divider.gif (415 bytes)

Intendiamo spalancare questo nuovo balcon L’ANGOLO VERDE per ospitare tutti i contributi (scritti e fotografici) relativi ai problemi AMBIENTALI che riguardano la Carnia. Chiunque è sensibilizzato su questo tema, potrà trovare qui lo spazio adeguato per esporre le proprie idee e le proprie scoperte (o riscoperte) inerenti alla Carnia. Il primo di questi contributi proviene dalla Valle del But, dove il tema ambientalistico è stato ultimamente assai dibattuto.

Alfio Englaro   

Segnaliamo, sempre in tema ambientale, L'aghe un ben di vite, il bel lavoro svolta dalla scuola media di Paluzza inserito all'interno del nostro sito clicca qui


Gli interventi da n. 11 a n. 20

  1. Delibera comune di Gemona contro Elettrodotto
  2. Manifestazione a Paluzza del 30 aprile 2005
  3. Un serio pericolo per la nostra vallata
  4. Paluzza contro l'elettrodotto
  5. Uno storico 4 novembre
  6. Petizione del Comitato Alto But
  7. Elettrodotto: a Roma rinviata la conferenza di servizi
  8. Un intervento dal nostro FORUM
  9. Presentata la Petizione del Comitato contro l'Elettrodotto
  10. L'elettrodotto in 25 diapositive

 

Gli interventi da n. 1 a n. 10

  • Ambientalisti contro SECAB
  • SECAB Nuova centralina idrolettrica a Noiaris (Sutrio)
  • Un elettrodotto che nessuno vuole
  • Com'era verde la mia valle
  • Carnia unita contro l'elettrodotto
  • Carnia sfregiata
  • Cavallo di Troia
  • Elettrodotto: inizio della protesta
  • Elettrodotto: manifestazioni di protesta
  • Elettrodotto: presentazione del progetto in 12 diapositive

Torna agli ultimi interventi

 

11. Delibera del comune di Gemona contro l'elettrodotto

clicca qui per visualizzare la delibera

12. Manifestazione a Paluzza del 30 aprile 2005

DISCORSO LETTO IN PIAZZA IL 30 APRILE 2005 ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO L'ELETTRODOTTO, A PALUZZA (autore e lettore: Francesco Maieron)

Buongiorno a tutti cari concittadini di Paluzza, della Valle del But e più estesamente di tutta la Carnia. Il Comitato contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago" dell'AltoBut ha deciso di organizzare oggi un incontro con la popolazione per manifestare il suo e penso anche il vostro dissenso nei confronti del progetto presentato dalla ALPE ADRIA- ENERGIA spa. Questa cordata, il cui capofila, come risaputo, è la FERRIERE NORD del Cavalier Pittini assieme all'ENEL e ad un gestore della rete austriaco: la VERBUND, ha presentato ad ogni comune della nostra vallata un progetto per la realizzazione di una linea elettrica, in semplice terna, a 220 kV, lungo un tracciato di 45 km tra Austria e Italia. La parte più lunga del tracciato però insiste sul nostro territorio: l'elettrodotto, infatti, percorrerà il suolo italiano per circa 34,3 km, dal confine di Monte Croce Carnico fino alla stazione elettrica di Somplago, attraversando a mezzacosta la Valle del But (nei i comuni di Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta Terme, Zuglio) e la conca Tolmezzina (nei i comuni di Tolmezzo e Cavazzo); a Somplago poi la linea verrà connessa alla rete nazionale. Questa imponente opera trasporterà energia per una tensione nominale di 230 kV e una potenza di 300MVA, le campate saranno lunghe 300m e i suoi tralicci, alti fino a 61m, necessiteranno di una fascia di disboscamento a raso di circa 60m (30 a monte e 30 a valle). Disboscamento che, scontato sottolinearlo, avverrà in luoghi ricchi di flora e fauna, in località storiche di importanza inestimabile. La realizzazione di un'opera di tale grandezza e di tale invasività sul territorio comporta un impatto ambientale drastico sulle nostre terre e ne impedisce gli ulteriori sviluppi turistici e di salvaguardia dell'ecosistema, proiettando un'immagine negativa sui nostri territori. Senza contare poi i danni alla salute che l'esposizione ai campi elettromagnetici può comportare. Su questo punto però non esistono studi certi e definitivi, esiste però un'indagine portata avanti dalla procura di Venezia sulla nascita di agnelli e altri cuccioli deformi nei luoghi interessati dal passaggio di elettrodotti di notevole portata. Tutto ciò ovviamente non ci dà la ben che minima sicurezza sulla mancanza di pericolosità dei campi magnetici generati da queste linee: sorge infatti in noi il ragionevole dubbio su quanto siamo effettivamente protetti da questa minaccia. Per questo e per molti altri motivi il nostro comitato ha chiesto al Cavalier Pittini di rivedere il progetto relativo alla realizzazione di un elettrodotto aereo, proponendo soluzioni alternative, quali:
1. la realizzazione di una centrale in loco, vicino ai sui stabilimenti (per es. di biomassa)
2. oppure la realizzazione di un elettrodotto interrato lungo il tracciato SIOT su cui già agisce la servitù relativa all'oleodotto.
Un'opera, quest'ultima, che a parere del comitato è molto meno invasiva e inquinante della proposta aerea e fra l'altro va ad interessare una servitù già presente. La risposta che però ci è giunta dal nostro interlocutore è stata negativa e a tratti IRRIDENTE. Infatti i dirigenti della FERRIERE NORD hanno affermato, sia nell'incontro pubblico dello scorso febbraio che in una trasmissione televisiva su Telefriuli, di essere obbligati alla realizzazione di un elettrodotto aereo da una non ben definita autorità austriaca. Ora io mi chiedo come possa un'autorità straniera obbligare una società privata italiana a realizzare un elettrodotto in una data maniera sul nostro territorio; territorio, vivadio, interessato dalla nostra sovranità nazionale: si capisce chiaramente a questo punto che siamo giunti al gioco dei paradossi, dove il nostro interlocutore non avendo più argomenti improvvisa in modo, concedetemelo, grottesco!!
Battute a parte però la situazione in cui ci troviamo, purtroppo non è rosea: l'ALPE ADRIA ENERGIA sta percorrendo velocemente e in modo deciso le strade se pur "tortuose" della burocrazia italiana e lo scorso 8 aprile ha depositato in tutti i comuni della vallata il PROGETTO DEFINITIVO DI REALIZZAZIONE DI UN ELETTRODOTTO AEREO affinché gli enti locali interessati ne diano un parere. Noi membri del comitato invitiamo tutti i cittadini a consultare il progetto il prima possibile, e non oltre la data del 10 maggio (giorno in cui le amministrazioni comunali dovranno esprimersi). A consultarlo quindi e darne soprattutto un parere SFAVOREVOLE.
A questo proposito vorrei aprire una parentesi inerente le nostre amministrazioni locali: le invito cioè a dire di no assolutamente all'elettrodotto aereo perché la gente non lo vuole e soprattutto le invito a non CONTRABBBANDARE i 4 famosi DENARI per un elettrodotto come quello a cielo aperto che non ha il ben che minimo indennizzo adeguato se si guardano i danni che procura a tutti noi. Indennizzo poi che durerà solo per l'arco di tempo in cui Pittini usufruirà della linea, per poi estinguersi con la cessione al gestore italiano. Non è possibile quindi contrabbandare un finanziamento a termine con un eco-mostro che durerà per sempre, cadendo sulle spalle dei nostri incolpevoli figli.
Certo il Cavalier Pittini agita a riguardo la minaccia della delocalizzazione (in Cina probabilmente), ma noi rispondiamo: ammesso che la FERRIERE NORD potrà usufruire di questo elettrodotto all'80% per non più di 10 anni, poi cosa farà? Per meglio dire, cari amici, rimandiamo la "fuga verso l'est" di un decennio? Non credo che il gioco valga la candela, anche perché certezze non ce ne sono e non ne abbiamo mai ricevute in tal senso. In mezzo a tutto questo insieme di congetture, una certezza c'è però: la FERRIERE NORD non necessita sicuramente di tutta l'energia che richiede. Poco di un quinto è già sufficiente per il suo fabbisogno, e del resto che ne farà? Semplice, verrà venduta: ed è qui che si proiettano le ombre speculative, gli interessi nascosti che stanno dietro a TUTTA la RETORICA fatta finora sulla necessità di essere competitivi sul mercato dell'acciaio. In fondo si vuole solo vendere e speculare, ma ahimé sulla nostra pelle!! E soprattutto si vuole guadagnare molto e subito visto che il vero motivo per cui non si vuole realizzare un elettrodotto interrato sta nel fatto che i tempi per ammortizzare le spese di tale opera sarebbero doppi rispetto al progetto aereo presentatoci.
Ma ora apriamo il capitolo Unione Europea: cosa ci dice a riguardo la nostra cara Europa? Molte cose in verità, ne ho selezionate alcune, forse le più importanti:
1. innanzitutto, con numerose direttive e con il "Libro Verde", l'UE spinge gli stati membri a realizzare connessioni transfrontaliere, che però dovrebbero avvenire tra gestori nazionali e non tra un privato e un gestore; ma soprattutto dovrebbero essere progettate in accordo con le comunità territoriali locali
2. l'UE sostiene poi, con numerose direttive, la salvaguardia ambientale dei patrimoni faunistici e floristici degli stati membri
3. l'UE consiglia infine l'utilizzo di reti a corrente CONTINUA e NON ALTERNATA perché permettono un trasporto migliore e più efficiente; mentre l'ALPE ADRIA ENERGIA ha scelto la corrente alternata perché quella continua richiede una realizzazione più costosa e soprattutto linee obbligatoriamente interrate; e qua purtroppo riappare il solito discorso dei costi ridotti al minimo e del massimo profitto nel più breve periodo: pura SPECULAZIONE insomma!!
Il nostro governo purtroppo si è sempre espresso, anche nella persona del neo-ministro Scajola, in modo favorevole alla realizzazione delle reti transfrontaliere, ed ha approvato lo scorso dicembre un decreto che apre anche a progetti privati la connessione con il gestore della rete austriaca. Ciò è stato fatto allo scopo di rendere più veloce e agevole la realizzazione di queste "grandi opere".
Ma l'ente sovra-comunale che io ritengo doveva essere e deve essere maggiormente protagonista in questi anni nel contesto energetico del Friuli è proprio la nostra stessa amministrazione regionale; considerazione che faccio a prescindere da qualsiasi appartenenza politica. Io personalmente chiedo ora che i nostri rappresentanti in regione facciano poche ma chiare cose:
1. un PIANO ENERGETICO REGIONALE (PER) serio e tempestivo (visto che insieme alla Sicilia siamo l'unica regione d'Italia a non averne ancora approvato uno definitivo); un piano che impedisca, in una condizione di anarchia totale nel sistema energetico regionale, ai forti potentati di imporre la loro volontà sulle deboli amministrazioni e sui cittadini dei nostri territori; un piano che dia un indirizzo chiaro su come debbano essere realizzate le connessioni transfrontaliere con Austria e Slovenia
2. a riguardo mi chiedo perché non possa essere la nostra stessa regione, in accordo con il GRTN, a pensare di realizzare un'interconnessione con l'Austria senza dover sempre lasciare campo libero ai privati. Mi chiedo il motivo per cui non possa essere il nostro ente regionale a realizzare questo progetto, magari in modo consono alle necessità locali, visto anche, e lo ripeto, che l'UE spinge affinché siano gli stessi Gestori Nazionali a realizzare moderne ed efficaci interconnessioni, ma soprattutto progetti approvati collegialmente.
3. in ultima analisi non vedo perché la nostra regione non possa aderire al VAS (Valutazione Ambientale Strategica) come hanno già fatto ben 10 regioni italiane.
In ultima analisi vi sono ancora un paio di considerazioni da fare. Innanzitutto bisogna dire che la regione Friuli è autosufficiente dal punto di vista energetico: ad oggi produce il 103% di quanto consuma e con la realizzazione delle nuove centrali, che si stanno per ultimare, questa percentuale passerà circa al 130%. Non si capisce quindi la necessità di importare nuova energia.
Infine è importante segnalare che la ditta FERRIERE NORD ha aumentato nel 2004 la sua produzione (+8,4%) e quindi anche le sue vendite: è vero si che per il costo dell'energia vendutagli dall'ENEL ha perso quote di mercato in Francia e Germania, ma con l'apertura di nuovi mercati all'est (la stessa Cina innanzitutto) è riuscita abbondantemente a rifarsi su ciò che aveva perso. Anzi, alla fin fine, viste le percentuali di vendita, ha finito per guadagnarci.
Molte cose ancora avrei da dire, ma non voglio dilungarmi di più. In conclusione ritengo solo opportuno ricordare che la montagna è un territorio difficile, ma allo stesso tempo stupendo, ineguagliabile per bellezza e, credetemi, saremmo dei pazzi a non difenderlo fino alla fine con le UNGHIE, con i DENTI e con il CUORE. Fortunatamente la vostra numerosa presenza qui oggi mi dimostra che questa cosa si può e si deve fare!!

13. L'ELETTRODOTTO WURMLACH-SOMPLAGO Un serio pericolo per la nostra vallata


Il Comitato Alta Val But contro l'elettrodotto "Wurmlach- Somplago" vuole informare la gente dei nostri territori che la società ALPE ADRIA- ENERGIA Spa, una cordata formata dalla FERRIERE NORD Spa (capofila), dal'ENEL PRODUZIONE Spa e dal gestore austriaco VERBUND, ha presentato a tutti i comuni della vallata un progetto per la realizzazione di un elettrodotto aereo. Quest'opera sarà una linea di corrente alternata per interconnettere la rete austriaca con quella italiana; i cavi avranno una tensione nominale di 220 Kv e trasporteranno una potenza di 300 MW. I tralicci, che dovranno sostenere la linea, saranno alti in media 27m, ma la maggior parte di essi raggiungerà un'altezza di circa 60m: infatti la fascia di diboscamento lungo il suo tragitto è pari a 60m (30m a valle e 30m a monte). L'elettrodotto (lungo in tutto 45 Km) percorre i nostri territori per un'estensione di circa 35 Km dal Passo di Monte Croce Carnico fino alla centrale di Somplago, in cui viene connesso alla rete elettrica italiana. Pertanto i comuni interessati da quest'opera sono: Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta Terme, Zuglio (per la Valle del But), Tolmezzo e Cavazzo (per la Conca Tolmezzina). Molte sono le controindicazione relative alla realizzazione di questo elettrodotto: innanzitutto l'opera va a compromettere tutta una serie di progetti volti allo sviluppo turistico-ambientale del nostro territorio; poi la necessità di una fascia di disboscamento distrugge l'equilibrio, la bellezza dei nostri boschi e delle nostre montagne, insomma rovina per sempre il nostro bellissimo paesaggio. Molti sono infine i rischi relativi alla nostra salute creati dall'esposizione ai campi magnetici da parte di persone e animali: nulla però è certo a riguardo, vi è comunque il ragionevole dubbio che l'esposizione a tale inquinamento elettro-magnetico si assai nociva. La Ferriere Nord sostiene che la realizzazione di quest'opera è necessaria per diminuire i costi dell'energia che utilizza, rimanere concorrenziale sui mercati francesi e tedeschi e non essere costretta a delocalizzare nell'est. A ciò il nostro comitato vuole rispondere che la Ferriere Nord ricevere sulla "bolletta energetica" uno sconto già interessante da parte dell'Enel e che con l'apertura di nuovi mercati in Asia la ditta del Cavalier Pittini ha aumentato nel 2004 la sua produzione dell'8,4%: non si vede perciò questa impellente necessità di realizzare un'infrastruttura così invasiva sui nostri territori! La verità è che la Ferriere Nord necessita di una potenza nettamente inferiore a quanto ne richiede (50-70MW a fronte della volontà di ottenerne 300), e dell'eccedenza che ne farà? Riteniamo che questa verrà venduta ad altre aziende italiane approfittando della liberalizzazione del mercato dell'energia che avverrà a partire dal 2007. Risulta quindi chiaro che i nostri territori sono oggetto dell'interesse speculativo di un imprenditore che non dà alcuna garanzia occupazionale per il futuro dei propri dipendenti e che non ha alcun rispetto per la salvaguardia dei nostri territori. Il Comitato non si limita ad un rifiuto assoluto di ogni tipo di opera: infatti ha più volte proposto la realizzazione di un elettrodotto interrato a corrente continua lungo il tracciato dell'oleodotto SIOT, andando ad interessare una servitù già presente. In vari incontri abbiamo anche ipotizzato che sia un ente pubblico (Regione Friuli con Gestore della Rete Nazionale) ad occuparsi di tale realizzazione, permettendo così a più soggetti (non solo la Ferriere Nord) di usufruire dei vantaggi di tale interconnessione. Le risposte però finora sono state deludenti!! Ma, progetti alternativi a parte, il "macigno" che incombe ora sulle nostre teste è la proposta (unica reale) presentata l'8 aprile scorso dall'Alpe Adria- Energia ai nostri comuni, attraverso il Ministero per le Attività Produttive. Entro il 10 maggio ogni ente locale dovrà esprimere un proprio parere sul progetto. Possiamo farlo anche tutti noi: per cui INVITIAMO OGNI CITTADINO A RECARSI NELL'UFFICIO TECNICO DEL PROPRIO COMUNE, ENTRO TALE DATA, PER VISIONARE LA PROPOSTA ED ESPRIRE IL PROPRIO PARERE NEGATIVO!!
Contiamo sul vostro aiuto e sul vostro sostegno.
(Francesco Maieron, 20 aprile 2005)

14. PALUZZA CONTRO L'ELETTRODOTTO


Raccolti più di 800 pareri sfavorevoli al progetto presentato dall'Alpe Adria- Energia Spa
La scorsa settimana l'amministrazione comunale di Paluzza in collaborazione con il Comitato contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago" hanno raccolto ben 857 tra opposizioni e pareri sfavorevoli relativi alla realizzazione di una linea aerea di interconnessione transfrontaliera a corrente alternata di 220kV. Il progetto, presentato attraverso il Ministero per le Attività Produttive dalla società Alpe Adria- Energia Spa, di cui la Ferriere Nord è capofila, al comune di Paluzza, è stato ritenuto inadeguato per il notevole impatto ambientale e la forte incisività che impone sul territorio. In particolare la cittadinanza, dopo aver visionato il progetto nell'ufficio tecnico comunale, ha potuto esprimere il proprio dissenso in due forme: per i proprietari dei terreni interessati dal passaggio della linea è stata richiesta la firma di un protocollo generale di opposizione alla realizzazione dell'opera e all'esproprio per pubblica utilità che dovrà avvenire sui loro possedimenti; per i cittadini non interessati direttamente dal passaggio della linea vi è stata la possibilità di esprimere un libero parere sulla realizzazione dell'opera. Questo parere, con nostra soddisfazione, è stato SEMPRE negativo. I proprietari di attività commerciali, alberghiere e, più in generale, "turistiche" sono stati invitati a presentare una loro opposizione relativa alle conseguenze che l'elettrodotto potrebbe avere sullo sviluppo turistico-paesaggistico delle località di interesse storico ed ambientale presenti nel comune. Lo stesso Comitato ha presentato una propria opposizione a cui sono state allegate le 200 firme raccolte durante la manifestazione popolare tenutasi il 30 aprile 2005, proprio a Paluzza.
Il Comitato si ritiene entusiasta del risultato ottenuto: dopo l'incontro dello scorso 15 febbraio, tenutosi in sala San Giacomo a Paluzza, la già citata manifestazione del 30 aprile e le numerose interviste ad esponenti di spicco dell'amministrazione locale, molto seguite sull'emittente televisiva TeleAltobut, un ultimo attestato di stima per il lavoro svolto finora è stato dato dall'alto numero di pareri sfavorevoli raccolti. Per formulare un'obiezione infatti, oltre ad avere più di sedici anni ed essere muniti di documento identificativo, bisognava possedere una certa conoscenza e sensibilità riguardo alla materia trattata: in tal senso la popolazione del comune di Paluzza si è rivelata partecipe convinta e ben informata! Ciò dimostra ai membri del Comitato, creatosi alla fine dello scorso gennaio, che il lavoro fatto in questi ultimi mesi è stato proficuo e soddisfacente non sono negli attestati di stima ricevuti, ma anche, più concretamente, nei positivi riscontri ottenuti fra la popolazione e nella sua numerosa partecipazione agli eventi organizzati in questi ultimi giorni.
(Francesco Maieron, 20 maggio 2005)

15. Uno storico 4 NOVEMBRE

Carnia UNITA contro l’Elettrodotto

Il 4 novembre 2005 segnerà una tappa fondamentale nella storia contemporanea di Carnia, per i motivi che seguono:

1- Alle ore 17, davanti alla sede della Comunità Montana a Tolmezzo, centinaia di persone  di ogni ceto sociale e di ogni estrazione politica, provenienti da tutta la Carnia, hanno civilmente manifestato in occasione dell’incontro dei 28 sindaci, riuniti per stilare un impegno unitario nei confronti del costruendo elettrodotto. Questa pressione e sostegno psicologici dei cittadini nei confronti dei propri sindaci sono stati determinanti: all’unanimità i 28 sindaci di Carnia si sono espressi nettamente CONTRO l’ipotesi dell’elettrodotto aereo. Tale presa di posizione è stata quindi recepita dal presidente della CMC, Lino Not, che, implementata dei necessari rilievi tecnici, dovrà portarla il 10 novembre prossimo alla Conferenza dei Servizi di Roma, avente carattere interlocutorio, dove si affronterà questo cruciale problema insieme alle agenzie responsabili dei vari settori interessati. La delegazione che scenderà a Roma questa settimana, composta dal presidente della CMC, dai sindaci interessati e dai rappresentanti della Regione FVG, pur avendo un valore meramente consultivo, sarà tuttavia importantissima per fare sentire la voce autentica di Carnia nei saloni felpati del Palazzo romano, dove i “poteri forti” (banche e imprenditoria) con la silenziosa imbarazzante e (im)prevedibile complicità di talune forze politiche, sono “fortissimi”.

2- Alle ore 21, nella Sala San Giacomo di Paluzza, si è ritrovata una moltitudine di persone, molto attente e molto desiderose di sapere, la maggior parte delle quali non ha trovato posto a sedere; moltissimi sono anche rimasti fuori. Qui si è visto uno spaccato della Carnia intera con tutte le sue ansie e le sue preoccupazioni, soprattutto con la sua determinata voglia di reagire a quello che viene percepito come un sopruso. Qui si sono visti i giovani di Carnia, perché sono stati proprio loro il motore di questa opera di sensibilizzazione e di predicazione paese per paese, borgo per borgo, porta a porta (grande assente l’attempata nomenclatura politica locale). Qui si sono viste le giovani donne di Carnia, perché sono state loro le principali protagoniste ed artefici di una puntuale ed esauriente informazione (altro che quota rosa; è da ricercare piuttosto la quasi latitante quota celeste). Dopo il Carnorum Regio, divenuto ormai l’inno ufficiale di Carnia, ha preso la parola Renato Garibaldi, uno dei più attivi del neo Comitato per la Difesa Territoriale (il cui simbolo è, non a caso, un gallo che di buon mattino dà la sveglia alla Carnia), lo scopo del quale è quello di salvaguardare la Carnia da tutti i pericoli incombenti sul suo territorio. Garibaldi ha battuto il versante storico-paesaggistico della questione, sostenendo che l’elettrodotto verrebbe innanzitutto a sfregiare irrimediabilmente i giacimenti culturali di tutta la valle, che noi contemporanei abbiamo il sacrosanto dovere di conservare e di tramandare ai posteri così come è stato conservato e tramandato a noi, pena la perdita progressiva della nostra identità di popolo. E’ stata quindi la volta della precisa relazione di Michela Mecchia, di Zuglio, la quale ha presentato praticamente la sua tesi di laurea: l’elettrodotto nella Valle del Bût. Questo intervento molto tecnico e corredato da molte diapositive esemplificative, ha riscosso una amplissimo consenso sia per la sua chiarezza che per la dimostrata conoscenza dei vari aspetti del problema. Ha poi portato il suo contributo Agnese Del Negro di Sutrio, la quale ha svolto un argomento a latere: l’energia alternativa e rinnovabile che l’Italia, con il sovraprezzo termico esistente fin dal 1991, avrebbe potuto sviluppare e diffondere (pannelli solari, sistemi fotovoltaici …) e che invece non è stata realizzata: anche questo mancato risparmio è da imputarsi alle scelte politiche effettuate in questi ultimi 15 anni. E’ stata quindi la volta di Stella Englaro, di Paluzza, che ha trattato l’argomento, assai atteso, dell’impatto dell’eventuale elettrodotto (aereo o interrato) sulla salute dei cittadini, spiegando in maniera accessibile al vasto pubblico gli effetti dannosi diretti-immediati e quelli cronici a lungo termine dei campi magnetici (difficilmente schermabili), presenti, seppure con diversa tipologia di picco, sia con l’elettrodotto aereo che con quello interrato. Ha preso la parola poi il sindaco di Paluzza, Vezzi, che ha ribadito la propria personale contrarietà all’opera in questione ed ha portato il saluto e la solidarietà del sen. Moro (LN), fisicamente impossibilitato ad essere presente stavolta alla riunione (aveva già partecipato alle precedenti assemblee di Tolmezzo, Sutrio e ad altre) perché impegnato a Roma, il quale ha garantito il suo pieno appoggio alla lotta dei carnici (dell’altro parlamentare carnico, Lenna di FI, nessuno sa nulla, pochi conoscono la sua faccia e mai ha partecipato ad alcuna di queste assemblee). Il presidente della CMC Not (Margherita) ha poi chiarito la pozione contraria della CMC riguardo al manufatto aereo, lasciando però (purtroppo) intravedere possibili aperture per quello interrato; ha invece stigmatizzato la eccessiva e sospetta fretta romana nella convocazione delle parti per l’ audizione. E’ stata quindi la volta dell’assessore regionale Enzo Marsilio (di Sutrio) - Margherita, unico esponente della Regione FVG presente in aula; gli altri 3 consiglieri regionali carnici: Petris (DS), Martini (Margherita), Della Pietra (DS) erano assenti, come lo sono stati sempre (fatto gravissimo) nelle precedenti riunioni svoltesi nei diversi paesi della valle, dimostrando così scarsissima sensibilità politica nei confronti dei propri elettori, posti di fronte a problematiche importanti e lasciati soli. Purtroppo Marsilio, il cui intervento è stato più volte contestato dal foltissimo pubblico spesso con toni anche fortemente polemici, ha svolto un intervento prettamente “istituzionale”, ribadendo il concetto che il parere della Regione FVG (che non è stato ancora ufficialmente espresso!) è solamente consultivo e riguarderebbe esclusivamente la compatibilità dell’elettrodotto con la normativa vigente, insomma quasi un atto notarile privo di responsabilità politica (in effetti non è così perchè, dopo la bocciatura da parte della Cassazione del Decreto Marzano in quella parte dove il potere centrale si attribuiva competenze non sue sottraendole all’Ente locale, ora la Regione ha piena responsabilità nel senso che spetta ad essa concedere il nullaosta. Non solo, ma proprio nello stesso giorno 4 novembre è stato depositato al Ministero un altro progetto per un elettrodotto interrato, come risulta sia dalle dichiarazione del sen. Moro a VTC il 5.11.05 sia dalla stampa locale MV del 6.11.05). Ed è stato questo atteggiamento “istituzionalistico” che non è affatto piaciuto al pubblico, che a gran voce ha più volte tentato di “stanare” (invano) Marsilio richiedendogli una presa di posizione netta e precisa, coerente con la sensibilità della gente che lo ha votato. Ha preso poi la parola il presidente del Consiglio Provinciale di Udine, D’Andrea (LN) che ha letto l’odg della Provincia di Udine, in cui si esprime un parere nettamente contrario all’elettrodotto. E’ quindi intervenuto il presidente SECAB e sindaco di Treppo e vicepresidente CMC, Cortolezzis (DS), che ha portato l’esempio della cooperativa elettrica di Paluzza (che fornisce energia elettrica in Valle a quasi metà prezzo Enel) come fattore di sviluppo sostenibile in Carnia, cui si deve guardare con ottimismo e fiducia. Cortolezzis non ha però riferito di essere anche co-autore di una (incauta) proposta per dare vita ad una cordata tra SECAB-CMC-Cartiera BURGO (vedi a tal proposito il precedente intervento di Francesco Maieron) per realizzare l’elettrodotto interrato da posizionare sotto una futura pista ciclabile, come se il fortissimo campo magnetico soprastante scomparisse con l’interramento dell’elettrodotto! Ha preso poi la parola il rappresentante di Legambiente, Lepre, il quale ha posto l’accento sull’iter burocratico in corso, chiedendosi a che punto sia attualmente la procedura di avvio dell’opera ed insistendo sul fatto che questo aspetto è di capitale importanza per sapere se si è ancora in grado di riuscire fermare il treno in corsa oppure no. Il rappresentante di Italia Nostra, Tassotti, ha preso di contropiede la platea ed ha chiesto: “Se le Ferriere Pittini fossero a Tolmezzo (anziché a Osoppo) ci sarebbe ugualmente questa mobilitazione contro l’elettrodotto?” Avutane una tentennante risposta affermativa, si è scagliato contro il cataclisma silenzioso che in Carnia dura da quasi 50 anni: il Tagliamento prosciugato per 50 km dalla ENEL-SADE e mai più restituito alla sua natura di fiume, tra la generale indifferenza di centro, destra e sinistra. Su questo aspetto Tassotti ha richiesto mobilitazione e solidarietà. Applausi. Il presidente regionale del WWF ha poi svolto un importante intervento centrato sulla cosiddetta “legalità formale” contro cui occorre una azione politica regionale chiara e determinata: anche il Tagliamento è stato prosciugato “legalmente”, ma era opportuno, utile, saggio, salutare farlo? Su questa falsariga, occorre battersi anche contro l’elettrodotto. Applausi. Il consigliere provinciale Corleone (Verdi-Colomba) ha sviluppato una accalorato intervento (molto applaudito) invitando la classe politica regionale di maggioranza a darsi una mossa e a fare davvero politica e non solo pandette ritrite, riprendendo o sconfessando i funzionari infedeli o eventuali colleghi recalcitranti; ha sollecitato tutti ad una presa di coscienza consapevole e militante, ben sapendo che se oggi passerà “un” elettrodotto, domani passerà di tutto: allora sì che la Carnia sarà una “aspra e deserta montagna” come sta scritto sulla fuorviante relazione allegata al progetto di Pittini, cui era dedicato uno degli striscioni “Pittini è lento, la Carnia è rock” (Corleone ha avuto la lungimirante prontezza di distribuire in sala il suo periodico “L’arco in cielo” concepito tutto sui problemi di Carnia: peccato solo che il numero fosse quello del novembre 2004!). Il sindaco di Ravascletto, De Crignis, ha incentrato il suo contributo invitando tutti ad aiutare Marsilio nel portare avanti le istanze della Carnia, ma non ha detto in quale modo aiutarlo, visto e considerato che Marsilio conosce alla perfezione ormai quale sia lo stato d’animo dei suoi elettori. Vi è stato qualcuno che sottovoce ha anche suggerito a Marsilio le dimissioni, prima di perdere capra e cavoli… Altri interventi successivi del pubblico sono stati diffusamente apprezzati (Adami, De Prato…), specialmente quelli che hanno sottolineato il fortissimo interesse personale (stimato in milioni di euro) che ne deriverebbe per 16 anni a Pittini dalla vendita della energia in soprappiù. Erano presenti vari sindaci, il presidente del comitato per la provincia della Carnia, Gollino, il parroco di Paluzza, il direttore generale SECAB ed il suo ex presidente, ed altre personalità tra il pubblico, che tuttavia non hanno preso la parola.

Le sensazioni forti di questa animata assemblea, comunque vada a finire la questione dell’elettrodotto, sono state le seguenti:

1. i partiti maggiori che, tradizionalmente sensibili a queste problematiche, avevano inizialmente sostenuto la lotta e la mobilitazione generale, si sono defilati alla chetichella, senza un perché o un percome, quasi obbedendo forse a inconfessabili direttive superiori. E’ assai triste, purtroppo duole rilevarlo…

2. la Carnia invece, al di là e oltre i partiti politici, si è ricompattata come non succedeva più da decenni e ha trovato una incredibile unitarietà di azione e di intenti attorno ad un obiettivo preciso, individuabile, percepito come un grave pericolo incombente. Questo risultato costituisce un traguardo ambizioso che nessun altro motivo scatenante era finora riuscito a perseguire. Occorre adesso non disperdere questo risultato, non metterlo in cassaforte né cadere nella facile tentazione di indugiare ad ammirarlo, ma occorre farlo fruttare, accrescerlo, moltiplicarlo in vista di nuove ed imminenti lotte e mobilitazioni. Il problema ACQUA POTABILE è già alle viste, con tutte le sue implicazioni: ci esproprieranno dell’unico bene in nostro possesso, per appaltare la gestione dell’acqua potabile ad un altro carrozzone politico inutile vocato “Carnia Acque”, che diventerà il veicolo legale per portare la nostra acqua nelle mani della pianura friulo-veneta, considerando che Illy e Galan hanno già annunciato un unico gestore (come si evince dal volantino distribuito dal Comitato Tutela Acque di Enemonzo). Molto peggio che se gli arabi fossero oggi espropriati del loro petrolio!

La Carnia s’è desta finalmente e se finora i Carnici sono stati “calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi”, ora occorre finalmente voltare pagina e convincersi che: solo l’UNITA’, a prescindere dai partiti, potrà portare progresso civile e recupero di dignità e di identità. E se i partiti non ci stanno perché temono di essere scavalcati nella difesa della nostra Terra e di perdere così il controllo sugli elettori, peggio per loro! Perderanno un’occasione unica per dimostrare di stare dalla parte della gente.

E qui si inserisce una seconda domanda, non certo peregrina: se la Carnia fosse PROVINCIA, sarebbe stato posto in essere questo tentativo di sopruso? Si concretizzerebbe davvero il prossimo esproprio delle nostre ACQUE? Ce n’è abbastanza su cui riflettere…

6.11.05

 

16. Petizione del Comitato Alto-But

L'Elettrodotto a 220 kV "WURMLACH-SOMPLAGO"
In vista dell'imminente Conferenza dei Servizi, i cittadini firmatari della seguente petizione e il Comitato Alto-But contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago" (nella sua qualità di organismo portatore di interessi diffusi, costituitosi, per spontanea riunione dei cittadini, il 28/01/2005 nel COMUNE di PALUZZA) chiedono al Consiglio Regionale della REGIONE FRIULI VENEZIA- GIULIA di esprimersi in modo chiaro, trasparente e DEFINITIVO relativamente al suddetto progetto. Il comitato, a margine della petizione, inoltra alla Regione le seguenti puntualizzazioni, osservazioni inerenti il progetto presentato dall'ALPE ADRIA- ENERGIA SpA (ENEL PRODUZIONE SpA; FERRIERE NORD SpA; VERBUND, gestore di rete austriaco).
Innanzitutto bisogna considerare la sproporzione fra le esigenze energetiche dell'azienda del cav. Pittini e la potenza dell'elettrodotto (300MW, a fronte di un utilizzo stimato, al rialzo,, intorno ai 100MW) ; infatti il Comitato ritiene che la Ferriere Nord non abbia fornito, nel corso delle assemblee pubbliche, sufficienti giustificazioni alla necessità di una linea di 220kV a corrente alternata.
In seconda istanza è importante tener presente la portata del notevole impatto ambientale e socio-economico che l'opera ha sul territorio interessato: in particolare l'effetto visivo, relativamente al paesaggio, risulta pesante. Nel comune di Paluzza, ad esempio, la linea, per buona parte del suo percorso, attraversa il verde bosco, compromettendone inevitabilmente gli equilibri naturali e faunistici (come anche dimostrato dallo studio di impatto ambientale); nei tratti boschivi, poi, è prevista un'ingente opera di disboscamento a raso (60 metri a valle ed altrettanti a monte). Infine, a giudizio del Comitato, è decisamente inammissibile che una linea di tale portata attraversi, devastandole, zone naturalisticamente e architettonicamente tutelate.
I rischi alla salute, anche se non ufficialmente dimostrabili, sono da considerarsi comunque fin troppo importanti. A riguardo la Legge Quadro stabilisce che nell'esposizione continua a campi elettromagnetici ELF non debbano essere superati gli 0,2 µT, che, per una linea della tensione e della tipologia del presente elettrodotto, equivale a distanze dal suolo ben maggiori dell'altezza media (29 m) prevista per i tralicci. A margine è importante però osservare che una maggiore altezza media dei sostegni alla linea avrebbe ancor maggiori ripercussioni sulla bellezza paesaggistica delle località interessate. Numerosi studi, non ancora ufficiali, indicano un'influenza diretta dei campi elettromagnetici sull'incidenza delle leucemie infantili e sullo sviluppo di forme cancerogene soprattutto nei soggetti più deboli. Studi più recenti hanno anche messo in evidenza l'effetto dannoso dei campi elettromagnetici sul sistema endocrino. Il diritto alla tutela cautelativa della salute, riconosciuto in primis dalla legislazione europea (TRATTATO ISTITUTIVO DELL'UNIONE, art. 174 comma 2), suggerirebbe anche che le distanze di sicurezza siano mantenute non solo rispetto alle abitazioni, ma anche rispetto ad impianti sportivi e luoghi frequentati da un numero significativo di persone.
Riguardo alla richiesta di soluzioni alternative di minore impatto paesaggistico e salutistico (quale l'INTERRAMENTO dell'opera con una linea a corrente CONTINUA che, possedendo un campo elettrico facilmente schermabile lungo tutto il tracciato e un campo magnetico totalmente irrilevante, garantisce una soluzione adeguata per le esigenze relative alla salvaguardia del paesaggio e all'integrità psico-fisica delle persone) la Ferriere Nord ha risposto con un perentorio diniego, adducendo la motivazione che i costi e i tempi di esecuzione diventerebbero talmente grandi da non potersi sposare con la necessità dell'azienda di produrre un utile dalla realizzazione della suddetta opera.

1) L'impatto ambientale
I membri del Comitato e, più estesamente, tutti i firmatari della petizione vogliono con questa azione sottolineare tutta una serie di perplessità sull'impatto che l'Elettrodotto Pittini avrà sulle località caratteristiche della Valle del But e della Conca Tolmezzina.
Riguardo la realizzazione e l'utilizzo delle infrastrutture in progetto bisogna evidenziare il loro impatto floristico e faunistico sul territorio (dovuto alla deforestazione e al passaggio di uomini e mezzi), sul suolo (dovuto alla sottrazione per lungo tempo di terreno boschivo e agricolo), sull'habitat nel suo complesso (disturbo e nocività per la fauna a causa del movimento di uomini e mezzi durante i lavori e le eventuali manutenzioni, danneggiamento di specie avicole per la presenza di conduttori aerei, effetti dannosi all'avifauna durante le migrazioni e influsso dei campi elettromagnetici sul loro sistema di orientamento; senza contare che i lavori dovrebbero essere interrotti nei periodi di riproduzione di tutte le specie); infine il rischio di nocività dell'opera non è limitato solo agli esseri umani ma anche alle diverse specie animali presenti al suolo e sugli alberi.

2) L'impatto socio-economico
Il Comitato invita la Regione a valutare attentamente l'impatto socio-economico che la realizzazione di questo elettrodotto potrà avere sulle località da esso interessate. La linea, nel suo insieme, rischia di danneggiare attività economiche già sviluppate lungo tutta la Valle del But; esiste infatti in questa zona un fiorente agriturismo di tipo naturalistico che si basa, però, su un paesaggio non deturpato da insediamenti industriali e costruzioni particolarmente invasive. Ovviamente la realizzazione dell'elettrodotto presentato dall'Alpe Adria- Energia SpA non danneggerebbe solo gli operatori turistici che si trovano sul suo percorso, ma svaluterebbe l'intera zona, creando ingenti danni economici a tutto il settore, con una potenziale influenza negativa su un indotto turistico tutt'altro che trascurabile. Infatti al danno apportato al turismo si accompagnerebbe tutta una serie di effetti negativi secondari: quali quelli relativi alle attività ad esso collegate (l'artigianato, in primis, e la coltivazione di prodotti biologici in loco), nonché quelli relativi al valore generale delle località caratteristiche (in particolare, elemento non trascurabile, la riduzione del valore immobiliare delle abitazioni situate nella zona).
E' chiaro che in presenza di un danno accertato, i cittadini saranno autorizzati a chiedere agli enti responsabili un adeguato risarcimento. Sebbene sul piano legale la richiesta di risarcimento verrebbe rivolta al diretto "colpevole" del danno, cioè la Ferriere Nord, ciò non annulla la responsabilità politica degli enti pubblici che autorizzano il danneggiamento di ambienti naturali ed interessi economici (già presenti!) sulla propria giurisdizione.


In conclusione, il Comitato sottopone la suddetta PETIZIONE, sottoscritta da PIU' DI 1000 PERSONE residenti in Regione, e tutti gli elementi emersi in queste poche righe all'attenzione della REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, invitandola ad utilizzarli per esprimere parere negativo al progetto presentato dall' ALPE ADRIA- ENERGIA SpA. Infine, una maggiore attenzione ai nuovi progetti relativi alla costruzione di elettrodotti, e con particolare riguardo a quello in questione, anche a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini e dell'ambiente, da parte dell'AMMINISTRAZIONE REGIONALE, è non solo auspicabile, ma bensì assolutamente necessaria.


09/11/2005
Il Comitato Alto-But contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago"

(Conferenza stampa tenutasi nella sala riservata alla Presidenza del Consiglio Regionale FVG, alla presenza del pres. Tesini)
(Osservazioni allegate alle 1060 firme raccolte)

 

17. A Roma Rinviata la Conferenza di Servizi sull'Elettrodotto

COMUNICATO

Buone notizie da Roma. A causa dell'incompletezza della documentazione presentata dai proponenti (Alpe Adria s.p.a.) e dell'assenza di 3 rappresentanti della Regione (sic!) la conferenza dei servizi che doveva decidere su futuro dell'elettrodotto Pittini-Fantoni è stata aggiornata a data da destinarsi.
Soddisfazione da parte del nostro movimento; un successo dovuto al costante impegno del Comitato per la difesa del territorio in sintonia con la Comunità Carnica ed i suoi sindaci.
Senza questi ultimi, infatti, le preponderanti forze avversarie che vedono in campo i potentati economici regionali ed una trasversale quanto inusuale alleanza tra governo romano e triestino, avrebbero avuto la meglio.
Invece la piccola, ma tenace Carnia, ha resistito oltre ogni aspettativa. La popolazione intera, con l'appoggio della chiesa locale e l'adesione di tutti i sindaci del territorio, ben rappresentata da un gruppo di giovani combattivi e determinati, ha avuto la meglio nonostante l'opposizione della potente Giunta regionale che con questa operazione ha dimostrato l'assoluto disinteresse verso la popolazione di un intera Comunità.
Il presidente Illy ha sfatato ogni dubbio circa le accuse mosse da vari fronti di gestire la Carnia come terra di frontiera, quasi una palla al piede per gli interessi superiori della Regione Friuli V.-G.
Il Comitato, vera e diretta espressione del sentire popolare, esprime il proprio disprezzo per il rimpallo di responsabilità apparso a turno sui mezzi di informazione dove diversi politici si sono scontrati non sul merito della vicenda, ma solo sulle presunte responsabilità dell'avversario politico. E' uno spettacolo indegno che sulla pelle della gente si cavalchi la tigre della protesta e non escano invece degli impegni e proposte serie.
Superato per il momento il problema dell'elettrodotto, il comitato intende impegnarsi per un obbiettivo più ambizioso, ma necessario e cioè riportare al territorio ed ai tecnici la competenza per le scelte che ci riguardano.
Siamo intenzionati a restituire alla Carnia il suo ruolo centrale di terra di frontiera e quindi di scambio, di arricchimento e cassaforte di valori etici, storici, culturali e naturalistici e togliere alle segreterie dei partiti le decisioni che riguardano questo straordinario ed unico territorio ed il suo Popolo.
Invitiamo infine il nostro Assessore Marsilio a prendere una posizione non equivoca e a decidere finalmente se anche lui è radicato ai piani alti o è con la gente, cominciando proprio dalla sua gente.
Renato Garibaldi

In rappresentanza del Comitato per la difesa del territorio * in via Musers 5/7 a Cercivento 0433 778822 - fax 0433 92330 - 335 6688333

18. Un intervento dal nostro FORUM

Vi chiedo gentilmente di perdere due minuti per leggere alcune considerazioni sui nuovi elettrodotti transfrontalieri di alta tensione in progetto (sono 22 di cui 16 con il confine austriaco). Il concetto che secondo me è molto pericoloso, è che si conceda la PUBBLICA UTILITA’ per la costruzione di infrastrutture su proprietà private a chiunque ne abbia le risorse finanziarie e ne faccia richiesta; di fatto però, essendo le infrastrutture costruite ed utilizzate in via quasi esclusiva (e totalmente esclusiva per alcune, quelle non collegate alla rete nazionale) di interesse pubblico non sono, in quanto:
Da recenti articoli sui quotidiani e televisioni locali, sembrerebbe che i bilanci di tali aziende non siano mai stati positivi come in questo periodo.
1) le aziende dicono agli enti preposti (Comuni e Regioni) che c’è il rischio, per i costi troppo alti dell’energia, di delocalizzare la produzione dei propri prodotti, ma così facendo di fatto si delocalizza la produzione di elettricità verso altri paesi, dove si risparmia sulle tutele dei lavoratori e sulla sicurezza degli impianti (soprattutto nucleari);
2) le aziende si lamentano degli elevati costi dell'energia: propongano attraverso le proprie associazioni progetti in Italia, e visto che sono così bravi, la producano a un costo inferiore o uguale a quella dei paesi dai quali vogliono rifornirsi, sostenendo così l'occupazione nei luoghi dove questa viene consumata.
3) creano una concorrenza sleale (e quindi si và contro ai regolamenti europei) nei confronti delle aziende che non possono investire tali quantità di denaro o che trovandosi molto più lontane dai confini, dovrebbero investire molto di più per ottenere minori vantaggi economici, anche perchè le linee poi vanno mantenute e hanno delle perdite; certe aree del paese, già depresse si troverebbero ulteriormente penalizzate; come mai l’antitrust non interviene?

4) tali aziende si prendono in esclusiva una quota parte di energia pregiata a basso costo (dovuto a un basso costo intrinseco di produzione legato all'idroelettrico, al carbone o alla basso costo della manodopera dei paesi dell'est e della produzione nucleare) senza passare per i meccanismi degli enti preposti che ne assegnano secondo criteri equi di anno in anno una "fetta" in modo che a beneficiarne siano, con dovute proporzioni, il maggior numero possibile di clienti industriali e privati, togliendo di fatto questa possibilità al resto dei possibili beneficiari, fra cui i comuni cittadini.
5) nel caso di linee ad uso esclusivo, non si incrementerebbe la concorrenza (e quindi una riduzione di prezzi anche per tutti i clienti finali) nel paese nel quale viene consumata, in quanto i produttori locali non avrebbero un collegamento fisico con il consumatore e ciò va contro gli attuali regolamenti europei allegati.

6) Se a livello nazionale andassero in porto tutti i progetti di interconnessione e gli scambi transfrontalieri (15.000 MW), la rete non sarebbe in grado in assorbire tutta l'energia che tali collegamenti permetterebbero di importare e, considerando anche i progetti di costruzione di linee e centrali, ci sarebbe un eccesso di produzione, con il rischio di chiudere centrali esistenti e di licenziare lavoratori.

7) I tracciati di tali linee potrebbero essere d’intralcio a futuri elettrodotti realizzati al servizio della collettività da parte del gestore della rete nazionale, penalizzando ulteriormente i comuni cittadini.

8) sull’articolo del sole 24 del 07/12/2004 allegato che cita le nuove delibere europee già aventi forza di legge, a pagina 2, si dice che i collegamenti transfrontalieri sono concessi in monopolio al sistema pubblico e solo eccezionalmente, su specifica esenzione di Bruxelles, possono essere concessi a privati; il recente decreto Scajola è stato quasi creato ad hoc per aggirare (e noi Italiani siamo specialisti a fare questi “imbrogli”) l’ostacolo imposto dall’Europa che giustamente, essendo una grossa infrastruttura che coinvolge fra l’altro due nazioni deve “vigilare” affinché non si creino concorrenza sleale, disparità, e siano al servizio della collettività.

9) In Friuli, a Torviscosa, è in fase di ultimazione una grossa centrale da 800MW, che incrementerà notevolmente la sicurezza del sistema elettrico e garantirà un surplus di produzione rispetto ai consumi della regione.
10) Sarebbe interessante se, per la realizzazione dell’elettrodotto, si utilizzassero fondi europei: della serie facciamoci del male da soli.

11) Se il risparmio è del 30% e la somma delle “bollette” delle due ditte è di circa 80 milioni di euro, il riparmio è di 24 milioni di euro, circa 50 miliardi delle vecchie lire ogni anno; il costo dell’intera linea che si ripaga in un anno e per i successivi tali soldi restano in tasca: di fronte a queste cifre, si può capire la “pressione esercitata a livello politico” e che l’indennità ai Comuni è una presa per i fondelli; sarebbe interessante conoscere le cifre ridicole di indennizzo ai proprietari, rapportate alla entità dell’”affare”.
12) E’ evidente che questo è un grossissimo affare senza alcun rischio; solo uno stupido non investirebbe 50 sapendo che in 10 anni mi rientrano 500!!! E’ sufficiente avere una grossa disponibilità finanziaria, l’appoggio delle banche e magari anche la complicità di qualcuno che crea decreti ad personam e questo in molti lo hanno capito; perché provocatoriamente ognuno non presenta un progetto e vediamo se la regione ha il coraggio di bocciarlo?

13) E’ chiaro che se fosse possibile tutti si rifornirebbero di energia all’estero, dove costa meno e in tal caso la produzione in Italia potrebbe tranquillamente andare a zero, con tutti i rischi del caso, sia per la dipendenza, che per la sicurezza del sistema; ho come l’impressione che si cerchi di bypassare alcune regole, forti di una posizione che ha il potere di modificarle; il recente decreto Scajola di fatto aggira un vincolo della comunità Europea che dovrebbe dare un parere vincolante nel rilascio delle autorizzazioni per linee Transfrontaliere e forse si potrebbe impugnare alla corte di giustizia.

14) spero che sull’energia consumata in Italia e importata dall’estero, si paghino le accise e le cosiddette Componenti A (oneri generali del sistema) UC e MCT che pagano tutti gli altri utenti.

15) Chissà che a breve a qualcuno non venga in mente di autorizzare anche metanodotti, oleodotti o autostrade private!

16) sono state definite da poco tariffe di trasporto uniche a livello europeo per gli scambi transfrontalieri, che mettono al riparo i singoli stati membri (e quindi gli utenti piccoli e grossi) da “colpi di testa “ dei singoli gestori.
17) in recenti interviste gli amministratori delegati delle più grandi aziende produttrici di energia elettrica del nostro paese, hanno dichiarato che le bollette Italiane potranno diminuire nei prossimi 3-4 anni di un 20-30%, grazie all’ammodernamento delle vecchie centrali termoelettriche che passando alla tecnica del ciclo combinato, possono incrementare il loro rendimento del 15% e soprattutto grazie allo sfruttamento di combustibili di minor costo, allineandosi così alle tariffe europee (e non si vede allora perché rifornirsi all’estero, impoverendo il sistema industriale italiano).

18) Sul Sole 24 ore del 18/03/2005 a pag 16, si afferma che “ha ripreso vigore la nostra capacità di riserva di produzione di energia elettrica “che ora è al 16%, che nel 2008 sarà al 26% e che il problema di capacità sembra superato, anzi, “per Del Ninno (EDISON) con i nuovi impianti c’è il timore di un eccesso di disponibilità”.

19) sulla Staffetta Quotidiana del 16/03/2005 pag.5, De Luca, direttore Generale Assoelettrica ha dichiarato che tra il 2004 e il 2007 l’incremento netto di potenza in Italia sarà pari a 14739 MW, il 62% al Nord, e il 38% al sud: il problema ad oggi non è pertanto la mancanza di capacità di generazione; Storace (direttore generale business area Power Enel) dice che il settore elettrico italiano è al momento in salute. Ne è una dimostrazione quanto accaduto in queste ultime settimane: nonostante il freddo, con il conseguente aumento di consumi, e il taglio di importazioni dalla Francia, nell’ordine di 1500-2000 MW, il sistema “ha retto bene, un po’ di sovracapacità quindi già c’è”; mai come oggi sembrerebbero sbagliati i tempi per concedere a privati l’autorizzazione a costruire impianti in esclusiva, che impoveriscono il paese di origine e lo rendono più esposto e vulnerabile: in caso di difficoltà nel paese che esporta energia, sicuramente questo penserebbe prima a se stesso, e senza un’adeguata riserva di combustibili e di produzione in Italia ci troveremmo di nuovo al buio senza possibilità di ripartire, essendo non autosufficienti come produzione e come scorte di combustibili.

20) sulla staffetta quotidiana del 12 aprile 2005 a pagina 2, si legge che nel mese di marzo, l’import dell’energia è aumentato di ben il 13,2%, grazie al nuovo collegamento (con una sola infrastruttura) San Fiorano-Robbia.
21) il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, assieme al Presidente del Consiglio ha appena inaugurato il nuovo elettrodotto a 380kV S.Fiorano Robbia, con una capacità di importazione di 1100MW (+15% di energia importabile, una unica infrastruttura che potenzialmente trasporta 5 volte l’energia dell’elettrodotto a doppia terna), che ha notevolmente incrementato la sicurezza del sistema elettrico Italiano ed Europeo e che porterà in Italia energia ad un costo più basso, contribuendo ad abbassare le tariffe (vedi comunicato stampa allegato).

22) il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale ha inoltre in progetto i seguenti elettrodotti transfrontalieri con le stesse enormi potenzialità di quello sopraccitato (disponibili sul sito):

ITALIA FRANCIA: Piossacco-Grand’lle- linea a 380kV

ITALIA AUSTRIA: Area Veneto Est-Lienz linea a 380kV

ITALIA SLOVENIA: Udine-Okroglo linea a 380kV

ITALIA SVIZZERA: Villeneuve-Avise- linea a 220kV

ITALIA AUSTRIA: Prati di Vizze(BZ)- Steinach linea a 132 kV.

23) Le linee progettate dal GRTN hanno lo scopo, diversamente da quelle dei privati, di migliorare la qualità, la continuità, la sicurezza e la stabilità del sistema elettrico, garantendo parità di trattamento a tutti i clienti che hanno la necessità di accedere alla rete, senza disparità tra nord e sud, tra chi è vicino ai confini e chi è lontano e dovrebbe essere l’unico organo indipendente che pianifica, progetta e costruisce elettrodotti AT, che sì, in questo caso possono essere definiti di pubblica utilità, in quanto non al servizio di singoli che progettano impianti solo per i propri interessi ma della collettività; lasciamo fare queste grandi opere agli enti preposti “creati” per tali obiettivi, che guardano le esigenze del sistema, non del singolo, in modo che tutti ne possano beneficiare.

24) esistono già due linee ad alta tensione che arrivano a ridosso dei confini (Tarvisio e Paluzza) che sono sicuramente “scariche”: perché non sfruttare le infrastrutture già esistenti per collegarsi oltreconfine e migliorare anche la qualità del servizio delle vallate che attraversano, garantendo la doppia alimentazione in caso di guasto, invece di effettuare nuovi collegamenti che non avrebbero questi vantaggi per i paesi attraversati?
Senza una attività di coordinamento della politica energetica a livello regionale, si rischia un proliferare di linee e infrastrutture costruite e sviluppate in proprio dalle aziende per non dipendere da altre: è come se ognuno, per non pagare il pedaggio in autostrada o il trasporto dei materiali tramite ferrovia, si costruisse una strada o una ferrovia per proprio conto e la regione per poterla costruire la dichiarasse di pubblica utilità, cosa francamente che persone ragionevoli e mature, nel rispetto della collettività che rappresentano non si sognerebbero di fare.
Se effettivamente c'è la necessità, ed evidentemente non la si può negare, di eseguire dei collegamenti che abbiano lo scopo primario non di creare posizioni dominanti ma di stimolare la concorrenza nei mercati interni e di migliorare la continuità e la qualità del servizio a tutti i cittadini e alle industrie, deve essere si lo Stato in generale ma soprattutto la regione a livello locale con la propria struttura a farsi promotrice e raccogliere tutte le richieste degli industriali, dei privati e degli attuali proprietari delle reti elettriche, in maniera tale da realizzare, con l'accordo del gestore della rete nazionale dell'energia elettrica, dell'autority, del ministero delle infrastrutture e delle attività produttive e delle amministrazioni locali, delle infrastrutture uniche, gestite in maniera trasparente e a cui tutti possano accedere senza discriminazioni pagando un "pedaggio", il vettoriamento, così come succede quando si usa il treno o l'autostrada, per evitare il proliferare di iniziative private che hanno tutti gli obiettivi al di fuori di quello di creare un servizio di pubblica utilità, perchè sicuramente le scelte progettuali non terrebbero conto di quelle che sono le necessità di migliorare il servizio nelle aree attraversate e di ridurre i costi ai cittadini. Nel caso del confine nord della nostra regione, una proposta ragionevole potrebbe essere quella di una infrastruttura unica a 220kV con conduttori trinati a doppia terna (potrebbe trasportare dai 400 ai 800MW) che sarebbe sicuramente in grado da sola di trasportare tutta l'energia dei singoli progetti, collegandosi in Austria poco altre confine e a Tarvisio nella attuale stazione (che è ben visibile sulla strada che porta a Cave del Predil), da Tarvisio a Carnia potrebbe seguire lo stesso percorso magari migliorandolo, della attuale linea 130kV che corre lungo la Valcanale e ben visibile dall’autostrada e quindi arrivare facilmente nella zona industriale di Rivoli di Osoppo o in quella grossa cabina ad alta tensione che è ben visibile dall’autostrada in località Buia. Certo l'investimento sarebbe superiore alle possibilità dei singoli investitori privati, ma ne trarrebbero beneficio anche tutti i comuni (risolvendo le criticità (vere o false) sollevate praticamente ogni giorno sul giornale dal gestore della rete di Tarvisio) e le aziende della Valcanale, si avrebbe una struttura nuova con un impatto ambientale si maggiore della attuale (che potrebbe comunque poi essere demolita), ma in un contesto dove sono già presenti una moltitudine di servizi (autostrada, ferrovia, strada statale, metanodotti) e non in un contesto ambientale vergine; e questo dovrebbe essere il compito della Regione: coordinare e fare gli interessi di tutti, senza passare sulle teste di privati cittadini per “decreto”; Sarebbe anche interessante e ad impatto ambientale quasi zero, utilizzare l'autostrada, cosi come hanno proposto in Alto Adige (vedi articolo del sole 24ore) per realizzare un collegamento ad alta tensione in cavo sotterraneo a corrente continua, collegamento che viene quasi incentivato dal regolamento europeo e che potrebbe attestarsi in una delle tante grandi stazioni che si vedono e che sono situate in prossimità dell' autostrada, e che renderebbe un vero servizio a tutti.

La sostanza è che ci deve essere un unico soggetto che costruisce e che poi gestisca o dia in gestione reti tecnologiche di proprietà della collettività e al loro servizio, per evitare che, a chiunque privato ne manifesti la volontà, venga data la possibilità di fare scempi sull'ambiente passando, con la complicità delle istituzioni, in maniera forzosa sui diritti dei cittadini comuni.

Marioc

 

 

19. PRESENTATA LA PETIZIONE DEL COMITATO CONTRO L’ELETRODOTTO

MERCOLEDI’ 9 NOVEMBRE 2005, ORE 13:30:

Il Comitato Altobut contro l’elettrodotto “Wurmlach-Somplago” si è presentato nell’ultimo giorno utile (giovedì 10 novembre, infatti, è cominciata la conferenza dei servizi) in Consiglio Regionale per consegnare le numerose firme raccolte sul nostro territorio contro l’opera che il cav. Pittini vuole realizzare. Accolti gentilmente dai membri del consiglio i delegati del comitato hanno potuto discutere sul futuro del nostro territorio e presentare le proprie motivazioni di opposizione al progetto presentato dall’Alpe Adria-Energia S.p.a. La discussione è stata costruttiva e ci si augura possa portare la regione Fvg ad avere una posizione di contrarietà comune (e, si spera, condivisa) con quella già espressa in più occasioni dalla Comunità Montana della Carnia. A margine del dibattito si è svolta anche una conferenza stampa. Ecco un‘estrapolazione delle osservazioni allegate dal comitato alle firme raccolte e lette durante la suddetta conferenza stampa.

<<Innanzitutto bisogna considerare la sproporzione fra le esigenze energetiche dell’azienda del cav. Pittini e la potenza dell'elettrodotto (300MW, a fronte di un utilizzo stimato, al rialzo, intorno ai 100MW) ; infatti il Comitato ritiene che la Ferriere Nord non abbia fornito, nel corso delle assemblee pubbliche, sufficienti giustificazioni alla necessità di una linea di 220kV a corrente alternata.

In seconda istanza è importante tener presente la portata del notevole impatto ambientale e socio-economico che l’opera ha sul territorio interessato: in particolare l’effetto visivo, relativamente al paesaggio, risulta pesante. Nel comune di Paluzza, ad esempio, la linea, per buona parte del suo percorso, attraversa il verde bosco, compromettendone inevitabilmente gli equilibri naturali e faunistici (come anche dimostrato dallo studio di impatto ambientale); nei tratti boschivi, poi, è prevista un’ingente opera di disboscamento a raso (60 metri a valle ed altrettanti a monte). Infine, a giudizio del Comitato, è decisamente inammissibile che una linea di tale portata attraversi, devastandole, zone naturalisticamente e architettonicamente tutelate.

I rischi alla salute, anche se non ufficialmente dimostrabili, sono da considerarsi comunque fin troppo importanti. A riguardo la Legge Quadro stabilisce che nell’esposizione continua a campi elettromagnetici ELF non debbano essere superati gli 0,2 µT, che, per una linea della tensione e della tipologia del presente elettrodotto, equivale a distanze dal suolo ben maggiori dell’altezza media (29 m) prevista per i tralicci. A margine è importante però osservare che una maggiore altezza media dei sostegni alla linea avrebbe ancor maggiori ripercussioni sulla bellezza paesaggistica delle località interessate. Numerosi studi, non ancora ufficiali, indicano un’influenza diretta dei campi elettromagnetici sull’incidenza delle leucemie infantili e sullo sviluppo di forme cancerogene soprattutto nei soggetti più deboli. Studi più recenti hanno anche messo in evidenza l’effetto dannoso dei campi elettromagnetici sul sistema endocrino. Il diritto alla tutela cautelativa della salute, riconosciuto in primis dalla legislazione europea (TRATTATO ISTITUTIVO DELL’UNIONE, art. 174 comma 2), suggerirebbe anche che le distanze di sicurezza siano mantenute non solo rispetto alle abitazioni, ma anche rispetto ad impianti sportivi e luoghi frequentati da un numero significativo di persone.

Riguardo alla richiesta di soluzioni alternative di minore impatto paesaggistico e salutistico (quale l'INTERRAMENTO dell’opera con una linea a corrente CONTINUA che, possedendo un campo elettrico facilmente schermabile lungo tutto il tracciato e un campo magnetico totalmente irrilevante, garantisce una soluzione adeguata per le esigenze relative alla salvaguardia del paesaggio e all’integrità psico-fisica delle persone) la Ferriere Nord ha risposto con un perentorio diniego, adducendo la motivazione che i costi e i tempi di esecuzione diventerebbero talmente grandi da non potersi sposare con la necessità dell’azienda di produrre un utile dalla realizzazione della suddetta opera.

[…]

In conclusione, il Comitato sottopone la suddetta PETIZIONE, sottoscritta da PIU’ DI 1000 PERSONE residenti in Regione, e tutti gli elementi emersi in queste poche righe all'attenzione della REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, invitandola ad utilizzarli per esprimere parere negativo al progetto presentato dall’ ALPE ADRIA- ENERGIA SpA. Infine, una maggiore attenzione ai nuovi progetti relativi alla costruzione di elettrodotti, e con particolare riguardo a quello in questione, anche a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini e dell'ambiente, da parte dell'AMMINISTRAZIONE REGIONALE, è non solo auspicabile, ma bensì assolutamente necessaria.>>

In conclusione è importante sottolineare che la petizione permetterà al comitato di partecipare, il 29 di questo mese, ai lavori della IV COMMISSIONE REGIONALE. Infatti in questa data la commissione si occuperà di analizzare il progetto presentato dalla Ferriere Nord e dare quindi un indirizzo generale che dovrà essere necessariamente preso in considerazione dalla Giunta Regionale. L’appuntamento quindi è fondamentale e noi non mancheremo!

Francesco Maieron

(Comitato Alto-But contro l’elettrodotto “Wurmlach-Somplago”)


20. L'Elettrodotto in 25 diapositive

  1. Presentazione
  2. Come nasce il progetto
  3. Motivazione del progetto
  4. Obiettivi del progetto
  5. Descrizione del progetto
  6. Descrizione del tracciato
  7. Tratto italiano
  8. Descrizione puntuale del tracciato
  9. Descrizione puntuale del tracciato (continua)
  10. Aree Paluzza Cercivento
  11. Aree Sutrio-Arta-Zuglio
  12. Aree Tolmezzo Cavazzo
  13. Vincoli considerati
  14. Ipotesi di alternative
  15. Simulazione paesaggio
  16. Simulazione paesaggio
  17. Programmazione a livello regionale ed intermedio
  18. Quadro normativo
  19. Quadro normativo - dettaglio
  20. L'iter autorizzativo
  21. Costruzione di elettrodotti con tensione superiore a 150 kV
  22. Valutazione di impatto ambientale
  23. Rapporti con l'Austria
  24. Tratto austriaco
  25. Procedura autorizzatva austriaca

 


 

home.gif (2935 bytes)

 

 


Cjargne Online
1999-2005© - Associazione culturale Ciberterra - Responsabile Giorgio Plazzotta
I contenuti presenti in questo sito sono di proprietà degli autori - Tutti i diritti riservati - All rights reserved
Disclaimer