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Non ci credo
alle streghe, però ...
di Manuela Quaglia
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Un
ponderoso (294 pagine) e certosino lavoro di ricerca, avvalorato da una ricca
bibliografia e corredato da una iconografia semplice e accattivante: così può
essere definito l’ultimo lavoro di MANUELA QUAGLIA, che in questo libro
racconta DI TUTTO E DI PIU’ su stries e striamenz in Cjargne,
edito dall’Associazione Culturale Cortolezzis di Treppo.
Il
tema potrebbe apparire a prima vista ormai desueto e inattuale ma ci pensa pre
Toni Beline, nella presentazione, a renderlo nuovamente attuale e semmai
“moderno”: maghi e psicanalisi odierni hanno egregiamente sostituito las
stries (ed alleggerito molti portafogli).
Manuela
Quaglia, con un’esperienza unica ben più grande della sua età (ha solo 35
anni), ci accompagna mano nella mano all’interno del magico e misterioso
mondo delle streghe in Carnia, un mondo che fino al secolo scorso era popolato
da fatture e malocchi, da pozioni magiche e riti propiziatori, da formule e
ricette singolari.
In
questo libro c’è davvero TUTTO quello che riguarda le streghe di Carnia:
come sono fatte, come riconoscerle, come difendersi, quali malefici compiono,
proverbi, curiosità, addirittura un LIBRETTO DI MAGIE (grimoire)
scovato proprio a Treppo! Che di più?
Manuela
ha girato mesi e mesi per borghi e paesi di Carnia, alla ricerca di tracce
orali labilissime, quasi perdute ormai… Lei ha saputo individuarle,
enuclearle, ripulirle e riproporle in questo splendido e prezioso lavoro, che
è ulteriormente ingentilito dai disegni di Marina Forte e Alessandra Silverio
e dalle fotografie che vanno a commentare in maniera puntuale il racconto che
si snoda lievemente in pagine tipograficamente splendide, che la bravura di
Luciano Plazzotta è riuscito a trasformare in vere opere d’arte.
Chi
vuole conoscere LAS STRIES DI CJARGNE non può prescindere
assolutamente da questa davvero monumentale opera, che, per vastità e
completezza, credo sia la prima in assoluto sull’argomento.
E
per i BAMBINI del “villaggio globale” si tratta davvero di una opportunità
più unica che rara: storie antiche che restituiscono sapore e identità
perduti.
E
se MANUELA sa creare queste cose a 35 anni…