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CARNIA
dalle storie ignorate al mito...
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Nonostante un titolo dal vago richiamo Wertmülleriano ed una copertina fin troppo affollata che sa di depliant pubblicitario (cosa di cui mi sono lamentato in anticipo presso l'autore), ho aperto con curiosità questo secondo lavoro di Guido Della Schiava di Lovea (Arta Terme), non sapendo bene a cosa sarei andato incontro...
Dopo avere attentamente letto ogni pagina (delle ben 174) ed osservato ogni immagine fotografica, mi risulta assai difficile aggettivare in una sintesi finale questo libro.
Mi viene da dire solo: interessante, anzi "molto interessante" (che equivale a "interessantissimo") per i motivi che andrò a elencare:
- dell'autore mi è piaciuto innanzitutto il modo di scrivere, semplice e piano ma nel contempo preciso e dettagliato, con proprietà di termini e di linguaggio che giovano enormemente alla comprensione dei tratti più tecnici e più peculiari (saprà poi il lettore a cosa mi riferisco);
- non pare esservi un filo conduttore
di fondo che dia unitarietà e amalgama al racconto ma probabilmente il tema bellico rappresenta il tessuto connettivo che tiene insieme tutti i capitoli e le tematiche svolte, imperniati sulla assoluta inedita novità del raccontato (e quindi ignoto alla stragrande maggioranza dei carnici, che tra l'altro leggono anche pochino);
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per questi motivi, amo paragonare questo lavoro multitematico incentrato sulla Carnia ad un ottimo minestrone nostrano, genuino perchè fatto in casa con ingredienti autoctoni, meticolosamente selezionati, magistralmente accostati, sapientemente mescolati e sorprendentemente inediti, che conservano il magico sapore delle nostre silenziose valli e dei nostri chiassosi torrenti, delle donne riservate e degli uomini ruvidi e dei bambini insurîts che vivono (vissero) su queste montagne aspre e selvagge;
- ed allora ecco quali sono questi mirabili ingredienti: aerei che si schiantano sul Sernio, aerei che sono abbattuti nell'Incarojo, aerei che si scontrano in volo sopra lo Zoncolan; la quotidianità in tempo di guerra a Lovea;
Mussolini Benito Amilcare Andrea Giglio maestro a Tolmezzo e soldato-bersagliere "sulla fronte Carnia"; Francesco Baracca in Val Chiarsò e altrove; i partigiani della II guerra mondiale, i cosacchi, i piloti alleati nascosti, il paracadute riutilizzato...
- tra tutti questi (ripeto) inediti ingredienti, i più coinvolgenti e più intriganti mi sono parsi quelli relativi alla
* caduta dei vari aerei sui nostri monti (dove l'autore espone tutti i risultati delle sue meticolose lunghe e sfibranti ricerche estese a 360°, con ampio e incredibile apporto di documentazione, sia scritta che iconografica!),
* quello relativo al soggiorno mussoliniano in Carnia (con notizie assolutamente inedite, gustose, sapide, soprattutto vere) ed ovviamente (dulcis in fundo)
* quello relativo alla vicenda Baracca-Ferrari, dalla cui fusione-transfert è poi originato il famoso logo Ferrari (su questa storia, che non ha ancora conosciuto però la parola "fine", Della Schiava ha a lungo indagato e dedotto, approfondito e verificato, accettato o respinto, valutato e scartato, pervenendo ad una sua logica ipotesi che apparirà la più probabile e credibile anche per il lettore).
- da sottolineare ancora
altri sapori di Carnia confluiti in questo prelibato denso e fumante minestrone:
* l'apoteosi del monte Sernio (una delle meraviglie di Carnia) evocato dall'autore con rapidi tocchi di delicato e personale pennello...
* il "puint das cuardes" ricordato con sottile nostalgia e riproposto con rara immagine d'epoca mentre è attraversato da ben due preti in tonaca d'ordinanza...
* gli aneddoti ricavati da vari libri parrocchiali del tempo, che bene esprimono le preoccupazioni pastorali di tutti quei sacerdoti "assediati" dalla soldataglia italiana (che insidia le giovani pecorelle loro affidate) o che sono sbigottiti per le varie case di prostituzione sbocciate qua e là come funghi...
* la figura di un prete spicca su tutti, quella di pra' Rinaldo, uomo dal multiforme ingegno e dalla acuta creatività che operò a Lovea durante l'intero periodo bellico della II guerra mondiale...
- tra le splendide e inedite foto a corredo, moltissime colpiscono per la loro freschezza e naturalezza:
* quelle che ritraggono alcuni loveani in abito da festa ed in posa sulla passerella del Chiarsò spumeggiante, costituita da tronchi di abete;
* quelle che mostrano l'interno dell'osteria e le fasi della fluitazione del legname;
* la ricchissima documentazione relativa ai vari aereoplani coinvolti;
* la foto segnaletica svizzera del futuro duce;
* l'aereo austriaco colpito da Baracca nel Selet-Predenon nell'Incarojo, attorniato da illustri personaggi;
* l' evoluzione grafica del logo Baracca-Ferrari...
Una insolita ed estemporanea chiusa per questo insolito e originale libro è costituita dal "saluto agli amici volati via":
si tratta di Piter (Selenati Uberto di Sutrio), Palito (Selenati Mauro di Sutrio), Topo (D'Orlando Stefano di Tolmezzo), tutti amanti del volo a vela e pionieri assoluti di questa rischiosa specialità "aerea".
L'autore, non avendo alcuno sponsor, ha dovuto sobbarcarsi personalmente l'intero costo della stampa e della distribuzione, e questo aspetto accresce ulteriormente l'apprezzamento per Della Schiava.
Un' unica riserva ritengo di dover addurre: alcune inutili ripetizioni (specie nel finale) e tanti refusi tipografici, segno di eccessivo "fâ di bessol" e di troppa fretta editoriale, abbassano il voto complessivo dell'opera, che, pur restando alto, avrebbe certamente meritato la lode per tutti i motivi sopra espressi!
Altri appunti su questo libro di Guido della Schiava sono stati scritti da Igino Piutti nel suo Blog.