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CRONACHE
FRIULANE
1919-1925
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Dopo
le CRONACHE FRIULANE 1945-1948 (pubblicato nel 2000) che rievocava
il secondo dopoguerra, Diego Carpenedo ha pubblicato un secondo volume
che riguarda la storia della Provincia di Udine dal 1919
al 1925: gli anni ruggenti del primo dopoguerra.
Conservando il medesimo stile asciutto e quasi cronachistico, Carpenedo,
dopo aver spulciato intere annate di giornali locali e trascorso
intere giornate
in archivio, ci regala questo secondo volume che racchiude molta storia e moltissime
curiosità, in capitoletti brevi e succinti ma densamente sostanziosi
e stimolanti.
Il problema della ricostruzione di Carnia-Friuli, pressochè totalmente
distrutti dalla guerra, occupa le prime pagine del libro. Il rientro dei Profughi
ci offre già alcune novità: per esempio, mentre dalla Carnia
fuggì verso il Sud mediamente metà popolazione, da Treppo
Carnico non se ne andò via neppure uno, avendo tutti scelto
di rimanere, seppure sotto il tallone austro-ungarico! Viene poi toccato un
altro quasi sconosciuto aspetto: il risentimento dei profughi nei confronti
dei rimasti, "vero dramma nel dramma". Un dissidio
che richiederà molto tempo per essere stemperato e superato anche e
soprattutto in Carnia...
Lo sport riserva pure qualche curiosità: il primo campionato
italiano di calcio giocato in Italia fu vinto dall'Udinese nel
1896! le avventure di Bottecchia, il maggiore ciclista friulano
che vinse ben due tour di Francia consecutivi!
Anche la scuola detiene un rilievo importante in questa cronaca
friulana e Carpenedo porta l'esempio della Carnia, sempre all'avanguardia per
quanto riguarda la cultura e l'istruzione: fin dal 1825 il comune Paluzza vantava
già ben 4 scuole elementari (Paluzza, Rivo, Timau, Cleulis), annota
orgoglioso Carpenedo.
Singolare e sconosciuto episodio viene riportato nel 1920: in maggio,
a causa delle gravissime condizioni economiche e sociali, tutti i municipi
di Carnia vengono occupati dalla gente inferocita ed i sindaci vengono fatti
decadere e sostituiti da commissari del popolo! Di questa vicenda
si interessò pure il "Corriere della Sera" che diede molto
spazio a queste manifestazioni all'interno delle lotte contadine ed operaie
che in quegli anni si sviluppavano a macchia di leopardo...
E poi la nascita della Società Filologica Friulana (SFF) tuttora all'opera
nella difesa della lingua e cultura friulana...
E siamo alla Marcia su Roma del '22, quando anche dalla Carnia muovono
le coorti fasciste comandate da Leopoldo Dereatti...
E così si va affermando il fascismo anche in Friuli al punto che un
fatto clamoroso si registra in Carnia: il 2 giugno 1923 la Cooperativa
Carnica, di radice socialista, aderisce al sindacato fascista delle
cooperative, con grande disappunto dei socialisti e popolari friulani. I firmatari
di questo accordo furono Vittorio Cella, Giovanni Cleva e G.B. Del Negro. Pare
che questo accordo fosse addirittura approvato da Mussolini in persona, che
conosceva bene l'ambiente carnico, essendo stato maestro elementare a Tolmezzo
nel 1905-06.
Molto interessante il capitolo dedicato ai preti politicanti,
in cui Carpenedo, dopo una breve disquisizione sul termine "politicante" anche
a lui stesso spesso rivolto, traccia i profili di 3 sacerdoti anti-fascisti,
tra cui il carnico di Zuglio don Attilio Ostuzzi, rimosso
dalla sua attività giornalistica e mandato a fare il prete di campagna
dall'arcivescovo di Udine...
Dopo un interessante capitolo sulla costituzione delle nuove province del Nord
Est, Carpenedo conclude il suo libro con un intero capitolo dedicato a Tito
Zaniboni, l'attentatore del Duce, che prese le mosse proprio nella
nostra terra per un progetto insurrezionale fallito in partenza e finito male
a causa dei delatori...
Anche con questo secondo volume (La Nuova Base Editrice) che racconta il
primo dopoguerra, Diego Carpenedo conferma la sua vena di storico-cronachista,
regalandoci un profilo locale molto suggestivo e interessante, sempre vivacizzato
da aneddoti e curiosità che bene si intersecano nella grande storia
che scorre sullo sfondo.
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