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ORIAS
cui voi dai fruts
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La Scuola
Primaria a tempo pieno di Prato Carnico, ha recentemente
pubblicato e diffuso un interessantissimo lavoro di ricerca sul
proprio territorio, effettuato nell'arco degli ultimi anni da tutti
gli alunni delle scuole elementari del Comune,
sotto l'attenta e competente guida delle insegnanti Luigina
Agostinis e Elsa Martin e con la collaborazione delle
maestre Gemma De Caneva, Maddalena Mecchia e Patrizia Gaier.
La pubblicazione ha per titolo ORIAS, cui voi dai fruts (Orias,
con gli occhi dei bimbi) e presenta un luogo particolare del Comune di Prato
Carnico, ORIAS appunto, cosituito da una manciata di 10-12 stavoli abbandonati,
che si trovano sopra l'abitato di Truia, disposti su un pianoro ad oltre 1000
m/slm.
Questo importante lavoro bilingue, sostenuto da vari Enti Pubblici locali,
parte dalla conoscenza del territorio (la Valle Pesarina o
Canale di San Canciano o più semplicemente Cjanâl)
le cui coordinate geo-topografiche vengono inizialmente tracciate in maniera
singolare dai disegni dei bambini che imparano così a conoscere e a
riconoscere il proprio luogo: la mappa dei monti, la mappa dei ruscelli, la
mappa dei paesini, le malghe, i rifugi...
Si giunge finalmente in località ORIAS, le cui splendide
foto (di Ulderica Da Pozzo) danno subito la misura della bellezza di questo
posto, ormai abbandonato, che si popola d'estate di turisti in cerca di pace
e tranquillità. Gli stavoli, recentemente ristrutturati e consolidati,
vengono ripresi nelle diverse fasi delle stagioni, nella luminosa cornice dei
monti che li circondano. Ed i bambini, proprio in diverse stagioni, sono saliti
con le loro maestre a ORIAS, per osservare, capire e imparare da questo
ambiente incontaminato lacerti di storia passata e stimoli per una storia futura.
Per questo i bambini hanno intervistato i loro nonni per saperne di più,
per questo hanno immaginato ORIAS ancora abitato da qualcuno che dialoga e
parla, rivelando particolari nuovi e sorprendenti di quel tempo che non tornerà più...
Si passa poi ad analizzare l'architettura di questi stavoli
nei loro tre ambienti: la stalla, il fienile ed il sottotetto. Disegni di bimbi
e foto rappresentano assai bene la tipologia di queste costruzioni, un tempo
utilizzate per molti usi e diverse funzioni. Si riporta addirittura la topografia
del catasto austriaco e di quello attuale, e si mettono in
rilievo le analogie e le diversità nel frattempo intervenute, dando
così conto di una ricerca archivistica di non poco conto. "Come
sono antichi questi stavoli di Orias!" paiono dire con orgoglio i
bambini cjanalots in questa riscoperta di un patrimonio che forse non conoscevano...
Vi è poi la splendida sezione dedicata agli attrezzi utilizzati
in ORIAS nei tempi passati, per ognuno dei quali vengono riportati i connotati
salienti. Alcuni sono ancora in uso, altri sono davvero pezzi museali...
Segue il capitolo di storia locale, con un viaggio nel passato
delle Vicinie (ovvero quelle aggregazioni di focolari che davano vita alla
primitiva e più piccola comunità locale). A impreziosire questa
sezione vi è un documento storico di assoluto valore: lo Statuto
di Truja del 1764, che viene qui integralmente riportato e che viene
poi seguito dalle considerazioni dei bambini, al primo impatto con un documento
storico a tratti incomprensibile o strano o buffo...
A spas par Cjanâl è il capitolo che descrive
i paesetti e mostra la tipologia delle case della Valle, alcune davvero
splendide: i relativi disegni, eseguiti con perizia e precisione dai
bambini più grandicelli, sono andati poi a decorare il LUNARI
DI CJANÂL distribuito in tutte le case.
Termina questo grande lavoro un utile vocabolarietto dei termini carnici
desueti o rari. Ma quello che rende maggiormente valida questa opera
di bambini di
Carnia, è l'allegato CD-ROM dove sono riportati tutti
gli attrezzi dei mestieri di montagna e... tanto altro ancora (vocabolario,
indovinelli, poesie...). Purtroppo il metodo di archiviazione elettronica
del CD-ROM non consente il trasferimento del contenuto nel nostro sito.
Complimenti
vivissimi dunque ai FRUTS CJANALOTS E AS LÔR MAESTRAS che
sono riusciti con questo lavoro a offrire un significativo esempio
di quello che dovrebbe essere il legame tra l'uomo e il
territorio, un legame che va rafforzato e consolidato
specie quando è a rischio e senza il quale non vi potrà mai
essere un futuro sereno e certo per coloro che, nonostante tutto
e sempre in minor numero, vivono e resistono nelle Valli di Carnia.
Per
maggiori informazioni rivolgersi all'insegnante Luigina Agostinis
di Prato Carnico.