LA FONTANA DI LUINT

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La storia, lunga e complessa, della vecchia fontana di Luint era rimasta ignota alla gente del borgo carnico fino al 2001, allorchè Bianca Agarinis Magrini, rovistando tra le numerosissime carte dell'Archivio-Epistolario Lupieri nel costante intento di mettervi ordine definitivo, scoprì un discreto fascicolo interamente dedicato a questa fontana, divenuta col tempo uno dei simboli più significativi del paese.
Il racconto di questa fontana si snoda, con toni da romanzo civile, attraverso le varie vicende vissute dai luintini e in specie dal loro rappresentante di spicco, il dottor Gio Batta Lupieri, il quale, anche in questa non marginale avventura, svolge un ruolo di protagonista di primissimo piano.
Nell'inverno del 1820, la fontana (vasca di legno con tubature in pino perforato), indispensabile non solo agli abitanti di Luint ma anche agli animali, si guasta e non dà più acqua; Lupieri allora si fa carico dell'immediato ripristino confidando in una futura remunerazione da parte della Delegazione Comunale, la quale invece...
Nel novembre del 1834 la storia si ripete e la gente del borgo è di nuovo alla prese con questo cruciale problema di quasi sopravvivenza, rappresentato da una costruzione di legno che non garantisce più nè la adeguata portata nè l'igiene.... Ancora una volta Lupieri, memore delle passata vicenda, suggerisce ai compaesani di rivolgersi prima all'autorità costituita per poter riparare il guasto ma...
Nel 1839 i luintini sollecitano la Deputazione Comunale poi il Commissario Distrettuale infine la Congregazione Provinciale per un progetto definitivo della fontana ma tutto si arena nei meandri della burocrazia...
Nel 1841 la Deputazione Comunale di Mione comunica al capo-frazione di Luint che la Congregazione Provinciale ha dato finalmente mandato per la costruzione di una fontana in pietra!
Siccome le casse della Provincia sono esauste, suggerisce di farsi prestare del denaro dalla dirimpettaia Comune di Ovaro: non sia mai! Quelli della Comune di Mione non ci stanno e si sentono offesi: noi con chei di là da l'aga non abbiamo nulla da spartire! Che fare?...
Finalmente si redige un contratto per la costruzione di questa benedetta fontana, redatto fin nei minimissimi particolari, per evitare interpretazioni unilaterali ma già un tale impresario, ad inizio lavori, si appropria indebitamente del tavolame della vecchia fontana, che è stata appena smantellata per fare posto a quella di pietra...
Durante i lavori, Lupieri sta sempre lì a controllare e si accorge che la lenta realizzazione dell'opera appare già diversa dal disegno del progetto, allora...
Finalmente nel 1845 la fontana di pietra (con annesso lavatoio sempre in pietra) è inaugurata e tutti... vissero felici e contenti?
Macchè: nel 1855 si pensa di doverla spostare sia per motivi idraulici e di smaltimento sia per motivi anche personali. Lupieri desidera infatti che la fontana sia più vicina a casa sua per poterne eventualmente derivare una parte da introdurre nel proprio cortile privato! Però bisogna convincere il popolo luintino a pro di questa soluzione e Lupieri, ottimo rappresentante del popolo e insuperabile oratore/scrittore, cerca ora in ogni modo di fare coincidere l'utilità pubblica con quella privata... E ci riesce mirabilmente (del resto chi può obiettargli qualcosa?): a totali sue spese, il dottore fa trasferire la fontana di pietra (con annesso lavatoio e copertura in tegole) in una piazzetta attigua a casa sua e tutto viene meticolosamente previsto e redatto in un originale contratto controfirmato dai capifamiglia di Luint da un lato e dal dr. Antonio Magrini di Udine, genero del Lupieri, dall'altro.
Ma nel 1860 una forte urgano danneggia irrimediabilmente sia il ponte di legno che le tubature da esso sostenute e la fontana miseramente non dà più acqua nè ai luintini nè a Lupieri. I paesani allora...
Ma la strada dissestata dalle alluvioni chi la ripara? Lupieri scrive alle diverse Superiorità e si lamenta di questi funzionari governativi che "vengono in questa estrema parte dell'Italia con mala prevenzione, come se la Carnia fosse la Siberia". La burocrazia dunque...
Ma la fontana di Luint (come quella "sorella" di Luincis e come quelle delle 8 frazioni del Comune di Mione) costano tantissimo in manutenzione, specialmente ora che tutti i piccoli villaggi, dopo la riforma napoleonica (mantenuta anche dall'Austria), fanno capo ad una sola Comune e non esiste più il contributo personale dei singoli abitanti per i lavori urgenti della piccola Comunità ed allora: regolamenti di manutenzione (1862), inviti, promesse, minacce... Intanto ciascuno comincia a "pensare diverso, all'italiana": ci pensi la Comune, perbacco!

Nel 1970, la fontana (che forse dà fastidio e non riveste più il ruolo essenziale degli anni passati) viene nuovamente spostata (lavatoio e tetto sono già stati eliminati qualche decennio prima) in un punto più eccentrico della piazza di Luint, per fare posto ai parcheggi per le vetture (sic!)...

Ora è lì, la bella fontana di Luint, mutila delle sue naturali propaggini anche se ancora "sovrastata dall'imponente noce che la ombreggia durante le brevi calure estive", offrendo sempre un'acqua limpida e fresca che in città neppure sognano.

E' questo un libretto (tascabile!) che avvince per tutte queste vicende che ruotano attorno ad una fontana divenuta nel tempo un simbolo di riscatto sociale per una intera piccola comunità.
Ma avvince e stupisce anche per la variopinta serie di spunti incredibilmente attuali che sa offrire.

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