Memorie

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Al di là di ogni considerazione sulla figura dell’autore, Ferdinando Primus (nato a Cleulis nel 1894, emigrato negli USA nel 1926, e deceduto colà molti anni or sono) ha inteso con questa sua opera (Edizioni Aquileia 1973) fissare sulla carta di un libro le coordinate storiche e sentimentali “di un piccolo mondo scomparso” quale era stato Cleulis in Carnia nei primi anni del XX secolo.

In questo candido e gustoso libro, l’autore ci mette di tutto: ricordi personali, poesie proprie in lingua friulana variante clevolana, fotografie, considerazioni varie, aneddoti, tradizioni, personaggi locali, documentazioni, onorificenze, etimologie improbabili, rimpianti, invocazioni, racconti…

Insomma tutto quanto costituiva quel piccolo e limitato mondo antico, per sempre scomparso, viene qui rievocato e riproposto con il forcipe della memoria e con l’inconscio intento di ripulirlo dalle incrostazioni deturpanti o deformanti, per presentarlo come un paradigma di vita eroicamente tranquilla e sana, priva di incognite e di pericoli, quali invece propone oggi la vita moderna.

A tratti appare fin troppo scopertamente declamatorio, a volte troppo didascalico, quasi sempre perentorio. L’autore tradisce spesso un’alta considerazione di sé, ma lo fa con ingenuità e forse inconsapevolmente e ciò probabilmente consente al lettore di sorridere e di passare oltre…

Anche questo volume, nonostante i limiti di una impostazione personalissima e spesso disorganica, merita un posto nella nostra biblioteca, trovandosi ad essere un tipico esempio di letteratura autodidatta e autoreferenziale che, pur proponendosi ad una ristretta platea di lettori con intenti pedagogicamente memorialistici, resta tuttavia emblematica di quell’innato desiderio, presente in ciascuno, di lasciare qualcosa di sé per sopravvivere, per non morire…

Deve averlo pensato anche Ferdinando Primus, scrivendo (alla fine dei suoi giorni) questo libro.

Come dargli torto?

Anche se “la fine di un mondo non è poi la fine del mondo” (Roth).

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