochi
conoscono la sua faccia e mai ha partecipato ad alcuna di queste assemblee).
Il presidente della CMC Not (Margherita) ha poi chiarito la pozione
contraria della CMC riguardo al manufatto aereo, lasciando
però (purtroppo) intravedere possibili aperture per quello interrato;
ha invece stigmatizzato la eccessiva e sospetta fretta romana nella convocazione
delle parti per l’ audizione. E’ stata quindi la volta dell’assessore
regionale Enzo Marsilio (di Sutrio) - Margherita, unico esponente
della Regione FVG presente in aula; gli altri 3 consiglieri regionali
carnici: Petris (DS), Martini (Margherita), Della Pietra (DS) erano assenti,
come lo sono stati sempre (fatto gravissimo) nelle precedenti riunioni
svoltesi nei diversi paesi della valle, dimostrando così scarsissima sensibilità
politica nei confronti dei propri elettori, posti di fronte a problematiche
importanti e lasciati soli. Purtroppo Marsilio, il cui intervento è stato
più volte contestato dal foltissimo pubblico spesso con toni anche fortemente
polemici, ha svolto un intervento prettamente “istituzionale”,
ribadendo il concetto che il parere della Regione FVG (che non è stato
ancora ufficialmente espresso!) è solamente consultivo e riguarderebbe
esclusivamente la compatibilità dell’elettrodotto con la normativa vigente,
insomma quasi un atto notarile privo di responsabilità politica (in
effetti non è così perchè, dopo
la bocciatura da parte della Cassazione del Decreto Marzano in quella
parte dove il potere centrale si attribuiva competenze non sue sottraendole
all’Ente locale, ora la Regione ha piena responsabilità nel senso che
spetta ad essa concedere il nullaosta. Non solo, ma proprio nello stesso
giorno 4 novembre è stato depositato al Ministero un altro progetto per
un elettrodotto interrato, come risulta sia dalle dichiarazione del sen.
Moro a VTC il 5.11.05 sia dalla stampa locale MV del 6.11.05). Ed
è stato questo atteggiamento “istituzionalistico” che non è affatto piaciuto
al pubblico, che a gran voce ha più volte tentato di “stanare” (invano)
Marsilio richiedendogli una presa di posizione netta e precisa, coerente
con la sensibilità della gente che lo ha votato. Ha preso poi la parola
il presidente del Consiglio Provinciale di Udine, D’Andrea (LN)
che ha letto l’odg della Provincia di Udine, in cui si esprime un parere
nettamente contrario all’elettrodotto. E’ quindi intervenuto il
presidente SECAB e sindaco di Treppo e vicepresidente CMC, Cortolezzis
(DS), che ha portato l’esempio della cooperativa elettrica di Paluzza
(che fornisce energia elettrica in Valle a quasi metà prezzo Enel) come
fattore di sviluppo sostenibile in Carnia, cui si deve guardare con ottimismo
e fiducia. Cortolezzis non ha però riferito di essere anche co-autore
di una (incauta) proposta per dare vita ad una cordata tra SECAB-CMC-Cartiera
BURGO (vedi a tal proposito il precedente intervento di Francesco Maieron)
per realizzare l’elettrodotto interrato da posizionare sotto una
futura pista ciclabile, come se il fortissimo campo magnetico soprastante
scomparisse con l’interramento dell’elettrodotto! Ha preso poi la parola
il rappresentante di Legambiente, Lepre, il quale ha posto l’accento
sull’iter burocratico in corso, chiedendosi a che punto sia attualmente
la procedura di avvio dell’opera ed insistendo sul fatto che questo aspetto
è di capitale importanza per sapere se si è ancora in grado di riuscire
fermare il treno in corsa oppure no. Il rappresentante di Italia Nostra,
Tassotti, ha preso di contropiede la platea ed ha chiesto: “Se le
Ferriere Pittini fossero a Tolmezzo (anziché a Osoppo) ci sarebbe ugualmente
questa mobilitazione contro l’elettrodotto?” Avutane una tentennante risposta
affermativa, si è scagliato contro il cataclisma silenzioso che in Carnia
dura da quasi 50 anni: il Tagliamento prosciugato per 50 km dalla ENEL-SADE e mai
più restituito alla sua natura di fiume, tra la generale indifferenza
di centro, destra e sinistra. Su questo aspetto Tassotti ha richiesto
mobilitazione e solidarietà. Applausi. Il presidente regionale del WWF
ha poi svolto un importante intervento centrato sulla cosiddetta “legalità formale” contro cui occorre una azione politica
regionale chiara e determinata: anche il Tagliamento è stato prosciugato
“legalmente”, ma era opportuno, utile, saggio, salutare farlo? Su questa
falsariga, occorre battersi anche contro l’elettrodotto. Applausi. Il
consigliere provinciale Corleone (Verdi-Colomba) ha sviluppato
una accalorato intervento (molto applaudito) invitando la classe politica
regionale di maggioranza a darsi una mossa e a fare
davvero politica e non solo pandette ritrite, riprendendo o sconfessando
i funzionari infedeli o eventuali colleghi recalcitranti; ha sollecitato
tutti ad una presa di coscienza consapevole e militante, ben sapendo che
se oggi passerà “un” elettrodotto, domani passerà di tutto: allora sì
che la Carnia sarà una “aspra e deserta montagna” come sta scritto
sulla fuorviante relazione allegata al progetto di Pittini, cui era dedicato
uno degli striscioni “Pittini è lento, la Carnia è rock” (Corleone ha
avuto la lungimirante prontezza di distribuire in sala il suo periodico
“L’arco in cielo” concepito tutto sui problemi di Carnia: peccato solo
che il numero fosse quello del novembre 2004!). Il sindaco di Ravascletto,
De Crignis, ha incentrato il suo contributo invitando tutti ad aiutare
Marsilio nel portare avanti le istanze della Carnia, ma non ha detto in
quale modo aiutarlo, visto e considerato che Marsilio conosce alla perfezione
ormai quale sia lo stato d’animo dei suoi elettori. Vi è stato qualcuno
che sottovoce ha anche suggerito a Marsilio le dimissioni, prima di perdere
capra e cavoli… Altri interventi successivi del pubblico sono stati diffusamente
apprezzati (Adami, De Prato…), specialmente quelli che hanno sottolineato
il fortissimo interesse personale (stimato in milioni di euro) che
ne deriverebbe per 16 anni a Pittini dalla vendita della energia in soprappiù.
Erano presenti vari sindaci, il presidente del comitato per la provincia
della Carnia, Gollino, il parroco di Paluzza, il direttore generale
SECAB ed il suo ex presidente, ed altre personalità tra il pubblico, che
tuttavia non hanno preso la parola.
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Le sensazioni
forti di questa animata assemblea, comunque vada a finire la
questione dell’elettrodotto, sono state le seguenti:
1. i partiti maggiori che, tradizionalmente sensibili
a queste problematiche, avevano inizialmente sostenuto la lotta e la mobilitazione
generale, si sono defilati alla chetichella, senza un perché o
un percome, quasi obbedendo forse a inconfessabili direttive superiori.
E’ assai triste, purtroppo duole rilevarlo…
2. la Carnia invece, al di là e oltre i partiti
politici, si è ricompattata come non succedeva più da decenni e
ha trovato una incredibile unitarietà di azione e di intenti attorno
ad un obiettivo preciso, individuabile, percepito come un grave pericolo
incombente. Questo risultato costituisce un traguardo ambizioso che nessun
altro motivo scatenante era finora riuscito a perseguire. Occorre adesso
non disperdere questo risultato, non metterlo in cassaforte né
cadere nella facile tentazione di indugiare ad ammirarlo, ma occorre farlo
fruttare, accrescerlo, moltiplicarlo in vista di nuove ed imminenti
lotte e mobilitazioni. Il problema ACQUA
POTABILE è già alle viste, con tutte le sue implicazioni: ci
esproprieranno dell’unico bene in nostro possesso, per appaltare
la gestione dell’acqua potabile ad un altro carrozzone politico
inutile vocato “Carnia Acque”, che diventerà il veicolo legale per portare
la nostra acqua nelle mani della pianura friulo-veneta, considerando che
Illy e Galan hanno già annunciato un unico gestore (come si evince
dal volantino distribuito dal Comitato Tutela Acque di Enemonzo).
Molto peggio che se gli arabi fossero oggi espropriati del loro petrolio!
La Carnia s’è desta finalmente e se finora i Carnici sono stati “calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi”,
ora occorre finalmente voltare pagina e convincersi che: solo l’UNITA’,
a prescindere dai partiti, potrà portare progresso civile e recupero
di dignità e di identità. E se i partiti non ci stanno perché temono di
essere scavalcati nella difesa della nostra Terra e di perdere così il
controllo sugli elettori, peggio per loro! Perderanno un’occasione unica
per dimostrare di stare dalla parte della gente.
E qui si inserisce
una seconda domanda, non certo peregrina: se la Carnia fosse PROVINCIA, sarebbe stato posto in essere questo tentativo
di sopruso? Si concretizzerebbe davvero il prossimo esproprio delle nostre
ACQUE? Ce n’è abbastanza su cui riflettere…
6.11.05
16.
Petizione del Comitato Alto-But
L'Elettrodotto
a 220 kV "WURMLACH-SOMPLAGO"
In vista dell'imminente Conferenza dei Servizi, i cittadini firmatari
della seguente petizione e il Comitato Alto-But contro l'elettrodotto
"Wurmlach-Somplago" (nella sua qualità di organismo portatore
di interessi diffusi, costituitosi, per spontanea riunione dei cittadini,
il 28/01/2005 nel COMUNE di PALUZZA) chiedono al Consiglio Regionale della
REGIONE FRIULI VENEZIA- GIULIA di esprimersi in modo chiaro, trasparente
e DEFINITIVO relativamente al suddetto progetto. Il comitato, a margine
della petizione, inoltra alla Regione le seguenti puntualizzazioni, osservazioni
inerenti il progetto presentato dall'ALPE ADRIA- ENERGIA SpA (ENEL PRODUZIONE
SpA; FERRIERE NORD SpA; VERBUND, gestore di rete austriaco).
Innanzitutto bisogna considerare la sproporzione fra le esigenze energetiche
dell'azienda del cav. Pittini e la potenza dell'elettrodotto (300MW, a
fronte di un utilizzo stimato, al rialzo,, intorno ai 100MW) ; infatti
il Comitato ritiene che la Ferriere Nord non abbia fornito, nel corso
delle assemblee pubbliche, sufficienti giustificazioni alla necessità
di una linea di 220kV a corrente alternata.
In seconda istanza è importante tener presente la portata del notevole
impatto ambientale e socio-economico che l'opera ha sul territorio interessato:
in particolare l'effetto visivo, relativamente al paesaggio, risulta pesante.
Nel comune di Paluzza, ad esempio, la linea, per buona parte del suo percorso,
attraversa il verde bosco, compromettendone inevitabilmente gli equilibri
naturali e faunistici (come anche dimostrato dallo studio di impatto ambientale);
nei tratti boschivi, poi, è prevista un'ingente opera di disboscamento
a raso (60 metri a valle ed altrettanti a monte). Infine, a giudizio del
Comitato, è decisamente inammissibile che una linea di tale portata
attraversi, devastandole, zone naturalisticamente e architettonicamente
tutelate.
I rischi alla salute, anche se non ufficialmente dimostrabili, sono da
considerarsi comunque fin troppo importanti. A riguardo la Legge Quadro
stabilisce che nell'esposizione continua a campi elettromagnetici ELF
non debbano essere superati gli 0,2 µT, che, per una linea della
tensione e della tipologia del presente elettrodotto, equivale a distanze
dal suolo ben maggiori dell'altezza media (29 m) prevista per i tralicci.
A margine è importante però osservare che una maggiore altezza
media dei sostegni alla linea avrebbe ancor maggiori ripercussioni sulla
bellezza paesaggistica delle località interessate. Numerosi studi,
non ancora ufficiali, indicano un'influenza diretta dei campi elettromagnetici
sull'incidenza delle leucemie infantili e sullo sviluppo di forme cancerogene
soprattutto nei soggetti più deboli. Studi più recenti hanno
anche messo in evidenza l'effetto dannoso dei campi elettromagnetici sul
sistema endocrino. Il diritto alla tutela cautelativa della salute, riconosciuto
in primis dalla legislazione europea (TRATTATO ISTITUTIVO DELL'UNIONE,
art. 174 comma 2), suggerirebbe anche che le distanze di sicurezza siano
mantenute non solo rispetto alle abitazioni, ma anche rispetto ad impianti
sportivi e luoghi frequentati da un numero significativo di persone.
Riguardo alla richiesta di soluzioni alternative di minore impatto paesaggistico
e salutistico (quale l'INTERRAMENTO dell'opera con una linea a corrente
CONTINUA che, possedendo un campo elettrico facilmente schermabile lungo
tutto il tracciato e un campo magnetico totalmente irrilevante, garantisce
una soluzione adeguata per le esigenze relative alla salvaguardia del
paesaggio e all'integrità psico-fisica delle persone) la Ferriere
Nord ha risposto con un perentorio diniego, adducendo la motivazione che
i costi e i tempi di esecuzione diventerebbero talmente grandi da non
potersi sposare con la necessità dell'azienda di produrre un utile
dalla realizzazione della suddetta opera.
1) L'impatto
ambientale
I membri del Comitato e, più estesamente, tutti i firmatari della
petizione vogliono con questa azione sottolineare tutta una serie di perplessità
sull'impatto che l'Elettrodotto Pittini avrà sulle località
caratteristiche della Valle del But e della Conca Tolmezzina.
Riguardo la realizzazione e l'utilizzo delle infrastrutture in progetto
bisogna evidenziare il loro impatto floristico e faunistico sul territorio
(dovuto alla deforestazione e al passaggio di uomini e mezzi), sul suolo
(dovuto alla sottrazione per lungo tempo di terreno boschivo e agricolo),
sull'habitat nel suo complesso (disturbo e nocività per la fauna
a causa del movimento di uomini e mezzi durante i lavori e le eventuali
manutenzioni, danneggiamento di specie avicole per la presenza di conduttori
aerei, effetti dannosi all'avifauna durante le migrazioni e influsso dei
campi elettromagnetici sul loro sistema di orientamento; senza contare
che i lavori dovrebbero essere interrotti nei periodi di riproduzione
di tutte le specie); infine il rischio di nocività dell'opera non
è limitato solo agli esseri umani ma anche alle diverse specie
animali presenti al suolo e sugli alberi.
2) L'impatto
socio-economico
Il Comitato invita la Regione a valutare attentamente l'impatto socio-economico
che la realizzazione di questo elettrodotto potrà avere sulle località
da esso interessate. La linea, nel suo insieme, rischia di danneggiare
attività economiche già sviluppate lungo tutta la Valle
del But; esiste infatti in questa zona un fiorente agriturismo di tipo
naturalistico che si basa, però, su un paesaggio non deturpato
da insediamenti industriali e costruzioni particolarmente invasive. Ovviamente
la realizzazione dell'elettrodotto presentato dall'Alpe Adria- Energia
SpA non danneggerebbe solo gli operatori turistici che si trovano sul
suo percorso, ma svaluterebbe l'intera zona, creando ingenti danni economici
a tutto il settore, con una potenziale influenza negativa su un indotto
turistico tutt'altro che trascurabile. Infatti al danno apportato al turismo
si accompagnerebbe tutta una serie di effetti negativi secondari: quali
quelli relativi alle attività ad esso collegate (l'artigianato,
in primis, e la coltivazione di prodotti biologici in loco), nonché
quelli relativi al valore generale delle località caratteristiche
(in particolare, elemento non trascurabile, la riduzione del valore immobiliare
delle abitazioni situate nella zona).
E' chiaro che in presenza di un danno accertato, i cittadini saranno autorizzati
a chiedere agli enti responsabili un adeguato risarcimento. Sebbene sul
piano legale la richiesta di risarcimento verrebbe rivolta al diretto
"colpevole" del danno, cioè la Ferriere Nord, ciò
non annulla la responsabilità politica degli enti pubblici che
autorizzano il danneggiamento di ambienti naturali ed interessi economici
(già presenti!) sulla propria giurisdizione.
In conclusione, il Comitato sottopone la suddetta PETIZIONE, sottoscritta
da PIU' DI 1000 PERSONE residenti in Regione, e tutti gli elementi emersi
in queste poche righe all'attenzione della REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA,
invitandola ad utilizzarli per esprimere parere negativo al progetto presentato
dall' ALPE ADRIA- ENERGIA SpA. Infine, una maggiore attenzione ai nuovi
progetti relativi alla costruzione di elettrodotti, e con particolare
riguardo a quello in questione, anche a tutela dei diritti e degli interessi
dei cittadini e dell'ambiente, da parte dell'AMMINISTRAZIONE REGIONALE,
è non solo auspicabile, ma bensì assolutamente necessaria.
09/11/2005
Il Comitato Alto-But contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago"
(Conferenza
stampa tenutasi nella sala riservata alla Presidenza del Consiglio Regionale
FVG, alla presenza del pres. Tesini)
(Osservazioni allegate alle 1060 firme raccolte)
17.
A Roma Rinviata la Conferenza di Servizi sull'Elettrodotto
COMUNICATO
Buone notizie
da Roma. A causa dell'incompletezza della documentazione presentata dai
proponenti (Alpe Adria s.p.a.) e dell'assenza di 3 rappresentanti della
Regione (sic!) la conferenza dei servizi che doveva decidere su futuro
dell'elettrodotto Pittini-Fantoni è stata aggiornata a data da
destinarsi.
Soddisfazione da parte del nostro movimento; un successo dovuto al costante
impegno del Comitato per la difesa del territorio in sintonia con la Comunità
Carnica ed i suoi sindaci.
Senza questi ultimi, infatti, le preponderanti forze avversarie che vedono
in campo i potentati economici regionali ed una trasversale quanto inusuale
alleanza tra governo romano e triestino, avrebbero avuto la meglio.
Invece la piccola, ma tenace Carnia, ha resistito oltre ogni aspettativa.
La popolazione intera, con l'appoggio della chiesa locale e l'adesione
di tutti i sindaci del territorio, ben rappresentata da un gruppo di giovani
combattivi e determinati, ha avuto la meglio nonostante l'opposizione
della potente Giunta regionale che con questa operazione ha dimostrato
l'assoluto disinteresse verso la popolazione di un intera Comunità.
Il presidente Illy ha sfatato ogni dubbio circa le accuse mosse da vari
fronti di gestire la Carnia come terra di frontiera, quasi una palla al
piede per gli interessi superiori della Regione Friuli V.-G.
Il Comitato, vera e diretta espressione del sentire popolare, esprime
il proprio disprezzo per il rimpallo di responsabilità apparso
a turno sui mezzi di informazione dove diversi politici si sono scontrati
non sul merito della vicenda, ma solo sulle presunte responsabilità
dell'avversario politico. E' uno spettacolo indegno che sulla pelle della
gente si cavalchi la tigre della protesta e non escano invece degli impegni
e proposte serie.
Superato per il momento il problema dell'elettrodotto, il comitato intende
impegnarsi per un obbiettivo più ambizioso, ma necessario e cioè
riportare al territorio ed ai tecnici la competenza per le scelte che
ci riguardano.
Siamo intenzionati a restituire alla Carnia il suo ruolo centrale di terra
di frontiera e quindi di scambio, di arricchimento e cassaforte di valori
etici, storici, culturali e naturalistici e togliere alle segreterie dei
partiti le decisioni che riguardano questo straordinario ed unico territorio
ed il suo Popolo.
Invitiamo infine il nostro Assessore Marsilio a prendere una posizione
non equivoca e a decidere finalmente se anche lui è radicato ai
piani alti o è con la gente, cominciando proprio dalla sua gente.
Renato Garibaldi
In rappresentanza
del Comitato per la difesa del territorio * in via Musers 5/7 a Cercivento
0433 778822 - fax 0433 92330 - 335 6688333
18.
Un intervento dal nostro FORUM
Vi
chiedo gentilmente di perdere due minuti per leggere alcune considerazioni
sui nuovi elettrodotti transfrontalieri di
alta tensione in progetto (sono 22 di cui 16 con
il confine austriaco). Il concetto che secondo me è molto pericoloso, è che
si conceda la PUBBLICA UTILITA’ per la costruzione di infrastrutture
su proprietà private a chiunque ne abbia
le risorse finanziarie e ne faccia richiesta; di fatto
però, essendo le infrastrutture costruite ed utilizzate in via quasi
esclusiva (e totalmente esclusiva per alcune, quelle non collegate
alla rete nazionale) di interesse pubblico non sono, in quanto:
Da recenti articoli sui quotidiani e televisioni locali, sembrerebbe che i
bilanci di tali aziende non siano mai stati positivi come in questo periodo.
1) le aziende dicono agli enti preposti (Comuni e Regioni) che c’è il
rischio, per i costi troppo alti dell’energia, di delocalizzare la produzione dei propri prodotti, ma
così facendo di fatto si delocalizza la produzione
di elettricità verso altri paesi, dove si risparmia sulle tutele dei
lavoratori e sulla sicurezza degli impianti (soprattutto nucleari);
2) le aziende si lamentano degli elevati
costi dell'energia: propongano attraverso le proprie associazioni progetti
in Italia, e visto che sono così bravi, la producano
a un costo inferiore o uguale a quella dei paesi dai quali vogliono
rifornirsi, sostenendo così l'occupazione nei luoghi dove questa viene consumata.
3) creano una concorrenza sleale (e
quindi si và contro ai regolamenti europei) nei confronti delle aziende
che non possono investire tali quantità di denaro o che trovandosi molto
più lontane dai confini, dovrebbero investire molto di più per ottenere minori
vantaggi economici, anche perchè le linee poi vanno mantenute e hanno delle
perdite; certe aree del paese, già depresse si troverebbero ulteriormente penalizzate;
come mai l’antitrust non interviene?
4) tali
aziende si prendono in esclusiva una quota parte di energia pregiata a basso
costo (dovuto a un basso costo intrinseco di produzione
legato all'idroelettrico, al carbone o alla basso costo della manodopera
dei paesi dell'est e della produzione nucleare) senza passare per
i meccanismi degli enti preposti che ne assegnano secondo criteri
equi di anno in anno una "fetta" in modo che a beneficiarne
siano, con dovute proporzioni, il maggior numero possibile di clienti
industriali e privati, togliendo di fatto questa possibilità al resto
dei possibili beneficiari, fra cui i comuni cittadini.
5) nel caso di linee ad uso esclusivo, non si incrementerebbe la
concorrenza (e quindi una riduzione di prezzi anche per tutti i clienti
finali) nel paese nel quale viene consumata, in quanto i produttori locali
non avrebbero un collegamento fisico con il consumatore e ciò va contro gli
attuali regolamenti europei allegati.
6) Se
a livello nazionale andassero in porto tutti i progetti di interconnessione
e gli scambi transfrontalieri (15.000 MW), la
rete non sarebbe in grado in assorbire tutta l'energia che
tali collegamenti permetterebbero di importare e, considerando anche
i progetti di costruzione di linee e centrali, ci sarebbe un eccesso
di produzione, con il rischio di chiudere centrali esistenti
e di licenziare lavoratori.
7) I
tracciati di tali linee potrebbero essere d’intralcio a futuri elettrodotti realizzati
al servizio della collettività da
parte del gestore della rete nazionale, penalizzando ulteriormente
i comuni cittadini.
8) sull’articolo
del sole 24 del 07/12/2004 allegato che cita le nuove delibere europee
già aventi forza di legge, a pagina 2, si dice che i collegamenti transfrontalieri
sono concessi in monopolio al sistema pubblico e solo eccezionalmente, su specifica esenzione di Bruxelles, possono
essere concessi a privati; il recente decreto Scajola è stato
quasi creato ad hoc per aggirare (e noi Italiani siamo specialisti
a fare questi “imbrogli”) l’ostacolo imposto dall’Europa che giustamente,
essendo una grossa infrastruttura che coinvolge fra l’altro due nazioni
deve “vigilare” affinché non si creino concorrenza sleale, disparità,
e siano al servizio della collettività.
9) In
Friuli, a Torviscosa, è in fase di ultimazione una grossa centrale
da 800MW, che incrementerà notevolmente la sicurezza del sistema
elettrico e garantirà un surplus di produzione
rispetto ai consumi della regione.
10) Sarebbe interessante se, per la realizzazione dell’elettrodotto,
si utilizzassero fondi europei: della serie facciamoci del male da soli.
11) Se
il risparmio è del 30% e la somma delle “bollette” delle due
ditte è di circa 80 milioni di euro, il riparmio è di 24 milioni di
euro, circa 50 miliardi delle vecchie lire ogni anno; il
costo dell’intera linea che si ripaga in un anno e per i successivi
tali soldi restano in tasca: di fronte a queste cifre, si
può capire la “pressione esercitata a livello politico” e che l’indennità ai
Comuni è una presa per i fondelli; sarebbe interessante
conoscere le cifre ridicole di indennizzo ai proprietari, rapportate
alla entità dell’”affare”.
12) E’ evidente che questo è un grossissimo
affare senza alcun rischio; solo uno stupido non investirebbe
50 sapendo che in 10 anni mi rientrano 500!!! E’ sufficiente avere una grossa
disponibilità finanziaria, l’appoggio delle banche e magari anche
la complicità di qualcuno che crea decreti ad personam e questo in molti lo
hanno capito; perché provocatoriamente ognuno non presenta un progetto e
vediamo se la regione ha il coraggio di bocciarlo?
13) E’ chiaro
che se fosse possibile tutti si rifornirebbero di energia all’estero, dove
costa meno e in tal caso la produzione in Italia potrebbe tranquillamente
andare a zero, con tutti i rischi del caso, sia per la dipendenza,
che per la sicurezza del sistema; ho come l’impressione che
si cerchi di bypassare alcune regole, forti di una posizione che ha
il potere di modificarle; il recente decreto Scajola di fatto aggira
un vincolo della comunità Europea che dovrebbe dare un parere vincolante
nel rilascio delle autorizzazioni per linee Transfrontaliere e forse
si potrebbe impugnare alla corte di giustizia.
14) spero
che sull’energia consumata in Italia e importata
dall’estero, si paghino le accise e
le cosiddette Componenti A (oneri generali del sistema) UC e MCT che
pagano tutti gli altri utenti.
15) Chissà che
a breve a qualcuno non venga in mente di autorizzare
anche metanodotti, oleodotti o autostrade private!
16) sono
state definite da poco tariffe di trasporto uniche a livello
europeo per gli scambi transfrontalieri, che mettono al riparo i singoli
stati membri (e quindi gli utenti piccoli e grossi) da “colpi di testa “ dei
singoli gestori.
17) in recenti interviste gli amministratori delegati delle più grandi
aziende produttrici di energia elettrica del nostro paese, hanno dichiarato
che le bollette Italiane potranno diminuire nei prossimi 3-4 anni di un
20-30%, grazie all’ammodernamento delle vecchie centrali termoelettriche che
passando alla tecnica del ciclo combinato, possono incrementare il loro
rendimento del 15% e soprattutto grazie allo sfruttamento di combustibili di
minor costo, allineandosi così alle tariffe europee (e non si vede allora perché rifornirsi all’estero, impoverendo il sistema
industriale italiano).
18) Sul
Sole 24 ore del 18/03/2005 a pag 16, si afferma che “ha ripreso vigore
la nostra capacità di riserva di produzione di energia elettrica “che
ora è al 16%, che nel 2008 sarà al 26% e
che il problema di capacità sembra superato, anzi, “per Del Ninno (EDISON)
con i nuovi impianti c’è il timore di un eccesso
di disponibilità”.
19) sulla
Staffetta Quotidiana del 16/03/2005 pag.5, De Luca, direttore Generale
Assoelettrica ha dichiarato che tra il 2004 e il 2007 l’incremento netto
di potenza in Italia sarà pari a 14739 MW, il 62% al Nord, e il 38%
al sud: il problema ad oggi non è pertanto la mancanza di capacità di
generazione; Storace (direttore generale business area Power Enel)
dice che il settore elettrico italiano è al momento in salute.
Ne è una dimostrazione quanto accaduto in queste ultime settimane:
nonostante il freddo, con il conseguente aumento di consumi, e il taglio
di importazioni dalla Francia, nell’ordine di 1500-2000 MW, il sistema “ha
retto bene, un po’ di sovracapacità quindi già c’è”; mai come oggi
sembrerebbero sbagliati i tempi per concedere a privati l’autorizzazione
a costruire impianti in esclusiva, che impoveriscono il paese
di origine e lo rendono più esposto e vulnerabile: in caso di difficoltà nel
paese che esporta energia, sicuramente questo penserebbe prima
a se stesso, e senza un’adeguata riserva di combustibili e di produzione
in Italia ci troveremmo di nuovo al buio senza possibilità di ripartire,
essendo non autosufficienti come produzione e come scorte di combustibili.
20) sulla
staffetta quotidiana del 12 aprile 2005 a pagina 2, si legge che nel
mese di marzo, l’import dell’energia è aumentato di ben il 13,2%, grazie
al nuovo collegamento (con una sola infrastruttura) San Fiorano-Robbia.
21) il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, assieme al Presidente
del Consiglio ha appena inaugurato il nuovo elettrodotto a 380kV S.Fiorano
Robbia, con una capacità di importazione di 1100MW (+15% di energia importabile,
una unica infrastruttura che potenzialmente trasporta 5 volte l’energia dell’elettrodotto
a doppia terna), che ha notevolmente incrementato la sicurezza del sistema
elettrico Italiano ed Europeo e che porterà in Italia energia ad un costo
più basso, contribuendo ad abbassare le tariffe (vedi comunicato stampa
allegato).
22) il
Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale ha
inoltre in progetto i seguenti elettrodotti transfrontalieri con
le stesse enormi potenzialità di quello sopraccitato (disponibili sul
sito):
ITALIA
FRANCIA: Piossacco-Grand’lle- linea a 380kV
ITALIA
AUSTRIA: Area Veneto Est-Lienz linea a 380kV
ITALIA
SLOVENIA: Udine-Okroglo linea a 380kV
ITALIA
SVIZZERA: Villeneuve-Avise- linea a 220kV
ITALIA
AUSTRIA: Prati di Vizze(BZ)- Steinach linea a 132 kV.
23) Le
linee progettate dal GRTN hanno lo scopo,
diversamente da quelle dei privati, di migliorare
la qualità, la continuità, la sicurezza e la stabilità del sistema
elettrico, garantendo parità di trattamento
a tutti i clienti che hanno la necessità di accedere alla rete, senza
disparità tra nord e sud, tra chi è vicino ai confini e chi è lontano
e dovrebbe essere l’unico organo indipendente che pianifica, progetta
e costruisce elettrodotti AT, che sì, in questo caso possono essere
definiti di pubblica utilità, in
quanto non al servizio di singoli che
progettano impianti solo per i propri interessi ma della collettività;
lasciamo fare queste grandi opere agli enti preposti “creati” per tali
obiettivi, che guardano le esigenze del sistema, non del singolo, in
modo che tutti ne possano beneficiare.
24) esistono
già due linee ad alta tensione che arrivano
a ridosso dei confini (Tarvisio e Paluzza) che sono sicuramente “scariche”: perché non
sfruttare le infrastrutture già esistenti per collegarsi oltreconfine e
migliorare anche la qualità del servizio delle vallate che attraversano,
garantendo la doppia alimentazione in caso di guasto, invece di effettuare
nuovi collegamenti che non avrebbero questi vantaggi per i paesi attraversati?
Senza una attività di coordinamento della politica energetica a livello regionale,
si rischia un proliferare di linee e infrastrutture costruite e sviluppate
in proprio dalle aziende per non dipendere da altre: è come se ognuno, per
non pagare il pedaggio in autostrada o il trasporto dei materiali tramite ferrovia,
si costruisse una strada o una ferrovia per proprio conto e la regione
per poterla costruire la dichiarasse di pubblica utilità, cosa
francamente che persone ragionevoli e mature, nel rispetto della collettività che
rappresentano non si sognerebbero di fare.
Se effettivamente c'è la necessità, ed evidentemente non la si può negare,
di eseguire dei collegamenti che abbiano lo scopo primario non di creare posizioni
dominanti ma di stimolare la concorrenza nei mercati interni e di migliorare
la continuità e la qualità del servizio a tutti i cittadini e alle industrie, deve essere si lo Stato in generale ma soprattutto
la regione a livello locale con la propria struttura a farsi promotrice e raccogliere
tutte le richieste degli industriali, dei privati e degli attuali proprietari
delle reti elettriche, in maniera tale da realizzare, con l'accordo del gestore
della rete nazionale dell'energia elettrica, dell'autority, del ministero delle
infrastrutture e delle attività produttive e delle amministrazioni locali,
delle infrastrutture uniche, gestite in maniera trasparente e a cui tutti possano
accedere senza discriminazioni pagando un "pedaggio", il vettoriamento,
così come succede quando si usa il treno o l'autostrada, per evitare il proliferare
di iniziative private che hanno tutti gli obiettivi al di fuori di quello di
creare un servizio di pubblica utilità, perchè sicuramente le scelte progettuali
non terrebbero conto di quelle che sono le necessità di migliorare il servizio
nelle aree attraversate e di ridurre i costi ai cittadini. Nel caso del confine
nord della nostra regione, una proposta ragionevole potrebbe
essere quella di una infrastruttura unica a 220kV con conduttori trinati a
doppia terna (potrebbe trasportare dai 400 ai 800MW) che sarebbe sicuramente
in grado da sola di trasportare tutta l'energia dei singoli progetti, collegandosi
in Austria poco altre confine e a Tarvisio nella attuale stazione (che è ben
visibile sulla strada che porta a Cave del Predil), da Tarvisio a Carnia potrebbe
seguire lo stesso percorso magari migliorandolo,
della attuale linea 130kV che corre lungo la Valcanale e ben visibile dall’autostrada
e quindi arrivare facilmente nella zona industriale di Rivoli di Osoppo o in
quella grossa cabina ad alta tensione che è ben visibile dall’autostrada in
località Buia. Certo l'investimento sarebbe superiore alle possibilità dei
singoli investitori privati, ma ne trarrebbero beneficio
anche tutti i comuni (risolvendo le criticità (vere o false) sollevate
praticamente ogni giorno sul giornale dal gestore della rete di Tarvisio) e
le aziende della Valcanale, si avrebbe una struttura nuova con un impatto ambientale
si maggiore della attuale (che potrebbe comunque poi essere demolita), ma in
un contesto dove sono già presenti una moltitudine di servizi (autostrada,
ferrovia, strada statale, metanodotti) e non in un contesto ambientale vergine;
e questo dovrebbe essere il compito della Regione: coordinare e fare
gli interessi di tutti, senza passare sulle teste di privati cittadini per “decreto”;
Sarebbe anche interessante e ad impatto ambientale quasi zero, utilizzare l'autostrada, cosi come hanno proposto
in Alto Adige (vedi articolo del sole 24ore) per realizzare un collegamento ad alta tensione in cavo sotterraneo a corrente
continua, collegamento che viene quasi incentivato dal regolamento
europeo e che potrebbe attestarsi in una delle tante grandi stazioni che
si vedono e che sono situate in prossimità dell' autostrada, e che renderebbe
un vero servizio a tutti.
La
sostanza è che ci deve essere un unico soggetto
che costruisce e che poi gestisca o dia in gestione reti tecnologiche
di proprietà della collettività e al loro servizio, per
evitare che, a chiunque privato ne manifesti la volontà, venga data
la possibilità di fare scempi sull'ambiente passando, con la complicità delle
istituzioni, in maniera forzosa sui diritti dei cittadini comuni.
19.
PRESENTATA LA PETIZIONE DEL COMITATO CONTRO L’ELETRODOTTO
MERCOLEDI’
9 NOVEMBRE 2005, ORE 13:30:
Il Comitato
Altobut contro l’elettrodotto “Wurmlach-Somplago” si
è presentato nell’ultimo giorno utile (giovedì 10
novembre, infatti, è cominciata la conferenza dei servizi) in Consiglio
Regionale per consegnare le numerose firme raccolte sul nostro territorio
contro l’opera che il cav. Pittini vuole realizzare. Accolti gentilmente
dai membri del consiglio i delegati del comitato hanno potuto discutere
sul futuro del nostro territorio e presentare le proprie motivazioni di
opposizione al progetto presentato dall’Alpe Adria-Energia S.p.a.
La discussione è stata costruttiva e ci si augura possa portare
la regione Fvg ad avere una posizione di contrarietà comune (e,
si spera, condivisa) con quella già espressa in più occasioni
dalla Comunità Montana della Carnia. A margine del dibattito si
è svolta anche una conferenza stampa. Ecco un‘estrapolazione
delle osservazioni allegate dal comitato alle firme raccolte e lette durante
la suddetta conferenza stampa.
<<Innanzitutto
bisogna considerare la sproporzione fra le esigenze energetiche dell’azienda
del cav. Pittini e la potenza dell'elettrodotto (300MW, a fronte di un
utilizzo stimato, al rialzo, intorno ai 100MW) ; infatti il Comitato ritiene
che la Ferriere Nord non abbia fornito, nel corso delle assemblee pubbliche,
sufficienti giustificazioni alla necessità di una linea di 220kV
a corrente alternata.
In seconda
istanza è importante tener presente la portata del notevole impatto
ambientale e socio-economico che l’opera ha sul territorio interessato:
in particolare l’effetto visivo, relativamente al paesaggio, risulta
pesante. Nel comune di Paluzza, ad esempio, la linea, per buona parte
del suo percorso, attraversa il verde bosco, compromettendone inevitabilmente
gli equilibri naturali e faunistici (come anche dimostrato dallo studio
di impatto ambientale); nei tratti boschivi, poi, è prevista un’ingente
opera di disboscamento a raso (60 metri a valle ed altrettanti a monte).
Infine, a giudizio del Comitato, è decisamente inammissibile che
una linea di tale portata attraversi, devastandole, zone naturalisticamente
e architettonicamente tutelate.
I rischi
alla salute, anche se non ufficialmente dimostrabili, sono da considerarsi
comunque fin troppo importanti. A riguardo la Legge Quadro stabilisce
che nell’esposizione continua a campi elettromagnetici ELF non debbano
essere superati gli 0,2 µT, che, per una linea della tensione e
della tipologia del presente elettrodotto, equivale a distanze dal suolo
ben maggiori dell’altezza media (29 m) prevista per i tralicci.
A margine è importante però osservare che una maggiore altezza
media dei sostegni alla linea avrebbe ancor maggiori ripercussioni sulla
bellezza paesaggistica delle località interessate. Numerosi studi,
non ancora ufficiali, indicano un’influenza diretta dei campi elettromagnetici
sull’incidenza delle leucemie infantili e sullo sviluppo di forme
cancerogene soprattutto nei soggetti più deboli. Studi più
recenti hanno anche messo in evidenza l’effetto dannoso dei campi
elettromagnetici sul sistema endocrino. Il diritto alla tutela cautelativa
della salute, riconosciuto in primis dalla legislazione europea (TRATTATO
ISTITUTIVO DELL’UNIONE, art. 174 comma 2), suggerirebbe anche che
le distanze di sicurezza siano mantenute non solo rispetto alle abitazioni,
ma anche rispetto ad impianti sportivi e luoghi frequentati da un numero
significativo di persone.
Riguardo
alla richiesta di soluzioni alternative di minore impatto paesaggistico
e salutistico (quale l'INTERRAMENTO dell’opera con una linea a corrente
CONTINUA che, possedendo un campo elettrico facilmente schermabile lungo
tutto il tracciato e un campo magnetico totalmente irrilevante, garantisce
una soluzione adeguata per le esigenze relative alla salvaguardia del
paesaggio e all’integrità psico-fisica delle persone) la
Ferriere Nord ha risposto con un perentorio diniego, adducendo la motivazione
che i costi e i tempi di esecuzione diventerebbero talmente grandi da
non potersi sposare con la necessità dell’azienda di produrre
un utile dalla realizzazione della suddetta opera.
[…]
In conclusione,
il Comitato sottopone la suddetta PETIZIONE, sottoscritta da PIU’
DI 1000 PERSONE residenti in Regione, e tutti gli elementi emersi in queste
poche righe all'attenzione della REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, invitandola
ad utilizzarli per esprimere parere negativo al progetto presentato dall’
ALPE ADRIA- ENERGIA SpA. Infine, una maggiore attenzione ai nuovi progetti
relativi alla costruzione di elettrodotti, e con particolare riguardo
a quello in questione, anche a tutela dei diritti e degli interessi dei
cittadini e dell'ambiente, da parte dell'AMMINISTRAZIONE REGIONALE, è
non solo auspicabile, ma bensì assolutamente necessaria.>>
In conclusione
è importante sottolineare che la petizione permetterà al
comitato di partecipare, il 29 di questo mese, ai lavori della IV COMMISSIONE
REGIONALE. Infatti in questa data la commissione si occuperà di
analizzare il progetto presentato dalla Ferriere Nord e dare quindi un
indirizzo generale che dovrà essere necessariamente preso in considerazione
dalla Giunta Regionale. L’appuntamento quindi è fondamentale
e noi non mancheremo!
Francesco
Maieron
(Comitato
Alto-But contro l’elettrodotto “Wurmlach-Somplago”)
20.
L'Elettrodotto in 25 diapositive
- Presentazione
- Come
nasce il progetto
- Motivazione
del progetto
- Obiettivi
del progetto
- Descrizione
del progetto
- Descrizione
del tracciato
- Tratto
italiano
- Descrizione
puntuale del tracciato
- Descrizione
puntuale del tracciato (continua)
- Aree
Paluzza Cercivento
- Aree
Sutrio-Arta-Zuglio
- Aree
Tolmezzo Cavazzo
- Vincoli
considerati
- Ipotesi
di alternative
- Simulazione
paesaggio
- Simulazione
paesaggio
- Programmazione
a livello regionale ed intermedio
- Quadro
normativo
- Quadro
normativo - dettaglio
- L'iter
autorizzativo
- Costruzione
di elettrodotti con tensione superiore a 150 kV
- Valutazione
di impatto ambientale
- Rapporti
con l'Austria
- Tratto
austriaco
- Procedura
autorizzatva austriaca
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