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LA SEDE EPISCOPALE
DEL FORUM IULIUM CARNICUM
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Ho ricevuto in questo agosto
2004 uno splendido regalo dall’amico Stelio Dorissa, medico ed ora anche
sindaco di Zuglio.
Ciò che credevo perduto è
stato ritrovato, quel che ritenevo irrealizzabile, si è realizzato.
Si tratta proprio di questo
splendido e affascinante libro, del quale ero alla caccia da anni e ma che ormai
disperavo di raggiungere (finora possedevo solo la fotocopia ingiallita delle
sue pagine).
Si
tratta della opera più significativa di FRANCO QUAI, studioso e parroco
di Zuglio, che dedicò la propria vita alla riscoperta della Zuglio cristiana, scavando
negli archivi, analizzando i reperti archeologici, intuendo percorsi storici,
abbozzando ipotesi, rinvenendo riscontri.
Il
senso e il lavoro della sua vita (il Quai è morto da alcuni anni) è tutto
compendiato in questo libro, stampato nel lontano 1973 dalle Arti
Grafiche Friulane, cui potrebbe essere ancora richiesto per le poche copie
ancora giacenti (costo 15 euro), citando questa fonte di informazione.
Da
allora questo libro ha costituito un faro per tutti coloro che si sono
avvicinati allo studio del cristianesimo in Carnia e resta ancora oggi, a
distanza di oltre 30 anni, un punto fermo e imprescindibile anche per chi
desidera conoscere o soltanto incuriosirsi di questo aspetto della nostra
storia.
In
200 pagine vi è concentrato tutto, in maniera assai coinvolgente ed
accattivante, per cui il tratto divulgativo di quest’opera sembra prevalere su
quello scientifico, che tuttavia resta rigoroso, preciso, assai ben delineato.
Direi che questa divulgazione è intelligente perché profondamente scientifica
e nel contempo chiaramente semplificata e accessibile ad una vasta platea di
lettori, i quali debbono avere una unica ma indispensabile caratteristica: amare
la Carnia.
Si
parte dalla storia di Iulium Carnicum (Zuglio) celtica e poi romana, sulla quale
si innesta il racconto del cristianesimo che arriva da Aquileia, la più grande
città a nord di Roma, in diretto collegamento navale con Alessandria
d’Egitto, capitale del Mediterraneo e contigua alla Palestina.
La storia del cristianesimo
nascente prende le mosse da questa metropoli aquileiese, dove si svolge uno dei
primi concili (381) e sulla cui lista di vescovi presenti, il Quai inizia la sua
dissertazione, dotta e raffinata oltre che suggestiva. Poi ci si sposta a Como
(allora soggetta ad Aquileia) e si scopre che…
Si
incontrano così i primi vescovi di Zuglio, presenti nei vari concili dei primi
secoli; arrivano i Longobardi che chiamano a Cividale il vescovo zugliese…
Il
prof. Giancarlo Menis, allora vice presidente della Deputazione di Storia
patria per il Friuli, nella presentazione del libro, nel 1973 scrisse tra
l’altro: “ Le vicende dell’episcopato di Iulium Carnicum formano uno
dei capitoli più suggestivi ed insieme meno esplorati della storia antica del
Cristianesimo in Friuli. Salutiamo perciò con vivo compiacimento quest’opera
che si propone, per la prima volta, di stendere un racconto il più possibile
completo”. Ed ancora: “Anche se non tutte le proposte suggestive qui
contenute potranno essere facilmente accolte in sede critica, esse sono sempre
inquadrate entro una corretta impostazione del problema e costituiscono
un’utile piattaforma per ulteriori approfondimenti”.
Approfondimenti
che purtroppo, a tutt’oggi, non sono stati espletati da nessun altro.
Vi è un’ultima (e per noi importante)
considerazione da aggiungere:
dalle pagine di questo libro interessantissimo e
suggestivo sono nate le convinzioni e le speranze che stanno animando quel ristretto gruppo di laici i
quali, nella quasi indifferenza generale, si prefiggono, con vari mezzi
mediatici (vedi anche il nostro specifico balcon), il ripristino della DIOCESI
DI ZUGLIO, per ridare dignità di Popolo e di Terra alla Carnia.