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La
Pieve di San Floriano
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La
pievania, fra le più antiche della Carnia, si formò forse fin dai secoli IX -
X. La Pieve sorse in posizione strategica nel luogo in cui si trovava un
castello, "Castrum Elecium", esistente fino al 1316 circa. La chiesa,
d'impianto medievale ad una sola navata con abside poligonale caratterizzata da
contrafforti in pietra, presenta la tipica copertura in embrici. Soffitto ed
arcate sono decorati con stucchi a spigolo di stile gotico; sul fondo è
collocata una tribuna sorretta da quattro archetti con parapetto di stucco a
trafori. Sotto la tribuna, la porta maestra, con battenti di ferro, fu aperta
nel 1706. Nella parte sottostante l'Abside si aprono due piccoli vani con volta
a botte probabilmente testimonianza dell'antica cripta. All'interno vi è
conservato ciò che resta dell'altare maggiore, opera pregevole di Domenico da
Tolmezzo, eseguita nel 1479, le cui statue originali sono state trafugate;
l'altare di sinistra in pietra scolpita e dipinta, di lavorazione inusuale per
la religione, è del maestro lombardo Carlo da Corona: vi sono raffigurate la
Vergine nella lunetta e in basso la Pietà, fra San Giovanni e San Rocco. Sul
lato nord, contrapposta alla porticciola di ferro che prospetta il campanile,
forse l'unica in origine, si apre la cappella di San Vito che accoglie il corpo
di San Florido, donato nel 1781. Gli affreschi, raffiguranti
"l'Annunciazione - Santi Profeti - Storie di San Floriano", che
decorano la cappella, sono attribuiti al sandanielese Giulio Urbanis (1540 -
1611). Data la sua posizione strategica, la Pieve di San Floriano era collegata
a vista con quella di Santa Maria OltreBut da un lato e San Pietro dall'altro, in
una catena di vedette che, passando attraverso San Nicolò degli Alzeri di Piano
Arta, Sutrio, San Daniele di Paluzza, a monte, e Cesclans, Buia a valle,
potevano far giungere le loro segnalazioni di chiesa in chiesa, di castello in
castello fino al mare d'Aquileia. Lo scopo difensivo, già presente alla fine
dell'Impero Romano, era dunque strettamente abbinato a quello della diffusione
del cristianesimo. Anche la Pieve di San Floriano subì gravi conseguenze dal
terremoto del 1348 che tuttavia non le impedirono di mantenere la sua
giurisdizione sull'intero canale d'Incaroio, il quale dopo interminabili
controversie potè staccarsi ed essere considerato parrocchia autonoma solo nel
Settecento. Dopo il terremoto, la Pieve fu ricostruita sulla sommità del colle,
trasformando ed utilizzando probabilmente per il campanile una delle torri del
castello. Nel 1928 la chiesa fu nuovamente sconquassata da un forte terremoto.
La devastazione più grande la subì però in epoca moderna, quando l'armata
cosacca, nell'ottobre del 1944 vi si asserragliò, distruggendo arredi
paramenti, facendo precipitare a valle le pietre lavorate della cella
campanaria, Nonostante l'impegno della popolazione d'Illegio che, salendo
quotidianamente alla chiesa per il Rosario, portò
con sé i materiali per il ripristino, ma un nuovo terremoto nel 1959, mise a
dura prova le strutture, inoltre dieci anni dopo l'opera dei ladri che
asportarono le preziose statue di legno del suo altare maggiore. In questi anni
andò persa la bella casa seicentesca che sorgeva nei pressi della chiesa, della
quale ci rimane un documento fotografico. Dopo il terremoto del 1959, per
eseguire le opere di consolidamento, furono rimossi dalla chiesa alcuni arredi
fissi in legno intagliato, d'epoca seicentesca, dei quali sono andate perdute le
tracce. Anche di questi arredi, tuttavia, esiste un'interessante documentazione
fotografica. Si tratta di due confessionali incassati nel muro, di uno splendido
pulpito e dei due baldacchini degli altari laterali.
IL
PULPITO - Fino al 1959-60 appoggiato sulla
parete destra della navata, esisteva un grazioso e
prezioso pulpito da cui si poteva accedere tramite una scaletta che portava
presso
l'altare della Madonna. Questo pulpito, finemente decorato e intarsiato, era
composto di cinque lati di cui quattro erano ornati da quattro statuette
raffiguranti
i quattro evangelisti. Questa struttura con assieme ad altre suppellettili, è
stata
rimossa e non più ricollocata a causa dell'irrecuperabilità delle sue parti;
le quattro
statuette sono state rimosse e conservate.
Chi era Floriano ?
Secondo un racconto, Floriano era un veterano dell'esercito romano che viveva a
Mantem presso Krems. Avendo saputo che Aquilino, preside del Norico Ripense,
durante la persecuzione di Diocleziano, aveva arrestato a Lorch quaranta
cristiani, desiderando di condividerne la sorte si recò in quella città. Prima
di entrarvi, però, s'imbattè in alcuni soldati, ai quali manifestò di essere
cristiano; fu perciò arrestato e condotto dal preside, il quale non riuscendo a
farlo sacrificare agli dei, lo fece flagellare e quindi lo condannò ad essere
gettato nel fiume Enns con una pietra di mola al collo: la sentenza fu eseguita
il 4 maggio 304. Il corpo del martire fu, in seguito, ritrovato e seppellito
mentre un'aquila lo vegliava, da una certa Valeria. Sul sepolcro fu costruita
una chiesa che, affidata dapprima ai Benedettini, passò poi ai Canonici
Regolari Lateranensi ed ora è il centro di una fiorente Congregazione. Nel 1183
alcune reliquie di Floriano furono portate dal vescovo Egidio di Modena a
Cracovia dove il duca Casimiro di Polonia edificò in onore del martire una
splendida basilica. Il suo culto è molto popolare in Austria e in Baviera ed
egli è invocato contro le inondazioni e gli incendi. In questo luogo, la
devozione a questo martire, coincide con una forte presenza longobarda
sull'altipiano di Illegio dove aveva sede un'importante arimannia.
Questa
statua di S. Floriano è stata posta nella cappella a lui originariamente
dedicata. La scultura del martire Floriano, rappresenta il legionario con in
mano il secchio intento a spegnere il fuoco. Questa statua è fatta risalire
verso la fine dell'ottocento, è di autore ignoto ma di sicura provenienza di
scuola tirolese.
La Pieve nonostante aver subito le forti scosse telluriche dei terremoti degli
anni 1918 - 1928 - 1959
- 1976, fu sempre stata ripristinata e tuttora è accessibile a chiunque la
voglia visitare. Nella sua posizione strategica e dominante, in cima ad un
costone roccioso, la Pieve è raggiungibile da comodi sentieri che partono dai
rispettivi paesi di Illegio, Imponzo e località Tramba. Il sentiero che
tutt'oggi è più importante e utilizzato, per raggiungere la Pieve, è quello
che parte da Illegio.
L'Ancona
dell'altare composta di 14 statue. Nel piano inferiore, al centro è posta la
statua di San Floriano in dimensioni maggiori con ai lati i Santi Vito, Pietro,
Paolo, Bartolomeo, Nocolò e Maurizio. Nell'edicola centrale la Madonna orante
con Bambino sulle ginocchia. I Santi Sebastiano, Giovanni, Battista, Caterina da
un lato e Luca, Leonardo e Rocco dall'altro.
Le funzioni religiose più
importanti.
Sin dall'origine nella Pieve venivano
celebrate le funzioni religiose più importanti del calendario cristiano e così
pure venivano eseguiti i riti del battesimo e della sepoltura per tutta la
comunità che faceva parte del suo territorio. Col tempo ed in particolare verso
il XIV secolo, nacquero in ogni villaggio le prime filiali che avevano il
compito di celebrare le funzioni ordinarie per colmare quelle difficoltà sorte
per la lontananza della Pieve dai singoli villaggi e per l'impraticabilità che
la lunga stagione invernale imponeva. Comunque, tempo permettendo, alla Pieve ci
si recava anche nel
periodo invernale ma, le festività che ricadevano nel periodo primaverile e di
metà estate, assumevano una solennità maggiore soprattutto per la notevole
presenza di fedeli ( 4 maggio in ricorrenza della morte del Santo, la domenica
successiva, l'Ascensione, le Pentecoste, il Corpus Domini. Nella giornata che
ricorreva l'anniversario della morte del Santo, si svolgeva un rituale molto
antico così chiamata "la rogazione" dove, di buon mattino, le
comunità si accingevano a raggiungere il colle implorando la protezione del
Santo per tutte quelle difficoltà e disgrazie che costantemente assillavano
queste terre. Questo rito oggi viene praticato solo dalla comunità di Illegio
ormai sola responsabile di questa Pieve.
Voti
verso il protettore Santo Floriano
Il martire Floriano,
non è solo protettore degli incendi e delle inondazioni come è tutt’ora
venerato in tutta l’area del centro Europa, ma è stato a lui chiesto dalle
comunità locali, anche la grazia di proteggere il bestiame dalle gravi
epidemie. Era così consuetudine, fino a non molto tempo fa, affiggere la figura
del Santo alla porta di ogni stalla di molti paesi vicini a questa Pieve, con
l’intento che la sua presenza potesse allontanare queste epidemie che creavano
a questa popolazione grosse difficoltà nelle già precarie situazioni
economiche.
D.L.
Tolmezzo (UD) 20 marzo 2001