IL SACRIFICIO DELLA MESSA
la bellezza della liturgia antica

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Il 7 luglio 2007 il papa Benedetto XVI pubblicò il Motu Proprio "Summorum Pontificum" con il quale ripristinava (per chi lo desiderasse) la messa tradizionale in latino come forma straordinaria della messa cattolica, ferma restando la forma ordinaria post-conciliare in ogni lingua nazionale.

Il 16 luglio 2021 il papa Francesco con il Motu Proprio "Traditionis custodes", abolisce di fatto l'uso della forma straordinaria in latino, mantenendo valida la sola forma ordinaria post-conciliare nelle lingue nazionali.


Il 10 novembre 2021 don Alberto Zanier di Arta Terme, laureato in Teologia Fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e Delegato del Vescovo per il Rito Antico in Diocesi di Udine, alla cristica età di 33 anni dà alle stampe:

Alla vista di questo peculiare libro, tipograficamente perfetto, ho scosso un po' (tanto) la testa, ritenendolo un lavoro compiuto fuori tempo massimo, la ricognizione postuma di un reperto archeologico vecchio di almeno 55 anni (dal 1966 non è più in vigore la messa in latino!). Pur essendo un discreto cultore della liturgia antica, ero avviluppato da tanti pregiudizi sia sul giovane autore che sul resuscitato (amato) tema.

L'autore mi è amico di vecchia data, pur tuttavia nutrivo forti riserve su di lui, forse condizionato dai non benevoli commenti dei suoi confratelli maggiori che, vecchi ormai e tenacemente progressisti nella maggioranza dei casi, lo tollerano quando non lo denigrano caritatevolmente in camera charitatis come anticonciliare, settario, estetizzante, leguleio, superficiale, divisivo... anche se "Charitas Christi urget nos".
Con questi sentimenti contrastanti, mi sono accostato a questo libro (250 pagine, euro 19, Ediz. Fede&Cultura, Verona) e ne ho faticosamente iniziato la lettura, ben sapendo però che l'argomento mi era noto (così credevo), come può essere noto agli ultra 65enni, solo se però hanno assiduamente frequentato la parrocchia come chierichetti nella loro fanciullezza (oggi si chiamano ministranti o inservienti).

Dopo alcune dense pagine, mi sono reso conto che, come scrive anche l'autore a pagina 76, mi trovavo di fronte ad un "minitrattato sulla messa", dove ogni gesto, ogni parola, ogni frase, ogni posizone, ogni oggetto vengono accuratamente spiegati e descritti con argomentazioni storiche e scientifiche, con approfondimenti e rimandi precisi e puntuali, a volte con dotte conclusioni, avendo come bussola di orientamento e consultazione nientemeno che gli scritti del papa Innocenzo III (proprio quello di san Francesco d'Assisi) e gli sterminati studi del francese Prosper Gueranger il quale, tra il 1841 ed il 1866, pubblicò ben 4 tomi sulla Liturgia Cattolica per complessive 2106 pagine.

Ebbene l'autore, dopo una esaustiva e chiara premessa, va ad analizzare via via ogni parte della messa antica, dando conto perfino delle sfumature e dei minimi particolari (che io, assiduo chierichetto, mai avevo notato nè tantomeno valorizzato o capito).
Suddivide poi la messa in 3 distinte parti ad ognuna delle quali assegna una funzione e un ruolo, che nella economia globale del rito, si intersecano e si richiamano. Ovviamente la parte più pregnante e sviscerata è il Canone (Canon Missæ) che riveste una importanza decisiva autonoma, con le sue orazioni, i suoi 25 segni di croce e le sue immutate formule vecchie di millenni, i suoi simboli e i suoi continui e ripetuti stereotipi, aventi ognuno il proprio specifico significato... E qui occorre anche dire che l'unico papa che nei due millenni ha osato mutare il Canone è stato Giovanni XXIII nel 1962, quando ha inserito anche San Giuseppe nella prima serie di Santi invocati, aprendo la strada a numerose vere e proprie violazioni che sono intervenute e interverranno in futuro...

Forse le eccessive (seppure pertinenti) note e le troppe maiuscole disturbano un po' la lettura che a tratti, per lo specifico argomento toccato, diventa ostica e difficoltosa (vedi pag 198 ma anche per i problemi sollevati da: una cum... enim... hæc omnia...).
Nel complesso però si gusta e si ritrova una moltitudine di sorprendenti scoperte, mentre manca del tutto ogni accento polemico o di contrasto (non una parola sul "pro multis" diventato "per tutti" nè una critica alla recente correzione del "Padre nostro", anzi una ulteriore convinta spiegazione...).

Ma ecco alcune significative curiosità del rito antico, talune davvero incredibili, che punteggiano e alleggeriscono questo non sempre facile libro:
pag. 32: "... come la parte superiore del turibolo è legata alla parte inferiore da tre catenelle..."
pag. 71: "... si può dire che nell'Offertorio offresi il Corpo e il Sangue di Gesù e non pane e vino..."
pag. 79: "... il sacerdote nasconde la patena sotto il corporale per indicare la fuga o il nascondiglio degli apostoli..."
pag. 85: "... non benedice l'acqua nelle messe dei defunti perchè non ha più alcuna autorità sulle anime del Purgatorio..."
pag. 87: "... col turibolo fa due giri antiorari e un giro orario..."
pag. 150: "... il sacerdote che omettesse l'enim, commetterebbe un peccato..."
pag. 156: "... se un sacerdote venisse a perdere il dito indice occorrerebbe un permesso speciale del papa per toccare il Corpo del Signore con un altro dito..."

Certamente la scrittura dell'autore rivela una preparazione approfondita e vasta, una consuetudine accademica matura, una familiarità con la materia assolutamente esemplare, anche se a volte (poche) questa narrazione può diventare prolissa o ripetitiva, specie se è mancata una esplicativa iconografia in b/n che avrebbe senz'altro aiutato il lettore giovane, del tutto estraneo a questo "mondo antico", non avendo egli alcun ricordo o racconto del passato.

Un'ultima curiosità: pur essendo un libro scritto da un prete, non compare il fatidico Nihil obstat quominus imprimatur di tridentina memoria, forse perchè tale uso è stato definitivamente abolito dalla Chiesa. Tuttavia, da una attenta lettura, non può sfuggire che vi sia stata una supervisione del vescovo o di un suo delegato.

Bravo comunque e grazie don Alberto che ci (ri)fai gustare e apprezzare la bellezza incomparabile della liturgia cattolica antica!

Addendum
"Si tratta di un volume che raccoglie le catechesi tenute da don Alberto, nel corso degli anni, ai fedeli del Coetus della Carnia, per approfondire la conoscenza del Sacrificio della Messa, la sua ricchezza teologica, la sua fecondità spirituale e la sua attualità ecclesiale, così da fornire al fedele un aiuto per accostarsi ai Divini misteri con rinnovata coscienza e fede".

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Al termine della lettura di questo non sempre facile ma importante libro, viene spontaneo un confronto con la Messa di oggi che sembra più una vivace assemblea di condominio (diversa da paese a paese) dove il presidente facente funzione parla, gesticola, canta, crea, inventa... dove il silenzio è stato completamente bandito... dove canti improbabili si alternano senza tregua... dove di sacrale non vi è più nulla... dove tutto è talmente chiaro e trasparente che non servirebbe più neppure la predica diventata tautologia... dove la predica è a volte un mix socio-politico... dove le prediche sono tre ma anche cinque...
Insomma più che una Messa cattolica, una Cena del Signore luterana con tutte le sue variopinte e creative espressioni...

Per ulteriori approfondimenti vedi anche DIOCESI DI ZUGLIO

 

 

 


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