Il convegno sui problemi della montagna interventi dal n. 51 al n. 60 clicca qui per tornare alla pagina principale del convegno UN CARNICO, ARCIVESCOVO DI UDINE. (int. 51) E' stata diffusa oggi la notizia ufficiale che nuovo Arcivescovo
di Udine è stato designato S.E. Mons. Pietro Brollo, attuale Vescovo di Belluno
(fino dal 1996) e già titolare di Zuglio quando era Vescovo ausiliare di Udine.
Così il tolmezzino Pietro Brollo, dopo la parentesi bellunese, è tornato in
Friuli con il titolo di Arcivescovo e Metropolita. Questa nomina costituisce un
prestigioso riconoscimento non solo per l'uomo ed il Prete ma anche soprattutto
per il carnico e maggiormente per la Carnia. Mai finora un carnico aveva
raggiunto questo ruolo, né ai tempi dei patriarchi né in quello successivo
degli Arcivescovi: infatti tutta la prima serie di Patriarchi dal 1420 al 1751
era stata occupata dal Patriziato veneziano con Patriarchi che si tramandavano
il titolo da zio a nipote; la seconda serie degli Arcivescovi (iniziata dopo la
soppressione del Patriarcato) aveva visto solo Arcivescovi lombardi e veneti.
Mons. Brollo rompe dunque questa prassi lunga e consolidata nei secoli che oggi
vede per la prima volta un carnico sulla prestigiosa cattedra udinese, coerede
con quella di Gorizia, del millenario Patriarcato di Aquileia. Noi però
nutriamo ancora ulteriori speranze: che la nomina di Pietro Brollo ad
Arcivescovo di Udine non serva a bloccare e a tacitare le giuste istanze della
Carnia ma costituisca il preludio per il riconoscimento a breve della Diocesi di
Zuglio, sulla quale però ancora molti Preti carnici appaiono inspiegabilmente
freddi e indifferenti. CJARGNE ON LINE PER LA CARNIA (int. 52) Ribadisco e integro quanto scritto sul N° 66 di "LA NOSTE
VALADE". CJAVAI DI TROE CJARGNEI… (int. 53) SADE/ENEL cjaval di Trôe cjargnel Parason di Tumieç cjaval di Trôe cjargnel Comunitât di Mont cjaval di Trôe cjargnel Gleisie di Udin cjaval di Trôe cjargnel Politichis di partît cjaval di Trôe cjargnel Ma il vêr cjaval di Trôe pa Cjargne sin nou Cjargnei: FINIRA' ANCHE QUESTO CONVEGNO A POLENTE E FRICO? (int. 54) Di fronte ad una Chiesa che prende sul serio, almeno nelle
posizioni programmatiche, uno dei problemi più gravi della nostra realtà
sociale, culturale, religiosa, cioè il destino della gente che cammina anzi
galoppa verso una fine indegna di una comunità civile, la prima reazione
dovrebbe essere di grande soddisfazione e di speranza. UN
TERNO:BROLLO MARTINI TONDO, VINCENTE? (int. 55) Mai
la Carnia è stata come oggi così corposamente rappresentata nei vari livelli
istituzionali e politici. In nessuno dei secoli passati vi è il riscontro di
una simile rappresentatività. Vediamo:
Presidente del Consiglio Regionale di Trieste è il tolmezzino Antonio Martini
(DC>PPI>CPR); Assessore alla Sanità Regionale è il tolmezzino Renzo
Tondo (PSI>FI); Arcivescovo di Udine è il tolmezzino Pietro Brollo. Dovremmo
concludere che la Carnia può tranquillamente dormire tra due (pardon:tre)
guanciali. Ma
così non è, almeno a nostro giudizio. Per i motivi che seguono: 1.
Tutti e TRE, questi
illustri personaggi, per raggiungere la altissima posizione ove si trovano,
hanno certamente dovuto mediare e concordare molti aspetti con il proprio
mandatario di riferimento (un partito o la Curia romana o udinese). Tutti e TRE
hanno certamente quindi assunto dei vincoli ben precisi, al di là dei quali non
potranno mai andare. RISCHIO: non faranno mai QUALSIASI COSA PER LA CARNIA,
qualora ciò dovesse apparire un andare “contro” il proprio mandatario. E
questo è tamente ovvio da non richiedere dimostrazioni! 2.
Tutti e TRE sono tolmezzini doc, nel senso che nessuno di loro proviene
dalle Valli profonde della Carnia, di cui conoscono le problematiche solo
indirettamente. RISCHIO: potrebbero confondere gli interessi di Tolmezzo con
quelli della Carnia (oggi assolutamente divergenti per i molteplici motivi
elencati anche in questo sito – http://www.cjargne.nauta.it
), a tutto sfavore delle Valli, con la prospettiva di una ulteriore
marginalizzazione e spopolamento delle Valli. E questo potrebbe essere ovvio
dopo qualche amichevole riflessione! 3.
Tutti e TRE questi illustri personaggi fanno parte, nel bene e nel male,
della classe politica ed ecclesiastica dirigente che ha già guidato la Carnia
nei decenni precedenti. RISCHIO: potrebbero costituire il tipico prodotto del
gattopardo (cambiare tutto per non cambiare nulla) con la triste prospettiva di
ritrovarci qui tra 10 anni a commentare un altro decennio inutilmente speso a
fare proclami e a delineare progetti. In questo caso l’ovvio è da dimostrare
o da contraddire con quanto emergerà dal convegno della montagna. Per
valutare l’effettiva azione di questi TRE PERSONAGGI ILLUSTRI
occorrerà dunque attendere qualche tempo: la verifica la faremo non a
Tolmezzo , né a Villa, né
ad Amaro, ma a Ligosullo, a Ravinis, a Forni ecc. laddove cioè è più
difficile organizzare la rinascita, ma
dove sarà più facile constatare progetti e retorica. Non
potranno dirci (al termine del loro mandato): NON HO POTUTO, NON AVEVO IL
POTERE, ME LO HANNO IMPEDITO... Esiste
fin d’ora l’istituto delle dimissioni. Chi ha il tempo maggiore a
disposizione è mons. Brollo: 8 anni. Gli altri forse un po’ meno, ma non è
detto. Questi
TRE PERSONAGGI ILLUSTRI debbono rendersi conto che essi oggi portano una enorme
responsabilità nei confronti della Carnia vera, una responsabilità che deriva
da una serie di fortuite circostanze che mai si ripeteranno in futuro. Se
dovessero fallire questa occasione storica, anzi epocale, la Carnia avrà un
solo destino: essere
seppellita da una sonora e prolungata risata, condita da un salace commento: VEIS VUT I
VOSTIS, CE VOLEISO CUMO’? Il
nostro sito comunque non abbandonerà la Carnia. Da
CJARGNE ON LINE al Messaggero, Gazzettino, Friuli Settimanale, Vita Cattolica,
Piccolo, Telefriuli, Radio spazio 103. LA CHIESA CARNICA HA IL CORAGGIO TEMERARIO DI PROPORRE UN CAMBIAMENTO? (int. 56) Chi tornerà a vivere in quei paesi morti? Chi tornerà a far
correre bimbi per le strade e i viottoli. Chi riuscirà a far risedere i vecchi
sulle soglie di casa? Chi tornerà a riaprire finestre, luci, portoni
arrugginiti e adornare di fiori allegri e vivaci, balconi e terrazze? Chi? Lo
Stato? La Chiesa? I Politici? PRETI ALPINI ADDIO! ORA VI ASPETTIAMO IN CARNIA. (int. 57) Suscita sempre dibattito e discussione il tema del rapporto tra
Chiesa ed Esercito, in qualunque paese del Mondo. Vi è in effetti una sonora
contraddizione di termini che, oggi più di ieri, non passa più inosservata: il
Vangelo (e quindi la Chiesa) non ha né può avere nulla in comune con la Guerra
(e quindi l'Esercito, soggetto e attore di guerra). IN CARNIA CI SONO DEI DON MILANI (int. 58) Ben venuto Convegno e merito e vita lunga a chi l'ha voluto. Mi
fa piacere che i fari della Diocesi si accendano e illuminino valli, monti,
montanari in eterna penombra. PROPOSTE CONCRETE PER LA CARNIA (int. 59) Tolmezzo - Parallelamente alla preparazione del convegno
promosso dalla Chiesa Udinese che si terrà nei giorni 17-18 e 19 Novembre a
Tolmezzo, una riedizione di quello di tredici anni fa e giudicato da molti,
inutile, anche le pagine del sito Cjargne Online ospita da alcune settimane
interventi articolati e pungenti di molti comuni cittadini che hanno a cuore
questo lembo di terra "madre" del Friuli. Oltre che a dibattere il
"problema Carnia", il sito cui è responsabile Giorgio Plazzotta
oriundo di Treppo Carnico ma trapiantato a Cagliari ospita pure alcune proposte
concrete che aiutino a viverci meglio. Si va dalla defiscalizzazione per quanti
intraprendono in Carnia (del tipo, nessuna tassa per tot anni), rimborso spese a
chi va a lavorare fuori zona e rientra in paese, autostrada gratuita per il
tratto Tolmezzo-Udine-Tolmezzo, per i residenti o per quanti hanno la casa nei
28 Comuni, premi fiscali a chi crea posti di lavoro nei paesi (escluso Tolmezzo),
istituire la Provincia della Carnia con uffici dislocati sul territorio: a
Paularo, a Sauris, a Paluzza… E ancora un suggerimento terra-terra che,
potrebbe se non altro fare notizia e forse innescare qualcosa di forte, una
sorta di "pan per focaccia": tutti gli aventi diritto al voto scelgano
il non voto alle prossime consultazioni Politiche. La sensazione che si ricava
è che il vaso sia colmo e si indica come modello la Carinzia. DIOCESI
DI ZUGLIO - Obiezioni e replica (int. 60) Una
delle obiezioni che maggiormente ci vengono rivolte per controbattere alla
ipotesi delle diocesi di Zuglio, è la seguente: I PRETI CARNICI SONO TROPPO POCHI. COME FARESTE A GESTIRE UNA
DIOCESI AUTONOMA, SEPPURE PICCOLA ? A
questa precisa ma fondamentale obiezione (ad altre risponderemo in seguito)
cerchiamo ora di rispondere con le cifre ed i fatti, nel modo che segue: 1.
Attualmente i preti diocesani carnici, viventi ed efficienti, sono in
totale ben 33 (non sono conteggiati i preti in quiescenza). Tutti questi 33
preti carnici (se qualcuno lo desidera, sono disponibili anche i nominativi)
rivestono oggi ruoli attivi: sono PARROCI, CAPPELLANI MILITARI, INSEGNANTI,
FUNZIONARI ECCLESIASTICI ecc. Non sono qui conteggiati però i preti carnici
non-diocesani, appartenenti cioè ad istituti religiosi (Salesiani,
Comboniani ecc.), come don Salon di Paluzza o don Baritussio di Treppo e
altri ancora, che non hanno alcun vincolo con la diocesi. PRIMA
CONSEGUENZA:
questi 33 preti carnici, se uniti agli 8 salesiani del Collegio operante in
Tolmezzo e agli operatori, rappresentano un numero di partenza sufficiente a
garantire un ministero pastorale adeguato alle parrocchie della Montagna, che
sarebbero però riorganizzate sulla base delle antiche Pievi (come sostiene
anche il Convegno). 2.
Moltissimi di questi preti carnici svolgono attualmente il loro ministero al di
fuori dei confini della ipotetica DIOCESI DI ZUGLIO. Nel contempo moltissimi
preti non-carnici operano invece qui in Carnia, alcuni dei quali si sono
perfettamente integrati nella realtà carnica da alcuni lustri, diventando in
effetti più carnici dei loro confratelli carnici operanti altrove, nel senso
che sentono maggiormente i problemi e le preoccupazioni della montagna, proprio
perchè li vivono quotidianamente sulla propria pelle. SECONDA
CONSEGUENZA:
chiedere ai preti carnici operanti altrove: VUOI TORNARE IN CARNIA A
RI-EVANGELIZZARE LA TUA TERRA? Poi chiedere ai preti non-carnici operanti qui in
Carnia: VUOI CONTINUARE A RESTARE CON QUESTA GENTE?
Probabilmente in Carnia ci ritroveremmo con meno problemi e più preti di
oggi perchè molti vorrebbero rientrare e pochissimi se ne vorrebbero andare. 3.
Il futuro dei preti non sarà diverso in Carnia dal resto del Friuli. Già il
Seminario Arcivescovile di Udine è stato da anni soppresso e affittato ad altre
scuole pubbliche statali cittadine per mancanza assoluta di vocazioni ed è
stato sostituito dal cosidetto SEMINARIO INTERDIOCESANO REGIONALE a Castellerio
(Pagnacco) dove confluiscono i superstiti seminaristi delle vicine diocesi di
Gorizia, Trieste e di Udine (in tutto una DECINA di seminaristi, moderati da
preti udinesi, goriziani e triestini). Se poi la crisi vocazionale dovesse
prolungarsi (e non si vedono attualmente ragioni che la possano arrestare),
anche le diocesi di UD-GO-TS dovranno presto (tra meno di 10 anni) attingere
alle vocazioni del III e IV mondo. TERZA
CONSEGUENZA:
i pochi seminaristi (se ci saranno) della futura DIOCESI DI ZUGLIO
convergeranno, come quelli di GO e TS, nel seminario interdiocesano regionale di
Castellerio. In ogni caso il problema della scarsità di preti non potrà
interessare (strumentalmente) solo la Carnia, ma continuerà ad essere per
lunghi decenni un angoscioso problema regionale che dovrà essere ricalibrato su
posizioni assai diverse da quelle odierne (maggiore solidarietà tra chiese
sorelle, maggiore permeabilità di aiuti, maggiore interscambio di preti
ecc...). COME
SI PU0' DUNQUE NOTARE, LA FUTURA DIOCESI
DI ZUGLIO SI TROVEREBBE IN UNA SITUAZIONE PER NULLA PEGGIORE DI QUELLA
ATTUALE, MA POTREBBE CONTARE SU UNA MAGGIORE RESPONSABILITA' E CONDIVISIONE DEI
PROBLEMI, DERIVANTE DA UNA
AUTONOMIA PASTORALE CHE SAREBBE CERTAMENTE IN GRADO DI IMPRIMERE UNA SVOLTA
DECISIVA ALLA PROFONDA CRISI ATTUALE (religiosa, sociale, politica, economica,
ambientale). PER
QUANTO RIGUARDA INFINE LA SLAVIA FRIULANA
(le cui gravi problematiche non vanno confuse e "appiccicate" al
problema "Carnia" col rischio di mettere vanamente troppa carne al
fuoco), SOSTENIAMO CHE NON E' POSSIBILE ANCORARLA ALLA DIOCESI DI ZUGLIO (la
storia, la geografia, la lingua, la cultura, la indole non lo consentono).
OCCORRERA' SICURAMENTE ISTITUIRE UN VICARIATO
EPISCOPALE AD HOC (all'interno dell'Arcidiocesi Udinese) con personalità e
teste locali capaci di rivitalizzare un corpo sociale che versa in stato di coma
vigile e che necessita di urgentissime terapie rianimatorie più che di
accademico e vacuo impegno culturale.
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