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RIVO
il paîs dai crots |
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Emilio Di Lena nel 2005 aveva illustrato il suo paesello con una prima raccolta di "storie" che aveva riscosso grande successo anche oltre i ristretti confini di questo minuscolo villaggio carnico.
Due anni dopo, questo accurato autore propone un secondo volume nel quale ha inserito ciò che nel primo non era riuscito ad inserire o che era stato rinvenuto o scoperto solo dopo la pubblicazione del primo volume.
Nel dettaglio, si leggono volentieri approfondimenti
sul sito di Rivo (origine del nome, toponimi...);
sulla sua micro-economia che muta;
sulle tradizioni che evaporano (la cantoria, le feste, le novene, le cidulines, il viatico, le campane, le confraternite, le rogazioni...);
sul paese che cambia (casa Bussul, muro Zimbiot, la cleve, borgo Bajarz, riu Bajarz, piazza fontana, borgo Furip, borgo Cuel, la strete, il sagrato, la strada del cimitero, la canonica, il lavadôr, sore crets...);
sull'agricoltura che scompare per lasciare posto ad altro non ancora ben individuato (braides e salets, tramvia del But, la mont...);
sulle persone caratteristiche del luogo con i loro tics e le loro pose (Cech dal mulet, Nai, Min da Pule, Santine di Raspan, Vigj di nene, Tite da Mee, barbe Zenz, Gustavo di Prun...);
addirittura sui "giornali" di Rivo (Zerman, Il Crot, centro di lettura, bollettini...);
sugli avvenimenti recenti (eccidio di Pramosio, la morte di Gino Miss, i cosacchi...).
Di Lena condisce il tutto con il "tessuto connettivo" delle proprie personali memorie le quali, oltre a surrogare eventuali fisiologici vuoti documentali, danno uniformità a questo variegato materiale di varia e diversa provenienza che uno stile letterario sobrio e preciso contribuisce a rendere lieve e gustoso.
Un gustoso volumetto dunque, arricchito da adeguata iconografia sia a colori che in b/n, che bene esprime il clima che si respira(va) in un piccolo villaggio carnico del secolo scorso.