MALGHE ANTICHE
della valle d'Incarojo

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Mi è stato recentemente offerto dall'amico Giulio D.B. questo inatteso grande e bel libro, edito dalla Tipografia Moro di Tolmezzo nel 2006 e finora rimasto (almeno per me) un illustre sconosciuto.
L'autore Nazario Screm, di Paularo, racconta, nella sua introduzione, le modalità di concepimento, il lungo periodo della gestazione ed il laborioso travaglio di quest'opera che, a mio sommesso avviso, non trova paragoni in Carnia. E il motivo è presto detto ed è strettamente dipendente dalla ambizione e dalla determinazione dell'autore.
Lo Screm infatti, dopo aver, per anni, ricercato nei vari Archivi (Venezia, Udine, Patriarcato, Parrocchiali, Comunali...) ogni traccia storica di queste costruzioni alpine e volendo assolutamente recuperare questa peculiare memoria locale e restituire anche alla vista dei lettori tutte le malghe della sua valle (anche quelle ormai definitivamente scomparse), ha raggiunto a piedi tutte le 52 ubicazioni di questi manufatti, ne ha schizzato i luoghi, ne ha misurato i perimetri ed ha affidato poi tutto questo materiale ad un tecnico comunale, Sergio Matiz, il quale, sulla scorta degli appunti di Nazario, ha letteralmente "resuscitato", con un disegno tanto semplice quanto efficacissimo, tutti questi luoghi della memoria alpina di Carnia, anche quelli che non esistono più.
Infatti "dei 52 fabbricati un tempo esistenti, 24 sono ridotti a ruderi, 7 sono stati completamente abbandonati, di 5 esistono solo le casere, 4 sono stati trasformati in "rifugi alpini" e solo 12 sono ancora operativi" si legge nella accorata introduzione dell'autore.

Il libro, di grande formato di 156 pagine, si compone di alcune parti significative:

- una iniziale semplice cartina topografica artigianale indica l'ubicazione di tutte queste 52 località; segue la catalogazione di tutte le malghe antiche situate entro l'area dell'Incarojo, dove per ogni malga sono riportati i dati essenziali (altezza slm, superficie, proprietà...).
- vi è poi un sintetico censimento decennale sulla conduzione e sulle rendite di queste malghe a partire dall'anno 1703 fino al 1895, in cui sono elencate le quantità esatte delle varie produzioni lattiero-casearie (cose strabilianti!).
- un interessante capitolo è dedicato alla "farinarie" cioè alla donna che, gerla in spalla, portava in quota farina, sale, materiale vario mentre al ritorno trasferiva a valle formaggi, burro, ricotta ed altri prodotti alpini. Di queste farinarie vi è poi un lungo elenco (che parte dal 1750, anno di nascita della prima, fino al 1916). Succintamente è anche riportata la scansione temporale di una giornata-tipo di una di queste donne (che durante la seconda guerra mondiale verranno poi adibite al trasporto di munizionamento in trincea, diventando le note Portatrici).
- Altro interessante capitoletto è dedicato al conduttore del mulo, che nell'Ottocento comparve anche in quota per alleggerire le fatiche delle farinarie, e che assunse via via una importanza strategica assoluta (pure esso determinante nella Grande Guerra).
- Molto ben descritti sono i luoghi tipici dell'alpeggio in Carnia e con particolare evidenza quelli dell'Incaroio, che molto spesso conservano tuttora una denominazione diversa da quella comune nelle altre valli di Carnia: la zone della casera, i ricoveri per le bestie, i raccoglitori dei liquami, il deposito dei formaggi... La descrizione di questi micro-ambienti risulta efficace e precisa e sarebbe stata completa se affiancata da qualche schizzo del bravo Matiz.
- Molto interessante il capitolo che racconta come si svolgeva la vita in malga, quali erano le cadenze temporali, quali le mansioni, quali i protagonisti...
- Interessante anche il capitoletto dedicato alla organizzazione del pascolo nei secoli passati, specie in epoca pre-napoleonica, quando gli "originari" godevano di antichi privilegi, per venire a parte dei quali i "foresti" dovevano sborsare ingenti somme di denaro...
- La seconda parte del libro (la più consistente: ben 100 pagine!) è interamente occupata dalle singole malghe che vengono presentate una ad una: lo schizzo della costruzione è accompagnato dalla nota storica di riferimento più antica che segnalava l'esistenza della malga stessa.

Insomma un gran bel libro, utile e didascalico non solo per i paularini, ma ritengo per tutti coloro che intendono approfondire questo particolare argomento dell'alpeggio in Carnia.
Una rara testimonianza di affetto da parte dell'autore per un particolare aspetto della propria terra che spesso è stato trascurato ed emarginato ma che oggi potrebbe costituire un formidabile volano per il (ri)lancio turistico della intera Carnia.

Sicuramente l'aspetto tipografico andava curato meglio nella punteggiatura, in alcuni refusi, nella scelta dei caratteri, nella impaginazione complessiva dell'opera (i vari capitoli non sono ben evidenziati).

Non è indicato il prezzo, ma credo che l'opera possa essere richiesta direttamente all'autore che abita in Paularo oppure all'editore.

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