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Fueas tiradas dongjas
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IL
BOSC rappresenta il primo
lavoro poetico in lingua friulana di Arduino Della Pietra, carnico
di Zovello, ma spesso all’estero per motivi di lavoro. Si trattava
di un fascicoletto minimo, senza pretese tipografiche, edito nel lontano
1978 (subito dopo il terremoto), che conserva ancora la freschezza di
versi semplici semplici, spesso rimati, a tratti crepuscolari:
quasi composti dal bambino che è in ognuno di noi e che in Arduino ha
avuto la possibilità di esprimersi e di manifestarsi.
I temi
sono quelli usuali della Carnia; l’emigrazione, la nostalgia, la casa…
il medico, il cane… Argomenti svolti spesso con evidente ricerca formale
(per trovare la rima giusta), a volte con ingenuo languore, a volte
con un pizzico di retorica nostrana; sempre però schietti e sinceri.
Dal 1978
Arduino Della Pietra, poeta autodidatta, ha certamente compiuto un percorso
di maturazione: questa raccolta poetica che presentiamo, FUEAS TIRADAS
DONGJA (“Foglie raccolte vicino”), risale al 1987 e recupera una
trentina di rime sparse (in lingua friulana) che rivelano certamente
una maturazione artistica personale ed un affinamento del verso.
Enzo Driussi
nella sua presentazione autografa afferma: “La puisie di Arduino
a vierc il cur e tal stes timp a scuriss l’anime…”. Leggendo queste
rime brevissime, si ha la sensazione di ascoltare il cuore del poeta,
di un poeta triste e deluso, il cui verso assume a tratti i toni di
un lirismo inconsueto per un carnico, uso a verseggiare duro e squadrato.
Si leggono
volentieri queste minime poesie, che paiono foglie autunnali
che cadono sull’anima del poeta, dopo aver volteggiato al capriccio
del vento. Sono canzoni, sono intuizioni, sono pensieri. Fanno bene
all’anima, come miele sulle ferite del tempo.