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TESTIMONE
OCULARE
Valle del But 1944-1945
di Rodolfo
di Centa (Rudy)
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Domenica 20 luglio 2003, in sala S.
Giacomo, il gruppo spontaneo
“Chei di Somavile” ha presentato il quarto libro del proprio percorso
culturale. Si tratta di una lunga Memoria
che Rudy, sollecitato dall’allora parroco don Elio Monaco, aveva scritto di
proprio pugno su un quadernetto di 101 pagine, alcuni anni prima di morire. Il
figlio don Mario, conservatolo, ne aveva proposto una trascrizione per pochi
intimi, modestissima nella veste ma importantissima nel contenuto. I fatti
che hanno insanguinato la nostra valle nel 1944-45, vengono qui descritti in
maniera dettagliata, puntigliosa, con piglio quasi giornalistico: solo come può
fare chi è stato TESTIMONE OCULARE. Così attraverso gli occhi di Rudy,
è ora possibile rivedere e rivivere le stesse scene di 60 anni fa, dove però i
personaggi non sono più lontanamente anonimi, ma assumono nomi e volti molto
precisi e familiari: quelli della nostra Gente. Questa Memoria di Rudy
rappresenta una testimonianza ineludibile e attendibilissima per quei fatti ed
avvenimenti da sempre circondati da un soffuso alone di mistero quando non di
incomprensibile e velata reticenza (dalla presentazione del curatore).
La presentazione ufficiale è stata svolta da Carlo
Quaglia, di Priola, figlio di una delle vittime di Pramosio. Quaglia, dopo
aver esordito sostenendo che ogni libro nuovo deve portare gioia e speranza come
la nascita di un figlio, si è soffermato, con dovizia di argomentazioni e di
conoscenze, su taluni aspetti inediti di quegli eventi, riuscendo a calamitare
l’attenzione dell’uditorio.
Il coro di Timau “Teresina Unfer” diretto
dal maestro Scrignaro, ha sottolineato con canti appropriati, i vari passaggi
degli oratori, imprimendo alla serata un’atmosfera tristemente nostalgica e
rievocativa. Perché di questo in fondo si è trattato.
I parenti superstiti delle vittime, giunti da Sutrio,
Cleulis e Timau, comprensibilmente emozionati, hanno apprezzato questo nuovo e
inedito modo di rievocare e ricordare una tragedia mai cancellata dalla memoria
e dal cuore.
La SECAB, avendo ben compreso la valenza
storica e culturale di questa Memoria, ha aderito volentieri all’invito di
Chei di Somavile ed ha sostenuto finanziariamente questo lavoro. L’iconografia, frutto di gentili e sollecite
concessioni, è stata inserita dal curatore per meglio documentare i fatti
descritti nel diario e per dare loro ulteriore autenticazione.
In
appendice vengono riportate altre testimonianze di soggetti diversi,
inerenti sempre ai tragici fatti del luglio 1944, che indirettamente avvalorano
il racconto di Rudy. Si tratta di:
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Documenti
appartenenti alla famiglia di Quaglia Alessio di Priola, una delle vittime
di Pramosio.
-
Relazione del
podestà Lorenzo Craighero al Pretore di Tolmezzo.
-
Una lettera di
Diana Unfer all’amica Silvana Menis
-
Tre poesie
aventi per tema la strage di Pramosio (scritte da Arnaldo Fior, Primus
Ferdinando e Gemma Nodale).
Si tratta insomma di una piccola tessera che va oggi
a inserirsi entro un mosaico molto più grande, che non è affatto completato ma
appare solo appena appena abbozzato, nell’attesa che altre ricerche
chiariscano definitivamente quei fatti.