Dopo
aver già pubblicato tre importanti e raffinati libri su Tolmezzo
(Gente
di Tumieç nel 2004, Bromoiodicherie
Tolmezzine nel 2006, Tolmezzo in posta nel
2008), Pier
Giuseppe Avanzato presenta ora la sua QUARTA fatica
carnica (ricordo che Ercole ne sopportò ben
12, per cui, caro Beppe, te ne avanzano ancora 8), per realizzare
la quale ha magistralmente (e saggiamente) allargato il suo sguardo oltre
Tolmezzo per abbracciare l'intera Carnia. I racconti che si susseguono hanno il sapore della immediatezza, della genuinità, delle cose fatte in casa, alle quali Pier Giuseppe ha dato, con abile destrezza e genialità, unità letteraria e coesione espressiva per un risultato finale di grande freschezza e godibilità. Il titolo richiama immediatamente la prima sua opera (vedi sopra) e l'autore ha voluto consapevolmente mantenere anche questa volta un titolo metà in italiano e metà in friulano, "per sottolineare un messaggio di integrazione che fa da leit-motiv ai testi, nel senso che a scriverli è stato un "immigrato" un "forest", mentre a raccontarli uomini e donne carnici..." Il presidente della Casa di riposo di Paluzza, Adriano Cattelan, tratteggia inizialmente l'istituto (dalle origini ai nostri giorni) che è stato il palcoscenico vivente di questo singolare libro-polifonico. Molto
importanti risultano le note raccolte sia nella Premessa
che nella Introduzione, attraverso le quali Avanzato (già
medico in ospedale a Tolmezzo per 30 anni) evidenzia tutto il suo
sentimento e il suo
animo delicato nei confronti delle persone più deboli e fragili;
cenni classici (al De Senectute di Cicerone) e considerazioni
concretamente pratiche si intrecciano e si rincorrono in queste
pagine leggere e umanamente cariche di pathos e di attenzione verso
chi
è rimasto solo. Le pagine sono spesso intercalate da alcuni significativi testi poetici di Eligio Nassivera di Forni di Sotto, che ben si adattano ai contenuti che via via caratterizzano questi racconti. Molto
preziosa ed eccellente risulta infine la iconografia in
grigio-antico: tantissime cartoline di fine '800 e primo
'900 di molti paesi di Carnia: angoli
suggestivi che oggi sono pressochè totalmente scomparsi, vie
e agglomerati di case sempre popolati da tanta gente (quanta ve n'era
allora in
Carnia!), cartoline spesso inedite e appunto per
questo ancora più splendide
perchè hanno la capacità di evocare atmosfere e suggestioni
di altri tempi mentre ti propongono luoghi conosciuti ma trasportati
in altra
epoca (da una fantastica macchina del tempo) e divenuti, per questo,
quindi più magici e affascinanti... E' davvero un gran bel piccolo libro, da leggere con serenità nelle sere di pioggia, dopo aver spento quel televisore che ti acceca i sentimenti e ti deturpa la memoria... Ritroverai te stesso, ricorderai il tuo subconscio passato e ti sembrerà di aver vissuto tanto da provare nostalgia per una vita che (nella realtà) non ti è mai appartenuta. Un unico neo (tipografico): i caratteri usati sono troppo esili, l'inchiostro troppo chiaro e le righe troppo lunghe; queste 3 considerazioni me le ha recentemente ricordate un'anziana signora che, dopo poche pagine di faticosa lettura, ha dovuto abbandonare l'impresa cui si era votata con grande impegno e determinazione (e tanta voglia di tuffarsi nel passato)! Il libro è disponibile gratuitamente presso la Casa di Riposo di Paluzza (è tuttavia gradita una offerta da devolvere per future manifestazione di animazione interna).
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