Tranvie della Carnia

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Tutti sanno che in Carnia non esistono ferrovie. Pochissimi sono però a conoscenza che fino ai primi anni ’30 del secolo scorso esistevano ben due linee ferroviarie in Carnia: una nella valle del But (Tolmezzo-Paluzza), l’altra nella val Degano (Villa Santina-Comeglians).

Questa esauriente e splendida opera (due volumi, 30 euro) di Giuseppe Nogarino, edita da Calosci Cortona (www.calosci.com) colma una lacuna storico-letteraria che era presente fino a due anni fa e costituisce una vera golosità per gli appassionati di treni (e trenini) ed i cultori delle ferrovie.

Questo lavoro racconta e descrive, riesumandole, le due tratte ferroviarie che, costruite tra il 1916 e 1917 dal Genio Militare per scopi bellici, vennero poi, a guerra conclusa, a svolgere un eccellente ruolo civile fino al 1931-35 per tutte le popolazioni delle due principali valli di Carnia, mediante il trasporto di persone e di merci (legname, marmo, caolino, carbone…).

Erano tratte ferroviarie a scartamento ridotto (mm 750), che, costruite in brevissimo tempo, utilizzavano spesso come propria sede il fondo stradale preesistente anche se per alcuni tratti avevano sede propria, come documentano ancora i residui terrapieni osservabili di tanto in tanto lungo l’antico percorso e le gallerie tuttora esistenti lungo la strada.

Un viaggio di soli Km 20 durava in genere 70 minuti, le fermate ad ogni paese erano a richiesta, i vagoni non erano comunicanti tra loro, non esistevano porte, si saliva e si scendeva in corsa… Insomma per farla breve: un trenino da Far West, con tanto di macchinista-fuochista e di motrice a vapore, che, lanciando acutissimi fischi, saliva sbuffando le due valli e ridiscendeva caracollando carico di legname...

Il primo volume, oltre a descrivere minuziosamente le stazioncine ed il percorso delle due ferrovie nei territori dei vari Comuni attraversati, presenta una serie splendida di foto in b/n alcune delle quali già edite ma tantissime inedite, che mostrano l’aspetto della Carnia di un secolo fa, quando la linea ferroviaria aveva portato nel profondo nord una ventata di progresso e di tecnologia avanzata di cui i valligiani andavano fieri.

Si fanno davvero scoperte interessantissime sfogliando queste pagine, dietro ognuna delle quali si cela una novità o una sorpresa. 

Il secondo volume raccoglie la precisa e utilissima cartografia delle due linee ferroviarie, sicchè ciascuno può verificare personalmente il percorso attraverso campi, paesi e villaggi, da un capolinea all’altro.

Il libro si concede anche ad altri temi: l’armamento ferroviario merci e passeggeri, le motrici, i binari… ma anche: cenni storici sui paesi attraversati, sul folclore, sulle leggende.

Infine una intelligente proposta-provocazione:

perché non inventare una CIRCOLARE FERROVIARIA TURISTICA DELLA CARNIA?

L’autore lancia l’idea (Tolmezzo- Villa Santina- Ovaro- Comeglians- Ravascletto- Cercivento- Sutrio- Paluzza- Arta Terme- Tolmezzo) e attende risposta.

Sarà dura, lunga e difficile questa risposta da parte degli organi cosiddetti competenti, ma nel medio-lungo periodo, quando la Carnia delle Valli sarà diventata una riserva indiana, può darsi che questa ferrovia turistica si farà davvero a beneficio… dei cittadini annoiati che invaderanno nel week end la Carnia selvaggia e spopolata alla ricerca di emozioni perdute.

 

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