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MISSALE
AQUILEYENSIS ECCLESIE
1517
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Ho
ritenuto opportuno e ragionevole inserire nella nostra biblioteca
di Carnia questo capolavoro storico-tipografico-letterario-religioso per
i motivi che andrò a elencare.
Come premessa debbo innanzitutto sottolineare
che questo libro è rivolto sprattutto agli studiosi (storici,
linguisti, musicologi, liturgisti ecc.), ma credo sinceramente che
possa incontrare l'interesse anche degli amanti e cultori
della nostra storia locale,
e nello specifico anche di coloro che visitano questo sito alla ricerca
delle proprie radici.
L'importanza
di questo splendido
lavoro
si comprenderà
alla
fine
della lettura di queste note, che suggerisco di leggere dopo aver
magari rivisitato il balcon DIOCESI DI ZUGLIO e la sezione STORIA
DI CARNIA, per poter usufruire di una cornice storica entro cui inserire
e meglio comprendere quest'opera.
Ricordo solo brevemente che Aquileia,
per oltre un millennio, fino alla soppressione del Patriarcato avvenuta
nel 1751, fu
il centro spirituale della più ampia diocesi d'Europa, accomunando
nella
stessa
fede e solidarietà latini, tedeschi e slavi. La liturgia
aquileiese,
che ebbe nei secoli caratteristiche tutte particolari, fu lentamente
assorbita nel rito romano dopo il Concilio di Trento e fu purtroppo
definitivamente soppressa nel 1596.
Il Missale fa parte di una
serie di 5 edizioni apparse tra il 1494 e il 1519.
Del Missale qui
riprodotto esistono solo 7 copie, custodite in biblioteche
dell'Italia Settentrionale e della Slovenia. Gran parte di queste
copie sono
rovinate o parzialmente monche; l'esemplare qui riprodotto è completo
ed in buono stato di conservazione e si trova ora ospitato nella
Biblioteca Palatina di Parma. Ed ora alcune considerazioni:
1. L'editrice
di questo libro è nientemeno che la LEV (Libreria
Editrice Vaticana) che assieme al friulano Istituto Pio
Paschini, nel 2007, ha deciso la pubblicazione di quest'opera di
alto valore intrinseco e bellezza
estrinseca (prezzo di copertina: solo euro 43) all'interno di una corposa
Collana denominata "Monumenta Studia Instrumenta Liturgica".
E se la LEV ha operato questa scelta, significa davvero che ci
troviamo di fronte a qualcosa di eccezionale, che appaga l'occhio
e lo spirito.
2. Questo
libro presenta la edizione anastatica di
un antico messale aquileiese,
stampato a Venezia da Pietro Liechtenstein nell'agosto 1517 (prima dunque
del Concilio di Trento). Edizione anastatica significa copia
conforme all'originale, le cui caratteristiche sono le seguenti:
- formato da pagine 416; ogni pagina presenta due colonne di stampa
di 46 righe l'una, in carattere gotico e lingua latina;
colori utilizzati: nero
e rosso. Il
testo, pur presentando inizialmente alcune difficoltà di lettura
a causa di molte
abbreviazioni allora in uso,
risulta poi in effetti di facile approccio e comprensione, nonostante
il carattere gotico utilizzato.
- presenza di molte pagine musicate su tetracordo gregoriano,
che palesano il gusto musicale del tempo (molte di queste melodie sono
oggi del tutto abbandonate o sconosciute).
- decorazioni con molte xilografie che precedono i singoli testi o che
figurano da capolettera.
- vi sono anche alcune grandi decorazioni che impreziosiscono il testo
(come quella all'inizio del Canone, riprodotta in copertina).
3. Il Missale è preceduto e seguito
da una serie di spiegazioni
tecniche e dall'apparato
critico, svolto dal prete friulano Giuseppe Peressotti, il
quale offre una esauriente traccia metodologica per comprendere
la singolarità
di questo capolavoro e decriptarne i contenuti che sono assai vari:
oltre alla messa tradizionale del tempo, vi sono inserite formule,
orazioni, ecc. del tutto particolari che evidenziano la assoluta
peculiarità
di questa Chiesa locale aquileiese (la cui giurisdizione comprendeva
anche la Carnia) e che si distingueva da Roma anche nella
liturgia, di cui era sommamente gelosa ed orgogliosa. Peressotti
fornisce anche un breve excursus storico che inquadra la situazione
locale del tempo.
4. Curiosità
particolari del Missale:
Vi è una specifica missa
contra morbum gallicum (al n. 4451) cioè contro
quella diffusissima malattia (chiamata nelle orazioni ulcus
pessimum)
che Girolamo Fracastoro (1478-1553) chiamerà
sifilide; a differenza della peste però, che era ritenuta
un flagello collettivo data la sua contagiosità aericola,
la sifile era ritenuta
una malattia personale, contratta a causa di un peccato individuale;
i sifilitici erano aborriti e isolati dalla società come
dei lebbrosi e per loro erano stati allestiti i cosiddetti "ospedali
degli incurabili".
A causa delle continue scorrerie dei Turchi
nella Patria del Friuli, la Chiesa aquleiese
aveva approntato in quegli anni anche una missa
contra turcos sive paganos, in cui si pregava
così: "...ut gentes paganorum et hereticorum
quae in sua ferocitate confidunt, dextera tuae potentiae comprimantur...".
Ricordo che la più feroce e lunga delle invasioni del
Friuli avvenne nel 1499, quando i Turchi, dopo aver saccheggiato
ed ucciso per settimane, deportarono nelle loro terre oltre 25.000
(venticinquemila) uomini, donne e bambini friulani! Nel goriziano,
presso Cormons, esiste ancora il Cjamp dai Turcs e a
Marano Lagunare (vicino a Lignano) vi è ancora una calle che
porta il nome di Turchia.
Vi sono inoltre preghiere per varie situazioni contingenti, per
la pace, contro le pestilenze...
5. Gli
attuali arcivescovi
di Udine e Gorizia, Brollo e De Antoni (eredi spirituali
del Patriarcato di Aquileia) scrivono nella presentazione dell'opera: "...
la riedizione del Missale avviene in un tempo certamente distratto
e disinteressato
alla preghiera,
specialmente
a quella fatta in forma ecclesiale. Si preferiscono altri modi e
forme di preghiera. Sembra contare oggi più l'individuo che
la comunità;
si favorisce più la spontaneità che la ritualità.
In questo contesto apparentemente sfavorevole risulterà emblematico
riscoprire ed apprezzare non solo l'antico, ma ciò che l'antico
ci ha insegnato ed ora rischiamo di smarrire, appunto il pregare
cum Ecclesia et in Ecclesia. ...possa
non solo ravvivare il ricordo del passato ma, rimirando le memorie,
stimoli oggi le nostre genti a riscoprire il fascino della liturgia
e soprattutto a viverla con partecipazione da parte di tutto il popolo
cristiano".
Scorrendo con ansia trepidazione e curiosità queste pagine,
ti ritrovi di fronte alla riemersa testimonianza di
una comunità
cristiana
(quella
friulo-carnica)
che nell'assemblea ecclesiale riconsidera le vicende del territorio
e, con la forza della Parola e l'aiuto delo Spirito, affronta le
medesime vicende. Traspare così la fede viva di una comunità locale,
una fede radicata nella storia. Che è la nostra storia.
Questo Missale ha oltre 500
anni, ma non li dimostra affatto, se appena si considera la situazione
attuale del mondo, la contingenza italiana e la quotididianita di
Carnia.