Cjargnei: int di mistîr

Costante Scarsini
nel ferro battuto il gusto del bello e delle proporzioni.

di Angelo Scarsini

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Costant-01.jpg (48071 byte)La passione per il ferro battuto nasce a Parigi, dove Costante, classe 1925, emigra in cerca di lavoro nel 1957. In Francia, questo tolmezzino di professione aggiustatore meccanico, arrivato dalla lontana Australia, trova lavoro in un’officina di proprietà di un altro carnico, Guglielmo Marsili, di Verzegnis, pure lui appassionato di ferro battuto. In quegl'anni chiunque in questo paese voglia esercitare una professione deve possedere un documento rilasciato dal Ministero del Lavoro, previo superamento di un esame pratico, chiamato: carta di lavoro. Costante supera l'esame ed acquista il titolo di svirgolatore del ferro, una specializzazione della professione di rampista ( colui che costruisce le rampe di protezione delle scale). Questo gli permette di migliorare sempre più la capacità di lavorare il ferro a freddo, senza l'uso della fucina. Nella capitale francese, grazie al lavoro, entra in contatto con diversi architetti locali. Uno di questi un giorno lo invita a costruirgli un pezzo mancante di una collezione di alberelli in ferro battuto composta da 6 elementi che partendo da 5 cm, in scala, raggiungono i 25 cm. Ogni alberello è formato da un pezzo unico che forma un tronco con 2 rami spogli. Costante s’impegna e di lì a poco realizza l'alberello n. 4, quello mancante. Con l'aiuto della cera e dell'acido nitrico lo rende il più possibile simile agli altri, tanto che l'architetto gli riferirà che " il falso" non è stato individuato con facilità da un antiquario, cui era stato chiesto un giudizio sull'intera serie.

Il numero 6 resterà sempre importante nella sua produzione. Infatti, nessun’opera di Costante è stata riprodotta in più di 6 copie, " perderebbe il suo valore" ripete spesso l'autore.puartecjaldir.jpg (51143 byte)

Nel 1964 rientra in Carnia e sono questi gli anni, fino al 1969, che lo vedono partecipare ad alcune mostre di artigianato artistico nazionali ed internazionali. Non aprirà mai una bottega, non sarà mai un artigiano, ma tuttavia i suoi lavori saranno sempre espressione della passione per il ferro battuto. Nonostante ciò l'ESA (Ente Sviluppo Artigianato) in quegli anni si accorge di lui, riconosce la vena dell'artista e lo fa partecipare, con le sue opere, a mostre importanti. Nel 1966 è presente alla 30ª mostra internazionale dell'artigianato a Firenze. Lo stesso anno i suoi lavori arrivano a Monaco di Baviera dove l'ESA Friuli Venezia Giulia è presente con uno stand. Nel 1969, in occasione della visita del Presidente della Repubblica italiana, Giuseppe Saragat, a Tolmezzo i suoi lavori fanno bella presenza nella mostra allestita a Palazzo Frisacco. Tutti gli oggetti esposti in queste mostre ritornano al proprietario in quanto su ognuno di loro preventivamente è stata affissa una targhetta che recita: " venduto". In realtà si tratta di una clausola volutamente dettata da Costante, viste le numerose richieste, ancor prima di partecipare alle esposizioni.. Nei primi anni 70 ripara numerosi alari ed inizia la produzione dei suoi. Non ha mai amato il grande, il massiccio, preferisce la cura dei particolari, le proporzioni e così sceglie un altezza media, sugli 80 cm. Questo perchè è cosciente che l'alare ormai non andrà ad abbellire i vecchi grandi fogolars, ormai scomparsi, tutt'al più qualche caminetto d'appartamento.    

Negli anni ottanta cura con particolare dovizia le miniature in ferro battuto, dagli alari alle parure degli attrezzi del fogolar, ai portabrocca per lavarsi, in uso nelle vecchie camere carniche quando in casa non arrivava l'acqua ed altri oggetti. Con questa produzione partecipa a due edizioni della mostra dell'artigianato locale di Socchieve come unico esponente in questa particolare produzione.

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Infine negli anni 90 la sua produzione è molto varia va dagli attaccapanni, agli specchi a forma ovale, ai portafiori per esterni, alle aplic di varie forme. Non vanno dimenticate le rose in ferro battuto elaborate da uno dei lavori inviati a Firenze e Monaco nel ’66. Particolare attenzione pone alle cornici per quadri che realizza decorando in maniera sempre diversa. In questo periodo lavora anche per realizzare due cancelletti di icone votive dedicate alla Madonna, uno dei quali è raccontato dalle foto di questa pagina.Oggi continua a sbozzare i suoi schizzi sul primo pezzo di carta che gli capita fra le mani e tra questi qualcuno verrà sicuramente alla luce per testimoniare la sincera autentica amicizia tra un uomo di nome Costante ed il ferro battuto.

 

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