Ma i generali dormivano?

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Questo testo è stato curato dalla classe III Liceo Classico dei Salesiani di Tolmezzo durante l’anno scolastico 2002-03, con l’aiuto e la supervisione di alcuni validi e motivati insegnanti. L’ editrice Gaspari di Udine ha quindi realizzato questo volume (costo 9 euro), che va a iniziare una Collana speciale dedicata alla storia locale.

Il contenuto dell’opera è costituito dalla trascrizione del DIARIO DEL 1915 di don Antonio Roia, parroco di Forni di Sotto in Carnia, il quale appuntò su alcuni quaderni una cronaca locale, relativa al primo anno di guerra, integrata da note e considerazioni varie (vedi anche in questa sezione: “La Carnia da Caporetto alla vittoria” sempre di don Antonio Roia).

Questo DIARIO risulta composto sostanzialmente da due ingredienti:

a) la sintesi dei vari Bollettini di Guerra che si succedevano periodicamente e

b) i racconti, le dicerie, le voci che correvano in paese, riguardo il tema centrale della guerra. Praticamente vengono narrati fatti, episodi, accadimenti, relativi al fronte ed alla guerra così come giungono in paese attraverso giornali, testimoni oculari, narratori improvvisati, viandanti in transito, propalatori di falsità: insomma una specie di DICUNT…TRADUNT…FERUNT che don Roia infilza sulla punta della sua mordace penna e fissa per sempre sulla carta. Lui non è al fronte, neppure nelle retrovie, vive in un paesetto abbastanza lontano dalle prime linee, eppure riesce a descrivere fatti ed episodi con estrema abbondanza di particolari e di descrizioni, come se lui stesso vi fosse stato presente.

Questo libro ci vuole dare il “polso” di quel che si avvertiva nei paesi a ridosso del fronte nel 1915 e della percezione che i superstiti abitanti avevano della guerra e delle sue gravissime conseguenze…

Ma coesiste un altro aspetto del DIARIO di don Antonio Roia, che rende il testo molto interessante e vivace: il suo stile, che si fa di volta in volta caustico, ironico, disincantato… Spesso i suoi giudizi e le sue considerazioni sono spietate e trancianti: “…un’ufficialità assai scadente” (pag. 20); “infermiere della CRI che Dio ce ne guardi…” (pag. 29); “…la famigerata Finanza…mostrava in tutti i modi la propria sublime vigliaccheria…”(pag. 31); “…i competentissimi scolari del Gazzettino e i fittavoli del Corriere della Sera…” (pag. 32); “…gli ufficiali si tengono indietro al momento del pericolo…” (pag. 54).

Spesso però cade volentieri in personalismi fin troppo gretti, come quando se la prende con i maestri (marito e moglie) Zagatti, rei a suo parere di non essere buoni insegnanti e di…

Critica spesso anche i Bollettini di Guerra che non dicono sempre tutto e questa sua indipendenza di giudizio (specie tempore belli) lo mette in cattiva luce presso le Autorità Militari che lo considerano una spia ed un austriacante: per questo verrà pedinato e…

Ottima appare la documentazione fotografica, in gran parte inedita, che raccoglie immagini dell’epoca riferite al Pal Grande, Pal Piccolo, Freikofel, Coglians (Zona Carnia) e che offre una immediata visione del teatro di guerra descritto nelle pagine di don Antonio.

Resta una singolare testimonianza questo DIARIO, scritto da un prete certamente poco diplomatico e privo degli usuali tatticismi cattolici: forse è questa la cifra saliente dell’opera, utile per comprendere ancora il clima paesano dell’epoca e la personalità di un prete acuto ma scomodo.

Bravi ovviamente i liceali di Tolmezzo che danno avvio, con questa pubblicazione, ad una collana pregevole e stimolante!

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