Si tratta di un leggero, quasi diafano, racconto (in versione friulana e italiana) che narra di un "viaggio di fede" da Treppo Carnico fino a Gemona, compiuto a piedi da nonna e nipote per adempiere ad un voto fatto a S. Antonio... Il friulano è quello tipico di Nojariis di Sutrio ma l'anima che vi scorre è quella semplice e francescanamente candida di una donna di Carnia del secolo scorso... I disegni acquarellati di Otto D'Angelo vivacizzano con sobrietà e gusto queste paginette che hanno il sapore del "Marcellino pane e vino" della nostra infanzia... I lettori di questo racconto lieve avvertiranno alla fine un sottile fremito di commozione, che farà vibrare per un solo attimo ricordi e sogni infantili... Una scrittura dolcissima dunque, che lascerà tutti più buoni... Anche questo piccolo contributo di Manuela Quaglia costituisce un minuscolo tassello per una comprensione più ampia della Carnia che fu.
|
|