Devozione popolare a Sauris

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Questo 2° numero della “Collana Quaderni”, realizzato da Lucia Protto e Domenico Isabella, appare di buona fattura e risulta di particolare importanza per coloro che si dedicano allo studio ed alla ricerca della Devozione Popolare.

Partendo dalla descrizione dell’ambiente saurano, gli autori presentano in successione le manifestazioni della devozione popolare in ambito locale.

Si procede seguendo il calendario liturgico dell’anno e si analizza inizialmente il periodo natalizio assai ricco di spunti e manifestazioni popolari: si va dalle questue augurali (28 dicembre) alla offerta di lana per il parroco (31 dicembre), alla benedizione dell’acqua e del sale (5 gennaio) al canto della stella (Epifania) evocato dagli stearnsingars

Anche la Settimana Santa è straordinariamente ricca di spunti popolari: i mattutini con il candeliere a triangolo, i kretcars (crasule), la processione del Venerdi Santo con la croce “del gallo”…

Si analizzano poi le manifestazioni popolari della devozione ai Santi: statuette di cera vestite con indumenti di stoffa, le maine distribuite in tutto il territorio, gli ex-voto… Il culto di S. Osvaldo detiene poi un particolare e importante primato, perché questo personaggio regale, di origini tedesche, fu il santo protettore dei primi coloni carinziani e tirolesi giunti a Sauris alla fine del XIII sec. e che, nella loro migrazione verso sud, portarono con loro una reliquia (parte di un osso di un pollice) di questo re di Nortumberland. S. Osvaldo dunque è per Sauris ciò che S. Pietro è per Roma o S. Antonio per Padova, per cui la maggioranza delle creazioni artistiche popolari di Sauris sono ispirate e dedicate a questo santo tipicamente tedesco.

Si descrivono poi anche il culto alla Madonna, le Confraternite esistenti ed esistite in paese, le Rogazioni con i loro tragitti secolari, i Pellegrinaggi (il principale dei quali percorso ancora oggi a piedi fino al santuario di S. Maria Luggau, in Carinzia), la devozione domestica (in particolare quella che si rinviene nelle case, nelle stalle, nei fienili).

L’iconografia appare molto efficace ed esauriente e permette di cogliere quelle sfumature che il testo a volte nasconde.

Un bel lavoro dunque, utile soprattutto per comprendere e conoscere le manifestazioni devozionali popolari tuttora conservate in una Comunità alloglotta vissuta per secoli in uno splendido isolamento dentro una Carnia a sua volta già isolata…

Chi volesse maggiori dettagli, si rivolga ad Augusto Petris (a Sauris è più conosciuto del sindaco), citando questa fonte d’informazione.

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