L'ombrello a sediolino

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E' questo il quinto romanzo di Claudio Calandra, carnico-paluzzano di Modena, che in questo lavoro della sua prima senilità affronta lo spinoso tema dell'amore nella senilità.

Fin troppo facile dunque individuare elementi autobiografici in questo libro, elementi che occhieggiano qua e là e che, alla fine, fanno quasi tirare un lungo sospiro di sollievo... sempre pensando all'autore.

La trama ovviamente non può essere propalata, ma gli aspetti particolari del romanzo, questi si.

Innanzitutto un leggero pizzico di Carnia (che, come il sale, dà sapore nostrano al romanzo): Naunina, Paluzza, Picigjel, Sommavilla... E non poteva essere diversamente, non poteva mancare questo sale sapienziale in un lavoro di Calandra, che ci ha ormai abituati da tempo ad assaporare la Carnia, seppure in dosi omeopatiche, in ogni suo lavoro letterario.

 

Il modo di scrivere costituisce il secondo singolare aspetto di questo autore: una scrittura lieve, precisa ma non ricercata, a tratti ironica ma mai sarcastica, una scrittura che si adatta alla situazione contingente al punto che non disdegna, al momento giusto, di infilare magari la parola pesante a rendere concretamente verace la scena o lo stato d'animo del personaggio...

Ed infine l'indagine psicologica, sia dei personaggi femminili che di quelli maschili, la quale appare davvero convincente e direi rigorosa e che prova efficacemente come l'autore conosca a fondo le più recondite corde dell'animo umano e le sappia poi farle vibrare nei momenti topici della narrazione...

La intelaiatura del romanzo e la sua architettura mi sono apparsi molto originali e sorprendenti in diversi punti e ne ho particolarmente apprezzato la derivazione del titolo stesso, il cui artificio letterario è stato particolarmente indovinato e molto utile per l'intera economia del racconto...

La tematica affrontata è particolare: un settantenne che rivive (o crede di rivivere) una seconda giovinezza, con alterne vicende che si sviluppano convulsamente tra l'Italia, l'America e la Spagna, ma...

Un libro da gustare con calma senile e senza angustianti attese e che, a mio avviso, si discosta un po' dai precedenti lavori di Calandra, per il semplice motivo che...

 

 

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