LA CARNIA
la nostra casa

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La "Edizioni Biblioteca dell'Immagine" di Pordenone ha dato alle stampe questo importante atlante a colori (con copertina cartonata e sovracopertina: euro 29) che contiene tutte le mappe del catasto, relative all'epoca napoleonica, riguardanti non solo i capoluoghi degli attuali 28 comuni di Carnia ma anche di quei piccoli paesi che allora (inizio '800) erano essi stessi comuni autonomi (oggi sono solo frazioni di comuni più grandi), come Andrazza, Avaglio, Calgaretto, Cesclans, Clavais, Cleulis, Collina, Colza, Corso, Culzei, Dierico, Dilignidis, Feltrone, Fielis, Fusea, Gracco, Illegio, Imponzo, Lateis, Liariis, Lovea, Luincis, Mauria, Mediana, Mediis, Mione, Ovasta, Muina, Oltris, Osaiis, Ovasta, Priola, Salino, Sigiletto, Somplago, Sostasio, Terzo, Timau, Trava, Tualis, Valpicetto, Varmost, Viaso, Vinadia, Vuezzis, Zovello.

Tra i comuni carnici, sono qui compresi anche alcuni comuni del Canal del Ferro (Moggio, Chiusaforte, Resia, Resiutta, Dogna, Pontebba...) che, pur non facendo parte della Carnia geografica, hanno sempre fatto riferimento a Tolmezzo ed al suo territorio.

 

Le mappe sono riprodotte fedelissimamente, a colori come nell'originale manoscritto, con tutte le particolari descrizioni ed i dettagli più curiosi cosicchè uno stesso (attuale) comune può comprendere più mappe riguardanti le sue (odierne) frazioni.

Dalla attenta osservazione di queste carte topografiche (eseguite ed utilizzate dapprima dal Catasto napoleonico, poi da quello austriaco ed infine fatte proprie da quello italiano: praticamente da tutti i vari occupanti/invasori che si sono susseguiti nel tempo) si possono agevolmente comprendere i profondi mutamenti che sono intervenuti nel tessuto urbano e nel territorio circostante, nell'arco degli ultimi due secoli.

Direi che queste pagine rivelano anche un tipico elemento del carattere del carnico, proverbialmente individualista e poco incline a socializzare: la assurda e microscopica parcellizzazione dei terreni indica davvero quest'indole atavica che si ostina a pretendere e far valere ogni più piccolo diritto individuale a scapito di un bene comune superiore, che potrebbe ricadere beneficamente poi sull'intera collettività (quel che è sempre successo ad esempio con i Masi nel Trentino- Sud Tirolo, che saputo da sempre evitare la nostra dannosissima polverizzazione fondiaria, fonte di tantissimi problemi e guai, non ultimo l'abbandono e l'incuria attuali del territorio).

Ottima la presentazione di Giuseppe Bariviera che in poche esaurienti pagine delinea l'aspetto tecnico e la storia del Catasto particellare.

Tipograficamente è un prodotto perfetto, un vero gioiello editoriale, che vale davvero il suo prezzo!

 

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