FLÔRS DI MASERIE

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Una manciata di poesie in lingua friulana di Mariagrazia Dereatti, come è riportato in copertina.

Poesie come fiori che spuntano dai muriccioli a secco che, in Carnia, delimitavano un tempo le proprietà fondiarie e che oggi sono tristemente cadenti o totalmente diroccati, a malapena visibili lungo i pendii incupiti dalle erbacce selvatiche...

I fiori che nascono da questi muriccioli sono diversi dai fiori che nascono sui prati: hanno meno humus, hanno maggiore difficoltà a crescere, sono esposti maggiormente alle intemperie, in una parola soffrono di più degli altri. Per questo, col passare del tempo, diventano perciò più tenaci, più forti, più solidi…

Questo paragonare le proprie poesie ai fiori di muro, tradisce forse l’inconscio dell’autrice, che rivela spesso una sommessa tristezza pascoliana, derivante da un vissuto duro, difficile, quotidiano…

Il verso esprime sempre toni di triste lirismo, venato solo un po’ da una velata rassegnazione che indica tranquillità dell’anima oppure fede cristiana ma forse anche consapevolezza della propria forza interiore e della propria solidità intellettuale e sentimentale. Proprio come i fiori di muro, che paiono fragili e sono invece tenacissimi...

Il ricco e vario apparato iconografico impreziosisce questa silloge poetica della Dereatti, la quale si pone sul proscenio poetico di Carnia con una personalità particolare, caratterizzata da tonalità lievi e luminose, tipiche di un animo delicato ma forte, dolce ma non rassegnato, triste ma non pessimista.


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