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I
canonici di S. Maria del Monte
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Più che di un romanzo, si
tratta di un testo teatrale, scritto da don Primo Degano, plevan di
Majaso di Enemonzo, ma conosciuto ormai in tutta la Carnia come brillante autore
di testi teatrali: il presente costituisce al momento il suo capolavoro.
L’opera
nasce quasi per caso. Un amico prete (don Luigi De Biasio requie, bibliotecario
dell’Archivio della Diocesi di Udine e illustre professore di lettere) molti
anni fa fornì a don Primo la fotocopia di un testo insolito ed allora, per
certi versi, quasi proibito: si trattava della trascrizione verbale del processo
di Inquisizione contro Martino Duriavigh di Tribil di Sotto, svoltosi a
Cividale tra il 1588 e il 1600. Il prof. De Biasio accompagnò il foglietto con
queste parole: “Potrebbe servirti per un lavoro teatrale”.
Il
testo originale (in latino misto al volgare) redatto nel Palazzo Pretorio di
Cividale alle ore 23 del 26 giugno 1600, risulta a tratti davvero
raccapricciante:
“Jussum fuit
ligari et elevatus sic clamabat: Jesus, Jesus, o Vergjne Maria- et altius
elevatus interrogatus dixit…nihil ad propositum, sed clamabat: ohi me. Tunc
autem jussum fuit ministris ut darent squassum et sic datus fuit primis squassus…
et altius elevatus clamabat misericordia…et dum vederetur ire per ambages
datus fuit secundus squassus et elevatus iterum fuit admonitus… Tandem ei
datus fuit tertius squassus et elevatus ad signum, cum stetisset per bonum
spatium elevatus…”
Da queste poche righe di cronaca terribile, don Primo ha
saputo, molti anni dopo, ricavare una storia emblematica perfettamente inserita
in quel preciso momento storico, oggi difficilmente comprensibile utilizzando
canoni di giudizio moderni.
Il dramma si compone di 4 atti ma non è affatto
necessario assistere alla rappresentazione teatrale per cogliere tutto il pathos
che pervade l’opera. I dialoghi stringati, la concitazione degli eventi, il
tratteggio dei protagonisti fanno di quest’ opera letteraria un unicum per il
mondo culturale della Carnia: si tratta davvero di un’opera di alto profilo
drammatico che offre il polso di quel particolare clima controriformistico
diffusamente presente anche nella nostra Terra alla fine del XVI secolo ed al
principio del XVII.
Questo dramma è stato già rappresentato da varie compagnie
teatrali e ovunque ha riscosso successo e unanimi consensi. Una citazione
particolare merita Telealtobut di Paluzza che ha più volte mandato in
onda questo dramma in 4 atti, apprezzato e ripetutamente richiesto.
Da sottolineare infine la splendida iconografia che
accompagna il testo teatrale: si tratta di incisioni del 1500-1660 che
rappresentano i momenti di alcuni processi dell’Inquisizione e delle varie
torture inflitte da quei tribunali agli inquisiti ritenuti eretici.
Il volumetto
(stampato nel 2000) può essere richiesto alla CMC, citando questa fonte
di informazione.