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C'ERA UNA VOLTA
LA
COOPERATIVA CARNICA...
(1906 - 2015)
(Meminisse juvabit)
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SOMMARIO
Diario clinico di una morte annunciata
Hanno detto...
L'exitus e l'epigrafe funeraria
Il grido muto di dolore dei Soci
Destino dei lavoratori CoopCa
I risvolti giudiziari
DIARIO CLINICO DI UNA MORTE ANNUNCIATA
Le difficoltà che hanno portato la Coop Carnica il 17 novembre 2014 a chiedere in tribunale istanza di concordato preventivo in bianco, hanno una origine lontana, sono state aggravate da strategie di mercato errate e non si possono ovviamente ascrivere solo agli ultimi mesi come qualcuno vorrebbe fare credere. Sono infatti almeno 2 anni che il bilancio COOP-CA chiude in rosso, con perdite pesanti che sono state solo in parte ridotte grazie a una - seppur legittima - operazione (escamotage) di “finanza creativa immobiliare” senza la quale la drammaticità dei conti sarebbe ancora più pesante, anche se la sostanza non muta.
La Regione FVG, che scende in campo come arbitro-protagonista, vuole vederci chiaro ed attende la revisione straordinaria dei conti affidata ad un Istituto super partes.
Dai documenti ufficiali - bilanci, relazione del collegio dei sindaci e della società di revisione - emerge con chiarezza come, già prima del crollo di Coop Operaie di Trieste, senza un incremento delle vendite, il quadro CoopCa si sarebbe fatto pesante specie se vi fossero stati importanti prelievi dal prestito sociale. E' infatti dal 2008 che l’andamento delle vendite è piatto e tutti gli indicatori economici attestano che non si vedono prospettive positive, specie dopo che CoopCa, con un atto quasi suicidario, ha clamorosamente abbandonato Tolmezzo (lasciando la piazza ad altri agguerriti concorrenti) per andare a porre il proprio quartier generale con mega-store ed ipermercato alle "Valli" di Amaro, sguarnendo incredibilmente la Carnia, che si sente ormai orfana della sua Cooperativa, vero fiore all'occhiello del secolare solidarismo socialista carnico.
«Qualora la situazione di crisi dovesse proseguire - scrivono i revisori di Crowe Horwath nella relazione allegata al bilancio 2013 - l’attività e le prospettive della società potrebbero essere negativamente condizionate, con un conseguente impatto sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria». Il collegio sindacale CoopCa - Giancarlo Veritti presidente e Daniele Delli Zotti e Fosca Petris sindaci «auspica che tali previsioni si attuino perché solo con l’attuazione di tale budget si potrà garantire l’equilibrio economico-finanziario e la salvaguardia del patrimonio di CoopCa». Già ad aprile si attestava dunque che la situazione era difficile per cui non si può oggi imputare ai soci prestatori di aver fatto naufragare la situazione solo per aver compiuto negli ultimi mesi alcuni legittimi prelievi per le loro necessità e sicurezza sociale.
Le perdite
Nel 2012 CoopCa chiude il bilancio con un rosso di 1,73 milioni; l’anno successivo la perdita sale a 2,13 milioni, in totale quindi quasi 4 milioni di euro su un capitale con riserve di 9 milioni di euro. Le vendite calano (da 147,6 a 144,9 milioni) sia perchè i prezzi al dettaglio nella CoopCa non sono concorrenziali, nonostante le tessere-sconto distribuite ai soci (per i non-soci i prezzi non sono allettanti) sia perchè in Carnia la CoopCa non ha mai voluto creare un Discount (il più vicino si trova a Buia!) sia perchè ha compiuto assurde scelte strategiche di mercato; il costo della produzione nel 2013 ha toccato quota 150,6 milioni e l’azienda deve anche fare i conti con pesanti interessi passivi legati ai debiti con le banche, che incidono per più di un milione di euro.
L’operazione immobiliare
Nel 2012 e nel 2013 CoopCa iscrive a bilancio rispettivamente 4,8 e 3,9 milioni di euro come plusvalenze (introiti) da alienazioni di immobilizzazione materiali. Nel 2012 CoopCa inizia a "vendere" i propri immobili strumentali - magazzini e negozi - ma si tratta di una vendita fittizia perché ad acquisire quei beni è Immobilcoopca, società costituita proprio il 25 settembre 2012 per gestire immobili, che, dal 1° luglio 2014, ottiene anche l’incarico di effettuare la manutenzione degli stessi. Ma di chi è Immobilcoopca? Appartiene in toto a CoopCa che smobilizza parte del patrimonio immobiliare, ne ottiene una robusta plusvalenza contabile grazie a una perizia di stima e in questo modo riduce artificiosamente le perdite di bilancio e, al tempo stesso, trasferisce poste consistenti dall’attivo immobilizzato ai crediti, mantenendo gli equilibri patrimoniali. Senza quelle fittizie plusvalenze le perdite nel biennio sarebbero di 12,5 milioni.
Crediti e debiti
In bilancio di CoopCa al 31 dicembre 2013 appaiono crediti per 16 milioni di euro, in gran parte infruttiferi in base all’accordo tra CoopCa e Immobilcoopca, accordo stipulato dalla e con la stessa persona (che si guarda allo specchio): dà e riceve nel medesimo tempo. Infatti, quale rappresentante legale di entrambe è Ermano Collinassi, che è presidente di CoopCa dal maggio 2014 (fino a maggio 2014 era Giacomo Cortiula) ed è anche presidente della Immobilcoopca dal 2013. Il bilancio 2013 evidenzia debiti per 83 milioni di euro (inclusi i 30 milioni del prestito sociale), mentre l’attivo conta "immobilizzazioni" per 61,8 milioni (inclusi i 15,8 milioni di crediti verso Immobilcoopca) e un attivo circolante - molto più facilmente trasformabile in liquidità - pari a 39,95 milioni.
Le partecipazioni
Crowe Horwath non analizza solo Immobilcoopca ma anche la Conca d'oro e la San Liberale srl che detengono le autorizzazioni sui punti vendita di Aviano, Sacile e Brugnera e sul Supermercato Conca d’oro di Trieste. Fatturano in un anno 7 milioni di euro complessivamente e il valore delle relative partecipazioni «risultano iscritte a bilancio - scrivono i revisori - a un valore superiore rispetto al patrimonio netto di 3,4 milioni. Gli amministratori non ritengono necessario procedere a una svalutazione delle partecipazioni, anche in presenza di una contrazione dei ricavi dei punti vendita delle partecipate rispetto al momento dell’acquisto, ritenendo che permanga il valore di avviamento insito nelle società stesse». In altre parole i supermercati non brillano, eppure il loro valore, ai fini del bilancio interno CoopCa, non viene ritoccato al ribasso ma viene invece ipervalutato. Nel frattempo spuntano nuovi supermercati e la concorrenza si fa più aggressiva (non solo in Friuli ma anche in Veneto dove CoopCa si era forse ragionevolmente allargata ma con strumenti e mentalità decisamente anacronistici e superati, non all'altezza della situazione).
L’alleanza con Coop-Operaie Trieste
CoopCarnica e Cooperative-Operaie Trieste si erano nel frattempo alleate costituendo nel 2010 il "Consorzio Cooperativo Regionale a r.l.": fatturato nel 2013 di 45 milioni di euro, con sede a Udine, gestito da Livio Marchetti presidente (indagato a Trieste) e Giacomo Cortiula e Mauro Veritti consiglieri (pag. 17-18 Relazione Commissario Giudiziale). La missione di questo Consorzio era quella di ridurre i costi di acquisizione di buona parte dei prodotti freschi e surgelati. A gennaio, però, l’esperienza finisce perchè le due cooperative litigano per motivi ignoti e così l'alleanza sfuma, con probabili ricadute negative sul bilancio di entrambe (Il Consorzio veien liquidato il 15.12.2014; .
Le incognite future
La possibilità che il concordato preventivo si concluda con un rilancio della società o l’acquisizione da parte di un altro soggetto (Despar?), senza operazioni di profonda ristrutturazione e il sacrificio di tanti posti di lavoro, dipende solo dalla volontà degli interlocutori che si siederanno al tavolo delle trattative (Regione FVG in primis) che dovranno analizzare, senza giochi contabili, l’effettivo valore della partecipazione e del credito in Immobilcoopca, il valore delle altre partecipate, e l’esposizione bancaria (i mutui ammontano a 13,6 milioni di euro). Questi sono i temi cruciali che interessano 650 dipendenti e quei 2920 soci che fidandosi di CoopCa si vedono ora bloccati, nei libretti di prestito sociale, 26,5 milioni di euro.
LA LETTERA BEFFA del CdA Coopca
Nei mesi di agosto-settembre 2014 il CdA di CoopCa aveva inviato a tutti i soci-prestatori una singolare lettera il cui contenuto era oltremodo allettante: annunciava la concessione di un incentivo dell’1 per cento rispetto al tasso base se avessero versato ancora soldi sui libretti di prestito sociale dove già c’erano almeno 5 mila euro. Chi ha aderito a tale invito oggi ha i propri risparmi congelati: il danno e la beffa!
Conoscendo oggi i retroscena di tutta la intricata vicenda, parrebbe sufficientemente chiaro come il presidente, il consiglio di amministrazione ed il collegio sindacale avessero la percezione della situazione di crisi drammatica in cui versava già la società. Nonostante ciò, si indicava nel prestito sociale un investimento sicuro, un luogo privilegiato dove versare i propri risparmi a fronte di tassi di interesse dei Bot in netto calo. Ecco in sintesi la lettera-beffa:«...c’era una volta il Bot delle meraviglie, quello che offriva rendimenti a due cifre, terreno di caccia preferito dal piccolo risparmiatore. Oggi si rischia addirittura di pagare lo Stato per prestargli denaro. Un vero paradosso, figlio dei tassi da prefisso telefonico, ma anche del trattamento fiscale certamente non benevolo nei confronti del risparmiatore (specie dal primo luglio 2014). È per questo motivo che il Consiglio di amministrazione, conscio che i più penalizzati da questa manovra risultano essere, ancora una volta, i piccoli e medi risparmiatori che spesso trovano nel prestito sociale il solo modo di vedere remunerati i propri investimenti, ha deliberato di applicare un incentivo sull’incremento delle giacenze dei libretti di prestito sociale con saldo superiore o uguale a 5 mila euro per il periodo che va dal 16 luglio al 31 dicembre 2014... Con questa iniziativa CoopCa dimostra il proprio coerente atteggiamento nella tutela degli associati e dei soci prestatori in particolare garantendo convenienza e sicurezza, ma anche la certezza della remunerazione dei propri risparmi». E' stato quindi applicato sui nuovi versamenti, oltre ai 5 mila euro, un incentivo straordinario sul rendimento dell’1 per cento rispetto al tasso normalmente applicato dalle banche e ciò attirava il socio-risparmiatore perchè i tassi d’interesse diventavano decisamente alti per lui, ma per la dirigenza CoopCa erano certamente più bassi rispetto a quelli applicati dalle banche sulla propria esposizione bancaria. E furono quasi di due milioni di euro i nuovi versamenti eseguiti dai soci in meno di due mesi, a seguito di questa lettera-beffa: a luglio 2014 entrano nelle casse di CoopCa 838 mila euro e ben 911 mila ad agosto! (MV 17.6.15). Nel contempo, vi fu una silente ma massiccia contrapposta fuga di risparmio: già a luglio 2014, infatti, i prelievi dal prestito hanno raggiunto gli 847 mila euro, 895 mila euro ad agosto. Poi, tra settembre, ottobre e novembre, è stata una vera e propria emorragia, con il ritiro di quasi 4 milioni di euro, quasi tutti in favore dei soci che sono nel contempo amministratori, sindaci e/o familiari degli stessi soggetti o comunque collegati a CoopCa, mentre invece altri 287 titolari di libretto che si erano prenotati per ritirare i loro soldi (4,7 milioni di euro in tutto) si sono visti congelare i propri risparmi (MV 17.6.15 e anche in Relazione Commiss. Giudiz. pag 39)
Dimissioni nel CdA su sollecitazione della Regione
Su decisa sollecitazione della Regione FVG, si sono dimessi il 29 novembre 2014 quattro dei 9 componenti del consiglio di amministrazione di CoopCa, che dovrebbero essere rimpiazzati da altrettanti professionisti indicati dalla Giunta regionale. Ma non si è capito perchè si siano dimessi solo in 4 e non tutto il CdA. I 4 dimessi sono: Sono Claudio Lo Muscio, Leonardo Agostinis, Corrado Di Doi e Francesco Zilli. Lo aveva chiesto chiaramente la presidente della Regione, Debora Serracchiani, venerdi 28 novembre 2014, in un Auditorium Candoni (in Tolmezzo) affollatissimo e tesissimo, percorso da sentimenti di rabbia e frustrazione, dove l'attuale presidente CoopCa, Collinassi, era poi coraggiosamente (o temerariamente?) intervenuto consapevole che fosse doveroso presentarsi di fronte a tutti coloro che avevano riposto la propria fiducia in CoopCa. Collinassi ha pure voluto aggiungere:«... Da parte mia mi sono messo a disposizione per cercare di dare una mano, la mia mano, quella che posso per uscire da questo problema. Non pretendo di farlo da solo. Se serve, faccio un passo indietro» anche se pochi gli hanno creduto.
Coloro che subentreranno in CdA saranno individuati tra "figure tecniche con le competenze richieste" per questo tipo di situazioni (ne deriva allora che tali prerogative non erano appannaggio degli attuali consiglieri di amministrazione?). Sulla task force da affiancare al dimezzato cda, il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, spiega che si stanno individuando i nomi di "figure professionali che siano capaci di leggere un conto economico, di agire in un tavolo di crisi, di valutare la possibilità di una ristrutturazione e di interloquire con il mondo cooperativo, perché è da lì che ci si aspetta una qualche ancora di salvataggio".
Sulle possibilità reali che ha CoopCa di essere salvata Bolzonello afferma: «Non siamo né ottimisti, né pessimisti, siamo pragmatici. Le condizioni per lavorare al salvataggio della CoopCa ci sono».
Anche la presidente Serracchiani ha detto la sua «L’errore - ha affermato - è stato nel pensare che una cooperativa che fa investimenti così grandi e oltre misura rispetto a quando è nata, possa continuare a essere gestita come fosse il negozietto in piazza sotto il Comune. La cooperativa, osserva, non può essere gestita senza competenza e senza capacità di investire sul mercato o pensando di realizzare capannoni in Veneto sovradimensionati... Chi ha avuto responsabilità in passato se le prenda. Ora siamo impegnati a salvare l’occupazione e il prestito sociale, ma servono alleati che, anche se vengono da Marte, l’importante è che diano l’aiuto necessario a sanare la situazione. L’alleanza con qualche società quindi è fondamentale, serve un’azienda che ci metta i soldi e prepari un piano di risanamento e rilancio. Penso che non si salverà tutto, ma qualcosa sì» conclude Serracchiani, manifestando poche concrete speranze di salvare capra e cavoli, che ora non sono più solo socialisti ma appartengono a tutta la Carnia, purtroppo!
Revocato il premio al presidente CoopCa Giacomo Cortiula
La Camera di Commercio di Udine, presieduta dal tolmezzino Gianni Da Pozzo, il 2 dicembre 2014 ha ritirato all’ex presidente CoopCa, Giacomo Cortiula, il premio a lui destinato per la “Premiazione 2014 del lavoro e del progresso economico” istituito 61 anni fa. Tale clamoroso gesto è certamente da ricollegarsi alla gravissima crisi CoopCa che Cortiula ha presieduto per ben 23 anni, fino al maggio 2014. Cortiula, nei giorni precedenti, aveva con fermezza rimarcanto la propria onestà e la propria fede socialista e confutato animatamente le accuse secondo cui lui si sarebbe premurato di prelevare i soldi depositati nelle casse della cooperativa perché consapevole - questa l’accusa dei suoi detrattori- del crack imminente.
Su questo aspetto il 1 dicembre 2014 è sceso in campo anche Nicolino Dario, ex segretario Fistel-CISL, che sfida gli attuali dirigenti e Cortiula stesso a esibire i propri libretti di risparmio CoopCa loro e dei loro parenti e familiari. "Dimostrino loro per primi - aveva detto - e mi riferisco al cda, compreso l’ex presidente, e al gruppo dirigente, se vogliono davvero tanto bene a CoopCa, che hanno ancora i loro soldi in Coopca». Perché anche l’ex presidente Cortiula? «Perché è stato in CoopCa 23 anni e anche perché è difficile credere - afferma Nicolino Dario - che i problemi della cooperativa siano comparsi improvvisamente solo negli ultimi mesi. Quindi la prova di fedeltà va chiesta anche a lui e famiglia». Tale guanto di sfida non è stato ancora raccolto!
I soci
Prosegue intanto nella sede della Comunità Montana a Tolmezzo in via Carnia libera 1944 la raccolta delle adesioni al Comitato soci CoopCa (consultare in facebook “Gruppo aiuto soci CoopCa” o contattare comitatosocicoopca@yahoo.it) e lo stesso avverrà ogni giovedì dalle 15.30 alle 17.30 al fine di tutelarsi e salvaguardare i proprio risparmi. Secondo questo comitato «... la revisione straordinaria, disposta solo dopo l’esplosione del caso di Coop operaie triestine, non ci appare tempestiva anche alla luce della visita della presidente Serracchiani al centro di distribuzione di Amaro nello scorso mese di agosto 2014, trovato incredibilmente vuoto secondo quanto riferito dalla stessa Serracchiani durante l’assemblea del 28 novembre scorso a Tolmezzo. La nomina di un commissario costituirebbe un atto formale di assunzione di responsabilità politica della giunta al governo e potrebbe contribuire a rasserenare gli animi, pur costituendo certamente un grosso rischio per la giunta regionale stessa che, in caso di fallimento dell’operazione di salvataggio, dovrebbe trarre le inevitabili conclusioni». Lo stesso Movimento per la difesa dei cittadini, che si sta particolarmente attivando sulla vicenda dei depositi congelati dalla CoopCa (quasi 3 mila risparmiatori e fondi bloccati per 26,5 milioni di euro) ha chiesto che venga aperto un tavolo di confronto con Bankitalia e la Regione per fare chiarezza sulla vicenda. Inoltre per il comitato sarebbe più opportuno che la gestione fosse affidata «a esperti responsabili altrimenti la vicenda assumerà dimensioni ancora più preoccupanti, investendo tutto il sistema del risparmio con conseguenze imprevedibili e difficilmente governabili a livello nazionale». Da qui anche la richiesta di un intervento al ministro del Lavoro Giuliano Polettiche proviene dal mondo delle cooperative essendo stato nel passato anche presidente di Legacoop nazionale (coop rosse), un mondo dunque perfettamente conosciuto dall'attuale Ministro del lavoro.
Bankitalia e prestito-soci
Per le cooperative, la legge stabilisce che la raccolta del risparmio dei soci (prestito-soci) non deve eccedere il limite del triplo del patrimonio risultante dall’ultimo bilancio approvato della Cooperativa.
Ebbene il prestito sociale in CoopCa, al 31 dicembre 2013, ammontava (sempre che i dati siano veritieri) a 30 milioni 358 mila 146 euro, mentre il patrimonio netto era di 12 milioni 998 mila 547 euro: il rapporto sembra dunque abbastanza rispettato (3 a 1), ma resta sempre un dubbio... La segnalazione dei Soci a Bankitalia contesta infatti il patrimonio netto di riferimento perchè se ci si riferisce anche alle società del gruppo, (a Immobilcoopca è stato girato parte del patrimonio immobiliare), il parametro non sarebbe stato affatto rispettato, perché il patrimonio CoopCa si ridurrebbe di un sesto ed in questo caso il prestito soci non avrebbe potuto aumentare. Inoltre nel bilancio 2013 è iscritta a patrimonio - e quindi lo aumenta - una rivalutazione degli immobili strumentali in base alla legge 147 del 2013 per 2,9 milioni di euro, una scelta giudicata prudenziale, aumentando il valore dei beni di 1,5 milioni e riducendo il fondo ammortamento per 1,4 milioni. In sostanza Coop Carnica ha dato fondo a tutte le possibili rivalutazioni immobiliari iscrivendo plusvalenze nel rendiconto economico per 8,7 milioni in 2 anni, anche rivalutando altri immobili per 2,9 milioni, incrementando così surrettiziamente il patrimonio netto e quindi la possibilità di raccogliere ulteriore prestito sociale. Senza questa aggiunta, il rapporto tra patrimonio netto e prestito sociale sarebbe stato al limite inferiore e la CoopCa non avrebbe potuto raccogliere altri risparmi dai soci. Il concordato preventivo dovrà quindi stabilire se la valutazione degli immobili (stimata da CoopCa) ai fini del bilancio risulta coerente dal punto di vista delle garanzie ai soci che hanno versato i loro risparmi. Le plusvalenze immobiliari derivanti dall’operazione contabile Immobilcoopca (8,7 milioni in due anni) che hanno permesso nel 2012 e nel 2013 di contenere le perdite a 1,7 e 2,1 milioni, sono state inserite a rendiconto nel valore della produzione, facendo emergere un margine operativo si pur sempre in rosso, ma non così tragico qualora queste due voci fossero finite correttamente tra i proventi straordinari, visto che non si tratta di un fatto ordinario di gestione ma appunto straordinario. Insomma: un’operazione di estetica contabile per dimostrare solo che la gestione non era poi così profondamente in rosso ma era ancora facilmente recuperabile...
Vertice in Regione
Venerdi 6 dicembre 2014 si è svolto un lungo vertice negli uffici della Regione tra la presidente, Debora Serracchiani, il vicepresidente, Sergio Bolzonello, i legali di CoopCa (Cabrini e Variola), il presidente Ermano Collinassi, esponenti del mondo della cooperazione e i due “saggi” (il pordenonese Gianfranco Verziagi e l’emiliano Sandro Masi, pagati da Coop Ca) ai quali l’assessore alle Attività produttive ha affidato il compito di scandagliare i conti reali della società; essi non entreranno in consiglio di amministrazione al posto dei 4 componenti che si sono dimessi, ma diverranno "consulenti" imposti per Coop Carnica e guideranno l’intera operazione (insomma quasi due "missi dominici") esaminando bilanci, rapporti con le partecipate, perizie di stima del patrimonio immobiliare, valori delle rimanenze al fine di avere un quadro realistico di quanto vale la cooperativa che ha richiesto il concordato in bianco e in particolare se ci sono gli estremi per un salvataggio; se non ce la faranno, tutta la faccenda passerà nelle mani di un amministratore giudiziale nominato dal tribunale come è già avvenuto per le sorelle Coop Operaie di Trieste. Tre sono i principali aspetti da analizzare: 1) la consistenza reale del debito (83 milioni a bilancio, di cui 26,5 milioni di prestito sociale congelato a seguito della domanda di concordato preventivo); 2) la valutazione del reale patrimonio immobiliare in capo alla capogruppo e alla gemella Immobilcoopca; 3) la valutazione delle due società satelliti (San Liberale e Conca d’oro) titolari dell’avviamento di alcuni negozi in provincia di Pordenone e a Trieste (il cui patrimonio netto reale è di poco superiore ai 400 mila euro, mentre la loro valutazione iscritta a bilancio della capogruppo è di crica 3,4 milioni!). L’ipotesi di lavoro è quella di un consistente ridimensionamento di CoopCa col trasferimento di alcuni negozi a Nordest, Conad o ad altri soggetti come Despar, mentre si ipotizza la totale restituzione del prestito sociale, sperando che le analisi dei conti non facciano però emergere una situazione ancora più ingarbugliata e grave.
M5S solleva la questione in Parlamento
"La Regione non è intervenuta sulla crisi delle Cooperative operaie di Trieste e su CoopCa anche se aveva gli strumenti e i segnali per farlo". Lo ha affermato il 11.12.2014 il M5S nell’incontro a Tolmezzo, caratterizzato da un confronto tra i due casi, ricostruendo, con Paolo Perper del Comitato “Difendiamo le coop di Trieste” e con Adeo Cernuta, esperto di bilanci, anche il funzionamento delle cooperative in Italia, con varie criticità (soprattutto in termini di mancata democraticità, di quasi inamovibilità dei presidenti dei consigli di amministrazione, di accesso per i soci all’elenco degli aderenti) e le ultime vicende. Il consigliere regionale M5s Cristian Sergo ha spiegato che i grillini hanno chiesto alla Regione di intervenire sulle cooperative Trieste ancora a giugno con un’interrogazione perché c’era già sentore di problemi. Il vicepresidente Sergio Bolzonello rispose che serviva una segnalazione di un socio per intervenire e che comunque c’era un continuo monitoraggio da parte della Regione. Sergo su Coopca ha ricordato che all’auditorium Candoni di Tolmezzo, in occasione dell’assemblea pubblica, la presidente della Regione Debora Serracchiani ha detto che visitando il magazzino CoopCa di Amaro ad agosto aveva notato che era piuttosto vuoto e si era preoccupata «ma non lo ha detto a nessuno - ha osservato Sergo- Solo molto tempo dopo la Regione ha chiesto la revisione straordinaria». Sergo ha spiegato che il M5s ha chiesto la delibera di giunta regionale con cui è stata decisa la revisione straordinaria di CoopCa, «ma mi hanno detto che è secretata; mi sono meravigliato, non mi è mai successo». Intanto alla luce dei fatti di Roma, di Trieste e di CoopCa, il deputato del M5s Aris Prodani, segretario della commissione Attività produttive di Montecitorio, ha chiesto con urgenza un’indagine conoscitiva da parte del Parlamento. Per l’esponente politico i recenti scandali non solo minacciano l’esistenza delle cooperative come modello «ma hanno anche messo in mostra delle falle normative da colmare, in particolare per quanto riguarda la mancata vigilanza sul prestito sociale. Le conseguenze non sono francamente accettabili e bisogna intervenire subito, prima che si aggravi ulteriormente la situazione». E' stato rimarcato che nel caso in cui soci-risparmiatori non ottengano quanto versato, potrebbero attivare un’azione di responsabilità nei confronti della Regione per omesso controllo (da MV, 12.12.2014).
Lega Nord in piazza a Tolmezzo
Sabato 13 dicembre 2014, in piazza XX settembre a Tolmezzo, tra le 9 e le 12.30, la Lega Nord della Carnia mette a disposizione di soci, dipendenti CoopCa e cittadini, dei professionisti che presteranno consulenza gratuita sui singoli casi.
Nuova assemblea a Tolmezzo
I soci-prestatori stanno reclutando attraverso il Gruppo aiuto soci CoopCa di facebook tutti coloro (e sono già centinaia) che intendono reagire attivamente a questa situazione di stallo inoperoso. Venerdì 19 dicembre 2014, alle 20, all’auditorium Candoni di Tolmezzo si è svolta una nuova assemblea aperta solo a soci, soci-prestatori o loro delegati e ai dipendenti CoopCa. Allo studio la possibilità di attivare una class action (rivalsa collettiva) se la situazione dovesse ulteriormente precipitare, da affidare ad un avvocato. Oltre 500 gli aderenti al neo Comitato di difesa dei soci-risparmiatori. Tra le proposte nella fase preliminare all’assemblea la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica che si aggiungeva all’iniziativa assunta autonomamente dalla magistratura stessa con il sequestro, da parte della Guardia di finanza, di documenti nella sede amministrativa di Amaro. La tensione è stata alta anche perché le ultime novità sul fronte CoopCa fanno crescere la preoccupazione circa tempi lunghi per la restituzione delle somme depositate, sempreché, a seguito della procedura avviata, sia possibile la restituzione integrale del prestito sociale che ammonta a 26,5 milioni di euro. Sono state sollecitate le dimissioni dell'intero CdA della Cooperativa.
La Procura della repubblica
A seguito del blocco dei risparmi del prestito sociale e dell’ammissione della cooperativa alla procedura del concordato preventivo, il 18 dicembre la Procura ha aperto un fascicolo di “atti relativi”: un’inchiesta, cioè, al momento priva di iscrizioni sul registro degli indagati e di ipotesi di reato. Del caso è stato delegato il sostituto procuratore Elisa Calligaris. Nei giorni precedenti, la Guardia di Finanza si era recata nella sede di Amaro, per acquisire tutti gli atti ritenuti necessari per chiarire la situazione: 1. verificare l’eventuale sussistenza di responsabilità penali, soprattutto in relazione ai 3,5 milioni di euro di prelievi effettuati da alcuni soci nell’arco di un mese e mezzo prima del blocco dei risparmi; 2. vigilare sulla procedura con la quale Coopca cercherà di evitare la dichiarazione di fallimento.
Volantino inopportuno
“Cresci con noi, diventi socio CoopCa e scopri tutti i benefici pensati per te rivolgendoti al box informazioni dei punti vendita”: questo il messaggio, evidenziato in rosso, che appare nei volantini in distribuzione dal 17 dicembre 2014 nelle CoopCa di Friuli e Veneto. Se da un lato l’appello a continuare a fare la spesa in Coop Carnica è comprensibile, per evitare che il tracollo sia ancora più disastroso, dall’altro sarebbe opportuno tarare meglio la comunicazione per evitare ulteriori incidenti di percorso con una platea di soci che sta assistendo con sempre più comprensibile irritazione a quanto sta accadendo. I soci risparmiatori che si trovano con i prestiti sociali bloccati l’hanno presa come l’ennesima beffa da parte della cooperativa.
Entra in campo FIAT?
Voci sempre più insistenti vorrebbero che Marchionne entrasse in campo come il "deus ex machina" per risolvere il grosso problema della Cooperativa Carnica. In queso modo: il Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo (Cosint) di emanazione regionale (politica) acquisterebbe (con denaro pubblico) il magazzino CoopCa di Amaro e ne affitterebbe poi metà ad Automotive Lighting, ex SEIMA, l’azienda che si occupa della produzione di fanaleria per auto (che ha al momento assoluta necessità di magazzini per stoccaggio degli stampi) di proprietà della Magneti Marelli, storico gruppo della galassia Fiat. Sarà la Regione però a catalizzare l'intera operazione, portando a garanzia un documento fondamentale in questa trattativa: la garanzia che a base dell’operazione ci siano sei milioni di finanziamenti comunitari che la Regione è pronta a girare al Cosint. Con questi il Cosint acquisterà appunto il centro di smistamento Coopca di Amaro e farebbe entrare nella Cooperativa, in agonia e da un mese sotto tutela del Tribunale, 18 milioni di euro in grado di ridurre consistentemente il deficit degli 80 milioni. Il Cosint dunque sarebbe pronto ad acquistare tutto l’attuale maxi-centro di smistamento CoopCa da 22 mila metri quadrati, ma dove prende i 18 milioni di euro? 6 milioni glieli darebbe la Regione (come fondi comunitari) mentre per il resto (12 milioni) il Cosint ridiscuterebbe il mutuo avviato da CoopCa con la Banca di Cividale, che pagherebbe con l’affitto della parte di capannone ceduto all’Automotive (si spera non meno di 300 mila euro l’anno) e di quello che la CoopCa pagherebbe per la propria parte in affitto. Ma il Cosint, rappresentato nelle trattative dal presidente Giovanni Battista Somma, ex sindaco di Arta, chiede una garanzia alla Regione. Il buco da 80 milioni della cooperativa è, infatti, troppo grande per fidarsi. E quindi il Consorzio vuole assicurarsi dalla Regione il via libera al piano delle tre centraline idroelettriche che utilizzerebbero l’acqua che esce dal lago di Cavazzo. Il progetto è praticamente approvato in Regione. Soldi che deriverebbero dall’energia idroelettrica (trecento mila euro l’anno su per giù) che il Cosint utilizzerebbe per coprire gli eventuali mancati introiti dell’affitto di CoopCa, se la cooperativa non superasse la crisi. Insomma un vero e proprio gioco dell'oca. Se il Cosint (e Marchionne) avranno dunque la garanzia scritta che i sei milioni dalla Regione arriveranno, l’affare sarà fatto e proposto al Tribunale che da quasi un mese ha congelato la situazione della cooperativa. Il Cosint acquisterà così il maxi-capannone di Amaro e lo dividerà, affittandolo, in due: metà ad A-L (SEIMA) e metà alla CoopCa. E così, liberata dal peso di poco meno di un milione di euro di rata di mutuo da pagare ogni anno alla Banca di Cividale, la Cooperativa Carnica, o chi la acquisterà, potrà risollevarsi. Ma mentre sulla stampa locale questa ipotesi prende sempre più corpo, ecco che il 19 dicembre arriva la doccia gelata della Regione: "Un’interlocuzione con Automotive Lighting rispetto a un rafforzamento dal suo sito produttivo di Tolmezzo è aperta da alcuni mesi... in questa interlocuzione non si inserisce alcuna ipotesi connessa al salvataggio di CoopCa... La Regione è estranea alla diffusione di ipotesi che possono essere state formulate in tal senso» Come a dire che tutto il verosimile piano di iniziale salvataggio è frutto della fantasia dei giornalisti e che un problema è trovare un adeguato magazzino alla SEIMA ed un altro diverso problema è salvare la Cooperativa Carnica. Mah... così intanto si è tutto bloccato, anche perchè Marchionne pare si sia notevolmente infastidito a causa di questi spifferi inopportuni, usciti non da A-L ma da un Cosint eccessivamente loquace...
Mentre tutto questo bailamme si autoalimenta e disorienta i carnici, i dipendenti della Cooperativa non ricevono più lo stipendio da novembre 2014 (alcuni addirittura da ottobre) e a dicembre hanno ricevuto solo una parte di tredicesima!
VTC, nessuna nuova
Nel corso di una succinta e un po' evanescente trasmissione a VTC di Treppo Carnico, andata in onda la sera del 26.12.2014, cui avrebbe dovuto partecipare anche il presidente CoopCa, Collinassi (assente per impegni sopraggiunti!), si è assisitito ad un continuo (peraltro blando) tentativo da parte del conduttore Gabriele Leschiutta di cavare notizie fresche dai due ospiti: l'attuale sindaco di Tolmezzo, Brollo, e il segretario CISL della Carnia, Colautti. Nessuno dei due in effetti ha rilasciato dichiarazioni precise sulla situazione attuale della cooperativa ma ne è venuto fuori solo che, da una prima ricognizione dei due saggi, parebbe che la situazione complessiva della cooperativa non sia così drammatica da richiedere il fallimento ma che presenta degli aspetti che consentirebbero un recupero industriale da parte di nuovi offerenti. E con questa flebile speranza si è chiusa la breve e un po' insipida trasmissione ricca peraltro di metafore e auspici che, considerato l'elevato peso specifico del gravissimo problema sul tappeto, avrebbe certamente richiesto ben altro approfondito approccio e approfondita disamina dei vari aspetti ad esso sottesi. Intanto decine di aziende, che essenzialmente vivono grazie alle forniture ai supermercati della cooperativa carnica, vantano crediti importanti nei confronti della cooperativa stessa, alcune sono creditrici anche di cifre superiori ai 300 mila euro. Esse continuano a rifornire la CoopCa, anche se sanno che da molte settimane la CoopCa non paga più e non potrà farlo ancora per chissà quanto tempo. Così pure diverse attività della Carnia, piccole e medie, si ritrovano nella stessa situazione come la Tipografia Moro: il 15% del suo giro di affari è strettamente legato alla coopCa. Stanno in affanno anche le piccole aziende ortofrutticole che vivono con la CoopCa. Tra i 500 soci aderenti al patto costituito durante l'ultima assemblea, serpeggia il malumore perchè a fronte di oltre 3000 soci, solo un sesto ha finora aderito a questo gruppo spontaneo di lavoro e di vigilanza: e gli altri 2500 che fanno? Si spera nella materna LegaCoop (cui è affiliata la Cooperativa Carnica) che avrebbe una disponibilità di ben 11 miliardi da cui poter attingere per salvare la consorella cargnella... Ma sarà madre o matrigna?
Certificati azionari per 8 MILIONI
Oltre ai 26,5 milioni di euro di prestito sociale congelato (c’era un limite di 30 mila euro per ogni socio-prestatore, ma spesso lo si superava aprendo più libretti intestati a diversi familiari singolarmente titolari), ora spuntano altri 8 milioni di euro di versamenti da parte di oltre 10mila soci che avevano dato piena fiducia alla cooperativa, acquistando certificati azionari con cui la cooperativa stessa si autofinanziava (non solo quindi attraverso il prestito sociale). Come ogni cooperativa, la base sociale è composta dai soci che versano una quota minima per essere ammessi. In Coop Carnica per aderire bastavano 26 euro, oltre ad altri 3 euro di spese generali, e si poteva contare su tutti i benefici dello status: partecipazione alle assemblee sociali, sconti su alcuni prodotti, iniziative riservate, attività sociali. In CoopCa però era invalso anche il metodo di autofinanziarsi attraverso l’emissione di certificati azionari per più quote del capitale. Per incentivare tale strumento, visto che nelle coop vale il principio “una testa, un voto” e non c’è la ripartizione dei dividendi sugli utili, come avviene nelle società normali non cooperative, CoopCa concedeva un interesse per il capitale investito che, negli ultimi 2 anni, è stato pari al 2 per cento di quanto versato. Decisamente meglio di una banca. Così nel 2012 la remunerazione di tali certificati è stata di 164 mila 818 euro, l’anno successivo di 154 mila 163 euro per un valore complessivo di capitale versato rispettivamente di 8 e 7,87 milioni di euro. Così centinaia di soci, oltre ad aprire un libretto di prestito sociale, avevano acquistato anche quote ulteriori di capitale sociale della coop anche per decine di migliaia di euro. Tant’è che, a fine 2013, i 10 mila 399 soci mediamente erano titolari di 750 euro di capitale, ben al di sopra dei 26 euro della singola quota. Tra gli obiettivi dichiarati dal consiglio di amministrazione di CoopCa nell’assemblea del maggio 2014, quando già le difficoltà dell’azienda erano evidenti, c’era anche quello di convincere i soci più vecchi (meno attenti e attivi) ad adeguare il valore delle proprie quote all’aumento deciso nell’assemblea straordinaria del 1993 (da 5 mila a 50 mila delle vecchie lire) per rimpinguare la sempre più vuote casse cooperative. Però, dal 2007 al 2013, il valore del capitale sociale è diminuito di un milione di euro e solo nel 2013 è calato di 131 mila 482 euro a fronte del recesso di 118 soci che hanno chiesto di riottenere quanto versato (402 mila 298 euro per una richiesta media di 3 mila 409 euro per ciascun socio recedente) mentre vi è stato l’ingresso di 863 nuovi soci e l’adesione all’aumento di capitale sottoscritto ha portato nelle casse della società solo 270 mila 816 euro. Il debito quindi di CoopCa nei confronti dei soci non è solo pari al prestito sociale (26,5 milioni) ma raggiunge, col capitale versato, oltre 34 milioni di euro. Ma se i prestatori sociali sono a tutti gli effetti creditori dell’azienda e quindi in una eventuale futura liquidazione godranno di una posizione di relativa tutela, per gli oltre 10 mila detentori di capitale (da 26 euro fino a decine di migliaia di euro l’uno) non resta che mettersi alla fine della coda, perché proprio il capitale sociale sarà l’ultimo a essere rimborsato, sempre che di soldi, alla fine, ne restino (tratto e modificato da MV 4.1.15).
Il tempo per organizzare il salvataggio sta per scadere
I giudici, il 17 novembre 2014, avevano dato 2 mesi di tempo agli amministratori CoopCa (termine che scade appunto il prossimo 17 gennaio 2015) per presentare un piano di recupero. Tale periodo si sta rivelando tuttavia del tutto inadeguato perchè i due saggi nominati dalla Regione (insieme al residuo CdA) oltre ad analizzare i conti, hanno dovuto fare in modo che la gestione ordinaria della azienda potesse continuare. Essi pertanto chiederanno sicuramente una proroga ed un ulteriore tempo di due mesi a disposizione, alla scadenza ufficiale del termine già fissato (la risposta a tale richiesta di proroga sarà resa nota però solo giovedi 22 gennaio 2015). In questi ultimi mesi 2014 però le vendite in CoopCa non sono andate bene: rispetto al 2013 il calo è stato del 20%, quando l’andamento delle altre analoghe aziende nel settore alimentare ha registrato una flessione di circa il 5%. Questo dato non depone certamente a favore della credibilità della Coop Carnica (e dei suoi amministratori) e nello stesso tempo genera preoccupata vigilanza tra i dipendenti ed i soci prestatori che vedono ulteriormente compromessa una seria ipotesi di rilancio e di recupero. Nel frattempo pare siano giunte numerose dichiarazioni di interesse per la Coopca, sia da parte di grandi gruppi, sia da parte di piccole società, che tuttavia preliminarmente vorrebbero avere un quadro preciso e completo, oltre che veridico, della situazione. Non è ancora dato sapere se la cessione sarà in blocco oppure vi sarà la vendita di "pezzi", magari solo di quelli più pregiati: in quest'ultimo caso però si comprometterebbe l'intero peso specifico della azienda che opera in varie aree del Nord-est, ad intensità variabile. Per quanto concerne i gruppi interessati all'acquisto, Coop Nordest, già impegnata su Coop Operaie, avrebbe manifestato un interesse solo per alcuni punti vendita, mentre Despar si sarebbe già defilata poichè l’acquisizione creerebbe molte sovrapposizioni con i suoi attuali supermercati. In corsa anche Alì spa, presente in Veneto e in Emilia Romagna con punti vendita divisi in due settori: Alì Supermercati (negozi di quartiere e superfici fino a mille 500 metri quadri) e Alì per con punti vendita tra 2 mila e 5 mila metri quadri, spesso inseriti in contesti più ampi o in veri e propri centri commerciali. E tra Veneto ed Emilia Alì spa è presente con oltre cento supermercati (904 milioni di fatturato nel 2013 e una crescita pari al 4,4 per cento rispetto al 2012). Anche la Regione FVG poi potrebbe intervenire con la finanziaria Friulia, ma questo aspetto è ancora del tutto sub judice.
Chiudono l'unico Discount della CoopCa (a Buia) e la filiale di Faedis
Il 10.1.15 ultima spesa al Jumbo Market di Buia, tra il malumore dei rappresentanti del gruppo soci Coopca, a cui il supermercato bujese era legato da oltre trent’anni (trasformato nel 2012 in Discount, l'unico della CoopCa). Ultima giornata di apertura dunque del Discount situato in via Sottofratta: un gruppo di soci ha organizzato un piccolo sit-in di protesta, invitando i cittadini ad acquistare gli ultimi prodotti che ormai restavano dentro la struttura. Alcune decine di persone si sono ritrovate di fronte al Jumbo e diversi di loro hanno colto l’occasione per fare l’ultima spesa. «Chiederemo l'estensione delle garanzie bancarie fino a 100 mila euro per tutelare soci e librettisti CoopCa», così ha detto Emma Agricola, referente del Comitato dei soci sorto all’indomani del tracollo. Il Jumbo Market era uno dei primi supermercati sorti nella cittadina collinare, avviato dall’imprenditore bujese Alberto Guerra alla fine degli anni ’60 e successivamente rilevato, sul finire del decennio, da Coopca. Nel corso degli anni ’80 e ’90 l’esercizio aveva potuto contare anche su un personale di una decina di operatori, essendo stato per molto tempo un punto di riferimento per la comunità bujese. Nel contempo anche la filiale di Faedis, il 17.1.15 chiude i battenti lasciando in una perplessa situazione di incertezza dipendenti e soci che sperano ancora nel miracolo... che si concretizza incredibilmente il 17.8.15 quando il supermercato CoopCa (già da tempo sotto sfratto per morosità dell'affitto dei locali: mq 240) viene rilevato da CoopCasarsa, forte di 14mila soci, che garantisce così la sopravvivenza del punto-vendita ed il lavoro per i 7 dipendenti. Quanto alle concrete ipotesi di possibili altri acquirenti della CoopCa, si è fatta insistente la voce di un interessamento discreto da parte di un colosso tedesco. I vertici della cooperativa però non smentiscono nè confermano per impedire che la fuga di notizia possa danneggiare la trattativa in corso (?!).
Direttivo del Comitato Soci 12.1.2015
I temi più spinosi affrontati dall'ultima riunione del Comitato Soci sono stati: 1. l’esigenza di avere l’elenco soci da CoopCa, che finora, nonostante la formale richiesta di un socio, non ne ha rilasciato copia; 2. la scelta dei nuovi componenti del Cda; 3. le iniziative da intraprendere dopo la prossima sentenza giudiziale.
Una riunione interlocutoria dunque per cominciare a ragionare su come muoversi quando arriveranno le determinazioni del giudice, ma anche a prescindere da esse. Maggiormente si è parlato del fatto che CoopCa, nonostante la richiesta formale presentata da un socio ormai diverse settimane fa, non ha ancora fornito ancora copia dell’elenco soci. Ma il comitato – che ha raggiunto 800 adesioni – non intende mollare. La presidente avv. Donatella Iob spiega che il presidente CoopCa, Ermano Collinassi, aveva assicurato che il socio avrebbe ricevuto l’elenco, mentre ora è stato comunicato che potrà solo consultarlo e visionarlo. "Si farà sicuramente qualche azione perchè stanno trattenendo un documento che è nostro diritto avere e che il Comitato vuole avere". Altro tema caldo affrontato: due nuovi componenti sono entrati nel Cda, scelti senza coinvolgere il comitato, il cui nominativo non è ancora dato sapere.
Articolato esposto-querela alla Procura della Repubblica
A seguito dell'ultima assemblea del Comitato Spontaneo Soci (presieduto dall'avvocato Donatella Job), il 13.1.15 l'avvocato Gianberto Zilli ha depositato in Procura un esposto-querela (di ben 19 pagine) a difesa dei soci prestatori di Coopca, che può essere riassunto nei seguenti punti: 1. un lungo elenco di presunti casi di mancata vigilanza e false comunicazioni sociali in danno dei creditori e più atti di bancarotta; 2. l’ipotesi di reato dell’abusiva attività di raccolta del risparmio; 3. ipotesi di truffa aggravata continuata nei confronti dei soci prestatori; 4. richiesta di applicazione di misure cautelari a consiglieri d’amministrazione e direttore generale o, in alternativa, la nomina di un amministratore giudiziario. Con questa mossa, l’avvocato Zilli ha praticamente dato carta bianca alla Procura, (creando le condizioni concrete della procedibilità dell’azione penale) e l'ha quasi invitata a procedere dovunque ravvisi margini per ipotizzare la sussistenza di responsabilità penali in relazione ai fatti rappresentati. Zilli ricorda inoltre che la Regione Fvg ha l’onere di effettuare revisioni ordinarie una volta ogni due anni e la norma prevede anche revisioni straordinarie ogni qualvolta se ne ravvisi l’opportunità. Ora dunque soltanto un intervento legislativo regionale potrebbe ridare serenità a tante famiglie di risparmiatori ed ai dipendenti. Zilli richiede alla Procura di acquisire perciò tutti gli atti di verifica svolti da enti esterni a Coopca, in particolare da LegaCooperative e Regione. Accertamenti sono stati sollecitati anche in merito ad alcuni rimborsi operati da Coopca in vista dell’istanza di ammissione di concordato preventivo e già oggetto dell’inchiesta avviata dal procuratore Raffaele Tito e dal sostituto Elisa Calligaris.
M5S chiede la sfiducia politica per la Serracchiani
Con una lunga e dettagliata mozione, che sarà depositata nei prossimi giorni, il gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale FVG formalizzerà la sfiducia politica nei confronti di Debora Serracchiani, presidente della giunta regionale, e di Sergio Bolzonello, vicepresidente della giunta regionale e assessore alle Attività produttive. Il Movimento 5 Stelle dice tra l'altro:« In questi giorni stiamo assistendo al collasso di due importanti cooperative regionali, quali “Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli” (Coop Operaie) e “Cooperativa Carnica di Consumo” (CoopCa), con conseguenze gravissime per più di 1.300 occupati ed oltre 20 mila soci aderenti al prestito sociale. Questa situazione non può in alcun modo essere presentata come “un fulmine a ciel sereno” in quanto aspetti di criticità erano da tempo segnalati nei bilanci delle due realtà... Nonostante questo, la presidente Serracchiani e l’assessore Bolzonello, con delega - fra l'altro - alla Cooperazione, pur in presenza di elementi certi e precisi in merito alla gravità della situazione, non hanno assunto le iniziative di loro competenza fino al punto che in entrambi i casi alla loro inerzia ha dovuto sopperire l’autorità giudiziaria di propria iniziativa nel caso delle Coop Operaie e su richiesta del consiglio di amministrazione nel caso di CoopCa. Pertanto ci troviamo oggi con la nomina di un amministratore giudiziario e con un concordato preventivo per le Coop Operaie e con una richiesta di concordato “in bianco” per CoopCa... Ancora una volta la giunta Serracchiani ha dimostrato la sua totale inadeguatezza e impreparazione. La legge attribuisce, infatti, alla Regione chiari compiti di vigilanza e di controllo sulle cooperative. Vigilanza che la giunta Serracchiani, nonostante ripetute segnalazioni anche da parte del MoVimento 5 Stelle del Friuli-Venezia Giulia, ha omesso di porre in atto. La magistratura è dovuta così intervenire per bloccare una situazione ormai degradata... In realtà la giunta e la presidente Serracchiani vorrebbero che calasse un silenzio assordante su queste gravissime crisi aziendali che coinvolgono migliaia di cittadini di tutto il Friuli-Venezia Giulia. La stessa Serracchiani che ha preso 12.500 euro in campagna elettorale da quelle stesse cooperative che dovrebbe controllare e che - come dimostrano i fatti - non ha mai controllato. Ecco perché proponiamo la sfiducia alla giunta Serracchiani per come non ha voluto affrontare il crollo del sistema cooperativistico della nostra regione... Il Movimento 5 Stelle pretende, infatti, che la presidente della Regione e la giunta regionale adottino dei provvedimenti urgenti per l’individuazione delle responsabilità non solo amministrative, ma anche politiche nell’omissione di vigilanza del comparto cooperativo regionale. Dopo i gravi fatti verificatisi, è più che mai urgente e doveroso che la politica dia un segnale di discontinuità rispetto al passato, ma anche che non si lascino impregiudicati episodi di omessa vigilanza che sono avvenuti nell’ultimo biennio... Per questi motivi come portavoce regionali chiederemo con insistenza che il Consiglio regionale riconosca gli errori della giunta Serracchiani e di conseguenza accolga la sfiducia da noi proposta».
La Serracchiani replica al M5S a stretto giro di posta:"È un'azione ripugnante, che rivela ignoranza e malafede. Invece di predicare il 'tutti a casa' i grillini dovrebbero seriamente pensare di andarsene loro a casa, per manifesta incapacità. Il Paese e la nostra Regione hanno bisogno di una classe dirigente che non solo occupi scranni e faccia chiasso, ma che sia anche in grado di governare, di indicare una strada e di dare risposte: tutte cose che loro dimostrano continuamente di non saper fare. Che credibilità può avere un partito che non ha nulla da dire, e che quando parla ispirato dal suo guru ondeggia tra la Lega e Le Pen, mentre quando è lasciato a se stesso si occupa di scie chimiche, di moneta parallela, di complotti o del Nuovo Ordine Mondiale? È così che si difende il bene dei cittadini?». Serracchiani replica anche all'accusa che la condotta della Giunta regionale nella gestione delle crisi delle Coop in Friuli-Venezia Giulia sia stata influenzata da un sostegno finanziario ricevuto durante la campagna elettorale. "Ho fatto della trasparenza il segno distintivo di tutta l'attività politica, mia personale e della Giunta, e le logiche di scambio non ci appartengono. È evidente che quando non si sa fare nulla, resta solo la bassa denigrazione per guadagnarsi uno spazio sui giornali o in tv. Sono vergognose insinuazioni senza nessun fondamento, che non devono essere spacciate per azione politica, e di fronte alle quali dovrò ricorrere alla legge, per difendere il mio buon nome e la dignità delle Istituzioni. Dal momento che la loro mozione di sfiducia è completamente priva di senso e fondamento rimane solo la miseria di un atto di sciacallaggio che si disinteressa della sorte dei lavoratori e dei risparmiatori delle Coop, per la cui salvezza invece siamo impegnati senza tregua". Scintille che preannunciano imponenti e spettacolari fuochi d'artificio... che alla fine pagheranno però, obtorto collo, sempre e solo i piccoli!
La Procura di Udine chiede il commissario giudiziale
Sulla scorta dell'esposto-querela depositato in Procura il 13.1.15 dall'avvocato Gianberto Zilli, che difende i soci CoopCa, il procuratore f.f. di Udine, Raffaele Tito,
il 18.1.15, a norma dell’articolo 161 della legge fallimentare, ha presentato istanza urgente al tribunale del capoluogo friulano per la nomina di un commissario giudiziale per Coop Carnica, poichè, dalla lettura della documentazione finora emersa, ritiene che "...la condotta degli attuali amministratori di CoopCa non lasciano ben sperare per il futuro". Questa inattesa richiesta giunge come un fulmine a ciel sereno e illumina drammaticamente la situazione amministrativa di Coop Ca, essendovi racchiuso in essa, neppure tanto velatamente, un netto giudizio negativo sul comportamento passato e presente del CdA da parte del Pubblico Ministero il quale spiega ai giudici di non potersi fidare degli attuali amministratori della società e di volere una figura di garanzia che assicuri in questa delicata fase di salvataggio ogni regolarità e trasparenza. Giovedi 22.1.15 il tribunale dovrà pronunciarsi sulla richiesta di proroga di due mesi dei termini per il deposito della documentazione e del piano di concordato preventivo che l’avvocato di CoopCa aveva avanzato nei giorni scorsi al tribunale stesso il quale, in presenza però della richiesta di commissariamento giudiziale contestualmente avanzata dalla Procura, avrà davanti due sole opzioni: 1. dare una ulteriore possibilità di cercare una soluzione entro due mesi oppure 2. dichiarare fallimento. In quest'ultimo caso la palla avvelenata passerà alla Regione FVG, guidata dalla Serracchiani, che dovrà allestire in fretta e furia una rete di salvataggio per quanto si potrà ancora salvare.
Non tutto è perduto (a parte l'onore)
Il tribunale di Udine, il 20.1.15 (in anticipo di due giorni sulla data prevista) ha concesso a Coop Carnica due mesi di proroga sui termini della scadenza per la presentazione della documentazione e del piano di concordato preventivo, così come era stato chiesto dalla società stessa, la quale avrà così a disposizione un ulteriore lasso di tempo per stabilire efficaci e concreti contatti con i migliori offerenti sul mercato che appaiono interessati all'acquisto di CoopCa. La decisione è stata presa dal collegio presieduto dal giudice Alessandra Bottan (a latere i colleghi Lorenzo Massarelli, giudice delegato, e Andrea Zuliani). Dell’istanza per la nomina di un commissario giudiziale presentata dal procuratore f.f. Raffaele Tito e dalla collega sostituto, Elisa Calligaris, si discuterà invece nell’udienza programmata per giovedì 29 gennaio 2015, quando verrà dunque valutata la necessità di sostituire in toto l'attuale dirigenza con un commissario giudiziale, così come richesto dalla Procura che non pone alcuna fiducia nell'attuale CdA della cooperativa carnica.
Polemiche con scaricabarile e sdegno
A seguito della presentazione dell’esposto-querela in tribunale da parte dei soci CoopCa per mano dell'avv. Zilli e della successiva richiesta della Procura della Repubblica di un commissario giudiziale per gestire l' amministrazione CoopCa, il presidente Ermano Collinassi, ha cercato di scaricare sul "Comitato di aiuto ai Soci" un’eventuale fallimento della procedura concordataria in fieri, in quanto le indagini e le azioni giudiziarie in atto potrebbero nuocere a future trattative con eventuali acquirenti. Tale maldestra uscita del presidente CoopCa ha sollevato il comprensibile sdegno tra i soci di Coop Carnica. Ecco la controreplica di Emma Agricola del Comitato:«E’ sempre colpa nostra, ma questa volta, però insieme ai soci c’è il procuratore Raffaele Tito, che ha chiesto la nomina del commissario giudiziale, poiché “le precedenti condotte dell’attuale cda non lasciano affatto buone speranze per il futuro della cooperativa”. Questo non significa compromettere le sorti del concordato, che non dipende da chi amministra, visto che può amministrare solo l’ordinario. Mentre la preoccupazione del magistrato pare essere diretta al futuro della cooperativa che, pur andando in porto il concordato, sembrerebbe segnato. Quindi le dichiarazioni di Collinassi risultano essere un ulteriore, vano, tentativo di scaricare su altri una responsabilità che non può essere che di chi ha gestito e di chi non ha vigilato». Anche Sandra Zanier, una delle promotorici del Gruppo aiuto soci Coopca, parla di «beffa dopo il danno. Evidentemente abbiamo toccato un nervo scoperto».
Il Tribunale rigetta la richiesta della Procura e...
Il tribunale di Udine, il 2.2.2015, ha inaspettatamente respinto la richiesta della Procura di sostituire l'attuale CdA della CoopCa con un commissario giudiziale nominato dal Tribunale stesso. Se da un lato ciò dunque sorprende, dall'altro apporta una nota di speranza e di relativa calma perchè significa davvero che la situazione finanziaria non è apocalittica, ma appare suscettibile di correzione e possibile risanamento, affidati entrambi all'attuale CdA sul cui operato però la gente nutre ancora forti e motivate perplessità.
La Procura indaga 12 persone
Mentre il Tribunale di Udine rigetta la richiesta di un commissario giudiziale proposta dalla Procura, la stessa Procura della Repubblica, il 4 febbraio 2015, iscrive nel registro degli indagati ben 12 persone, cui sono pervenuti gli avvisi di garanzia: Leonardo Agostinis, Sonia Cacitti, Ermano Collinassi, Alfio Colussi, Corrado Di Doi, Claudio Lomuscio, Francesco Zilli, Vanessa Gressani, Silvano Giorgis, Giancarlo Veritti, Daniele Delli Zotti e Fosca Petris. Per tutti si ipotizzano i reati di falso in bilancio, false comunicazioni sociali e abusiva attività di raccolta del risparmio. Nel frattempo la GdF ha eseguito alcune perquisizioni nella sede di Amaro della CoopCa, ispezionando i Pc portatili e le dotazioni informatiche oltre a materiale cartaceo riguardante tutta l’attività dei membri del medesimo CdA, dei componenti il collegio dei revisori e dei dirigenti. Il legale del Comitato soci prestatori, l’avvocato Gianberto Zilli, forse parzialmente soddisfatto, ha detto:« Noi abbiamo presentato un esposto che avanzava alcune ipotesi di reato come il falso in comunicazioni sociali, l’esercizio abusivo dell’attività bancaria, oltre alla bancarotta e alla truffa aggravata. Non solo, ma a tutto questo si aggiungeva anche l’ipotesi di omessa vigilanza». Intanto il 4.2.15, nel municipio di Tolmezzo si è svolta una riunione dell’assessore comunale alle Attività produttive, Michele Mizzaro, con le rappresentanze dei lavoratori di Cgil, Cisl e Filcom e i rappresentanti del Comitato per la difesa dei soci risparmiatori: l’obiettivo comune è la buona riuscita del concordato preventivo che dovrebbe essere preparatorio alla presentazione di un piano di ristrutturazione e di rilancio. Alla CoopCa sarebbero pervenute 13 manifestazioni di interesse che resteranno secretate fino al 15 marzo, scadenza dei 60 giorni utili per la presentazione dello stesso piano. Nessuno ne conosce l'identità nè i fini di questi possibili acquirenti ma tutti temono la polverizzazione della CoopCa in tanti "pezzetti" mentre ci si augura che la CoopCa in blocco possa essere rilevata da una società sana e sicura (da MV 5.2.15), anche se appare ormai assai probabile che la gloriosa CoopCa venga davvero dilaniata e smembrata in appetitosi bocconi che finiranno nelle fauci di diversi contendenti, tutti attenti al proprio (peraltro legittimo) interesse più che a quello dei dipendenti e dei soci prestatori (da MV 15.3.15) mentre il potere politico regionale osserva impotente, muto e attonito lo svolgersi dei fatali avvenimenti.
CoopCa smembrata e ceduta a pezzi
Il 17 marzo la Direzione CoopCa ha presentato al tribunale di Udine il piano di "ristrutturazione" che consiste nella vendita separata delle parti nobili (e redditizie) della azienda: tre punti vendita del Veneto, ad una società locale, con relativi immobili, magazzini e scorte con una valutazione giudicata in linea con le stime dei periti; e cinque punti vendita in Friuli con magazzini e scorta, ma senza immobili. Resta, invece, ancora in piedi un’offerta che non è stata formalizzata (e quindi non ancora vincolante) per l’acquisto di altri 13 punti vendita (su 40) da parte di società della Lega delle cooperative (Coop Nordest e Conad). Nulla da fare invece per il mega-magazzino di Amaro (vera cattedrale nel deserto) che non interessa a nessuno: un piano davvero mediocre e ininfluente ai fini del salvataggio di CoopCa. Dopo la consegna di questo piano tuttavia, il tribunale deve ora decidere se ammettere CoopCa al concordato e quindi nominare un commissario giudiziale. Entro trenta giorni deve essere convocata l’adunanza di tutti i creditori che dovranno poi votare nel caso lo ritenessero opportuno il concordato a maggioranza. Se questo sarà l’esito della vicenda il commissario liquidatore nella fase esecutiva del concordato tenterà di vendere il resto del patrimonio immobiliare CoopCa (a chi non si sa). Dice l'avv. Campeis di CoopCa «La vendita sarà presumibilmente indirizzata a soggetti che si facciano carico della continuità e dunque anche dei dipendenti». Il concordato preventivo, inoltre, prevederebbe la divisione dei creditori in tre categorie: quelli che hanno effettuato il prestito sociale ai quali il riconoscimento economico sarebbe maggiore e poi a scalare i fornitori e infine le banche (da MV 18.3.15). Tra i soci prestatori ed i dipendenti sta montando tanta incontenibile rabbia nei confronti dei dirigenti che hanno trascinato questa secolare istituzione sull'orlo del totale fallimento.
Nel frattempo è stata data notizia di una mega fusione di tre grandi colossi cooperativistici: Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Nord-Est (la cui somma aziendale equivarrebbe a: 4,2 miliardi di euro, 334 punti-vendita, 2,6 milioni di soci, 19.700 dipendenti). Su questo nuovo colosso cooperativistico va ora maturando una flebile speranza tra i dipendenti ed i soci prestatori della Carnia, che auspicano che le sorti di CoopCa possano essere drasticamente raddrizzate da questo imponente gigante la cui mole sarebbe davvero in grado di assorbire le gravi croniche sofferenze di CoopCa, restituendola ai primitivi splendori (da MV 22.3.15), sempre che la Regione FVG si attivi in tal senso.
Si dimette il direttore generale di CoopCa
Il direttore generale, Mauro Veritti, si è dimesso il 18.3.15, il giorno dopo la presentazione in Tribunale del piano di "ristrutturazione". I motivi non sono stati resi noti. Ulteriore profondo malumore cresce tra i soci anche e soprattutto per la possibile cifra della liquidazione o dell’esodo incentivato, riconosciuta al dirigente in uscita, mentre i sudati risparmi di migliaia di persone si sono misteriosamente "congelati". La segretaria regionale della Cgil Filcams, Susanna Pellegrini commenta «È un fatto che, se confermato, grida vergogna» anche se sarebbe opportuno verificare anche le gestioni del recente passato dove probabilmente non tutto è stato curato e condotto con trasparenza e sagacia, mungendo pervicacemente una mucca ridotta ormai allo stremo... Debora Serracchiani commenta così: «La fase è estremamente delicata, per le conseguenze che potrebbero toccare lavoratori, famiglie e sistema economico-produttivo del territorio. Nell’ambito delle sue competenze la Regione ha operato fin qui collaborando con tutti gli organi competenti incluso il tribunale... I giudici stanno valutando una situazione molto complessa e, soprattutto in questo passaggio, il loro lavoro deve potersi svolgere nella massima serenità e autonomia. Ovviamente, l’auspicio è che gli elementi a disposizione dei giudici consentano di andare nella direzione del massimo contenimento dei disagi». Di contro avverte Tommaso Angelillo, del Comitato per la tutela dei soci risparmiatori «Non staremo con le mani in mano. A breve sarà convocata l’assemblea generale, ma temiamo che i nostri risparmi siano completamente o in buona parte parte persi» (da MV 19.3.15).
Si dimette inaspettatamente la presidente del Comitato Soci
Si è improvvisamente dimessa (senza dare alcuna spiegazione) l'attiva presidente del Comitato Soci Prestatori, avv. Donatella IOB, che tanto si era prodigata nella battaglia contro il CdA della CoopCa responsabile del disastro aziendale. Le probabili motivazioni vanno ricercate nelle divisioni e negli screzi (spesso di origine ideologico-politica) insorti tra i componenti del Comitato, che si ritrova così oggi senza una guida valida e competente. Nel frattempo si conoscono i 7 punti-vendita potenzialmente salvati sui 40 (peraltro con offerte di prezzo da parte di Discount e Alì nettamente inferiori alla valutazione delle perizie di stima): Tarvisio, Codroipo, Tolmezzo mercato, Rivignano, Spilimbergo, Limena e Marcon. Una miseria! Gli altri comuni, sede di un negozio CoopCa, stanno già protestando e paventano gravi ricadute economiche sul proprio territorio con la chiusura-fallimento dei punti-vendita Coop. Per Venerdi 27 marzo intanto viene annunciato uno sciopero-manifestazione di tutti i soci, dipendenti e prestatori ad Amaro, sullo svincolo autostradale, davanti alla sede centrale CoopCa. Nel frattempo il Tribunale di Udine ha responsabilmente concesso una proroga per il concordato fino al 8 aprile 2015, per dare tempo al CdA di CoopCa di fornire ulteriori integrazioni (ipotesi di vendita di altri 13 supermercati ai cugini di Coop NordEst, sempre a prezzi ribassati rispetto al valore di stima) al misero e inconcludente piano di ristrutturazione finora presentato quasi fuori tempo massimo. Ora staremo a vedere se il verbo "cooperare" ha un significato vero o resta solo un utile paravento per gestire affari sul mercato da parte di gruppi di potere politico ed economico. Intanto il deficit della CoopCa si è ulteriormente aggravato: negli ultimi 4 mesi ha perso 30mila euro al giorno (4 milioni in totale) mentre nel solo 2014 ha perso ben 14 milioni di euro. Anche la ImmobilCoopCa (la nominalistica società interamente detenuta da CoopCa e inventata per arginare la contabilità del deficit) accusa un suo personale deficit di 5.672.366 euro MV 30.3.15. Inoltre, contrariamente a quanto indicato dal Tribunale di Udine il 17.11.2014 in pendenza di concordato, il CdA CoopCa ha trasferito nel frattempo circa 300.000 euro alle seguenti banche: MPSiena, Banco Brescia, CR-FVG, Popolare Cividale, Popolare Vicenza e contro tale atto i soci hanno vibratamente protestato. Inequivocabili sintomi che il termine "cooperativa" ha perso ormai del tutto il suo primitivo significato solidaristico e filantropico per assumere un'accezione del tutto negativa tra i comuni cittadini ed i soci; un gravissimo danno di immagine che difficilmente potrà essere riparato all'interno del sistema cooperativistico carnico.
La troppo tardiva condanna del CdA da parte della Serracchiani
Il 25 marzo 2015 finalmente anche la presidente della Regione FVG (e vicepresidente del PD nazionale) prende posizione e lancia un durissimo attacco ai vertici CoopCa. Al MV 26.3.15 ha eufemisticamente detto "Siamo di fronte ad una gestione molto poco oculata e con scelte azzardate... Sono in molti a doversi fare un esame di coscienza... Chi ha avuto molto dalla CoopCa, non pretenda adesso altro..." frasi che costituiscono una pesante condanna morale per tutti i componenti del CdA additato in toto come responsabile della tragedia che oggi sta vivendo tutta la Carnia. Sarebbe stato però opportuno che tale preciso e ineludibile intervento fosse stato più tempestivo: per esempio ad agosto 2014 quando la stessa Serracchiani effettuò la (trionfale) visita pastorale alla sede centrale della CoopCa ad Amaro circondata da tutta la dirigenza (solo oggi aspramente bacchettata); oppure il 28.11.2014 all'Auditorium Candoni di Tolmezzo di fronte ad una affollatissima assemblea di dipendenti e soci (che chiedevano trasparenza e drastiche decisioni). Ora appare davvero tardivo e inconcludente (se non dannoso) questo tagliente intervento, che potrebbe addirittura compromettere l'ulteriore allargamento del piano di ristrutturazione in fieri. Cosa ha mosso la Serracchiani ad uscire proprio ora (e così tardi) allo scoperto? Forse una improvvisa conversione sulla via di Damasco o una telefonata da Roma oppure qualche riservato sondaggio...
Commovente manifestazione ad Amaro
Venerdi 27 marzo 2015, sfidando un tempo inclemente (freddo pioggia e vento), circa 500 persone (dipendenti in sciopero, prestatori, soci) si sono ritrovate davanti alla sede centrale di CoopCa per manifestare pubblicamente il proprio sdegno e la propria preoccupazione; tanti eloquenti cartelli hanno raccontato: rabbia, delusione, paura, rassegnazione, frustrazione... Le lacrime (tante) non si sono viste perchè mescolate alla pioggia... La politica non era presente (solo l'europarlamentare Isabella De Monte accolta con un "Era ora!"; nessun consigliere regionale di Carnia: ma chi sono?), solo alcuni sindaci e alcuni sindacalisti, i cui interventi non hanno suscitato nessuna emozione. Deve essere davvero dura per i sindacati (CGIL, CISL, UIL) e per la "sinistra plurale" dover accompagnare verso il fine-vita questa loro nobile centenaria creatura, generata proprio da quella sinistra solidaristica e mutualistica che, cento anni fa, aveva dato vita a quel movimento cooperativistico che fu la splendida cifra sociale della Carnia del secolo scorso e che oggi viene ingloriosamente cancellata per insipienza e incompetenza, tra la verbosa impotenza di Regione FVG, sindaci, CMC, Cosint e Lega Coop ("Coop Rosse"). Intanto la Procura di Udine ha acquisito il documento (su cui intende indagare) del CdA di CoopCa per il concordato già presentato al Tribunale di Udine, che ha utilmente concesso una ulteriore proroga fino al 8.4.15 per eventuali integrazioni del piano di ristrutturazione (probabili ulteriori acquisti di pezzi pregiati di CoopCa da parte di interessati e non filantropi acquirenti).
Controllori e controllati
Su MV 29.3.2015, l'ex sindaco di centro-destra di Tolmezzo Dario Zearo (scalzato lo scorso anno dal centro-sinistra di Francesco Brollo con 2191 voti a fronte dei 2043 di Zearo) delinea un quadro inquietante: Lo studio commercialista COVER di Tolmezzo, situato in via Del Din, è costituito dai commercialisti Alfio Colussi, Giancarlo Veritti e Gianluigi Romanin con Luca D'Orlando. Ora: Giancarlo Veritti è presidente del Collegio Sindacale di CoopCa, in cui è consigliere il socio di studio Alfio Colussi che è anche vicepresidente di Immobil-Coopca (che è servita per trasferire il patrimonio immobiliare della cooperativa, rivalutato, per limitare nominalisticamente le perdite). La revisione contabile del bilancio di CoopCa è stata redatta da Luca D'Orlando che opera nello stesso studio COVER. Zearo sottolinea questa inopportunità (probabilmente non illegittima) per cui controllati e controllori appartengono allo stesso studio commercialista, in un quadro di possibile conflitto di interessi e conclude: "Ora i risvolti di tutto questo sono drammatici sia in termini di posti di lavoro sia di risparmi dei soci prestatori che rischiano di essere bruciati da questa gestione dell'azienda". Davvero un inestricabile guazzabuglio. Intanto per domenica 12 aprile 2015 alle ore 15 è convocata al Teatro Candoni di Tolmezzo l'assemblea plenaria dei soci e prestatori dove l'intrico di questi problemi potrebbe venire alla luce in tutta la sua drammatica realtà.
Parentopoli in CoopCa?
Serpeggiano in Carnia voci e lettere anonime che denunciano quella che è stata definita la parentopoli di CoopCa con assunzioni mirate e clientelari di parenti e familiari (MV 3.4.15). Un dirigente regionale della cooperazione dichiara al MV: "Purtroppo CoopCa più che una centrale economica era diventata una centrale politica fatta di tanti, troppi privilegi...". Si vocifera di ben 4 auto blu AUDI (recentemente acquistate in leasing ma di cui non si avrebbe conferma precisa); di pregressi risarcimenti milionari (in lire) per malattie naturali fatte passare come professionali; di rimborsi spettacolari per trasferte improbabili; di inefficienza e incompetenza amministrativa; di finanziamenti ai partiti politicamente omogenei; di un numero di impiegati sproporzionato rispetto alle reali necessità della CoopCa... Insomma la ridda di voci è tale che in mezzo a tante verità potrebbero esservi mescolate anche alcune falsità, che tuttavia risulta sempre più difficile discernere e calibrare. Certo è che ora tutti i nodi stanno venendo al pettine...
Una costosissima cattedrale nel deserto
Una sede inutile, costosa, assurda, contraria a ogni principio di efficienza, era il ritornello che in molti ripetevano non solo in Carnia. Quindici milioni di spesa per un grande “cubo-container” che non rispondeva a nessun principio logico e tanto meno di efficacia strategica. Eppure, il vertice di CoopCa lo voleva a tutti i costi. Anche contro chi prefigurò che quel mausoleo sarebbe stato foriero di guai inenarrabili. Presidente e direttore di allora, Cortiula e Zambelli cui successe Veritti, furono irremovibili. Sulla stessa linea si pose anche Renzo Tondo, allora presidente della Regione FVG. Nonostante ciò, la prima opposizione netta al mega magazzino partì proprio dal mondo delle cooperative, con in testa il presidente di allora della Lega Coop del Friuli Venezia Giulia, Renzo Marinig che oggi conferma che la sua fu una battaglia inutile e che tutti gli appelli rivolti ai vertici di CoopCa per dissuaderli dal costruire il mega magazzino di Amaro, caddero nel vuoto «Non vollero darci retta, avevamo fatto in modo che CoopCa aderisse al sistema Coop Italia e c’eravamo riusciti. Ma nel contempo avevamo proposto che utilizzassero il nostro mega magazzino di San Vito al Tagliamento visto anche che si stavano espandendo verso il Veneto». Marinig aggiunge che al proposito fece arrivare a Tolmezzo l’ingegner Cuffaro, responsabile della logistica di Coop Italia per suffragare la proposta di San Vito. Ma non ci fu nulla da fare. Sottolinea Marinig:«Sia Cortiula che Zambelli si aggrapparono al fatto che il trasferimento del magazzino avrebbe comportato contraccolpi ai 100 addetti. Fu ribattuto che sarebbe stato perfezionato un piano per la difesa occupazionale. E che portare la merce ad Amaro e andare a riprenderla per portarla in Veneto era una follia... Non vollero ascoltarci. Quando poi Veritti subentrò a Zambelli ci fu addirittura un’accelerazione della vicenda. A Zambelli qualche dubbio venne. Ne parlammo. Ma, lo ripeto, ormai era troppo tardi. Inutile poi aggiungere che percepivamo che quella idea sarebbe potuta tradursi in un boomerang micidiale, come poi purtroppo puntualmente è avvenuto». Identiche pressioni contro il progetto di Amaro erano giunte anche da Lega Coop Nordest, ma fu tutto, inspiegabilmente, inutile (da MV 28.4.15). Tra i soci intanto comincia a insinuarsi l'idea, neppure tanto peregrina, di possibili avvenute tangenti in corso d'opera...
Coop NordEst acquisterebbe 15 punti-vendita
Il CdA di CoopNordEst, riunitosi venerdi 3 aprile 2015, avrebbe ratificato l'acquisto di 15 negozi CoopCa, sparsi tra Veneto e Friuli, per un importo totale che si aggirerebbe sui 15 milioni di euro; ma l'identità e l'entità precise di tale atto saranno svelate solo martedi 7 aprile in concomitanza con la decisione del Tribunale di accettare (o respingere, decretando il fallimento) il piano concordatario predisposto dal CdA di CoopCa. Questi 15 negozi, aggiunti ai precedenti 7 acquisiti da Discount e Alì per 10 milioni, farebbero salire a 22 i negozi ceduti (su 38) da CoopCa, per un importo totale di circa 25 milioni di euro a fronte di un debito complessivo di 83 milioni. Non molto perchè in effetti i negozi in predicato di essere acquistati sono in effetti solo 17 (su 38) poichè per 5 di essi (Tolmezzo mercato, Rivignano, Marcon, Tarvisio e Spilimbergo) sussisterebbe la doppia offerta sia da parte di CoopNordEst che di Discount e Alì (in questo caso si racimolerebbero solo 20 milioni sugli 83 del debito: davvero poco!). La Regione FVG (che non ha ancora istituito un "fondo speciale di garanzia" come richiesto più volte dal Comitato Soci) avrebbe in questo frangente fatto stringente pressione istituzionale su Lega Coop (cui sono affiliate sia CoopCa che CoopNordEst) affinche si addivenisse ad una soluzione almeno parziale che consentisse di presentarsi al tribunale con qualcosa in più di quanto finora ottenuto con Alì e Discount. Anche l'avvocato dei Soci, Zilli, riconosce alla Serracchiani questo ruolo di moral suasion nei confronti delle Coop Rosse, anche se resta ancora del tutto insufficiente questa ulteriore soluzione. Se il piano concordatario dovesse essere accettato dal Tribunale di Udine, la cessione del magazzino, del marchio, dei negozi e di tutti i restanti beni avverrebbe entro dicembre 2015; le spettanze ai creditori privilegiati entro luglio 2016; le spettanze ai soci prestatori e altri creditori (depurate dalle spese legali sostenute) entro settembre 2018; la chiusura della liquidazione entro dicembre 2018, con la sepoltura definitiva della gloriosa secolare Cooperativa Carnica (da MV 4.4.15).
Un concordato che costerà carissimo
E' stato reso noto l’ammontare dei costi per la procedura del Piano concordatario che saranno suddivisi tra legali, consulenti, periti ed eventuali commissari giudiziario e liquidatore: 2 milioni e centomila euro! Il grosso dell’importo sarà versato ai professionisti Campeis, Cabrini, Variola e Pollio e agli altri incaricati che hanno effettuato le perizie entro quest'anno 2015. I legali Campeis, Variola e Polio avevano però già stabilito una riduzione del 20 cento sulla parcella in caso di concordato, parcella che invece diventerebbe “piena” nel caso fosse invece decretato il fallimento di CoopCa (evento disastroso da non escludersi ancora). Questa riduzione del 20 per cento è già calcolata all’interno dei 2 milioni e 100 mila euro. I soci prestatori invece potrebbero (condizionale d'obbligo) riavere i loro crediti forse solo entro il 2018 ridotti però del 33% (su quanto di potrà ricavare) perchè dovranno essere trattenute tutte le spese legali del concordato, del tribunale ecc.: insomma un'altra tragica beffa! Entro l’8 aprile anche la Procura di Udine che, a sua volta valuterà il provvedimento del Tribunale chiamato a decidere per la procedura di concordato o per il fallimento della cooperativa carnica, dovrebbe depositare una sua memoria in tribunale. La sentenza sull’ammissione o meno alla procedura concordataria dovrà essere resa nota entro il 16 aprile, quando si saprà finalmente se CoopCa potrà sopravvivere ancora un pò o se invece sarà definitivamente soppressa (in MV 5.4.15).
La Procura di Udine chiede il fallimento di CoopCa
Il 7 aprile 2015 il Procuratore capo f.f. Raffaele Tito presenta al Tribunale una istanza che in sintesi chiede che venga rigettata la proposta di concordato presentata dal CdA CoopCa e che venga dichiarato il fallimento di CoopCa e della speculare Immobil-CoopCa, sia perchè il piano di recupero presentato appare insufficiente e senza garanzie per i lavoratori sia per la totale sfiducia nei confronti di chi ha portato l'azienda in questa drammatica situazione (considerazioni analoghe al giudizio nettamente negativo espresso solo pochi giorni fa dalla stessa tardiva Serracchiani: 25.3.15). Già a febbraio la Procura aveva chiesto al Tribunale di azzerare tutto il CdA di CoopCa e di nominare un commissario giudiziale ma il Tribunale non aveva accolto la richiesta, lasciando al loro posto i componenti (seppure in minima parte sostituiti) del CdA. Ora nuovamente si profila un altro scontro tra i due uffici giudiziari e occorrerà attendere fino al 16 aprile per capire se il Tribunale stavolta accetterà la richiesta della Procura o se invece darà il via al concordato proposto da CoopCa. A conti fatti però, i punti vendita in predicato di essere acquistati da CoopNordEst, Discount e Alì sono in tutto solo 17 (su 38). Il grande magazzino di Amaro resta sempre un grande problema irrisolto pur profilandosi vaghe ipotesi di trattative con Enti pubblici.
La soluzione vera e sicura sarebbe che il nuovo colosso delle Cooperative rosse, non ancora battezzato e nato dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Nord-Est (la cui somma aziendale equivarrebbe a: 4,2 miliardi di euro, 334 punti-vendita, 2,6 milioni di soci, 19.700 dipendenti) rilevasse in blocco l'intera "piccola" azienda CoopCa per ristrutturarla e rilanciarla all'interno del sistema cooperativistico: solo così si dimostrerebbe che lo spirito cooperativo è ancora attuale e operante; diversamente sarà chiaro a tutti che questo sistema "non coopera" più e quindi non ha più motivo di esistere ed imploderà su se stesso provocando vittime in largo raggio, in un terrificante gioco del domino.
Effetto "domino" comincia a Coop-NordEst
Coop Nordest, uno dei colossi della cooperazione "rossa", che esibisce salute finanziaria e morale, denuncia un’emorragia di ben 100 milioni dallo scorso mese di novembre 2014 (in soli 6 mesi), a fronte di un prestito sociale di 1,4 miliardi e un giro di affari di circa 4 miliardi. Insomma molti soci prestatori non si fidano più e hanno preferito ritirare i loro soldi per tempo o ridurre drasticamente il proprio deposito... Si tratta di una cifra considerata "irrisoria" da quella dirigenza, perchè non metterebbe in difficoltà né il volume dei depositi né la possibilità di restituzione fino a 1 miliardo di euro nel breve volgere di pochissimi giorni (e pensare che il deficit CoopCa è di "soli" 86 milioni, nettamente inferiore alla attuale centomilionaria perdita di CoopNordEst!). Alessio Di Dio, componente del CdA di Lega Coop Nordest e direttore di Legacoop Fvg ammette la fuoriuscita di cento milioni, ma aggiunge che per una certa parcentuale si tratta di un fenomeno fisiologico legato anche alla crisi economica che colpisce molte famiglie alle prese con problemi di liquidità. «L’effetto domino c’è comunque stato ma quei soldi non sono della cooperativa, ma rappresentano un prestito per fare sviluppo. La fuoriuscita c’è stata, ma non significa necessariamente perdita» MV 23.4.15. Se questo però dovesse rappresentare l'inizio di una valanga che parte da lontano e che potrebbe travolgere tutto, occorre davvero che Lega Coop ponga finalmente mano e cuore alla particolarissima questione carnica perchè, a ben vedere, si potrebbe trattare poi della sopravvivenza di tutto il sistema cooperativistico italiano. Ed in questo delicatissimo frangente, anche la Confcooperative (Cooperative Bianche) sono state chiamate in causa per dare una mano alla "filiera rossa" in grave crisi su più fronti: ma il presidente della Coop Bianche, Bosio, si è già dimostrato alquanto cauto e prudente (MV 30.4.15) anche nel rilasciare dichiarazioni; la situazione sembra davvero irrecuperabile tanto che il 19 maggio 2015 la Confcooperative si è sfilata dal piano concordatario rinunciando a qualsiasi acquisto di parti di CoopCa (ritenuta ormai non più appetibile dopo la cessione programmata dei pezzi migliori alle dirette concorrenti) e abbandonando così la CoopCa in una situazione drammatica... Del resto se la Lega Coop ("coop rosse" di cui fa parte CoopCa) non ha finora concretizzato nulla di seriamente valido per salvare globalmente la sua affiliata CoopCa, non si vede perchè le Coop Bianche (Confcooperative) debbano addossarsi questo onere.
Una grande assemblea di rabbia e dolore
Domenica 12 aprile 2015, presso il Teatro Candoni (g.c. dal Comune di Tolmezzo) si sono ritrovate oltre 500 persone tra soci ordinari, prestatori sociali e dipendenti per assistere ad una lunga angosciante liturgia, presieduta dall'avv. Giamberto Zilli e dal portavoce dei soci Tommaso Angelillo, durante la quale sono stati evidenziati i tratti salienti di questa irreversibile e incredibile crisi che, partendo da lontano, presenta oggi tutti i più tragici aspetti di un fallimento annunciato ma nascosto dai vertici CoopCa. Nessun rappresentante del mondo politico era presente. Oggi migliaia di persone si ritrovano senza la certezza dei loro risparmi o con una prospettiva concreta di disoccupazione o con entrambe le possibilità; molti soci si affrettano a costituirsi parte civile contro i vertici aziendali per futuri (ma improbabili) risarcimenti, anche se alcuni componenti del CdA hanno già provveduto a disfarsi dei propri beni, come ha ribadito l'avv. Zilli, che su questo specifico punto ha presentato alla Procura della Repubblica una integrazione al precedente esposto-querela. Le rimostranze pubbliche e le lacrime private non servono però ad allontanare lo spettro del reale fallimento anche perchè il piano concordatario presentato dal CdA si è rivelato ben poca cosa (15 milioni) rispetto al reale debito CoopCa (86 milioni). Del resto neppure la LegaCoop, pur avendo a disposizione i mezzi necessari per intervenire, non si è fatta avanti con un gesto di concreta mutualità ed ha preferito stare alla finestra con belle parole e proclami di aiuto, sostanzialmente identici a quelli giunti dalla politicamente omogenea Regione FVG. Intanto la "nave CoopCa" (giusto per riprendere la metafora cara al sindaco tolmezzino Brollo) è ormai in balia di se stessa e punta decisamente verso pericolosissimi scogli dove rischia di incagliarsi definitivamente, perchè nessun valido nocchiero ha voluto prendere in mano il timone, per troppo tempo lasciato a personaggi quanto meno inesperti quando non inaffidabili, sui quali non è mai stato effettuato alcun controllo da parte di chi, istituzionalmente, avrebbe dovuto.
Una trasmissione molto utile ed istruttiva
Nella puntata del 13 aprile 2015 di "Mi manda Rai Tre", sarcasticamente intitolata CoopCrack, è stato ampiamente discusso il dramma della Cooperativa Carnica e questa trasmissione merita davvero di essere vista e analizzata.
La serena ragionata riflessione di un carnico consapevole
Provo a scrivere alcune considerazioni sull'accaduto, visto che la vicenda interessa pesantemente la nostra terra e di sicuro alla fine avrà effetti nefasti su molto persone. Ritengo, leggendo quanto riportato dai giornali e conoscendo un po' il mondo CoopCa, che alla situazione attuale si sia giunti per una serie di eventi concatenati che hanno generato responsabilità da parte:
1- degli amministratori;
2- del collegio sindacale;
3- dei dipendenti;
4- dei soci;
5- della politica
- In primis gli amministratori che in relazione all'incarico debbono amministratore con l'ocultezza del buon padre di famiglia in special modo quando amministri denaro degli altri e devi saper valutare sulla base dell'evoluzione del settore in cui operi le giuste strategie che possono salvaguardare il patrimonio di chi in quella società ha investito del denaro e la crescita o per lo meno il mantenimento delle posizioni di mercato. I problemi non sono da oggi e risalgono ad anni addietro con scelte operative discutibili (a Tarcento tanto per dirne una ci sono due super mercati Coopca ad una distanza di 50 metri l'uno dall'altro; i locali dell'iper mercato CoopCa di Valli di Carnia erano in locazione; sono state fatte acquisizioni non oculate di altri centri commerciali che già non producevano reddito in Veneto con la fobia della crescita). Era giusto e necessario già anni addietro individuare un partner commerciale con il quale procedere agli acquisti delle materie da commercializzare, ottimizzare i costi con la riduzione di quelli non inerenti alla società (in particolare quelli legati al personale impiegatizio), utilizzare gli stessi depositi e la logistica: assurdo in Carnia realizzare un magazzino della logistica costato 18 milioni di euro quando il giorno dopo l'inaugurazione ne valeva forse la metà e con i costi legati ai trasporti delle merci che da fuori regione giungevano in Carnia per poi ripartire per il Veneto [anche in Relaz. Comm. Giudiz. pag 28-29: piattaforma di vendita DICO]. Tutto ciò non è stato fatto, ed anno dopo anno ciò a portato ad una riduzione dei ricavi ed a chiudere bilanci in rosso che non erano in rosso solo per alchimie finanziarie (vedi Immobilcoopca). Chi amministra poi a mio avviso e scusa la franchezza, deve avere capacità e conoscenze adeguate all'incarico a cui è chiamato. E' troppo facile e comodo per il Direttore o il Presidente essere attorniati da peones che alzano il braccio ed approvano l'operato senza porlo in discussione. C'è stato poi un ulteriore aspetto legato alla raccolta fondi dei soci non per incrementare il patrimonio della società in occasione di mirati investimenti, ma per far fronte alla spese correnti ben sapendo che non avendo margini operativi sarebbe stato difficile far fronte agli interessi corrisposti ai soci ed ai soci sovventori. Un amministratore questo lo doveva sapere e doveva chiedersi come mai la Coopca pagava interessi ai soci ed ai soci sovventori molto più alti di quelli corrisposti dalla banche o dai BOT/CCT. C'era qualche cosa che non andava. Infatti finanziarsi per far fronte alla spese correnti di gestione ad un costo più elevato di quello offerto dal mondo bancario doveva far riflettere. Ultimo punto : "fasin di bessoi". In questo momento di globalizzazione la frase "fasin di bessoi" non è più spendibile: combattere contro grossi colossi mondiali che operano anche sul nostro territorio è impossibile e porta alla morte a meno che uno non si ritagli settori di nicchia (vedi mantenimento di negozi e piccoli discout nelle vallate e nei centri di vallata più grossi ovvero presidio del territorio scopo a cui la Coopca all'origine era nata).
- Gli organi di controllo sono chiamati a vigilare sull'operato del consiglio di amministrazione con controlli contabili pregnanti e precisi. Se ci sono aspetti o scelte non coerenti, azioni ed investimenti che non presentano la dovuta garanzia di rientro economico, strategie commerciali non coerenti con la parte economica/finanziaria vanno segnalate anche all'organo di controllo regionale sulle Coopertaive. A mio avviso il controllo in questo caso è mancato anche perché non c'era la corretta dialettica e confronto tra controllore-collegio sindacale- controllato. Non può emergere dopo quattro anni che il bilancio chiude in rosso e solo ora sull'orlo del fallimento esplodere il problema. Il problema nasceva da lontano ed andava analizzato e risolto in precedenza quando anche l'economia nazionale e regionale non viveva le attuali problematiche di reddito delle famiglie.
- i dipendenti hanno anche loro le loro responsabilità pesanti e non di poco conto sia a livello di vertice sia a livello operativo. Senza entrare in dettagli, troppi sono stati assunti non per merito ma per altri motivi. Le cooperative sono di base delle brutte società in quanto manca il padrone e l'occhio del padrone ingrassa. Bastava andare a far la spesa nei negozi Despar ed in quelli Coopca per capire che il mondo era diverso. Le cassiere di Coopca, se non avevano lavoro, stavano ferme in cassa; quelle di Despar si muovevano e andavano a caricare anche gli scaffali... [senza dire delle lunghe ricorrenti "malattie" diffuse tra molti soliti dipendenti, ndr]. Anche da noi c'è il clientelismo: si aiuta l'amico dell'amico e si lascia a casa chi non ha le giuste conoscenze ed anche in Coopca questo avveniva usualmente.
- dei soci, in particolare dei soci sovventori, i quali vedevano la Coopca come un investimento finanziario e quindi come un elemento di speculazione [anche se lo facevano in buonissima fede, fidandosi ciecamente in un istituto che si chiamava "cooperativa", ndr]. Chi "specula" deve essere esaurientemente informato anche dei rischi cui va incontro e quindi deve prepararsi a subire le conseguenze, [anche se gli amministratori, specie con la famosa ambigua lettera del giugno 2014, avevano saputo subdolamente celare questo aspetto, ndr]. La ricchezza solitamente dipende dal lavoro non dall'accrescimento economico dovuto alla finanza speculativa (a parte casi particolari ma non paragonabili al nostro).
- la politica anche essa ha una colpa: quella di non aver a livello nazionale previsto una legge che regolamenti per la Cooperative la raccolta fondi così come viene fatto per gli Istituti di Credito attraverso il controllo della Banca di Italia. Come si può pensare che una cooperativa possa avere una raccolta fondi superiore al suo patrimonio sociale? Se tutti i soci domani mattina vengono a richiedere i loro soldi come riusciamo a restituirli? E di questo forse volutamente nessun amministratore di Coopca si era reso conto. Ma il collegio Sindacale, che non era formato da peones, dove era? Andavano infine regolamentati dalla Regione in maniera migliore i centri commerciali mediante una corretta pianificazione in relazione alla popolazione residente ed alle reali necessità della popolazione [in FVG vi è la concentrazione in assoluto più alta di supermercati rispetto alla popolazione residente, ndr]. Era pia illusione che Austria e Slovenia stessero a guardare consentendo ai loro cittadini di fare shopping in Friuli.
Come andrà a finire? Purtroppo a mio avviso non bene per la Coopca e per il mondo Coopca sia che venga dichiarato il fallimento sia che venga ammessa a concordato. Il primo porrebbe la parola fine a più di cento anni di storia in maniera traumatica, ma forse la migliore; il secondo porterà solo ad una lenta ma inesorabile agonia continuando ad alimentare illusioni tra chi lavora e tra i soci. Certo questa non ci voleva perché sicuramente ci sarà un incremento della disoccupazione e quindi della povertà ed in Carnia dove non c'è ricchezza questo è un ulteriore elemento di impoverimento sociale e culturale che porterà, i giovani, all'abbandono della loro terra. (M.R. 14.4.2015)
ll Tribunale di Udine ammette CoopCa al concordato e la preserva (per ora) dal fallimento.
Il Tribunale, il 20 aprile 2015, ha rigettato la richiesta di fallimento di Immobilcoopca srl, la società immobiliare controllata al 100% da CoopCa, presentata dalla Procura e ha dato l’assenso al Piano concordatario presentato dal CdA della stessa cooperativa carnica. Un nuovo capitolo si apre dunque non solo in questa lunga dolorosa storia di CoopCa ma anche sul fronte interno della Magistratura che vede schierati su opposte sponde i due uffici giudiziari di Udine. Il Tribunale ha delegato alla procedura concordataria di CoopCa il giudice Lorenzo Massarelli e ha nominato la commercialista Fabiola Beltramini commissario giudiziale; ha convocato l’adunanza dei soci creditori (banche, artigiani e soci prestatori) per il 20 giugno 2015, ai quali spetterà per legge il compito di verificare le ipotesi di vendita e di realizzo (e quindi di approvare o respingere il piano concordatario prospettato dal CdA). Il tribunale tuttavia, nell’accogliere il Piano del CdA di CoopCa, precisa che ciò non preclude un’eventuale azione penale nei confronti di alcuni attori oggi indagati. Si legge infatti che "... Le più comprensibili esigenze di repressione di illeciti commessi in passato non richiedono necessariamente la dichiarazione di fallimento della proponente; i fatti per cui è in corso il procedimento penale possono essere inquadrati nello schema della bancarotta anche in caso di concordato preventivo». In altre parole: le indagini della Procura proseguono su un altro binario e giungeranno a processo con altre imputazioni...
E così ciò che si era temuto, cioè la vendita dei singoli pezzi migliori al miglior offerente, diventa la unica insoddisfacente exit strategy mentre chi avrebbe potuto (e dovuto) rilevare l'intera azienda (il nuovo colosso delle Cooperative rosse, non ancora battezzato e nato dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Nord-Est, la cui somma aziendale equivarrebbe a: 4,2 miliardi di euro, 334 punti-vendita, 2,6 milioni di soci, 19.700 dipendenti) è rimasto finora alla finestra a osservare...
Nel frattempo non si profilano all'orizzonte nuovi acquirenti in grado di rafforzare il piano concordatario di ristrutturazione ed i soli 15 milioni di rientro, finora prospettati, non sarebbero in grado assolutamente di evitare il fallimento perchè ce ne vorrebbero almeno 56 a fronte degli 86 di deficit globale di CoopCa... Ci si augura pertanto che da qui al 20 giugno prossimo possa accadere qualcosa di consistentemente positivo per CoopCa, in grado di evitare davvero il fallimento della ultrasecolare cooperativa carnica.
La Procura indaga altre due persone
Scrivendo che "le perizie di stima degli immobili sarebbero state esperite in un circuito assolutamente autorefenziale e i dati riportati nei bilanci, anche relativamente alla valorizzazione della partecipazione Immobilcoopca, sarebbero stati ampiamente gonfiati così da creare l’apparenza di una situazione economico-patrimoniale della cooperativa più rosea di quella reale» la Procura di Udine allarga il suo raggio di azione e mette nel mirino le perizie e le valutazioni immobiliari. Si ripercorre a ritroso il cammino che ha condotto a quelle stesse plusvalenze che poi hanno consentito di mascherare il rosso degli esercizi contabili, reale di ben 83 milioni di euro. Spuntano così altri due indagati nell’inchiesta che dovrà accertare i responsabili del dissesto della Cooperativa Carnica. Essi sono: il commercialista tolmezzino Davide Veritti (figlio di Giancarlo Veritti, presidente del collegio sindacale di CoopCa, anch’egli sotto indagine) e il geometra Bruno Dionisio di Villa Santina, il quale si limitia a dire che «era stato l’allora direttore generale Mauro Veritti a chiamarmi e ad affidarmi il compito di svolgere le perizie di stima di tutti gli immobili della cooperativa, e io l’ho fatto, ho fatto quello che mi ha detto di fare. E la mia ultima fattura per CoopCa risale al 2014». Entrambi avrebbero firmato diverse perizie sugli edifici della Immobilcoopca, la controllata della cooperativa deputata a gestire il patrimonio immobiliare della casa madre. E sarebbero state proprio le perizie, stando a quanto riferito dalla memoria della Procura allegata al piano concordatario, a dare una diversa rappresentazione della reale salute dei conti della società i quali "appaiono strumentali a consentire a CoopCa l’ulteriore accesso al prestito sociale rispettando formalmente ma non sostanzialmente i limiti patrimoniali stabiliti dall’ordinamento per la raccolta del prestito sociale"(da MV 15.5.15)
Colpita anche UNIDES dal Coop-Crak
Dopo i 3000 soci prestatori ed i 650 dipendenti, il default di CoopCa colpisce inesorabilmente anche Unides, "Unione dettaglianti ed esercenti", che acquista e si rifornisce esclusivamente da CoopCa. Si tratta di una cooperativa giovanissima nata nel 1985 per volontà della stessa casa madre CoopCa, con l’intento di trasformare i suoi spacci periferici (forse già in affanno) in punti vendita semi-privati per garantire così «un presidio e un servizio al territorio». Questa neo-cooperativa comprende oggi una ventina di negozi alimentari associati che sono distribuiti in tutto il territorio montano. Alla CoopCa sono legati a doppio filo, non solo per la fornitura ma anche per il fatto che la gran parte di questi negozianti (messisi "in proprio") è anche titolare di libretto di risparmio Coopca. Unides ha sede legale presso la stessa CoopCa, il suo presidente è Claudio Lomuscio, già membro del cda di CoopCa, mentre nelle cariche di consiglieri e revisori si sono avvicendati negli anni tutti i vertici di CoopCa, da Ermano Collinassi a Giancarlo Veritti, da Mauro Veritti a Fosca Petris, fino allo stesso ex presidente di CoopCa, Giacomo Cortiula.
La piccola coop non ha magazzino, non ha proprietà. Al MV 16.5.15 un socio dice «I libri contabili, tutto è in CoopCa, e tutto è sempre stato amministrato da CoopCa. Ora il nostro futuro è appeso a un filo... senza certezze, ma, soprattutto, senza merce...". Infatti gli ordini dei prodotti da tempo non vengono più evasi da CoopCa. E Martina Bearzi, sempre a MV 16.5.15 dice «La situazione è precipitata negli ultimi mesi, non riusciamo più ad approvvigionarci. Ma i problemi sono iniziati prima del crac, risalgono a un anno fa: già allora i prodotti iniziavano a non arrivare... Sapevamo che c’erano delle difficoltà ma non potevamo immaginare quello che poi è accaduto... Le consegne avvenivano a intermittenza, poi è andata sempre peggio, fino a quando il livello di inevasi ha raggiunto una dimensione esagerata e inaccettabile. Abbiamo provato a chiedere spiegazioni. Ma niente... Nessuna risposta dai vertici CoopCa, minimizzavano... Volevamo capire come intendevano far fronte al problema della merce, Veritti banalizzava descrivendo il mancato approvvigionamento come un fatto fisiologico. Noi eravamo sconcertati. Abbiamo dovuto far fronte a questi disagi senza che nessuno ci spiegasse alcunché... Siamo stremati facciamo tanta fatica ad andare avanti. Se muore CoopCa, muore anche Unides... Non so come faremo ma la cosa che non perdoniamo è la mancanza di informazione, che continua tuttora. Hanno sempre avuto delle scuse e delle giustificazioni alla situazione. Per noi è stato molto difficile in questi mesi, ora lo sarà ancora di più... dobbiamo capire come uscire da questa vicenda. Non riusciamo a prendere in mano la situazione, è tutto gestito da CoopCa. Al 31 dicembre cosa faremo? Chi ci rifornirà? Che ne sarà di Unides e dei negozi della Carnia? Come faremo a mantenerci? Chi darà il nostro servizio al territorio?». E dire che UNIDES costituiva per i dirigenti della CoopCa, il più luminoso e pratico esempio e l'intuizione più felice, in grado di dare una spinta competitiva alla Carnia...
Anche bambini "soci prestatori"
"...essendo l’accettazione del concordato atto di straordinaria amministrazione, i genitori che rappresentano i figli minori e ne amministrano i beni, ai fini dell’accettazione, devono essere autorizzati dal giudice tutelare. L’atto compiuto in mancanza della predetta autorizzazione può essere annullato". Così ha scritto il commissario giudiziale, dopo aver scoperto che anche tanti bambini sono titolari di libretto di risparmio CoopCa. Anche se nello statuto di CoopCa non si fa alcun cenno alla questione dell’età dei soci, lo statuto di Coop Nordest vieta tassativamente che il socio prestatore possa essere un minorenne. Insomma altra grana di non facile soluzione sulla testa di molti soci prestatori che credettero bene estendere anche ai propri figlioli il supposto beneficio di socio prestatore. Intanto il debito complessivo di CoopCa è schizzato sopra i 100 milioni a causa del pesantissimo deficit del 2014 e di quello dei primi mesi del 2015. I sindaci di Carnia lanciano un appello pubblico affinchè "qualcuno rilevi altri pezzi" di CoopCa e la preservi dal fallimento totale ma questo "qualcuno" resta muto e invisibile...
Un componente CdA CoopCa si toglie la vita
Alfio Colussi, 61 anni, componente del consiglio di amministrazione di Coopca e vicepresidente di ImmobilCoopca, si è tolto la vita nel pomeriggio del 2 giugno 2015. Il corpo senza vita dell’uomo è stato rinvenuto ai piedi del ponte sull’ex ferrovia che da Tolmezzo portava ad Amaro. Ponte da dove, secondo quanto appreso, Colussi si sarebbe gettato. Il nome di Alfio Colussi rientrava fra quelli degli indagati nell’inchiesta che dovrà accertare i responsabili del dissesto fallimentare della Cooperativa Carnica: in particolare, i reati ipotizzati sono falso in bilancio, false comunicazioni sociali e abusiva attività di raccolta del risparmio. Al di là di ogni questione e di ogni considerazione, Cjargne online esprime le più sincere condoglianze alla famiglia improvvisamente precipitata in questa immane tragedia. Per evitare altri tragici possibili gesti da parte di altre persone coinvolte in questo dramma, esiste una
UNICA SOLUZIONE POSSIBILE
Il nuovo colosso delle Cooperative rosse (provvisoriamente battezzato "Distretto Adriatico" e nato dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Nord-Est, la cui somma aziendale equivarrebbe a: 4,2 miliardi di euro, 334 punti-vendita, 2,6 milioni di soci, 19.700 dipendenti) è l'unico ente che potrebbe (e dovrebbe) realmente rilevare in toto la CoopCa (120 milioni) preservandola da sicuro fallimento e dandole nuovo slancio propulsivo anche con adeguate ristrutturazioni e nuove regole. Dopo aver concretamente garantito a CoopCa il rifornimento merci negli ultimi difficilissimi mesi, proprio il 4 giugno questo "Distretto Adriatico" ha tuttavia compiuto, su ricorrenti insistenze istituzionali regionali e nazionali, un iniziale significativo (ma non determinante) atto di "liberalità" promettendo di destinare gratuitamente 13,5 milioni di euro alla CoopCa per rimborsare almeno metà del prestito sociale versato dai 3000 soci prestatori carnici e friulani e bloccato dal 17.11.2014 (ricordiamo che il prestito totale ammonta a oltre 26 milioni di euro); si tratta indubbiamente di un gesto meritorio (ma non risolutivo) che ha il chiaro sapore di un risarcimento morale (e non solo) nei confronti di coloro che sono stati traditi dal mondo della cooperazione rossa (in MV 7.6.15)... Però di questo atto liberale esiste solo una promessa verbale, non ancora suffragata da una delibera del CdA. Tuttavia occorre notare che comunque le Coop Rosse (Distretto Adriatico) elargirebbero solo il 10% di quanto avrebbero dovuto (e potuto) elargire, a dimostrazione che i soldi ci sono (e sono tanti) ma "Nessuno" vuole scucirli neppure per una causa solidaristico-collettiva di questa entità che potrebbe avere conseguenze nefaste per tutto il mondo cooperativistico italiano.
Magazzino di Amaro e punti vendita...
Intanto la Banca Popolare di Cividale (Civibank, presso cui la CoopCa aveva contratto un mutuo di 10,8 milioni di euro per costruire il mega-magazzino, noto con il nome di Cedi) potrebbe "acquistare" il magazzino, semplicemente abbuonando il mutuo alla CoopCa (che si vedrebbe così diminuire grandemente il debito e salire l'attivo concordatario). La Banca di Cividale potrebbe quindi poi "vendere o affittare" il magazzino ad un'azienda che potrebbe successivamente insediare una nuova attività in loco (!), magari assumendo un centinaio (!) di dipendenti CoopCa... Contemporaneamente si è diffusa un'altra "buona novella" secondo cui Automotive Lighting Gruppo FCA (ex SEIMA) potrebbe espandersi (addirittura raddoppiare) ed assumere così ex dipendenti CoopCa (!) e utilizzare magari anche parte del mega-magazzino (!)... Oltre a ciò, ai dipendenti CoopCa potrebbero venire offerti in franchising alcuni dei 28 negozi (tuttora invenduti) dietro impegno del TFR o parte di esso... tutte queste troppo "positive notizie" al condizionale si leggono in MV 7.6.15. Di tutte queste positività però, unica certezza finora è solo l'"acquisto" del Cedi da parte di Civibank, ufficializzato in un recente CdA dalla presidente Del Piero.
Riunione dei soci prestatori a Buia
Il 12 giugno 2015 nella Sala delle Gioventù di Buia si è svolta una riunione preliminare di 300 soci prestatori, pronti a costituirsi parte civile in una probabile class action. Sono ormai oltre 500 i mandati raccolti dall’avvocato Gianberto Zilli per procedere all’azione risarcitoria nell'eventualità che le indagini sul dissesto finanziario condotte dalla Procura sfocino in un processo penale. Il piano concordatario (come finora prefigurato) non piace ai soci Coopca. Ora la querela ha raggiunto un numero considerevole di firmatari, e di ciò sicuramente la magistratura terrà conto. In sala si è discusso della linea di voto da tenere all’adunanza del 20 giugno quando i creditori dovranno dare il via libera al piano di concordato oppure opteranno per il fallimento. Ma su questo punto regna ancora una grande incertezza tra tutti i soci. In platea, tra i politici, vi erano solo il consigliere regionale del M5S, Cristian Sergo e Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo. La grande assente è stata la Regione (la presidente Serracchiani aveva altri impegni assunti in precedenza). Tommaso Angelillo si rivolge idealmente a Serracchiani e dice:" Chiediamo di mettere l’atto di liberalità nero su bianco. Di scritto c'è solo questo concordato, che è stato rivisto dal commissario al ribasso e su cui non siamo in grado oggi di dare una direzione di voto» Interviste di MV.
Quasi deserta l'assemblea dei creditori
Il Palaindoor di Udine-Paderno sabato 20 giugno 2015 ha accolto quella che avrebbe dovuto essere l'assemblea dei creditori e dei soci prestatori. Si attendevano migliaia di persone (per questo era stato scelto il Palazzetto dello Sport), ne sono giunte solo duecento! che significa frustrazione, delusione, rabbia, rassegnazione... Si doveva votare SI o NO al piano concordatario: i voti sono stati accolti nelle troppe urne rimaste semivuote. A questi si aggiungeranno poi i voti delle migliaia di soci e creditori rimasti a casa e che potranno essere inviati per posta o via e-mail. Comunque vada la votazione, la situazione appare estremamente grave, nonostante alcuni politici continuino a ostentare fiducia e ottimismo. Il vero nodo però non è l’esito del voto, ma la somma da raggiungere e in grado di arrivare a quei 32 milioni di euro che garantirebbero ai soci prestatori i 9 milioni di restituzione pari al 36 % dei depositi cui si aggiungerebbe il teorico 50% promesso dalle Coop rosse del Distretto Adriatico (e non ancora ufficializzato). Adesso i milioni raccolti sono circa 25 di cui 10 dalla Civibank (per l’acquisizione del Cedi di Amaro) e 15 dagli acquisti dei punti vendita da parte delle coop rosse. Ma più passano i giorni e più il debito aumenta. E le perdite della gestione corrente (nel 2014 sono state di 37 milioni) potrebbe assorbire parte dell’attivo concordatario rimettendo ancora tutto in gioco (in MV 21.6.15). E la dichiarazione del giudice del tribunale di Udine, Lorenzo Massarelli (Per voi, questa è una scommessa!) non rasserena certo gli animi. Resta ora la data fatidica del 20 luglio 2015 in cui i tutti i creditori dovranno approvare o rifiutare il piano concordatario ed allora si saprà come finirà davvero Coopca: se morirà subito di morte naturale o se si prolungherà questo accanimento terapeutico fino al 31.12.2015.
Nuovi creditori per nuovi debiti
Dopo Amga (che ha minacciato di tagliare la corrente elettrica dal primo di agosto), e Astercoop (che ha avanzato maggiori spese per la gestione della piattaforma dei freschi nel magazzino di Udine), sabato 20 giugno 2015, all’adunanza dei creditori convocata al Palaindoor, si sono presentati anche i rappresentanti legali di cinque società creditrici di Dogal Superstore Srl, catena di supermercati dichiarata fallita a marzo di quest’anno, e da cui CoopCa nel febbraio 2014 aveva acquistato un ramo d’azienda: ammonta a 130 mila euro l’entità del credito per cui i fornitori di Dogal ora intendono rivalersi su CoopCa. Questa è l’ennesima rettifica al piano concordatario dopo l’integrazione alla relazione di fattibilità depositata a seguito delle istanze di Amga e Astercoop. Quindi un ulteriore debito per totali 490 mila euro. Ma il problema più grave è sempre costituito dai costi del personale: 22 milioni nell’esercizio 2014. L’obiettivo è attivare la cassa integrazione straordinaria per alleggerire la spesa. I costi relativi ai dipendenti, infatti, potrebbero compromettere la continuità operativa già messa alla prova dalle perdite dei primi mesi del 2015 che, anche se si annunciano minori rispetto a quelle del 2014, pesano sul possibile realizzo finale. Il destino quindi dei 639 dipendenti di Coop Carnica è il secondo problema cruciale, insieme al prestito sociale, di una vertenza che si profila ancora più nera sul fronte dei posti di lavoro: si salverebbero per ora solo 216 posti !(in MV 21.6.15).
Sindacati in fibrillazione
Per i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Fvg e Veneto, che sono andati a battere i pugni a Roma al tavolo convocato al Ministero dello sviluppo economico, sarebbe un bagno di sangue occupazionale, da scongiurare prima che si trasformi in una tragedia sociale. Il segretario provinciale della Cgil Filcams Francesco Buonopane ha dichiarato al MV:« E' fondamentale che il voto al concordato sia favorevole perchè abbiamo bisogno che passi per evitare il fallimento, così avremo più tempo per individuare integrazioni al piano che mettano al riparo i posti di lavoro». L’ultima speranza è riposta ancora però nell’ipotesi, non confermata, di un possibile improbabile ritorno di Confcooperative (coop bianche) nella cordata di salvataggio (MV 21.6.15) mentre nulla si dice sull'imperativo categorico che grava sulle coop rosse del Distretto Adriatico, l'unico che potrebbe, per le sue enormi potenzialità, rilevare in toto CoopCa ma che finora ha delibarato solo una pur considerevole somma di 13 milioni da distribuire però in tre tranches in 3 anni per coprire il 50% della somma versata dai soci prestatori.
Per ora i sindacati hanno ottenuto da Roma un accordo che prevede la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per 628 dipendenti CoopCa per 12 mesi a partire però (non si capisce perchè) dal 20 aprile 2015 (data di deposito del decreto di ammissione al concordato) anche se quasi tutti i dipendenti lavorano ancora (seppure con orario di solidarietà) normalmente a tutt'oggi: francamente pare davvero un assurdo escamotage questa CIGS che parte retroattivamente quando ancora tutti lavorano (o quasi), quando si sa fin d'ora che la CoopCa chiuderà i battenti il 31.12.2015. Perchè non fare partire la CIGS appunto da tale data, come sarebbe naturale, per garantire lo stipendio di reali 12 mesi successivi ai lavoratori? Insomma: la CIGS viene concessa per abbattere il debito crescente CoopCa oppure per tutelare il futuro di lavoratori perdenti il posto di lavoro? Cruciale domanda che meriterebbe una risposta esaustiva, mentre CoopaCa sta perdendo un milione al mese dal gennaio 2015...
Soci infedeli? Forse solo oculati
Nel 2014 appena il 7 % delle vendite di CoopCa riguarda i titolari di libretto del prestito soci. Dov’è tutta questa fedeltà alla cooperativa? Se le perdite dell’azienda sono elevatissime, è anche perché solo il 7 % dei soci prestatori nel 2014 ha fatto la spesa in CoopCa? Se si è soci-prestatori, non si va ad arricchire la concorrenza, il tasso di vendite ai soci è stato bassissimo, e anche negli ultimi anni non ha mai superato il 12 % (così viene ufficialmente riferito) mentre la stessa spesa dei soci, la cosiddetta mutualità, incide per circa il 75 % nel bilancio di Coop NordEst (MV 19.7.2015) Certamente tutto ciò è vero, ma questo aspetto, più che la causa del crack (come vogliono sostenere alcuni amministratori), resta solo un effetto a latere, seppure pesantissimo, derivante però dalla scarsissima concorrenzialità dei prezzi CoopCa che non attraevano assolutamente più neppure gli stessi soci Coopca che, nonostante il loro status privilegiato, trovavano comunque maggiore convenienza presso i supermercati della concorrenza: come mai accadeva ciò? A questa pertinente e cruciale domanda dovrebbero rispondere accuratamente gli amministratori e il direttore generale, responsabile delle politiche degli acquisti e delle vendite di CoopCa.
19 luglio 2015: certificato di morte per CoopCa
Domenica 19 luglio 2015, al Palaindoor di Udine, si è svolta la assemblea generale dei soci, in un clima incandescente sia fuori (38°C) che dentro (soci inferociti non solo per l'intera vicenda del crack ma anche per aver saputo solo da poco che il CdA aveva già posto in liquidazione la Coopca ancora l'8 giugno scorso, senza nulla riferire!). L'assemblea dei soci, in una riunione davvero memorabile, ha così: 1. votato NO al bilancio di previsione 2014, 2. ha votato NO alla delibera del cda del 8.6.15 di liquidazione di CoopCa; 3. ha votato SI all’azione di responsabilità contro gli amministratori, 4. ha votato SI a 6 nuovi componenti del cda (Giuseppe Fabbro, Sandro Vitti, Saverio Carrello, Mirco Zoldan, Tommaso Angelillo, Gabriella Fabbro) in sostituzione degli attuali, 5. ha votato la revoca della presidenza onoraria all'ex presidente Cortiula. Un vero scontro storico tra soci e amministratori quale non si era mai visto durante i 109 anni di storia di CoopCa, surriscaldato maggiormente dall' intervento improvvido e temerario di un sindaco uscente (Delli Zotti) che ha letteralmente spazientito la platea, al punto da indurre i soci a chiederne prima l’allontanamento e poi, non avendolo ottenuto, ad alzarsi in piedi e voltare le spalle al tavolo del relatore (MV 20.7.15). E il giornale prosegue scrivendo che questo sindaco ha voluto parlare da socio e non da sindaco di CoopCa. Un intervento articolato il suo, che i soci hanno bollato come provocatorio fin dalle prime battute quando, parlando di suo nonno, lo ha definito «un socialista di altri tempi e di altri principi etici e morali non come quei socialisti... chiedo scusa, rettifico... non come quei craxiani che negli ultimi anni hanno guidato, mal gestito e poi affondato la nostra, sottolineo la nostra, cooperativa». Ma egli non si è limitato ad attaccare, senza fare però i nomi, quelli che lui definisce i craxiani della “sventura” di CoopCa, ma lo ha fatto pure con i presenti criticando il fatto che solo il 7% dei soci faceva la spesa in CoopCa. «Se i soci di CoopCa avessero tenuto un diverso comportamento con una partecipazione al fatturato delle proprie cooperative migliore, con molta probabilità oggi ci troveremmo a discutere di altri argomenti all’odg». Ma Sandra Zanier non ci sta e replica: «Premesso che quella percentuale è discutibile perchè molti soci non strisciavano la propria card e quindi pur facendo in CoopCa la loro spesa non sono mai risultati esserne clienti, premesso questo, sarà il giudice a valutare già da quanti anni accadeva che la percentuale di soci che facevano la spesa in CoopCa non era più prevalente (cioè non era superiore al 50%)... Quello che avete fatto è macelleria sociale. Per questo auspichiamo che almeno il rimorso vi accompagni una vita intera perchè nessuno di voi si è mai degnato di avvisare i soci in modo chiaro (cioè anche per chi i bilanci non li sa leggere!) e palese della situazione» (MV 20.7.15).
Chiesta la revoca delle onorificenze a Cortiula
Il MV 22.7.15 riporta la singolare notizia che 25 dipendenti degli uffici CoopCa di Amaro hanno inviato alla Prefettura di Udine una lettera firmata per chiedere la revoca dell'onorificenza di Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana all'ex presidente CoopCa Giacomo Cortiula, in quanto ritenuto uno dei principali responsabili del dissesto finanziario della cooperativa. Licia Busolini in rappresentanza dei dipendenti di Amaro, in merito al cavalierato di Cortiula, dice al giornale: "Se l’iter dovesse andare avanti, non escludiamo niente, neanche di andare fino a Roma... Noi dipendenti, dipinti da alcuni come complici, siamo invece vittime di questa situazione. Vogliamo metterci la faccia. La presenza ingombrante di Cortiula impedisce a CoopCa di morire con dignità. Prendiamo le distanze da chi ha portato CoopCa in queste condizioni. Certamente Cortiula non è l’unico responsabile, ma essendo stato rappresentante legale di Coopca per tanto tempo, si assuma le sue responsabilità... Responsabilità addebitabili a Giacomo Cortiula in quanto legale rappresentante della CoopCa nel lungo periodo intercorrente tra gli anni 1992 e 2014, per il tracollo della secolare cooperativa... Riteniamo che la spoliazione delle onorificenze possa essere considerata una doverosa, se pur minima, risposta alle enormi sofferenze e difficoltà causate dal dissesto della cooperativa, maturato e perseguito sotto la presidenza Cortiula".
Il tribunale nomina 3 commissari liquidatori
Il tribunale di Trieste (competente in materia di impresa) ha nominato ben tre commissari liquidatori per la CoopCa che sono: Giovanni Sgura, Paolo Rizza e Roberto Pittoni. Tale decisione è stata assunta a seguito della richiesta di liquidazione della CoopCa avanzata dal suo presidente Collinassi l'8 giugno 2015. Essi avranno ampi poteri secondo la legge: fare l'inventario per individuare le voci attive e passive di esso, radarre il bilancio iniziale e finale della liquidazione e tracciare l'iter temporale della medesima. Tale nomina del tribunale annulla pertanto de facto ogni azione o validità del nuovo CdA votato dall'assemblea il 19 luglio scorso, nelle persone di: Giuseppe Fabbro, Sandro Vitti, Saverio Carrello, Mirco Zoldan, Tommaso Angelillo, Gabriella Fabbro. Il certificato di morte è stato quindi compilato, ora manca solo la firma dei tre esecutori! Nel frattempo molti punti-vendita CoopCa sono in profondo affanno e accumulano ulteriori disastrose predite con la prevedibile anticipata chiusura di essi molto prima del fatidico 31.12.15. Intanto nessun altro acquirente si fa avanti per rilevare altri negozi Coopca, che ormai sono sempre più abbandonati anche dalla clientela più affezionata, che non spera più nè nel concordato nè nella politica, essendo ormai da tempo rassegnata all'ineluttabile...
Nuova accusa dalla Procura: bancarotta fraudolenta aggravata
Il procuratore Raffaele Tito e il sostituto contitolare dell'inchiesta, Elisa Calligaris, hanno aggiunto un'altra ipotesi di reato a carico degli attuali indagati (nessuno dei quali ancora è stato però rinviato a giudizio), quella di bancarotta fraudolenta aggravata (MV 12.8.15). Continua dunque l'azione della indagine della Procura che sta scavando nella mole di documentazione cartacea ed elettronica. Intanto sono oltre 500 i mandati raccolti dall'avv. Zilli per procedere all'azione risarcitoria nella eventualità che le indagini sfocino in un processo penale, situazione questa però di difficile concretizzazione a motivo della nuova legge sul "falso in bilancio" proposta dal governo Renzi (non Berlusconi) ed approvata recentemente dal Parlamento. Poichè ancora nessuno si è fatto avanti per acquistare altri punti vendita CoopCa, alcuni sindaci (Tarvisio, Gemona...) si stanno adoperando in ogni modo per consentire un più facile approccio da parte dei dipendenti CoopCa nel rilevare in proprio taluni importanti negozi, la cui chiusura, oltre a lasciare senza lavoro tantissime persone, sguarnirebbe vaste zone montane di un servizio sociale di indubbia utilità.
Ultimi attimi di attesa... in apnea
A pochi giorni dall’udienza di omologa al concordato preventivo, attesa per giovedì 1 ottobre 2015, il commissario giudiziale Fabiola Beltramini ha depositato in tribunale la sua relazione di fattibilità al piano concordatario, sulla quale il giudice delegato Lorenzo Massarelli si baserà per pronunciarsi sul via libera o meno alla procedura.
Per il commissario Beltramini, il concordato presenterebbe i necessari requisiti di fattibilità economica e giuridica e avrebbe dunque tutte le carte in regola per proseguire sui binari della procedura. Sono stati i liquidatori Roberto Pittoni, Paolo Rizza e Giovanni Sgura a fornire alla Beltramini gli ultimi mutamenti del quadro finanziario ed economico di CoopCa che evolve speditamente e quasi automaticamente verso il fallimento, con perdite nell’ordine di un milione al mese e con un calo di fatturato più pesante, risultato di un crollo naturale delle vendite e di una totale disaffezione dei soci prestatori che si recano sempre meno a fare la spesa nei supermercati CoopCa, nonostante gli scaffali assicurino un discreto assortimento di merce che però risultarebbe comunque sempre più cara rispetto alla concorrenza (di chi è la colpa?).
Toccherà infine al liquidatore giudiziale che sarà nominato dal giudice (il nome proposto dalla CoopCa è quello di Paola Cella) districarsi tra le offerte (al ribasso) dei compratori con l’obiettivo del miglior realizzo concordatario (MV 27.9.15).
Rinviata udienza di omologa al concordato preventivo
A causa di un puro formalismo (leggi: cavillo procedurale, prodotto tipico dell'habitat giudiziario) causato dalla mancanza di due o tre prove di consegna rispetto alle notifiche inviate ai circa 300 creditori (che avevano peraltro espresso voto contrario al piano di concordato), l'udienza, fissata per il 1 ottobre, è stata rinviata al 29.10.15 tra lo stupore e la preoccupazione di soci e prestatori che vedono ulteriormente allontanarsi la possibilità reale del concordato (MV 2.10.15). Nel frattempo il deficit di CoopCa crescerà di un altro milione in prospettiva e questi "buchi" mensili (stimati appunto in un milione di euro) rischiano davvero di vanificare lo sforzo degli attuali liquidatori che intenderebbero subito cedere i punti vendita già pattuiti (cosa che però ancora non possono ovviamente fare senza il liquidatore giudiziario nominato dal tribunale, ma che l'avvocato di Coop Ca, Campeis, ritiene invece possibile, solo previo approvazione del giudice). A problemi concreti quindi si sommano problemi "tecnici" in un continuo bailamme di voci e sussurri... Piove sul bagnato ma in Carnia piove anche sull'asciutto...
Altra micidiale beffa per i prestatori
Sono tantissimi i soci prestatori CoopCa che si sono ritrovati a dover inserire nel calcolo dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente, unico criterio per la determinazione dell’assegnazione delle misure del welfare regionale e delle prestazioni sociali agevolate) anche i loro libretti di deposito riferiti al 2014. Soldi però che, a oggi, non esistono più semplicemente perchè sono rimasti congelati da un concordato preventivo che è ancora in attesa dell’omologa (prevista il 29 ottobre), e la cui restituzione resta ancora sub judice. Si tratta di coloro che in passato alla rete di protezione sociale magari non vi accedeva comunque, ma che adesso, da un giorno all’altro, si ritrova incolpevolmente in una condizione di semi povertà ma, avendo ancora un "virtuale" deposito, non potrà beneficiare del welfare regionale. Una situazione che penalizza ulteriormente le fasce più deboli del popolo CoopCa, con i tanti anziani che, con il crak finanziario di CoopCa, hanno perso il gruzzoletto di una vita e che si vedono costretti a fare i conti a fine mese con una pensione che spesso non supera i 500 euro. Dunque una vicenda che ha dell’incredibile che rende ancora più amara la vita di centinaia di famiglie in Carnia, che hanno avuto l’unico torto di fidarsi troppo di CoopCa e dei suoi improvvidi amministratori (MV 8.10.2015).
Solidarietà incompleta
Sabato 17 ottobre 2015, ad Amaro, si sono ritrovati moltissimi dipendenti qui convenuti per ricevere la solidarietà dei sindaci del territorio, qui convocati dal sindaco di Tarvisio, Carlantoni. Assieme a lui, nel mega-magazzino logistico di Amaro, desolatamente vuoto, si sono ritrovati il liquidatore Roberto Pittoni, una nutrita rappresentanza di sindacalisti e oltre 30 sindaci, arrivati in Carnia da ogni angolo della regione. Tutti con la fascia tricolore. «Abbiamo voluto dimostrarvi la nostra vicinanza testimoniando quanto non solo noi, ma le comunità che rappresentiamo, siamo al vostro fianco», ha detto Carlantoni. Gesto apprezzato, che però difficilmente potrà andare molto oltre la testimonianza. I Comuni non hanno strumenti d’intervento diretto, che in parte ha la Regione. Tempo da perdere non ce n’è. I lavoratori lo sanno. I sindaci pure... A pagarne il prezzo, finora, sono stati proprio i lavoratori che sabato, finalmente, hanno visto le istituzioni fare quadrato attorno a loro. Oltre a quelle putroppo di alcuni sindaci di Carnia, sono da segnalare peraltro due gravi assenze: quella del sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo, e della Presidente della Regione, Debora Serracchiani. A tal proposito Galdino Leschiutta ha ricordato al MV:«La sua ultima visita risale allo scorso luglio, quando già eravamo cotti a puntino... le persone rischiano di perdere il lavoro e la dignità... la Carnia ha già pagato con vite umane... Le espressioni di solidarietà fanno tanto piacere, ma non riempiono il piatto da portare in tavola...» (MV 22.10.15).
Il giudice ha concesso l'omologa per la vendita dei negozi
Giovedì 29 ottobre 2015, il giudice Massarelli ha concesso l'omologa al concordato alla CoopCa per la cessione dei vari singoli negozi, visto e considerato che il rilevamento della intera azienda CoopCa da parte del colosso cooperativo rosso Alleanza 3.0 (nato dalla recente fusione di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Nord-Est: vedi più sopra) non è avvenuto come da più parti (inutilmente) si sperava. Ora la CoopCa verrà spezzettata e venduta ai migliori offerenti. Finora sono solo 15 i negozi in procinto di essere rilevati mentre per gli altri 40 si profila una situazione drammatica (essendo senza acquirenti e senza valide offerte) mentre per il mega-magazzino di Amaro il problema pare attualmente irrisolvibile al punto che esso fa parte di un altro diverso lotto (per ora giacente su un binario morto). L'avvocato della dirigenza CoopCa (avv. Campeis) si è detto soddisfatto al MV 30.10.15, anche perchè la Procura non è stata presente all'udienza e quindi non si è opposta all'omologa (anche se la stessa in effetti persegue il proprio filone di indagini preliminari per bancarotta fraudolenta a carico di 13 persone che sono attualmente indagate). Entro il 20.11.15 dovranno così pervenire tutte le offerte da parte degli acquirenti e la dirigenza CoopCa privilegerà nella vendita all'asta i migliori offerenti, cercando comunque di piazzare sul mercato tutto il possibile del suo vasto patrimonio al fine di realizzare un adeguato introito in grado di attenuare il gravissimo deficit cumulato.
Liquidatori ottimisti (!?)
Paolo Rizza, Giovanni Sgura e Roberto Pittoni, liquidatori di quel che rimane di Cooperativa Carnica, sono convinti che nonostante le condizioni difficili, il piano concordatario abbia buone possibilità di decollare e di portare a casa risultati migliori di quanto sperato: sul tavolo degli uffici di Amaro in questi mesi sono arrivate 23 manifestazioni di interesse per i supermercati coop e ciò viene interpretato come un segnale positivo in vista delle cessioni. Anche Despar, infatti, avrebbe confermato la disponibilità a potenziare la sua discesa in campo in Fvg, con l’ad Paul Klotz che confermerebbe un ulteriore ampliamento dell’impegno a favore di CoopCa (con l'acquisizione di altri 5 punti-vendita, oltre a quelli già opzionati e vi sarebbe poi anche la possibilità di affiliare all’ "abete verde" di Despar ulteriori supermercati che decidessero di tentare l’avventura dell’autoimprenditorialità). Ad oggi 2 novembre 2015, sarebbero però solo 18 i negozi già opzionati (forse a prezzi stracciati) dai giganti della grande distribuzione e quindi sicuri di continuare l'attività: Tolmezzo centro, Tolmezzo Mercato, Tarvisio, Codroipo, Rivignano, Tarcento, Majano, Fagagna, Precenicco, Brugnera, Pordenone, Sacile, Spilimbergo, Marcon, Limena, Mestre, Villorba e Cittadella. Al MV 2.11.2015 Rizza dice «... resta l'amarezza per il mancato contributo di Confcooperative (cooperative bianche, ndr) e per lo scarso attivismo di sindacati, sindaci e cittadini, che non si sono mossi se non all'ultimo momento. Non ho visto la stessa sollevazione per salvare la CoopCa che ci fu per la Cartiera di Tolmezzo» ignorando completamente che la genesi e gli sviluppi della crisi delle due realtà occupazionali carniche furono totalmente diversi, come ben documentano i fatti, aspetto questo che, purtroppo, non sfugge alla gente comune.
Venduti 22 negozi (su 36) per un ricavo di 13 milioni (sui 40 totali)
Nella giornata del 25 novembre 2015 è avvenuta la cessione di 22 negozi a marchio cooperativa carnica, per un realizzo totale che si aggira attorno ai 13 milioni di euro (sui 40 milioni di euro totali dei quali 10 rappresentano il valore del mega-magazzino di Amaro - su cui è impegnata la Banca di Cividale - e che resta tuttora inappetibile).
Oltre ai 22 punti venduti, sono stati assegnati anche due immobili - una sede di uffici a Codroipo, e quella dello spaccio di Amaro. Ecco gli acquirenti dei negozi CoopCa:
Coop Nordest ha acquisito i supermercati di: Fagagna, Majano, Brugnera, Precenicco, Pordenone, Tarcento (via Dante), Rivignano.
Discount: i supermercati di Spilmbergo e Tolmezzo (Mercato).
Despar: il Supercoopca di Tolmezzo.
Famila: il supermercato di Torri di Quartesolo (Vicenza),
Alì: i punti strategici di Limena e Marcon in Veneto,
Ortofrutticola Cervellin srl di Udine: i supermercati Trieste, Cividale, Tarcento, Aviano e Cervignano
Angelo Verde, dipendente CoopCa a Cassola, acquista in proprio il punto vendita di Venturali, a Villorba.
Un altro dipendente compra il negozio di Cittadella,
Due privati si aggiudicano rispettivamente i punti di Spinea e di Pontebba.
I punti vendita senza offerte ed attualmente invenduti sono 14: Tarvisio, Codroipo, Sacile, Gemona, Tolmezzo Chelonia, Buja, Treviso, Crocetta del Montello, Cassola, Vittorio Veneto, Oderzo e ben tre a Mestre. Oltre naturalmente al magazzino di Amaro (vera cattedrale nel deserto).
Si stima che la metà circa dei 639 lavoratori rimarrà senza impiego e per essi scatterà la cassa integrazione straordinaria solo fino ad aprile 2016 (MV 26.11.2015) ma i più sfortunati sono certamente quelli che lavorano al mega-magazzino Cedi di Amaro ai quali è negata pure la speranza! E la Regione sta a guardare...
E per sviare l'attenzione dalle vere responsabilità, si mette sotto accusa Confcooperative (coop bianche) imputata di scarsa solidarietà, che così si difende su MV 28.11.15: «I nostri funzionari lavorano a supportare diverse nostre cooperative nella verifica della fattibilità economica di varie iniziative e l’abbiamo fatto anche in quest’occasione, sia in Veneto che in Fvg, con offerte presentate, così come sostenendo nostre cooperative che hanno valutato la fattibilità di rilevare alcuni punti vendita. Condizioni economiche che spesso sono di difficile sostenibilità, da parte delle piccole realtà cooperative, ma molto radicate nel territorio che stiamo coinvolgendo che non possono, ovviamente, rischiare di compromettere la propria gestione facendo il passo troppo lungo. Noi però continuiamo a lavorare, anche se c’è chi ci vuole male o ama fare polemiche».
Una sentenza bi-partisan
Nel frattempo il giudice del tribunale di Udine, Andrea Zuliani, ha dato ragione ad un socio che aveva presentato ricorso contro lo scioglimento della CoopCa deliberato lo scorso 8.6.2015 dall’allora CdA presieduto da Collinassi. Il giudice ha sentenziato che quell’atto è stato illegittimo ma… il giudice stesso, però, nel dichiarare illegittima la delibera di scioglimento precisa che gli atti successivi compiuti dai liquidatori furono legittimi (MV 29.11.2015) Incredibile davvero! Una sentenza salomonica dunque come si conviene…
Presa d'atto in Legacoop
Il 30.11.2015 si è tenuto un incontro a Udine, nella sede di Legacoop, alla presenza del vicepresidente della giunta regionale Sergio Bolzonello, dell’assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti, del liquidatore giudiziale Paola Cella, del responsabile del personale Matteo Larice e dei rappresentanti sindacali Cgil, Cisl e Uil. In questo vertice è emerso che sarebbero 346 i lavoratori dei negozi CoopCa che rischiano di ritrovarsi senza un’occupazione. Sul totale di 596 dipendenti, dunque, solo 250 conserveranno il loro posto di lavoro. Nella stessa occasione è stato firmato l’accordo per la messa in mobilità volontaria degli ex dipendenti CoopCa, procedimento che rimarrà aperto sino al 19.4.2016 in concomitanza con la scadenza della cassa integrazione: da quel giorno scatteranno i licenziamenti. Si teme inoltre che gli acquirenti dei negozi CoopCa non siano affatto intenzionati a riassorbire tutti i dipendenti dei centri rilevati. Giovedì 3.12.15 si riaprirà una seconda asta al ribasso (che chiuderà il 23.12.15) per valutare eventuali nuove offerte economiche per i 14 negozi invenduti; per il CEDI di Amaro nessuno muove un dito! Sulla questione è ora intervenuta anche la presidente della Regione Debora Serracchiani, annunciando l’intenzione di convocare il tavolo previsto dal protocollo di concertazione regionale, «per un coinvolgimento complessivo di tutte le categorie, volto a offrire un ulteriore aiuto per salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali» (MV 1.12.2015).
La Regione FVG non si accollerà il restante 50% del prestito soci
A seguito del tavolo di concertazione svoltosi a Trieste fra la presidente Debora Serracchiani, il numero due della giunta e assessore alle Attività Produttive, Sergio Bolzonello, l’assessore al Lavoro Loredana Panariti e le categorie sindacali, è emerso un lieve ottimismo: sul futuro della Cooperativa, Bolzonello ha specificato che, rispetto a venti giorni fa, il numero degli esuberi è diminuito e che, al momento, sono certi di essere riassunti circa 300 dipendenti (!) sui 590 totali. Si attende ora l’esito delle aste online che chiudono il 23.12 per capire quali possono essere i margini di miglioramento con la auspicabile vendita di altri negozi. Una volta avuto il quadro complessivo, poi, anche attraverso i Centri per l’impiego e un coinvolgimento del mondo imprenditoriale friulano si cercherà di sistemare quanti più dipendenti possibile. Ricollocamenti che però potranno avvenire «attraverso specifici percorsi di formazione in grado di rispondere alle esigenze manifestate dal tessuto imprenditoriale locale...» (che vuol dire? ndr). La Giunta Regionale di centro-sinistra lavora sul reinserimento lavorativo ma non sui rimborsi. Per questo non verrà accettato l’emendamento presentato dal capogruppo di Forza Italia Riccardo Riccardi tendente a fare coprire dalla Regione FVG la restante parte del prestito-soci di 13,5 milioni, 50% del totale: sull'altro 50% si è già ufficialmente impegnata alla restituzione la Coop Alleanza 3.0, la maxicooperativa rossa italiana operativa dal 1° gennaio 2016 in seguito alla fusione tra Coop Consumatori Nordest, Coop Adriatica e Coop Estense (MV 15.12.15) ma a tutto maggio 2016 (si dice a causa dei burocratismi con Equitalia) questo gigante cooperativo non ha ancora sborsato un solo euro dei milioni di euro promessi.
31.12.2015 gli ultimi rantoli di vita
Tra i 14 negozi ancora invenduti, proprio all’ultimo minuto utile hanno trovato un acquirente altri tre, tra cui quelli di Tarvisio e Codroipo, rispettivamente per 365 e 350 mila euro (gli acquirenti restano tuttora ignoti) e uno dei tre negozi di Mestre (per circa la medesima cifra). Nulla di fatto invece per quelli di Sacile e Gemona. Sicuramente il liquidatore giudiziale, Paola Cella, deciderà di prorogare ulteriormente l’asta per gli altri 11 negozi ancora invenduti. La vendita dei negozi ha fruttato finora circa 28 milioni: mancherebbero perciò all'appello ancora circa 6-7 milioni di euro per raggiungere la somma del concordato, vale a dire 34 milioni, che non è stata ancora raggiunta. La somma racimolata col piano concordatario servirà a ripagare i creditori privilegiati, vale a dire le banche, i dipendenti, l’erario e le spese prededucibili, mentre i soci prestatori restano ancora in attesa dell’atto di liberalità delle cooperative rosse che hanno promesso di elargire metà della somma "prestata" in tre tranches; ma decine e decine di regolari e onesti fornitori rischieranno davvero di non vedere un euro (MV 2.1.2016). All’asta (scadrà il prossimo mese di marzo) si trova anche il magazzino di CoopCa situato ad Amaro (il CEDI) di cui si starebbe interessando il colosso tedesco dell’hard discount ALDI, potenzialmente interessato all’acquisizione del presidio logistico di Amaro, come avamposto per la sua espansione nel Sud dell’Europa. I contatti con Aldi sarebbero in corso da tempo... E a suffragio di questa ipotesi c’è anche la considerazione che sul tavolo della trattativa ci sarebbe anche la possibilità di realizzare all’interno della infrastruttura o dell’area adiacente una centrale per la produzione di energia con l’abbattimento dei costi della medesima fino al 50 per cento. L’Aldi avrebbe infatti fatto sapere di avere bisogno, tra le altre cose, di 5 mila metri quadrati di superfice refrigerata (MV 31.12.2015). Nel frattempo nessuno più rilascia dichiarazioni e neppure ci si scambia le condoglianze di rito... mentre i soci prestatori si vedono conteggiati nell'ISEE anche i soldi "prestati" alla CoopCa ma di cui non dispongono più (MV 9.4.16).
I soci chiedono ancora aiuto alla Regione FVG
I
soci prestatori di CoopCa chiedono con forza alla Regione FVG l’anticipo di quel 50 % sulle somme depositate in CoopCa che Coop Alleanza 3.0 ha promesso di devolvere ma che finora non ha versato. Una loro delegazione è stata ricevuta, mercoledì 31 maggio 2016 a Trieste, dall’assessore alla Solidarietà Gianni Torrenti. Nel contempo Coop Alleanza 3.0 ha ribadito il suo impegno a favore degli ex soci CoopCa ma afferma che a bloccare quei 13,5 milioni (promessi e già messi a bilancio) è l’Agenzia delle Entrate che, dopo tre mesi, non ha ancora risposto al loro quesito in merito alla tassazione di questa erogazione liberale. E così i prestatori aspettano che Roma parli. Molti di loro però si trovano in gravi difficoltà economiche, a due anni di distanza dal crac. Perché quelli erano i risparmi di una vita! E se Roma nicchia, Trieste finge e tace...
16-17 ottobre 2019
A Tolmezzo e Codroipo si svolgono due affollate assemblee
di soci, accorsi a sentire le ultime novità sul destino dei loro risparmi. Gli avvocati Zilli e Puschiasis illustrano la situazione sia dal punto di vista giudiziario che societario-economico. Rabbia e irritazione serpeggiano tra i convenuti che reclamano un Fondo Regionale ad hoc...
LE DICHIARAZIONI...
... del sindaco di Tolmezzo
Francesco Brollo dice «... Siamo a conoscenza delle evidenti difficoltà di CoopCa. Come sindaco sono in continuo contatto con la Regione per cercare di mettere in atto le soluzioni che possano salvaguardare l’occupazione, il patrimonio, quindi evidentemente i prestiti dei soci. Si sta lavorando per far uscire CoopCa da questa situazione» in MV 18.11.14.
... e del Commissario della CMC
Lino Not afferma che:"Bisogna cercare di intervenire per trovare una soluzione sia per il personale, che per tutti i soci che hanno versato le quote. C’è da confidare nella Regione per uscirne. Auspico che si trovi una soluzione, anche perché se ci fosse una riduzione di personale, sarebbe difficile da ricollocare in momenti come questi. Il territorio della Carnia in CoopCa ci ha sempre creduto. La gente comune, specie di una certa età, è rimasta con questa mentalità e non è mancato chi le ha affidato i suoi risparmi" in MV 18.11.14
... e del Movimento Difesa del Cittadino
Raimondo Gabriele Englaro, responsabile del "Movimento difesa del cittadino", spiega che al momento non sono giunte segnalazioni di problemi da parte di risparmiatori di CoopCa, «ma che se ciò dovesse avvenire il Movimento si attiverà con tutte le iniziative necessarie, individuali o collettive, al pari di quanto fatto per molti risparmiatori delle Cooperative operaie triestine o di altre realtà" in MV 18.11.14
... e del sindaco di Arta Terme
Marlino Peresson sostiene: «Diversi lavoratori e risparmiatori sono venuti da me preoccupati per ciò che sta accadendo. Chi è entrambe le cose è doppiamente preoccupato, ma mettere lì i propri risparmi aveva una sua logica. Chi lavora, chi ci crede nell’azienda può volerci mettere anche del suo. Sono per lo più piccoli risparmiatori. Più che arrabbiati, sono amareggiati, dispiaciuti, delusi. In ogni paese ci sono persone che lavorano in CoopCa. Sono molto dispiaciuto per questa cooperativa che era il fiore all’occhiello in Carnia. Auspico che la Regione e tutti coloro che possono contribuiscano a salvare sia i posti di lavoro che l’azienda" in MV 20.11.14
... e del sindaco di Enemonzo
Franco Menegon afferma che «la situazione è critica. Ci saranno costi da pagare, ma se entra un partner grosso, si eviterà di chiudere. La gente più che altro non riesce a capire come mai è successo. Sono sorpresi, CoopCa è sempre stata un vanto per il nostro territorio. Si spera di risolvere la situazione, ma c’è la consapevolezza che non è semplice. Nel mio comune ci sono lavoratori CoopCa, se ci sono risparmiatori, ancora non si sono rivolti al Comune» in MV 20.11.2014.
... e del sindaco di Socchieve
Coriglio Zanier dice «...se CoopCa scompare, diventa una tragedia. Dove si ricolloca tutta quella gente? Mi auguro che qualcuno ci metta mano. Ancora non sono venuti da me risparmiatori e lavoratori, ma so che ci sono e sono preoccupati. Sappiano che la mia porta è sempre aperta. È di questo paese anche l’ex presidente di CoopCa, Cortiula. Passerò da lui, non come istituzione, ma come cittadino per chiarire come stanno le cose, per capire cosa è successo» in MV 20.11.2014.
... e del sindaco di Ovaro
Mara Beorchia, afferma «... quella di CoopCa è un’ulteriore tegola, pesante, per questo territorio. Qui dipendenti CoopCa ce ne sono. Lavoratori e risparmiatori non si sono ancora rivolti a me, la riservatezza dei carnici induce a non esternare, almeno non subito. Ma in paese se ne parla. C’è preoccupazione, attesa e speranza che una soluzione si trovi» in MV 20.11.2014.
... e dell'ex sindaco di Tolmezzo
Dario Zearo ribatte: «Altro che auditorium, le priorità, per me, rimangono: restituire i depositi ai risparmiatori, pagare i fornitori, salvaguardare i posti di lavoro, allontanare immediatamente i responsabili di questa triste situazione... Bisogna schierarsi dalla parte dei più deboli e non, come Brollo, stare con la dirigenza CoopCa responsabile in toto di quello che sta accadendo" in MV 20.11.2014
...e
del direttore del MV
Tommaso Cerno scrive "... Il crac CoopCa è il simbolo di un intero modello che crolla, di una Carnia che si ritrova tradita dalla sua stessa anima. Non ve n' è traccia alcuna nell’affaire CoopCa, ad esempio, dove la classe dirigente non solo non ha chiesto aiuto in tempo, ma ha addirittura inviato una lettera ai soci per chiedere altri soldi a poche settimane dalla necessaria (e già certa) decisione di portare i libri in tribunale. Fa più male questo, al popolo friulano, dei problemi di gestione..." su MV del 6.12.2014.
... e del parroco di Tolmezzo
Angelo Zanello, dice che "nel marasma della crisi c’è una nota positiva: la solidarietà che giorno dopo giorno cresce tra i lavoratori. La stessa, verrebbe da dire, che alla fine del 1800 animò gli anticlericali di Pradumbli. Trovo scandaloso che, nel mentre un anno fa veniva sottoscritto il contratto di solidarietà con i dipendenti, i dirigenti si facevano aumentare le prebende munendosi di vetture di servizio. Io sostengo che tutti i dirigenti dovrebbero essere a libro paga come gli operai...» in MV 6.12.14.
... e del sindaco di Prato Carnico
Verio Solari sostiene:"... se anche oggi le cooperative ospitassero le biblioteche non sarebbe successo quello che è accaduto a Tolmezzo e a Trieste. La cooperativa deve mirare al localismo e non può ragionare da multinazionale, pena la sua sconfitta... la crisi della CoopCa nasce perchè ha voluto crescere, allargarsi, accumulare denaro fino a implodere. Mutualità e business difficilmente fanno rima..." in MV 6.12.14.
...e dell'ex sindaco di Enemonzo
Alessandro Cosano, socio Coopca (non socio prestatore) e figlio di un ex gerente di un negozio Coopca ha le idee chiare: "Su Coopca c’è stata omertà, tanti sapevano che le cose non andavano, ma anche tra sindaci e amministratori locali non mi hanno dato retta quando segnalavo che con quei conti l’azienda rischiava di finire male, con un colpo terribile inferto alla Carnia. Sono rimasto inascoltato, preso a male parole, trattato con insofferenza. Venivo raggiunto poi dalle telefonate di qualche dipendente che mi diceva «tieni duro, hai ragione», ma nel frattempo nessuno mi dava retta. Oggi mi faccio una colpa, perché forse avrei dovuto insistere di più. Ti facevano vedere il bilancio, ma appena cinque minuti prima dell’assemblea. Lo leggevo di corsa mentre il presidente illustrava la relazione. Da sette anni vedevo che aumentavano i debiti e aumentavano gli investimenti, ma calavano le vendite. Io intervenivo in assemblea ed ero l’unico a esprimere un voto contrario. Dicevo: «Voi continuate con gli investimenti, le vendite vanno come vanno, ma chi pagherà i debiti? anche al collegio sindacale e ai revisori dei conti va chiesto perché si è giunti a questo punto. Il grosso problema di Coopca è che è stata gestita da persone non all’altezza della situazione in un mercato già di per sé in grossa difficoltà dove servono persone di altissima professionalità e importanti competenze. Certe operazioni si fanno quando sei alla canna del gas. Quando mi hanno detto «abbiamo gli immobili» ho capito che stavamo andando verso il baratro. L’allora presidente Giacomo Cortiula cercava di buttarla sul personale, ha detto anche che io e lui non andavamo d’accordo fin dalle elementari, solo che lui ha 80 anni e io ne ho 15 di meno. Le elementari, quindi, non le abbiamo fatte insieme e anzi io ho frequentato le scuole a Gemona... Come mai neanche la Regione non ha mai alzato le antenne vedendo che per tanti anni c’ero sempre io che votavo contro il bilancio. Ho contattato gli uffici regionali e la Lega delle cooperative per chiedere di dare un’occhiata al bilancio, ma le mie richieste sono cadute nel vuoto. Ora la Regione prenda qualcuno che sia veramente competente e azzeri il Consiglio d’amministrazione, i revisori e il collegio sindacale…» in MV 9.12.2014.
... e dell'ex sindaco di Tolmezzo
Igino Piutti scrive: "Quando per un periodo ho fatto il Presidente di Irecoop dicevo, non mi ricordo preso da chi, che i soci dovevano scegliere come amministratori i migliori tra loro e poi controllarli come fossero i peggiori. Sacrosante parole per Roma come per Tolmezzo".
... e dell'ex sindaco di Tolmezzo
Dario Zearo dice ancora:"Se fossi stato socio, l’esposto lo avrei fatto anch’io. Secondo me questi soci hanno tutto il diritto di agire per cercare di salvare il prestito che in anni hanno fatto a Coopca. Nella maggior parte dei casi si tratta di risparmi. Resto poi fermo sulle mie posizioni, sono stato il primo amministratore pubblico a uscire sulla stampa su Coopca e mi sono beccato dell’irresponsabile dal sindaco, Francesco Brollo. Per lui era tutto in ordine. Io l’irresponsabile lo risbatto in faccia a lui ora. E ripeto: vada a casa tutto il Cda di Coopca, gli apicali e il collegio sindacale e i revisori dei conti. Nessuno dice nulla del collegio sindacale e dei revisori dei conti e non riesco a capire il perché non si guardi anche lì. Andava nominato un commissario straordinario che prendeva in mano tutto e andava fino in fondo» in MV 15.1.2015.
... e del consigliere M5S
Matteo Muser sostiene: "Il buco non si è creato in un paio di mesi, viene da lontano, ma loro sapevano com’era la situazione, già nel ricorso del 17 novembre parlavano di taglio del personale, di chiusura di punti vendita. Solo che non lo hanno detto a nessuno. E dove sono stati i controllori, la Regione? Speriamo tutti che si salvi la società. La priorità sono i dipendenti e le persone che hanno dato i soldi a CoopCa e si sono visti messi sulla strada. Aspettiamo con ansia che CoopCa parli. L’unica che può risolvere la situazione è la Regione, nessuno ha capito cosa stanno facendo. Ogni tanto sbuca un supertecnico che dice "stiamo lavorando", poi più nulla. E da chi sono pagati questi supertecnici? Non da CoopCa spero, che ha già un bel buco. E Collinassi non dica che non conosce l’entità del buco. Nel ricorso di novembre, che ha firmato anche lui, era già scritta la cifra"in MV 15.1.2015.
... e del Presidente CoopCa
Ermano Collinassi nel suo comunicato stampa: "Il Consiglio di amministrazione della Società cooperativa carnica sta lavorando con impegno e determinazione, con l’unico obiettivo di intraprendere iniziative volte a tutelare al meglio i dipendenti, i soci prestatori, i fornitori e i soci e di aprire un nuovo capitolo per l’azienda, rigettando le accuse rivolte da alcuni ai vertici della società. Siamo persone serie e oneste, prive di interessi personali, impegnate con ogni mezzo per la salvaguardia della CoopCa. Per il momento non ho altro da aggiungere, ma nei prossimi giorni sarò sicuramente più loquace. Abbiamo presentato istanza di proroga di altri sessanta giorni. Pensiamo ragionevolmente che ci sia concessa, viste le diverse manifestazioni di interesse emerse in questi ultimi giorni. Le manifestazioni di interesse dimostrano chiaramente che significa che la cooperativa ha un valore riconosciuto. Ci sono diverse realtà economiche interessate alla CoopCa ma ovviamente non posso fare dichiarazioni in merito. Resta il fatto che tutto questo ci dà conforto e ci fa ben sperare. Ripeto che respingiamo tutte le accuse. Ci siamo messi al servizio della coooperativa e non siamo attaccati né al denaro, né alla poltrona. Io ho accettato l’incarico alla fine del mese di maggio per mettermi al servizio e offrendo la disponibilità per il bene della coop".in MV 15.1.2015
... e dei consiglieri regionali
Ciriani Luca (PdL):«Ad oggi l’unica proposta concreta è il progetto di legge 78 che ho presentato da alcune settimane e dove prevedo misure urgenti di aiuto alle famiglie più in difficoltà che stanno vivendo con ansia e preoccupazione questa situazione, oltre alla revisione integrale della legge per evitare si ripetano scandali come questi» in MV 24.1.2015.
Riccardi Riccardo (PdL):«Ci sono due modi di fare politica: il primo è quello di mettere in scena le piazzate per guadagnare le pagine dei giornali, l’altro è cercare di affrontare e risolvere i problemi. Liberi i 5 Stelle di usare uno strumento privo di efficacia come la richiesta di dimissioni della presidente, ma altrettanto liberi noi di perseguire una politica che i problemi cerca di risolverli e non solo di urlarli» in MV 24.1.2015.
Sego Cristian (M5S):«Il presidente Collinassi non deve prendersela con i soci che, a differenza di altri soggetti coinvolti, sono i meno tutelati e quindi devono fare tutto il possibile per salvaguardare i loro interessi. Dovrebbe piuttosto chiedersi come mai la Procura di Udine, in un paio di giorni, sia giunta alla conclusione che anche la condotta dei vertici dell’azienda non facesse ben sperare per il futuro della cooperativa. Una valutazione che altri soggetti, pur leggendo le stesse carte degli inquirenti, non hanno voluto o potuto fare. Inoltre il controllo sulla gestione sociale è affidato al collegio sindacale e, dall’altro, la vigilanza compete agli enti istituzionali, non essendo attribuibile ai soci che ne sono vittime la responsabilità per le conseguenze dannose causate da chi quella vigilanza ha omesso di esercitare. A questo punto sarebbe interessante sapere come siano state valutate dai soci CoopCa - attuali e futuri - le rassicuranti visite dell’assessore Bolzonello nello scorso mese di aprile e della presidente Serracchiani ad agosto al Magazzino di Amaro» in MV 24.1.2015.
... della deputata
Sandra Savino (FI) che dice:
"Una crisi che vede a rischio oltre 700 posti di lavoro e i risparmi di 20 mila soci, i quali vivono nell’incertezza di recuperare la cifra investita. Sono situazioni che coinvolgono non certo degli speculatori, ma molti piccoli risparmiatori che hanno depositato quanto messo da parte dopo una vita di lavoro. In considerazione della portata delle due crisi e dei riflessi sociali, oltre che occupazionali, ritengo opportuno che il Governo si pronunci in ordine all’accaduto e su un auspicabile intervento a sostegno dei risparmiatori e dei lavoratori» in MV 2.2.2015.
... e dei consiglieri regionali
Renzo Liva, (Pd) afferma:"È compito della politica intervenire per cercare di tutelare al meglio i soci titolari di un libretto di prestito sociale i cui crediti sono, di fatto, congelati. Questi ultimi hanno il capitale investito e gli interessi maturati indisponibili con previsioni ancora incerte di recupero, eppure i crediti sono conteggiati nell’Isee. Per quei cittadini titolari di un libretto di prestito sociale e che si dovessero trovare nel bisogno di un intervento di carattere sociale, si verrebbe a creare quindi una situazione che al danno aggiunge la beffa e cioè: rimarrebbero esclusi da servizi e prestazioni sociali a causa di un’Isee troppo elevato calcolato su redditi che di fatto non sono nelle loro disponibilità. Per porre rimedio a questa situazione, tanto ingiusta quanto paradossale ho presentato un ordine del giorno che chiede alla giunta un intervento tempestivo che preveda, attraverso una deroga, di non computare i crediti vantati dai soci delle due cooperative. Una deroga in vigore almeno per tutto il periodo in cui i loro risparmi sotto forma di finanziamento soci remunerati, non siano reso disponibile e remunerativi» in MV 2.2.2015.
Cristian Sego (M5S):"Non avendo ricevuto l’appoggio degli altri consiglieri di minoranza, che hanno preferito fare da stampella al governo Serracchiani piuttosto che legittimare il deposito della mozione di sfiducia, come portavoce del M5s abbiamo mantenuto la promessa fatta ai cittadini e abbiamo depositato una mozione con cui chiediamo alla giunta di assumersi le proprie responsabilità per i casi di omessa vigilanza e mancata adozione dei provvedimenti sanzionatori, previsti dalla legge regionale 27 del 2007. Un atto dovuto visto come si sono svolti i fatti. È inammissibile che la Procura sia dovuta intervenire in entrambi i casi per sostituirsi alla giunta. Le scuse di Serracchiani e Bolzonello non ingannano nessuno: loro sapevano benissimo (lo hanno ammesso candidamente) e oggi continuano a fingere di non conoscere quali siano i compiti della Regione di vigilanza sulle cooperative, ritenendo non fosse loro compito stabilire il buon andamento o meno delle due società» in MV 2.2.2015.
Renzo Tondo (Autonomia Responsabile): "Siamo vicini ai lavoratori CoopCa e cercheremo di sostenere qualsiasi soluzione possa essere proposta da Serracchiani e Bolzonello per salvare questi posti di lavoro... si devono anche salvare i punti-vendita che sono fondamentali..." in MV 30.3.2015
... e dell'avvocato dei Soci CoopCa
Gianberto Zilli ha così dichiarato su MV 3.4.15: "Ho effettuato una verifica sui registri immobiliari ed ho scoperto che amministratori e sindaci attuali di CoopCa stanno vendendo, anzi si stanno spogliando da alcuni mesi dei propri beni immobiliari... Perchè lo stanno facendo? mi pare una domanda retorica... Chi legge i bilanci con occhio critico si accorge di tante cose e di situazioni non chiare che allontanano i possibili investitori che assieme al mercato vogliono la verità sui numeri". Esiste infatti la possibilità, neppure tanto remota, che i singoli soci prestatori possano rivalersi sui beni privati degli amministratori qualora non ottenessero quanto di loro spettanza, specie se si evidenziassero profili civilmente o penalmente rilevanti a carico dei componenti del CdA e del Collegio dei sindaci di CoopCa.
... e del sindaco di Tolmezzo
Francesco Brollo riferendosi alla promessa di acquisto di 15 negozi da parte di CoopNordEst, dichiara su MV 4.4.15: "...E' più di quanto si potesse sperare... E' un fatto sicuramente positivo che il mondo della cooperazione risponda alla chiamata di chi si trova in difficoltà... Riaccende speranza e fiducia... Vogliamo salvare una nave alla disperata deriva..."
... e del Segretario regionale della Lega Nord
Fedriga dichiara: "Il PD ha evidenti e gravi responsabilità nella pessima gestione delle coop e dei conseguenti scandali esplosi su scala nazionale e regionale...Serracchiani cominci a battersi il petto anzichè tentare goffamente di scaricare il barile su terzi... L'attuale ministro del lavoro, Poletti, altri non è se non l'ex presidente di LegaCoop, le Cooperative Rosse... Serracchiani dimostri di essere intellettualmente onesta e chieda scusa a tutti i dipendenti e soci prestatori che rischiano di rimanere col cerino in mano..." MV 8.4.15
... e del vicepresidente Regione FVG
Sergio Bolzonello, vice di Serracchiani: "... ci sono responsabilità precisissime ascrivibili a sindaci e revisori dei conti... Quella della CoopCa è una crisi industriale e siccome il cda non ha rubato significa piuttosto che è stato incapace a gestire la situazione... Adesso tutto è in mano alla Procura. Alle viste ci sono due possibilità: o il concordato oppure il fallimento. È chiaro che noi speriamo che passi la prima ipotesi perché riaprirebbe il fronte dei possibili acquirenti e ridarebbe fiato e speranza a dipendenti e soci. Ma ribadisco che in questa triste vicenda la Regione non ha alcuna responsabilità, neppure di ordine morale" ("Mi manda Rai Tre" 13.4.15)
... e dell'avvocato degli amministratori CoopCa
Giuseppe Campeis, in relazione alla decisione del Tribunale di Udine che ha respinto la richiesta di fallimento presentata dalla Procura, ha detto: "È soltanto un primo, importante passo perché adesso ci aspetta le verifica del commissario fino al voto dei soci creditori... Abbiamo avuto un’anomala interferenza della Procura e abbiamo ribattuto con argomenti giuridici che sono stati apprezzati e condivisi dal Tribunale. Questa decisione ha impedito che fosse confiscato il diritto dei creditori di scegliere tra concordato e fallimento. A loro e soltanto a loro e non alla pubblica accusa compete la valutazione sulla convenienza o meno della proposta concordataria... Il tribunale non può esprimersi su tali aspetti, perché la convenienza e l’opportunità di accettare la proposta sono rimesse per legge alla sola valutazione dei creditori. Essi infatti sono chiamati a decidere se accettare un piano che offre qualche possibilità di parziale soddisfazione (ma senza sicurezza alcuna), a fronte di scenari alternativi di certa insoddisfazione" (MV 21.4.15)
... e dell'avvocato dei Soci Coopca
Gianberto Zilli ha affermato: "L’ammissione al concordato così ottenuta soddisfa esigenze di chiarezza e certezza delle situazioni giuridiche e rappresenta un punto fermo e una garanzia per tutti: soci prestatori, dipendenti e futuri acquirenti... Rimane la preoccupazione che, allo stato, le offerte economiche presentate siano lontane dal dare soddisfazione alle ragioni creditorie dei soci prestatori; tale preoccupazione, speriamo, venga superata dalla presentazione di nuove, robuste offerte d’acquisto che possono essere favorite anche dal definitivo quadro giuridico di riferimento".(MV 21.4.15)
... e della presidente della Regione FVG
Debora Serracchiani ha detto: "Il via libera al concordato è un primo passo positivo, che apre alla possibilità di migliorare il piano di ristrutturazione delle Cooperative carniche... Le manifestazioni d’interesse che sono state avanzate da soggetti nazionali della cooperazione sono state considerate concrete e credibili e si può ritenere che la sentenza ne abbia tenuto conto. Il miglioramento del piano è un obiettivo per il quale la Regione, nell’ambito delle sue competenze, si è impegnata con grande energia, e proseguiremo in questa direzione nell’interesse di lavoratori, soci e prestatori"(MV 21.4.15)
... e del presidente del Comitato soci prestatori
Tommaso Angelillo dice: "Ormai non speriamo più in nulla. Questo piano non è per noi. Ci assicurano che ai soci resteranno 9 milioni, pari al 36 % dell’attivo concordatario previsto. Ma si tratta di una somma teorica senza garanzia alcuna e che dovrebbe essere corrisposta a settembre del 2018. L’unica speranza rimane quel 50 % del prestito sociale che le coop Distretto Adriatico ci hanno promesso per evitare la Waterloo. Sì, questo piano è il nulla Anche l’avvocato Campeis dichiara che non è cambiato nulla" (MV 21.6.15).
... e del presidente di COOP Ca
Ermanno Collinassi dichiara:"Non rilascio ancora commenti; prima mi adopererò per tirare fuori dalle cattive acque la cooperativa. Aspetto ancora un po’ di giorni poi parlerò e vi dirò molte cose. In questo momento permettetemi di continuare a inghiottire i rospi che stiamo inghiottendo ogni giorno. Noi ci siamo e non mi sono mai difeso. Lo farò certamente con determinazione perché non ho nulla da nascondere e nulla di cui vergognarmi... Non ho nemici, non li voglio avere; credo di avere lavorato per tutti. Anche per quelli che mi hanno dato bastonate in testa» (MV 21.6.15)... "... Prima spiegherò tutto alla magistratura. Quella lettera è moralmente la cosa che mi pesa di più. Sono rimasto qui per onestà, per senso di appartenenza. Quella è la cosa che mi pesa di più... Traspare ormai da ogni relazione tecnica come i mali di CoopCa partano da lontano, da bilanci che oggi hanno più di dieci anni: mi meraviglia come la responsabilità che mi attribuite non sia mai stata assegnata a chi, all’epoca, si trovava ai vertici, un’epoca - dieci anni fa - nella quale i consumi erano in aumento e mentre tutte le altre cooperative avevano bilanci floridi la nostra per chiudere in pareggio doveva vendere i gioielli di famiglia... Sono molto dispiaciuto di questo epilogo: mi sono battuto con tutte le mie forze prima per cercare una soluzione, poi per limitare i danni. Domani stesso presenterò al Tribunale di Udine la richiesta di nomina del liquidatore, preceduta dalle dimissioni» (MV 20.7.15).
... e del consigliere regionale FI
Riccardo Riccardi afferma: "L’obiettivo è impegnare la presidente Serracchiani e la sua giunta a trovare una soluzione a questa nuova tegola sociale caduta sui risparmiatori vittime delle crisi di Cooperativa Carnica. E’ un paradosso che nell’Isee dei soci della cooperativa si conteggino anche i loro libretti ormai bloccati e solo virtuali. Così vengono doppiamente penalizzati... E se è vero che nel meccanismo di calcolo non possiamo intervenire perché è regolato da norme statali, i criteri di accessibilità al sistema di protezione sociale però sono definiti da norme regionali, ed è prioritario dare risposte alle tante persone in difficoltà che sono rimaste escluse da questi servizi solo perché nel loro Isee gli sono stati conteggiati dei depositi che non esistono più... Certo che la cosa è complicata, ma la certificazione di questa perdita esiste ed è stata definita da procedure di tribunale. E’ fondamentale che la Regione ne tenga conto altrimenti saremmo di fronte al venir meno del principio di equità sociale". (MV 8.10.2015)
... e del consigliere regionale LN
Barbara Zilli, sottolinea «...la disparità della situazione rispetto a Cooperative Operaie di Trieste, dove si è trovata una soluzione complessiva e in tempi relativamente brevi. La minor appetibilità economica di Coopca non può lasciare la Regione a guardare sgretolarsi un patrimonio sociale e lavorativo» (MV 28.11.2015).
... e del Vicepresidente della Giunta Regionale
Sergio Bolzonello dichiara: «Il primo step è stato positivo dal punto di vista del numero dei negozi ceduti e dalle cifre ricavate, grazie all’impegno di tutti i soggetti coinvolti. La strada è difficile, ma rimaniamo moderatamente ottimisti e la seconda asta potrebbe riservarci altre notizie positive» (MV 1.12.2015)
... e dell’avvocato dei soci Coopca
Gianberto Zilli, asupica una proroga delle indagini scattate proprio un anno fa e aggiunge:«Una volta finite le indagini, leggeremo le carte e sulla base di questa analisi decideremo il da farsi, ovvero se intentare un’azione legale e/o di risarcimento. Ma per farlo bisogna sapere contro chi muoversi. Per adesso gli indagati sono tredici, ma alla fine delle indagini potrebbero essere anche di più. Allo stato attuale esiste l’ipotesi di una querela da parte di un centinaio di azionisti per truffa, mentre 550 soci prestatori hanno già dato la loro disponibilità per fare causa per falso in bilancio, truffa, esercizio abusivo del credito e bancarotta. Siamo fiduciosi nel lavoro degli inquirenti ma senza la fine delle indagini non possiamo muoverci» (MV 2.1.2016).
L'EXITUS E L'EPIGRAFE FUNERARIA
La vicenda del crak delle Coop Rosse emiliane di alcuni anni fa (con il mitico presidente Consorte scoperto titolare di un privato capitale milionario) non può non tornare alla mente ed evocare fantasmi inquietanti, ulteriormente vivificati dalle recentissime vicende delle Cooperative operaie di Trieste, delle cooperative di Roma Capitale, delle cooperative di Ischia, delle cooperative della Toscana...
Pare proprio che oggi il termine "cooperativa" detenga un'accezione prettamente negativa e susciti più sospetti che benevolenza, alla faccia delle "magnifiche sorti e progressive..." di antica socialista memoria, i cui esponenti erano di ben altro e diverso profilo...
Ma alla fine: CHI e QUANDO pagherà per tutto questo?
Comunque vada a finire, queste le considerazioni finali
- Anche questa dolorosissima vicenda insegna (qualora ce ne fosse stato ancora bisogno) che (indipendentemente dal diffuso fallimento del sistema cooperativistico italiano certificato ormai da troppi casi nazionali) i vertici aziendali non possono e non debbono restare in carica decenni, che occorre periodicamente un turn over, una alternanza sia nella dirigenza amministrativa (con figure competenti) che nella presidenza (con figure adeguate). Le assemblee che eleggono i consiglieri di amministrazione (delle Cooperative in genere) sono facilmente manovrabili e non sempre fornite di un adeguato numero di personalità accorte e scrupolose come Cosano; spesso ci si affida al populismo ed alla retorica dei più avveduti e scaltri e ciò basta, specie quando un pranzo sociale annuale (creduto gratuito ma pagato con i soldi dei soci) riesce a tacitare giuste e sacrosante critiche o osservazioni. In questo modo però, all'interno della Cooperativa, si creano e si solidificano rapporti e sinergie che evolvono fisiologicamente verso una omertosa sclerosi del sistema che non è più in grado poi di autorigenerarsi e di autocurarsi: da qui metastasi diffuse a tutto il corpo con il prevedibile exitus finale!
- Per tutti questi motivi occorre assolutamente che anche il Legislatore ponga mano alla vecchia protettiva legislazione sulle Cooperative per modificarne alcuni aspetti cruciali, ormai del tutto obsoleti e financo dannosi, adeguandoli alla nuova realtà sociale e di mercato italiana ed europea [il progetto L.R. 78/2015 dei consiglieri Ciriani-Zilli va appunto in questa direzione, proponendo la revisione della legge sul controllo delle cooperative e chiedendo la costituzione di un apposito fondo di garanzia per i soci delle coop stesse].
Utile a questo proposito leggere quanto spiega "Il Fatto Quotidiano": http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/14/oligarchi-rossi-che-giocano-in-borsa-con-soldi-della-coop/738290/
- Se poi una qualsiasi Cooperativa vuole (legittimamente) andare sulla piazza per contendere quote di mercato con altri soggetti privati, mutando in questo caso profondamente il proprio DNA che è quello della solidale mutualità, deve allora spogliarsi delle speciali prerogative di cui gode (finanziare, fiscali, di diritto...) e cambiare nome per combattere ad armi pari con chi è sottoposto a legislazione diversa, più severa e vincolante. Diversamente, se dapprima potrà avvantaggiarsene in misura considerevole, alla fine poi pagherà grandemente per essersi avventurata in mare aperto senza le necessarie imprescindibili misure di sicurezza e salvaguardia e massimamente senza affidarsi ad un nocchiero esperto e ad un equipaggio ben affiatato ed allenato, abile insomma ad affrontare qualsiasi incombente imprevedibile maroso.
Anche da questa postazione, invitiamo tuttavia TUTTI I CARNICI, per quanto possibile e nonostante tutto, a sostenere ancora la CoopCa usque ad mortem preferendo i suoi spacci e supermercati, ben sapendo che quando CoopCa morirà (31.12.2015), comunque una parte significativa di Carnia (forse la migliore) morirà con essa!
NASSUDE AI 29 DI AVRÎL DAL 1906 A VILE SANTINE (coparis: Riccardo Spinotti e Vittorio Cella),
DOPO PASSE 109 AGNS, LA GLORIOSE COPERATIVE CJARGNELE,
DOPO DI VEI PASSÂT, CENCE CJAPÂ BOT, IL FASCISMO E FINEMAI DÔS VUERES MONDIÂLS,
A VEN A MURÎ MALAMENTI, PAR MAN DI CUATRI MALINTINDÛZ, AL 31 DI DICEMBAR DAL 2015
R E Q U I E S C A T I N P A C E
A M E N
IL GRIDO MUTO DI DOLORE DEI SOCI
Vengono qui presentate, in forma assolutamente anonima e priva di ogni riferimento atto a risalire agli scriventi, le più significative estrapolazioni dei racconti personali, pervenuti all’avv. Gianberto ZILLI di Udine da parte di soci-prestatori e di azionisti di CoopCa.
Solo tre considerazioni personali preliminari:
-
Le “esternazioni-proteste” da parte di cittadini della Carnia sono numericamente davvero esigue se paragonate a quelle provenienti da altre realtà regionali ed extraregionali; ciò indica come i carnici siano ancora timorosi e pavidamente “sotans” perfino nel sostenere i propri diritti e le proprie legittime aspettative.
-
Molte “esternazioni” provenienti dal Friuli storico, da Trieste e dal Veneto sottolineano come la credibilità dei carnici (da sempre ritenuti onesti e gran lavoratori) sia stata irrimediabilmente compromessa dalla vicenda CoopCa e tale aspetto meriterebbe (da solo) una richiesta risarcitoria da parte delle Istituzioni di Carnia (UTI e/o singoli Comuni) nei confronti dei dirigenti CoopCa per aver sfregiato il “buon nome” di Carnia.
-
Mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente l’avvocato Gianberto Zilli di Udine il quale, gratuitamente, si è messo a disposizione dei tantissimi cittadini travolti dallo tsunami CoopCa comportandosi veramente come un esemplare “medico volontario” che ha prestato la sua insostituibile opera in mezzo ad un terremoto sociale di vaste proporzioni. L’ avvocato Zilli mi ha chiesto di non evidenziare le espressioni di apprezzamento rivolte nei confronti del suo operato in quanto “inutili” al fine di dare voce a chi non ha avuto, finora, voce.
1.
... Questi sono i miei risparmi di anni di lavoro e anche la mia liquidazione.
Contavo su questi soldi per ristrutturare la casa dove vivo. Ho dovuto sospendere i lavori visto che non ho più accesso ai miei soldi e chiedere un prestito per i lavori già iniziati...
2.
...Volevo segnalare che a causa del blocco dei miei risparmi depositati nel libretto Coopca N° …... mi sono trovata in difficoltà dato che mio marito ... è ammalato di cuore e gli servono medicine costose per le cure di cui abbisogna inoltre mi trovo impossibilitata a cambiare casa, in quanto la mia attuale è sprovvista di ascensore e abito al 4° piano, con notevole difficoltà a salire le scale...
3.
... io sono un semplice operaio metalmeccanico impiegato alla …... Così i miei risparmi li avevo depositati nel libretto della Coopca, nel caso avessi avuto problemi finanziari li avrei prelevati ma con il blocco del mio libretto mi sono ritrovato in difficoltà...
4.
... volevo segnalare il mio stato di disagio causato dal blocco dei miei risparmi, già provata due mesi prima dalle Cooperative Operaie di Trieste... Avevo fiducia nella Cooopca. Potete immaginare voi lo shock del momento in cui mi sono ritrovata senza poter gestire e usufruire di tutti i miei risparmi-
Grazie a tutte queste vicende negative è iniziata per me una fase veramente brutta sul piano psicologico.
5.
Desidero esprimere il mio rammarico sulla situazione venutasi a creare nel mondo della cooperativa alimentare regionale: personalmente credevo molto sul risparmio cooperativo, infatti nel tempo ero diventata socia di ben tre cooperative, ma i mesi di ottobre e novembre mi son vista bloccare i miei risparmi depositati su due dei tre libretti per i ben noti problemi venutisi a creare nella gestione amministrativa.
Ritengo ingiusto e fraudolento che si sia speculato sui soci ingannandoli e inducendoli a versare ulteriori somme di denaro promettendo loro maggiori interessi a fine anno, quando gli amministratori sapevano che la situazione era tanto compromessa che a distanza di qualche mese il rischio del fallimento è venuto alla luce.
I prestiti sociali fino a qualche tempo fa hanno fatto ingrandire tante cooperative ma bisognerebbe essere corretti verso i soci versatori e tutte le persone che lavorano all'interno. Non è lecito e tollerabile che poche persone inette possano piegare l' economia di enti simbolo di un' intera regione da più di 100 anni.
So che è stata ingenuità da parte mia fidarmi di un risparmio alternativo, però ritengo responsabile del crac non solo le persone direttamente addette alla gestione ma anche chi doveva verificare i bilanci e non l'ha fatto del tutto o solo in parte.
Non so se riuscirò a recuperare i miei sudati risparmi che avrei potuto impiegare in tanti altri motivi, magari donandoli in beneficenza ma non regalarli a chi non ha saputo gestirli.
Ormai la fiducia si è incrinata e le giustificazioni edotte nelle varie assemblee non hanno convinto, mi auguro solo che la giustizia faccia il suo corso.
6.
... chiedo cortesemente quando sarà possibile di poter prelevare parte dei miei risparmi per poter permettermi di sostenere le spese di mia figlia sia con la scuola che col dentista...
7.
...Con la presente volevo esprimere il mio senso di disagio causato dal blocco dei miei risparmi, in quanto non riesco più ad aiutare mio figlio per il pagamento dell'affitto dell'appartamento in cui vive e avendo una figlia di ... anni disoccupata.
Essendo i miei risparmi derivanti da lavoro onesto desidero che questi dirigenti e consiglieri paghino personalmente e credo che la magistratura saprà punirli...
8.
... con la presente esprimo la mia delusione per quanto sta succedendo di negativo nell'ambito della COOPCA.
Anzitutto ho depositato nel mio libretto n°......... il massimo consentito, sia perché attirata dai buoni interessi, sia perché convinta che le cooperative vanno sostenute per il bene della ditta e dei dipendenti. Purtroppo tutto ciò non è avvenuto.
Ho conosciuto altri soci prestatori che scoppiano in lacrime perché questo deposito è l'unico loro punto di riferimento per attingere denaro da utilizzare per la vita quotidiana.
Nel mio caso posso dire che, essendo titolare di una modesta pensione di reversibilità (sono vedova), mi basavo su questo denaro da me risparmiato nel tempo per potere aiutare me e la mia numerosa famiglia; ho infatti tre figli e sette nipoti, che speravo di sostenere nelle spese quotidiane o straordinarie che le giovani famiglie si trovano ad affrontare.
Chiedo giustizia perché i colpevoli siano puniti e paghino di persona...
9.
...volevo segnalare le difficoltà causate dal blocco dei miei risparmi depositati in Coopca e non posso acquistare le protesi acustiche di cui necessito urgentemente dato che il mio udito è molto debole in senso bilaterale. 2) Eseguire le cure odontoiatriche necessita di protesi superiore e inferiore. 3) Inoltre devo fare un intervento non mutuabile …... destro
10.
... Sono una socia prestatrice Coopca e a causa del blocco dei miei risparmi, non posso aiutare mio figlio ... a pagare le rate del mutuo della casa. Inoltre sono costretta a rinviare le cure dentistiche e di implantologia, di cui sa l'elevato costo...
11.
... A causa del blocco dei miei risparmi e di quelli di mia figlia ho dovuto rinviare dei lavori di ristrutturazione necessari alla mia casa visto che devo coprire mensilmente le rate del mutuo...
12.
... volevo segnalarvi che a causa del blocco dei miei risparmi, non posso effettuare i lavori di ristrutturazione del mio appartamento inoltre dovevo sottopormi a cure dentistiche e acquisti di elettrodomestici da casa. Spero proprio che mi possiate aiutare...
13.
... Quei soldi risparmiati dalla mia famiglia avrebbero dovuto accompagnarmi nei primi passi dopo l'università, anni investiti in studio e formazione durante i quali avevo scelto di non preoccuparmi di avere parallelamente un lavoro, perché tanto, se ne avessi avuto bisogno, c'erano “i soldi del libretto Coopca”, con accesso rapido e diretto... La situazione creatasi in data ...... non mi ha permesso di portare a termine l'iscrizione; dopo il colloquio orale cui ero stata sottoposta, risultando idonea, avrei dovuto versare la prima rata con scadenza 00000, ma quei soldi su cui ero certa poter contare hanno congelato pure la mia situazione, ed il master è sfumato... Mi si permetta uno spunto di riflessione riguardo alla parola FIDUCIA: né io in prima persona, né alcun membro della mia famiglia si è mai preoccupato per il rischio che si correva avendo depositato i risparmi in CoopCa. Non era percepita come un'azienda, né tantomeno come un istituto bancario. Era un'istituzione, una realtà che aveva aiutato e permesso ai nostri nonni di ricrearsi una vita dignitosa dopo i duri anni del dopoguerra. Quel libretto aperto in CoopCa ci faceva sentire parte della Famiglia delle Cooperative Carniche, ci faceva essere orgogliosi delle nostre origini. Questa è solamente una fra tante e diverse storie, ma non ho alcun dubbio che ad accomunarci ci sia la fiducia riposta in CoopCa.
14.
... in data ....... mi sono recata presso il Supermercato COOPCA di T. via P., per chiedere il ritiro della somma depositata sul libretto. La sig.ra responsabile dell'ufficio mi ha informata che non era in grado di accettare la mia richiesta e mi ha detto che avrei dovuto contattare la sede centrale di Amaro. Nei giorni seguenti ho contattato molteplici volte il N° 0433-483611 chiedendo di parlare con i sig.ri ....., o la sig.ra ... senza riuscire mai a parlare con loro, perché mi hanno passato una signora che non si è mai qualificata e che mi ha risposto che non era possibile per insufficiente disponibilità liquidare il prestito e che mi avrebbero inserita in una non ben specificata lista di attesa.
Dopo quella telefonata non è stato più possibile contattare i responsabili né ricevere risposta scritta.
Faccio presente che sono una persona anziana e mi serviva la somma versata per motivi di salute e assistenziali.
15.
Con la presente vorrei esporle quanto accaduto. I risparmi di una vita erano depositati in un conto Coopca, Società Cooperativa Carnica di Consumo. In seguito alla necessità di prelevare il denaro per impiegarlo nel mio matrimonio, ho fatto tale richiesta all Coopca; mi è stato risposto che in breve mi sarebbe stato liquidato il conto, rassicurandomi, inoltre, in merito all'allarmismo che nel frattempo si era creato in seguito al fallimento di un'altra Cooperativa, la Coop, che aveva portato alla perdita di tutto il denaro depositato da parte dei soci. Per di più, mi è stato ribadito di non prelevare il denaro per paura del verificarsi della medesima situazione che ha coinvolto i soci Coop, in quanto la loro condizione era stabile. Nella realtà di quanto successivamente avvenuto, Coopca era già in grave difficoltà e consapevole del suo imminente fallimento, e il denaro, ad oggi, non mi è stato restituito. Non vi è stato dunque un atteggiamento onesto e corretto da parte loro.
Vorrei dunque sapere come poter procedere per prendere nuovamente possesso dei miei risparmi, trovandomi in serie difficoltà economiche, causa mutuo, ed avendo questo denaro come unica risorsa.
16.
Buongiorno, siamo una coppia, marito e moglie, di T. ... si arriva ad avere una perdita per un'intera famiglia del valore di 00.000,00 euro ..... Una cifra enorme per qualsiasi famiglia di piccoli risparmiatori. Perché proprio di questo si tratta, dei risparmi di una vita.
Prima uno e poi l'altro, siamo diventati tutti prestatori sociali della Cooperativa Carnica, in quanto ci sentivamo rassicurati dal modello cooperativo e mutualistico della cooperativa e dal suo essere radicata nel territorio. In più di un secolo di storia, la COOPCA era cresciuta dando lavoro e opportunità a moltissime persone e custodendo bene i piccoli risparmi prestati. Visto che gli interessi dei conti correnti attuali sono pari a zero o quasi, ci è sembrato opportuno, positivo e sicuro allocare i nostri risparmi in forma di prestito sociale alla Cooperativa Carnica, per poterli almeno così salvare dall'inflazione e finanziare attività mutualistiche e sociali, consapevoli che avremmo potuto riavere indietro il nostro prestito in qualsiasi momento, quando le condizioni si fossero rese necessarie o opportune. Poco a poco, con lavori precari, siamo riusciti a mettere da parte una somma importante, ed eravamo in procinto di sviluppare idee e di fare progetti di vita.
Era venuto il momento, infatti, di acquistare una nuova auto, in vista di poter allargare la famiglia nel futuro prossimo venturo. Così come sarebbe stato opportuno effettuare dei lavori domestici e pensare anche all'acquisto di uno spazio da adibire a laboratorio per l'attività artigianale familiare.
Proprio nel bel bel mezzo dei nostri piani e con la fiducia e la sicurezza che riponevamo nella COOPCA che custodiva i nostri risparmi, abbiamo saputo a mezzo stampa che non potevamo più prelevarli. Non le dico la disperazione, la spossatezza e la rabbia che abbiamo provato a leggere le agenzie di stampa e gli articoli di giornale. Eppure i bilanci erano stati tutti approvati, erano stati fatti investimenti e la stessa COOPCA ci ha invitato, per due volte nelle estati del 2012 e del 2014, a versare altro prestito sociale, proponendo un premio aggiuntivo in termini di interesse per il denaro versato. Siccome la prima volta era andata bene, abbiamo versato altro denaro anche la seconda volta. La lettera che ci è giunta nel luglio 2014, sosteneva che in un momento di crisi e di incertezza generale, dove anche i titoli di Stato non sono più sicuri, occorre investire nel territorio e il premio consisteva nell'aggiunta dell'1% in più sugli interessi del prestito, per il periodo relativo a settembre-dicembre 2014. Praticamente, giusto il tempo di versare e di non vedere più il nostro denaro.
Ci teniamo a sottolineare il disagio che proviamo e che abbiamo provato da quando abbiamo scoperto che la Cooperativa Carnica aveva fatto richiesta della procedura di Concordato Preventivo.
La paura, lo sgomento e il terrore di non avere più il nostro paracadute e la nostra sicurezza finanziaria ci ha tagliato il respiro. Da allora siamo molto turbati e, durante le notti, non riusciamo a dormire più bene come prima. Adesso va un po' meglio, ma i primi mesi sono stati durissimi.
Comunque, questa situazione di incertezza e di precarietà, non solo lavorativa, ma anche finanziaria ci ha come paralizzati. Ha bloccato non solo i nostri progetti, ma anche la nostra vita. Ci sentiamo come in una bolla e tratteniamo il respiro in apnea, sperando di rivedere in qualche modo i nostri risparmi. Il danno in termini di salute fisica e psicologica è già enorme... Più scorre il tempo, più ci sentiamo debilitati e stanchi di tutta questa storia. L'affanno è grande, ma proviamo ad andare avanti, perché bisogna farlo in qualche modo.
Noi siamo intenzionati ad andare fino in fondo per riavere ciò che ci è stato ingiustamente tolto, sia in termini economici, sia di salute psico-fisica. Perché non è vero come hanno detto alcuni che il nostro denaro rappresentava un investimento in capitale di rischio. Il nostro denaro non è mai stato capitale di rischio, ma sono i risparmi di una vita concessi in prestito a chi ha come scopo il benessere sociale e mutualistico del territorio e delle persone in cui opera. Riteniamo pertanto, di sentirci pienamente legittimati nel proseguire sulla strada di un pieno e completo risarcimento.
17.
... Purtroppo già prima della Coopca siamo stati gabbati anche dal deposito effettuato alle Cooperative Operaie di Trieste.
Eravamo ben contenti nell'agosto del 2014 di ricevere ampie assicurazioni da parte della Coopca “versate da noi che siete al sicuro”. Finalmente, avevamo detto, qualcuno che lavora bene, come sempre in Friuli. Invece, se fossero persone oneste, euanti anni fa avrebbero dovuto informare i soci e chiedere il concordato senza aggiungere debiti a debiti? Perché non l'hanno fatto? Forse per coprire i loro amici ai quali avevano consigliato di ritirare i depositi? Ci era stato assicurato da varie fonti che mettere i soldi nelle cooperative sarebbe stato utile per i posti di lavoro e sicuri in quanto le cooperative devono subire una serie di controlli con i bilanci annuali più che certificati.... Causa loro siamo stati costretti a rinunciare a qualche sogno ma il nostro pensiero va alle persone sole, anziane, con poca esperienza nelle malversazioni, turlupinate in maniera ignobile. Tutto sommato, onore a colui che è stato portato al suicidio non avendo retto al terribile peso di dover raccontare tutto e fare nomi forse di altri responsabili di questa brutta storia..
18.
... la presente memoria nella quale elenco le motivazioni che mi hanno spinto a fidarmi ciecamente della Cooperativa Carnica sia per le assicurazioni sulla serietà avute dalla direttrice del negozio di T., come dalle numerose comunicazioni pubblicate sui bollettini periodici inviatimi dalla direzione di Tolmezzo sempre rassicuranti la suddetta serietà e consistenza economica della Cooperativa. Considerata la situazione ben diversa venutasi a creare desidero segnalare che come tanti altri soci prestatori mi trovo in non poche difficoltà economiche per molte spese che devo sostenere a causa di una grave invalidità che ha colpito da tempo mia moglie.
Evidenzio inoltre che gli ultimi importi versati sono stati da me effettuati a causa della “lettera truffa” sull'incentivo straordinario dell'1% sugli importi del prestito sociale.
Mi rivolgo a Lei e alla Magistratura di Udine per chiedere giustizia e quindi far si che i colpevoli del “crac” della cooperativa paghino anche di tasca propria.
19.
Mi chiamo P. G., ho 75 anni, abito a S. Nel Mese di agosto del 2014, passando davanti al supermercato Coopca ho letto una comunicazione (esposta all'esterno) in cui si diceva che aprendo un libretto di risparmio sarebbe stato corrisposto un interesse del 2.25 fino a euro 5000- e del 3,25 per gli importi eccedenti. Avevo da parte qualche risparmio su un c/c postale e così ho pensato di diventare socio e aprire un libretto di risparmio, su cui ho versato Euro .... in data ....... A fine novembre ho ricevuto una informativa in cui si comunicava ai soci “il blocco temporaneo di prelievi e depositi per tutelare il patrimonio COOPCA che rappresenta la garanzia per il vostro prestito” .E' evidente l'intento doloso dell'iniziativa volta solo a proteggere i dirigenti che nel frattempo avevano provveduto a mettere in salvo i propri averi. Sono amareggiata e indispettita da questo comportamento perché avendo bisogno di quei risparmi, non posso disporne, per cui devo chiedere ai figli di far fronte alle mie esigenze. Si è approfittato della fiducia delle persone (specie anziani) per il negozio sottocasa, danneggiando sia i risparmiatori-clienti sia il personale che ci lavora.
20.
... E' la 3^ volta che scrivo; la 1^ alla società cooperativa di Tolmezzo, la 2^ alla sig.ra BELTRAMINI FABIOLA (Commissario Giudiziale ndr) e questa terza a Lei. Non so perché tanta corrispondenza; io ho un credito verso la cooperativa di € 00.000 e spero che mi venga ritornato. Ho messo via questi soldi perchè ho mia figlia disabile al 100% e sono per lei, per assicurarle un minimo di futuro. Ora, con questo CRAC, mi è crollato tutto; ho fatto tanti sacrifici per raccimolare quei soldi e non è giusto che li goda qualcuno che ne ha già molti e che ha rubato a tutti noi. Mi dispiace molto per gli impiegati che perdono il lavoro ma io ho bisogno di quei soldi, per mia figlia e spero me li daranno il più presto possibile...
21.
... dichiara di aver effettuato periodicamente dei versamenti, rassicurata dal direttore del punto vendita della sicurezza del prestito sociale che mai avrebbe messo a rischio il patrimonio versato dai soci. In data ...... ho effettuato un ulteriore versamento di € 000,00 dopo aver ricevuto la lettera di Coopca che comunicava che il CdA aveva deliberato di applicare un incentivo sull'incremento delle giacenze dei libretti di prestito sociale con saldo superiore o uguale a 5000,00 € per il periodo dal 16/7/2014 al 31/12/2014. Si desidera, inoltre, far presente, che nel mese di dicembre 2014, recatami presso il punto vendita di M. per effettuare un prelievo dal proprio libretto, si era vista negare lo stesso dal direttore del punto vendita il quale aveva motivato tale diniego come decisione del CdA che aveva momentaneamente sospeso ogni operazione dei libretti di prestito sociale. Alla mia domanda se c'erano dei problemi, se dovevo preoccuparmi per i miei risparmi il direttore mi aveva risposto di no, che era una operazione di mera routine in occasione della chiusura di fine anno dei bilanci. In quell'occasione avevo anche notato che il punto vendita aveva molti scaffali vuoti. Alla mia richiesta di chiarimenti al direttore lo stesso mi aveva detto che erano i fornitori in ritardo con le consegne. Personalmente, sempre in perfetta buona fede (oggi dico ingenuamente) mi ero fidata delle risposte ricevute.
Ogni versamento da me effettuato è stato fatto certo che non avrei messo a rischio i miei risparmi, in quanto sempre rassicurata in tal senso dal direttore del punto vendita di M.
22.
... dichiara di essere pensionata che percepisce una pensione di € 000,00 e di avere bisogno della restituzione delle somme versate nel libretto COOPCA, in quanto integrazione alla pensione mensile e per far fronte alle spese domestiche specie quelle straordinarie ( quest'anno l'installazione di valvole termostatiche nell'impianto di riscaldamento; l'anno precedente rottura e sostituzione caldaia di condominio).Faccio presente che le somme versate nel libretto COOPCA sono in parte derivate dal TFR e il resto da anni di piccoli risparmi. Inoltre, e questo è particolarmente grave, come si vede dalla fotocopia del libretto la grande parte della somma è stata versata nell'ultimo anno (togliendola da un libretto postale) in seguito alla COMUNICAZIONE sia postale che tramite cartelloni di un RENDIMENTO più alto che in altri investimenti; COMUNICAZIONE INGANNEVOLE e FRAUDOLENTA in quanto la Coopca ( in base ai buchi di bilancio) SAPEVA BENISSIMO CHE NON POTEVA DARE TALI RENDIMENTI, MA CHE AVREBBE ATTINTO DAI LIBRETTI NON POTENDO RESTITUIRE NEANCHE IL PRESTITO (FATTO DA SOCI PICCOLI RISPARMIATORI!). Essendo la COOPCA una cooperativa pensavo erroneamente, che tutelasse i soci prestatori e invece si è approfittata della loro buona fede...
23.
... non potendo presenziare all'ass. che si terrà questo pomeriggio a Udine, desidero, come se fossi presente, manifestare il mio dissenso per quanto accaduto a causa di coloro che hanno con inganno, gestito la COOPCA.... lasciando persone anziane come me, senza i loro risparmi, che non erano certo avanzi di una ricchezza, ma risparmi dovuti il più delle volte a rinunce. Ho perso mio marito da 1 anno e ne io ne i miei figli abbiamo potuto avere quel poco che gli era rimasto (i doc. della succ. sono in possesso della COOPCA. Ricordiamo con affetto e stima i primi gestori della COOP.CARNICA, i sigg. Gonano e il loro figlio Mauro che purtroppo, come il mio marito non ci sono più.....). I tempi cambiano e l'egoismo umano porta a questo..... Confidando che tutto si risolva per il meglio...
24.
... La prego di scrivere nel suo giornale “XXX” le innumerevoli proteste dei soci prestatori contro i veri responsabili per il rimborso “doveroso” da parte di COOPCA. In agosto ci hanno assicurato, con uno scritto firmato, di essere tranquilli, che il nostro prestito è al sicuro. Quando lo sapevano da anni ciò che stava succedendo. Mi risulta che il falso in bilancio è punibile con la GALERA, che è quello che si meritano!!! All'ingresso del supermercato COOPCA di T, in tempi diversi, c'erano dei grandi cartelli. A fine ottobre c'era la proposta: a novembre e dicembre il tasso d'interesse è di 3,25% lordo, 2,40% netto. Sa quante persone anziane hanno investito i loro risparmi per arrotondare la loro pensione? Quando parecchi soci sono venuti a conoscenza, non so come, della tragica situazione hanno ritirato i loro risparmi. Di conseguenza “i truffatori, entro novembre, hanno bloccato i rimborsi.” Hanno avuto la “spudoratezza”, di esporre per 2 volte altri grandi cartelli con la scritta: E' molto conveniente diventare soci!. Mi chiedo: dove sono finiti tutti i milioni di euro che sono tanti, “truffati a tanta povera gente?” Faccio un appello ai sigg. Giudici, di indagare con impegno sul male fatto da questi truffatori di difendere le vittime e fare giustizia! Sono fiducioso del loro operato (il socio mittente è deceduto in data 27.4.2017 ndr).
25.
... desidero precisare che avevo deciso di depositare il capitale (di cui il libretto) non per SPECULARE, ma perché l'interesse proposto (e anche aumentato nel momento di CRISI della catena supermercati) mi invitava ad effettuare il deposito. Le considerazioni di cui sopra possono essere relative rispetto alla gravità emersa nel giudicare i RISPARMIATORI“SPECULATORI”. Inviterei, chi di competenza, a revisionare le parole e controllare con più assiduità gli andamenti nei contesti di territorio...
26.
... Invio questa mia protesta alla Società Cooperativa Carnica di Consumo COOPCA, in quanto mi sento truffato da codesta società Coopca per essere stato attratto dall'incentivo proposto del 3,25% avendo versato sul libretto N°.............. in data......... ...........euro 000,00 e in data................ euro 00.000,00
27.
Avendo mio marito un negozio di alimentari veniva fornito anche, dalla Coopca (Tolmezzo), in seguito abbiamo cominciato ad investire in azioni (poco nel libretto) in quanto erano più redditizie e senza tener conto del rischio che correvamo in quanto ritenevamo onesti i componenti del Consiglio di Amministrazione della Coopca. Per un bel pò di anni tutto é andato bene; non avevo mai saputo di questo declino, quando me lo hanno detto era troppo tardi. Avendo intenzione (da qualche tempo) di acquistare un monolocale a M., in quanto sono vedova ed ho un'unica figlia residente Ii, abbiamo deciso di chiedere la restituzione di una parte del libretto ed il rimborso delle azioni nel mese di agosto 2014, il Consiglio di Amministrazione delibera la restituzione in data 11 settembre 2014; in data 12 settembre 2014 ripasso in Coopca per il ritiro degli assegni riguardante l'importo richiesto dal libretto; l'impiegato mi consegna gli assegni ma non mi avverte che avevano già deliberato Ia restituzione delle azioni ma quando le chiedo quando potrò avere il rimborso di queste mi risponde: "non passare prima della fine di novembre,‘ telefona verso il 24", era troppo tardi. ‘ Le allego le due richieste di rimborso (mia e di mia figlia), ho chiesto copia delle delibere e mi hanno risposto che dovranno informarsi se é possibile (ancora aspetto).
28.
Nel Marzo 2013 ho deciso di diventare socio prestatore della COOPCA con libretto n°…., Tale decisione é stata presa sulla base delle seguenti considerazioni:
a) la mia allora costante simpatia per il sistema cooperative in genere
b) la personale fiducia nella gestione di questa cooperativa in particolare, in quanto
radicata in una società ritenuta tradizionalmente laboriosa, dignitosa e seria
c) le cifre in questione, tutte frutto di costanti risparmi sulla mia pensione, sono state da me versate anche in considerazione del tasso di interesse, decisamente allettante, che veniva anche aumentato giusto pochi mesi prima del crollo finanziario della Cooperativa, giunto per molti soci (non per tutti) del tutto inaspettato
La gestione inqualificabile della dirigenza di detta Cooperativa ha messo in serio pericolo somme di denaro che avevo accantonato pensando alla mia non più giovane età. M.
29.
... scrivo queste righe con il cuore infranto e preso dall’angoscia. Mia moglie ed io abbiamo ricevuto un’educazione sana e coscienziosa, indirizzata al risparmio e alla vita, guardando con l'occhio proteso a un futuro dignitoso senza eccessi e sfarzi come ci è stato insegnato dai nostri genitori; Si, i nostri genitori, anche loro ex emigranti in Svizzera prima in Belgio poi in Francia. Oggi sono in pensione e come noi hanno posto fiducia nella coopca affidando i risparmi di una vita dopo essersi costruiti una casa.
Inoltre pensando di aver riposto i soldi in un luogo tranquillo come la coopca abbiamo stipulato anche l'acquisto di azioni, cosa peraltro consigliata a suo tempo. Non c’é mai stato nessun avvertimento ( noi siamo di C.) di chi era allo sportello, sempre sorrisi e rassicurazioni ma poi l'amara sorpresa andiamo a chiedere un prelievo e ci viene detto che tutto è bloccato. ll mondo cl é crollato addosso. Mia moglie doveva fare un intervento odontoiatrico di una certa importanza, lei lavora part~tirne e io disoccupato, i nostri genitori dovevano fare fronte al pieno del gasolio di riscaldamento, assicurazioni e il montaggio di un montascale, tasse, visite mediche specialistiche! Vede Dottore, quando hai lavorato duro all'estero lontano dai tuoi cari e dal tuo paese per assicurarti un futuro tranquillo, improvvisamente ti viene sottratto il tuo denaro e ti senti rapinato, impotente e ti appaiono di fronte i pensieri più truci e angosciosi di questo mondo. Mia moglie, i miei figli ed io abbiamo il doppio senso di colpa poiché riponendo fiducia nella coopca abbiamo consigliato anche ai nostri genitori di affidare i loro risparmi a questa cooperativa. Non si può venire raggirati in questo modo e quando le cose andavano già male la coopca ha avuto il coraggio di proporre ulteriori acquisti di azioni dicendo che fossero più sicure dei BOT di Stato. Ma si può? Se questa non é truffa ?! ll mondo della cooperazione italiana e la Regione Fvg DEVONO far fronte uniti e risarcire noi e tutti questi poveretti che hanno dato in prestito il sangue dei loro risparmi. Chi ha sbagliato DEVE pagare l Scusi lo sfogo ma l'amarezza e lo sconforto che mina la nostra salute é tanta.
30.
... la presente per comunicarle che siamo stati doppiamente danneggiati dal crack COOPCA. Io G..C. ho dovuto rinunciare a cure odontoiatriche. Io, A. S., ho dovuto rinunciare a cambiare la mia … del 1997...
31.
Siamo due coniugi, soci e sottoscrittori di prestito sociale Coopca da moltissimi anni. Tutti i nostri risparmi erano depositati in Coopca, circa 00.000 euro; erano i risparmi derivanti in parte da una liquidazione di fine lavoro e da tante piccole rinunce, parsimonie, oculatezze quotidiane finalizzate ad per avere un pò di serenità economica.... guai un'emergenza, un problema familiare, un acquisto imprevisto.
Ma in particolare lo scopo di quei risparmi era quello di dare una mano ai nostri figli, due giovani, ambedue laureati, uno residente per lavoro a||'estero (come purtroppo molti nostri giovani laureati) e uno dipendente precario di un supermercato (come purtroppo, anche in questo caso, molti nostri giovani laureati).
ll 18 di novembre 2014 il colpo é stato forte! Da allora ogni giorno il nostro pensiero, i nostri discorsi familari, la nostra ansia vanno su||'argomento. Quando abbiamo scelto di consegnare a Coopca’ tutti i nostri risparmi |’abbiamo fatto con la persuasione assoluta della sicurezza di cui poteva godere il nostro capitale, convinti della presenza di una totale garanzia derivante dal sistema mutualistico e dalla solidità cooperativistica; Ia scelta era anche etica e basata sulla certezza che fosse meglio dare ii danaro che chi I0 avrebbe investito sul lavoro, piuttosto che a una banca che I0 avrebbe investito in speculazioni.
Mai nessuno degli addetti Coopca del supermercato di C., con cui ci siamo sempre relazionati, ci ha fatto sottoscrivere o sottoposto una informativa in cui si paventasse un minimo rischio legato alla restituzione dei nostro capitale; per questo siamo rimasti letteralmente indignati nel sentir definire, da un esponente regionale di rilievo, ii prestito sociale Coopca, "capitaIe di rischio”; ma chi può pensare di mettere i propri risparmi in deposti "a rischio" che danno un interesse annuo del 1,2%? Questo é |’interesse che davano i Iibretti Coopca! E chi pub pensare di aprire dei Iibretti di risparmio ai propri figli piccoli (come abbiamo fatto anche noi per anni) pensando di depositare le piccole regalie di nonni e zie in ”investimenti a rischio”? Si aggiunga che dopo la ormai tristemente famosa "lettera beffa”, pervenuta anche a noi personaImente con tanto di autorevole firma del presidente Collinassi, fra i mesi di luglio e settembre 2014, abbiamo depositato .... euro, sempre convinti della solidità e serietà di Coopca e soprattutto convinti dell'assenza di rischi. Abbiamo sempre fatto la spesa alla Coopca di ..... e molto spesso abbiamo partecipato alle assemblee dei soci, dove tutto risultava funzionare per bene, salvo ultimamente, qualche probIema legato alla crisi,... ma si sa che quella aveva coinvolto tutti! Per questo non possiamo fare a meno di biasimare e stigmatizzare con tutta Ia nostra forza il vergognoso intervento che abbiamo dovuto udire nel corso della penosa assemblea alla quale abbiamo partecipato iI 19iug|io al Palazzetto dello sport ”Bernes" di Udine, da parte di uno dei Revisori, che ha tentato di scaricare la responsabilità del tracollo Coopca sui soci, in quanto non avrebbero fatto la spesa nei supermercato, non avrebbero partecipato alle assemblee, in sostanza non sarebbero stati "fedeli” a Coopca.
Potremmo dilungarci a lungo nel descrivere i nostri sentimenti, la nostra serenità perduta, l ’insicurezza che ci é subentrata, assieme anche ad alcuni problemi di salute che prima non c’erano, facilmente riconducibili a questo trauma e allo stress subito, ma preferiamo fermarci qui, concludendo con l’auspicio che la magistratura indaghi fino in fondo e che la giustizia colpisca chi, dopo essersi ritagliato grazie a Coopca privilegi e benessere economico, con Ia propria imperizia, e temiamo anche disonestà, ha messo tante famiglie, giovani, anziani, Iavoratori e una intera regione in una situazione di grande crisi...
32.
lo sottoscritta .... ritengo di essere stata truffata dalla lettera "c’era una volta il BOT..." speditami dalla COOPCA in data 3 agosto 2014. In quel periodo avevo in casa dei soldi che ormai avevo deciso di depositare in Banca come certificato bancario presso la .... Spa agenzia di B., ma poi con l'arrivo di questa lettera dove mi veniva prospettato un rendimento maggiore decisi all'ultimo momento di depositare in data 4 agosto 2014 la somma pari ad € 0000,00 nel libretto COOPCA. Praticamente senza quella lettera avrei depositato tale somma il giorno dopo in Banca. Preciso che sono una vedova pensionata che percepisce solo una pensione di reversibilità di € 000,00. Ritengo di essere stata deviata e di conseguenza truffata da questa lettera...
33.
La scrivente ..., contitolare dei libretti di prestito n. 0000 — 0000 - 0000, da molti anni è cliente del negozio di via A. in M., vicino alla propria abitazione; qui ha depositato i propri risparmi provenienti da una vita di lavoro come insegnante. Ha scelto questa forma di deposito di risparmio pensando alle necessità future quando, per esempio, non sarà sufficiente la sua pensione per assicurarle l’assistenza di personale “badante” Fiduciosa, forse ingenua, ha pensato di affidare i suoi risparmi, come socio, ad una cooperativa della Carnia, in una regione FVG con popolazione laboriosa ed onesta.
Ripete, non ha avuto nessuna intenzione di speculare, bensì di garantirsi un avvenire il più possibile sicuro. Purtroppo, per colpa di qualcuno, é rimasta delusa.
34.
“C’era una Volta il Bot delle rneraviglie”. Cosi’ esordiva il comunicato dei primi di luglio, a firma del presidente Collinassi che invitava subdolamente, con dovizia di esempi matematici ad incrementare il “prestito sociale”. Accogliamo l’invito giunto a mezzo e-mail del .... a firma del Comitato Soci Coopca, di raccontare la nostra vicenda del famigerato “prestito sociale”. Alla lettera invito che i primi di luglio ci era stata recapitata, seguiva il 18 e 19 settembre l’inaugurazione del nuovo negozio ristrutturato ed ampliato di M., con tanto di rinfresco e banchetto in bella mostra per l’ iscrizione di nuovi soci, sollecitati anche dalla possibilita’ di diventare in seguito soci prestatori con tassi di interesse molto ben evidenziati. Tutto ci pareva sufficientemente rassicurante, tanto da decidere nel suddetto periodo di incrementare il nostro “prestito sociale” (2 soci-2 libretti) di circa .... euro. Rimarcando che a monte di ogni “prestito sociale cooperative” c’è la necessita’ di instaurare un rapporto che si basa essenzialmente sulla fiducia e sulla condivisione dell’idea legata alla cooperazione; be’... a questo punto ci sembra che unilateralmente questa fiducia ed anche l’idea di cooperazione siano state tradite da dirigenti spregiudicati ma soprattutto disonesti. A tal proposito abbiamo anche firmato l’esposto alla Procura della Repubblica per evitare che tali comportamenti volutamente lesivi della buonafede altrui possano restate impuniti. Sperando di contribuire, seppur parzialmente, con queste testimonianze alla costruzione di quelle prove che obblighino gli interessati a farsi carico delle proprie responsabilità...
35.
... in qualità di socio prestatore nonché posseditrice di un buon numero di azioni della società cooperativa Coopca di Tolmezzo, mi sento in dovere di testimoniare la mia esperienza. Reputo che la condotta del Consiglio di Amm nella conduzione de||’azienda negli ultimi esercizi, sia stata oltre i limiti della legalità in quanto ci é stata nascosta |'effettiva situazione economica della cooperativa facendo leva sulla ”buona fede" di noi soci, nonché ostacolando in ogni modo la disponibilità finanziaria dei libretti, adducendo, di volta in volta motivazioni poco plausibili. Espongo quindi i fatti: nei maggio del 2014 sono stata invitata, venendo contattata direttamente dalla sig.ra ..., assieme ad un altro socio che presenterà uguale esposto), a partecipare alI’assemb|ea generale dei soci a Cervignano dei Friuli. Durante tale assemblea ci é stata presentata una situazione di bilancio solida, enfatizzando poi il tutto citando il grande spirito di collaborazione che contraddistingue |’azienda che conseguentemente poggia su salde basi. Dopo di ciò ci e stato chiesto di votare |'approvazione del bilancio per alzata di mano. ll 14 Iuglio 2014 ci e stato poi proposto un incentivo dei 3,25% sull’incremento dei depositi sui libretti a mezzo Iettera ufficiale da parte di CoopCa. A sottolineare ulteriormente quanto sia stato utilizzato lo strumento della “buona fede” la richiesta di denaro da parte della Coopca é stata presentata con il nome di “bot delle meraviglie", una dicitura decisamente fuorviante ed ingannevole e mio parere in quanto un prestito sociale ad una cooperativa non può essere paragonato ai buoni del tesoro garantiti dallo Stato ltaliano. Successivamente, ad inizio di novembre 2014, ci sono stati negati i prelievi dai libretti sociali, motivando tale azione con la scarsa Iiquidità momentanea ribadendo ulteriormente il fatto che la Coopca garantiva sempre il prestito e rimandando i prelievi al 18 dicembre c.a. Dopo una quindicina di giorni è stato richiesto poi al Tribunale il blocco dei libretti di prestito. Evidentemente per l’ennesima volta la situazione presentataci non corrispondeva alla realtà dei fatti ed erano ben consapevoli di quanto sarebbe poi stato fatto a breve. Per concludere, siamo venuti a conoscenza del fatto che I direzione Coopca ha inviato nel mese di novembre 2014 una lista di risposte concordate da dare ai soci che si presentavano per avere informazioni, preoccupati sull’ evolversi della situazione finanziaria della cooperativa. Tali risposte erano fuorvianti e finalizzate esclusivamente a prendere tempo per arrivare al blocco del prestito evitando di| dover restituire i Ioro soldi ai soci prestatori|, risposte sempre ingannevoli ove si continuava ad enfatizzare Ia solidità della cooperativa...
36.
Una fortissima protesta contro i dirigenti truffatori di COOPCA. Sono una pensionata con modeste entrate, ho investito tutti i miei risparmi guadagnati con onestà. Il danno subito è enorme. Non vi vergognate di aver truffato e rubato a tanti poveri pensionati? Dove sono finiti i troppi milioni che avete incassato? Sapete cosa significano le parole: ONESTA'-RISPETTO-ONORE? Compratevi un vocabolario e cercate di capire il significato, se la vostra coscienza sporca ve lo permette. Voi conoscete soltanto le parole: TRUFFA-SOLDI-DIO DENARO ...
37.
... spero proprio che comprenderete il caso non solo in tutta la sua gravità, ma anche nei suoi risvolti di possibili deviazioni anche penali. Come ha detto una signora nel corso di una delle riunioni, “ci hanno costretti ad apparire come una massa di incapaci”. Ciò su base di quella documentazione scritta che ci è stata distribuita con tanto di firma del Presidente del Consiglio di Amministrazione, quindi atti ufficiali della Cooperativa. Al momento dell'emissione di quei documenti, il firmatario ben conosceva la situazione dell'azienda (dico azienda perché il senso cooperativistico era già stato cancellato in precedenza con le operazioni non certo trasparenti atte a” tirare avanti”), continuando in una gestione aziendale molto “allegra”. Ancor peggio, se si pensa all'astuzia di approfittare della crisi delle Coop Operaie di Trieste, per dire a tutti i soci, con lettera circolare, che, a causa delle vicende di un'altra Cooperativa di Consumo della Regione, c'è stata una forte richiesta di rimborso dei depositi dei nostri soci, limitando la disponibilità di liquidità aziendale.
A dimostrazione della loro “perfetta buona fede”, richiamavano denaro cercando di convincere i risparmiatori che i Titoli di Stato (BOT), non potevano soddisfare quanto i libretti di prestito sociale Coopca, che si offriva a garante, addirittura in antagonismo con lo Stato. Quanto sopra scritto è vero e dimostrabile. Carpire la Buona Fede, con perfetta conoscenza di farlo e pubblicizzandola con lettere e manifesti, dovrebbe di per se stesso far cadere il senso cooperativistico della gestione e addebitare singolarmente a colui e coloro che ne sono stati consenzienti, la responsabilità personalistica di una mala conduzione che ha poco a che vedere con il calo del mercato...
38.
Siamo due coniugi di T. e soci prestatori di COOPCA. La decisione di diventare soci prestatori non era stata presa d'impeto ma ragionata e valutata. Assieme c'eravamo informati, avevamo constatato che la gestione era seguita da un C.d.A., dei revisori dei conti e “blindata” con i controlli esterni delle Centrali Cooperative e della Regione che sancivano la correttezza della stessa. Avevamo concluso che il prestito sociale era un ottimo metodo per collocare i nostri risparmi poiché svolgevano anche una funzione di sviluppo sociale fuori dai sistemi di speculazione ai quali siamo abituati. Sicuri che la gestione era corretta come più non poteva essere, trattandosi di una Cooperativa, eravamo contenti per gli interessi proposti che potevano salvaguardare meglio i nostri risparmi dalla svalutazione e convinti che tali interessi erano frutto del sistema Cooperativo, considerandoli un ritorno parziale della quota utili prodotti dalla sana gestione cooperativa. Alla fine del 0000 andai in pensione e l'anno successivo, precisamente il 00.00.0000, versai sul mio libretto praticamente TUTTA la mia liquidazione di 40 anni di attività lavorativa. A fronte degli stessi ragionamenti anche nostro figlio e nostra nuora divennero soci prestatori depositando i loro risparmi, che erano finalizzati all'acquisto della loro casa. E' ovvio e sottinteso che anche i nostri risparmi erano finalizzati a contribuire ed aiutarli nell'acquisto. (Viviamo a T. ed è noto che qui l'acquisto di una casa comporta un impegno molto gravoso ed importante rispetto ad altre realtà periferiche della regione). E' da tener presente che mai, nell'occasione dei versamenti, ci venne fatto presente che poteva esserci un qualsiasi rischio sui depositi, anzi tutto era sicuro, super controllato ed il denaro depositato disponibile immediatamente a richiesta. Ad ulteriore conferma di ciò ricevemmo, nel 2014, una lettera della direzione di Coopca con la quale venivano decantati i vantaggi del prestito sociale a favore dei soci prestatori, confermando inequivocabilmente che tutto andava a gonfie vele e anche meglio. Alla fine del 2014, nostro figlio e nostra nuora decisero di acquistare la loro casa e tutti assieme decidemmo di prelevare i nostri risparmi per depositarli presso l'istituto bancario che doveva concedere il mutuo preparandoci all'avvio delle pratiche. Siamo stati svegliati brutalmente da un sogno, con la notizia devastante del blocco dei prelievi e del conseguente “fallimento” della COOPCA. Premettiamo che:
-la nostra famiglia è stata da sempre una famiglia a monoreddito ed ora la mia pensione è l'unica fonte di reddito.
-La famiglia di nostro figlio che non convive con noi, è anche praticamente a monoreddito, la moglie ha svolto attività lavorative periodiche con contratti a termine e part-time.
-Nostro figlio e nostra nuora, concordando con noi, calcolarono che con i risparmi depositati nei 4 libretti (tutti praticamente al massimo del deposito consentito), con il contributo Regionale concesso per l'acquisto della prima casa e con un mutuo bancario aggiuntivo e sopportabile, avrebbero coronato il loro sogno.
-Ora nostro figlio e nostra nuora sono in attesa di un figlio e la volontà sopra citata (acquisto della casa) è diventata reale, attuale e necessaria.
Oggi la situazione per noi tutti è compromessa e per certi versi anche critica. E' facilmente comprensibile cosa significa per noi questa perdita. Nostro figlio e nostra nuora hanno dovuto abbandonare l'idea della casa con tutto quel che ne consegue. Noi siamo consapevoli che non potremmo aiutarli come volevamo e di conseguenza anche noi siamo in sofferenza dato il nostro tipo di reddito famigliare. Il “fallimento” COOPCA ha portato a noi tutti ansia, sconforto e incertezza nel domani per la mancanza improvvisa di questi risparmi che nel caso di nostro figlio e nostra nuora ha significato la perdita praticamente di tutto il loro risparmio. A ragione chiediamo giustizia e l'indennizzo totale del risparmio e delle azioni con danni materiali e morali. Chi ha compiuto, nel “CRAC” Coopca, reati di qualsiasi genere siano essi amministratori, professionisti, istituzioni private, istituzioni pubbliche vengano chiamate a rispondere penalmente e civilmente e a rifondere tutto il denaro che noi soci prestatori abbiamo visto scomparire...
39.
... Mi è stato detto che i 00.000,00 Euro che ho in obbligazioni della Coopca posso ritenerli persi. Quando li ho sottoscritti la versione era che erano pari ai soldi sul libretto e in questa maniera se c'era mezzo punto in più di interesse su uno o sull'altro ne potevo beneficiare. Ero un vero giocatore d'azzardo. Stiamo parlando di mezzo punto che poteva significare 50,00 Euro e perciò della tristezza del gesto che questi sedicenti nostri rappresentanti mi hanno fatto nel propormelo. Se penso poi alle fatiche della mia vita lavorativa nel porto di ... per guadagnarmeli.... E' meglio che ci pensiate Voi non vorrei avere per le mani quei truffatori che fino all'ultimo mi rassicuravano, tanto che l'interesse di luglio 2014 l'ho lasciato nel libretto...
40.
Sono socio della Coopca via..........................., e desidero precisare che avevo deciso di depositare il capitale (di cui il libretto) non per speculare, ma perchè l'interesse proposto (e anche aumentato nel momento di CRISI della catena supermercati) mi invitava ad effettuare il deposito. Le considerazioni di cui sopra possono essere relative rispetto alla quantità emersa nel giudicare dei RISPARMIATORI “SPECULATORI”. Inviterei, chi di competenza, di revisionare parole e controllare con più assiduità gli andamenti nei contesti di territorio...
41.
Quando ho aperto il libretto di risparmio alla Coopca di C. ero ancora minorenne ma i miei genitori, clienti fedeli della Coopca e già titolari del libretto mi consigliarono di depositare i miei risparmi. Così fin dal 0000 a inizio novembre 2014 ho sempre dato fiducia alla Coopca e diventai anche io cliente. Come tutti i soci prestatori/depositanti a metà luglio 2014 trovai nella posta una lettera che garantiva un incentivo sull'incremento delle giacenze dei libretti di Prestito Sociali e pertanto pensavo di “aver fatto sempre la scelta giusta” nel depositare i miei risparmi alla Coopca. Non avrei mai pensato fosse una “TRUFFA”! Fino a novembre 2014 non avevo alcun dubbio sull'onestà della cooperativa. A novembre 2014 ho chiesto un prelievo di € 000,00 visto che avevo urgenza di versare i contanti in banca per il pagamento delle mie rate, visto che ho avuto un ritardo nel pagamento dello stipendio. Era giovedì pomeriggio le ore 16 e il vice responsabile mi disse di passare il giorno dopo verso mezzogiorno visto che avevano già versato il contante e non avevano la disponibilità. La sera alle ore 19 mi chiamano al cellulare e mi dicono di aver ricevuto dalla Direzione dopo poco che ero uscita dal negozio un avviso che tutti i prelievi/depositi dei libretti erano stati bloccati e che avrei dovuto aspettare il martedì successivo per avere una risposta. Sono rimasta SENZA PAROLE! Questo non è un buon segnale anzi la situazione mi è sembrata subito ALLARMANTE! Non è servito nulla aspettare il martedì perchè già il lunedì era apparso sul Messaggero Veneto il DISASTRO COOPCA. …E ancora oggi parlano di spirito di collaborazione.
Oggi io pretendo di essere rimborsata di quanto risulta sul mio libretto di deposito. Basta prese in giro, non possiamo noi clienti noi soci prestatori perdere tutto. NON E' GIUSTO!
42.
... le scrivo la presente in qualità di titolare del libretto coopca n°.................... e genitore di ..., cointestato nel mio libretto e titolare del libretto coopca n°.............. Sono di C., dove la Coopca, è un'istituzione e nella quale avevamo depositato i propri risparmi anche dei miei genitori. Quando ho deciso di depositare i miei risparmi in Coopca cercavo una forma di deposito che mi potesse dare tranquillità e comodità di servizio: Coopca rispondeva in toto alle mie esigenze, per il rendimento buono, per l'ottima accessibilità in orari di negozio (non poco per chi lavora negli orari di apertura delle banche), per la garanzia di sicurezza. E' certo che aprendo un libretto di risparmio, come dice il termine stesso, cercavo una tutela per il mio futuro, se solo avessi immaginato tutto ciò che è cronaca attuale non lo avrei di certo fatto perchè buttare i soldi dalla finestra ero capace anche io. Nei fatti: all'apertura del mio libretto nessuno mi ha informato che in corso di crac il capitale era a rischio.
Ho cointestato mio figlio per essere certa che , in caso di mia morte, i miei risparmi andassero esclusivamente a lui.
Quando ho aperto l'altro libretto a suo nome e ho chiesto di essere cointestata mi hanno rassicurata dicendomi che non era necessario in quanto fino ai suoi 18 anni avrei comunque io l'arbitrio del suo libretto.
Ora, a crac avvenuto, mi ritrovo a dover compilare infiniti documenti perchè D. è cointestato e proprietario di libretto personale, devo addirittura rivolgermi al giudice tutelare. Mi domando: come è possibile che prima fosse tutto così semplice mentre ora la burocrazia è così ostica?! Cosa c'è sotto?! Come hanno agito i responsabili?! Lo scorso anno mi ero informata c/o BCC ... e Assicurazioni ... per spostare i miei risparmi ma anche loro mi avevano detto che non esisteva formula più conveniente di quella che offriva COOPCA alle medesime condizioni.
Avevo inoltre valutato l'opportunità di chiudere entrambi i libretti e spostare i miei risparmi su un unico libretto aperto alla CoopNordest. Ciliegina sulla torta la lettera beffa di luglio scorso: da pochi giorni avevo fatto un deposito sul mio libretto e mi arriva la sopracitata lettera. Mi rivolgo alla direttrice della Coopca di C., la quale telefona in sede a Tolmezzo e si offre di farmi un giraconti per usufruire dell'incentivo. Grata della loro disponibilità accetto e rinuncio all'idea di spostare i miei Risparmi. Ora mi rodo il fegato per non aver trasferito i soldi, perchè così sto mettendo in seria difficoltà la mia tranquillità futura, ma soprattutto perchè non ho più la certezza di poter permettere a ... di frequentare l'università e garantirsi la preparazione migliore per affrontare la sua vita lavorativa. Mi rodo il fegato per aver voluto essere fedele alla Coopca che ritenevo una realtà SANA ed ONESTA...
43.
Io ... nata a …............il.................., dipendente della Coopca e titolare del libretto di risparmio n:.................il 00/00/0000 telefonando dal negozio al nostro numero per i soci e parlando con...................... prenotavo l'assegno di € 000,00 dal mio libretto. In negozio mi occupo con la responsabile del prestito sociale e quel giorno lei era in recupero. Nella stessa giornata prenotavo anche € 00.000,00 per il socio............................
Dopo una settimana l'assegno per il signore è arrivato, il mio no. Chiamando di nuovo la...................... mi sono state prima inventate varie scuse di ritardi e poi io insistendo sul discorso ho avuto la risposta che essendo anche dipendente oltre che socia sono messa in coda. Anzi mi viene chiesto di collaborare con l'azienda in un momento difficile e non prelevare i soldi sennò verrò segnalata con uina mail al direttore. Sono rimasta allibita, offesa e arrabbiata. Parlando poi con il capo del personale mi è stato smentito tutto e promesso intanto a breve un assegno di € 0.000,00. Nel frattempo siamo arrivati a metà novembre quando tutti i conti sono stati congelati...
44.
... Sono in difficoltà economica di sopravvivenza. Ho 75 anni e prendo 000,00€ di pensione. Dovevo andare in casa di riposo, perché per le patologie che ho: (sono in cura con la clinica Universitaria di E. di UD per gravi scompensi), faccio fatica a gestirmi, compreso la mia moglie, anche lei con gravi problemi, ma senza quei soldi bloccati dalla COOPCA, non posso andarci, in quanto mi ipotecherebbero, perderei la casa. Sono certo che mi aiuterà a trascorrere questi ultimi anni di vita, con un anticipo su quello che propongono per il 2018, più sereni di questo momento (il socio mittente è deceduto in data 6.8.2016 ndr).
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Una forte protesta contro i dirigenti di Coopca Sono una pensionata con modestissime entrate; ho investito tutti i miei piccoli risparmi nella fiducia del vostro operato. Non potete immaginare il danno enorme che mi avete procurato. Se avete un minimo di coscienza avete il dovere di rimborsare i miei soldi, altrimenti siete degli enormi truffatori. Essendo i soci prestatori migliaia, mi chiedo in che tasche sono finiti tutti, e sono tanti i milioni incassati, in maniera subdola, ingannandoci, scrivendo a caratteri cubitali, all'ingresso del supermercato Coopca di Trieste: E' molto conveniente diventare soci, quando avevate già chiuso il rimborso! E' una doppia truffa!! Se non prendete provvedimenti significa che avete la coscienza sporca!!! Molto sporca!!!
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... La mia famiglia è cliente Coopca da quando a C. in …..............hanno costruito il supermercato, quindi tanti anni fa. Poi sapendo che si poteva aprire un libretto di Risparmio come socio prestatore abbiamo aderito. Quando potevamo depositavamo i nostri piccoli risparmi e all'occorrenza potevamo prelevare con comodità. Ora io sono sola e molto preoccupata per il mio avvenire. Lo scorso autunno avevo fatto presente alla responsabile del supermercato che in breve avrei avuto bisogno di prelevare, per dei lavori al tetto della mia casa. E che avevo già preso accordi con una impresa edile per il preventivo. Lei mi aveva assicurato il prelievo, ma dopo pochi giorni era tutto bloccato. Faccio una premessa al momento di aderire ci avevano detto che i risparmi erano assicurati. Con che coraggio i signori Dirigenti inviavano lettere, promettendo guadagni d'interesse più alti, quando sapevano di essere già con l'acqua alla gola. Ora io esigo che quanto ho depositato mi sia restituito, sono tutte le mie risorse, non si può lasciare le persone nella miseria, dopo che hanno risparmiato tutta la vita. Confido in chi può fare qualche cosa per aiutarci ad avere il nostro...
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Io sottoscritta, ..., nata a …..............l'................., titolare del libretto di risparmio n................ alla coopca di.....................via................... di importo pari a € 00.000,00 al....... Faccio presente di essere una pensionata che ha investito i suoi risparmi alla Coopca confidando nella serietà e correttezza della cooperativa. Avendo una pensione di circa 900,00 € al mese e nessun altro introito, il danno derivante dalla completa restituzione dei risparmi investiti è per me determinante. Le somme versate nell'anno 2014 sono state di € 00.000,00 avendo creduto alla serietà della proposta scritta da coopca di un interesse aumentato in quell'anno. Proposta ingannevole, in quanto l'amministrazione era già consapevole degli ammanchi e dei debiti contratti, ma taciuti ai soci prestatori. Chiedo la restituzione dei risparmi dei soci prestatori come me sia prioritario nelle procedure di concordato o di fallimento della cooperativa...
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Sono ..., sono socia prestatrice della Coopca di Tolmezzo, con filiale a …..................., con un libretto N°............... con un saldo a credito al..................di euro 00,000,00 Sono una persona invalida ed impossibilitata, anche perché non sono automunita, a partecipare alle vostre riunioni a Tolmezzo. Io non ho un lavoro e nemmeno un reddito, i risparmi che ho me li ha dati uno zio, che è deceduto 2 anni fa, conoscendo la mia precaria situazione di salute e non avendo una possibilità di avere una pensione (chissà quando) ha pensato a me, quei soldi mi servono per poter vivere. Io mi sono fidata della Coopca, perché per me era anche comodo andare a fare la spesa e versare lì qualche soldino. Però nei mesi precedenti al “Flop” notavo che c'era qualche grosso problema, mancavano dei prodotti, e c'era aria di crisi. Ho dovuto prelevare 000 euro per poter rifare i camini della casa e potevo anche ritirare tutto il mio denaro, però sono stata in fiducia e troppo buona, ho sempre sperato; ho detto al direttore che se vede che la cosa si fa seria.........................,in quanto sapeva che non potevo più versare, ma solo prelevare, per poter vivere. Ora il mio stato di salute è molto peggiorato ed in più aggravato da uno stato depressivo ed ho bisogno dei miei soldi (anche perché non avrò mai la pensione) mi farebbe piacere parlare con lei, se potessi fino a Udine mi farei portare da mia sorella ( anche lei socia, ma lei è riuscita a prelevare quasi tutti i suoi soldi), ma non mi dilungo troppo con questa mia (mi scusi per la scrittura spero possa capire)...
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... in qualità di socio prestatore nonché possessore di un buon‘numero di azioni della società cooperativa Coopca di Tolmezzo, mi sento in dovere di testimoniare a Voi la mia esperienza. Reputo che Ia condotta del Consiglio di Amministrazione nella conduzione dell’azienda negli ultimi esercizi, sia stata oltre i limiti della legalità, in quanto ci é stata nascosta |’effettiva situazione economica della cooperativa, facendo leva sulla ”buona fede" di noi soci, nonché ostacolando in ogni modo Ia disponibilità finanziaria dei libretti, adducendo, di volta in volta motivazioni poco plausibili. Espongo quindi i fatti: nel maggio del 2014 sono stato invitato, venendo contattato direttamente dalla sig.ra ..., assieme ad un altra socia (che presenterà uguale esposto), a partecipare aIl’assemb|ea generale dei soci a Cervignano del Friuli. Durante tale assemblea ci é stata presentata una situazione di bilancio solida, enfatizzando poi il tutto citando il grande spirito di cooperazione che contraddistingue |’azienda che conseguentemente poggia su salde basi. Dopo di ciò ci é stato chiesto di votare |’approvazione del bilancio per alzata di mano. II 14 luglio 2014 ci é stato poi proposto un incentivo del 3,25% suIl ’incremento dei depositi sui libretti a mezzo lettera ufficiale da parte di Coopca. A sottolineare ulteriormente quanto sia stato utilizzato lo strumento della "buona fede", la richiesta di denaro da parte della Coopca è stata presentata con il nome di "bot delle meraviglie”, una dicitura decisamente fuorviante ed ingannevole a mio parere, in quanto un prestito sociale ad una cooperativa non pub essere paragonato ai buoni del tesoro garantiti dallo Stato ltaliano. Successivamente, ad inizio di novembre 2014, ci sono stati negati i prelievi dai Iibretti sociali, motivando tale azione con la scarsa liquidità momentanea, ribadendo ulteriormente il fatto che Ia Coopca garantiva sempre il prestito, e rimandando i prelievi al 18 dicembre c.a. Dopo una quindicina di giorni é stato poi chiesto al Tribunale ii blocco dei Iibretti di prestito. Evidentemente per |’ennesima volta la situazione presentataci non corrispondeva alla realté dei fatti ed erano ben consapevoli di quanto sarebbe poi stato fatto a breve. Per concludere, siamo venuti a conoscenza del fatto che la‘ direzione Coopca ha inviato nel mese di novembre 2014 una lista di risposte concordate da dare ai soci che si presentavano per avere informazioni, preoccupati sull’ evolversi della situazione finanziaria della cooperativa. Tali risposte erano fuorvianti e finalizzate esclusivamente a prendere tempo per arrivare al blocco dei prestiti evitando di dover restituire i loro soldi ai soci prestatori, risposte sempre ingannevoli ove si continuava ad enfatizzare la solidità della cooperativa...
50.
... Sono un socio prestatore CoopCa che ha partecipato alla riunione del .... a M.. Dopo aver letto la comunicazione di COOPCA di ..., che poi si é rivelata un falso incentivo al prestito sociale, in data 00.00.0000 ho fatto un versamento di € 00.000 come da documentazione allegata. Questa Iettera COOPCA, molto argomentata, illustrava i vari vantaggi derivanti dai conferimento di questo tipo di prestiti mascherando invece una \/era e propria truffa (INCENTIVO DEL 3,25% LORDO SULL'ICREMENTO DELLE GIACENZE DEI LIBRETTI DI PRESTITO SOCIALE) Come Le ho già detto verbalmente ii 30 aprile, io ho avuto notizia della truffa CoopCa non per lettera ma, casualmente, attraverso i mezzi di informazione (TV — Virus, programma di metà dicembre 2014). La qual cosa, dai punto di vista personale, mi ha causato immediati problemi a livello di salute che posso documentare...
51.
Sono ..., socia di Coopca presso il negozio di M. Come altre persone ho aperto un libretto di prestito sociale: il mio é n. . Ho sentito e sento ancora parlare di serietà e laboriosità della gente del Friuli, ma mi sembra che quello che é successo contraddica quanto si dice. Spero solo che si possa trovare una soluzione a questa situazione e che io possa tomare a disporre di quanto ho depositato, frutto di risparmio e Iavoro, non di investimento e speculazione...
52.
Sono ..., socio n. della COOPCA di Via A. 8, M., libretto n. 000 preso la decisione di aderire a questa COOP in quanto per oltre 20 anni sono stata socia della UNICOOP di Firenze, in quanto Ii vivevo, società che è sempre stata molto corretta. Essendomi trasferita di recente a M. e servendomi della COOPCA per la spesa corrente, ho preso la decisione di iscrivermi anche come socia, investendo i miei risparmi, non certo per speculare, visto anche il modesto interesse che veniva garantito, ma contando che la serietà della società fosse alla pari a quella di Firenze. QUALE ERRORE! Mi auguro che chi di dovere (società, regione ecc.) tengano ben presente che i soci sono persone che hanno lavorato una vita per poter accantonare dei risparmi che possano loro garantire una certa sicurezza economica. Non vorrei essere smentita.
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Sono ..., socia di Coopca presso il negozio di M. e titolare del libretto di prestito sociale n. . Come tante altre persone ho aderito a questa iniziativa della cooperativa confidando nella serietà della società. Purtroppo le mie aspettative sono rimaste deluse e temo che la somma che ho depositato, rutto dei risparmi e non di speculazioni, svanisca nel nulla. Spero che la situazione si possa risolvere...
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... intanto La ringrazio per l'opportunita di farci esprimere le nostre opinioni spinte da tanta rabbia, amarezza e delusione. La rabbia, per non sentirci in alcun modo tutelati da alcuno; amarezza e delusione per aver creduto ad una pubblicità ingannevole (esternando tassi un pò più alti e sicurezza del denaro con la frase “Versate da noi siete al sicuro”) e altresì aver creduto alle parole di chi lavora (ancora per poco) in questa azienda nella quale ha investito con fiducia i propri risparmi... E dire che sono un'insegnante, non certo un'allocca credulona, ma di fronte a queste “certezze” che non hanno mai riscontrato una crepa, una rottura, un punto nero, di fronte ad una azienda con i bilanci, asserivano, sempre in positivo, uno non si pone nemmeno il dubbio di un raggiro. E‘ emersa lentamente la situazione reale.....vergognosa, infima, che ha truffato tante persone semplici e oneste che vivono di pensione 0 di stipendio, che con i risparmi di tanti anni cercavano di salvaguardare il loro futuro. Di fronte a tutto questo mi sorgono spontanee delle domande:
— perché le autorità non intervengono in modo immediate e adeguato?
— perché l'organo competente alla vigilanza non si era mai accorto di nulla?
Sembra che forse tra tre anni qualcosa ci verrà rimborsato ma é corretto? non è giusto, sono soldi nostri, frutto del nostro lavoro. Ci aiuti, per favore, perché ci sentiamo soli...
55.
Mi chiamo..., ho 00 anni e ho Iavorato per moltissimi anni presso la Cooperativa. Sono separata-divorziata senza emolumenti. Percepisco una pensione minima mensilmente e ho lasciato il mio TF R presso la Cooperativa. Al di là della cronaca quotidiana, quello che ho provato quale ex dipendente della Coperativa, una totale confusione che ha stravolto le aspettative di un futuro tranquillo della mia ‘vita. Quello che mi é stato sottratto é stata la sicurezza contro gli imprevisti negativi della mia esistenza in quant0,non essendo più giovane, mi ha ridotto in uno stato di impotenza a reagire per trovare un’aIternativa. E questo mi incupisce, mi rende diffidente e insicura e mi obbliga a richiudermi in me stessa ed essere più fredda nei rapporti sociali e negli affetti famigliari Ciò stravolge le mie aspettative per un futuro tranquillo. Non so cosa dire a chi mi ha inferto questa mazzata economica che si è trasformata in depressione esistenziale, anche perché lo stato finanziario della Cooperativa non mi è mai stato rivelato e mi detto che tutto procedeva per il meglio e con buone prospettive, anche durante l’ultima assemblea dei soci. Posso solo dire che questi amministratori hanno carpito la mia buona fede, mi hanno raggirato. In poche parole mi hanno turlupinato. Non mi dilungo oltre, ma spero che chi mi legge possa comprendere questo mio stato negativo esistenziale.
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In relazione agli avvenimenti di Trieste ma soprattutto di Tolmezzo, la domanda che sorge spontanea è : Cooperativa perché? Il sentimento che porta a partecipare ad un sistema cooperativistico e quello della solidarietà, della collaborazione, dello sviluppo ma soprattutto della creazione e del mantenimento di posti di lavoro. Sia che si collabori all'interno della stessa cooperativa, che si affidi ad essa i propri risparmi per la creazione di quell'utile che la cooperativa stessa ha l’obbligo, per legge, di reinvestire nella propria produzione o nel proprio commercio. E‘ proprio per questo che la legge, le consente una tassazione agevolata. Da ciò si deduce che la cooperativa non é e non deve essere un “self service” peri bisogni dei conduttori, né deve essere una entità a carattere speculativo o ancor peggio foriera di quelle “scatole cinesi”, classiche di entità imprenditoriali private destinate a confusionare tanto il mercato quanto i soci. Non dovrebbe essere quindi consentita la costituzione, con capitali della stessa cooperativa, di altre società di gestione o cogestione collegate o controllate o... in modo da far apparire a bilancio dati dei quali il socio approvante non comprende appieno il significato. L'assemblea dei soci elegge il presidente e gli altri membri della dirigenza le cui cariche non sono per nulla similari a quelle del mercato privato. Loro sono soci in tutto e per tutto ed accettano, con la loro elezione, la responsabilità di un titolo - e non di una carica - di presidente 0 di dirigenti preposti alla conduzione della cooperativa_ Se ciò è vero, come sembra esserlo, il primo controllore dcl bilancio in nome dei soci, e quindi il primo effettivo responsabile, e proprio il presidente della cooperativa. Poi vengono il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale con obbligo - dicesi obbligo - di controllo amministrativo e contabile e poi vengono ancora una successione di controlli. . .. poi poi.... e ancora poi! Chi ci rimette? Pur sempre quel prestatore in possesso di un libretto al portatore che nulla aveva a che fare con titoli azionari o di investimento (!) al quale solo oggi si dice che lui “aveva Investito in capitale di rischio”. Capitale di rischio ? per ricevere una miserrima percentuale sul risparmio dato in gestione? Se i controlli fossero stati eseguiti a regola d'arte fin dal passato, oggi si sarebbe continuato a parlare di libretti di risparmio al portatore e non di ...libretti di rischio!!! Parecchi sapienti, oggi, dicono che loro, solo leggendo i bilanci hanno pensato di ritirare i loro risparmi. Bravi loro! La domanda é come mai 20.000 0 25.000 (venticinquemila) persone tra Trieste e Tolmezzo, non si siano accorte! O forse non era stato dato loro il modo di accorgersene? Chi da tempo era dentro le “segrete cose” e sapeva non ha parlato. Paura o omertà? Continuando comunque in una copertura a netto carattere di corresponsabilità. Purtroppo l’assemblea è sovrana, l'assemblea, ha approvato i bilanci e le cosiddette cariche, la rielezione peraltro è pressoché certa in quanto il bacino di utenza che si é creato negli anni, ha dato il proprio assenso, quindi tutto e a posto. Quanti sono i risparmiatori prestatori “più fortunati” 0 ...”più informati” che hanno ritirato per tempo i loro risparmi (per loro non erano investimenti) a ridosso della situazione negativa che si e venuta a creare? Esiste la possibilità di una revocatoria? La magistratura indaga, anche perché le perdite ci sono e qualcuno dice ben nascoste ma scommettiamo? La dirigenza, chiunque essa sia, che ha portato a questo disagio, forse per incompetenza, forse per il calo del mercato, e che a quanto ci viene detto, ha cercato anche altre “scappatoie” a copertura del-bilancio negativo, per resistere sul mercato, continua a ricevere il suo onorato stipendio? Per di più, alle volte, alle egittime domande, ci si sente rispondere con risvolti caratteriali probabilmente non consoni al momento nel quale gli interpellati ci hanno portato. Per non parlare poi dei posti di lavoro, questi si a rischio con tutti i loro problemi connessi. Abbiamo con la custodia dei nostri risparmi cercato una possibilità di farli lavorare. Ed ora? Loro rischiano di restare a casa e noi a secco. C'é qualcuno che può dirci il perché?
57.
Mi chiamo ..., contitolare dei libretti di prestito …. Dopo 13 anni di precariato sono riuscito ad entrare in ruolo come insegnante. I miei genitori, soci prestatori da diverso tempo di Coopca, lo scorso luglio hanno ricevuto l’ invito a incrementare il deposito: per questo mi hanno suggerito l’adesione alla cooperativa come socio e a versare i miei risparmi sul nuovo libretto. Dopo due mesi ho ricevuto la notizia del congelamento del deposito. Mi domando quale spirito ha spinto i responsabili di Coopca a promuovere tale iniziativa pur consapevoli della situazione critica: forse speravano che l’afflusso di denaro fresco potesse sanare il deficit? Denaro, il mio, proveniente non da eredità o fonti occulte bensì da risparmio oculato ed onesto per assicurarmi un futuro...
58.
Io ... sono Socia dal 0000 con libretto di RISPARMIO, e sottolineo questa parola , al quale avevo dato delega la mia mamma. Allora mi era stato proposto come forma di risparmio senza alcun rischio con la massima trasparenza e semplicità di tenuta e rassicurata dalla supervisione dalla Regione Friuli Venezia Giulia e come organo di vigilanza una Società di revisione che avrebbe fatto ispezioni annuali ordinarie e straordinarie di controllo. Da Friulana ho sempre creduto nella serietà dei carnici (questo era un motivo in più di affidabilità) e da buoni padri di famiglia un esempio nella gestione dell'economia famigliare. Si perché la Cooperativa l’ ho sempre pensata come sorta di famiglia ove si coopera e ci si tutela, avevo fiducia di queste persone che mi rassicuravano. Tanto che i miei sudati risparmi li ho affidati a loro. Negli anni le comunicazioni di Coopca sono sempre state esigue, variazioni di tassi d‘interesse, estratto conto annuale, forse una due offerte annuali su prenotazione. In cooperativa abbiamo sempre acquistato ma non è mai stata tanto concorrenziale, e sempre stata un po' bottega dove ci si fidava comunque per l’impegno di chi lo conduceva. A Luglio 2014 riceviamo una lettera che col senno di poi definiamo ingannevole in quanto credo che il percorso della gestione della cooperativa era già tracciato. C‘ invitava a versare ed incrementare le giacenze dei libretti in essere. Due le cose a paragone: BOT(da sempre forma di risparmio ritenuta dal comune italiano sicura ed a basso rischio) e PRESTITO SOCIALE (...“ conveniente e sicuro )“. Il “ C'era una volta il BOT delle meraviglie... “ doveva mettermi in allarme, invece ancora una volta ci siamo fidate e cosi ho fatto un versamento,....mi sono fidata. Dalla lettera: “ E’ per questo motivo che il CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, conscio che i più penalizzati da questa manovra risultano essere, ancora una volta, i piccoli e medi rispanniatori, che spesso trovano nel prestito sociale il solo modo di vedere remunerati i propri investimenti.. COOPCA dimostra ancora una Volta il proprio coerente atteggiamento nella tutela degli associati e soci prestatori . in particolare. GARANTENDO convenienza e SICUREZZA. Ma anche la CERTEZZA della remunerazione dei propri RISPARMI impiegati per la CRESCITA e lo SVlLUPPO della COOPERATIVA”.
(per assurdo questa lettera é un cosi detto copia/ incolla di una lettera spedita ad agosto 2012 dal precedente Direttore Coopca, e pure questo dimostra che la politica di lavoro era la stessa, raccogliere denaro fresco, ma la situazione allora era diversa da quella del 2014 nota solo agli amministratori). Ci sentivamo in una botte di ferro. In cooperative. pero la gente mancava e pure la merce negli scaffali, ma si sapeva “...aria di crisi in Italia, bisognava aver pazienza..”, ma non c'era mai un cambiamento ed incentivo 0 miglioramento come iniziativa al cliente che incentivasse in maniera forte gli acquisti da preferire la Cooperativa ad altre realtà. Poi arrivano le prime voci dagli organi di stampa “ Cooperative Operaie di Trieste in crisi, si parla di Fallimento”. Subito ci allarmiamo e ci rivolgiamo al Direttore di negozio della Coopca di P. sito in via T., ove siamo prestatrici, per chiedere se COOPCA ha di questi problemi. Ci rassicura “ ...potete dormire notti serene.‘ Ah no ! Noi non siamo mica come quelli di Trieste, siamo di gran lunga in situazione migliore, non abbiamo di questi problerni”. Devo dire pero che spesso tornavo per fare un ulteriore deposito e dovevo ritornare perché il Direttore di negozio non era presente ed era difficolta nell‘operare, ho il dubbio che questo non fosse a caso, si sapeva qualcosa all'interno della struttura , ma occhi bassi , testa bassa si respirava un' aria tesa. Tuttavia, rassicurata, ho fatto l‘ulteriore versamento, tramite mia madre contitolare, ribadisco nuovamente rassicurata da chi operava della stabilita di COOPCA. Nel mentre pero, le voci e lamentele della gente coinvolta nelle Cooperative Operaie si sollevavano. Ci é cascato il mondo quando i1 15 novembre e poi 16 e quindi il 17 si parlava al radio giomale regionale di COOPCA I “ ..... ..concordato preventivo ...le carte consegnate in tribunale.” Ci siamo sentite DOPPIAMENTE TRADITE, la nostra fiducia riposta e stata calpestata e di Ii notti insonni e giornate infinite in attesa di notizie che non arrivavano da chi doveva, in cooperativa il silenzio totale, .”....non sappiamo nulla”, ci dicevano,” siamo in attesa...” Mentre noi eravamo e siamo allo sbando in attesa di un comunicato che pensavamo arrivasse personalmente e invece le uniche fonti.... la Radio , qualcosa nel Tg regionale, negli organi di Stampa ma per sentito dire e poi Facebook tra Soci. Se non avevo pratica di computer non avrei avuto un' adeguata informazione. Risparmi sudati a rischio, ma come? Mi dicevo la Regione non doveva VIGILARE? Non c'era una Società di Revisione ESTERNA appositamente delegata? E la tanta SICUREZZA e TRANQUILLITA' che C'ERA STATA ASSICURATA per un RISPARMIO di questo tipo dov'erano finite? ci rendiamo conto che COOPCA ha una situazione patrimoniale ben più grave di Coop Operaie. In mano non avevamo carte che ne potessero accertare la sana costituzione, ci siamo fidati di quello che ci veniva detto dal Direttore Negozio, delle sue parole che VENDEVA, perché e cito quanto sopra...”é una cooperativa volta all'interesse dei suoi soci e prestatori in particolare” invece siamo stati truffati perché se non ci fosse stata quella maledetta lettera di Luglio e ci fosse stata TRASPARENZA e CONTROLLO da parte di chi .ESTERNO alla Cooperativa ne ha la responsabilità. e di chi INTERNO AD ESSA LAVORAVA E LAVORA, LE ASSICURO CHE NON AVREI CERTAIVLENTE FATTO ULTERIORI VERSAMENTI ed AVREI RIVISTO LA MIA /NOSTRA POSIZIONE a riguardo. Al 18 Novembre (datato, ma ricevuto ben dopo), viene emessa una nuova lettera ove si giustifica il ricorso al Tribunale di Udine a seguito del forte rimborso richiesto dai Soci Prestatori conseguenza delle notizie su Coop Operaie (e qui è sottintesa la colpa del crollo della Coopca ad opera dei Soci). Sarebbe interessante capire se le entrate di capitale “fresco “ da luglio 2014 a ottobre 2014 siano state inferiori 0 superiori all ' uscita del capitali al 15 Novembre 2014 tanto da determinarne Ia richiesta di Concordato preventivo al Tribunale, sono certa non sia stata fatta questa scelta d‘impulso ma ben premeditata . Ci chiediamo, é mai possibile che i soci non dovessero esser stati tutelati in maniera diversa? E non mi si dica o comunque ponga i dipendenti innanzi come i penalizzati dalla situazione. I miei versamenti sono frutto del mio lavoro di piccolo commerciante in difficoltà (lavoro ben che meno tutelato e ad alto rischio) e del risparmio di pensionata della mia mamma. Stiamo passando giorni difficilissimi e Ringrazio Dio di non aver ceduto ai nervi , la salute è preziosa, ma in questi casi non auguro a nessuno quello che abbiamo passato e stiamo passando, notti insonne in attesa e delusione totale. Solo ora capiamo che la Cooperativa é andata avanti grazie ai nostri capitali, siamo noi che abbiamo coperto le spese visto che la perdita è progredita nel tempo. Siamo stati usati noi Soci Prestatori, non siamo stati tutelati da nessuno , legge vacante, istituzioni assenti e amministratori consapevoli che NOI SOCI PRESTATORI siamo CHIROGRAFARI =VENIAMO DOP0 TUTTI, quando il capitale è andato in fumo noi siamo serviti solo per fare cassa. NON ABBIAMO più la fiducia del sistema del COOPERAT I VISMO e pure delle persone e questa è cosa davvero grave. Abbiamo nel cuore amarezza, Sfiducia ed ansia infinita... ci aiuti a portare avanti i nostri diritti di cittadini che alla banca hanno preferito come altra forma di credito e risparmio, la cooperativa (in molte piccole realtà ne fa' proprio le veci e questo non mi pare poca cosa). ll Nostro è uno dei quasi 3000 casi di gente che si è fidata e affidata, piccoli risparmiatori che dietro un foglio informativo analitico (in realtà molto sintetico ) che non mostrava i rischi del prestito ,hann0 tenuto un libretto di risparmio ,come ci é stato presentato, ovvero di prestito come si intende dire ora. Le aggiungo pure che mio fratello ... possiede 000 azioni COOPCA e che al tempo della stipula, nel 0000, gli furono offerte dal Direttore del negozio in carica allora perché i libretti erano troppi a conronto e quindi gli fu’ data quella possibilità, ma Le assicuro che allora come ieri (ed oggi invece conscio) non sapeva il rischio che correva. Tre persone in una famiglia allora di quattro componenti che si sono fidate ma che siam stati tenuti all ’oscuro della reale situazione economica della cooperativa e fino all 'ultimo usati. Come socia Prestatrice mi risuonano le voci di chi allora mi offrì di entrare in COOPCA, nessun rischio, massima tutela e trasparenza. Parole vane.
59.
Confidando nel sano spirito fondante della COOPCA, la sua Iongevità e le tragiche vicende storiche superate, decisi di diventarne socio e utente. Acquistai azioni per € 000, seguendo quanto già fatto da mia madre proprietaria di azioni per quasi ... euro. In seguito, avendo io ricevuto una piccola eredita per la scomparsa di rnio fratello, decisi di investirne una parte in modo utile. Utile perché era un prestito a una struttura popolare; utile perché dava interessi sopra la norma; utile perché avrei comunque, con quel credito in tempi di crisi, potuto almeno approvvigionarmi di alimenti, vista la mia situazione di disoccupato ultrasessantenne. Dopo Io scandalo delle cooperative operaie di Trieste, insospettito, guardai dubbioso la lettera della COOPCA che invitava i prestatori a investire ancora e a tassi concorrenziali. Prelevai una parte del mio prestito, nonostante le rassicurazioni deiI'impiegat0 (credo ignaro della situazione finanziaria della sua cooperativa). E altri soldi avrei ancora prelevato se non ci fosse stato il blocco dei prelievi. Mi sono iscritto ai comitato soci prestatori COOPCA e amareggiato per tanto squallore, avidità, aridità di certi gruppi di persone che gestirono la cooperativa, ma anche di coloro che avrebbero dovuto controllare, a ancora di più dalla complice (?) indifferenza degli organi regionali, sono intervenuto all'uItima tempestosa assemblea del comitato. Ho proposto ai soci prestatori di fare un ultimo sforzo : sarebbe bastato devolvere ancora un dieci percento del proprio credito, da elargire come dono a chi aveva in mano le sorti della COOPCA sottoforma di bustarelle !
60.
In data 000000 io ... mi reco nella sede della Coopca di A. dai sig .... come da accordi presi nei mesi precedenti x prelevare i soldi dai mio libretto. Premetto che nel mese di settembre avevo chiamato x sapere la tempistica x prelevare questi risparmi visto che ero in trattativa x acquistare casa e mi avevano risposto che in una quindicina di giorni avevo i miei soldi. Dopo metà ottobre io e mio marito facciamo I'affare x la casa e nei giorni successivi chiamo il sig. ... che mi dice che i tempi si sono allungati x i vari problemi delle coop triestine e che i risparmiatori sono agitati e stanno prelevando in massa. lo mi presento lunedi mattina ... novembre dal sig. ... e visto che si ricordava benissimo del mio problema del preliminare dove io e mio marito ci siamo accordati di versare 000 euro lui ci promette che martedi ... novembre alle ore 15:00 avremo il nostro assegno, io gli spiego che dobbiamo spostare ii preliminare che avevamo il ... novembre e cosi faccio grazie anche alla disponibilità dei venditore. lnoltre gli lascio il numero di telefono x avvisarmi se ci sono problemi visto che ho già lasciato una caparra e firmato delle carte in agenzia immobiliare. Quindi lunedi ... novembre devo saldare questi 000 euro e non ci sono scappatoie volere o volare devo versare questi soldi ai venditore. So che mi sono trovata in un momento sfortunato ma il sig. ... sapeva dei problemi deII’ azienda e poteva almeno telefonarmi e avvisarmi o ancor meglio dirmi subito che i soldi non ci sarebbero stati perché cosi mi sarei mossa in altro modo e sicuramente non avrei firmato nessun preliminare. Il giovedi antecedente al ... novembre giorno del ritiro del mio assegno chiamo la coopca x sapere se ci sono problemi visto il vociferare sui problemi dell’azienda e scopro che l’ufficio dei signor ... é chiuso e che lui si è malato, venerdi richiamo e un suo collega mi spiega la situazione ma non sa darmi una risposta sulla promessa dei sig. ... e cosi martedi mattina scopro il crac sul messaggero veneto, proprio il giorno che dovevo ritirare l’assegno e che se non m‘informavo mi sarei presentata in sede all’0rario stabilito visto che nessuno della Coopca si è preso la briga di avvisarmi. ll. libretto di risparmio della Coopca che ho é a nome mio dall'anno 0000 e prima ancora di mio papà e non ho quasi mai prelevato niente , ci son quasi 0000 euro e x più di vent’anni hanno lavorato con i miei soldi inoltre mio papà aveva un altro libretto, dico aveva perché deceduto a giugno di del 0000, quindi ho assieme ai miei fratelli, dove ci sono 00.000 euro. Risparmi di una vita che ora piu che mai visto l'acquisto di una casa mi avrebbero fatto comodo e non sapendo se mai Ii riavrò mi trovo nella disperazione più totale visto che ho dovuto chiedere prestiti a banche e parenti X saldare prima il preliminare e poi |’acquisto della casa.
61.
... la mia posizione in merito al prestito sociale del caso CoopCa, sebbene non sia forse così significativa rispetto a situazione personali di altri soci. Sono socio della CoopCa dal 0000 (libretto n ...)a seguito anche della scelta di mia moglie che era già socia (libretto n... ) e la nostra famiglia ha sempre usufruito dei servizi messi a disposizione della CoopCa (acquisti al Supermercato qui a G. e le possibilità offerte dal prestito sociale). Riguardo al prestito sociale lo abbiamo ritenuto una opportunità, impegnando una parte delle nostre disponibilità finanziarie per sostenere CoopCa e il suo sviluppo, le sue necessità gestionali nonché lo scopo mutualistico cooperativo a fronte di un buon interesse riconosciuto sugli importi versati. Lo scopo dei nostri versamenti (io vanto un saldo di 0000 e mia moglie di 00.000 al 00000000 era anche quello di riservare liquidità per eventuali situazioni o difficoltà che avrebbero potuto interessare la famiglia, tenendo conto che presso Supermercato si poteva richiedere in tempi brevi e senza alcuna particolare formalità la restituzione del prestito o quota parte di esso. E difficoltà economiche sono intercorse se non altro per la crisi che ha colpito tutto il mondo del lavoro, in particolare la mia attività professionale (sono un ingegnere civile libero professionista contitolare di uno studio che negli ultimi anni ha visto una forte contrazione di clienti e del fatturato: le imprese e i privati non investono più e non hanno possibilità finanziarie, i lavori pubblici sono bloccati per il patto di stabilità, le gare di progettazione messe a bando dagli enti pubblici vedono l’applicazione di ribassi troppo alti e insostenibili). Così, essendo diminuito il reddito familiare (per fortuna mia moglie lavora in modo continuativo), avendo due figli adolescenti che frequentano la scuola superiore, due auto da mantenere, bollette bimestrali, il mutuo ventennale da restituire alla banca a seguito dell’acquisto della casa nel 0000, la restituzione del prestito sociale ci avrebbe facilitato per far fronte alle spese nell’attuale periodo di difficoltà. Il fatto di aver bloccato i libretti non dando la possibilità di vedere restituito il prestito, ci ha costretto a disinvestire il pacchetto in titoli di stato/obbligazioni che avevamo investito a risparmio presso la banca di fiducia.. Attualmente la situazione non è brillante: risparmi quasi azzerati, conto corrente bancario quasi al limite. 00.000 euro a disposizione fanno comodo, oggi non sono briciole.
Come vede, anche a un libero professionista come il sottoscritto, la situazione del prestito sociale nel caso CoopCa ha creato una condizione economicamente difficile e preoccupante. Riesco dunque a immaginare cosa stanno passando gli altri soci (lavoratori, pensionati, casalinghe) che si sono visti bloccati i libretti con i loro risparmi, per qualcuno forse tutti investiti lì.
A questo punto, rassegnato che dal concordato i soci prestatori forse non vedranno alcunché di quanto spettante (le offerte per i negozi sono troppo poche e per il magazzino non è chiaro se ci sono acquirenti) spero solo nella promessa della ex CoopNordEst di donare ai soci l’importo del 50% di quanto vantato come azione di solidarietà. Comunque sulla vicenda la mio opinione è che il prestito doveva essere interamente restituito da CoopCa. Ciò anche riguardando i principi ispiratori dello Statuto all’art. 4 (La società cooperativa, nel rispetto dei principi della mutualità, senza finalità di lucro, si propone fini di miglioramento civile, economico e sociale di soci… La cooperativa si propone altresì di stimolare lo spirito di previdenza e di risparmio dei soci, istituendo una sezione di attività per la raccolta dei prestiti, limitata ai soli soci ed effettuata esclusivamente ai fini del conseguimento dello scopo mutualistico e dell’oggetto sociale principale…), oppure quanto riportato nel sito web alla voce “la filosofia- la misisone di CoopCa (contribuire alla soddisfazione dei bisogni di mutalità e di solidarietà…, ispirare ogni rapporto di mercato ai principi di trasparenza, equità ed efficienza… difendere e incrementare il patrimonio sociale per garantire lo sviluppo e l’innovazione dell’impresa e per tramandare alle future generazioni… fornire ai soci prodotti e servizi convenienti e sicuri…).
E se lo spirito di previdenza e di risparmio o il miglioramento economico per i soci è stato così, allora mi sento davvero perso in giro da tutto quanto il gruppo dirigente di CoopCa ci ha raccontato o promesso (non ultima la famosa missiva nella quale si evidenziava che in un momento nel quale il mercato non offre grandi opportuniotà dal punto di vista della remunerazione, il prestito sociale era particolarmente sicuro; noi eravamo quasi decisi ad accettare la proposta alla fine del 0000 ma per fortuna non abbiamo aderito). Spero che le ipotesi formulate nell’esposto in procura trovino riscontro nelle indagini e che se qualcuno ha sbagliato ne risponda con i dovuti risarcimenti...
DESTINO DEI LAVORATORI COOP CA
10 maggio 2017
Dei i 626 dipendenti CoopCa non hanno ancora trovato lavoro in 239:
148 lavoratori fuori regione e 91 lavoratori in Regione FVG.
In 387 hanno invece trovato un lavoro e sono così distribuiti:
270 sono stati assorbiti dalle aziende che sono subentrate alla gestione di CoopCa;
117 lavoratori sono stati assunti in altri ambiti: 76 con contratti a tempo determinato, 29 a tempo indeterminato, 1 identificato come lavoro domestico, 11 hanno avviato un’attività autonoma. Il 60,7 per cento degli occupati sono alle dipendenze di aziende impegnate nel turismo, nell’edilizia e nel comparto dei trasporti. Il 39,3 per cento nei centri commerciali e nei supermercati della regione (MV 9.5.17).
C’è anche da ricordare però che a volte i lavoratori riassunti si vedono ridurre lo stipendio oppure si ritrovano demansionati o addirittura con perdita di periodi di anzianità; mentre la stragrande maggioranza degli ultra 55enni è ancora a casa!
3 dicembre 2017
Al 3 dicembre 2017 la situazione residuale non pare granchè modificata.
RISVOLTI GIUDIZIARI
18 aprile 2017
La Procura di Udine ha concluso, in oltre due anni di meticoloso lavoro, le indagini preliminari condotte dalla Guardia di finanza sul crack di CoopCa che ha gravemente danneggiato 3.236 soci. Gli interrogatori sono stati coordinati dai pm Raffaele Tito ed Elisa Calligaris, titolari dell’inchiesta. Nel mirino degli inquirenti, le operazioni immobiliari eseguite dal 2012 in poi e che, insieme a una supposta falsificazione dei bilanci, avrebbero concorso a coprire uno stato di crisi conclamata peraltro già in essere fin dal 2010. Nel confermare l’impianto accusatorio emerso dalla prima tornata di accertamenti, la Procura ha tuttavia diversificato la posizione degli indagati in funzione del ruolo e del periodo trascorso in Coopca. Ecco le imputazioni per i 16 indagati:
bancarotta fraudolenta: Giacomo Cortiula (quale presidente dal 1996 al 2014), Giancarlo Veritti (presidente del Collegio sindacale), Fosca Petris (sindaco), Daniele Delli Zotti (sindaco), Mauro Veritti (direttore generale), Ermanno Collinassi (presidente Cda di ImmobilCoopCa srl).
bancarotta semplice: Leonardo Agostinis (allora vice presidente Cda) e gli ex consiglieri Sonia Cacitti, Silvano Giorgis, Vanessa Gressani, Corrado Di Doi, Claudio Lo Muscio, Francesco Zilli, Silvio Moro, Carlo Alberto Mainardis e Gelindo De Campo.
truffa: Cortiula e Collinassi.
Coesistono inoltre anche altri capi di imputazione: false comunicazioni sociali e illegale ripartizione degli utili e delle riserve (MV 19.4.2017).
9 febbraio 2018
Presso il Tribunale di Udine ha inizio l'udienza preliminare davanti al GUP Daniele Faleschini Barnaba (MV 10.2.2018).Oltre a una sessantina di ex azionisti e soci prestatori di CoopCa, a chiedere il risarcimento si è costituita parte civile anche la Banca d'Italia (per esercizio abusivo dell'attività bancaria) tramite l'avvocato Luigi Sciotto. La richiesta di costituzione di parte civile è stata inoltre presentata anche da: Comitato Soci CoopCa, Movimento Difesa Cittadini, Codacons FVG e dal Liquidatore della CoopCa, avv. Paola Cella.
Inoltre, mediante una memoria dell'avv. Gianberto Zilli, i 14 azionisti che nel crack CoopCa avevano perso tutto, hanno chiesto la chiamata in causa anche della Regione FVG, quale responsabile civile, di LegaCoop, Confcooperative e Associazione Italiana Cooperazione (cioè gli Enti che avrebbero dovuto controllare CoopCa).
I capi di imputazione sono sempre quelli sopraesposti (vedi 18 aprile 2017).
A motivo della complessità di questa azione giudiziaria, il GUP si è riservato di studiare le varie posizioni ed ha aggiornato l'udienza al 6 aprile 2018, quando verrà vagliata la ammissibilità delle varie richieste di costituzione di parte civile. Una lunghissima maratona attende i vari protagonisti di questa kermesse... Intanto incombe la prescrizione che sta già galoppando sui reati di truffa ed esercizio abusivo dell’ attività bancaria!
6 aprile 2018
A causa dell' impedimento di uno degli avvocati che difende la maggior parte degli indagati, tutto è stato rinviato all' udienza del 08 giugno 2018 alle ore 10.30.
8 giugno 2018
Le difese degli imputati hanno aperto un nutrito fuoco di sbarramento sulla possibilità di costituzione di parte civile per tutti coloro che ne avevano fatto richiesta (circa 70 persone) prefigurando così una tattica processuale che andrà meglio definendosi nelle prossime sedute.
Intanto la Procura della Repubblica si è dichiarata contraria al patteggiamento in quanto finora non vi è stato alcun tipo di risarcimento alle vittime da parte degli imputati.
Il Giudice si è pertanto riservato di decidere sulla questione, fissando la prossima udienza per il 13 luglio 2018.
Nel frattempo una imputata, Vanessa Gressani, ha chiesto di essere ammessa al rito abbreviato, previa audizione di un suo consulente.
Appuntamento dunque al 13 luglio 2018, intanto tempus inesorabile fugit...
13 luglio 2018
Il GUP Daniele Faleschini Barnaba, nella odierna seduta in cui non era presente nessuno dei 16 imputati (ma solo i rispettivi difensori), ha accettato la costituzione di parte civile di 95 soggetti tra cui gli ex soci prestatori, la Banca d'Italia e il liquidatore di CoopCa ma ha respinto quella del Comitato Soci (in quanto non soggetto giuridico) e quella del Movimento Difesa Cittadino di Roma.
Il GUP inoltre ha respinto la richiesta di chiamata in causa, quali responsabili civili, della Regione FVG, della Lega Cooperative FVG, della Associazione regionale AGC e UECOOP FVG, in quanto la lamentata supposta ommissione in vigilando di questi Enti preposti, non sarebbe sufficiente ad integrare i presupposti per una diretta responsabilità civile.
Respinta anche la richiesta di Vanessa Gressani che aveva chiesto il rito abbreviato condizionato.
I singoli soci prestatori ed alcuni azionisti ammessi alla costituzione di parte civile, hanno accolto con molto favore questa notizia data dal loro legale di fiducia, avv. Gianberto Zilli: così i 64 soggetti "offesi o danneggiati" da lui seguiti e difesi, potranno eventualmente richiedere i danni, nel caso il processo vada avanti e giunga a buon fine.
La data per la prossima udienza è stata fissata per il 5 ottobre 2018 alle ore 9:45, intanto tempus inesorabile fugit...
5 ottobre 2018
Oggi il giudice ha disposto che tutti e 16 gli imputati e per tutti i capi di imputazione vengano rinviati a giudizio. Il processo inzierà il giorno 11 marzo 2019; successivamente spostato al 6 maggio per la prima udienza.
6 maggio 2019
Oggi nella prima udienza del processo sono state presentate altre 181 richieste di costituzione di parte civile. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Carla Missera, ha quindi concesso un termine alle difese fino al 13 maggio per dimettere memorie a sostegno delle proprie eccezioni e fino al 20 maggio alle altre parti per repliche. Il processo riprenderà il 3 giugno 2019.
3 giugno 2019
Nella udienza odierna il Tribunale ha:
- rifiutato la richiesta di rito abbreviato dell'imputata GRESSANI Vanessa;
- ha disposto la perizia medica sull'eccezione dell'imputato MAINARDIS Carlo Alberto di stare il giudizio;
- ha respinto le eccezioni delle difese degli imputati (volte all'esclusione delle parti civili) ammettendole tutte.
Da parte dei difensori della Parti Civili è stata infine avanzata la richiesta di citazione della Regione quale responsabile civile. Prossima udienza il 15 ottobre 2019.
15 ottobre 2019
All'udienza odierna il Collegio che condurrà il processo (Presidente dr P. Milocco, Giudici a latere dr. M. Qualizza e dr. N.Giannesini) ha pronunziato le seguenti decisioni: 1) Ha ammesso gli inviati di RAI Regione ad effettuare le riprese dell'udienza "attesa la natura e l'interesse sociale del procedimento" pur con alcune limitazioni di ripresa soggettiva (divieto di riprese in primo piano degli imputati); 2) Ha dichiarato che il processo può proseguire anche nei confronti dell'imputato che aveva anzato l'ipotesi di una sua incapacità a parteciparvi; 3) Ha respinto - condividendo in toto le motivazioni addotte dal GUP - la richiesta di citazione in giudizio dei responsbili civili (Regione FVG ed esecutori dei controlli esterni su COOPCA).
Ha dichiarato aperto il dibattimento (il processo è quindi iniziato) ed invitato le parti a formulare i mezzi di prova. Per l'ammissione degli stessi e l' indicazione del calendario dell prossime udienze, il processo è stato rinviato all'udienza del 29.11. 2019 ad ore 14.30.
29 novembre 2019
Il Collegio indica il calendario per le prossime udienze fissate nel 2020: 11 febbraio, 25 febbraio, 3 marzo, 17 marzo, 27 marzo, 20 aprile, 27 aprile, 4 maggio, 11 maggio, 18 maggio, 25 maggio, 8 giugno, 15 giugno.
Le attività previste per le prossime udienze saranno: a) udienza di convocazione del commissario liquidatore e primo teste del PG indicato dal PM. b) Udienza di convocazione del consulente del PM e altri due testi del PG. c) Udienza di conclusione delle attività precedentemente indicate ed esami delle persone offese. d) Udienza esaurimento delle persone offese, altri testi del PM e inizio esame imputati. e) Udienza prosecuzione esame imputati.
11 febbraio 2020
Il processo ai presunti colpevoli del crack di CoopCa è praticamente iniziato oggi davanti al collegio giudicante (presidente dr Milocco, a latere dr Qualizza e dr Gianesini).Gli imputati sono quelli già elencati sopra. L'apertura dell'istruttoria dibattimentale ha visto il liquidatore giudiziale (dr. Paola Cella) elencare dati e cifre di un fallimento che si è andato via via espandendo nel corso degli ultimi anni a causa della disastrosa gestione degli amministratori. L'avv. Zilli (che difende la maggioranza dei soci prestatori) ha commentato la relazione della Cella specificando come ai danneggiati sia stato finora riconosciuto solo il 6,9% di quanto spettante non essendovi più alcuna risorsa da distribuire. La difesa degli imputati (rappresentata dagli avvocati Campeis) ha puntato sul fatto che dai proventi inferiori ai valori di acquisto non si deve automaticamente evincere una cattiva amministrazione... Uno dei testimoni (Alberto Barazzutti proveniente da Milano) ha raccontato la sua avventura con la perdita secca di 48.000 euro (tra libretto e azioni). Prossima udienza il 25 febbraio 2020.
3 marzo 2020
Dopo la sospensione della seduta del 25 febbraio per la malattia di un avvocato, oggi il processo ha ripreso il suo corso. Il commissario giudiziale Beltramini ha indicato e calcolato tutti i prestiti ritirati per tempo dai componenti del CdA di CoopCa prima del crack, elencando sia i nomi che le cifre (invero non certo esorbitanti). Una giornata dal sapore amaro per tutti...
15 settembre 2020
Nell’udienza di oggi al tribunale di Udine sono stati discussi alcuni aspetti che hanno preceduto il crac di CoopCa, travolta da un passivo concordatario di oltre 92 milioni di euro; si è infatti parlato degli investimenti, delle campagne di promozione al prestito sociale, della mancata percezione dei rischi e poi dei piani di salvataggio. A parlare dovevano essere Vanessa Gressani e Sonia Cacitti, ex componenti del CdA, ma, come gran parte degli altri imputati, hanno scelto di non rendere testimonianza e il loro avvocato Federico Carnelutti ha chiesto l’acquisizione dei verbali delle dichiarazioni rese al pm Elisa Calligaris dalle sue assistite nel 2016. Chi ha parlato a lungo è stato l’ultimo teste citato dall’accusa: l’ex dirigente Giacomo Beorchia che lavorò alla CoopCa dal 2001 al 2015 e fu assunto per sviluppare il progetto Ipercoop di Amaro, per poi assumere la direzione marketing, vendite e comunicazioni. Un ruolo apicale il suo che, però, non gli ha evitato drammatiche perdite economiche. «Per mesi non sono uscito di casa: venivo attaccato continuamente per quanto era successo, ma io stesso ero un prestatore sociale, come lo erano i miei familiari. Complessivamente abbiamo perso 350 mila euro». Critico l’atteggiamento di Beorchia nei confronti del comitato di direzione («era improntato al massimo appiattimento su sulle linee della direzione generale»). Per Beorchia «quella del direttore era una presenza molto forte, le sue posizioni venivano subite, non discusse e condivise». Nei suoi racconti l’eco della preoccupazione per la situazione di CoopCa emersa nel corso di due incontri con i vertici della cooperazione nazionale fra il 2013 e il 2014 a Bologna che Beorchia mise nero su bianco in un report inviato all’ex dg Massimo Veritti. Emergevano i timori per le risorse investite nella realizzazione del nuovo magazzino di Amaro, una struttura ritenuta non necessaria ma portata avanti a dispetto delle alternative che potevano godere del sostegno della lega cooperative, realtà dalla quale CoopCa era sempre più lontana. Eppure, quei report non ebbero seguito
ma invece, ricorda sempre Beorchia, nell’estate 2014, a pochi mesi dal concordato preventivo, partivano le lettere di incentivo al prestito sociale. Numerose le domande giunte dai difensori e dagli avvocati di parte civile Gilberto Zilli e Andrea Mondini. Poi, è toccato ai testi delle difese. A Gianfranco Verziagi, il consulente interpellato dal vicepresidente regionale Bolzonello, che da dicembre 2015 lavorò a un piano di salvataggio CoopCa, a Martina Missana, segretaria di direzione, che ha spiegato la vasta documentazione fornita ai componenti del consiglio di amministrazione prima di ogni incontro. Rinviato alla prossima udienza del 20 ottobre il contro-esame di Giovanni Sgura, consigliere cooptato nel 2015 come liquidatore che ha illustrato i piani finanziari predisposti per CoopCa. Emergeva quindi anche il sospetto che qualcuno, al vertice, fosse riuscito a ritirare i depositi prima che la nave affondasse, e tale sospetto aveva cominciato ad aleggiare negli ambienti, rendendo ancora più aspro il senso di tradimento che avrebbe accompagnato l’inchiesta giudiziaria seguita al fallimento del 2016. È stato l’avvocato Gianberto Zilli, che nel procedimento rappresenta la stragrande maggioranza dei 277 soci costituitisi parte civile, a sollevare ancora una volta la questione del ritiro dei depositi da parte dei vertici. E la sua domanda ha trovato risposta nella relazione. I nomi sono nove e si riferiscono a coloro che, all’epoca, facevano parte della governance e degli organismi di controllo di CoopCa.
15 settembre 2021
Il collegio giudicante, presieduto da Paolo Milocco con a latere i colleghi Mauro Qualizza e Niccolò Gianesini, ha emesso la seguente sentenza:
condannati a 3 anni di reclusione: il presidente Giacomo Cortiula di 87 anni di Socchieve, il direttore generale Mauro Veritti di 58 anni di Udine, ed Ermanno Collinassi di 69 anni di Comeglians (già presidente di ImmobilCoopca).
condannati a 2 anni e sei mesi: Giancarlo Veritti presidente del Collegio sindacale di 68 anni di Tolmezzo, e gli ex sindaci Fosca Petris di 59 anni di Tolmezzo e Daniele Delli Zotti di 52 anni di Treppo Carnico.
Queste sei persone sono chiamate a rispondere in solido anche al risarcimento dei danni che sarà quantificato in sede civile, ma solo nei confronti della procedura fallimentare rappresentata dal liquidatore giudiziale Paola Cella.
Sono state infatti escluse tutte le altre azioni civili, compresa quella dei 277 soci che quindi dovranno accontentarsi di ben poca cosa, a fronte di un passivo concordatario che supera i 92 milioni di euro. Poichè "quanto già pagato ai prestatori sociali (il 6.9%) sarà la somma definitiva. Questo perchè, terminati i beni da vendere, non ci saranno altri riparti".
Sono invece stati assolti "perchè il fatto non sussiste": Leonardo Agostinis di 65 anni di Prato Carnico; Sonia Cacitti di 50 anni di Tolmezzo; Claudio Lo Muscio di 70 anni di Tolmezzo; Francesco Zilli di 79 anni di Socchieve; Silvano Giorgis di 68 anni di Ovaro; Silvio Moro di 72 anni di Ovaro, Vanessa Gressani di 51 anni di Tolmezzo; Carlo Alberto Mainardis di 85 anni di Tolmezzo; Gelindo De Campo di 81 anni di Lauco.
Ora spetta alla pattuglia di avvocati difensori fare ricorso avverso questa sentenza che, tra l'altro, di 4 capi di imputazione presentati dalla Procura, ha accolto la sola accusa di bancarotta, in relazione alla operazione ImmobilCoopca, che però non avrebbe arrecato danni economici, poichè tutti gli immobili sono stati venduti dalla procedura fallimentare (Paola Cella) unico titolare del risarcimento senza provvisionale. E' stato infatti già escluso il diritto risarcitorio dei soci.
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IL POLS DA CJARGNE
(Le immagini qui riprodotte sono tratte dal libro "Una vita in Cooperativa Carnica" di Licia Busolini e Luigi Dereatti
e da "La Carnia di Antonelli" a cura di autori vari)