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PRESEPE
DI TENO
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Questo è uno
degli ultimi lavori di Domenico Molfetta che qui
presenta uno dei più tradizionali e noti richiami di Sutrio:
il presepio di Teno.
Come molti ormai sapranno, questo PRESEPIO è una ricostruzione
artigianale della Natività, integrata (oggi si direbbe: inculturata)
nel paese carnico
di Sutrio, che appare sullo sfondo di questo scenario natalizio,
visitabile tutto l'anno in edificio appositamente attrezzato ed assurto
a simbolo mediatico delle rievocazioni natalizie sutriesi, quando nelle
settimane di fine
ed inzio
anno, il paese
si trasforma letteralmente in un presepio vivente, in cui i
paesani si fanno pastori, contadini, re magi... ricreando un'atmosfera
unica e nostalgica
entro una cornice naturale caratterizzata dalle viuzze e dalle piazzette
di Sutrio, dai suoi archi e dalle sue lindes, trasformato in una grande
scenografia sacra (ninne-nanne, processioni, cornamuse, preghiere...)
e profana ad
un tempo
(vin brulè,
petes, salsicce...).
Ma
Molfetta non si è limitato a descrivere questo PRESEPIO DI
TENO, nelle sue particolarità architettoniche e artisticamente
artigianali, ma ha approfittato di questa occasione per descrivere
le attività
di Sutrio che nel presepio di Teno sono accuratamente rappresentate
in ogni
loro particolare.
Così
ad ogni figura scolpita nel legno o ad ogni gruppo di personaggi
presenti nel presepio di Teno, vengono accostate le varie reali attività
del paese, che sono poi descritte sia in italiano che in inglese
(manca il friulano!). Attività
sia attuali sia passate, che però hanno contribuito grandemente
allo sviluppo di Sutrio e della Carnia più in generale.
Non poteva mancare
un accenno alle case ed alle tradizioni locali popolari (coscritti,
suonatori d'osteria, las cidulines, il craut, il most, la file...)
che Molfetta
tratteggia con singolare maestria senza mai appesantire il testo
che peraltro risulta sempre vivace e stimolante, ravvivato da una
splendida iconografia (di Ulderica
Da Pozzo e Giuliano Doriguzzi).
E' un fascicoletto godibile e molto ben realizzato che tenta di agganciare
il passato al presente attraverso un gioco di abili passaggi dall'ieri
all'oggi, in cui il lettore (e, ci si augura, il visitatore) è quasi
invogliato ad una seppur breve riflessione personale.
E' insomma un compendio tascabile della Carnia di oggi e
di quella che fu, considerato dallo stesso Molfetta "un lavoretto
scritto con la mente e col cuore (ben riparato)"