|
IL BASTIAN CONTRARIO
|
|
Un libro difficile che ha comportato una difficile e faticosa lettura prima ed una altrettanto faticosa (per certi aspetti) speculare recensione poi. Un libro da prendere a piccole dosi (come suggerisce l'autrice Liana Soligo); diversamente si rischia il blocco mentale...
L'autrice (che non conosco) è una carnica di Ampezzo per parte materna ed abita a Milano: questo è uno dei motivi per cui questo suo lavoro è legittimamente ospitato qui; gli altri li conosceremo più avanti...
Ho preso in mano questo Bastian Contrario e, a passi lenti e misurati, ora sono arrivato alla ultima pagina...
Che dire? Non saprei da dove iniziare... Dal titolo direi: Bastian Contrario è l'autrice oppure è Dio? Oppure entrambi?
La cifra del tuo stile di scrittura, ormai la conosco e resta immutata. Sia "Puzzle" (ancora in gestazione) che il "Trattatello sulla Scuola" presentano la medesima caratteristica: ogni paragrafo fa storia a sé e pare avere in se stesso un senso compiuto. Per cui il tuo libro puoi aprirlo ad una pagina qualsiasi e lì trovi sempre un testo comprensibile e sintetico che non ha bisogno delle pagine precedenti. Mi viene in mente il brillante e apodittico scrittore colombiano Nicolas Gomes Davila col suo "In margine a un testo implicito" dove non si trovano semplici aneddoti ma si ha quasi la sensazione di leggere delle note a margine di un testo (invisibile) che si conosce già. E il testo invisibile di questo libro è la tua vita, Liana, e siccome il tuo scrivere è costituito da tante ineguali tessere indipendenti, lo sarà anche questa modesta e incompletissima recensione, i cui lacerti potranno essere letti autonomamente l'uno dall'altro.
- In queste pagine, tu dunque vai sempre avanti e indietro nel tempo come anche nella vita, dove passeggi disinvoltamente tra passato remoto e passato prossimo e di questa palindromia mnemonico-letteraria tu sembri prigioniera, ben sapendo che forse ti aiuta a sopportare il tempo che passa (per tutti) ma tempus inesorabile fugit. E il tuo stile pare proprio un inconsapevole esorcismo contro il tempo, che in queste pagine è ridotto e compresso solo al presente...
- Questo, più che un diario, sembra il giornale dell' anima, di un anima perennemente in ansia di vivere (nevrosi) che si ritrova sempre nel vissuto e mai nel "vivendum"... E immagina e rievoca e si figura e si dibatte in se stessa...
- Grandissime e originali e profonde intuizioni sia antropologiche che filosofico-religiose spuntano tra le righe ma vengono mescolate con semplicità e nonchalanche nella consueta (banale) quotidianità che tutto diluisce e stempera. Moltissime mi obbligano a soffermarmi e a rileggere... richiedono sempre concentrazione e riflessione, spesso una pausa prolungata, a volte scatenano la chiusura indispettita del libro...
- La tua personale esperienza in ambito educativo ha fatto maturare in te una concezione della scuola eccessivamente aperta e quasi "naturalistica", che va oltre Montessori ed epigoni vari (da don Mazzolari a don Balducci) e che (a mio modesto e incompetente parere) non sarebbe in grado di "fare crescere" armonicamente giovani esistenze che richiedono di essere orientate e plasmate per poter rispondere alle sempre più difficili e concrete sfide di una vita che sarà oltremodo ostile.
- Qualche fruçon di Carnia compare qua e là, quasi caduto per caso da un desco troppo affollato... Ma non riesce a imprimere se non un minimo agrodolce sapore a questo zibaldone dell'anima che trova perfino nel tuo cognome il proprio marchio di fabbrica (nomen omen) e quasi la propria ragione sociale.
- La solitudine di SOLIgo infatti è la forza motrice di tutto l'impianto narrativo ed il sostegno essenziale di una autobiografia difficile da vivere e più difficile ancora da raccontare. Una solitudine che si alimenta con la compulsiva lettura di romanzi, con la visione ricorrente di film, con frequenti bramati brevi o lunghi viaggi, con pochissime vere amicizie... Una affannosa ricerca di sè, un continuo rincorrere verso un proprio baricentro che, beffardamente, si sposta sempre più avanti senza possibilità di essere mai raggiunto... Non puoi quindi non sentire profondamente quell' inafferrabile e irraggiungibile Leopardi di cui siamo stati tutti presi nella nostra adolescenza ed al quale tu sei riuscita ad accostarti ed immedesimarti assai più di noi e per più lungo tempo. E mi viene in mente (anche se a te non piace la poesia) anche il giovane poeta Pierluigi Cappello da pochissimi anni scomparso, che scrisse memorabili pagine di prosa poetica (che non a caso definii ugualmente un Diario dell'anima) dettate dalla sua (esternamente) infelice e breve esistenza...
- Il tuo coraggio di raccontare te stessa mi è parso a tratti sovrumano, ai limiti delle possibilità di una donna fra(gi)le e sola che riesce a stendere al sole i propri panni, anche quelli più intimi e nascosti, senza arrossire e soprattutto senza compromessi con se stessa. E così la malattia, la famiglia, le amicizie, il sesso, la religione, la politica... diventano argomenti di sofferenza e di macerazione interiore, che non si riescono spesso a decifrare ma solo (imperfettamente a volte) a intuire...
- Non ho però notato, se non fugacemente, alcun accenno all' impegno politico (militante?) che pur potrebbe esserci stato: pudore? Disincanto? Di sicuro una donna così determinata ancorché schiva, non può non aver avuto un trascorso politico importante, anche se non totalmente assorbente, in un certo periodo della propria sofferta esistenza costellata da illusioni più che da delusioni.
- Questo tuo lavoro, francescanamente artigianale dal punto di vista tipografico, denota chiaramente da un lato la voglia/necessità di esprimere/gridare il tuo sfaccettato e complesso mondo interiore e dall'altro rivela delicatamente una ritrosia e una quasi ancestrale paura a svelarsi... E dalla tensione tra queste due forze
interiori contrastanti mi pare che emerga il peculiare pregio di queste dense e laboriosissime pagine.
Mandi Liana che non conosco!
L'autrice, che viene periodicamente ad Ampezzo nella casa avita, è contattabile a questo indirizzo:
soligo.liana@alice.it