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I CRAMÂRS
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Questo libro, edito dalla camera di
Commercio di Udine e ormai introvabile, č stato pubblicato nel 1992 ed č
considerato a ragione come il primo lavoro organico sui CRAMÂRS di Carnia,
cioč di quella particolare specie di emigranti stagionali che, caricati della
crame o crassigne sulle spalle, battevano in lungo e in largo i paesi
dell’Impero germanico a partire dal XVI secolo, vendendo stoffe, spezie,
unguenti, pomate sia sui mercati cittadini dei borghi tedeschi che nei villaggi
di campagna. Potremmo dire gli antenati dei vu-cumprŕ odierni…
Furio
Bianco (il primo co-autore) č docente universitario presso l’Ateneo di Udine;
Domenico Molfetta č lo studioso ed appassionato di storia carnica, residente a
Sutrio, autore di altre numerose pubblicazioni giŕ recensite in questo balcon.
La prima parte del libro (redatta da Bianco) delinea il profilo di questi
CRAMÂRS, partendo dalla loro condizione sociale (erano quasi tutti contadini)
per tratteggiare poi i vari aspetti umani ed economici di queste figure. Molto
importante appare la prima appendice che mostra il TREND DEMOGRAFICO dal 1606
al 1821 di molti paesi di Carnia: Rivalpo, Trava, Lauco, Vinaio, Ovaro,
Luincis, Comeglians, Enemonzo, Ampezzo, Forni di Sotto, Zuglio, Piano, Sutrio,
Paluzza, dove vengono evidenziati i nati, i morti ed il saldo naturale della
popolazione.
Nella
seconda appendice viene presentata la STATISTICA DELLA CARGNA, cioč una
relazione risalente al 13 aprile 1805, redatta da Giovanni Carlo Iacotti,
perito fiscale, riguardante la situazione economica e sociale della Carnia. Si
tratta dell’ultima relazione scritta prima dell’arrivo di Napoleone, che
modificň profondamente questi criteri di valutazione introducendo il catasto
particellare e la rendita fondiaria. Questa relazione, pur con tutte le sue
lacune e limiti, offre veramente il POLS DA CJARGNE di inizio Ottocento,
quando questa Terra, appena svincolata dal Dominio di Venezia, era ancora esente
dall’imposta fondiaria e da accertamenti catastali precisi. Da notare
particolarmente che le tabelle riguardanti i vari paesi vengono allestite in
base a criteri ecclesiastici, dove la Parrocchia sostituisce il Comune come
criterio di riferimento.
La seconda parte del libro, frutto delle ricerche in loco di Molfetta, presenta
il DIARIO DI LUDOVICO PLAZZOTTA, uno dei tanti cramârs della Valle del
But. Questo diario č costituito da 13 paginette fittamente scritte in tedesco
ed č pervenuto a Molfetta nel 1985 da un discendente di Ludovico, giunto a
Cercivento alla ricerca di notizie del suo Casato. Il diario presentato in
questo libro č tradotto in lingua italiana, pur essendo mantenuto integralmente
lo stile cronachistico dell’autore. Molfetta si sofferma poi sul borgo di
origine dei cramârs, descrive il lungo viaggio verso il Nord, ci accompagna nel
racconto con iconografia inedita e molto efficace. Di particolare importanza e
coinvolgimento emotivo appaiono alcuni brani di diario di altri cramârs: quello
di Antonio Morocutti di Tausia (1765) oppure quello del giovane Mussinano
di Paluzza (1837). Su tutti spicca il resoconto giornaliero di Giobatta
Plazzotta (altro cramâr di Cercivento) che nel 1806 descrive con minuzia di
particolari uno dei suoi 30 viaggi a piedi da Cercivento a Monaco di
Baviera, annotando ogni paese attraversato, ogni locanda visitata, il tempo
impiegato a raggiungerla: basti dire che da Cercivento a Muda (Mauthen) impiegň
7 ore!
Molfetta poi ci informa dei
vari “visti o passaporti” che il cramâr soleva portare, ci ragguaglia sulla
crame o crassigne, ci racconta degli unguenti, dei sigilli, dei marchi; ci parla
del garzonato e dei rapporti con la famiglia lasciata in Patria; accenna infine
a quei fortunati ed intraprendenti cramârs di Carnia che riuscirono a fare
fortuna in Baviera ed il cui nome č ancora vivo e rispettato in quella regione.
In
appendice č riportata la genealogia dei cramârs Plazzotta di Cercivento,
il cui capostipite Tommaso (1642- 1698) proveniva da Zenodis di Treppo e i cui
discendenti si sparsero per la Baviera tra il 1700 ed il 1800...
La
lettura di questo bel libro rasserena l’animo e lo stimola a riflessioni ormai
desuete, focalizzate su un particolare aspetto della societŕ carnica odierna:
il rifiuto del sacrificio da parte dei giovani, il desiderio incontenibile di
avere tutto e subito, la frustrante smania del superfluo…
I
cramârs di ieri offrono una lezione di vita anche a noi carnici dell’oggi.