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Raccontando Cleulis
di don Carlo Primus
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Esistono ormai solo pochissime
copie di questo lavoro letterario che
rappresenta oggi il testamento spirituale dell'ultimo parroco residenziale di
Cleulis, don Carlo Primus, salito alla Casa del Padre due anni fa, alla
veneranda età di 88 anni. Di carattere burbero e severo, ma dall'animo semplice
come quello di un bambino, don Carlo trasferì in queste pagine il proprio
"vissuto" nella contrada di Cleulis, una spruzzata di case alle
pendici del monte Terzo. Dalla memoria sono riemersi i tristissimi anni della
infanzia (era nato nel 1912 proprio a Cleulis e qui era poi venuto a morire come
ultimo parroco del villaggio) quando miseria e fame erano le uniche realtà
comuni a tutti. In un linguaggio semplice e piano, don Carlo ripercorre le tappe
della sua vita attraverso la vita di Cleulis: i giochi, i lavori agricoli, le
messe, le processioni, le rogazioni, i luoghi, le tradizioni, la scuola… Un
piccolo mondo antico che, col passare degli anni, è andato scomparendo fino a
non lasciare quasi più traccia. Ed è significativa proprio l'ultima pagina dal
titolo: CARNIA MIA NON TI RICONOSCO PIU'. Don Carlo ama la sua gente, vorrebbe
che restasse come un tempo, vorrebbe anzi fermare il tempo per risparmiare ai
suoi paesani i guasti dell'epoca moderna, giudicata pericolosa. Quando la
nostalgia degli anni passati prende il sopravvento, affiora anche l'amarezza per
un presente destinato alla perdita dei valori antichi. Il corredo fotografico
impreziosisce ulteriormente il testo perché ricrea quell'atmosfera di una
volta, quando i rapporti interpersonali erano improntati a rispetto vicendevole,
a solidarietà, a schiettezza. Una raccolta insomma di tanti quadretti che, pur
raccontando Cleulis, vanno oltre, per assumere un significato più universale,
perché Cleulis (la Cleulis di un tempo) si ritrova nel cuore di ciascun carnico.