Infanzia carnica
di Norina Canciani

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Dopo il primo lavoro storico autobiografico (recensito anche in questa sezione: vedi ”Un anno di guerra”), Norina Canciani ci offre la sua seconda fatica, sempre autobiografica, nella quale ripercorre tutte le tappe della propria infanzia e fanciullezza, trascorse nella valle di San Canciano o Pesarina. Si tratta di un racconto estremamente sciolto che non rallenta mai la sua lenta e gradevole passeggiata tra i ricordi che affiorano vivi e coinvolgenti nella memoria. L’asilo infantile, la scuola, la dottrina cristiana, i giochi, i lavori domestici… tutto acquista una soffusa luce che fa uscire dalla penombra luoghi, persone, situazioni, stati d’animo, cose, case che paiono evocati dalla magia della nostalgia e della solitudine. Norina non è una letterata ma ha letto tantissimo nella sua adolescenza; non ha compiuto studi classici ma insegna la propria esperienza a figlie e nipoti; non possiede patrimoni finanziari ma riesce ugualmente a pubblicare in maniera autarchica libri ed anche CD (con le sue storiutas da se medesima raccontate) che vanno subito a ruba non solo tra i paesani. Si potrebbe quasi dire che la Norina ha la capacità di fissare sulle pagine ciò che anche altri hanno nella memoria, ma lei riesce a farlo in maniera semplice naturale, cogliendo anche quegli aspetti che forse sfuggono ai più, almeno a coloro che non sono avvezzi ad ascoltare le recondite vibrazioni dell’animo. Si tratta certamente, come si usa definire oggi, di letteratura minore o di nicchia che tuttavia ha il pregio di far gustare sapori e profumi inesistenti altrove. Sapori e profumi di Carnia, di quella Carnia vera delle valli che faticosamente cerca ancora oggi di ritagliarsi e conservare quella memoria storica che nei grandi centri e nelle città è ormai pressoché evaporata. La dedica in epigrafe risulta assiomatica: “Ai miei coetanei che hanno vissuto l’infanzia sotto la dittatura della sovrana Miseria. Ed è proprio la miseria che risulta il denominatore comune a tutto: nulla avviene senza il consenso di questa dispotica sovrana. Non vi è l’indice in questo libro proprio perché la continuità del racconto non esige mai interpunzioni o capitoli: tutto scorre e si dipana tra confini domestici e quelli dell’ habitat montano. Brava Norina, che a 80 anni suonati, trovi il tempo e voglia di regalarci queste semplici e cristalline pagine di vita vissuta. La presentazione iniziale dice: “Un libro in cui si riconoscerà ogni bambino carnico dei primi anni del secolo scorso e a cui può attingere, con la curiosità e il piacere di una storia-verità, ogni bambino di oggi”.

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