La www.gasparieditore.com pochissimi mesi
fa, ha pubblicato questo ennesimo gioiello di storiografia locale che
riguarda espressamente la Carnia. Il libro, sostenuto finanziariamente dalla
Fondazione CRUP, dal Comune di Ampezzo e dalla CMC, è stato curato da Libero
Martinis, già presidente della CMC e consigliere regionale democristiano
negli anni ’70 del secolo scorso. Il
lavoro si compone essenzialmente da due distinti diari inediti,
riguardanti la Grande Guerra, scritti rispettivamente da Pietro Benedetti e da
Amelia Burba, entrambi di Ampezzo. Il
diario di PIETRO BENEDETTI è molto importante perché costituisce
la testimonianza diretta di una persona che, anziché scegliere la via della
fuga e della profuganza, preferisce restare in paese nonostante tutto, accetta
dall’occupante austro-ungarico la nomina di vicesindaco di Oltris che egli
ritiene ineludibile poiché giudica essenziale il suo impegno a favore della
popolazione rimasta (mentre altri lo giudicheranno invece un collaboratore del
nemico quando non un collaborazionista, riservandogli non poche
amarezze). Difficili i rapporti con i disertori e gli sbandati italiani, più
difficili quelli con gli austriaci ed i prigionieri russi giunti fino ad
Ampezzo. Ancora più difficile amministrare la giustizia tra i pochi rimasti,
specie quando i carnici diventano più individualisti e diffidenti… Il
diario di AMELIA BURBA, una donna semplice e non colta, riflette
invece la visione di chi subisce e vive in silenzio una occupazione dura e
inattesa, resa ancora più dura e insopportabile dalla fame. Splendide e candide
pagine che lasciano intravedere un animo semplice e genuino, che si stupisce di
Udine, una città mai vista prima,
come si stupisce degli aeroplani italiani che lanciano volantini tricolori…
Spesso si affida alla religione ed alla sua fede francescana che riesce a
donarle attimi di speranza e di conforto nei giorni più bui di quel tristissimo
anno di occupazione austro-ungarica. L’apparato
iconografico risulta assai significativo: oltre all’ambiente carnico di
allora, sono presentati tutti i morti del comune di Ampezzo, rare fotografie
degli invasori in Ampezzo, angoli architettonici ormai scomparsi. Importante
anche l’APPENDICE storiografia di Alessandro Gionfrida: “Progetti
per l’organizzazione della guerriglia nei territori occupati” dove si
affronta il fenomeno dei “disertori” italiani dopo Caporetto, i quali
si dettero alla macchia anche in Carnia e costituirono un ulteriore problema per
“i rimasti” che si trovarono a vivere tra gli occupanti stranieri e gli
sbandati nascosti nei boschi. Questo
libro è davvero molto importante non solo per coloro che vogliono
approfondire il tema della occupazione austro-ungarica della Carnia nel
1917-‘18, ma anche per tutti i giovani carnici che ignorano totalmente questa
significativa pagina della propria storia recente. Nella nostra biblioteca
coesistono altri titoli di significativo interesse su questo specifico
argomento. L’editore Gaspari di Udine, con queste periodiche pubblicazioni riguardanti
precipuamente la Grande Guerra, si è ritagliato un posto di assoluto valore e
rilievo nella editoria storiografica locale.
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