L'ECCIDIO CHE OSCURO' LA RESISTENZA
nella valle d'Incarojo

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L' ottantenne autore di questo lavoro memorialistico del 2012 è un self made man in tutti i sensi, perchè in ogni attività svolta od impegno assolto, ha sempre confidato nelle proprie forze e capacità, che ha cercato di valorizzare ed affinare durante tutta la sua esistenza, la quale promette un ulteriore lungo periodo di fecondità intellettuale e letteraria.

Anche questo lavoro rappresenta un prodotto "pensato, realizzato e pubblicato completamente in casa" nel senso che non si è avvalso di nessuna casa editrice nè di alcuna tipografia, tanto è vero che il libro in questione (di grande formato) viene distribuito a discrezione dall'autore stesso, che gentilmente e spontaneamente ha voluto inviare una copia anche a questa "postazione recensoria".

Durante un sopralluogo in quota nel 1978 per una ricerca sulle "Ancone votive" dell'Incarojo, poi pubblicata nel 1993, Nazario Screm si imbattè in una piccola maine a Meledis Bassa, fatta costruire a ricordo di una strage avvenuta a malga Cordin e malga Lanza nel 1944...

Da allora ha cominciato a raccogliere testimonianze in paese e nei paesi contermini, a scandagliare archivi in Italia e in Austria, a verificare date e avvenimenti, a segnare percorsi, a misurare tempi, fino ad accumulare una quantità significativa di documentazione che in questo libro viene esposta con dovizia di particolari e abbondante iconografia a corredo (sia già edita che inedita).

Il lavoro si presenta molto articolato con capitoli ben precisi ed indicanti chiari riferimenti; vi si descrivono minuziosamente le forze partigiane garibaldine e osovane con i loro distaccamenti ed i loro covi; sono indicati i collaborazionisti dei tedeschi nell'Incarojo; la vita dei partigiani sui monti; le atrocità e le sevizie perpetrate sui fascisti; gli atti civili ed ecclesiastici di morte... e tanto altro (inedito) ancora, fino alla ritenuta individuazione degli autori del barbaro eccidio, di cui tuttavia non vengono esplicitamente fatti i nomi, pur essendone fornite delle precise coordinate ed è proprio su questa clamorosa (mancata) rivelazione che è incentrato tutto questo lavoro.

L'autore peraltro non fornisce nessuna prova documentata ed accessibile agli storici di quanto ha scritto e pertanto, nell'invitarlo ad esibire i documenti in suo possesso (sempre che li abbia), ribadiamo che la recensione di questo libro è stata fatta unicamente a scopo conoscitivo, anche se questo libro (che tratta fatti storicamente accaduti ma basato quasi tutto su ricordi personali) forse sarebbe stato opportuno non stamparlo.

Dal punto di vista tipografico e metodologico questo lavoro, per i motivi inizialmente esposti, mostra evidenti i grossi limiti ed i chiarissimi segni dell' autoproduzione domestica, i quali tuttavia poco tolgono al contenuto del libro (di cui l'autore si assume ovviamente ogni responsabilità), il quale va ad inserirsi nel solco tracciato da Gianpaolo Pansa (che qui viene ampiamente citato) a livello nazionale e localmente da Gianni Conedera, antesignano carnico (seppure fortemente constestato) di questo nuovo indirizzo storiografico, cui si è recentemente associato anche l'ex sindaco di Tolmezzo, Igino Piutti, che nel suo blog ha iniziato ad affrontare con estrema lucidità analoghe tematiche di storia locale (spesso sconosciute o finora sottaciute, che vengono adesso a delineare un quadro globalmente più completo e veridico di quel tragico periodo).

 

Nota biografica

Quinto di 12 fratelli, Nazario Screm è nato a Villamezzo di Paularo il 7 febbraio 1932. Dopo aver esercitato vari mestieri, tra i quali quello di commerciante, nel 1975 ha conseguito la Licenza in Pedagogia Catechetica alla facoltà delle Scienze e dell'Educazione presso l'Università Pontificia Salesiana di Roma. Nel 1980 si è diplomato in Teologia per laici presso la Scuola Superiore di teologia di Udine. E' stato insegnante di religione per un ventennio. Ricercatore locale, ha al suo attivo diversi saggi e alcuni libri tra cui "Le malghe antiche della Val d'Incarojo".