Giuseppe Nogarino è nato nel 1935
a Pocenia (Bassa Friulana) ed attualmente, dopo la conclusione degli impegni
professionali, vive a Pordenone, dedicandosi alle lettere (vedi in questa
sezione anche: Tranvie della Carnia). Tempo fa, a quasi 70
anni, si è messo in testa di andare alla RICERCA DELLE ORIGINI ed ha
iniziato un fantastico anche se difficile viaggio a ritroso nel tempo,
risalendo, come un salmone, la corrente della Storia. Di sicuro, quando è
partito, sapeva solo una cosa: che la sua famiglia era giunta a Pocenia nel
1929, proveniente da Moimacco, paesetto vicino a Cividale. Per cui, dopo
aver esaurito una breve indagine a Pocenia, è salito fino a Moimacco
dove è stato accolto dal buon parroco che gli ha aperto l’archivio
parrocchiale e dove Nogarino riteneva di essere giunto al capolinea. Sfogliando
all’indietro il vecchio librone dei morti di Moimacco, il nostro si imbatte in
una inattesa e sorprendente notula: “Die 24 martii 1768, Dom.cus Nogaro de
Carnea, de villa Laucho, annorum 33, munitus sanctis.mis Sacram.tis animam Deo
redidit, humatusque fuit in coemeterio S.cte Marie…” Scopre insomma che i
suoi antenati, che lui credeva originari di Moimacco, provenivano invece da
Lauco in Carnia. Accertatosi che il
cognome, spesso erroneamente trascritto o modificato a quei tempi, corrispondeva
al suo, Nogarino ancora trepidante e frastornato risale in macchina e punta
decisamente più a nord: Lauco. E qui, a Lauco, il salmone carnico, trova finalmente il
luogo dove deporre (non le uova) ma la fatica l’ansia e la curiosità perché,
nei grossi vecchi e consunti libroni della chiesa, trova tutto ciò che andava
cercando: le origini. Infatti “Die 4 ms. Aug.; …Beatricem filiam dom.ni Joanne a
Nigro de Laucho et Petrum de Nojaro de ditta villa…”: scopre ciò il
matrimonio del suo più remoto antenato identificabile, Pietro Nogaro, che sposa
Beatrice Del Negro il 4 agosto 1605. Da Pietro Nogaro poi Nogarino ridiscende
tra i vari rami delle generazioni successive e riesce così a completare la
piramide della discendenza della sua famiglia: Nogaro - Nogarin - Nogarino. Questo libro racconta questa storia ed anche l’iconografia di
copertina (un ramo di noce) richiama il concetto di noce in friulano (Noglâr o
Nojâr) da cui deriva appunto questo cognome: Nogarino. Ma questo libro, ancorché
essere solo una arida elencazione di nomi e di date a cascata (che
interesserebbero ovviamente solo un Casato), è assai di più, anzi è molto di
più e il titolo appare riduttivo in quanto non rende forse ragione della varietà
e scrupolosità dei temi trattati. Vediamo: 1. Dei tre paesi toccati dall’indagine, Nogarino traccia
una sintetica storia, preceduta da una affresco generale del Friuli. In
particolare di Lauco, fornisce una serie di notizie storiche ricavate da
vari autorevoli autori (tra cui Furio Bianco) e da ricerca personale negli
archivi del paese carnico. Di particolare significato: l’epidemia di morti tra
i bambini del 1671, le vicinie, l’economia del ‘600-‘700, i lavori, la
libertà delle persone, le costumanze ecc. realizzando una cartolina inedita di
quel Lauco vissuto tra il 1580 e il 1750, anno in cui un Nogaro partì da
Lauco (costretto forse dalla esuberanza demografica locale) e scese a Moimacco,
dove vi era forte richiesta di manodopera… Anche per Moimacco Nogarino
traccia una sintetica storia soffermandosi sul periodo 1750-1929 (periodo
in cui i Nogaro-Nogarino vissero in Moimacco) dominato da una società feudale
con conti-padroni e sotans- sottomessi in tutto, liberi solo di essere
sfruttati; situazione che si perpetuò incredibilmente ed ininterrottamente fino
alle soglie della II guerra mondiale, nonostante il contrabbando di tabacco con
il vicino impero austro-ungarico sopperisse a molte necessità quotidiane…
Infine anche per Torsa-Roveredo (1930-1950) si leggono le note storiche,
caratterizzate pure esse da una ancora anacronistica situazione quasi feudale,
con il colono-mezzadro che non è padrone di nulla ma che deve tutto al
conte-padrone il quale conserva ancora alcuni diritti di stampo medievale:
diritto alle regalie, diritto di sfratto del colono a S. Martino, diritto di
affitto per la casa, diritto di imbrogliare il colono perfino sul peso specifico
del grano… Un invisibile filo di sofferenza e di duro lavoro unisce dunque
questi tre ambienti sociali toccati dai Nogaro in questa loro secolare
migrazione da nord a sud, simile ad una saga d’altri tempi, ricca di umanità
e di valori trasmessi di generazione in generazione. Nella descrizione di questi tre tipi di ambienti sociali,
Nogarino compie forse inconsciamente un confronto e opera delle scelte, se alla
fine così conclude: “L’uomo ha soddisfatto e raggiunto tante sue mete e
ambizioni…ma ha perso l’atmosfera bucolica, idilliaca del nostro cacciatore
carnico che nelle sue uscite sui monti col fucile in spalla vedeva volare in
ampi e lenti cerchi le aquile nell’azzurro cielo”. Nogarino più che un laudator
temporis acti, è invece consapevole che, nonostante tutto, la Carnia
resta ancora quella singolare Terra alta in cui l’uomo è ancora (perché lo
è sempre stato) pienamente libero. 2. Di particolare rilievo ancora in questo agile libro di
Nogarino restano i contributi storici relativi a NOTIZIE SU TOLMEZZO E SU ALCUNE VICINIE DELLA CARNIA: La
Carnia patriarcale e veneta, Gli organi giudiziari di Tolmezzo, Gli ufficiali
della Comunità di Tolmezzo, Lo statuto di Tolmezzo, Statuti delle Vicinie della
Carnia, in cui vengono riportati i tratti salienti di questi istituti. Di
particolare importanza è da segnalare lo STATO DELLE ANIME NEL 1800 A LAUCO
dove l’autore traccia un profilo della società del paese attraverso i vari
mestieri presenti in loco. Anche la storia della MADONNA SOPRA TRAVA
costituisce un prezioso contributo per ricordare una leggenda antica secondo la
quale i neonati morti senza battesimo venivano portati da tutta la Valle in
questa chiesetta dove, dopo lunghe preghiere e invocazioni, parevano riprendere
per un attimo vita, giusto il tempo per impartire loro un veloce battesimo ed
essere poi cristianamente sepolti nel cimitero accanto, con gran sollievo delle
madri sconvolte e sempre più gravi preoccupazioni dell’Inquisizione… 3. Vi sono anche altre cose in questo lavoro di Nogarino
(L’assedio di Osoppo del 1848, Il castelliere di Ariis, Il Contado di
Belgrado…) ma quelle che riguardano in particolare la Carnia restano assai
pregevoli e singolari e meritano l’attenzione non solo (ovviamente) dei
carnici di Lauco ma anche di tutti gli altri carnici sparniçâts dapardut
perché quando un salmone carnico torna a casa, la Carnia deve sempre fare
festa. Il libro, pag.185, è edito da La Nuova Base Editrice e costa 12
euro; sarà ufficialmente presentato a LAUCO in Carnia nell’agosto 2004.
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