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L'asilo
dei ricordi
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Il Comune di Cercivento
mi ha gentilmente inviato l’ultimo lavoro letterario, compiuto in
collaborazione con il Circolo Culturale “La Dalbide”, che ho letto molto
volentieri non solo perché costituisce un gradevole e riuscito compendio
memorialistico di una istituzione che non esiste più, ma anche perché in
queste pagine rivive e si ripropone un’esperienza che è stata comune a quasi
tutti i carnici sopra gli “anta”: l’asilo delle suore, che un tempo
era vivo e palpitante pressoché in ogni comune montano.
Il libro, che utilizza un
colore grafico prossimo al verdolino antico, è composto da alcuni paragrafi ben
individuati, i quali analizzano i vari aspetti caratterizzanti l’asilo
infantile di Cercivento, nei suoi oltre 40 anni di attività (1940-1983).
Dopo la doverosa
introduzione del sindaco De Alti (che sinteticamente traccia le linee di
sviluppo dell’istituzione) e le “due parole” dell’inossidabile Celestino
Vezzi (che spiega come il lavoro sia il frutto della entusiastica collaborazione
di tante persone, suore comprese), il racconto prende avvio proprio dal progetto
cartaceo e dalla costruzione dell’asilo (planimetrie, fotografie,
prospetti…) per poi approdare all’archivio storico da cui vengono
tratte le date più importanti che hanno fissato la crescita e il sempre più
importante ruolo dell’asilo all’interno della Comunità di Cercivento.
Il capitolo dedicato alle suore
francescane missionarie di Gemona, che per oltre 40 anni hanno diretto e
organizzato l’asilo, è il più singolare in quanto vi sono presentati non
solo la richiesta scritta di Sior Santul prè Luigi Zuliani e i documenti
diocesani relativi all’invio delle suore missionarie francescane a Cercivento
nel 1939-40, ma anche i ritagli di giornale dell’epoca (1979) che riportano le
ostinate lotte dei ciribits per fare restare le suore in paese quando
incombeva il concreto pericolo che dovessero andarsene (questa vittoria fu in
effetti di breve durata, in quanto le suore vennero ritirate dalla Casa Madre
pochissimi anni dopo, nel 1983).
Vi è poi un florilegio di
articoli tratti dai numeri del Bollettino Parrocchiale, riguardanti sempre
l’asilo infantile. Segue una corposa serie di testimonianze personali:
dapprima quelle delle suore ancora viventi (i cui ricordi si intrecciano
singolarmente con la storia del paese, al quale tutte sono rimaste legatissime)
e poi quelle dei molti paesani, di diverse età, che rievocano fatti e
periodi della propria infanzia, intrisi spesso di nostalgico rimpianto, dai
quali si può chiaramente arguire come l’asilo rivestisse una importanza
fondamentale per tutto il paese e come abbia impresso in tutti i bimbi di allora
(oggi adulti) alcuni tratti peculiari e riconoscibilissimi...
La iconografia, che
correda il testo, appare sobria e molto in sintonia con il racconto;
l’artificio di fare risaltare le immagini come delle vecchie cartoline,
contribuisce a creare un’atmosfera particolare che profuma d’antico…
Certamente questo lavoro,
se pure interessa esclusivamente la Comunità di Cercivento, assume una valenza
antropologica più ampia, in quanto rievoca un mondo dell’infanzia ed una
modalità di approccio (diffusi un tempo in Carnia) oggi ormai inattuali ed
inattuabili, sia per carenza di suore che soprattutto di bambini, ma anche
(forse) di qualcos’altro…
Proprio per questo, il
libro merita una particolare attenzione specie da parte di coloro che si
occupano dei bambini e della loro psicologia ed educazione: qualche dubbio,
sulle modalità odierne di educazione, forse forse lo suscita…