FRA PRACUNCÉT E CESÉPS Enos Costantini - Loretta Zannier Luìncis, frazione del comune di Ovaro, situata sulla destra orografica del fiume Degano a 520 metri di altezza sul livello del mare, aveva 262 abitanti verso la fine del secolo scorso (Guida della Carnia, 1898). Ora le "anime" presenti sono, forse, un centinaio. E un`atmosfera da "fine di una civiltà" si respira passeggiando tra le sue viuzze ed osservando le sue pur belle case: niente gridi di bimbi, nè versi di animai, ne' profumo di fieno. Senza economia non c`e` demografia, e viceversa. Affinché qualche aspetto della scomparsa civiltà e della vecchia cultura possa passare alle future generazioni, abbiamo pensato di raccogliere ed illustrare brevemente, i nomi di luogo che interessano il territorio di Luìncis. Per fare cio' ci siamo avvalsi del sapere, non trascurabile, della signora Lida Picco detta la Bordàna1. I nomi tengonoI toponimi raccolti, meno di una sessantina, non sono legione, ma vi e` da dire che il territorio di Luìncis non è molto esteso, essendo costituito solamente da una striscia di terra, di modesta profondità, compresa fra la Pesarin, il Degano e le "terre" delle finitime frazioni di Ovasta e Luìnt. A Clavàis, nello stesso comune, il numero di toponimi raccolti e' piu` che doppio, ma il terittorio di questa frazione, che s'allunga verso lo Zoncolan, e assai piu' esteso2. Un'altra comparazione si puo' fare con toponimi raccolti nel comune di Ovaro da Ludovico di Caporiacco e pubblicati, in due puntate, fra il 1925 e il 1926 sull'allora "Rivista della Società Filologica Friulana"3. La nostra inchiesta ha confermato i toponimi raccolti dal summenzionato autore tranne uno (Riu di Soravìla) e ne ha raccolti di "nuovi", nove su un totale di 56, ivi compreso Tavièla che il Di Caporiacco considera nome generico e non toponimo. Sono 47, quindi, i nomi censiti dal Di Caporiacco ma, tra questi, noi ne abbiamo considerati alcuni che appartengono a frazioni vicine, tuttavia noti anche a Luìncis. Così Nevâl, Riù di Pràdas e Prâz di Pràdas che sarebbero di Luìnt e Clap forât che sarebbe di Entrampo. Abbiamo escluso, invece, Baûs che stranamente, il Di Caporiacco ha inserito fra I toponimi di Luìncis anche se tale localita` si trova dall`altra parte del Degano.Vi sono, poi, alcune piccole differenze nella pronuncia o leggere modifiche, di solito non sostanziali, fra taluni nomi da noi raccolti e quelli dell`autore sopra citato. Tutto. sommato è abbastanza consolante constatare come il patrimonio toponimico di Luìncis tenga nel tempo, malgrado il crollo demografico e la diminuita presenza antropica sul territorio. Agrotoponimi: il cjamp lunc e il cjamp tarònt La classe più numerosa di toponimi raccolti (almeno una dozzina) fa riferimento all`agricoltura. Cio` e` probabile indice dell`importanza che questa attività ebbe in passato e dell`intensa antropizzazione del territorio. Si tratta di nomi dal significato trasparente come Cjamp-lùnc, Cjamptarònt e soracjamp e diffusissimi in tutto il Friuli come ~Beàrc, Broili e Braida. Non manca Cjampéi che, secondo il Nuovo Pirona significa "Zona o prato intorno alle casere, concimato con le deiezioni degli animali" o "Pascolo colto". Trovandoci, pero', il Cjampéi di Luìncis attorno alla vecchia latteria ed essendo tale toponimo presente anche in altre localita` che mai furono alpeggi o che si trovano addirittura in pianura, noi ipotizziamo che tale nome dovette avere significati diversi da quelli riportati dal Nuovo Pirona. Cjampéi, alla lettera significa "piccolo campo" essendo formato dal latino campus (o friulano cjamp) con l`aggiunta di un suffisso avente funzione diminutiva . E` probabile, percio`, che nel linguaggio delle malghe si sia adottato questo termine per indicare la parte più fertile del pascolo, od un pascolo abbondantemente fertilizzato, proprio perche` di fertilità simile a quella di un piccolo campo ben tenuto, come ce ne sono tanti nei pressi dei paesi. Ronc significa "terreno disboscato ai fini della messa a coltura" è ben presente con Roncùz e con Rón di Màrter ( che pero` il Di Caporiacco cita come Ronc di Maria), nonché col raro diminutivo Ròncli in Pradaròncli. A proposito di quest'ultimo: il Di Caporiacco lo cita come Plan di Roncli mentre a Luìncis, attualmente, si dice Pradaròncli o Prendaròncli. Questultimo ci pare un classico caso di ibridismo tra prât e plan. E veniamo ai prati con Pracuncét, nome simpatico ma chiaro solo nella prima parte. Qui avanziamo l'ipotesi che si potrebbe trattare dun arcaismo assai bello: il latino conceptus significava anche "distesa dacqua, rattenuta". E il verbo concipio aveva, tra i diversi significati, pure quelli di "raccogliere, ricevere", nonché : "captare, derivare". Pràdas di Luint è senzaltro il latino pratum che, nella sua veste plurale prata, ha dato il friulano prada. I riscontri sono assai numerosi, e non solo in Friuli. Per rimanere nella nostra regione citiamo solo Pràda di Alesso; Pradàs di Avasinis, Mena, Somplago, Forni di Sopra, Enemonzo e Ligosullo; Pràdes di Bordano e Clauzetto; Pràdis di Palazzolo e Ruda; il diminutivo Pradùtas di Trasaghis 4 Anche Angòria è molto frequente (è la cumièria piu` corta delle altre in un campo che si va restringendo) ed ha un significato pressoché identico a quello di curt che, nella variante cùrtu1 si trova un po' dappertutto in Friuli, nella forma collettiva cortolêr che, a Luìncis, si è leggermente corrotto in Gortalêt. Quanto a Tavièla, pure diffusissimo (e` ben raro trovare un paese senza la sua tavièle) sta a indicare la parte di campagna a seminativo, di solito pianeggiante e fertile, che si trova in prossimità degli abitati.5 Morfologia del territorio: a clas tai plàis su pas clèvas Figuratevi se da queste parti non si trova Clèvas e, se vi aspettate pala "pendìo erboso" rimarrete solo parzialmente delusi visto che è presente con il diminutivo Palìcas. Un traslato puo` essere Cjanevàtas (da cjàniva "cantina") e avra` indicato qualche anfratto o grotta. Meno chiaro e` Covolostàn: forse da cuel avostàn magari perche` qualche pratica agricola lo interessava nel mese di agosto. Quanto a Plàis non e` certo il plurale di plàit placito, lite" (ma ha anche altri significati) perche`, in zona, darebbe plàiz. Secondo noi e il plurale di plai, una voce non riportata dal Nuovo Pirona ma che, come è provato da diversi toponimi, non dovette essere sconosciuta al friulano. Con quale significato? Probabilmente con quello di "costa di monte", "pendio" come il bellunese piai6. Ci sarà un terreno pianeggiante? Sì, ma è del notaio: Plan dal Nedâr. I sassi non mancano e si ha Clapùa, e non Clapùz come ci si aspetterebbe da un plurale di clapùt. Un identico Clapùssa (o Clapùsse) si trova a Bordano, Braulins, lnterneppo e Peonis .Fra i tanti sassi c`è anche il Clap forát (un altro a Bordano). Piante e Bestie: cip cip somp dal bosc Somp dal bosc presuppone, evidentemente, l`esistenza di un bosc e Sterpâz degli sterps "cespugli". Qui il suffisso âz (plurale di - ât) indicherà abbondanza, ma può anche darsi che sterpâz fosse un aggettivo riferito a degli appezzamenti di terreno. Molto interessante Natunâl che contiene, seppur a prima vista non facilmente riconoscibile, il nome friulano dell`alno, o "ontàno", che e` aunâr (con le varianti di olnâr, onâr, ecc.). L`habitat di tale pianta è quello di ripa ed il toponimo, in effetti, è assai prossimo al letto del Degano. Fra gli zootoponimi ricordiamo innanzitutto il non raro Lovàrias, da lôf, "lupo". Il Ròn di Màrter puo` ricordare la martora (ma il Di Caporiacco riporta Ronc di Marta). Un probabile soprannome di persona e` Gjal, mentre Cìpui potrebbe essere il plurale di cìpul, a sua volta da cip che e` il nome di un uccellino (it. Zigolo muciatto). L`uomo: Drea ta faria al fâs una gercla pal nedâr Abbiamo già ricordato il Nedâr "notaio" col suo plan e lo stesso dicasi per il Ronc di Marta (se non è la martora). Citiamo ancora Drea (da Andrea) e un paio di probabili soprannomi come Soldât e Gjal. Chi fabbrica Gèrclas, cioè barèlas, piccole carrette rustiche potrebbe chiamarsi gerclâr e da li`, forse, il toponimo Gerclâr che si trova al limite del comune, sora las Clèvas. Tra I manufatti dell`uomo ricordiamo il Puint di Piêra, sulla Pesarina, gia` esistente nel secolo scorso visto che è menzionato nella "Guida della Carnia" del 1898. Opera dell'uomo anche la Vila, cioè Luìncis che compare in Somp Vila e Soravìla. Un tempo las fàrias, "fucine", buie e odorose di carbone, antri dove un essere mitico, il fâri, nerboruto e dalla faccia caligginosa menava gran colpi, erano presenti quasi in ogni paese. Ora questi luoghi romantici sono divenuti assai rari e dobbiamo accontentarci dei toponimi, come Las Fàrias, appunto. Il lavoro è ricordato anche con Sorascuàrc, dove con scuàrc, termine dei segantini, si intende la prima asse che si sega da un tronco e che conserva da una parte la convessita` di esso (NP). Infine la religione con un Crit che se ne sta solo soletto. Mysteria Carnorum La Carnia affascina, tra le altre cose, a causa di quell`alcunché di misterioso che vi aleggia. Chissa' perché attraversando le strade dei suoi paesi, oramai sempre malinconicamente silenti, pare pur sempre di udire voci arcaiche, forse solo il bisbiglio dei suoi antichi abitatori. Venetico o celto-carnico, latino (o osco?) di legionari e mercanti?E, poi, che lingua parlavano i Pagàns e i Salvàns? La toponomastica ha, senz`altro, mantenuto qualche "reperto" degli idiomi che qui precedettero il friulano e che, talora, si possono spiegare con il latino, ma che, assai sovente, inducono lo studioso ad arrendersi con la solita formula: "nome prelatino". Luìncis o, meglio, Luvìncas, il nome del paese e` di questi ed e` in buona compagnia con Êsula (o Iesula), il nome del rio, Àplis (non e` un plurale che, qui, sarebbe Àplas e noi non crediamo agli ablativi fossili), Truìnas, Bujalècas, Cjauèlas (diminutivo di cjàula?) e Ceséps. Anche Lùnis rimane misterioso: se fosse Lùnas si potrebbe- pensare a una corruzione di Lagùnas, nome non infrequente;ma così non e`. Anche a Bordan e Tarnep ce` una località chiamata Lùnis e che non è un femminile plurale perché, in loco, sarebbe Lùnes. Per Gòf possiamo dire che ci ricorda il Guòf di Forni di Sopra e che il Nuovo Pirona riporta un Riu Gùf (o Gof) nei comune di Ovaro (prob. Il nostro); per il resto buio fitto. Par concludi La toponomastica di Luìncis è perfettamente "intonata" con quella del resto della Carnia. Sono molti i riferimenti al lavoro delle passate generazioni e al paesaggio che possono interessare lo storico ed il geografo. Numerosi gli arcaismi, sempre interessanti, e non solo per il linguista. Infine i "misteri" che sembrano messi li` apposta- come croce e delizia degli studiosi, ma che servono soprattutto, a creare un' "atmosfera" senza la quale la toponomastica della Carnorum Regio ci sembrerebbe assai meno attraente e assai piu`làmia.NOTE 1 Il bisnonno della signora Lida si trasferì a Luìncis da Bordano. Come tanti altri bordanesi si chiamava Picco Simeone, nome che ricorda il santo, il monte e la chiesetta alpestre tanto cari agli abitanti di quella contrada.2 Si veda ZARABARA G. Andar per toponimi a Clavais, Sot la Nape, XLIII, n. 1, 1991; 23-32.3 Ancora una volta viene da chiedersi che cosa si saprebbe del Friuli e che cosa sarebbe la cultura friulana se non ci fosse stata la Societa` Filologica con le sue pubblicazioni. Per la toponomastica di Ovaro si veda, comunque, DI CAPORIACCO L., La toponomastica del comune di Ovaro, in "Ce fastu?" (allora Rivista della Societa` Filologica Friulana), V (1925), n.3, pp. 186-193; VII (1926), n.1, pp. 17-27.4 Questo toponimo si ritrova, pressoche` identico, in altre regioni italiane, in Occitania, Caragnola, Svizzera romanza, ecc. Visto con occhi moderni puo` sembrare un femminile, ma ad Alesso, per esempio, non si dice certo a Prada, ma solo in Prada. Con tutta probabilita`, prada, prima di essere solo toponimo dovette avere un significato vicino a quello di "prato", tipo "prateria", "luogo con molti prati" e simili. A conforto di quanto sopra citiamo il Coromines (Diccionari etimològic i complementari de la lengua catalana): "prada fou simplement forma flexiva de PRATUm, o sigui el sen plural, antic I normal, PRATA".Lo stesso autore cita dei toponimi moderni che sono viva testimonianza di questo valore morfologico primitivo: in un certo villaggio si ha la Prada de Comú che viene detta anche los Prats de Comú. E cosi` continua: "És veritat que quasi pertot sha perdut tot rastre d`aquest valor, j avui prada és simplement una prada gran". In catalano, comunque, mantiene un significato nella lingua viva. In linea con questa spiegazione e` quella del Dauzat-Rostaing(Dictionnaire étymologíque des noms de leux en France, 1978) per I vari Prades d`Oltralpe: tutti vengono dal latino prata plurale di pratum. Da qui anche il provenzale prada o prado ed il francese antico prée. La pronuncia latina si e` conservata in Prata di Pordenone. 5 Ora le varie tavièlas carniche sono del tutto, o quasi inerbite.6 Si veda CORGNALI G.B., Plaits e Plais, Ce fastu?, anno 41o-43o, n. 1-6, 1965-1967: 214-215. PELLEGRINI G.B., Toponomastica e dialetto pagotto, in "Ricerche di Toponomastica veneta", CLESP, Padova, 1987, pag. 368. COSTANTINI E., Bordan e Tarnep- Nons di lûc, Comune di Bordano, 1987; sotto la voce Plaùis, pag. 151. |
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