Carnia - Territori d'ombra

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CARNIA - "Territori d'ombra" int. 1                               

Osservatorio VTC, 2.9.00

Da alcune settimane, in alcuni borghi di Carnia, si sta girando un film, per il quale molti carnici, adulti e bambini, hanno volentieri offerto la propria disponibilità sia in lavori manuali attorno al set, sia come comparse, sia come attori non-protagonisti e non professionisti.

Gli esterni vengono girati in parte a Villa Santina, in parte a Mione di Ovaro, in parte in altri luoghi suggestivi di Carnia.

Il film, di produzione italo-francese, dovrebbe essere pronto in autunno per partecipare al Festival del cinema di Berlino.

Bene, diranno i nostri telespettatori, finalmente una nuova e incredibile opportunità per fare conoscere la Carnia al di fuori dei ristretti confini regionali.

NO, diciamo noi, non ci sta proprio bene una simile pubblicità.

E vediamo subito il perché:

1.    Il tema che il film svolgerà è di una attualità dirompente e angosciante: la PEDOFILIA, cioè quella devianza sessuale che fa dei bambini inermi e indifesi l’oggetto delle pulsioni sessuali degli adulti.

2.    La PEDOFILIA, soprattutto negli ultimissimi tempi, ha acquistato una notorietà ed una visibilità culturale sui mass-media che potrebbe rischiare, tra qualche tempo, di venire equiparata alla OMOSESSUALITA’ che oggi ormai gode di una scontata libertà di azione, esibizione, ostentazione, quasi che essa fosse la norma sessuale e non invece una devianza. Il tutto con l’interessato sostegno delle sinistre progressiste e libertarie.

3.    Già alcuni, timidamente, affacciano la teoria che dopotutto la PEDOFILIA è solamente un approccio sessuale diverso, che era peraltro assai diffuso, per esempio, tra i Greci e che è stato importato anche nella Roma imperiale, dove poeti consoli e generali non disdegnavano, anzi esibivano, oltre alla omosessualità, anche l’amore per i bambini.

4.    Per ora, la PEDOFILIA è ancora fortunatamente considerato (per quanto?) un reato penale e le forze dell’Ordine, impegnate su svariati fronti, sono oggi costrette a combattere la PEDOFILIA perfino su INTERNET dove il commercio e la tratta dei bambini sta diventando allarmante e per certi versi imprendibile.

Ora dunque, venire in Carnia- utilizzare persone del luogo-sfruttare paesaggi incontaminati- per calare questo tema, a dir poco scabroso e contaminante, in un contesto come il nostro, equivale a gettare sulla Carnia un’ombra davvero pesante, ambigua e grave per togliere la quale non basterebbero poi fiumi d’inchiostro, proclami televisivi, indennizzi morali ed economici, offerte di riparazioni.

La Carnia,

così avviluppata dai suoi problemi secolari che mai nessuno ha ancora risolto;

così lacerata nel suo tessuto sociale da uno spopolamento inarrestabile;

così vilipesa in pace e in guerra;

così derisa e ignorata ai grandi appuntamenti;

non può oggi tollerare anche quest’affronto e questa ingiuria del tutto gratuita.

La Carnia non può essere contrabbandata come una terra di pedofilia (perché è questo che resterà poi nell’immaginario collettivo di chi assisterà al film).

La Carnia non è una terra di pedofili, almeno non più di altre regioni dove i fatti di pedofilia avvengono realmente e rimbalzano con raccapriccio sui mass media nazionali destando avversione e ripulsa.

La Carnia ha tanti difetti ma uno la rende oggi pericolosamente esposta all’estinzione e ad un linciaggio morale che potrebbe essere domani irreversibile: la sua aquiescenza, la sua sottomissione, la sua sudditanza culturale, la sua incapacità di reagire e di dire : basta.  Gli esempi sono innumerevoli. Non li citiamo neppure.

La Carnia non può tollerare più di essere conosciuta nel virtuale mondo cinematografico, e oltre, solo per MARIA ZEF o per TERRITORI D’OMBRA, solo cioè per storie truculente e disperate dove l’umanità e la ragione, sono sempre assenti. Chi ha visto MARIA ZEF ricorda solo un incesto e un assassinio, poco altro.

Ma questa Carnia se mai è esistita, non esiste più.

La Carnia oggi, forse a motivo del suo isolamento, è ancora un VILLAGGIO VIVIBILE anche se a rischio di scomparsa, ma queste storie che ci piovono addosso dal di fuori, queste pretese artistiche e culturali con cui si cerca di mimetizzare una vicenda inventata e data in pasto ad una platea di milioni di persone, possono davvero dare il colpo di grazia: così che una Carnia truculenta e pedofila  cancella la Carnia-cartolina che tutti noi amiamo ancora disperatamente.

Ci rivolgiamo ai pubblici amministratori e a tutti i carnici affinchè osteggino in tutti i modi questo tentativo pseudo-culturale di affibbiare alla Carnia, con la scusa dei suoi paesaggi inviolati,  anche questa nuova etichetta: quella della violazione del bambino.

Alfio Englaro
Marino Plazzotta

 

 

CARNIA - "Territori d'ombra" int. 2   

Osservatorio VTC   9.9.00

Fino a che in Carnia si starà girando questo film, la redazione di VTC ha deciso di mantenere alta l’attenzione e la tensione dell’opinione pubblica, affinchè DOPO nessuno si possa in alcun modo giustificare dicendo: NON LO SAPEVAMO, NON NE ERAVAMO INFORMATI.

Il regista del film, in alcune interviste rilasciate a quotidiani e settimanali locali, cerca abilmente di scansare la critica più pesante, trincerandosi dietro il seguente alibi: QUESTO FILM E’ CONTRO LA PEDOFILIA.

Ci mancherebbe! Se fosse anche a favore, non si tratterebbe più di un film legale ma si verrebbe a configurare un film pornografico a luci rosse e forse, con la nuova legislazione in materia, potrebbe essere anche penalmente perseguibile!

Ma andiamo avanti:

si viene a sapere che la Regione FVG avrebbe dato il suo placet per la realizzazione di questo film; non sappiamo se anche la CMC ha seguito l’esempio o se qualche Comune carnico si sia reso disponibile.

Ma il problema è questo:

perché si è scelta proprio la Carnia per ambientare una tematica così scabrosamente attuale? Perché la Carnia e non ad esempio la Corsica o la Sardegna  (e non ce ne vogliano i sardi o i corsi)  i cui territori sono, questi sì, territori in gran parte ancora selvaggi e isolati.

Perché si è scelto la Carnia, e non invece la Valle d’Aosta o il Cadore o la Savoia francese, i cui villaggi alpini, assai noti e rinomati, si prestano maggiormente alla realizzazione di un film?

Abbiamo il fondato e triste sospetto che queste regioni abbiamo immediatamente e saggiamente rifiutato una simile pubblicità, mettendo alla porta regista e produttore.

Da noi invece si accoglie a braccia aperte qualsiasi forestiero che abbia un nome diverso, che si presenti con abile dialettica, che faccia balenare futuri scenari di decollo turistico, che sia presente sulla scena e sui mass media locali a parlare, ignorante, di Carnia e di carnici, di ambiente e di psicologia, di animo e di sentimenti. E più uno e tuttologo, più viene ascoltato e acriticamente seguito.

In questo specifico caso,  sappiamo bene che qui in Carnia non è esistito finora alcun caso di pedofilia, perlomeno non nei modi e nelle conseguenze di altre parti d’Italia.

Volere a tutti i costi trattare il tema della PEDOFILIA qui in CARNIA, sarebbe come volere trattare un tema di MAFIA in PIEMONTE, oppure una tema di PESCA SUBACQUEA in ALTO ADIGE, oppure un tema di SCI ALPINISMO a LIGNANO.  Certo si può tutto in questo surreale mondo di celluloide, soprattutto ora con l’ausilio dei computer, ma il risultato che ne è uscirebbe sarebbe a dir poco irreale e fantastico: in una parola NON CREDIBILE E FALSO.

Così accadrà a questo film, il cui regista ha voluto, con il beneplacito delle autorità, ambientare la PEDOFILIA IN CARNIA, i cui territori non sono affatto in ombra, ma appaiono ancora (fortunatamente) ampiamente soleggiati, privi di smog e di nebbia, scarsi di traffico, scarsissimi di mafia e di criminalità:  A MISURA D’UOMO.

Perché questo regista, e coloro che l’hanno assecondato, intende rovinare questo spettacolo eco-antropologico?  Perché CHI DOVREBBE, NON HA REAGITO?

Alfio Englaro

Marino Plazzotta

CARNIA - "Territori d'ombra" int. 3  

30.9.00

Continuano le riprese del film in lavorazione in Carnia, anche se, a dire il vero, i quotidiani locali, dopo le nostre prese di posizione, appaiono più defilati e silenziosi sulle vicende di questo film. Questa settimana sono state girate alcune scene nel Tribunale di Tolmezzo e nell’ospedale: ciò significa che queste due istituzioni pubbliche hanno dato il loro consenso per le riprese, avvallando quindi anche la tematica del film. A questo punto è da presumere che anche i comuni interessati alle riprese del film e la CMC abbiano a suo tempo dato il proprio placet. Di tutto questo occorrerà tener conto quando il film comparirà nelle sale italiane: solo allora potremo capire davvero se tutti costoro avranno fatto oppure no un buon servizio alla Carnia ed alla sua storia. E’ ben vero tuttavia quello che diceva l’imperatore Vespasiano riguardo ai denari che gli derivavano dagli orinatoi pubblici da lui fatti costruire in Roma. A chi gli faceva notare che quei denari provenivano dai cessi pubblici, rispondeva: IL DENARO NON PUZZA e ben volentieri lo incamerava.

Alfio Englaro
Marino Plazzotta

CARNIA - "Territori d'ombra" int. 4 

7.10.00

Continuiamo a parlare del film che si sta ancora girando qui in Carnia, nonostante susciti sempre  maggiori opposizioni tra i cittadini comuni, specialmente dopo le drammatiche notizie sulla pedofilia via Internet della scorsa settimana e delle crude immagini trasmesse da TG1 e TG3. Alcuni ci hanno chiesto notizie su questo tema della pedofilia, che è poi il tema del film ambientato in Carnia.

1.    la PEDOFILIA, è quella devianza sessuale che fa dei bambini inermi e indifesi l’oggetto delle pulsioni sessuali degli adulti. Tale pulsione può arrivare fino alle sevizie ed alla morte della vittima

2.    La PEDOFILIA, soprattutto negli ultimissimi tempi, ha acquistato una notorietà ed una visibilità culturale sui mass-media che potrebbe rischiare, tra qualche tempo, di venire equiparata (o giù di lì) alla OMOSESSUALITA’ che oggi ormai gode di una scontata libertà di azione, esibizione, ostentazione, quasi che essa fosse la norma sessuale e non invece una devianza, fino a pochi anni fa perseguita. Il tutto con l’interessato sostegno delle sinistre progressiste e libertarie, per le quali non esiste alcun limite alla libertà individuale.

3.    Già alcuni, timidamente, affacciano la teoria che dopotutto la PEDOFILIA è solamente un approccio sessuale diverso, che era peraltro assai diffuso, per esempio, tra i Greci e che è stato importato anche nella Roma imperiale, dove poeti consoli e generali non disdegnavano, anzi esibivano, oltre alla omosessualità, anche l’amore per i bambini. Ma poi l’impero è crollato.

4.    Per ora, la PEDOFILIA è ancora fortunatamente considerato (per quanto?) un reato penale e le forze dell’Ordine, impegnate su svariati fronti, sono oggi costrette a combattere la PEDOFILIA perfino su INTERNET dove il commercio e la tratta dei bambini sta diventando allarmante e per certi versi imprendibile. E i fatti della scorsa settimana sono ancora fissi nella memoria.

Ebbene in Carnia si sta girando un film proprio sulla pedofilia; anzi “contro” la pedofilia, come ha precisato il regista in varie interviste. A costo di essere noiosi, ripetiamo: MA PERCHE’ PROPRIO QUI IN CARNIA? Perché i territori d’ombra proprio qui? Qualcuno ci vuole rispondere cortesemente?

 

Alfio Englaro
Marino Plazzotta

  

CARNIA - "Territori d'ombra" int. 5  

14.10.00

Continuiamo a tenere desta l’attenzione su un problema che può a taluni sembrare marginale ma che riveste una importanza cruciale se si pensa che un film arriva fin nei luoghi più lontani e suscita sempre curiosità e dibattito. Per i distratti-indaffarati e lontani ricordiamo appena che il film in questione tratta il tema della PEDOFILIA ed è ambientato qui in Carnia. Ma la Carnia non può tollerare più di essere conosciuta nel virtuale mondo cinematografico, e oltre, solo per storie truculente e disperate dove l’umanità e la ragione, sono sempre assenti ma soprattutto perdenti. Perché nessuno oggi sponsorizza o lancia un film sui FUCILATI DI CERCIVENTO? oppure sulla PROFUGANZA della prima guerra mondiale? o sulla durissima EMIGRAZIONE CARNICA? Sapete perché? Perché questi temi non sono politically correct e non fanno cassetta. Ma soprattutto forse perché farebbero aprire gli occhi a tanta gente che oggi è distratta da altri stimoli e falsi problemi.

Alfio Englaro
Marino Plazzotta

 

…E dopo l’uscita del film….

 

CARNIA - "Territori d'ombra" int. 6  

Osservatorio VTC   28.4.01

 

Un film falso e disperato

Il film girato in Carnia lo scorso anno e di cui ci siamo a lungo occupati durante la sua lavorazione (clicca anche Convegno sulla Montagna, intervento n. 30), è finalmente approdato a Tolmezzo, ospite del cinema parrocchiale David il 23 e 24  aprile 2001.

A differenza dello scorso anno però, quando il film veniva girato, nessuna recensione o amplificazione è stranamente apparsa sulla stampa locale: un silenzio perlomeno sospetto, se confrontato con i superlativi peana di esaltazione dello scorso anno.

Pur con una certa prevenzione, siamo andati a vederlo solamente con un unico scopo: valutare obiettivamente questo film girato per l’appunto in Carnia e che molti avevano salutato come un avvenimento positivo per questa terra che avrebbe visto pubblicizzate le sue bellezze naturali…

Il film apre con una premessa scritta che compare sullo schermo e che viene letta da una voce fuori campo, in cui sostanzialmente si annuncia che gli episodi raccontati dal film sono veri, che la pedofilia va combattuta con ogni mezzo e che occorre compiere ogni sforzo per arginare questa devastante piaga sociale.

La trama del film è abbastanza semplice:

in una tranquilla cittadina di montagna, di cui si evita ogni riferimento ed ogni segnaletica stradale, alligna una squallida situazione di pedofilia e di sadismo che viene sinteticamente descritta in alcuni quadri:

un anziano amico di famiglia è innamorato di una bimba di 5 anni e viene clamorosamente arrestato sul lago;

una famiglia di extracomunitari albanesi cede la propria figlioletta per lussurie pedofile e ad un certo punto viene rapita di notte da una mercedes nera;

una giovane prostituita albanese sedicenne, che offre le sue prestazioni nella cittadina, viene uccisa perché intende parlare;

una coppia di genitori vende il proprio figlioletto di 5 anni ad una organizzazione criminale che sfrutta questa devianza allestendo in una casa isolata (la casa delle 100 finestre) un bordello per clienti pedofili e sadici;

un procuratore della repubblica che fin dalle prime battute risulta fortemente indiziato di connivenza  con l’organizzazione criminale, cerca in tutti i modi di ostacolare le indagini.

Tutto questo si svolge in questa tranquilla cittadina anonima di montagna nel momento in cui un ex poliziotto del luogo, a sua volta violentato dal padre in tenera età, inizia a collaborare con una giovane magistrato ed una vice questore di polizia che dopo alterne vicende riescono a scoprire il bordello per pedofili sadici, salvando alcuni bambini sopravvissuti ma non riuscendo a catturare il capo della organizzazione, avvertito della retata nientemeno che dal ricattato Procuratore Capo della repubblica il quale, sentendosi perduto, uccide l’ex poliziotto, che aveva scoperto il losco traffico, non prima però che questi riesca a lanciare un messaggio e-mail alla sostituta procuratore della Repubblica. Con questo stratagemma il Procuratore capo viene arrestato…

Tutta la storia è continuamente punteggiata da immagini di pedofilia, che fanno da sfondo alla trama di questo film, immagini a volte velate, a volte solo accennate, a volte solo ascoltate che lasciano intendere situazioni scabrose e alimentano un senso di crescente disagio, nausea e ripugnanza e forse anche di vomito, che assale lo spettatore fin dall’inizio e lo accompagnano inesorabilmente fino al termine di questa truculenta storia che avviene in questa anonima cittadina di montagna, dove non esiste un benché minimo senso religioso, dove tutto ruota attorno alla perversione sessuale più abbietta che esista, dove i genitori non hanno il minimo scrupolo a vendere i propri figli.

A questo punto lo spettatore milanese o romano o comunque italiano, al termine del film, si appresta ad uscire dalla sala turbato, frastornato e annichilito ed in cuor suo si augura che non esista una cittadina del genere…

ma ecco che il regista, proprio nella scena finale, con un atto a dir poco premeditato ma certamente voluto e per nulla casuale, comunica, come una pesante mattonata in faccia, il luogo dove sarebbero avvenuti questi “EPISODI VERI”: nella COMUNITA’ MONTANA DELLA CARNIA come si legge sul cassonetto delle immondizie situato fuori dell’ingresso del carcere e ripreso in primo piano, mentre l’anziano pedofilo lascia la prigione dopo 7 anni e si ferma di nuovo con una bambina che, proprio fuori dal carcere, sta giocando…

(questa scena finale è stata sottolineata da un lungo inequivocabile brusio di disapprovazione da parte dei numerosi cjargnei presenti in sala).

Lo spettatore, al termine di questo film che racconta episodi veri, come ha preannunciato all’inizio la voce fuori campo, comprende al volo che la cittadina in questione è Tolmezzo, che il carcere è quello di Tolmezzo, che il Procuratore colluso è quello di Tolmezzo, che la casa-bordello delle 100 finestre (fortissima analogia con il nauseante SALO’ di Pasolini) è quella di Mione, che questi territori d’ombra sono appunto LA CARNIA.

Dopo il film MARIA ZEF (stupro incestuoso e omicidio), questo appare ben più insinuante e dannoso per l’immagine della Carnia che non aveva certo bisogno di una simile pubblicità dove i pochissimi scorci di bellezze naturali sono stati inesorabilmente associati ad una sensazione sgradevole e ripugnante.

E ora alcune domande:

- Dove sono oggi coloro che hanno esaltato e definito “opera d’arte” questo film, ben prima che si conoscessero la trama e i risvolti?

- Dove sono i sorestanz, gli Enti locali, le istituzioni che hanno permesso e assecondato questo film? Dove i quotidiani locali che lo hanno blandito?

 

E infine alla CMC, che ha commesso una leggerezza imperdonabile, un disinteressato consiglio affinché tenti di farsi perdonare dai suoi cittadini amministrati:

1.CHIEDA AL REGISTA E AL PRODUTTORE DEL FILM I DANNI MORALI E MATERIALI, per recuperare un’immagine lordata e stravolta e per arginare la possibile fuga turistica che dovesse concretizzarsi a danno dei territori d’ombra, volgarmente conosciuti come Carnia.

2. ANNUNCI LA SPONSORIZZAZIONE DI UN FILM sulla EMIGRAZIONE CARNICA oppure sulla FUCILAZIONE DI CERCIVENTO oppure sull’ALCOLISMO in Carnia, questi sì argomenti seriamente pertinenti e pedagogicamente utili.

Diversamente si allinea su posizioni criticabilissime e censurabili.

 

25.04.01                                                               Alfio Englaro di Paluzza (UD)

INUTILI “TERRITORI D’OMBRA”  

Vizi e Virtu’  VTC, 28.4.01

Questo film a mio modo di vedere è inutile, sia perché non dice nulla di più sulla pedofilia e sul fatto che questa sia oggetto  di vergognoso commercio di innocenti, sia perché non  prospetta valori che superino questa tragica realtà mondiale, tanto che il film si conclude  in maniera irridente con il geometra Simeoni, anziano personaggio del filmato, che viene condannato per essersi trastullato con una bambina, e dopo aver  scontato sette anni, proprio uscendo dal  carcere , la prima persona cui, deliberatamente,   si avvicina è una bambina. Con ella   riprende la sua circuizione molesta, il giro vizioso e perverso che il carcere non è riuscito a guarirgli.

Un filo  di speranza  lanciato all’inizio del filmato non si è ritrovato più !

Quindi questo è un film che, dall’inizio alla fine, non ha alcuna morale, non è una fiaba, non è una parabola, non ci lascia nulla nelle teste che portiamo a casa a dormire.

Potevamo benissimo farne a meno dei “Territori d’ombra”!

Anzi perché non lo si è vietato, soppresso, censurato, insomma, in qualche modo, impedito? La Chiesa che vuole la provincia della Carnia, e ci fa piacere, dove era mentre si montavano quelle immagini così tristi e fasulle?

E’ vero che all’inizio ed alla fine del film ci vengono letti un paio di pistolotti moralistici che lasciano il tempo che trovano, infatti nei dialoghi dei protagonisti, che ho seguito con molta attenzione, non ho riscontrato alcunché che sembrasse un richiamo alle parole iniziali o una tensione  che  si trasformasse in un insegnamento utile  per i genitori o per i giovani, un qualche cosa che  potesse far sperare, o almeno suggerire come provare a  migliorare questa società . Che senso hanno questi filmati?

La prima parte della storia indugia  inutilmente, nell’ evidenziare la realtà della pedofilia, facendo seguire a scene familiari di genitori disgraziati,  scene raccapriccianti di bambini vittime di avidi personaggi bravi nel recitare la parte di squallidi attori del male.

Con tali scene,  durante le quali , più volte ho temuto che si sarebbe potuto superare il mio limite di sopportazione e quello della  decenza , si sono mescolate altre sullo sfruttamento della   prostituzione di adolescenti albanesi, con i soliti luoghi comuni di intermediari ignoranti o schiavisti, o pieni di burocratico potere.  Mi hanno,  particolarmente,  infastidito certe scene di bambini piangenti e certe mani adulte,  maschili,  che armeggiavano in modo equivoco tra coperte e luci soffuse. 

Non è mio compito dare suggerimenti ad un regista che non ho  capito, perché abbia scelto per girare, forse il suo lavoro  più importante, a 60 anni, proprio la  Carnia.

Anche le montagne e  i pur limitati orizzonti che si indovinano fuori dall’obiettivo,  la CASA DELLE CENTO FINESTRE,   la si intravede come in una cartolina, si riconoscono alcune piazze strade caffè, dei nostri paesi, ma ciò non mi permette di capire perché si decida di venire a girare un film proprio da noi?

Forse perché le comparse, quei paesani che fanno numero, costano di meno? Forse perché qualcuno gli ha dato alloggio gratis? Proprio non trovo risposte. O forse  c’è qualche altro motivo?

I riferimenti alla Carnia,  su cui si è tanto discusso nei giornali ed anche da questa emittente, francamente non li ho visti, se non geografici e percepibili solo da chi conosce il territorio.

Forse le nostre proteste sono servite a qualche cosa!

E’ vero che c’è qualche parola in carnico…ma mal pronunciata, per fortuna, e difficilmente identificabile con la nostra Carnia , (tanto per darvi l’idea di quale potrà essere il destino di questa pellicola  dal titolo esistenziale: “Territori d’ombra”, vi assicuro che l’unico sussulto che ho notato in sala l’ho sentito quando  la protagonista, brava, chiedeva al protagonista, bravo, che cosa stesse cucinando. La risposta: “tocj in braide” ha suscitato una brevissimo ed incomprensibile momento di ilarità). Per il resto uno che veda  il film a Roma o a Palermo, non può capire  dove sia questa zona di confine in cui  si è inventato questo pur reale commercio perverso di innocenti.

Non si parla di paesi, non si dice che vagamente  che siamo in una zona di confine e quindi potremmo lasciare,  tranquillamente,  che questa pellicola vada alla deriva cui è destinata.

Purtroppo sul finale , mentre il detenuto pedofilo usciva dal carcere , quello di Tolmezzo, noto solo a quelli della val But,  si è inquadrato un cassonetto  per la raccolta delle immondizie, in cui si è potuto leggere  con calma e  sembra  studiata intenzione: “COMUNITA MONTANA DELLA CARNIA”.

Questo messaggio,  unico nel film che potesse far capire a chi,   non frequentatore dei luoghi, dove si può trovare, anche se solo con la finzione cinematografica, la casa dalle cento finestre ed il groviglio  della perversione, mi ha irritato.

Come mi irritano le presentazioni, non molte in verità, che si possono trovare su internet.

Non  intendo criticare la trama o l’impostazione scenica,  intendo  esprimere un disappunto sul fatto che in questa zona depressa, che poteva restare anonima, si è voluto più che raccontare, dimostrare sadicamente che dove c’è  disagio sociale si possono inventare anche i territori d’ombra.

Per quanto mi riguarda , mi par di avere detto tutto o quasi a riguardo di questo film che ha avuto anche i contributi statali, tranne che, se dovesse essere trasmesso dalla RAI TV , come succederà, mi adoprerò per far togliere dalle ultime sequenze, quel bidone della Comunità Montana della Carnia, che paradossalmente , suggella un film nemmeno molto contestato, ma che ferisce i nostri sentimenti.

Alcune conclusive domande:

1.    Chi ha autorizzato le riprese in Carnia?

2.    Chi ha detto al regista Modugno, della casa delle cento finestre?

3.    Chi ha indotto gli attori a parlare di “sbilfs” e del “ nodo di Salomone”?

4.    Quanto hanno pagato gli ambienti , i bar, gli alberghi in cui sono state girate alcune scene, il Roma, il Manzoni; il Perla?

5.    C’E’ FORSE QUALCHE ENTE CARNICO CHE, IN QUALCHE MODO HA SOVVENZIONATO QUESTO FILM?

 

Se qualcuno vuole risponderci siamo pronti a cambiare la nostra personalissima idea che, incomprensibilmente, si è dato la possibilità a degli sconosciuti che, come al solito, si pensa, illustri, di infangare, anzi di buttare escrementi morali non solo sulle montagne, ma anche sui pochi  che vi sono rimasti a vivere.

Insistente ripropongo la domanda: perché un film così poco educativo si è girato in Carnia e non in Val d’Aosta o in Trentino?

25.04.01.                              MARINO PLAZZOTTA    di Treppo Carnico (UD)

  

GIOVANI CONTRO  "TERRITORI   D’OMBRA”

Lettera aperta , 25.4.01

In questi giorni è stato proiettato, al cinema David di Tolmezzo, il film “Territori d’ombra”; girato e ancor più incredibilmente ambientato in Carnia se si pensa che il tema scottante trattato dalla pellicola è la pedofilia.

Avevamo letto e sentito della volontà degli amministratori regionali di promuovere turisticamente l’immagine del nostro territorio finanziando pellicole cinematografiche che avessero come scenario le bellezze paesaggistiche della nostra terra; ma mai e poi mai avremmo pensato che fosse stato finanziato il film che abbiamo visto.

Pedofilia!

Già di per sé è una parola che mette i brividi.

La superficialità con cui, secondo noi, è stato trattato, nel film, un argomento così delicato e le palesi forzature dovute alla necessità di calare un copione già scritto in una realtà diversa da quella che ha ispirato la storia, hanno confezionato un prodotto “vuoto” in maniera disarmante.

Addirittura ridicolo, poi, ci è sembrato l’aver voluto mettere in bocca ai protagonisti del film, le parole “turistiche” molto di moda in questo momento, ad esempio “sbilfs o tocj in braida”; probabilmente richieste dagli sponsor locali e naturalmente impronunziabili da attori non di madrelingua friulana.

Una frase del film in particolare, ci ha veramente fatto male; cioè laddove uno dei personaggi nel presentare la nostra terra al magistrato arrivato da poco, etichetta la gente carnica come “gente apparentemente ospitale, che non ha orizzonte!!!”.

Passato, comunque, il disgusto provato a caldo e analizzato quindi a freddo questo film, sponsorizzato da Regione e operatori turistici locali e finanziato per rilanciare l’immagine della nostra terra, ci ha reso consapevoli, ora più di prima, che probabilmente gli unici a non avere orizzonte sono quelle persone che, chiamate e decidere e a spendere i nostri soldi, mortificano la dignità e svendono l’identità della propria gente alla stregua dei due genitori del film che vendono i loro figlio a chi gli farà del male.

 

Tolmezzo 25 aprile 2001

Un gruppo di giovani di

Prato Carnico, Comeglians, Ovaro e Ravascletto

 

Stefano Plazzotta, Diana Rupil, Stefano Rupil, Flora Martin, Raul e Ivan De Crignis,

Daniele Proddorutti, Rosanna di Vora, Katia Missana, Giorgio Blarasin

INTERVENTO DI UNA VERONESE

Salve! Sono una ragazza di Verona che non è ne carnica ne friulana! Mi sono iscritta a Cjargne Online per curiosità e perché sono spesso in Friuli
...Volevo dirvi che tempo fa ho fa ho visto il film " Maria dei Zef" e devo dire che l'ho guardato perché pensavo di aver trovato finalmente un film in lingua originale che mi potesse dare una visione se non completa almeno vera
della vostra Carnia per quello che era all'inizio del secolo scorso...ma mi sbagliavo! La sensazione che mi è rimasta dentro è stata quella di una solitudine e desolazione come se in tutte le famiglie e in tutte le case del luogo si vivesse con la violenza quotidiana...Non nego che la vita non sia
stata dura, anche il Veneto ha avuto i suoi trascorsi di emigrazione, di miseria e di polenta con la muffa per pranzo ma non mi sembra un tema importante per una trama di un film !
E le tradizioni dove restano! Io tengo così tanto alle mie che per voi mi sono sentita offesa ...ma ormai la televisione e il cinema hanno bisogno per avere successo solo di queste nefandezze create sulla pelle di persone semplici che hanno solo avuto la colpa di non nascere a Roma, a Milano o chissà dove ancora! Scusate per lo sfogo ma vedete anche noi Veneti siamo sempre stati considerati delle persone poco capaci di parlare, senza cultura e che abbandonano le loro montagne per pochi soldi per andare a vivere dove si guadagna di più! Ma vantiamo ancora di una comunità antichissima Cimbra, tedesca proveniente dalla Baviera nel '500 e ancora con la sua lingua originale parlata anche nelle scuole e credetemi se avessero fatto un film sui cimbri  pedofili non so cosa sarebbe successo! Conservate gelosamente le vostre tradizioni per purtroppo è nell'interesse di troppi che non ne hanno farcele perdere perché così poi sarebbe più facile farci sembrare tutti uguali anche se non lo siamo! In questo la storia dovrebbe insegnare!

Mandi se posso permettermelo!

Elisa



INTERVENTO DEL REGISTA

Grazie delle garbate e un po' sconclusionate recensioni. Il delitto da noi commesso è stato quello di venire a girare il film in Carnia. Avremmo forse fatto meglio a girare un documentario sulle bellezze turistiche per invogliare tanti turisti a visitare quelle splendide zone e a portare un po' d'aria pura... O no?
Grazie, con amicizia, mandi a voi,
Paolo Modugno

Risposta dei redattori

Pienamente d'accordo con lei.
Ci dispiace di essere stati un po' sconclusionati (non siamo professionisti, ma ci arrangiamo! Veda, caro anziano regista, quanto abbiamo scritto su www.cjargne.it, a proposito di questo suo capolavoro!), ma la colpa è tutta nostra, non del suo film, se non irriverente, insulso, se non insulso inutile, se non inutile ...positivo, propositivo, realistico, educativo, istruttivo, forse, perfino, idealmente utopistico...!
Quando pensa di venire a" riparare"?
Se proprio ci tiene a sapere quanto siamo inclini alle recensioni, la assicuriamo che se non ci fosse stato quel cassonetto, marchiato ed illogicamente situato fuori dal carcere , mai ci saremmo permessi di dire alcunchè sul suo lavoro, su cui avevamo già detto a sufficienza mentre lo giravate.
Grazie di averci, risposto le auguriamo miglior fortuna per i suoi prossimi lavori.
Simpaticamente mandi.

 

IL PARERE DI PRE BELLINA

In merit al at di acuse sacrosant dai zovins pal film "Territori d'ombra", mi semee di dî chest.
Reclamizâ un prodot culinari o un plat tipic lu cjati une iniziative legjtime e meretorie, tratansi di culture o custum e di promozion turistiche. Mostrâ lis bielecis unichis de Cjargne e jè un'âtre biele idee. Doprâ la nestre cusine, lis nestris monz e valadis come sfont o ocasion par storiis e tematichis che no nus riguardin in maniere particolâr, o plui di âtris parz di mont, come la pedofilie, lu cjati une putanade. Se po i bêz a son de Regjon e devente une carognetât. L'onôr de int e la tradizion culturâl de Cjargne e vâl siguarmentri plui dai "sbilfs" e di cualunche "toc' di braide". Se no vuelin fevelâ ancje des nestris virtûz reâls, ch'a lassin di fevelâ sui nestris vizis inventâz. Personalmentri, sintint la int e leint ancje ce che la tradizion popolâr e à tramandât, o crôt che in pocjs âtris bandis il frut al seti stât considerât cu la delicatece e la poesie de Cjargne. Bastares pensâ ai proverbis sul frut e la provedence. "Ogni frut il so pagnut, ogni zocul la sô talme", "Là ch'e jentre la inocense e jentre la provedense" e vie. I Cjargnei e àn balinât dutis lis contradis dal mont par permeti ai lôr fruz restâz in cjase di podê vê un toc di pan e cressi tun clime di afiet.
Mandi.
pre Antoni Beline

HO 17 ANNI E HO VISTO QUEL BRUTTO FILM

Sig. Modugno,
sono una ragazza diciasettenne, che non può e non vuole più stare zitta.
Non molto tempo fa mi trovavo su una di quelle sedie del cinema di Tolmezzo, dove appunto è stato proiettato il suo film "TERRITORI D'OMBRA". Film da cui non mi aspettavo niente ma che i miei occhi e la mia mente, tristi nel vedere quella cruda realtà, hanno seguito con attenzione. Non ho alcuna intenzione di scriverle di ciò che penso riguardo la "vita di strada" o la pedofilia, ed ho ancora meno voglia di complimentarmi con lei.
Il motivo è semplice...
Non riesco a capire in base a che cosa abbia scelto proprio la Carnia per le riprese di quelle squallide immagini! Vogliamo parlare anche a proposito delle parole che ha messo in bocca agli attori???
Ha fatto apparire gli abitanti del posto come gente povera, con la mente vuota, "SENZA ORIZZONTI",...disgraziati insomma!
Tengo a precisarle che le montagne non sono la mia casa...non sono una di quelle "povere" ragazze che lei, con il suo istruttivo film ha ben disegnato. Nelle mie vene scorre anche qualche goccia di sangue carnico e per questo conosco la storia e la caratteristiche della Carnia. Ho trovato il suo film assolutamente fuorviante, inutile, offensivo, demolitore,...e da queste ultime parole, a meno che lei non sia una persona senza alcun sentimento, dovrebbe nascerle un senso di colpa, un tormento,... ma molto probabilmente i soldi che lei ha incassato le fanno dimenticare qualsiasi parola scritta in maniera negativa!
Concludo dicendole che se tornassi indietro, tornerei a sprecare quelle misere 10.000£ e a riguardare il suo film...forse solo per il gusto di scrivere a una persona sicuramente impancata, il mio adolescenziale disprezzo.
Mascia.

ECCO la pronta risposta

Carissima bambina,
ti chiamo bambina perchè evidentemente la vita non ti ha insegnato nulla in questi tuoi inutili diciassette anni... quelli sì che sono stati inutili. Ti rispondo io perchè Paolo Modugno è troppo signore per farlo. E ti rispondo dicendoti solo due parole. Sei tu che ti dovresti vergognare e sai perchè?
Perchè l'unica cosa importante è un bambino che muore e non il posto in cui lo si uccide. Graziella è morta bruciata, che sia stata bruciata ad Andria è del tutto ininfluente. Lorenzo Paolucci e Simone Allegretti sono stati ammazzati, che siano stati ammazzati a Foligno non è rilevante. Non lo è per i loro genitori, non lo è per nessuno di noi che facciamo volontariato in questo settore... Ma forse lassù sulle splendide e immacolate (anche dalla pedofilia? Spero di cuore per voi di sì, ma la mia esperienza mi insegna che nessuna terra ne è immune) montagne carniche queste notizie non arrivano, forse i giornali non si leggono, forse i TG non si guardano, forse la piccola gente come te vede solo Stranamore...Se i carnici sono tutti come te, che non capiscono i veri valori della vita come quelli di risparmiare l'innocenza di un bambino sempre comunque e dovunque, allora è giusto che la Carnia muoia giorno dopo giorno economicamente, culturalmente e moralmente.
Un altro amante di Stranamore del tuo pari ci ha scritto che gli Sbilfs si dovevano "incazzare". A persone come voi auguro un giorno di parlare per soli cinque minuti con un bambino violentato o con un genitore il cui figlio è stato violentato, o, peggio, ammazzato. Io l'ho fatto e questo mi dà il
diritto di risponderti. Credo che per quanto riguarda gli sbilfs dormirò tranquilla stanotte, perchè forse non avrò prodotto un bel film e francamente non me ne frega assolutamente niente, ma certamente non mi sono preoccupata di inesistenti folletti e di bellezze montanare che resteranno
comunque lì anche quando tu, io, i miei figli, i tuoi figli, i tuoi nipoti e i nipoti dei tuoi nipoti non ci saranno più. Spero di cuore che le mie figlie, che hanno più o meno la tua età crescano in modo tanto, ma tanto diverso dal tuo. La prossima volta produrrò un documentario sulle bellezze
della Carnia così sarete contenti visto che questa è l'unica cosa che vi interessa. Adesso mi sta assalendo un vago senso di nausea, perciò ti saluto e non cordialmente.

Veronica Salvi

 

UOMINI .. e cattiverie .. in ogni luogo ! L'ignoranza ne è in parte la causa . I soldi il resto

In ogni luogo di questo mondo vi sono perversioni , crudeltà , cattiverie , malanimo. Bestialità compiute su esseri indifesi umani......e non . Un film che stigmatizza "l'UMANITA'" dei così detti esseri UMANI ambientato in Carnia è ridicolo ed è animato solo da malanimo ......o altro di peggio. Sono d'accordo con quanto sottoscritto da quel gruppo di giovani, ma non bisogna dimenticare che dietro c'è sempre il mercato, i soldi, per cui oggi si svende al primo offerente tutto, anche la dignità di un popolo .
La bestialità Umana non ha limiti e questo .. anche questo è il risultato. Carnici, Friulani, Bergamaschi, Fiorentini, Campani che vendono la loro immagine ve ne saranno sempre così come Carnici, fiorentini, campani, bergamaschi etc ... pedofili, usurai, puttanieri, disonesti, cattivi, idem. La cattiveria stà nel mettere le etichette .. ma vengono messe solo per soldi o per interessi personali o per malanimo. La cosa migliore è lasciar perdere e boicottare luoghi dove si coltivano questi tipi di Culture ! Voi sapete quali .

Domenico

COLPIAMO I CARNICI, TANTO…

Non conosco bene come lei la realtà della Carnia ma la fama di gente onesta e lavoratrice che i friulani tutti si sono conquistati, certo non deriva dalle storie squallide e tristi che il regista Modugno (che tra l'altro non conosco) ha raccontato!
Evidentemente anziché rivolgere il loro impegno e la loro attenzione alle vere piaghe del nostro Paese e ai veri "Territori d'ombra" (si sa siamo in Italia e qui tutto si traduce in interesse politico, quindi perché andare a "infastidire" gente e zone, potenziali serbatoi di voti?) si agisce in posti tranquilli, convinti di poterla far sempre franca. Tanto, quando c'è uno ….che finanzia...
Lo trovo ingiusto, esattamente come quando il ragazzotto grande, grosso e prepotente se la prende con il più piccolo e più debole!
Fate bene ad andare a fondo, a sentirvi feriti e offesi e a dirlo a voce alta!

Francesca
P.S. Solidarietà da mio padre che condivide e "rafforza".

COME SI PUO'TRAVISARE

Purtroppo "Territori d'ombra" non è in programmazione a Verona e provincia, ma dietro tua sollecitazione, ho cercato di saperne di più.
Se ho capito bene, è alla chiara analogia tra Carnia e recessi di arretratezza e brutalità; che ci si dovrebbero nascondere, che voi alludete quando criticate il film. Lo capisco perfettamente. Il regista così, anche con alcuni dettagli ed inquadrature, rischia di dare della Carnia e dei Carnici un'immagine sommaria. Proprio l'immagine che Noi non sopportiamo, quella di sfingi, di falsi, di profittatori. Non bisogna infatti confondere la riservatezza e una certa introversione con la mancanza di generosità di un popolo. Pare strano che i pubblici amministratori non abbiano fiutato questo pericolo e perché Tolmezzo debba essere più rappresentativa di Milano su questo terribile problema, non lo capisco. O forse il regista pensa che bisogna essere periferici per essere degradati? Che basta voltare l'angolo della civiltà globalizzata per trovare ogni sorta di sozzura. Perché, come coordinamento non invitate il regista ad un pubblico dibattito e non gli fate questa domanda?
Non basta essere anti per essere giustificati. Ricordo uno splendido articolo di Leonardo Sciascia sul "Corrirere della Sera" che menzionava i professionisti dell'antimafia.
Solo su una cosa non sono, e te lo dico, d'accordo. Quando metti sullo stesso piano pedofilia e omosessualità. Credo che sia sbagliato. Condanno senza mezzi termini la prima, senza la minima giustificazione. I bambini solo il bene più prezioso che abbiamo e non esiterei a proporre la castrazione chimica per chi si infanga di un reato del genere. Siamo ridotti, nelle città, a temere di far uscire i bambini in cortile.
Le scelte sessuali tra gli adulti sono altra cosa e io rispetto quelle degli altri.
In ogni caso è difficile capire la Carnia se non si capiscono i Carnici, ma forse agli sceneggiatori non interessava poi molto.
Resistiamo
Ciao
Mauro

“…ET MOTA QUIESCERE” - Quando la Chiesa tronca e sopisce…

 Alla complessa e poliedrica problematica sollevata dal film TERRITORI D’OMBRA proiettato nella sala PARROCCHIALE di Tolmezzo dal 21 al 24 aprile sta per essere messa la sordina anche dalla chiesa udinese, dopo che vi hanno provveduto i quotidiani locali, fino a ieri strenui sostenitori del film. Un tema del genere in altri tempi avrebbe sollevato le giustificate rimostranze de LA VITA CATTOLICA: titoli di apertura, interviste, richiami, fotografie, interviste.

Nulla di tutto questo nel numero di sabato 5 maggio, dove tutta la questione è stata relegata in un articoletto di cm 12x18 collocato in basso a pagina 12, a mo’ di recensione cinematografica, dal titolo: Il film “Territori d’ombra”, Mons. Brollo:”Non si aiuta così la Carnia”. In questo pezzo si riprende e si commenta il riferimento incidentale (e nulla di più) che l’arcivescovo di Udine aveva inserito durante la sua prolusione alla presentazione degli ATTI DEL CONVEGNO SULLA MONTAGNA, svoltasi il 27 aprile 2001. Si cita la lettera dei ragazzi carnici contrari al film (lettera peraltro riportata integralmente nelle Lettere al Direttore a pagina 34); si cita il sindaco Cuzzi (che stranamente, dopo aver sempre sostenuto la validità del film anche dopo la sua proiezione, ora, buon per lui, esibisce qualche dubbio); si cita don Alessio Geretti, cappellano di Tolmezzo, (presso la cui sala parrocchiale è stato presentato questo film) che mai aveva preso ufficialmente posizione durante la lavorazione del film e che ora esibisce, anche lui, dubbi e perplessità; si cita don Guido Mizza, parroco di Ravascletto, che, unico, definisce il film “una miseria anche dal punto di vista estetico”. Tutto qui.

Ricordiamo che LA VITA CATTOLICA su altri temi, infinitamente meno pregnanti dal punto di vista etico e morale ma assai più remunerativi dal punto di vista dell’immagine e delle vendite, ha a suo tempo lanciato roboanti crociate (clicca DIOCESI DI ZUJ, intervento n. 18): sede RAI a Udine, Friuli storico, Mucca pazza, Provincia regionale ecc.

Stranamente, quando invece si tratta di PROBLEMI VERI DELLA CARNIA, si defila, cercando sempre di sopire e troncare, troncare e sopire…

Un esempio sintomatico recente: a fronte del silenzio totale sulla ipotesi della DIOCESI DI ZUJ, LA VITA CATTOLICA dedica paginoni interi a Illegio ed alla sua pieve, alle sue mostre ed alle sue madonne; dedica ampi servizi alle rogazioni da Pleif di Guart,  quasi che sotto sotto esistesse un progetto neppure tanto velato di DIVIDERE I CARNICI per impedire che si ritrovino davvero uniti e solidali attorno all’unico simbolo, religioso e civile, storicamente vero e reale: la cattedrale di Zuglio.

Taluni poi vedono in queste scelte giornalistiche de LA VITA CATTOLICA una sorta di attenzione particolare verso quei “preti amici” le cui parrocchie sono sempre ben citate e rappresentate sul settimanale diocesano.

Queste domande infine non sembrino peregrine:

1.    Se “Territori d’ombra” fosse stato girato e AMBIENTATO a Sedilis, come avrebbe reagito LA VITA CATTOLICA?

2.    Se esistesse il vescovo di Zuglio, sarebbe intervenuto come è intervenuto l’arcivescovo di Udine?  

 

Pensierino finale

Coloro che oggi in Friuli detengono il potere civile e religioso (sia in Regione che nella Chiesa) si comportano alla pari di quelle maestre che hanno come scolaro il proprio figlio. Anziché trattarlo come gli altri, lo trattano assai peggio per evitare e prevenire possibili critiche di parzialità: lo incolpano di azioni non sue, esigono da lui più impegno, lo sgridano continuamente, lo rimproverano oltre il necessario, lo ignorano quando si fa male.

Così che quel povero figlio-scolaro non sa più se deve odiare la maestra o la mamma. E spesso finisce per odiare tutte due.

 

Intervento del Responsabile di Cjargne Online

Non intendo in questo mio breve intervento esprimere la mia opinione su "Territori d'ombra". Vivo da sempre sempre lontano da questa terra, che amo ma non conosco perfettamente; inoltre non ho potuto ancora vedere il film. Vorrei invece soffermarmi sul significato di queste discussioni che stanno animando il nostro sito. 

Mi fa piacere che ultimamente Cjargne Online sia stato vivacizzato da alcuni argomenti di discussione che hanno suscitato l'interesse di numerosi amici che ci seguono da tutto il mondo utilizzando il mezzo telematico.  Cjargne Online dimostra di essere un sito particolare: non solo un insieme di pagine dedicate ad un argomento, ma un vero e proprio punto di riferimento per molte persone che fisicamente non potrebbero mai incontrarsi, ma possono comunicare incontrandosi in una piazza "virtuale". Vi dirò che personalmente, pur essendo io l'ideatore di questa iniziativa, preferirei vivamente incontrarmi con voi in una vera piazza, a discutere, bere un taj e magari farsi una cantata (chi mi conosce sa che non disdegno). Questo purtroppo non è possibile, date un'occhiata all'elenco degli iscritti al nostro forum e vedrete che siamo sparsi in tutti i continenti. Allora siccome l'alternativa è IL SILENZIO, direi che ben venga incontrarci qui a discutere, leggere, vedere, conoscerci. 

A proposito di forum vorrei sottolineare il fatto che una discussione come questa sarebbe ospitata ben più efficacemente nel nostro FORUM. E' uno strumento che evidente richiede un po' di tempo per essere assimilato da tutti, vi invito comunque a sforzarvi di utilizzarlo in quanto le potenzialità che offre di interloquire con altre persone sono estremamente interessanti. 

Ci tengo inoltre a sottolineare che Cjargne Online è una piazza "aperta" dove tutti possono esprimere, possibilmente civilmente, la propria opinione. Rispondo a chi me lo ha chiesto che il sito NON E' SCHIERATO politicamente. Lo so che normalmente il giornale che leggete è schierato, lobbyzzato, censurato, controllato e col cavolo che potete scriverci qualcosa proprio voi. Ebbene il nostro sito è diverso ed è proprio per questo che maldestramente stanno cercando di mettere il bavaglio ai siti Internet. Non credo che stavolta ci riusciranno. Può essere (anzi sinceramente me lo auguro) che i nostri redattori ed i visitatori abbiano le proprie idee e le proprie convinzioni, ma questo non toglie che la possibilità di partecipare attivamente alle attività del sito sia assolutamente aperta a tutti esattamente allo stesso modo (scriveteci aspettiamo i vostri contributi).

Ho seguito con interesse la presente discussione ed ho apprezzato numerosi interventi. Capisco che l'argomento sia estremamente delicato e che nella nostra società si creino dei fenomeni mediatici che a volte vanno molto al di là del tema trattato. Chi usa i media non può non tenere conto anche di questi fattori. Registro il fatto che molti lettori del sito di cui abbiamo pubblicato gli interventi hanno reagito in modo deciso, sdegnato ed a volte anche irritato. Mi spiace per gli autori ma questo è il giudizio che i carnici di Cjargne Online danno del loro lavoro. Ne prendo atto io che ho pubblicato questi interventi, ne prendano atto anche loro. 

In generale mi piacerebbe sempre leggere e pubblicare sul sito interventi in cui si affrontino gli argomenti, si sviscerino i problemi, ci si confronti magari anche animatamente. Non mi piace però, devo dirlo, quando si abbandonano le argomentazioni per dedicarsi all'offesa personale e alla denigrazione dell'interlocutore. Reagire ad una critica in questo modo denota innanzitutto carenza di ragioni da esporre e spesso anche mancanza di educazione. 

Giorgio Plazzotta
Responsabile di Cjargne Online 

Per  territori d’ombra

 

OMOSESSUALITA’ E PEDOFILIA - RISPOSTA A MAURO

La OMOSESSUALITA' e' una patologia, una devianza della sessualita'; così come il DIABETE e' una patologia, una devianza del metabolismo glucidico, così come l' IPERTENSIONE ARTERIOSA lo e' del sistema cardiocircolatorio. Considerarla altrimenti e' fuorviante. Fin qui siamo d’accordo?
L'OMOsessualita' fino a qualche lustro fa era personalmente vissuta in modo
riservato e intimo, e l'omosessuale avvertiva il suo stato come una forma di
”innata” devianza o patologia, favorita magari dall’ambiente circostante, che non aveva particolari rimedi... Poi sono arrivati i radicali, spalleggiati dalla sinistra intellettuale e progressista, i quali hanno diffuso la insinuante idea (falsa) che la OMOSEX sia NORMALITA', così che oggi la GENTE percepisce la OMOSEX come una forma NORMALE di sessualita', anzi non si meraviglia piu' se i gay si trastullano nei giardini pubblici sotto gli occhi dei bambini (anche berlusconi ha imparato questa tattica: a forza di insistere con una bugia, questa si trasforma in verita'!). Oggi dunque assistiamo a sceneggiate di gay che ostentano ed esibiscono la loro patologia o devianza (dalla norma) con alterigia e prosopopea quasi che loro, e solo loro, siano dei NORMALI. Hai mai visto i diabetici manifestare il LORO ORGOGLIO DIABETICO? o gli ipertesi marciare dietro le bandiere dell'ORGOGLIO IPERTENSIVO? …farebbero ridere. Ma i Gay lo fanno, nessuno ride, tutti (o quasi) applaudono, tutti “normalizzati”... Fin qui la devianza omosessualita'.

LA PAIDO-FILIA e' anch'essa una devianza, una patologia della sfera sessuale finora percepita dalla GENTE con estremo disagio, rabbia e avversione, ma... i greci altolocati di 2000 anni fa coltivavano la paidofilia ed anzi la esibivano; poi GRAECIA CAPTA FERUM COEPIT VICTOREM ET ARTES INTULIT AGRESTI LATIO, e tra queste arti vi era anche la omosessualita' e la paidofilia...ALT mi dici tu: qui ci sono di mezzo i minori con la loro innocenza, irresponsabilita' e irragionevolezza. E forse e' proprio SOLO la minore eta' DEI PROTAGONISTI PASSIVI a frenare (per ora) l'ORGOGLIO PEDOFILO e a impedirgli di manifestare a Roma o a Milano. Ma io temo che questa societa' (in cui ogni limite viene lentamente superato, in cui non vi e' distinzione spesso tra lecito e illecito, in cui sara' sempre piu' sfumato il confine tra NORMALE E ANOMALO) presto giunga, tra qualche lustro, a legittimare anche la paidofilia o comunque a NORMALIZZARLA (
*) cosi' come oggi e' stata NORMALIZZATA LA OMOSESSUALITA'. Tu mi dirai pessimista ma il panorama attorno a me appare tragicamente anticipatore di una societa' neo-ellenistica o tardo-romana o americano-capitalistica o social-scandinava (i termini cambiano poco la sostanza) dove TUTTO SARA' CONSENTITO E DOVE I MARGINI DI SICUREZZA DEI VALORI SARANNO ELIMINATI. Per ora non e' ancora cosi', ma chi impedira' che cio' si realizzi? Il film di Modugno? I radicali? Le sinistre? Berlusconi? Non mi faccio troppe illusioni: sotto sotto tutti, per motivi diversi, anelano alla stessa societa':

CONSUMISTICA, LIBERTARIA, SENZA VALORI, SENZA RIFERIMENTI, dove la illimitata libertà individuale è l’unità di misura del “progresso”.

NON FACCIO PARTE del CCCC ma non inviterei comunque PAOLO MODUGNO per un dibattito sul film: sarebbe inutile per me e utilissimo per lui che avrebbe l'occasione per ulteriormente convalidare il suo falso film, la sua
falsa Carnia con i suoi piccini sorestanz, sensibili solo alla puzza delle
palanche. Modugno direbbe: "vedete, questo film e' positivo perche' fa
discutere... "

Andasse a girare il suo prossimo film di mafia in Alto Adige: lo farebbero correre a gambe levate. In Carnia invece e' stato accolto con lo zerbino rosso...

 

(*) Ho scoperto proprio oggi, da una lettera al Direttore di AVVENIRE, che:

-         esiste già il giorno celebrativo dell’ORGOGLIO PEDOFILO: si chiama BOYLOVE DAY e si celebra il 25 aprile (non so chi siano gli sponsor, ma è facile immaginarlo);

-         in Internet vi sono 32mila siti per pedofili. Si vede che mi illudevo proprio e che la realtà odierna supera di gran lunga non solo la fantasia ma anche le più nere previsioni.

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