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L'armata
cosacca in Italia
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Nel lontano 1965, la De Vecchi Editore
pubblicò un libro (il primo) di Pier Arrigo Carnier, di origini carniche,
che con questa insuperata opera ha inconsciamente gettato le basi della
successiva ricerca storica attorno a questa tematica: l’invasione cosacca
della Carnia del 1944. Questo libro appare ancora oggi nel catalogo
dell’editrice.
Si tratta di storia vera,
che non concede nulla alla invenzione o alla fantasia, che ripercorre le tappe
fondamentali di quella epica epopea, resa più palpitante e viva dalla documentazione
iconografica eccezionale (cosacchi fotografati a Paluzza, a Villa Santina, a
Ovaro; documenti; cartine…), alla quale successivamente attingeranno a piene
mani altri autori.
Il racconto, che
spessissimo raggiunge alti toni di lirismo (come nelle descrizioni di
taluni paesaggi), prende avvio dalla steppa russa, dove, nell’inverno del
1941, una interminabile colonna di prigionieri russi antibolscevichi con donne,
vecchi e carriaggi (comandata dal generale Vlassov, difensore di Mosca nel 1941)
si avviava verso occidente, ignari di un nuovo e tragico destino che si
spalancava loro davanti… Dopo “adeguato tirocinio” nei campi di
concentramento tedeschi, sarebbero incautamente diventati collaborazionisti dei
nazisti stessi, i quali avevano progettato per loro un nuovo ruolo, quello di gendarmi
e fiancheggiatori in una ben individuata zona italiana considerata
strategica per un eventuale ripiegamento, ma resa insidiosa dalla presenza
partigiana: la Carnia, che sarebbe così diventata la
KOSAKENLAND IN NORD-ITALIEN, nuova patria per un popolo sbandato alla
ricerca di una terra promessa. I cosacchi propriamente detti si stabilirono
nella parte meridionale della Carnia ed elessero come proprio capoluogo Villa di
Verzegnis; i caucasici-georgiani invece presero possesso della zona
settentrionale della Carnia ed ebbero come centro di comando Paluzza…
L’autore, spettatore
diretto dell’epoca, fa precedere il racconto da una necessaria introduzione
storica che inquadra e prepara il periodo in cui vengono descritti i fatti. E
poi via con questa saga quasi di altri tempi, scandita da cavalli, carri,
troike, sciabole, sangue, lacrime…
E’ un’ incredibile
storia che ancora oggi molti italiani ignorano completamente ma che ha
profondamente segnato la memoria collettiva di Carnia dove i cosacchi
(meglio conosciuti in loco come “mongui”- mongoli) hanno vissuto da
padroni (o comunque da condomini) per quasi un anno…
A tratti pare di leggere un
romanzo se non ci fossero le fotografie, precise e concrete, a riportare il
lettore nel campo del reale; se non ci fossero i nomi concreti dei partigiani
noti e conosciuti e quelli quasi impronunciabili e misteriosi dei comandanti
cosacchi…
Utilissima anche la tavola
cronologica che aiuta a comprendere lo svolgimento ed il susseguirsi degli
avvenimenti, fino al tragico epilogo del suicidio collettivo nelle gelide acque
della Drava…
Nel
1951, a distanza di 6 anni dalla fine della guerra, una prima commissione
costituita da russi residenti in Austria e da tedeschi, comparve silenziosamente
nelle valli di Carnia a riesumare le spoglie dei cosacchi spesso sepolti
in fosse comuni durante la sanguinosa ritirata… Anche nel 1957 una commissione
tedesca tornò in Carnia e passò di cimitero in cimitero per riesumare le
superstiti spoglie ancora presenti e per trasferirle nel cimitero di guerra
della Wehermacht di Costermano di Verona.
Chi
desidera affrontare lo studio (o anche solo la conoscenza) di questo drammatico
periodo storico di Carnia, deve partire proprio da questo splendido libro che
resta fondamentale.
ADDENDUM:
* Da segnalare sullo stesso argomento, due
sorprendenti e splendide VHS:
1. PREGHIERA (documentario-inchiesta di un regista russo,
patrocinato in Friuli dalla Camera di Commercio di Udine, dalla CRUP e da
Telefriuli): questo lavoro venne presentato circa 10 anni fa a Tolmezzo
(suscitando anche brevi ma risentite polemiche) e resta il primo tentativo di
rielaborare con il mezzo televisivo l’epopea cosacca in Carnia. E’ ricco di
interviste in Carnia ed in Russia (tra i sopravvissuti), di stupendi paesaggi,
di commoventi canzoni cosacche… Praticamente si racconta l’avventura
cosacca in Carnia dal punto di vista cosacco.
2. KOSAKENLAND IN ITALIEN (documentario-inchiesta di Noemi Calzolai prodotto
dalla RAI di Trieste in collaborazione con Regione FVG e Fondazione CRUP- 2002):
racconta la medesima avventura cosacca in Carnia dal punto di vista italiano.
Anche qui: interviste, racconti, rievocazioni… Le immagini di archivio sono
state fornite da: N.A.R.A. di Washington, Imperial War Museum di Londra, Archivi
del Cremino di Mosca, Cineteca RAI.
* Inoltre va segnalato e opportunamente rivalutato il
primo lavoro di ricerca moderno, sorprendente e scrupoloso, svolto da Marina
Di Ronco di Sutrio (“L’insediamento nord-caucasico in Carnia: le
strutture”), comparso come contributo storico sul n. 2 dell’ALMANACCO
CULTURALE DELLA CARNIA (1986).
* Altro importante lavoro di memorialistica su questo
tema: “Novocerkassk e dintorni” che tratta dell’occupazione cosacca
nella zona di Cavazzo Carnico (ridenominato appunto Novocerkassk). Ed.
CjargneCulture di Cercivento (ex Coordinamento Circoli Culturali Carnia).
* Si ricorda infine che a Paluzza, il 30 maggio 1998,
si tenne un importantissimo convegno internazionale dal titolo “L’occupazione
cosacco-caucasica della Carnia 1944-1945”, che vide la partecipazione
di illustri storici a presentare per una intera giornata i risultati
delle proprie ricerche. Gli atti di questo convegno probabilmente giacciono
presso il Municipio di Paluzza.