| 
             I NECROLOGI DEL CAPITOLO DI 
              SAN PIETRO IN CARNIA  
              (1287 - 1789) 
            
                | 
  
     | 
  

         
        
Le vicende legate alla pieve di  San Pietro di Zuglio, centro strategico sorto in epoca romana sulla via Iulia Augusta, l’importante arteria  che metteva in comunicazione Aquileia con i paesi d’Oltralpe, hanno inizio nei  primi secoli del Medioevo. Tra il 381 ed il 480 Zuglio divenne sede vescovile,  carica che mantenne sino al 737, quando il patriarca Callisto la inglobò nella  diocesi di Aquileia. 
  Sul territorio rimase però un  gruppo di otto canonici, riuniti in Capitolo, ed un preposito incaricato di  badare alla cura delle anime degli abitanti della Valle del But, di  amministrare i beni della collegiata, di indire assemblee periodiche per  controllare la moralità dei fedeli. 
          Per volere della collegiata furono realizzati due Necrologi, registri dedicati alla commemorazione dei  defunti, il più antico dei quali venne compilato dal 1358 al 1441, pur  presentando note databili con certezza sino al 1287. Questo dimostra  l’esistenza di un registro ancor più antico, oggi perduto, da cui furono  copiate le registrazioni più importanti, vuoi per la posizione sociale del  defunto, vuoi per i lasciti perpetui che egli destinava a favore di una o più  chiese locali. Tali “legati” traducevano le ultime volontà dei fedeli, i quali  chiedevano, in giorni prestabiliti, preghiere di suffragio per la propria anima  ai sacerdoti officianti presso la pieve o le chiese ad essa soggette. In cambio  donavano al clero denaro, cibo, campi, affitti e rendite, oppure olio e cera  per l’illuminazione degli edifici sacri. 
          Il secondo Necrologio, copia del  primo, fu compilato nel 1446 dal notaio Giovanni Pogli da Paluzza. In seguito  numerose nuove registrazioni vennero segnate fino al 1789 da canonici, camerari  e notai legati alla pieve.
          L’edizione di questi libri  liturgici, trascritti fedelmente nella lingua in cui vennero realizzati (latino  volgarizzato per il più antico, italiano non ancora normalizzato per il più  recente), consente l’approfondimento della storia ecclesiastica, sociale ed  economica del territorio soggetto a San Pietro e fornisce preziose informazioni  sulla vita quotidiana nella Carnia medievale, sulle relazioni tra i suoi  abitanti, sulla loro mentalità. 
          Grazie all’incrocio di queste fonti con altre  pergamene coeve conservate presso archivi storici e biblioteche locali, è stato  possibile ricostruire l’identità di molte persone prima ignote, tracciandone le  vicende personali, i legami affettivi e le scelte devozionali.
          Nei due registri furono citati  oltre 4 mila individui, provenienti dal Canale di San Pietro, da altre valli e  pievi carniche, da centri della pianura friulana, da altre regioni italiane. 
        In appendice sono stati inseriti  gli indici dei nomi di persona (cognomi e soprannomi compresi), dei toponimi e  micro toponimi campestri (interessante testimonianza della secolare e continua  presenza umana nel territorio carnico), dei mestieri, condizioni e professioni  degli individui citati nei registri, delle chiese e degli altari.
        Elisa Pellin
        30 ottobre 2012
         
        L'autrice è medievista,  genealogista e giornalista di Pordenone. 
          Laureata in Storia Medievale con la  prof.ssa Flavia De Vitt occupandosi del Necrologio di San Pietro in Carnia  (secoli xiv-xvi), studio rivisto e  notevolmente ampliato per l’edizione dell’Istituto Pio Paschini di Udine e  Storico Italiano per il Medioevo di Roma (edizione 2012). 
          Collabora con la  Soprintendenza ai Beni Culturali di Udine. 
          Attualmente si occupa della  trascrizione e dello studio degli obituari di San Martino al Tagliamento  (secoli xiv-xvii).
        Si tratta, come si può facilmente intuire, di un libro importantissimo (di oltre 500 pagine!) che non può certamente mancare nella biblioteca domestica di coloro che coltivano la passione per la storia della propria terra e la vogliono conoscere maggiormente. Indispensabile in ogni biblioteca pubblica non solo di Carnia e Friuli [ndr].
        