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Memorie e Ricordi
di
Rino delli Zotti
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Senza
squilli di tromba e senza alcuna interessata propaganda, è in distribuzione un
gradevole fascicolo, realizzato da Rino Delli Zotti, ex sindaco di Paluzza, e
stampato dalla locale tipografia Cortolezzis.
Il titolo della monografia non lascia dubbi circa il tema
che vi si svolge. Anche la copertina annuncia chiaramente l’intento
dell’autore, che vuole trascrivere le sue memorie ed i suoi ricordi relativi
ad un periodo ben preciso della recente storia della Valle: il ruolo cioè delle
Portatrici sul fronte “Carnia” nella Grande Guerra. Il fascicolo, di
oltre 70 pagine, riporta, assieme ad una vasta iconografia in BN e a colori,
la storia di queste portatrici, ne narra le vicende più emblematiche, descrive
l’iter burocratico seguito per giungere ad un riconoscimento ufficiale.
Molte pagine sono dedicate alla memorialistica orale
di talune superstiti di Paluzza, Forni Avoltri e Paularo. Vi si trovano inoltre
le fotografie di tutte le portatrici decorate ma non insignite. Si narra
del primo monumento alle Portatrici sorto in Italia e precisamente a Sabaudia in
provincia di Latina, per opera di un friulano colà emigrato.
Molte pagine sono infine dedicate alla riproduzione di documenti
e di corrispondenza. Insomma, questa fatica editoriale di Rino Delli Zotti, si
può a ragione definire come una piccola miniera di notizie, di documenti e
di fotografie, sottratte alla dispersione e raccolte accuratamente a futura
memoria. E’ una monografia che, come dice l’autore stesso, non ha
pretese letterarie né tanto meno romanzesche: vuole solo essere un segno di
riconoscenza per chi ha faticato o è morto 80 anni fa per un ideale, oggi
purtroppo in forte declino per i motivi che tutti conoscono.
In questa piccola miniera storica di notizie, ce ne sono
alcune che a nostro giudizio meritano di essere sottolineate, proprio perché sconosciute
alla stragrande maggioranza dei valligiani, finora ignari della realtà storica
di quegli anni ormai lontani. Vediamone alcune:
- Scopriamo per esempio che fin dal 24 maggio 1915 (giorno
dell’entrata in guerra del Regno d’Italia dei Savoia) ci fu lo sgombero
totale dei paesi di Timau, Cleulis e Forni Avoltri. Le autorità militari
ritennero che la parlata friulana o tedescofona ed i rapporti di lavoro
transfrontaliero costituissero dei validi motivi di collaborazionismo col
nemico e di scarso patriottismo italico. Gli sgomberati (vecchi, donne e
bambini) dovettero abbandonare tutto e trovare sistemazione in altri paesi o
presso parenti lontani
- Solo dopo alcuni mesi, fu permesso agli sgomberati di
tornare a Cleulis e Timau, previa speciale autorizzazione, rilasciata solo a CONDIZIONE
che “gli uomini e le donne validi dai
12 anni in su, si ponessero a disposizione del Comando Militare di Tappa per
qualsiasi lavoro necessario al sostegno delle truppe in trincea”.
“Altra umiliazione inflitta alla gente carnica” commenta Delli Zotti a
pag.6. Questa notizia squarcia improvvisamente un ottantennale velo di omertà e
di ipocrisia circa la VOLONTARIETA’ della collaborazione dei civili con
l’Esercito. Secondo Delli Zotti, vi sarebbe stato sostanzialmente un triste
ricatto: Io Esercito Italiano ti lascio tornare nel tuo paese, ma tu devi
collaborare con me alle mie condizioni. Le donne ed anche gli uomini che
rientrarono nel loro paese, furono così militarizzati, dotati di bracciale
rosso e di un libretto di servizio. Dovevano presentarsi immediatamente ad ogni
chiamata del Comando di Tappa. L’ordine veniva trasmesso dai carabinieri che
giravano tra le case semivuote intimando perentoriamente: FUORI TUTTI I
BORGHESI DAI 12 ANNI IN SU.
- Delli Zotti ci informa poi che tra le Portatrici ci furono
moltissimi PORTATORI, eufemisticamente chiamati OPERAI MILITARI. Erano ragazzi
e ragazzini o uomini invalidi O FERITI, arruolati dal regio Esercito
Italiano con gli stessi metodi. Tra costoro vi furono anche dei morti:
PUNTEL GIACOMO, di 15 anni, morì il 5 ottobre 1917; MATIZ
EGIDIO, di 17 anni, morì il 3 luglio 1917; PLOZNER GIUSEPPE , invalido di 24
anni, morì il 2 luglio 1916; MATIZ GIOVANNI, di 39 anni, già ferito gravemente
al fronte e congedato, morì l’8 ottobre 1916; MENTIL EGIZIANO, di 35 anni già
ferito gravemente sul Freikofel e congedato, morì il 13 ottobre 1917. Di tutti
questi CIVILI morti in servizio, nessuno mai fece parola. Ed anche qui Delli
Zotti squarcia un denso strato di nebbia e opportunismo. Perché a questi morti,
eroi quanto e più di altri, mai nessuno finora indirizzò un pensiero ?
Ci sono anche altre storie in questo fasciolo di Rino Delli
Zotti di Paluzza. Ma lasciamo al lettore il piacere e la curiosità di scovarle.
A Rino diciamo GRAZIE per averci regalato questi appunti di storia sconosciuta.