CARNIA
- "Territori d'ombra"
int. 1 Osservatorio
VTC, 2.9.00 Da
alcune settimane, in alcuni borghi di Carnia, si sta girando un film, per il
quale molti carnici, adulti e bambini, hanno volentieri offerto la propria
disponibilità sia in lavori manuali attorno al set, sia come comparse, sia come
attori non-protagonisti e non professionisti. Gli
esterni vengono girati in parte a Villa Santina, in parte a Mione di Ovaro, in
parte in altri luoghi suggestivi di Carnia. Il
film, di produzione italo-francese, dovrebbe essere pronto in autunno per
partecipare al Festival del cinema di Berlino. Bene,
diranno i nostri telespettatori, finalmente
una nuova e incredibile opportunità per fare conoscere la Carnia al di fuori
dei ristretti confini regionali. NO,
diciamo noi, non ci sta proprio bene una
simile pubblicità. E
vediamo subito il perché: 1.
Il tema che il film svolgerà è di una attualità dirompente e
angosciante: la PEDOFILIA, cioè quella devianza sessuale che fa dei bambini
inermi e indifesi l’oggetto delle pulsioni sessuali degli adulti. 2.
La PEDOFILIA, soprattutto negli ultimissimi tempi, ha acquistato una
notorietà ed una visibilità culturale sui mass-media che potrebbe rischiare,
tra qualche tempo, di venire equiparata alla OMOSESSUALITA’ che oggi ormai
gode di una scontata libertà di azione, esibizione, ostentazione, quasi che
essa fosse la norma sessuale e non invece una devianza. Il tutto con
l’interessato sostegno delle sinistre progressiste e libertarie. 3.
Già alcuni, timidamente, affacciano la teoria che dopotutto la PEDOFILIA
è solamente un approccio sessuale diverso, che era peraltro assai diffuso, per
esempio, tra i Greci e che è stato importato anche nella Roma imperiale, dove
poeti consoli e generali non disdegnavano, anzi esibivano, oltre alla
omosessualità, anche l’amore per i bambini. 4.
Per ora, la PEDOFILIA è ancora fortunatamente considerato (per quanto?)
un reato penale e le forze dell’Ordine, impegnate su svariati fronti, sono
oggi costrette a combattere la PEDOFILIA perfino su INTERNET dove il commercio e
la tratta dei bambini sta diventando allarmante e per certi versi imprendibile. Ora
dunque, venire in Carnia- utilizzare
persone del luogo-sfruttare paesaggi incontaminati- per calare questo tema,
a dir poco scabroso e contaminante, in un contesto come il nostro, equivale a
gettare sulla Carnia un’ombra davvero pesante, ambigua e grave per togliere la
quale non basterebbero poi fiumi d’inchiostro, proclami televisivi, indennizzi
morali ed economici, offerte di riparazioni. La
Carnia, così
avviluppata dai suoi problemi secolari che mai nessuno ha ancora risolto; così
lacerata nel suo tessuto sociale da uno spopolamento inarrestabile; così
vilipesa in pace e in guerra; così
derisa e ignorata ai grandi appuntamenti; non
può oggi tollerare anche quest’affronto e questa ingiuria del tutto gratuita. La
Carnia non può essere contrabbandata come una terra di pedofilia (perché è
questo che resterà poi nell’immaginario collettivo di chi assisterà al
film). La
Carnia non è una terra di pedofili, almeno non più di altre regioni dove i
fatti di pedofilia avvengono realmente e rimbalzano con raccapriccio sui mass
media nazionali destando avversione e ripulsa. La
Carnia ha tanti difetti ma uno la rende oggi pericolosamente esposta
all’estinzione e ad un linciaggio morale che potrebbe essere domani
irreversibile: la sua aquiescenza, la sua sottomissione, la sua sudditanza
culturale, la sua incapacità di reagire e di dire : basta.
Gli esempi sono innumerevoli. Non li citiamo neppure. La
Carnia non può tollerare più di essere conosciuta nel virtuale mondo
cinematografico, e oltre, solo per MARIA ZEF o per TERRITORI D’OMBRA, solo cioè
per storie truculente e disperate dove l’umanità e la ragione, sono sempre
assenti. Chi ha visto MARIA ZEF ricorda solo un incesto e un assassinio, poco
altro. Ma
questa Carnia se mai è esistita, non esiste più. La
Carnia oggi, forse a motivo del suo isolamento, è ancora un VILLAGGIO VIVIBILE
anche se a rischio di scomparsa, ma queste storie che ci piovono addosso dal di
fuori, queste pretese artistiche e culturali con cui si cerca di mimetizzare una
vicenda inventata e data in pasto ad una platea di milioni di persone, possono
davvero dare il colpo di grazia: così che una Carnia truculenta e pedofila
cancella la Carnia-cartolina che tutti noi amiamo ancora disperatamente. Ci
rivolgiamo ai pubblici amministratori e a tutti i carnici affinchè osteggino in
tutti i modi questo tentativo pseudo-culturale di affibbiare alla Carnia, con la
scusa dei suoi paesaggi inviolati, anche
questa nuova etichetta: quella della violazione del bambino. Alfio
Englaro
CARNIA
- "Territori d'ombra"
int. 2
Osservatorio VTC
9.9.00 Fino
a che in Carnia si starà girando questo film, la redazione di VTC ha deciso di
mantenere alta l’attenzione e la tensione dell’opinione pubblica, affinchè
DOPO nessuno si possa in alcun modo giustificare dicendo: NON LO SAPEVAMO, NON
NE ERAVAMO INFORMATI. Il
regista del film, in alcune interviste rilasciate a quotidiani e settimanali
locali, cerca abilmente di scansare la critica più pesante, trincerandosi
dietro il seguente alibi: QUESTO FILM E’ CONTRO LA PEDOFILIA. Ci
mancherebbe! Se fosse anche a favore, non si tratterebbe più di un film legale
ma si verrebbe a configurare un film pornografico a luci rosse e forse, con la
nuova legislazione in materia, potrebbe essere anche penalmente perseguibile! Ma
andiamo avanti: si
viene a sapere che la Regione FVG avrebbe dato il suo placet per la
realizzazione di questo film; non sappiamo se anche la CMC ha seguito
l’esempio o se qualche Comune carnico si sia reso disponibile. Ma
il problema è questo: perché
si è scelta proprio la Carnia per ambientare una tematica così scabrosamente
attuale? Perché la Carnia e non ad esempio la Corsica o la Sardegna
(e non ce ne vogliano i sardi o i corsi)
i cui territori sono, questi sì, territori in gran parte ancora selvaggi
e isolati. Perché
si è scelto la Carnia, e non invece la Valle d’Aosta o il Cadore o la Savoia
francese, i cui villaggi alpini, assai noti e rinomati, si prestano maggiormente
alla realizzazione di un film? Abbiamo
il fondato e triste sospetto che queste regioni abbiamo immediatamente e
saggiamente rifiutato una simile pubblicità, mettendo alla porta regista e
produttore. Da
noi invece si accoglie a braccia aperte qualsiasi forestiero che abbia un nome
diverso, che si presenti con abile dialettica, che faccia balenare futuri
scenari di decollo turistico, che sia presente sulla scena e sui mass media
locali a parlare, ignorante, di Carnia e di carnici, di ambiente e di
psicologia, di animo e di sentimenti. E più uno e tuttologo, più viene
ascoltato e acriticamente seguito. In
questo specifico caso, sappiamo
bene che qui in Carnia non è esistito finora alcun caso di pedofilia, perlomeno
non nei modi e nelle conseguenze di altre parti d’Italia. Volere
a tutti i costi trattare il tema della PEDOFILIA qui in CARNIA, sarebbe come
volere trattare un tema di MAFIA in PIEMONTE, oppure una tema di PESCA SUBACQUEA
in ALTO ADIGE, oppure un tema di SCI ALPINISMO a LIGNANO.
Certo si può tutto in questo surreale mondo di celluloide, soprattutto
ora con l’ausilio dei computer, ma il risultato che ne è uscirebbe sarebbe a
dir poco irreale e fantastico: in una parola NON CREDIBILE E FALSO. Così
accadrà a questo film, il cui regista ha voluto, con il beneplacito delle
autorità, ambientare la PEDOFILIA IN CARNIA, i cui territori non sono affatto
in ombra, ma appaiono ancora (fortunatamente) ampiamente soleggiati, privi di
smog e di nebbia, scarsi di traffico, scarsissimi di mafia e di criminalità:
A MISURA D’UOMO. Perché
questo regista, e coloro che l’hanno assecondato, intende rovinare questo
spettacolo eco-antropologico? Perché
CHI DOVREBBE, NON HA REAGITO? Alfio
Englaro Marino
Plazzotta CARNIA
- "Territori d'ombra"
int. 3 30.9.00 Continuano
le riprese del film in lavorazione in Carnia, anche se, a dire il vero, i
quotidiani locali, dopo le nostre prese di posizione, appaiono più defilati e
silenziosi sulle vicende di questo film. Questa settimana sono state girate
alcune scene nel Tribunale di Tolmezzo e nell’ospedale: ciò significa che
queste due istituzioni pubbliche hanno dato il loro consenso per le riprese,
avvallando quindi anche la tematica del film. A questo punto è da presumere che
anche i comuni interessati alle riprese del film e la CMC abbiano a suo tempo
dato il proprio placet. Di tutto questo occorrerà tener conto quando il film
comparirà nelle sale italiane: solo allora potremo capire davvero se tutti
costoro avranno fatto oppure no un buon servizio alla Carnia ed alla sua storia.
E’ ben vero tuttavia quello che diceva l’imperatore Vespasiano riguardo ai
denari che gli derivavano dagli orinatoi pubblici da lui fatti costruire in
Roma. A chi gli faceva notare che quei denari provenivano dai cessi pubblici,
rispondeva: IL DENARO NON PUZZA e ben volentieri lo incamerava. Alfio
Englaro CARNIA
- "Territori d'ombra"
int. 4 7.10.00 Continuiamo
a parlare del film che si sta ancora girando qui in Carnia, nonostante susciti
sempre maggiori opposizioni tra i cittadini comuni, specialmente dopo le
drammatiche notizie sulla pedofilia via Internet della scorsa settimana e delle
crude immagini trasmesse da TG1 e TG3. Alcuni ci hanno chiesto notizie su questo
tema della pedofilia, che è poi il tema del film ambientato in Carnia. 1.
la PEDOFILIA, è quella devianza sessuale che fa dei bambini inermi e
indifesi l’oggetto delle pulsioni sessuali degli adulti. Tale pulsione può
arrivare fino alle sevizie ed alla morte della vittima 2.
La PEDOFILIA, soprattutto negli ultimissimi tempi, ha acquistato una
notorietà ed una visibilità culturale sui mass-media che potrebbe rischiare,
tra qualche tempo, di venire equiparata (o giù di lì) alla OMOSESSUALITA’
che oggi ormai gode di una scontata libertà di azione, esibizione,
ostentazione, quasi che essa fosse la norma sessuale e non invece una devianza,
fino a pochi anni fa perseguita. Il tutto con l’interessato sostegno delle
sinistre progressiste e libertarie, per le quali non esiste alcun limite alla
libertà individuale. 3.
Già alcuni, timidamente, affacciano la teoria che dopotutto la PEDOFILIA
è solamente un approccio sessuale diverso, che era peraltro assai diffuso, per
esempio, tra i Greci e che è stato importato anche nella Roma imperiale, dove
poeti consoli e generali non disdegnavano, anzi esibivano, oltre alla
omosessualità, anche l’amore per i bambini. Ma poi l’impero è crollato. 4.
Per ora, la PEDOFILIA è ancora fortunatamente considerato (per quanto?)
un reato penale e le forze dell’Ordine, impegnate su svariati fronti, sono
oggi costrette a combattere la PEDOFILIA perfino su INTERNET dove il commercio e
la tratta dei bambini sta diventando allarmante e per certi versi imprendibile.
E i fatti della scorsa settimana sono ancora fissi nella memoria. Ebbene
in Carnia si sta girando un film proprio sulla pedofilia; anzi “contro” la
pedofilia, come ha precisato il regista in varie interviste. A costo di essere
noiosi, ripetiamo: MA PERCHE’ PROPRIO QUI IN CARNIA? Perché i territori
d’ombra proprio qui? Qualcuno ci vuole rispondere cortesemente? Alfio
Englaro CARNIA - "Territori d'ombra" int. 5 14.10.00 Continuiamo
a tenere desta l’attenzione su un problema che può a taluni sembrare
marginale ma che riveste una importanza cruciale se si pensa che un film arriva
fin nei luoghi più lontani e suscita sempre curiosità e dibattito. Per i
distratti-indaffarati e lontani ricordiamo appena che il film in questione
tratta il tema della PEDOFILIA ed è ambientato qui in Carnia. Ma la Carnia non
può tollerare più di essere conosciuta nel virtuale mondo cinematografico, e
oltre, solo per storie truculente e disperate dove l’umanità e la ragione,
sono sempre assenti ma soprattutto perdenti. Perché nessuno oggi sponsorizza o
lancia un film sui FUCILATI DI CERCIVENTO? oppure sulla PROFUGANZA della prima
guerra mondiale? o sulla durissima EMIGRAZIONE CARNICA? Sapete perché? Perché
questi temi non sono politically correct e non fanno cassetta. Ma soprattutto
forse perché farebbero aprire gli occhi a tanta gente che oggi è distratta da
altri stimoli e falsi problemi. Alfio
Englaro …E
dopo l’uscita del film….
CARNIA - "Territori d'ombra" int. 6 Osservatorio
VTC 28.4.01 Un
film falso e disperato Il
film girato in Carnia lo scorso anno e di cui ci siamo a lungo occupati durante
la sua lavorazione (clicca anche Convegno sulla Montagna, intervento n. 30), è
finalmente approdato a Tolmezzo, ospite del cinema parrocchiale David il 23 e 24
aprile 2001. A
differenza dello scorso anno però, quando il film veniva girato, nessuna
recensione o amplificazione è stranamente apparsa sulla stampa locale: un
silenzio perlomeno sospetto, se confrontato con i superlativi peana di
esaltazione dello scorso anno. Pur
con una certa prevenzione, siamo andati a vederlo solamente con un unico scopo:
valutare obiettivamente questo film girato per l’appunto in Carnia e che molti
avevano salutato come un avvenimento positivo per questa terra che avrebbe visto
pubblicizzate le sue bellezze naturali… Il
film apre con una premessa scritta che compare sullo schermo e che viene letta
da una voce fuori campo, in cui sostanzialmente si annuncia che gli episodi
raccontati dal film sono veri, che la pedofilia va combattuta con ogni
mezzo e che occorre compiere ogni sforzo per arginare questa devastante piaga
sociale. La
trama del film è abbastanza semplice: in
una tranquilla cittadina di montagna, di cui si evita ogni riferimento ed ogni
segnaletica stradale, alligna una squallida situazione di pedofilia e di sadismo
che viene sinteticamente descritta in alcuni quadri: un
anziano amico di famiglia è innamorato di una bimba di 5 anni e viene
clamorosamente arrestato sul lago; una
famiglia di extracomunitari albanesi cede la propria figlioletta per lussurie
pedofile e ad un certo punto viene rapita di notte da una mercedes nera; una
giovane prostituita albanese sedicenne, che offre le sue prestazioni nella
cittadina, viene uccisa perché intende parlare; una
coppia di genitori vende il proprio figlioletto di 5 anni ad una organizzazione
criminale che sfrutta questa devianza allestendo in una casa isolata (la casa
delle 100 finestre) un bordello per clienti pedofili e sadici; un
procuratore della repubblica che fin dalle prime battute risulta fortemente
indiziato di connivenza con
l’organizzazione criminale, cerca in tutti i modi di ostacolare le indagini. Tutto
questo si svolge in questa tranquilla cittadina anonima di montagna nel momento
in cui un ex poliziotto del luogo, a sua volta violentato dal padre in tenera età,
inizia a collaborare con una giovane magistrato ed una vice questore di polizia
che dopo alterne vicende riescono a scoprire il bordello per pedofili sadici,
salvando alcuni bambini sopravvissuti ma non riuscendo a catturare il capo della
organizzazione, avvertito della retata nientemeno che dal ricattato Procuratore
Capo della repubblica il quale, sentendosi perduto, uccide l’ex poliziotto,
che aveva scoperto il losco traffico, non prima però che questi riesca a
lanciare un messaggio e-mail alla sostituta procuratore della Repubblica. Con
questo stratagemma il Procuratore capo viene arrestato… Tutta
la storia è continuamente punteggiata da immagini di pedofilia, che fanno da
sfondo alla trama di questo film, immagini a volte velate, a volte solo
accennate, a volte solo ascoltate che lasciano intendere situazioni scabrose e
alimentano un senso di crescente disagio, nausea e ripugnanza e forse anche di
vomito, che assale lo spettatore fin dall’inizio e lo accompagnano
inesorabilmente fino al termine di questa truculenta storia che avviene in
questa anonima cittadina di montagna, dove non esiste un benché minimo senso
religioso, dove tutto ruota attorno alla perversione sessuale più abbietta che
esista, dove i genitori non hanno il minimo scrupolo a vendere i propri figli. A
questo punto lo spettatore milanese o romano o comunque italiano, al termine del
film, si appresta ad uscire dalla sala turbato, frastornato e annichilito ed in
cuor suo si augura che non esista una cittadina del genere… ma
ecco che il regista, proprio nella scena finale, con un atto a dir poco
premeditato ma certamente voluto e per nulla casuale, comunica, come una pesante
mattonata in faccia, il luogo dove sarebbero avvenuti questi “EPISODI VERI”:
nella COMUNITA’ MONTANA DELLA CARNIA
come si legge sul cassonetto delle immondizie situato fuori dell’ingresso del
carcere e ripreso in primo piano,
mentre l’anziano pedofilo lascia la prigione dopo 7 anni e si ferma di nuovo
con una bambina che, proprio fuori dal carcere, sta giocando… (questa
scena finale è stata sottolineata da un lungo inequivocabile brusio di
disapprovazione da parte dei numerosi cjargnei presenti in sala). Lo
spettatore, al termine di questo film che
racconta episodi veri, come ha preannunciato all’inizio la voce fuori
campo, comprende al volo che la cittadina in questione è Tolmezzo, che il
carcere è quello di Tolmezzo, che il Procuratore colluso è quello di Tolmezzo,
che la casa-bordello delle 100 finestre (fortissima analogia con il nauseante
SALO’ di Pasolini) è quella di Mione, che questi territori d’ombra sono
appunto LA CARNIA. Dopo
il film MARIA ZEF (stupro incestuoso e omicidio), questo appare ben più
insinuante e dannoso per l’immagine della Carnia che non aveva certo bisogno
di una simile pubblicità dove i pochissimi scorci di bellezze naturali sono
stati inesorabilmente associati ad una sensazione sgradevole e ripugnante. E
ora alcune domande: -
Dove sono oggi coloro che hanno esaltato e definito “opera d’arte” questo
film, ben prima che si conoscessero la trama e i risvolti? -
Dove sono i sorestanz, gli Enti locali, le istituzioni che hanno permesso e
assecondato questo film? Dove i quotidiani locali che lo hanno blandito? E
infine alla CMC, che ha commesso una
leggerezza imperdonabile, un disinteressato consiglio affinché tenti di farsi
perdonare dai suoi cittadini amministrati: 1.CHIEDA
AL REGISTA E AL PRODUTTORE DEL FILM I DANNI MORALI E MATERIALI,
per recuperare un’immagine lordata e stravolta e per arginare la possibile
fuga turistica che dovesse concretizzarsi a danno dei territori d’ombra, volgarmente conosciuti come Carnia. 2.
ANNUNCI LA SPONSORIZZAZIONE DI UN FILM sulla EMIGRAZIONE CARNICA oppure sulla FUCILAZIONE DI CERCIVENTO oppure sull’ALCOLISMO in Carnia, questi sì argomenti seriamente pertinenti e
pedagogicamente utili. Diversamente
si allinea su posizioni criticabilissime e censurabili. 25.04.01
Alfio Englaro di Paluzza (UD) Vizi
e Virtu’
VTC,
28.4.01 Questo
film a mio modo di vedere è inutile, sia perché non dice nulla di più sulla
pedofilia e sul fatto che questa sia oggetto
di vergognoso commercio di innocenti, sia perché non
prospetta valori che superino questa tragica realtà mondiale, tanto che
il film si conclude in maniera
irridente con il geometra Simeoni, anziano personaggio del filmato, che viene
condannato per essersi trastullato con una bambina, e dopo aver
scontato sette anni, proprio uscendo dal
carcere , la prima persona cui, deliberatamente,
si avvicina è una bambina. Con ella
riprende la sua circuizione molesta, il giro vizioso e perverso che il
carcere non è riuscito a guarirgli. Un
filo di speranza lanciato
all’inizio del filmato non si è ritrovato più ! Quindi
questo è un film che, dall’inizio alla fine, non ha alcuna morale, non è una
fiaba, non è una parabola, non ci lascia nulla nelle teste che portiamo a casa
a dormire. Potevamo
benissimo farne a meno dei “Territori d’ombra”! Anzi
perché non lo si è vietato, soppresso, censurato, insomma, in qualche modo,
impedito? La Chiesa che vuole la provincia della Carnia, e ci fa piacere, dove
era mentre si montavano quelle immagini così tristi e fasulle? E’
vero che all’inizio ed alla fine del film ci vengono letti un paio di
pistolotti moralistici che lasciano il tempo che trovano, infatti nei dialoghi
dei protagonisti, che ho seguito con molta attenzione, non ho riscontrato
alcunché che sembrasse un richiamo alle parole iniziali o una tensione
che si trasformasse in un
insegnamento utile per i genitori o
per i giovani, un qualche cosa che potesse
far sperare, o almeno suggerire come provare a
migliorare questa società . Che senso hanno questi filmati? La
prima parte della storia indugia inutilmente,
nell’ evidenziare la realtà della pedofilia, facendo seguire a scene
familiari di genitori disgraziati, scene
raccapriccianti di bambini vittime di avidi personaggi bravi nel recitare la
parte di squallidi attori del male. Con
tali scene, durante le quali , più
volte ho temuto che si sarebbe potuto superare il mio limite di sopportazione e
quello della decenza , si sono
mescolate altre sullo sfruttamento della
prostituzione di adolescenti albanesi, con i soliti luoghi comuni di
intermediari ignoranti o schiavisti, o pieni di burocratico potere.
Mi hanno, particolarmente,
infastidito certe scene di bambini piangenti e certe mani adulte,
maschili, che armeggiavano
in modo equivoco tra coperte e luci soffuse.
Non
è mio compito dare suggerimenti ad un regista che non ho
capito, perché abbia scelto per girare, forse il suo lavoro
più importante, a 60 anni, proprio la
Carnia. Anche
le montagne e i pur limitati
orizzonti che si indovinano fuori dall’obiettivo,
la CASA DELLE CENTO FINESTRE,
la si intravede come in una cartolina, si riconoscono alcune piazze
strade caffè, dei nostri paesi, ma ciò non
mi permette di capire perché si decida di venire a girare un film proprio
da noi? Forse
perché le comparse, quei paesani che fanno numero, costano di meno? Forse perché
qualcuno gli ha dato alloggio gratis? Proprio non trovo risposte. O forse
c’è qualche altro motivo? I
riferimenti alla Carnia, su cui si
è tanto discusso nei giornali ed anche da questa emittente, francamente non li
ho visti, se non geografici e percepibili solo da chi conosce il territorio. Forse
le nostre proteste sono servite a qualche cosa! E’
vero che c’è qualche parola in carnico…ma mal pronunciata, per fortuna, e
difficilmente identificabile con la nostra Carnia , (tanto per darvi l’idea di
quale potrà essere il destino di questa pellicola
dal titolo esistenziale: “Territori d’ombra”, vi assicuro che
l’unico sussulto che ho notato in sala l’ho sentito quando
la protagonista, brava, chiedeva al protagonista, bravo, che cosa stesse
cucinando. La risposta: “tocj in braide” ha suscitato una brevissimo ed
incomprensibile momento di ilarità). Per il resto uno che veda
il film a Roma o a Palermo, non può capire
dove sia questa zona di confine in cui
si è inventato questo pur reale commercio perverso di innocenti. Non
si parla di paesi, non si dice che vagamente
che siamo in una zona di confine e quindi potremmo lasciare,
tranquillamente, che questa
pellicola vada alla deriva cui è destinata. Purtroppo
sul finale , mentre il detenuto pedofilo usciva dal carcere , quello di Tolmezzo,
noto solo a quelli della val But, si
è inquadrato un cassonetto per la
raccolta delle immondizie, in cui si è potuto leggere
con calma e sembra
studiata intenzione: “COMUNITA MONTANA DELLA CARNIA”. Questo
messaggio, unico nel film che
potesse far capire a chi, non
frequentatore dei luoghi, dove si può trovare, anche se solo con la finzione
cinematografica, la casa dalle cento finestre ed il groviglio
della perversione, mi ha irritato. Come
mi irritano le presentazioni, non molte in verità, che si possono trovare su
internet. Non
intendo criticare la trama o l’impostazione scenica,
intendo esprimere un
disappunto sul fatto che in questa zona depressa, che poteva restare anonima, si
è voluto più che raccontare, dimostrare sadicamente che dove c’è
disagio sociale si possono inventare anche i territori d’ombra. Per
quanto mi riguarda , mi par di avere detto tutto o quasi a riguardo di questo
film che ha avuto anche i contributi statali, tranne che, se dovesse essere
trasmesso dalla RAI TV , come succederà, mi adoprerò per far togliere dalle
ultime sequenze, quel bidone della Comunità Montana della Carnia, che
paradossalmente , suggella un film nemmeno molto contestato, ma che ferisce i
nostri sentimenti. Alcune
conclusive domande: 1.
Chi ha autorizzato le riprese in Carnia? 2.
Chi ha detto al regista Modugno, della casa delle cento finestre? 3.
Chi ha indotto gli attori a parlare di “sbilfs” e del “ nodo di
Salomone”? 4.
Quanto hanno pagato gli ambienti , i bar, gli alberghi in cui sono state
girate alcune scene, il Roma, il Manzoni; il Perla? 5.
C’E’ FORSE QUALCHE ENTE CARNICO CHE, IN QUALCHE MODO HA SOVVENZIONATO
QUESTO FILM? Se
qualcuno vuole risponderci siamo pronti a cambiare la nostra personalissima idea
che, incomprensibilmente, si è dato la possibilità a degli sconosciuti che,
come al solito, si pensa, illustri, di infangare, anzi di buttare escrementi
morali non solo sulle montagne, ma anche sui pochi
che vi sono rimasti a vivere. Insistente
ripropongo la domanda: perché un film così poco educativo si è girato in
Carnia e non in Val d’Aosta o in Trentino? 25.04.01.
MARINO
PLAZZOTTA di Treppo
Carnico (UD) GIOVANI CONTRO "TERRITORI D’OMBRA”Lettera
aperta , 25.4.01
In
questi giorni è stato proiettato, al cinema David di Tolmezzo, il film
“Territori d’ombra”; girato e ancor più incredibilmente ambientato in
Carnia se si pensa che il tema scottante trattato dalla pellicola è la
pedofilia. Avevamo
letto e sentito della volontà degli amministratori regionali di promuovere
turisticamente l’immagine del nostro territorio finanziando pellicole
cinematografiche che avessero come scenario le bellezze paesaggistiche della
nostra terra; ma mai e poi mai avremmo pensato che fosse stato finanziato il
film che abbiamo visto. Pedofilia! Già
di per sé è una parola che mette i brividi. La
superficialità con cui, secondo noi, è stato trattato, nel film, un argomento
così delicato e le palesi forzature dovute alla necessità di calare un copione
già scritto in una realtà diversa da quella che ha ispirato la storia, hanno
confezionato un prodotto “vuoto” in maniera disarmante. Addirittura
ridicolo, poi, ci è sembrato l’aver voluto mettere in bocca ai protagonisti
del film, le parole “turistiche” molto di moda in questo momento, ad esempio
“sbilfs o tocj in braida”; probabilmente richieste dagli sponsor locali e
naturalmente impronunziabili da attori non di madrelingua friulana. Una
frase del film in particolare, ci ha veramente fatto male; cioè laddove uno dei
personaggi nel presentare la nostra terra al magistrato arrivato da poco,
etichetta la gente carnica come “gente
apparentemente ospitale, che non ha orizzonte!!!”. Passato,
comunque, il disgusto provato a caldo e analizzato quindi a freddo questo film,
sponsorizzato da Regione e operatori turistici locali e finanziato per
rilanciare l’immagine della nostra terra, ci ha reso consapevoli, ora più di
prima, che probabilmente gli unici a non avere orizzonte sono quelle persone
che, chiamate e decidere e a spendere i nostri soldi, mortificano la dignità e svendono l’identità della
propria gente alla stregua dei due genitori del film che vendono i loro figlio a
chi gli farà del male. Tolmezzo
25 aprile 2001 Un
gruppo di giovani di
Prato
Carnico, Comeglians, Ovaro e Ravascletto
Stefano
Plazzotta, Diana Rupil, Stefano Rupil, Flora Martin, Raul e Ivan De Crignis, Daniele
Proddorutti, Rosanna di Vora, Katia Missana, Giorgio Blarasin Salve! Sono una ragazza di Verona che non è ne carnica
ne friulana! Mi sono iscritta a Cjargne Online per curiosità e perché sono
spesso in Friuli Mandi
se posso permettermelo! Elisa
Grazie delle garbate e un po' sconclusionate recensioni. Il delitto da noi
commesso è stato quello di venire a girare il film in Carnia. Avremmo forse
fatto meglio a girare un documentario sulle bellezze turistiche per invogliare
tanti turisti a visitare quelle splendide zone e a portare un po' d'aria pura...
O no? Pienamente d'accordo con lei.
IL
PARERE DI PRE BELLINA
HO 17 ANNI E HO VISTO QUEL BRUTTO FILM Sig. Modugno, Carissima bambina, Veronica Salvi
UOMINI
.. e cattiverie .. in ogni luogo ! L'ignoranza ne è in parte la causa . I soldi
il resto In ogni luogo di questo mondo vi sono perversioni , crudeltà , cattiverie ,
malanimo. Bestialità compiute su esseri indifesi umani......e non . Un film che
stigmatizza "l'UMANITA'" dei così detti esseri UMANI ambientato in
Carnia è ridicolo ed è animato solo da malanimo ......o altro di peggio. Sono
d'accordo con quanto sottoscritto da quel gruppo di giovani, ma non bisogna
dimenticare che dietro c'è sempre il mercato, i soldi, per cui oggi si svende
al primo offerente tutto, anche la dignità di un popolo . Domenico
Non conosco bene come lei la realtà della Carnia ma la fama di gente onesta
e lavoratrice che i friulani tutti si sono conquistati, certo non deriva dalle
storie squallide e tristi che il regista Modugno (che tra l'altro non conosco)
ha raccontato! Francesca
Purtroppo "Territori d'ombra" non è in programmazione a Verona e
provincia, ma dietro tua sollecitazione, ho cercato di saperne di più.
“…ET
MOTA QUIESCERE”
- Quando
la Chiesa tronca e sopisce… Alla
complessa e poliedrica problematica sollevata dal film TERRITORI D’OMBRA
proiettato nella sala PARROCCHIALE di Tolmezzo dal 21 al 24 aprile sta per
essere messa la sordina anche dalla
chiesa udinese, dopo che vi hanno provveduto i quotidiani locali, fino a ieri
strenui sostenitori del film. Un tema del genere in altri tempi avrebbe
sollevato le giustificate rimostranze de LA VITA CATTOLICA: titoli di apertura,
interviste, richiami, fotografie, interviste. Nulla
di tutto questo nel numero di sabato 5
maggio, dove tutta la questione è stata relegata in un articoletto di cm
12x18 collocato in basso a pagina 12, a mo’ di recensione
cinematografica, dal titolo: Il film “Territori d’ombra”,
Mons. Brollo:”Non si aiuta così la Carnia”. In questo pezzo si riprende e
si commenta il riferimento incidentale (e nulla di più) che
l’arcivescovo di Udine aveva inserito durante la sua prolusione alla
presentazione degli ATTI DEL CONVEGNO SULLA MONTAGNA, svoltasi il 27 aprile
2001. Si cita la lettera dei ragazzi carnici contrari al film (lettera peraltro
riportata integralmente nelle Lettere al Direttore a pagina 34); si cita il
sindaco Cuzzi (che stranamente, dopo aver sempre sostenuto la validità del film
anche dopo la sua proiezione, ora, buon per lui, esibisce qualche dubbio); si
cita don Alessio Geretti, cappellano di Tolmezzo, (presso la cui sala
parrocchiale è stato presentato questo film) che mai aveva preso
ufficialmente posizione durante la lavorazione del film e che ora esibisce,
anche lui, dubbi e perplessità; si cita don Guido Mizza, parroco di Ravascletto,
che, unico, definisce il film “una
miseria anche dal punto di vista estetico”. Tutto qui. Ricordiamo
che LA VITA CATTOLICA su altri temi, infinitamente meno pregnanti dal punto di
vista etico e morale ma assai più remunerativi dal punto di vista
dell’immagine e delle vendite, ha a suo tempo lanciato roboanti crociate (clicca
DIOCESI DI ZUJ, intervento n. 18): sede RAI a Udine, Friuli storico, Mucca
pazza, Provincia regionale ecc. Stranamente,
quando invece si tratta di PROBLEMI VERI DELLA CARNIA, si defila, cercando
sempre di sopire e troncare, troncare e sopire… Un
esempio sintomatico recente: a fronte del silenzio
totale sulla ipotesi della DIOCESI DI ZUJ, LA VITA CATTOLICA dedica paginoni
interi a Illegio ed alla sua pieve, alle sue mostre ed alle sue madonne; dedica
ampi servizi alle rogazioni da Pleif di Guart,
quasi che sotto sotto esistesse un progetto neppure tanto velato di DIVIDERE
I CARNICI per impedire che si ritrovino davvero uniti e solidali attorno all’unico simbolo, religioso e civile,
storicamente vero e reale: la cattedrale di Zuglio. Taluni
poi vedono in queste scelte giornalistiche de LA VITA CATTOLICA una sorta di
attenzione particolare verso quei “preti amici” le cui parrocchie sono
sempre ben citate e rappresentate sul settimanale diocesano. Queste
domande infine non sembrino peregrine: 1.
Se “Territori d’ombra” fosse stato girato e
AMBIENTATO a Sedilis, come avrebbe
reagito LA VITA CATTOLICA? 2.
Se esistesse il vescovo
di Zuglio, sarebbe intervenuto come è intervenuto l’arcivescovo di Udine? Pensierino
finale Coloro
che oggi in Friuli detengono il potere
civile e religioso (sia in Regione che nella Chiesa) si comportano alla pari
di quelle maestre che hanno come
scolaro il proprio figlio. Anziché trattarlo come gli altri, lo trattano assai peggio per evitare e prevenire possibili critiche di parzialità: lo
incolpano di azioni non sue, esigono da lui più impegno, lo sgridano
continuamente, lo rimproverano oltre il necessario, lo ignorano quando si fa
male. Così
che quel povero figlio-scolaro non sa più se deve odiare la maestra o la mamma.
E spesso finisce per odiare tutte due.
Intervento del Responsabile di Cjargne Online Non intendo in questo mio breve intervento esprimere la mia opinione su "Territori d'ombra". Vivo da sempre sempre lontano da questa terra, che amo ma non conosco perfettamente; inoltre non ho potuto ancora vedere il film. Vorrei invece soffermarmi sul significato di queste discussioni che stanno animando il nostro sito. Mi fa piacere che ultimamente Cjargne Online sia stato vivacizzato da alcuni argomenti di discussione che hanno suscitato l'interesse di numerosi amici che ci seguono da tutto il mondo utilizzando il mezzo telematico. Cjargne Online dimostra di essere un sito particolare: non solo un insieme di pagine dedicate ad un argomento, ma un vero e proprio punto di riferimento per molte persone che fisicamente non potrebbero mai incontrarsi, ma possono comunicare incontrandosi in una piazza "virtuale". Vi dirò che personalmente, pur essendo io l'ideatore di questa iniziativa, preferirei vivamente incontrarmi con voi in una vera piazza, a discutere, bere un taj e magari farsi una cantata (chi mi conosce sa che non disdegno). Questo purtroppo non è possibile, date un'occhiata all'elenco degli iscritti al nostro forum e vedrete che siamo sparsi in tutti i continenti. Allora siccome l'alternativa è IL SILENZIO, direi che ben venga incontrarci qui a discutere, leggere, vedere, conoscerci. A proposito di forum vorrei sottolineare il fatto che una discussione come questa sarebbe ospitata ben più efficacemente nel nostro FORUM. E' uno strumento che evidente richiede un po' di tempo per essere assimilato da tutti, vi invito comunque a sforzarvi di utilizzarlo in quanto le potenzialità che offre di interloquire con altre persone sono estremamente interessanti. Ci tengo inoltre a sottolineare che Cjargne Online è una piazza "aperta" dove tutti possono esprimere, possibilmente civilmente, la propria opinione. Rispondo a chi me lo ha chiesto che il sito NON E' SCHIERATO politicamente. Lo so che normalmente il giornale che leggete è schierato, lobbyzzato, censurato, controllato e col cavolo che potete scriverci qualcosa proprio voi. Ebbene il nostro sito è diverso ed è proprio per questo che maldestramente stanno cercando di mettere il bavaglio ai siti Internet. Non credo che stavolta ci riusciranno. Può essere (anzi sinceramente me lo auguro) che i nostri redattori ed i visitatori abbiano le proprie idee e le proprie convinzioni, ma questo non toglie che la possibilità di partecipare attivamente alle attività del sito sia assolutamente aperta a tutti esattamente allo stesso modo (scriveteci aspettiamo i vostri contributi). Ho seguito con interesse la presente discussione ed ho apprezzato numerosi interventi. Capisco che l'argomento sia estremamente delicato e che nella nostra società si creino dei fenomeni mediatici che a volte vanno molto al di là del tema trattato. Chi usa i media non può non tenere conto anche di questi fattori. Registro il fatto che molti lettori del sito di cui abbiamo pubblicato gli interventi hanno reagito in modo deciso, sdegnato ed a volte anche irritato. Mi spiace per gli autori ma questo è il giudizio che i carnici di Cjargne Online danno del loro lavoro. Ne prendo atto io che ho pubblicato questi interventi, ne prendano atto anche loro. In generale mi piacerebbe sempre leggere e pubblicare sul sito interventi in cui si affrontino gli argomenti, si sviscerino i problemi, ci si confronti magari anche animatamente. Non mi piace però, devo dirlo, quando si abbandonano le argomentazioni per dedicarsi all'offesa personale e alla denigrazione dell'interlocutore. Reagire ad una critica in questo modo denota innanzitutto carenza di ragioni da esporre e spesso anche mancanza di educazione. Giorgio Plazzotta Per
territori
d’ombra OMOSESSUALITA’
E PEDOFILIA
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RISPOSTA
A MAURO La
OMOSESSUALITA' e' una patologia,
una devianza della sessualita'; così come il DIABETE e' una patologia,
una devianza del metabolismo glucidico, così come l' IPERTENSIONE ARTERIOSA lo
e' del sistema cardiocircolatorio. Considerarla altrimenti e' fuorviante. Fin
qui siamo d’accordo? CONSUMISTICA,
LIBERTARIA, SENZA VALORI, SENZA RIFERIMENTI, dove la illimitata libertà
individuale è l’unità di misura del “progresso”. Andasse
a girare il suo prossimo film di mafia in Alto Adige: lo farebbero correre a
gambe levate. In Carnia invece e' stato accolto con lo zerbino rosso... (*)
Ho scoperto proprio oggi, da una lettera al Direttore di AVVENIRE, che: -
esiste
già il giorno celebrativo dell’ORGOGLIO PEDOFILO: si chiama BOYLOVE DAY e si
celebra il 25 aprile (non so chi siano gli sponsor, ma è facile immaginarlo); -
in
Internet vi sono 32mila siti per pedofili. Si vede che mi illudevo proprio e che
la realtà odierna supera di gran lunga non solo la fantasia ma anche le più
nere previsioni.
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