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PIEVE DI SANTO STEFANO
Cesclans di Cavazzo |
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La Pieve di S. Stefano,
situata sul colle di Cesclans (Cavazzo), che domina l'autostrada
sul lago omonimo, è una
delle più antiche
di Carnia e, per saperne esaustivamente di più, rimando
allo stupendo libro FRAMMENTI DI LUCE stampato
nel 1998 (vedi nella nostra biblioteca), quando la pieve non era
stata ancora ricostruita e la rimozione del pavimento aveva
portato alla luce un patrimonio archeologico impensato,
che poi è stato
messo totalmente in sicurezza e recuperato (questo libro
è disponibile su un tavolo in fondo alla chiesa).
Oggi
però la pieve di CESCLANS è una realtà:
il terremoto del 1976 l'aveva totalmente
distrutta,
risparminado solo il maestoso campanile (che tuttavia è stato
rinforzato e tuttora richiede interventi ulteriori). Ci sono voluti
ben 15 anni di lavori per restituire, non solo
a Cesclans
ed alla
Carnia,
questo maestoso edificio cultuale, la cui origine si perde davvero
nella notte dei tempi.
L'artefice principale di questo recupero-restauro-ritrovamento è
senza dubbio don Giampietro BELLINI (pre Pieri),
parroco di Cavazzo (e Amaro), la cui ostinata caparbietà,
scontrandosi spesso con ostacoli e muri di gomma, ha consentito
la realizzazione
di
questo "miracolo" architettonico-archeologico. Vediamo.
LA CHIESA
L'edificio è stato completamente ricostruito; le vestigia
rimaste in piedi dopo il crollo sismico sono
state evidenziate con sapienti contrasti architettonici; tutto
è stato rifatto seguendo meticolosamente la precedente
costruzione, recuperando ogni pietra, ogni colonna, ogni capitello,
ogni lacerto. Nella
ricostruzione sono stati evidenziati tratti murari che in precedenza
non erano visibili
perchè coperti da costruzioni più recenti (che
sono state eliminate, come la sacrestia). Insomma un lavoro davvero impegnativo
e lungo, al termine del quale oggi possiamo ammirare una chiesa
stupenda che è stata arricchita dagli splendidi affreschi
del contemporaneo (ed ancor vivente) CLAUCO BENITO TIOZZO che
non solo ha eseguito il ciclo di affreschi della
volta centrale e
dell'abside
ma anche
lo splendido portale bronzeo del portone principale.
Affreschi:
si tratta di un ciclo completo eseguito secondo le tecniche
classiche dell'affresco (che sta cadendo sempre più in disuso) e che è
costituito da:
- la SS. Trinità (tondo della volta del presbiterio)
- S. Elena e la scoperta della croce (catino del presbiterio)
- quattro evangelisti (vele del catino)
- martirio di S. Stefano (soffitto navata centrale)
- adorazione del S.S. (soffitto navata centrale)
- incoronazione di Maria (soffitto navata centrale)
Lo stile di queste pitture, pur conservando una impronta chiaramente
soggettiva, evoca una certa atmosfera tiepolesca,
specialmente se osservate a distanza e danno alla volta
una leggera aerosità
ed una spazialità davvero sorprendenti.
Portale
bronzeo: è davvero un capolavoro, eseguito secondo i canoni
del bassorilievo (bozzetto-creta-cera- bronzo), che ricorda (almeno in
me personalmente) il primo Manzù. E' composto da
sei formelle che rappresentano:
- S. Leonardo e S. Antonio di Padova
- S. Candido e S. Valentino
- S. Stefano e S. Fortunato
- S. Daniele profeta e S. Nicolò
- S. Martino e S. Bartolomeo
Chi volesse approfondire
il profilo di
queste due opere (pittorica e scultorea) potrà egregiamente giovarsi del
volumetto (qui accanto riprodotto) che si trova in distribuzione in fondo
alla chiesa.
SITO
ARCHEOLOGICO
Costituisce
la parte più significativa e interessante di questo giacimento
culturale di Carnia, venuto alla luce attraverso
le vicende del terremoto, che avevano richiesto la rimozione
del pavimento
della chiesa per poterne rinforzare le fondamenta.
E dalla rimozione del pavimento è emerso questo tesoro
archeologico, non ancora
completamente studiato ma immediatamente apprezzato e valorizzato
per la sua originalità e peculiarità.
Al sito si accede attraverso un portoncino laterale della pieve,
protetto da un porticato ricostruito utilizzando materiale
originale. Nel vano di ingresso si ha la possibilità di
comprendere il luogo, mediante la visione di cartelli esplicativi molto
ben realizzati ed in perfetta sintonia con l'ambiente, che viene illuminato
da sorgenti luminose soffuse.
Oltre alle mura antiche ed ai resti della originaria pieve,
si incontrano bacheche con le monete ritrovate, risalenti
a varie epoche; lacerti pittorici; vani adibiti a varie necessità;
tombe.
Il sito non è vasto ma, nella sua essenziale unicità,
appare davvero sorprendente
e stimolante.
Ancora un meritatissimo plauso a pre Pieri che ha dedicato gli anni migliori
del suo apostolato al recupero di questo patrimonio storico-culturale-religioso,
davvero importantissimo per tutta la Carnia, impreziosendolo ulteriormente con
l'opera squisita di un artista contemporaneo come il Tiozzo.
Per chi
fosse interessato a questo sito: ogni domenica alle
ore 11 S. Messa con possibilità di visita archeologica.
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Campanile |
Portale
bronzeo del Tiozzo |
Portale
bronzeo particolare |
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Portale
bronzeo particolare
della dedica |
Porticato
(ingresso al sito archeologico) |
Particolare
muro esterno antico
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Porticato esterno tettoia |
Interno
ricostruito |
Interno recupero
colonne originarie |
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Affreschi
del Tiozzo |
Urna
con le spoglie di S. Fortunato |
Ingresso
al sito arecheologico |
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Vano
A |
Absidiola |
Mura
antiche |
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Particolari
abside principale |
Tomba
principale in roccia |
Lacerti
pittorici recuperati |